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Ore 22.00 – (Trentino) In carriera si è ritrovato “face to face” con Del Piero, Trezeguet, Nedved, Floro Flores, Pellè, Hamsik e Calaiò (tanto per citarne alcuni e non durante amichevoli estive), giocando davanti a 40mila e più persone. Da qualche anno (due e mezzo per l’esattezza) gli toccano invece i campi della serie D dove le avversarie di turno si chiamano Kras Repen, Legnago e Giorgione. Cambia la categoria ma non l’impegno e l’atteggiamento di Michele Ischia, capitano “coraggioso” del Dro che, dopo una carriera lungo la penisola, è tornato a casa. Lui, che è originario proprio del paesino del Bassa Sarca, si è goduto un gran 2014 a tinte gialloverdi: prima la straordinaria salvezza conquistata la scorsa primavera nella sfida playout contro il Vittorio Falmec, poi la “ripartenza” (con una squadra ricostruita per due terzi) verso quella che sarebbe un’altra impresa. «A dire la verità – confida – quest’anno potevamo e dovevamo conquistare qualche punto in più. Ce la siamo sempre giocata, e questo non ho problemi a dirlo, certo è che chiudiamo l’anno con un po’ di rammarico, perché abbiamo lasciato per strada almeno un paio di vittorie. Al netto degli infortuni e del fatto che in estate l’organico è stato rivoluzionato, possiamo comunque essere soddisfatti e ottimisti per il 2015». Scusi, ma il calcio professionistico non le manca nemmeno un po’? «Nel 2012 ho scelto io di chiudere con il calcio professionistico e di tornare a casa. È stata una scelta di vita dopo una buona stagione a Lecco. Probabilmente avrei potuto giocare ancora in Lega Pro, ma ho preferito rientrare ad Arco con la famiglia. Cosa mi manca? L’atmosfera che si respira, gli stadi pieni, i tifosi. Per il resto il mio spirito è lo stesso di quando giocavo a Pesaro e Frosinone: odio perdere, indipendentemente dalla categoria e quando scendo in campo lo faccio con un unico obiettivo». E pensare che due anni fa a Pergine era addirittura finito ai margini della squadra. «Situazione strana. L’inizio fu positivo, poi m’infortunai, forzai il rientro e mi rifeci male. A quel punto qualcuno, pensando che volessi intraprendere altre strade rispetto a quella del calciatore, provò a farmi fuori. Non ci è riuscito, per fortuna, e adesso sono ancora qui: per me si tratta di una piccola rivincita nei confronti di chi mi ha etichettato per quello che non sono». Quest’anno ha ritrovato Manfioletti a distanza di quindici anni dalla “prima volta”. «Con lui avevo giocato un anno in Eccellenza e per le due stagioni successive in serie D, prima di trasferirmi al Trento. Era preparato e animato da grande passione allora, l’ho ritrovato ancora più meticoloso e determinato adesso. È un tecnico con la “t” maiuscola e tutti lo stanno seguendo con grande dedizione. Credo che anche lui, al netto di qualche punto lasciato per strada, sia soddisfatto del gruppo». È il più “anziano” del gruppo e le tocca, inevitabilmente, il ruolo di “chioccia”. Le pesa? «Ma no, anzi. Gli under sono tanti e tutti bravi ragazzi, che rispettano i ruoli e sanno ascoltare. Io glielo dico sempre: vi rompo le scatole ma lo faccio nel vostro interesse. E, devo dire, che tutti sono assai ricettivi. Poi in campo fanno qualche errore, ma è normale». Quanti punti serviranno per salvarsi senza playout? «Una quarantina. Noi dobbiamo fare la corsa su Legnago e Giorgione e cercare di metterci alle spalle almeno sei formazioni. Andrebbe benissimo anche arrivare sest’ultimi ma con otto punti sulla terz’ultima. Certo è che dovremo fare meglio rispetto all’andata». Per quanti anni giocherà ancora Michele Ischia? «Fino a quando avrò voglia di mettermi gli scarpini e di battagliare la domenica. Poi, magari, prenderò un’altra strada, ma al momento la passione è la stessa di quindici anni fa senza distinzioni». Ha cominciato ad allenare i bambini. «Sì, quest’anno mi occupo dei piccoli amici dove, più che l’allenatore, faccio l’educatore – animatore. Per smettere di giocare a pallone c’è ancora tempo».
Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) Settimo comandamento: non rubare. Ecco, che nessuno ci provi a… rubare il 2014 dal cassetto dei ricordi all’Arzignanochiampo. Settimo, e non a caso. Perché il sette ha un significato tutto suo nell´anno vissuto dalla Banda Beggio. Sette, come mercoledì 7 maggio: giorno in cui l´Arzichiampo conquista sul campo la promozione in Serie D. Sette, come domenica 7 dicembre: il timido Arzichiampo con 20 punti in meno della capolista Altovicentino stende i cugini con un 2-1 che resterà a imperitura memoria. E poi, ci si mette anche la scaramanzia del condottiero Paolo Beggio. “Se ho un numero preferito? In generale no… Però nei numeri di maglia sì, il sette”. Niente, era destino. “Infatti – spiega l´allenatore -, è la maglia che consegno a chi so che può risolvermi la partita”. 7 MOMENTI. E allora, non sarà nemmeno troppo difficile trovare sette momenti chiave di questo 2014. Paolo Beggio ricorda: «Tutto è partito dal 4 gennaio, quando abbiamo vinto la Coppa Veneto di Eccellenza contro la Liventina: è stata una gioia che inseguivo da un po´». Da una Coppa all´altra, quella nazionale. «Il percorso fuori regione mi ha lusingato molto – racconta -. A tratti siamo stati anche… incoscienti, ci siamo ritrovati a giocare partite con 12-13 giocatori a disposizione e a preparare gare ogni tre giorni. Ogni volta incontravamo un avversario sempre più forte, fino alla vittoria nella finalina contro il Catania S. Pio X. Volevamo la Serie D, in un modo o nell´altro». E poi il campionato di Eccellenza, sfumato a poche giornate dal termine. «Il pareggio a Villafranca – ricorda Beggio – ci ha tolto la possibilità di arrivare primi, una gara in cui avremmo stra meritato la vittoria». Anche se poi è stata comunque Serie D. Fatta di alti, come la vittoria nel derby contro l´Altovicentino. «Lì ho toccato il livello più alto di questi tre anni in panchina. È stata la vittoria dello spogliatoio». E fatta anche di bassi, come il periodo buio attraversato nel mese che precedeva il derby. «Qualsiasi società, in quelle condizioni, avrebbe cambiato allenatore. I dirigenti hanno dimostrato maturità».
Ore 21.20 – (Il Piccolo) C’è un caso Luca Piscopo in casa alabardata. La società tende a minimizzare, ma sta di fatto che è dalla ripresa dei lavoro dopo la pausa natalizia che il capitano della Triestina non si allena con il gruppo. Cosa è successo? Subito dopo Natale, la società in pratica ha sospeso il giocatore, che quindi non sta prendendo parte agli allenamenti e in questi giorni sta lavorando da solo, per conto suo. Sulla motivazione del provvedimento emergono per il momento solo vaghe causali di tipo disciplinare, senza che ci sia qualche fatto concreto scatenante. «Sì, ho parlato io con Luca – conferma il direttore sportivo alabardato Michele Maragliulo – e gli ho comunicato questa sorta di sospensione. Non è una punizione, io la chiamerei un’azione disciplinare, come del resto se ne prendono in tante squadre, senza che questo debba per forza creare dei casi. Poteva riguardare qualche altro, stavolta ha riguardato lui». Già, ma è naturale che se l’interessato è il capitano la notizia non può che provocare un certo clamore. Ovviamente in molti hanno pensato subito al discusso episodio del rigore di Fontanafredda: in quell’occasione Piscopo si presentò un po’ a sorpresa sul dischetto, per poi mandare sul palo la palla del possibile pareggio. Ma in effetti in passato il capitano alabardato aveva tirato rigori con altre squadre in cui ha militato, per cui ci può anche stare che fosse il rigorista designato, solo che la domenica precedente a Mori, quando ha tirato Rocco, lui era in panchina. E del resto, anche quella panchina un po’ sorprendente in Trentino era stata già un sintomo che forse qualcosa nel rapporto tra giocatore e società si sia incrinato. Almeno da quello che trapela dalla società, pare che il rigore sia stato sicuramente un episodio rilevante, ma non certo determinante ai fini dell’azione disciplinare. Evidentemente è da tempo che i rapporti non sono sereni. Anche se secondo Maragliulo non c’è nulla di irreparabile che non si possa ricucire. Alla richiesta di chiarimenti sulla durata del provvedimento disciplinare, infatti, Maragliulo risponde: «La situazione resta questa fino a un incontro chiarificatore che avverrà tra lo stesso Piscopo e il presidente, appena ovviamente sarà possibile e Pontrelli sarà tornato a Trieste. Un incontro che avverrà comunque entro pochi giorni». Tutto da decifrare cosa succederà in quell’occasione: riappacificazione o rottura definitiva? Di certo, al momento sembra altamente improbabile che capitan Piscopo possa scendere in campo domenica nella delicata sfida contro il Legnago. In attesa della risoluzione di questo giallo, la società intanto sta ancora muovendosi sul mercato e l’obiettivo è sempre quello di un attaccante: stavolta si vuole lavorare in silenzio e non si vogliono fare nomi, visto com’era finita per Moresco e Caraccio. Comunque una punta arriverà sicuramente. Si monitora con attenzione anche la situazione degli under, anche se il recupero di Manzo (buona la sua prova nella trasferta sul campo di Fontanafredda) e il rientro di Crosato fanno ben sperare e rendono meno allarmante la situazione nel reparto dei baby.
Ore 21.00 – (Tribuna di Treviso) Il Montebelluna si assicura Sadio Samba. Il club biancoceleste era da tempo sulle tracce di un attaccante e ha virato sul 19enne senegalese del Belluno. La giovane punta è di proprietà della Reggina, ragion per cui bisognerà aspettare l’apertura del mercato dei professionisti in gennaio per il via libera all’operazione. L’accordo, tuttavia, è stato raggiunto. Samba ha chiesto di andare via, nella speranza di trovare più spazio. Non sarà disponibile per il match con il Belluno di domenica 4 e raggiungerà via Biagi il giorno successivo. Con il Giorgione, invece, si sta allenando il 18enne Luca Gerini, reduce da una grigia esperienza con la squadra di Pasa. Il cartellino è del Venezia: se son rose…
Ore 20.30 – (VicenzaToday) In vista dell’incontro del 4 gennaio prossimo, tra le formazioni del F.C.D. Alto Vicentino e dei Biancoscudati Padova, Valdagno si appresta ad accogliere migliaia di tifosi in città. Gli uffici, dopo i sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi nell’area attorno allo Stadio dei Fiori con il personale delle forze dell’ordine, hanno predisposto alcune modifiche alla viabilità per permettere la migliore gestione dei flussi di traffico previsti per l’occasione.Rimane pertanto in vigore l’ordinanza n. 271 del 26 settembre scorso che disciplina in via definitiva la circolazione stradale lungo Viale Carducci (nel tratto compreso tra le vie Petrarca e Panzini) e Piazzale San Gaetano. Qui, infatti, anche il prossimo 4 gennaio, a partire da un’ora prima del fischio d’inizio (previsto alle 14.30) saranno in vigore il divieto di circolazione e di sosta con rimozione per permettere il corretto afflusso e deflusso del pubblico. Il transito nell’area è comunque concesso ai mezzi che trasporteranno le squadre, i responsabili delle società sportive, il gruppo arbitrale, i gestori dell’impianto, oltre ai mezzi di soccorso e di servizio del Comune e diretti alla Fondazione Marzotto o all’accesso carraio a servizio della Chiesa di San Gaetano. Sul fronte della viabilità, per motivi di sicurezza e per garantire la miglior gestione possibile del traffico, dalle 12.00 alle 18.00 di domenica 4 gennaio 2015 verrà chiuso alla circolazione il tratto di Viale Duca d’Aosta compreso tra le vie Vittorio Emanuele Marzotto e Soster. Lungo lo stesso sarà in vigore anche il divieto di sosta con rimozione forzata. Il divieto di sosta con rimozione sarà in vigore inoltre: su Viale Petrarca, nel tratto compreso tra Viale Duca d’Aosta e Viale Carducci; su Viale Panzini, nel tratto compreso tra Viale Duca d’Aosta e Viale Carducci; sull’intero parcheggio di Piazza Caliari (fronte Ospedale San Lorenzo) e sui parcheggi di Via Parco della Favorita denominati P3, P4 e P5. Questi saranno riservati al pubblico della manifestazione. La società sportiva locale si occuperà del servizio d’ordine interno allo stadio, oltre alla predisposizione dell’apposita segnaletica attorno allo stadio stesso ed alla disposizione del personale addetto ai parcheggi. Il traffico in arrivo da sud incontrerà la segnaletica ed il personale volontario già all’altezza della rotatoria di Ponte dei Nori e verrà dirottato lungo Via Enrico Fermi, Viale Europa e quindi Via Soster. La segnaletica verrà posizionata anche all’uscita del tunnel Valdagno-Schio per dirigere il traffico su Viale Europa e quindi Via Soster. Una volta raggiunta la capienza del parcheggio di Piazza Caliari, il personale addetto dirigerà il traffico verso le restanti aree parcheggio poste lungo Via Parco della Favorita. A conclusione della partita, il traffico diretto a nord verrà incanalato lungo Via Parco della Favorita e quidi su Viale Europa. In direzione sud verrà aperto in via eccezionale lo svincolo su Viale Europa da Via Soster. Sul posto saranno presenti gli agenti del Consorzio di Polizia Locale per regolare il traffico.Per l’intera durata della manifestazione e per garantire la sicurezza di tutti gli spettatori, la zona dello stadio sarà presidiata come da disposizioni da carabinieri e polizia.
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Saltata per impraticabilità del campo l’ultima partita dell’anno dell’Union Ripa Fenadora, l’amichevole programmata con il Due Monti di Abano Terme, rischia di non potersi disputare nemmeno l’incontro con il Giorgione, prima sfida del 2015, in programma domenica 4 gennaio. Non si trattasse di due gare previste sul sintetico di Boscherai, nulla ci sarebbe di strano vista la stagione. E invece i malanni che in questi mesi hanno afflitto la casa dei neroverdi continuano a imperversare: dapprima le continue piogge quasi monsoniche che hanno appesantito il terreno di gioco, incapace di assorbire l’eccessiva quantità d’acqua caduta; quindi l’affiorare degli elementi naturali, come il sughero, a donare al campo l’aspetto di un tradizionale e usurato terreno in erba; infine l’apparizione, più simbolica che altro, di una spolverata insignificante di neve, accompagnata da una ghiacciata assai normale per l’inverno feltrino, ma che ha confermato come oggi il sintetico di Boscherai non sia poi così dissimile da un qualunque altro campo locale. Con tanti saluti ai benefici vissuti nel primo anno di vita dell’impianto. «Se domenica non si potrà giocare, pazienza – minimizza con filosofia Massimiliano Parteli, tecnico dell’Union Ripa Fenadora -. Le partite si possono sempre recuperare. Ciò che a me interessa è il poterci allenare in buone condizioni. In questi giorni, approfittando delle festività, stiamo svolgendo gli allenamenti a partire dalle 12.30, ma potremo continuare solo sino alla ripresa delle scuole. Dopo dovremo posticipare alle 14.30, e già verso le 15.30/16 il sole non si affaccia più sul campo».
Problemi usuali per le società calcistiche e non bellunesi, e tranquillamente ignorati dalle federazioni regionali. Poco importa evidentemente a qualcuno che in condizioni avverse siano più alti i rischi di infortunio. Neve e freddo in pianura arrivano raramente, quando arrivano, ad adeguarsi perciò devono essere le società della montagna. A riscaldare almeno gli animi neroverdi è arrivata ieri sera l’inaugurazione del Club neroverde Gusv, all’osteria La Tregua di Seren del Grappa. Una festa alla quale, attorniati dai tifosi, hanno partecipato tutti gli effettivi della prima squadra Union Ripa Fenadora.
Ore 19.50 – (Corriere delle Alpi) Atmosfera di casa. Nasce il club neroverde, che diventa luogo di incontro e aggregazione, dedito a organizzare tutto ciò che riguarda il discorso tifosi. Presidente è Luca Palma, vice Enrico Forno; e, dalla prossima stagione, partirà anche il tesseramento. Con sede all’osteria La Tregua di Seren, il club è stato inaugurato ieri con la presenza dei sindaci di Seren e Pedavena e del vicesindaco di Fonzaso in rappresentanza dei tre Comuni a cui fa capo l’Union. È stata la festa dei tifosi insieme alla squadra, con aperitivo, rinfresco, ringraziamenti, lotteria e benvenuto al nuovo socio Gusv (Gruppo ultrà sorci verdi) don Ivano, il parroco di Pedavena che prima della benedizione è andato con la memoria all’infanzia vissuta vicino alla sede del Corriere della sera a Milano e «quando, da milanista, sentivo i giocatori dell’Inter dire le parolacce andavo a dirlo alla mamma. I giocatori hanno delle responsabilità di fronte ai piccoli e mi auguro che quelli del Ripa Fenadora siano uomini prima che calciatori, e che diano l’esempio». Ai tifosi la promessa del capitano Paolo De Carli è di «dare sempre il massimo, sia in allenamento e sia in partita, per rendere felici le persone che ci seguono. Adesso abbiamo pure un club, è bello anche rivivere attraverso le foto appese sui muri certe emozioni. Ci avevano chiesto la presenza di alcuni giocatori e la squadra ha risposto in massa. Siamo orgogliosi e dobbiamo ringraziare i nostri sostenitori». Gli fa eco Sandro Andreolla: «Vengo da un’altra provincia, però mi sono innamorato di questi luoghi, di questa mentalità e di questo modo di fare gruppo. Ho girato tanti posti e tante squadre, ma come qua non ce n’è». Il club «è una delle cose che mancavano e l’abbiamo aggiunta», prosegue il presidente dell’Union, Nicola Giusti, «la sede è la più indicata, perché all’osteria La Tregua ci sono stati parecchi momenti conviviali della società e abbiamo fatto molto gruppo». Il padrone di casa, il sindaco di Seren Dario Scopel, annuncia la fine dei lavori di messa a norma dell’impianto di Rasai, mentre il suo predecessore Loris Scopel, tifosissimo neroverde, ricorda di aver vissuto da sindaco il momento della fusione e mette l’accento sul settore giovanile che fa giocare i bambini. Teresa De Bortoli, primo cittadino di Pedavena, ha la sciarpa intorno al collo e sottolinea come «il successo sta nel fare squadra, anche tra i Comuni». Sulla stessa linea il vicesindaco di Fonzaso Daniele De Marchi: «Il Ripa Fenadora porta in giro il nome dei tre Comuni. È stato bello sentirli pronunciare in televisione su Rai Sport in occasione della partita col Padova».
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La destinazione è il Montebelluna, ma per arrivarci bisogna passare da Reggio Calabria. Come preannunciato il Belluno ha salutato Samba Sadio: la società ha confermato ieri pomeriggio la notizia ufficiosa diffusa domenica sera, con un comunicato stampa che annunciava il ritorno del senegalese alla Reggina. Ma come, non doveva andare al Montebelluna? Precisamente. Essendo però di proprietà della società granata, prima di poter approdare alla corte di Daniele Pasa il passaggio alla casa madre è obbligato e dunque formalmente dal Belluno Samba torna alla Reggina. Continuano nel frattempo i sondaggi per il difensore centrale da regalare a Roberto Vecchiato. Il quale potrebbe arrivare prima del match di domenica prossima, 4 gennaio, proprio contro il Montebelluna, ma anche no. La priorità infatti è cogliere l’occasione giusta, non la prima che passa. E quando si parla di fuoriquota agire con il massimo dell’acume e della tranquillità è d’obbligo. Gli errori, coi giovani, costano cari.
Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) Samba è partito, e ora è iniziata la caccia al suo sostituto. Non arriverà però un attaccante, visto che il rientro in squadra di Andrea Radrezza è ormai questione di poco; ma, come specificato già nei giorni scorsi dal direttore sportivo Augusto Fardin, alla rosa del Belluno ora serve un difensore centrale fuoriquota. Il mercato per la categoria dilettanti è chiuso, quindi il dirigente gialloblù si sta muovendo in silenzio per chiudere con un giocatore che magari ha trovato poco spazio nei professionisti tra prima squadra e Primavera. «Samba ci ha manifestato il desiderio di giocare con più continuità e abbiamo deciso di assecondare questa richiesta, anche perché il recupero di Andrea Radrezza sta procedendo nel migliore dei modi», commenta il direttore sportivo Augusto Fardin, «e dunque per Samba gli spazi si sarebbero ancora più ristretti. Nel reparto avanzato quindi rimarremo con gli attaccanti in rosa fino a questo momento, mentre prosegue la ricerca di un centrale difensivo da affiancare a Merli Sala e a Sommacal. Auguro a Samba le migliori fortune per le sue prossime esperienze sportive e lo ringrazio, a nome della società, per il contributo offerto alla nostra squadra in questi mesi». Nei quattro mesi trascorsi al Polisportivo, Sadio Samba è partito titolare solamente una volta, nel match vinto contro la Sacilese, e ha fatto quattordici presenze mettendo a segno 4 gol. Nonostante qualche pasticcio di troppo sotto porta, il giocatore è riuscito a farsi vedere e giustamente aveva bisogno di più spazio. «Ringrazio la società per aver deciso di assecondare la mia richiesta», commenta Samba, «sabato ho svolto il mio ultimo allenamento con la squadra ed è stata l’occasione per salutare tutti e per ringraziare la società, lo staff e i miei compagni per questi mesi fantastici. Auguro con tutto il cuore al Belluno di riuscire a chiudere nel migliore dei modi questo campionato». Ultimi allenamenti del 2014. Il Belluno si allenerà fino a domani compreso. Il primo gennaio sarà un giorno di riposo per tutti, prima di tornare sul sintetico per preparare l’ultimo allenamento prima della trasferta in casa del Montebelluna. Dopo il ko casalingo patito contro l’Union Pro, sarà fondamentale ripartire nel 2015 con il piede giusto. L’obiettivo, come detto dal presidente Livio Gallio, è mantenere il terzo posto.
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Via Zima e porta spalancata per Fortunato? La finestra invernale del calciomercato aprirà il 5 gennaio – alla vigilia del match con l’Alessandria al Penzo (ore 14) – ma già iniziano i primi rumors, con quello riguardante l’estremo difensore ceco più che fondato. Il futuro del 20enne Lukas Zima non dipende solo dalla sua volontà di riconquistarsi la maglia, strappandola a Stefano Fortunato che durante il suo infortunio non l’ha mai fatto rimpiangere. Di mezzo, infatti, c’è il Genoa che in quanto proprietario di Zima (oltre a pagarne parte dell’ingaggio) pretende che il giocatore sia titolare, intoccabilità che in laguna pare svanita. «Io penso solo ad allenarmi e sono felice di esser rientrato prima del previsto – le parole dell’ex reggiano Zima -. Con onestà devo anche fare i complimenti a Fortunato perché in questo periodo ha fatto benissimo con parate determinanti, il Venezia è in buone mani e oggi come oggi non c’è bisogno di cambiare portiere». I colloqui tra il ds Ivone De Franceschi e il Genoa sono già partiti e alla finestra c’è il Mantova, dove il gigante ceco dovrebbe comunque scalzare l’attuale numero uno Festa. Intanto dopo il Natale trascorso a Praga con la famiglia Zima, come tutti gli arancioneroverdi, ieri pomeriggio ha ripreso al Taliercio la preparazione dei 90′ dell’Epifania con l’Alessandria che chiuderanno il girone di andata. «L’infortunio al dito indice della mano sinistra è alle spalle – conferma Zima – e in questo momento sto cercando di ritrovare la migliore mobilità per parare. Il Venezia con mister Serena ha cambiato passo, nelle ultime due giornate con Torres e Pro Patria oltre al gioco sono tornati anche i tre punti e ciò ci carica a mille». Tornando al mercato le voci sull’asse Venezia-Savoia sono, invece, sostanzialmente prive di fondamento. De Franceschi non sta lavorando ai ritorni di Salvatore Gallo per la mediana né di Davide D’Appolonia per l’attacco. Infine la gara Venezia-Mantova, valida per la quarta giornata di ritorno, si giocherà in anticipo venerdì 30 gennaio (ore 20.45 al Penzo) e sarà trasmessa in diretta da RaiSport.
Ore 18.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Ritorno agli allenamenti, ieri, per gli arancioneroverdi di mister Michele Serena. Dopo una settimana di riposo, ieri pomeriggio Esposito e soci hanno ritrovato il manto erboso del «Taliercio» per una seduta incentrata prevalentemente sul recupero fisico. All’orizzonte c’è la trasferta del prossimo 6 gennaio ad Alessandria contro la compagine di casa, in una match valido per la 19a giornata, l’ultima del girone d’andata. A una gara dal giro di boa, l’Unione Venezia (militante nel girone A di Lega Pro) si trova in decima posizione a quota 25 punti, a metà classifica. La zona playoff è distante ben nove lunghezze, ma le due vittorie di fila ottenute dai lagunari prima della sosta natalizia fanno ben sperare i tifosi. La classifica del girone A rimane tuttavia molto corta, considerato che la zona d’allarme dei playout è a soli cinque punti dalla squadra di Serena. Con l’inizio del nuovo anno il tecnico veneziano potrà contare sul ritorno a disposizione in rosa del dominicano Vinicio Espinal e del terzino sinistro Alberto Giuliatto, entrambi fermi da parecchi mesi per gravi infortuni. Giuliatto, in particolare, è fermo dalla prima giornata, quando diede forfait contro il Renate. Sul fronte-mercato, che si aprirà ufficialmente la prossima settimana, voci danno per possibile il ritorno in laguna dell’attaccante Davide D’Appolonia, classe 1993, attualmente al Savoia di mister Ugolotti, che approderebbe al Venezia con la formula del prestito. A chiudere, ieri la Lega Pro ha reso noto il programma delle gare che verranno trasmesse in diretta tv da Rai Sport fino al prossimo 6 febbraio 2015. Tra queste anche il match casalingo di venerdì 30 gennaio tra Unione Venezia e Mantova (inizio ore 20.45), un anticipo valido per la 4a giornata di ritorno del girone A di Lega Pro.
Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) Il Venezia ritorna al lavoro, obiettivo mirato sul giorno della Befana quando al Penzo arriverà l’Alessandria di Michele Marconi e Sosa. Intanto il terz’ultimo giorno dell’anno porta in dono al Venezia la diretta televisiva contro il Mantova, gara valida per quarta giornata di ritorno e anticipata a venerdì 30 gennaio con inizio alle 20.45. Ieri visita di controllo per Vinicio Espinal, che è in netto miglioramento e potrà aumentare i carichi di lavoro anche se Serena dovrà pazientare qualche settimana per poterlo utilizzare. Tutti presenti alla ripresa, compreso Giuliatto, mentre Bellazzini ha svolto un lavoro differenziato. Natale con 25 punti in saccoccia per gli arancioneroverdi, poco propensi ai pareggi (1) e match divisi tra vittorie (8) e sconfitte (9). Diciotto partite equamente suddivise tra Alessandro Dal Canto e Michele Serena, ma deciso cambio di marcia con il secondo sia a livello numerico (15 punti conquistati contro 10), ma anche di gol fatti e subiti (10-11 nella gestione Dal Canto, 15-10 nella gestione Serena). «Non mi interessa fare confronti con il passato, quel che conta sarà la classifica che il Venezia avrà all’ultima giornata», osserva Michele Serena, « prendo in considerazione solo il rendimento della squadra dalla partita di Cremona. Al di là dell’esito numerico, delle vittorie o delle sconfitte, credo che il Venezia abbia sbagliato solo mezza gara a Lumezzane. Per il resto, anche con Bassano e Pavia ha tenuto testa agli avversari, raccogliendo meno di quanto seminato. Avremmo potuto avere qualche punto in più in classifica, se non li abbiamo qualche concorso di colpa ce l’abbiamo pure noi». Michele Serena è ritornato in Lega Pro dopo il grande slam realizzato alla guida dello Spezia. «Ci sono tantissime squadre ben organizzate. Chi vincerà il campionato? Secondo me l’Alessandria». Guarda caso il prossimo avversario del Venezia. Le tre sconfitte consecutive con Lumezzane, Bassano e Pavia hanno rallentato la rincorsa arancioneroverde verso i playoff. «Siamo lontani, è vero, però mancano ancora 20 partite con ben 60 punti in palio. Mi è già capitato di vincere un campionato in rimonta, dovessimo trovare continuità nei risultati, niente ci sarebbe precluso». Il regolamento di questa stagione prevede la promozione diretta delle vincitrici dei tre gironi, poi playoff a 8 squadre per la quarta promozione con le seconde, le terze e le due migliori quarte impegnate. E, attualmente, il Venezia dista 9 punti dal quarto posto occupato da Alessandria e Pavia. Gennaio è anche mese di mercato. «Di questo se ne occuperà De Franceschi, sono molto contento dei giocatori che ho a disposizione: hanno dato ottimi segnali fin dal mio primo giorno». Calano invece gli spettatori al Penzo. «Dobbiamo essere noi a trascinare il pubblico, ma dobbiamo ringraziare anche ad alta voce e tenerci stretti tutti quelli che vengono già allo stadio».
Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Che valzer di panchine in Lega Pro e nel girone del Real Vicenza, che oggi alle 14.30, in via Calvi, disputerà un´amichevole con l´Este. Marcolini resiste, o meglio, continua a guadagnarsi la fiducia, merito dei risultati e di un modo di operare che piace alla dirigenza che ha fortemente voluto, in estate, l´ex tecnico del Lumezzane, una sorta di esordiente visto che è solo alla sua seconda esperienza come allenatore. E gli altri? Sono dolori sulle altre panchine. Nel girone A, otto squadre hanno cambiato allenatore (e non solo uno) dall´inizio della stagione. L´AlbinoLeffe ha cominciato con Pala alla guida, ha proseguito con Bonazzi, ora è affidata a Mangone nella lotta per non retrocedere. La Cremonese ha sostituito a metà novembre Montorfano con Giampaolo, e il Lumezzane, guidato all´inizio dall´ex Primavera del Chievo Nicolato, è stato pilotato ad interim da Brocchi prima di essere consegnato a Braghin. Emblematica la situazione del Pordenone poi, con l´ex tecnico del Real Vicenza Zauli che è resistito pochissimo. Un po´ più lunga è stata la parentesi di Foschi che però non ha migliorato la classifica del Pordenone, anzi, finchè il presidente dei “ramarri” ha chiamato l´ex Udinese Rossitto. La Pro Patria ha cominciato con Lulù Oliveira, senza troppa fortuna. Quindi il testimone è passato a Monza, Castellazzi e infine Tosi. Anche l´Alto Adige ha svoltato ad un certo punto. L´ex virtussino Rastelli è stato sollevato dall´incarico per fare posto a Sormani. Si è dovuto arrendere anche l´ex biancorosso Dal Canto, esonerato dal Venezia lo scorso 20 ottobre; al suo posto è arrivato l´esperto Serena. Drammatiche le circostanze in casa Torres. Cosco, che ha appena annunciato di dover lasciare l´incarico per gravi problemi di salute, al suo posto potrebbe arrivare Christian Bucchi, ex giocatore del Vicenza così come Michele Marcolini.
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Ormai mancano pochi giorni alla fine di questo 2014, è tempo di ripercorrere lo storico anno vissuto dal Bassano Virtus in cinque tappe, dalla gestione Petrone alla gestione Asta, attraverso la vittoria del campionato e della Super Coppa Italiana. Partiamo dal 6 aprile 2014 quando al Mercante va in scena il pareggio a reti inviolate tra i giallorossi ed il Castiglione: per molti si dovrebbe partire dalla vittoria in rimonta con la Pergolettese, che significò automatica promozione, ma la gara interna contro i mantovani significò vittoria campionato. Un tripudio nel velodromo, la festa in città, la conferma di una stagione fantastica per i ragazzi di Petrone che riuscirono a sbaragliare la concorrenza e vincere uno dei campionati considerati più difficili di sempre. Vittoria che porta alla seconda data storica, il 18 maggio 2014, quando il Soccer Team in trasferta a Messina si aggiudicò la Super Coppa di Seconda Divisione: secondo trofeo in bacheca grazie ad uno strepitoso Berrettoni che segna quattro gol nelle due sfide contro i siciliani, sigillando il successo sia all’andata che al ritorno. Il terzo momento della stagione non può che essere l’addio di Petrone e Berrettoni in direzione Ascoli, proprio dopo la vittoria della Super Coppa: un divorzio non proprio dei più sereni, per chi ricorda le parole di Stefano Rosso, la fortezza Bassano che sembra sgretolarsi sul più bello, dopo la trionfale stagione, proprio sul più bello, nell’estate della promozione in C1. Ma sui calendari giallorossi una nuova data è stata cerchiata in rosso, il 23 giugno 2014: dopo una lunga trattativa, il direttore generale Werner Seeber riesce a firmare uno degli allenatori più quotati della vecchia Seconda Divisione, quel Tonino Asta che veniva dall’esperienza con il Monza che due anni fa aveva eliminato il Bassano in semifinale play off. Giovane, carismatico, un gioco propositivo alla Petrone, il tecnico si è trovato a riprendere in mano un gruppo unito, con il direttore che ad uno ad uno ha riportato a casa tutti i pezzi pregiati della rosa (tranne il già citato Berrettoni e Pelagatti, anche lui all’Ascoli). Da giugno si passa a dicembre, sei mesi per ritrovare il Bassano dove lo si era lasciato a fine campionato scorso: contro il Monza la vittoria ridà il primato ai giallorossi, Tonino Asta e i suoi ragazzi chiudono l’anno in vetta. Una vetta praticamente mai lasciata per i 365 giorni (estate esclusa, ovviamente), due quadrimestri da campioni sotto due diversi allenatori. Se non è questo un anno storico, solo un’eventuale nuova promozione nel 2015 in Serie B potrebbe superare questi successi. E i tifosi incrociano le dita.
Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Giusto Priola in B a Trapani un po´ giocava e tanto guardava dalla panchina. E difatti si era stufato. Aveva voglia di stare in campo. Ha scelto di scendere di categoria e adesso va dentro in continuazione e non esce mai. Nessuno, salvo il portiere Rossi, è stato impiegato quanto lui, perennemente in pista. Diciamo che se non altro si è tolto lo sfizio. «Ma non era così scontato che potessi conquistare una maglia da titolare – avverte il diretto interessato – perchè è vero che a Trapani ero chiuso da tanti trentenni, ma qui ho trovato un mucchio di giovani però tutti bravi e di qualità». Sabato alla ripresa del lavoro ha portato dalla sua Sicilia due vassoi di cannoli per compagni e dirigenti in sede ed è riuscito nell´impresa di non accumulare un grammo nonostante 3 giorni spesi quasi completamente a tavola. Asta a forza di programmare giorni di doppie sedute di allenamento lo tirerà a lucido di nuovo. «Ma io ho ancora fame – sorprende Priola – anzi noi abbiamo ancora fame, credo sia il nostro valore aggiunto, non ci accontentiamo mai. Bassano è una piazza ideale per fare calcio, ma non essendoci le pressioni di altre realtà qualcuno potrebbe inconsciamente sedersi. Invece c´è uno spogliatoio assetato di risultati, nessuno molla niente e qua le differenti motivazioni tracciano il solco». Tira un primo consuntivo. «A scorgere i numeri stiamo disputando un torneo capolavoro – ammette il difensore palermitano – eppure non abbiamo fatto ancora nulla. Ragazzi, non siamo nemmeno a metà cammino, mancano 20 partite che sono un´enormità, le big stanno venendo fuori alla distanza e il Novara mi sembra proprio la più attrezzata di tutte, qualcuna si rafforzerà ulteriormente a gennaio e insomma il ritorno sarà maledettamente più duro dell´andata». Evita bilanci personali. «Se non ci sono riscontri positivi di gruppo mi interessano poco le affermazioni proprie, poi è chiaro che anch´io lotto per una riconferma qui in giallorosso o per guadagnarmi una vetrina altrove».
Ore 16.30 – Queste le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino” e “Gazzettino” da Carmine Parlato al termine dell’allenamento pomeridiano all’Appiani: “Petkovic? Quasi sicuramente non sarà disponibile, la sua assenza cambia in maniera radicale l’assetto della squadra ma non è un problema per me. Faggin e Marcandella sono aggregati con noi in questa settimana. I giocatori rientrati dagli acciacchi? Sono contento, valuterò le loro condizioni nei prossimi giorni. Pittarello? Ha una botta al ginocchio, contiamo di recuperarlo”.
Ore 16.10 – Qui Appiani: termina l’allenamento.
Ore 15.50 – Qui Appiani: partitella finale in corso.
Ore 15.30 – Qui Appiani: schemi offensivi. Emergenza portieri: oltre a Cicioni presente solo l’estremo difensore argentino Sanabria (in prova) ed un giovane della Juniores.
Ore 15.10 – Qui Appiani: regolarmente in gruppo Ferretti, Nichele e Zubin nonché Cunico. Assenti Petkovic e Dionisi, mentre Pittarello lavora negli spogliatoi col medico sociale ed il fisioterapista.
Ore 14.50 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Non si dà pace per le circostanze che hanno provocato, o almeno favorito, il gol decisivo degli avversari il capitano del Vicenza Alessandro Camisa. «Sapevamo del valore del Frosinone, lo dimostra la loro classifica e anche il fattore campo, che conta parecchio in questi casi. Il rammarico da parte nostra è che si poteva fare di più nell’occasione del gol, magari anche buttare la palla in tribuna, l’importante era non prenderlo. Abbiamo perso la palla in uscita, che poi è rimasta lì vicino, senza riuscire a calciarla via». Ci sono stati dei dubbi legati alla posizione di Curiale… «Pensavamo che Curiale avesse toccato il pallone, invece probabilmente non l’ha fatto e il gol può dirsi regolare, ma non saprei dire con esattezza. Le nostre proteste sono nate proprio perché pensavamo che Curiale l’avesse toccata, il guardalinee se non sbaglio aveva segnalato fuorigioco. A prescindere da questo, resta il fatto che la palla non doveva essere giocata in quel frangente ma calciata via senza tanti fronzoli». Adesso è tempo di bilanci alla fine del girone d’andata e dell’anno solare… «In veste di capitano mi sento di rivolgere gli auguri a tutti i tifosi in vista del nuovo anno e di ringraziarli per il grande supporto, lo stesso che non ci hanno mai fatto mancare anche domenica a Frosinone». Cosa si aspetta dalla campagna acquisti? «Che arrivino giocatori motivati e soprattutto pronti a mettersi a disposizione con umiltà dei compagni e dell’allenatore, perché il nostro è un gruppo compatto». Al termine della trasferta in terra laziale, dove il Vicenza inizierà il girone di ritorno sabato 17 gennaio ancora in terra laziale contro a Latina, dove mancheranno Bremec e Gentili, che verranno squalificati dopo l’espulsione di domenica, la società ha disposto il rompete le righe a tutta la squadra. I biancorossi si ritroveranno per la ripresa degli allenamenti al Centro tecnico «Piermario Morosini» di Isola Vicentina martedì 6 gennaio. Il giorno prima inizierà la sessione invernale della campagna trasferimenti. A questo riguardo manca solo l’ufficialità alla cessione in prestito al Savona dell’attaccante Niko Bianconi.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Chiuso il girone di andata della Serie B con la sconfitta di Frosinone, i giocatori del Vicenza usufruiranno di una settimana di riposo avendo mister Marino fissato la ripresa della preparazione per il 6 gennaio. Il Vicenza vira a quota 27 punti, un bottino che il tecnico accoglie con soddisfazione. «Per come era la classifica due mesi fa sono molto contento – sottolinea Marino – Siamo a metà classifica, a sei punti di distanza dalla zona playout. Ricominceremo riprendendo la strada lasciata, andando a cercare di tamponare qualche lacuna dell’organico».
L’interesse quindi si sposta al calcio-mercato che inizierà ufficialmente il 5 gennaio, ma che di fatto vede già in corso parecchi contatti e trattative. Non fa eccezione il Vicenza che dovrà necessariamente rinforzare il reparto offensivo con almeno due elementi in sostituzione degli infortunati di lungo corso Maritato e Ragusa, come valide alternative nella rosa di Pasquale Marino. L’idea della dirigenza berica è quella di acquistare un attaccante che possa rappresentare un’alternativa a Cocco e un esterno offensivo con caratteristiche simili all’infortunato Ragusa. I nomi che circolano: Matteo Ardemagni dello Spezia; Kenneth Zohore, attaccante danese della Fiorentina; Bruno Petkovic del Varese, ma di proprietà del Catania. Con la società viola un accordo per Zohore è stato raggiunto da una decina di giorni, ma il Vicenza ha preso tempo per poter valutare le alternative che il mercato offrirà. Nelle ultime ore quella che sta prendendo piede porta a Petkovic che lascerà il Varese a gennaio. Petkovic è un calciatore croato dotato di fisico possente e tecnica notevole. Pare avere avuto il benestare da parte di mister Marino che lo preferirebbe a Zohore. La trattativa però è ancora tutta da impostare in quanto il Varese avrebbe chiesto di inserire nell’intesa l’esterno biancorosso Stefano Giacomelli, mentre il Vicenza parrebbe intenzionato a proporre in alternativa Piergiuseppe Maritato. Da quanto trapela il Vicenza vorrebbe definire l’arrivo di un nuovo attaccante entro il 6 di gennaio per dare la possibilità al nuovo acquisto di inserirsi nel gruppo e di poter essere disponibile per la partita del 17 gennaio che vedrà la compagine biancorossa impegnata nella trasferta di Latina. Più difficile, ma già avviata, è la trattativa intavolata per l’acquisto di Riccardo Improta, attaccante del Bologna, ma di proprietà del Genoa. «Confermo che il Vicenza mi ha chiamato per Improta – sottolinea il procuratore dell’ex padovano Giuseppe Sampino – e che Vicenza sarebbe una piazza molto gradita anche perché la dirigenza berica e mister Marino hanno dimostrato interesse concreto per il giocatore».
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza si sta guardando attorno per potenziare il suo attacco e al proposito, tra gli altri, sono tre i nomi che circolano in queste ore. La società biancorossa sarebbe interessata a Bruno Petkovic, classe ´94, centravanti del Varese attualmente in prestito al Catania. Petkovic, che ha giocato anche nell´Under 21 del suo Paese, è un colosso di 192 centimetri per 88 chili. Nel mirino del club di via Schio ci sarebbe anche Mangni Doudou, punta del ´93 dell´Atalanta che ora è in prestito al Latina (proprio la squadra con cui il Vicenza giocherà il 17 gennaio alla ripresa del campionato). Il terzo nome annotato sul taccuino è quello di Valerio Rossetti, classe ´94; il suo cartellino è della Juventus e attualmente è in prestito biennale all´Atalanta (con diritto di riscatto e controriscatto a favore del club bianconero, che se l´era assicurato dopo il fallimento del Siena).
Per quel che riguarda le operazioni in uscita, Niko Bianconi, punta fuori lista, potrebbe andare in prestito al Savona (Lega Pro).
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) L´aria di casa, purtroppo, non ha fatto bene. Frosinone-Vicenza era una partita un po´ particolare per Antonio Cinelli visto che suo padre è di Monte San Giovanni Campano. Provincia di Frosinone, appunto. Bene. E per chi faceva il tifo papà? «Per noi, ci mancherebbe altro. Soltanto per noi». Però non è bastato… «Abbiamo perso, certo. Però non ho visto questo gran divario tra le due squadre». Cos´è che ha fatto la differenza? «Un episodio. Una nostra incertezza che ha permesso al Frosinone di conquistare i tre punti. A loro è bastato un gol, che poi forse era in fuorigioco. Ma poteva esserlo come no, non voglio neanche soffermarmi più del dovuto su questo argomento». Però bisogna dire che i vostri avversari hanno avuto anche altre occasioni mentre voi avete creato poco… «Io ho una mia idea: se il Frosinone non fa gol in quella circostanza ci troviamo a parlare di un´altra partita». Sì, però se non si tira… «Le opportunità sono state poche, ma la gara non era facile, loro l´hanno messa sul piano fisico e noi abbiamo badato a correre quanto loro». Peccato, perchè dopo aver battuto lo Spezia e aver pareggiato con il Livorno… «In ogni caso per me il bilancio resta buono. Non bisogna mai dimenticarsi da dove siamo partiti e come eravamo messi all´inizio. E le difficoltà non sono mancate: magari non ci si pensa, ma giochiamo da mesi senza elementi del calibro di Maritato e Ragusa». Ecco, a proposito: tra poco si aprirà il mercato invernale… Cosa succederà? «Succederà che ci sarà chi si attrezzerà ulteriormente e quindi il nostro impegno dovrà essere per forza ancora maggiore». Ma al Vicenza cosa mancherebbe? «Questa è una domanda che va fatta ai tecnici e ai dirigenti. Noi giocatori dobbiamo solo pensare a dare il massimo in campo». Lei esorta a non dimenticare com´era iniziata la stagione del Vicenza. Ecco, dopo l´esordio a Trapani si sarebbe immaginato di trovarsi in questa posizione alla fine del girone d´andata? «Una situazione del genere l´avrei sottoscritta senza alcun dubbio. Abbiamo passato dei mesi positivi e i risultati adesso sono confortanti». Sta per chiudersi il 2015 e di solito in questo periodo si redigono i bilanci. Qual è il suo? E cosa si augura per il nuovo anno? «Sicuramente per me si chiude una buona annata. Non saprei esattamente cosa chiedere, semplicemente di migliorare ancora». E magari di segnare… «Beh, questo gol effettivamente lo aspettiamo». Il ricordo più brutto? «Così su due piedi non ricordo un episodio particolare». Lo spareggio con il Savona? «Ecco, quello sì che è stato un brutto momento. Ma è stata anche una tappa importante per il nostro cammino. Chi c´era in quell´occasione ricorda quella partita e sa che proprio lì ha avuto inizio la nostra reazione». E il ricordo migliore? «Beh, su questo non ci sono dubbi: la riammissione in serie B». Adesso c´è la sosta: ce n´era bisogno dopo 21 gare di campionato, con tanti turni infrasettimanali… «Arriva proprio al momento giusto, in questi mesi abbiamo speso davvero tanto». È anche il momento di lavorare per prepararsi alla seconda fase del campionato… «In effetti la fine della stagione è lontana, ci sarà da pedalare parecchio». Quindi adesso è importante riposarsi. Ha pensato a qualcosa per le vacanze? «Non ho ancora organizzato nulla. Ci sarà spazio per il relax, certo, ma dovremo farlo in maniera intelligente in modo da essere pronti alla ripresa degli allenamenti». Un pensiero per il 2015? «Che sia un buon anno davvero per tutti, con in testa i tifosi e l´intero ambiente». E se venisse qualcosa più della salvezza? «No, il nostro obiettivo è di raggiungere al più presto quota 50. Mi dispiace se dicendo questo deludo qualcuno, ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Se poi si riuscisse a fare qualcosa di più tanto di guadagnato».
Ore 13.20 – (Gazzettino) Domenica si è concluso il girone di andata del campionato. Tutti i giocatori sono ora in vacanza per una settimana: il Cittadella ha fissato la ripresa dei lavori per il 7 gennaio, e si comincerà subito a preparare il ritorno in campo del 17, quando al Tombolato arriverà il Modena di Novellino. Da qui in avanti – come ha ricordato Stefano Marchetti – sarà vietato sbagliare, perché la classifica è sì corta, ma il Cittadella è in fondo alla classifica. La prima parte del torneo cadetto è profondamente diversa da quella degli ultimi anni: Carpi a parte, ci sono 19 squadre racchiuse in soli 15 punti, la metà dello scorso anno, mai successo in passato. Qualche altro numero: si segna di più rispetto all’ultimo torneo, si pareggia tanto – 82 volte è capitato, record in B – e si vince poco in trasferta. Il Cittadella dovrà costruire la propria salvezza passando per il Tombolato, ma serviranno punti anche fuori casa, dove sinora non è si ancora vinta una partita. La prima data significativa del nuovo anno è il 5 gennaio, quando aprirà i battenti il mercato di riparazione. E l’anno scorso il Cittadella e Marchetti hanno costruito la salvezza passando per gli innesti di gennaio…
Ore 13.10 – (Gazzettino) In un campionato mai così equilibrato nella storia della serie B, anche il Cittadella può far sentire la propria voce. Sinora c’è riuscito in maniera altalenante, troppe volte senza la necessaria continuità nemmeno durante gli stessi novanta minuti di gara. Quale è il bilancio del girone di andata, secondo il direttore generale Stefano Marchetti? «Non è positivo il mio giudizio, il Cittadella poteva fare certamente meglio. Ha dimostrato le proprie potenzialità soltanto a sprazzi, senza la necessaria continuità». Come successo nell’ultima gara a Perugia. «È stato fatto un passo indietro rispetto alla gara con il Catania». Fabio Capello ha recentemente affermato che la testa sta al fisico 3-1. Come la pensa lei? «Nella stessa maniera, l’atteggiamento è fondamentale, a Cittadella forse ancor più che in altre parti. Da noi i risultati passano attraverso il gruppo, il cuore, l’attaccamento alla maglia. Tutti valori che non si improvvisano». Ha ancora fiducia nella rosa dei giocatori? «Quest’anno abbiamo costruito una squadra con elementi di categoria, di esperienza, e abbiamo dimostrato di poter tenere testa alla stragrande maggioranza degli avversari. Purtroppo l’abbiamo fatto in maniera altalenante, non solo tra una gara e l’altra ma anche nella stessa partita. L’esempio emblematico l’abbiamo avuto con il Catania: avanti di tre gol, negli ultimi 15 minuti il Cittadella ha rischiato di rovinare tutto. Per me la squadra è buona, ha valori e qualità da poter garantire la permanenza in categoria, ne sono ancora convinto». Il torneo è il più equilibrato: Carpi a parte, in 15 punti si va dalla seconda all’ultima in classifica. C’è tutto il tempo quindi per recuperare… «Certo, ma da qui in avanti voglio solo i fatti, non le parole. Pretendo dalla squadra sacrificio, lavoro e corsa, quindi massima attenzione nei particolari, perché nella seconda parte della stagione non puoi più sbagliare. Mi vengono in mente due partite, con Bari e Pro Vercelli, entrambe perse nei minuti finali, ma in altre circostanze abbiamo buttato via altri punti preziosi, ricordiamo Vicenza. Con un pò più di attenzione, la nostra classifica potrebbe essere diversa». A tutto questo aggiungiamoci gli infortuni: quanto hanno inciso? «Tantissimo. Il Cittadella è stato costruito per il 4-4-2, ma senza determinati giocatori si è dovuto cambiare, più volte». Si andrà sul mercato, quindi. «Qualcosa si farà, ma dovremo valutare per bene chi prendere, presterò quindi la massima attenzione per ogni nome».
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) «Alla fine stiamo parlando di virgole». Prego, scusi? «Virgole, dettagli. È lì che dobbiamo migliorare». Dietro all’ultimo posto in cui è sprofondato il Cittadella, solo in coda al gruppo della serie B con 19 punti, ci sono «la rabbia che spesso è mancata» e i «lunghi infortuni». Ma soprattutto, per Stefano Marchetti, ci sono i «particolari». Il direttore generale del club si accalora quando ripensa a certe partite, le gare che hanno fatto sì che una rosa «costruita per stare sulla parte sinistra della classifica», come più volte ripetuto all’interno dell’ambiente granata, abbia ora bisogno di essere irrobustita per continuare a credere in una disperata salvezza. A che dettagli si riferisce? «Cito le prime partite che mi vengono in mente, anche se ce ne sarebbero altre» afferma il d.g. del Citta. «Quella persa in pieno recupero con la Pro Vercelli, stessa cosa poi capitata col Bari. O il derby pareggiato a Vicenza, in cui avremmo potuto comodamente trovarci sul 2-0 e che invece abbiamo terminato in nove. O penso al tiro di Coralli finito addosso a Pecorini contro lo Spezia, a porta spalancata. Se adesso avessimo anche solo quei sei punti in più ci troveremmo a metà classifica e saremmo a commentare un altro campionato». Però è una situazione in cui la squadra si è cacciata da sola. «E infatti dico che siamo mancati nella capacità di limare le virgole. Ma aggiungo anche che, per riuscirci, serve la rabbia che in più di un’occasione non si è vista. Bene: adesso credo sia chiaro a tutti che non c’è più la possibilità di sbagliare». La vittoria sul Catania pareva potesse essere quella della svolta. Si aspettava il passo indietro di Perugia? «Non nascondo che il rammarico è stato forte. Non tanto per il risultato, ma per la prestazione. La gara con i siciliani doveva regalare un entusiasmo e una carica che non si è vista in campo. Ed è quello che abbiamo ribadito ai giocatori nel corso del viaggio di ritorno». Tornasse indietro, rifarebbe le stesse scelte di mercato? «Ora la coperta sembra corta ma questa rosa era stata costruita per avere almeno due giocatori in ogni ruolo. Infortuni non banali come quelli di Schenetti, Lora, Signorini e Donazzan hanno cambiato le cose». Schenetti, in particolare, è forse l’uomo che più manca: Foscarini ha dichiarato che a gennaio vorrebbe avere uno o due esterni offensivi di qualità da inserire nel suo 4-4-2. Cercherete di intervenire solo lì nel mercato? «Sui tempi di recupero di Schenetti non mi sbilancio, perché più volte abbiamo sperato di riportarlo in gruppo, e ora andiamo cauti. È bravo nell’uno contro uno e sa coprire l’intera fascia, ma, indipendentemente dal suo rientro, rafforzarci sugli esterni è la priorità. Poi potrebbe arrivare anche qualcosa in più, in particolare in attacco, perché non possiamo permetterci di restare scoperti per un possibile infortunio. Difficilmente faremo scommesse: a questo punto della stagione abbiamo bisogno di giocatori pronti». Alcuni nomi girati in queste ore sono quelli di Surraco, che si è svincolato dal Livorno; Nolè, trequartista ex Ternana che sta facendo bene al Bassano; Taugourdeau, promessa dell’Albinoleffe, e Piu, attaccante dell’Empoli. Sono piste valide? «Surraco è un esterno di qualità che mi piace molto, non a caso l’avevo portato qui la scorsa stagione. Ma bisognerà valutare molti elementi, non ultime le sue condizioni fisiche, perché quest’anno ha giocato poco a causa di qualche problema al ginocchio. Nolè è sicuramente un buon giocatore e potrebbe avere le caratteristiche che cerchiamo. Taugourdeau è più centrocampista che ala. Escludo Piu. In ogni caso siamo solo ai primi contatti, il mercato entrerà nel vivo tra qualche settimana». Ora il gruppo rimarrà a riposo fino al 5 gennaio, quando si ritroverà al Tombolato. Due giorni in anticipo rispetto al previsto «perché il momento impone che si ricominci a lavorare prima». Da preparare ci sarà la gara con il Modena del 17 gennaio, che sarà affrontata senza Busellato, squalificato per una giornata dopo aver raggiunto a Perugia l’ottava ammonizione stagionale.
Ore 12.30 – (Corriere del Veneto) Il 2014 del Citta, sconfitto per 3-1 a Perugia e nuovamente ultimo in classifica da solo, si chiude nel modo peggiore possibile. Tanto che Claudio Foscarini, con una virata netta rispetto a quanto dichiarato quattro giorni prima, dice: «Per salvarci servirà un mezzo miracolo, non ho visto il giusto atteggiamento sul campo». Il tecnico trevigiano, nonostante il rendimento disastroso della squadra, non sembra rischiare l’esonero e la volontà della società, anzi, è quella di aiutarlo sul mercato acquistando due esterni validi per il 4-4-2. Si parla di Surraco, che ha rescisso col Livorno e di Taugourdeau dell’Albinoleffe. Il campionato riprenderà il 17 gennaio con Citta-Modena: non ci sarà Massimiliano Busellato, ancora squalificato dopo aver rimediato a Perugia l’ottavo cartellino giallo della sua stagione.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Dieci anni di fila in serie D, metà dei quali passati a braccetto con Gianluca Zattarin. E una voglia matta di fare in modo che questo sia l’ultimo anno in categoria: l’Este festeggia la decima partecipazione consecutiva al torneo interregionale, cosa più unica che rara nel panorama dilettantistico veneto, e mette nel mirino uno storico passaggio alla Lega Pro. Il sogno sembrava realizzabile fino a qualche settimana fa, perché per tutta la prima parte del campionato la truppa di Zattarin ha mantenuto un ritmo indiavolato. Poi i giallorossi hanno iniziato a perdere colpi e nelle ultime quattro gare hanno racimolato solo altrettanti punticini. La conferma del pessimo momento della squadra è arrivata il 21 dicembre, quando dal Nuovo Comunale – per il quale sarebbe davvero il momento di trovare un nome vero e proprio – il fanalino di coda Romagna Centro se n’è andato con i tre punti in saccoccia e due reti rifilate a una delle difese più forti del girone. Il testacoda ha permesso alle altre pretendenti al trono di accelerare e ora l’Este è solamente terzo a pari merito con il Delta Porto Tolle. Le due formazioni venete stazionano a quota 34 punti, mentre il Rimini sfreccia in vetta con 40 punti, inseguito a una lunghezza dalla Correggese. La frenata ha fatto andare di traverso panettone e spumante al patròn dell’Este, Renzo Lucchiari, che da anni fa i salti mortali per garantire alla cittadina un palcoscenico in serie D. «Siamo contenti dei risultati, questo è ovvio – ammette il presidente – ma avrei preferito che la battuta d’arresto di quest’anno fosse capitata in un altro momento della stagione, magari all’inizio, e non certo alla vigilia di Natale». «Questa situazione non ci fa certo passare bene le Feste – spiega Lucchiari – ma se dobbiamo guardare all’annata nel suo complesso possiamo davvero essere contenti della posizione che occupiamo. Ora i ragazzi devono dimostrare, con l’anno nuovo, di essere all’altezza della situazione. Se le cose non cambieranno da subito avremo buttato via un sogno, e sarebbe davvero un peccato». Anche il tecnico non ha gradito molto il finale della prima parte di campionato. «Peccato per quelle partite perse e quei punti gettati via – si rammarica l’allenatore – ma essere lì, vicino a squadre importanti e in una posizione comunque importante è davvero un buon risultato. Sono abbastanza contento di come sta andando la stagione, perché abbiamo un gruppo giovane che deve trovare continuità nei momenti più complicati». La spina più fastidiosa è però legata alla lunga squalifica di Emiliano Bonazzoli, che non ha giocato per quasi tutta la prima parte della stagione a causa di un litigio con un arbitro sfociato in insulti – almeno secondo il referto arbitrale – a carattere razzista nei confronti del direttore di gara, di origini nordafricane. «Mi spiace proprio di non averlo avuto quasi mai nel girone d’andata – ammette Zattarin – ma ora bisogna già pensare all’anno prossimo. Vogliamo partire bene, gennaio sarà fondamentale e per noi ogni partita sarà una finale».
Ore 11.50 – (Gazzettino) L’Abano rinforza l’attacco con Paolo Zanardo. Ieri è stato ufficializzato l’accordo fino al termine della stagione con il giocatore di Conegliano (compirà 33 anni il 5 gennaio), che ha già iniziato ad allenarsi con i nuovi compagni in vista del derby con il San Paolo all’Euganeo in programma martedì 6 gennaio. Zanardo si è svincolato a dicembre dal Piacenza, dove ha realizzato due gol in una decina di presenze, mentre l’anno scorso ha contribuito con nove sigilli in 27 partite alla promozione del Pordenone in Lega Pro. Nel suo curriculum figurano anche le esperienze in serie D con Delta Porto Tolle (17 gol in 39 gare), Tamai (30 gol in 72 gare), Rovigo (sette gol), Union Quinto (16 gol in serie D e 17 gol in C2) e Bellaria (12 gol in 44 gare in C2). Ecco il direttore sportivo aponense Andrea Maniero. «Abbiamo raggiunto l’intesa, si tratta di un acquisto importante. È un giocatore con gamba e qualità, e può essere impiegato in tutti i ruoli d’attacco». Queste le prime parole come giocatore neroverde di Zanardo. «Sono contento. Avevo visto giocare l’Abano in occasione della gara con il Piacenza e mi era piaciuta come squadra. È una società seria e ci sono tutti i presupposti per fare bene. Mi sono messo subito al lavoro: in questo periodo mi sono tenuto sempre in allenamento, ma un conto è farlo da solo e un altro è farlo con una squadra». Con il Piacenza ha giocato anche in occasione della sconfitta con il Thermal Abano Teolo (12 novembre), poi a dicembre si è appunto svincolato. «A inizio stagione mi sono rotto lo scafoide e quando sono rientrato a metà ottobre ho disputato solo due partite da titolare segnando altrettanti gol. A Piacenza non è andata per il verso giusto per una serie di motivi». Le sue caratteristiche? «Sfrutto meglio le mie qualità quando sono impiegato come seconda punta e posso svariare, anche se ho giocato in tutti i ruoli. La mia prima impressione dell’Abano? I compagni di squadra mi sembrano bravi ragazzi, il presidente e l’allenatore sono persone per bene». Il suo obiettivo? «Cercare di fare il meglio possibile e di dare qualcosa in più all’Abano, una squadra già rodata che sta disputando un buon campionato».
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) È caos al San Paolo. Ieri – ultimo giorno utile per accreditare lo stipendio arretrato (anche se i giocatori parlano di due mensilità) – nessun giocatore ha visto il becco di un quattrino e dopo aver discusso con l’allenatore Damiano Longhi in spogliatoio per quasi un’ora è saltato l’allenamento è tutti si sono trasferiti in palestra. C’è chi azzarda che molti calciatori siano pronti a non scendere in campo (il prossimo impegno è per il giorno della Befana: in programma il derby casalingo contro l’Abano), ma è lo stesso allenatore gialloblù a gettare acqua sul fuoco: «Non allenarsi significherebbe passare dalla parte del torto», ragione a voce alta l’ex capitano del Padova dei bei tempi. Il messaggio è chiaro: se c’è una possibilità di mettersi in tasca i soldi pattuiti questa non passa attraverso lo sciopero. Ma non sarà facile convincere tutti. C’è chi parla di vergogna, chi di tradimento. In ballo ci sono anche 150 bambini del vivaio e le loro famiglie, alcune delle quali cominciano a domandarsi se non si tratti solamente di una colossale presa in giro. D’altra parte lo stesso Longhi conferma che nei giorni scorsi la dirigenza aveva dichiarato che i soldi sarebbero arrivati ieri. E che, interpellato in merito, il direttore sportivo Lorenzo Cresta avrebbe detto di non saperne nulla. «Capisco il nervosismo dei ragazzi», aggiunge Longhi, «Perché se anche il direttore sportivo dice di non saperne nulla qualcosa che non va ci deve essere. Tuttavia bisogna pensare ad altro. Io devo salvare la squadra. Sono qui per questo. E ai giocatori dico che ormai ci siamo dentro. Faccia il nostro dovere e andiamo avanti». «Io direi che i ragazzi devono abbassare la cresta», replica, invece, a muso duro Fabio Barbin, attuale team manager del San Paolo ed emissario in Italia della possibile nuova proprietà olandese che prima di natale ha sottoscritto una lettera d’intenti per l’acquisizione del 100% del pacchetto azionario della società di via Canestrini, in questo momento nelle mani del presidente Giuseppe Tremonti. Barbin risponde da casa, costretto dall’influenza. E non è certo contento di dover spiegare nuovamente la situazione. «I primi di dicembre è stato spiegato a tutti i giocatori di quale progetto si tratta. Ed è stato spiegato loro anche che se non ci credevano potevano svincolarsi. Non l’hanno fatto. Ora devono avere un po’ di pazienza. È vero che oggi (ieri) scadeva il giorno per accreditare l’unico stipendio, e sottolineo, unico visto che il secondo deve essere liquidato entro il 31 dicembre, ma dal 23 dicembre ad oggi il mondo è quasi tutto fermo per cui non è stato possibile accreditare il denaro. Verrà fatto. Nessun problema. I giocatori devo solamente aver pazienza. Ci sono state situazioni in cui giocatori di altre squadre non hanno visto lo stipendio per sei mesi eppure continuavano a scendere in campo e a vincere. Qui per il ritardo di un mese sembra che sia accaduto il finimondo». Barbin più di questo non dice. Nel senso che sul fronte degli acquirenti è come sbattere contro un muro. «Al momento opportuno la nuova società si farà sentire attraverso un comunicato». Sarà. Come già sottolineato in altre occasioni, infatti, è talmente strano che una holding olandese specializzata anche nel campo immobiliare abbia deciso di comprare una società di quartiere come il San Paolo per finalità di beneficenza. L’unica informazione nota è che a capo di questa società che verrebbe costituita ex novo proprio per acquistare il club ci sarebbe un professore universitario olandese che di cognome fa Kirk. Stop. Barbin sottolinea che anche gli acquirenti del Parma non sono noti e che formalmente il nuovo proprietario è un trust. Ma è evidente che il paragone non regge. Il Parma non è il San Paolo. Tremonti non è Ghirardi. Certo è che, invece, il San Paolo, dopo essere rinato dalle ceneri del proprio fallimento l’estate scorsa, è ripiombato in una fase oscura. Passata attraverso la rifondazione, l’arrivo di Barbara Carron come presidente onorario (che ha lasciato la società dopo pochi mesi), e ora un nuovo passaggio di proprietà strombazzato prima di natale con uno scarno comunicato che doveva anticipare la firma davanti al notaio. Firma che non è ancora arrivata.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Il colpo a sorpresa lo piazza l’Abano: ieri pomeriggio la società neroverde ha ufficialmente tesserato Paolo Zanardo, attaccante di 32 anni con un passato importante tra i professionisti. Dopo aver conquistato la Lega Pro con il Pordenone di Carmine Parlato nella passata stagione, ed avere cominciato l’anno in corso con la maglia del Piacenza, Zanardo aveva rescisso, attirato da nuove esperienza in Serie D: su di lui s’era fiondato lo stesso Parlato, ma il Padova non ne ha voluto sapere di tesserarlo virando su Zubin, e anche la prospettiva di tornare a Pordenone era saltata. Ieri, la fumata bianca a sorpresa: «Era da un po’ che avevo questa idea”, ammette il direttore sportivo dell’Abano, Andrea Maniero, «e da un’idea alla fine siamo arrivati alla realtà. Mi sono confrontato con mister De Mozzi, visto che ogni nuovo giocatore deve innanzitutto inserirsi in un contesto già delineato, visto che faceva al caso nostro e che era ancora svincolato, alla fine il matrimonio s’è fatto». Zanardo è un attaccante importante, sicuramente un acquisto di peso per la categoria: «Può giocare in tutte le posizioni nel reparto avanzato, in linea di massima il nostro allenatore non ha mai giocato con attaccanti statici ma buoni elementi di mobilità, gamba e corsa: Zanardo è un giocatore di quelli, per certi versi simile a Barichello e Bortolotto. Uno con le sue qualità potrebbe anche fare la punta di riferimento per poi svariare come secondo punta a gara in corso. Abbiamo trovato un elemento che va alzare la qualità del nostro reparto e della nostra squadra». Il profilo basso dell’Abano, umile ma costantemente a ridosso della zona playoff, ormai è alle spalle: la squadra di De Mozzi fa davvero sul serio.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Che sfida sarà con i vicentini? «È uno scontro diretto e si vive con un pò più di tensione. Bisogna restare tranquilli e gestire bene la gara. Noi stiamo al meglio, siamo primi in classifica e speriamo di fare una buona partita. Quanto a me, sono sempre molto carico in tutte le gare». Padova con cinque punti di vantaggio in classifica sui diretti rivali. Oltre alla vittoria potrebbe starvi bene anche un pareggio? «Queste sono partite secche, e quando sei in campo non stai a pensare di avere due risultati su tre. Mancano ancora molte partite al termine del campionato, e per esperienza posso dire che il girone di ritorno in serie D cambia molto dato che anche le squadre più deboli si fanno toste. Noi siamo una squadra che va sempre a fare la partita e che cerca sempre i tre punti. Di sicuro questo gruppo vuole vincere tutte le gare senza fare calcoli e senza guardare in faccia nessuno». Siamo ancora in periodo natalizio. Trascorse bene le festività? «Sì, ho passato delle vacanze belle con mia moglie e con mia figlia a casa di mia sorella in Francia, abita vicino a Parigi».
Ore 10.40 – (Gazzettino) A dicembre però nella finestra di mercato l’Altovicentino l’ha cercata ancora. «Sì, sono stato contattato da un collaboratore del presidente e mi ha chiesto se c’era la possibilità di un ritorno. Ma io sto bene al Padova». Con i vicentini per lei sarà l’occasione di una rivalsa? «No, a loro non devo dimostrare niente. Non ci penso nemmeno al fatto di dire “devo fare una partitona per dimostrare che hanno sbagliato”. Adesso se devo dimostrare qualcosa è solo al Padova e ai suoi tifosi». Domenica cosa si aspetta? «Tanto. Quando hai qualche infortunio come è capitato a me e stai fuori quasi due mesi, la società e i tifosi tendono ad abbandonarti. Invece ho sentito sempre il loro appoggio, e li ringrazio per questo. Spero di ricambiare sul campo la fiducia che mi hanno dimostrato». L’ultimo suo sigillo risale alla trasferta con il Giorgione (9 novembre). Quanto le manca il gol? «Non molto, mi manca soprattutto il campo. Sono stato un pò sfortunato con una serie infortuni e ho una grande voglia di rientrare e di giocare. Poi i gol sono una conseguenza del lavoro. Ora voglio pensare a stare bene: se arriva anche il gol sono contentissimo, ma se la squadra vince anche senza un mio gol sono felice ugualmente».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Gustavo Ferretti, è arrivato il momento del suo rientro dopo una serie di infortuni che l’hanno costretta ai box. «Mi sento bene e oggi torno a lavorare con i compagni, sono molto contento. Ho passato un periodo così così dopo un inizio di stagione molto positivo a livello personale, e adesso voglio riprendere nel migliore dei modi». Domenica, guarda caso, avrà davanti l’Altovicentino (ex Marano) con il quale ha segnato 52 gol in 61 partite. Che effetto le farà? «Non mi sento un ex, anche se lì ho fatto molto bene. Mi è dispiaciuto il modo in cui sono andato via, ma si è chiusa quella porta e si è aperto un portone con l’arrivo al Padova. Sono molto felice di essere con i biancoscudati: mi hanno fortemente voluto e ho iniziato bene la stagione conquistando i tifosi, il che mi fa molto piacere. Sento la fiducia di tutta la società e dello staff tecnico, mi hanno dimostrato sempre grande affetto. Quello che mi mancava a Marano nonostante il mio rendimento sul campo. Ci siamo lasciati male, si poteva chiudere in un’altra maniera il rapporto, ma il presidente Dalle Rive non ha neanche avuto l’intenzione di parlarmi ed è stato Cunico (l’ex allenatore, ndr) a comunicarmi che non ero confermato».
Ore 10.20 – (Gazzettino) LA SQUADRA – Nichele e Zubin si possono considerare recuperati, ma è allarme rosso in porta dove al momento risulta disponibile solo Cicioni per la gara con l’Altovicentino. L’accertamento clinico al quale si è sottoposto Petkovic ha evidenziato una lesione di due centimetri all’adduttore, e anche se ha iniziato le terapie è molto difficile che possa esserci domenica. Problema fisico anche per il terzo portiere Vanzato: lesione di un centimetro al retto femorale, difficile anche in questo caso un recupero. Quanto a Nichele e Zubin, eloquente De Poli: «Sono a posto». Lo stesso vale per Pittarello (botta al ginocchio con la Piovese). Oggi alle 14.30 alla ripresa della preparazione all’Appiani ci sarà anche Mattin, rientrato dalla Svezia. I TIFOSI – Dovrebbero essere 1.300 i biglietti a disposizione dei tifosi biancoscudati per la trasferta a Valdagno. Intanto, sono ancora disponibili pochi posti su due dei cinque pullman organizzati dall’Aicb. Per informazioni: 329-4246440. LA SOCIETÀ – Il responsabile commerciale Alberto Noventa terminerà domani la collaborazione con i biancoscudati: «Sarò sempre un tifoso del Padova e di questo progetto».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Non si è un po’ spaventato quando, l’ultimo giorno di mercato, è arrivata un’altra prima punta come Amirante? «No, anzi ne sono stato contento: una squadra che vuole vincere deve avere in rosa grandi giocatori, e lui da subitoha dimostrato di essere stato un ottimo innesto». Lei che ha giocato a Marano, che idea s’è fatto dell’Altovicentino? «L’ultimo periodo non è stato facile, durante le feste sono stato a cena con qualche ex compagno e si vedeva che c’era poca voglia di parlarne, ma Dalle Rive è così e finchè sarà presidente sarà lui a comandare. Dall’anno scorso sono rimasti Roveretto, Pozza e Dal Dosso: attenzione perché quest’ultimo è un grandissimo giocatore, con una qualità immensa, una lettura del gioco formidabile e un piede che con la categoria non c’entra nulla». Ammettiamo che il Padova domenica vinca: campionato chiuso? «No. Ma sarebbe un passo molto importante».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il peggio è alle spalle? «Ora è tutta un’altra cosa e spero i il nuovo anno possa cominciare così com’era iniziato il campionato». Dica la verità: c’è mai stato il rischio, anche minimo, che Ferretti scendesse in campo con una maglia diversa, nella sfida di domenica prossima? «No, mai. La mia risposta è stata però subito negativa, perché era da anni che non mi sentivo accolto come lo sono qui a Padova: nonostante gli infortuni e più di due mesi ai box, nessuno qui mi ha mai fatto sentire messo da parte. Dalla società, ai tifosi, ai compagni, voglio ringraziare tutti per l’affetto di cui mi hanno circondato». Quanto sarebbe felice, quindi, di fare uno scherzetto al suo ex presidente? «Avrei tanto da recriminare per quanto è accaduto l’estate scorsa, ma arrivati a questo punto non ne vale nemmeno la pena. Voglio tornare in campo, giocare e segnare, ma non voglio farlo perché così Dalle Rive sarà costretto a mangiarsi le mani. Voglio farlo per dimostrare al Padova che Ferretti è tornato davvero».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) I buoni propositi per l’anno nuovo, nel suo caso, non guardano molto in là: si fermano al 4 gennaio. E c’è da credergli, visto che contro l’Altovicentino sarà la sua partita: Gustavo Ferretti, dopo due mesi tra i box e tentativi di rientro mal riusciti, finalmente è pronto a riprendersi l’attacco del Padova. E il destino ha deciso di metterlo di fronte alla partita più importante: lui, scaricato dal Marano di Rino Dalle Rive dopo aver spinto in rete decine di palloni negli ultimi due anni, ritrova il suo vecchio presidente a guidare una società nuova: «Ed è per questo che non mi sento un vero ex, ma solo a metà», spiega l’attaccante argentino. «È comunque la mia partita più importante». La domanda è d’obbligo: il “Rulo” sarà in campo? «Sì, perché ora sono davvero al cento per cento. Tre settimane fa, quando sembrava fossi pronto per rientrare, mi sentivo benino e per questo avevo deciso di tentare. Oggi, invece, mi sento davvero bene, sono al cento per cento e da martedì (oggi) rientro con la squadra. Durante le vacanze, che ho trascorso in Francia da mia sorella, mi era stato consegnato un piano di lavoro che sono riuscito a seguire senza alcun tipo di problema».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Fine dell’anno di corsa: dopo il giorno di riposo di ieri, il Padova tornerà oggi alle 14.30 all’Appiani, e non si fermerà più arrivando tutto d’un fiato alla sfida di domenica contro l’Altovicentino, allenandosi anche la mattina dell’ultimo dell’anno (domani) e il pomeriggio di Capodanno, sempre all’Appiani. Dall’infermeria non giungono buone notizie: la risonanza magnetica cui si è sottoposto Lazar Petkovic ha evidenziato una lesione muscolare di due centimetri all’adduttore lungo, un infortunio che porta a zero le possibilità di vederlo in campo a Valdagno. Toccherà dunque a Cicioni (visto che anche il terzo, il giovane Vanzato, è infortunato) difendere la porta biancoscudata, con Parlato che sarà costretto a stravolgere la formazione a causa dell’ingresso di un over tra i pali. Sono sulla via del recupero, invece, Nichele, Zubin e Ferretti. È attesa tra oggi e domani anche la decisione della Corte Sportiva d’Appello della Figc, che discuterà il ricorso del Padova avverso alle tre giornate di squalifica inflitte a Dionisi: se verrà accolto, il terzino domenica ci sarà . Tifosi. L’Altovicentino ha messo ieri a disposizione 1.300 biglietti per i tifosi biancoscudati, riservando l’intera tribuna coperta dello stadio opposta a quella centrale. Modalità e termini di vendita dei tagliandi dovrebbero essere resi noti da viale Rocco nella giornata di oggi.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Comincia oggi la settimana più importante della stagione per il Padova. In vista della trasferta sul campo dell’Alto Vicentino (che potrebbe lanciare la sua prima vera fuga a +8 sulla più immediata inseguitrice in classifica della Serie D) i Biancoscudati riprenderanno ad allenarsi nel pomeriggio e l’occasione sarà propizia per valutare le condizioni di diversi giocatori. Terminato «l’embargo» regolamentare per Emil Zubin, il centravanti istriano prelevato dal Pordenone a inizio dicembre. Se sta bene, Zubin giocherà titolare domenica a Valdagno contro la seconda della classe. Per ora nessuna certezza, il giocatore ha un guaio muscolare. Sono ko pure Petkovic e Nichele, il rischio è di non avere a disposizione nessuno dei due contro un avversario che ha appena cambiato allenatore affidandosi a un ex biancoscudato come Diego Zanin. Intanto, in vista della riapertura del mercato dei giovani di Serie D, pare essersi complicata a sorpresa la trattativa con il Verona per l’esterno offensivo Enrico Bearzotti, classe 1996. Le sue ultime esaltanti prestazioni nella Primavera dell’Hellas sembrano aver frenato la voglia della dirigenza scaligera di mandarlo a fare esperienza in Serie D. L’accordo era stato raggiunto su tutto il fronte, ora servirà un nuovo incontro fra Fabrizio De Poli e Sean Sogliano per valutare se esistono ancora i presupposti per un’intesa.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (diciassettesima giornata, domenica 4 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Padova, Kras Repen-Clodiense, Montebelluna-Belluno, Mori Santo Stefano-Fontanafredda, Sacilese-Dro, Tamai-Mezzocorona, Triestina-Legnago, Union Pro-ArziChiampo, Union Ripa La Fenadora-Giorgione.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 41, AltoVicentino 36, Belluno 33, Sacilese 31, Montebelluna 27, Union Ripa La Fenadora 26, Clodiense 25, Tamai 23, ArziChiampo e Union Pro 22, Fontanafredda 21, Giorgione 19, Legnago 16, Dro 15, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati finali: ArziChiampo-Tamai 2-0 (Simonato, Carlotto), Belluno-Union Pro 0-1 (Casarotto), Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora 3-1, Clodiense-AltoVicentino 4-4, Dro-Kras Repen 2-0 (Bertoldi, Bazzanella), Fontanafredda-Triestina 2-1 (Ortolan, Gargiulo, Manzo), Giorgione-Montebelluna 0-1 (Perosin), Legnago-Sacilese 1-1 (Spagnoli, Tobanelli), Mezzocorona-Mori Santo Stefano 1-1 (Bentivoglio, Tisi).
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 29 dicembre: ultimo giorno di riposo del 2014 per i Biancoscudati. Riaperta, intanto, la campagna abbonamenti.