Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
È stato il primo rinforzo a dicembre, ma ha dovuto attendere più di un mese per poter essere a disposizione in campionato essendo sceso dalla Lega Pro. In mezzo, tra l’altro, anche un infortunio (elongazione al bicipite femorale della gamba destra) nell’amichevole con i Lions Villanova che è ormai superato. Adesso per Emil Zubin è arrivato il momento tanto atteso, quello della “prima” con i biancoscudati. Pronto? «Ci tengo moltissimo a esserci domenica, il mio obiettivo è mettermi a disposizione al cento per cento. Non è stato facile stare fuori in questo periodo, dovendomi solo allenare per un mese. A restare fuori si soffre. Ci attende anche una partita importante, ci tengo a giocare e a dare il mio contributo». Pensa di poter giocare dall’inizio? «Voglio essere a disposizione, poi le scelte spettano all’allenatore». Con l’Altovicentino è sfida di cartello: prima contro seconda, con il Padova avanti di cinque punti in classifica. «È una partita molto importante, ma non fondamentale per il campionato. Noi cercheremo di vincerla perché andare a più otto vorrebbe dire tanto, anche se davanti c’è poi tutto il girone di ritorno e bisogna prestare attenzione».
È approdato all’ombra del Santo, ma anche l’Altovicentino aveva cercato di ingaggiarla nella recente finestra di mercato. «C’era quella possibilità, però dentro di me avevo già scelto da un pezzo di venire al Padova» Il fatto di ritrovare Parlato, allenatore che aveva al Pordenone, è stato determinante per la sua decisione? «Di sicuro lui ci ha messo un bel carico, abbiamo un ottimo rapporto e c’è stima reciproca. La sua presenza e quella di ex compagni che erano con me a Pordenone, oltre a qualche altro giocatore che già conoscevo, hanno fatto pendere la bilancia a favore del Padova. Senza dimenticare l’importanza della piazza». Ha avuto modo di conoscere il presidente biancoscudato Bergamin e il patron Dalle Rive dell’Altovicentino. La sua impressione? «Bergamin è davvero una persona brava e tranquilla. Con Dalle Rive ho parlato solo una volta, e mi ha fatto una buona impressione. Si dice che sia un presidente vulcanico, in realtà quando l’ho incontrato era cordiale». Come procede il suo ambientamento a Padova? «Ho trovato casa all’Arcella. Non conoscevo la città, è bella e mi piace».
E a livello di spogliatoio? «Mi trovo a mio agio. Si vince quando il gruppo è unito, e qui lo è». Qualche analogia con il gruppo guidato da Parlato l’anno scorso al Pordenone che ha conquistato la promozione in Lega Pro? «Siamo abbastanza vicini. Si vede che anche qui c’è la voglia di arrivare all’obiettivo, e poi al Padova si viene trascinati da un pubblico che non ha niente a che fare con questa categoria. È molto facile dare il massimo in campo spinti da questi splendidi tifosi». Lei, Ferretti, Amirante e il giovane Pittarello. Un attacco esplosivo nel quale non manca la concorrenza. «Più siamo e meglio è. Ci vogliono giocatori pronti a subentrare e fare bene. Anche al Pordenone eravamo sei attaccanti, tutti in grado di fare la differenza». L’anno scorso ha segnato 27 gol, due invece i sigilli nella prima parte della stagione in Lega Pro. Le manca un pò il gol? «Mi manca soprattutto il campo. Se non giochi, non segni». Cosa si attende dal 2015? «Intanto di stare bene fisicamente. E voglio dare il mio contributo per portare il Padova nelle categorie che gli competono. Speriamo che a maggio finisca come tutti ci auguriamo».