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Ore 21.20 – (Il Piccolo) Sarà ricordato come un anno ricco di emozioni il 2014 del Kras Repen. La promozione sofferta, ma meritata, conquistata ai play-off nazionali, il primo derby allo stadio Nereo Rocco contro la Triestina, un inizio di serie D molto difficile. Presidente Kocman, il 2014 è un anno da incorniciare per la vostra società? «Se pensiamo al campionato di Eccellenza, sicuramente abbiamo realizzato qualcosa di stupendo. Nonostante gli infortuni dei nostri due attaccanti che ci hanno impedito di conquistare la promozione diretta, abbiamo riottenuto la D al termine di quattro partite play-off incredibili. Ora la serie D ci sta dando qualche grattacapo, ma sono fiducioso». Avete allestito una squadra fatta per salvarsi. Si aspettava una classifica così bassa? «Siamo partiti bene. Durante le amichevoli estive e nelle prime cinque giornate di campionato eravamo davvero fiduciosi di poter far bene e conquistare l’obbiettivo della salvezza. Poi, invece, ci siamo persi. Non siamo più riusciti ad esprimerci come potremmo». Cosa non sta funzionando? «Credo che il problema maggiore sia legato agli infortuni dei giocatori. Non possiamo permetterci di non schierare giocatori del calibro di Sasa Ranic e Miroslav Cvijanovic. Poi attendiamo il rientro di Alessio Corvaglia che l’anno scorso, sino all’infortunio, ha fatto grandi cose». Soddisfatto del cambio in corsa di allenatore? Qualche mese fa abbiamo deciso consensualmente di interrompere il rapporto con Predrag Arcaba. Ora la squadra è affidata ad Anton Zlogar, un allenatore alla sua prima esperienza da tecnico che credo potrà dare un contributo fondamentale alla squadra». Domenica scorsa il Kras ha perso lo scontro salvezza col Dro: se lo aspettava? «Quando ho visto gli assenti, mi sono reso conto che vincere a Dro sarebbe stata una impresa davvero proibitiva per noi. Quindi un po’ me l’aspettavo. Anche se nel primo tempo non avremmo meritato di andare sotto. Rimane un po’ di rammarico. Ma il nostro campionato inizierà il 4 gennaio a Repen contro la Clodiense». Che impressione le hanno fatto i nuovi innesti? «Positiva. Sia Rondinelli a centrocampo, che Rabbeni davanti. Ora attendiamo con trepidazione l’esordio di Del Nero che dovrà assolutamente garantire, assieme a Cvijanovic, una coppia difensiva centrale di qualità ed esperienza». Che clima c’è a Monrupino? «Sereno. Sappiamo che la classifica attuale non rispetta il valore della nostra rosa. E dunque tutti hanno voglia di recuperare posizioni in classifica per cercare di raggiungere la salvezza, un obbiettivo nel quale io personalmente credo molto». Un’ultima battuta sul settore giovanile biancorosso. Come sta procedendo il suo progetto? «Il nostro settore giovanile, in questo momento, è sicuramente la nota più lieta. La squadra Juniores sta crescendo e ha già fornito due elementi alla Prima squadra. Allievi e Giovanissimi stanno facendo un campionato più che positivo. E dagli Esordienti in giù c’è grande entusiasmo. Stiamo puntando molto sui nostri giovani, e credo che potremo toglierci delle belle soddisfazioni».
Ore 20.50 – (Il Piccolo) La Triestina, dopo aver fatto solamente 10 punti nelle sedici partite giocate finora, nelle diciotto che restano da gennaio alla fine del campionato ne dovrà fare altri 30 per salvarsi: è la dura e cruda realtà che arriva dai numeri e dalle statistiche. Nella scorsa stagione, Giorgione e Tamai si salvarono a quota 39, ma il Vittorio Falmec con 38 andò ai play-out, che poi perse venendo retrocesso in Eccellenza. Quest’anno, quando manca ancora una partita alla fine del girone di andata, a occupare l’ultima piazza utile per la salvezza diretta è ancora il Giorgione, che finora ha totalizzato 19 punti e si è messo sei squadre alle spalle: come detto, manca ancora un match al giro di boa, ma in pratica siamo perfettamente in linea con i numeri dello scorso campionato, per cui si può già concludere che anche quest’anno la quota salvezza si aggirerà tra i 38 e i 40 punti. Che al momento sembrano un traguardo davvero arduo per l’Unione, visto il cammino tenuto finora. È ovvio che per puntare alla salvezza diretta servirà un 2015 stellare, una marcia di quelle tenute finora dalla quarta e o quinta in classifica, giusto per capirci. Riuscirà la Triestina, grazie magari anche agli ultimi ritocchi di gennaio, a fare un simile salto di qualità? Intanto una partita spartiacque sarà già quella del 4 gennaio, quando al Rocco arriverà il Legnago per l’ultima giornata del girone di andata: con una vittoria, oltre ad avvicinare la sestultima in classifica, gli alabardati andrebbero al giro di boa a 13 punti: in pratica, per salvarsi, dovrebbero fare un girone di ritorno con esattamente il doppio dei punti rispetto all’andata. Se sciaguratamente non si vincesse, l’impresa sarebbe quasi ai limiti dell’impossibile, visto che da gennaio in poi bisognerebbe fare quasi il triplo dei punti rispetto alla prima parte della stagione. Molto più accessibile, ovviamente, l’accesso ai play-out: lo scorso campionato il Dro andò a giocarsi gli spareggi con 31 punti, mentre la Sanvitese con 30 venne retrocessa direttamente. Quest’anno, considerato il cammino da lumache delle ultime in classifica, in teoria potrebbero bastarne molti di meno, per cui sotto questo aspetto il cammino della Triestina dovrebbe essere sicuramente migliore nel girone di ritorno, ma non così stellare. All’Unione, potrebbero bastare anche altri 20 punti per stazionare in zona play-out, ma ovviamente arrivarci in una posizione migliore è fondamentale: ricordiamo infatti gli spareggi vedranno di fronte terzultima contro sestultima e quartultima contro quintultima, ma si gioca in partita secca in casa della migliore classificata e soprattutto in caso di parità al termine dei tempi supplementari, retrocederanno le squadre peggior classificate al termine della stagione regolare. Inoltre c’è un altro aspetto da non dimenticare: i play-out non si giocano nemmeno se tra le squadre interessate (quindi la terzultima dalla sestultima, e la quartultima dalla quintultima), c’è un distacco al termine del campionato pari o superiore a 8 punti. In quel caso, per le peggio classificate c’è la retrocessione diretta.
Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Quante volte l’ha fatto? «Un anno, a Sarone». La “confessione” è di Maurizio De Pieri e riguarda l’attività di allenatore in serie D. Quindi, provochiamo, è la fortuna del principiante quella di trovarsi a condurre il Fontanafredda una manciata di punti oltre la quota playout a metà campionato? «Nell’altro caso, a Sarone, fortuna o no, penso non avessimo chance per salvarsi – analizza -. Stavolta ci tengo ed è possibile. È motivo d’orgoglio. Se sono arrivato ad allenare a questo livello me lo sono meritato sul campo. Ho dovuto vincere due campionati, uno a Sarone e uno a Fontanafredda, per guadagnarmi la D, senza regali da nessuno». – Sotto la presidenza di Sandro Mella foste più penalizzati. Giusto? «L’esperienza vissuta a Sarone, in una serie D diversa da questa, mi ha aiutato molto – risponde -. A parte le difficoltà, abbiamo commesso pure tanti errori, che stavolta ci sono serviti. Io, Massimo Barbieri (già ds a Sarone, ndr) e Renzo Nadin ci siamo guardati in faccia e abbiamo cominciato a ragionare sugli sbagli commessi, per non ripeterli». – Era una serie D più tosta? «Direi di sì, adesso c’è meno qualità. Eravamo in un girone di fuoco, con 7-8 squadre di grosso livello, mentre ora ce ne sono due o forse tre. Affrontavamo la Sambonifacese di Dimas e l’Itala di Neto Pereira, oltre a Chioggia e Sacilese». – Crede possibile una collaborazione ulteriore con i rossoneri? «Se 5 anni fa mi avessero detto che sarei rimasto così tanto a Fontanafredda non ci avrei creduto. Di sicuro alleno in società che mi vogliono e mi chiamano, non sono io a propormi. Non è un problema di categoria, ma di persone. Prima di arrivare qui avevo fatto un’esperienza negativa a Conegliano, dove non avevamo legato come squadra e dirigenza (il ds era Denis Fiorin, attualmente alla Sacilese, ndr). Resta l’insegnamento dei casi negativi, per trovare positività e capire dove si è sbagliato. Finché a Fontanafredda mi vorranno e avremo unione d’intenti, con risultati strepitosi in rapporto al budget, non ci sarà problema. Il merito è di tutti quelli che collaborano per questo, compresi preparatori dei portieri e magazzinieri». – Voto al 2014? «Dico 9 e mezzo più. Il 10, la perfezione, ci sarebbe stata se avessimo ora qualche altro punto. Voto alto per la vittoria dell’Eccellenza e perché eravamo partiti come vittime predestinate in D». – Personaggio dell’anno nel Fontanafredda? «Scelgo lo spirito, più che il personaggio. Riconosco l’anima del gruppo in chi ha vinto il campionato, in quello che hanno fatto alcuni ragazzi, specie i più vecchi, con un senso di appartenenza meritevole». – Nel 2015 è chiamato a una conferma. Obiettivo? «Mi sono dato la zappa sui piedi, con il 9 e mezzo più. Il prosieguo deve darci la convinzione che siamo sulla strada giusta per crescere, senza salti mortali, con De Pieri o senza. Allenatori e giocatori cambiano, la società rimane, sia per la prima squadra che per il settore giovanile».
Ore 19.50 – (Corriere delle Alpi) La cura del panettone. Niente dieta natalizia per i neroverdi, che avevano bisogno più che altro di staccare la spina, soprattutto mentalmente, per recuperare le energie. La sosta è arrivata al momento giusto «per riposarsi un attimo», spiega il preparatore atletico Graziano Santomaso. Alla squadra sono stati concessi sei giorni di riposo, da sabato 20 a ieri, ma oggi si ricomincia a sudare con allenamenti tutti i giorni. Quattro giorni di lavoro più intenso del solito e poi è ora di preparare la partita del 4 gennaio per l’ultima del girone d’andata in casa contro il Giorgione. «La sosta è troppo breve per fare altri tipi di discorsi. Serve a staccare la spina». Natale in casa Union. «Il tour de force di dicembre è stato impegnativo, tra campionato e coppa abbiamo sostenuto uno sforzo non indifferente prima della pausa. La strada è ancora lunghissima». Della condizione generale «non possiamo lamentarci: è buona, lo abbiamo dimostrato anche contro il Padova. Nel secondo tempo siamo andati in crescendo, dopo esserci tolti anche l’impatto di giocare all’Euganeo davanti a 5 mila persone che non poteva non lasciarci colpiti. Comunque nella ripresa non ci sono stati cali». Le gambe del Ripa Fenadora. Tomasi è stato operato e il decorso procede speditamente. Il centrocampista che si è rotto il menisco mediale il 22 novembre è l’unico giocatore a seguire un programma differenziato, mentre è vicino all’esordio il terzino preso l’estate scorsa Frangu, che ultimamente ha giocato con regolarità con la Juniores e sta crescendo di condizione: «Non è più da considerare in fase riabilitativa», dice Graziano Santomaso. «Deve sono entrare nella forma migliore». Poi c’è da inserire Slongo, che ha debuttato contro il Padova «andando anche oltre quello che ci si aspettava, perché quest’anno non aveva praticamente mai giocato 90’», osserva il preparatore neroverde. «Deve adattarsi al nostro sistema, ma le prospettive sono buone». Gli stakanovisti. Quelli che hanno giocato di più finora sono stati Antoniol, De March, De Checchi, Dassiè e Brotto. Nell’ultimo periodo le hanno giocate quasi tutte. Condizione buona. «Non è una cosa che ci preoccupa», commenta il preparatore atletico del Ripa Fenadora. «La condizione è come deve essere. Nell’ultimo periodo abbiamo giocato partite particolarmente impegnative e il derby col Belluno subito dopo la coppa per certi versi mi ha sorpreso, perché credevo ci fossero un po’ di residui dal match con la Correggese e invece i ragazzi hanno tenuto molto bene. Anche lì il secondo tempo è stato in crescendo». 2014. Quella contro i Biancoscudati è stata l’ultima partita del 2014 che per la società del presidente Giusti è stato «fantastico, con 57 punti conquistati nell’anno solare» e «con l’auspicio che il 2015 sia ancora migliore».
Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Di nuovo al lavoro. Dopo tre giorni di riposo, il Belluno torna ad allenarsi oggi sul sintetico della Gol Arena . Chi si è concesso qualche… libertà di troppo verrà subito scoperto e messo al lavoro per raggiungere il migliore stato di forma possibile in vista del ritorno in campo il 4 gennaio in trasferta contro il Montebelluna. «Fortunatamente problemi di peso non ne ho mai avuti – commenta sorridendo Mike Miniati che fisicamente – da oggi ritorniamo ad allenarci a pieno ritmo fino alla mattina del 31 dicembre. La sconfitta contro l’Union Pro non pesa più, ormai l’abbiamo messa alle spalle e pensiamo solo al Montebelluna. Dispiace per come è arrivata, ma non è stato facile giocare perché dopo che i nostri avversari sono passati in vantaggio si sono chiusi al limite dell’area. Sicuramente potevamo fare meglio anche noi, all’inizio ho avuto una bella occasione di testa che non sono riuscito a sfruttare». Nessuno è preoccupato. Il Belluno ha concluso il 2014 con una sconfitta, ma i numeri sono a favore dei gialloblù. Corbanese e compagni, infatti, hanno vinto dieci partite, pareggiate tre e perse altrettante, niente male. «Non c’è da fasciarsi la testa – continua Miniati – dopo sedici partite averne perse tre ci può stare, sapevamo che sarebbero arrivate delle sconfitte, vedi quella contro l’Union Pro, ma non ne usciamo assolutamente ridimensionati. 4-3-3 o 4-3-1-2? Noi centrocampisti in entrambi i casi siamo in tre quindi non cambia tantissimo, mi trovo bene con entrambi i moduli». Alla ricerca di un centrale. Dopo le partenze di Julian Pruenster e di Lorenzo Moretti verso Mori e San Giorgio Sedico, la società di Piazzale della Resistenza è sempre alla ricerca di un difensore centrale, possibilmente fuoriquota, perché gli unici rimasti di ruolo sono Ivan Merli Sala e Sebastiano Sommacal. Entrambi si stanno comportando molto bene ma alla lunga un ricambio servirà. Dopo il “no” ad un ritorno da parte di Stefano Cason si pensava potesse rientrare Nicola Calcagnotto, ma anche questa voce è stata smentita. A gennaio si attende il colpo del direttore sportivo Augusto Fardin che potrebbe portare qualcuno dal professionismo. Nel frattempo Paolo Pellicanò ha più volte provato il ruolo, in caso di necessità un’alternativa è già pronta. Si riparte con il big match. Il 4 gennaio il Belluno farà visita al Montebelluna, ma la partitissima del girone sarà sicuramente quella tra Padova e Altovicentino. Se i Biancoscudati dovessero vincere porterebbero il proprio distacco a otto punti sui rivali, distanza che potrebbe essere fatale nonostante manchi tutto il girone di ritorno.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non gli interessano i numeri, che pur sono dalla sua parte. Michele Serena dalle prime nove gare da mister del Venezia ha spremuto 15 punti, cinque in più rispetto al suo predecessore Alessandro Dal Canto in altrettante gare. «A me interessano poco, anzi nulla, le statistiche, i confronti o i bilanci. L’ho detto il primo giorno – ricorda il 44enne mestrino – la classifica la guarderemo il 10 maggio e solo lì diremo se saremo stati più o meno bravi». Due mesi fa Serena non aveva nascosto la sua ambizione: oggi per il Venezia – decimo su 20 squadre – il primo posto (sinonimo di promozione in serie B) dista 11 punti, mentre due gradini più sotto c’è il quarto, l’ultimo che potrebbe valere i playoff cui prenderanno parte le seconde e le terze in graduatoria più le due migliori quarte dei tre gironi di Lega Pro. «Traguardi lontani, però non è ancora finito il girone di andata, restano 60 punti, quindi se riuscissimo a trovare continuità di risultati potrebbero esserci delle sorprese. Mai dire mai, da allenatore ho già vinto in rimonta». In Lega Pro per Serena il punto più alto rimane il «triplete» campionato-Coppa Italia-Supercoppa con lo Spezia. «Anche quest’anno il livello è buono, l’unica squadra che non ho ancora visto dal vivo è proprio l’Alessandria contro cui chiuderemo l’andata al Penzo il 6 gennaio (ore 14, ndr). Finora nessuno sul piano della prestazione ci ha mai messo sotto, l’unico neo resta un frangente nella sconfitta di Lumezzane. Personalmente penso che l’Alessandria sia la vera favorita per salire in B, essendo completa e costruita alla grande da un grande ds (Magalini, con Serena al Mantova, ndr)». Il mister arancioneroverde ha già parlato di mercato col suo di ds, De Franceschi (si vocifera del ritorno del mediano Salvatore Gallo, ora al Savoia), ma tutto dipenderà dall’eventuale disponibilità del patron Korablin in un momento economicamente delicato per il club. «Rinforzi? I primi saranno Espinal e Giuliatto dopo gli infortuni. Un mio obiettivo era che fossero i miei giocatori a dare il primo segnale ai tifosi, e di sicuro l’abbiamo dato. Mi tengo stretto il calore di chi già ci segue, ripartiamo da qui e dalla consapevolezza che ci sarebbe bisogno del sostegno di tutti».
Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Ultimi due giorni di sosta per gli arancioneroverdi del Venezia, che da lunedì saranno di nuovo al lavoro. L’obiettivo è la sfida contro l’Alesssandria, che si disputerà al Penzo il 6 gennaio (ore 14). Sarà quello l’ultimo turno del girone d’andata che per gli arancioneroverdi ha avuto un andamento discontinuo: otto vittorie, nove sconfitte e un solo pareggio nei 18 turni disputati. Dieci i punti conquistati nelle prime nove giornate da mister Alessandro Dal Canto (tre vittorie, un pareggio, cinque sconfitte), esonerato a metà ottobre, 15 quelli ottenuti da Michele Serena, con un ruolino di cinque vittorie e quattro sconfitte. In decima posizione, il Venezia si colloca tra i sette migliori attacchi del campionato con 25 gol segnati, mentre la difesa è solo in dodicesima posizione, con 21 gol incassati. Miglior marcatore Magnaghi con 7 reti, seguito da Raimondi con 5 e Bellazzini con 4. Proprio Bellazzini e Greco, saranno i giocatori più richiesti dal mercato che si aprirà il 5 gennaio, ma difficilmente mister Serena vorrà privarsene. Si cercherà di rinforzare il centrocampo e potrebbe tornare il centrocampista Salvatore Gallo.
Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) Giorni di riposo per il Venezia, in attesa della ripresa di lunedì 29 al Taliercio, che porterà a scavalcare Capodanno per mettere nel mirino l’Alessandria, che si presenterà al Penzo all’Epifania con gli arancioneroverdi pronti a dispensare ai grigi piemontesi solo cubetti di carbone nero. Venezia con il sorriso sotto l’albero per la doppietta Torres-Pro Patria che ha rimesso in attivo la gestione Serena (cinque vittorie, quattro sconfitte) sul piano numerico, mentre a livello tecnico e di prestazioni gli arancioneroverdi sono venuti meno solo nell’ultima mezzora di Lumezzane in 720’. «Chiudere l’anno con due vittorie è di buon auspicio per la ripartenza all’Epifania», ha sottolineato capitano Gennario Esposito, rientrato a Napoli per festeggiare il Natale, «anche perché il primo avversario, l’Alessandria, sarà molto ostico». Il Venezia è salito a quota 25 con un solo pareggio in 18 gare disputate. «Adesso stiamo decisamente meglio di 20 giorni fa», spiega il numero 4 arancioneroverde, 17 presenze in campionato (assente solo a Lumezzane per squalifica) e due in Coppa Italia con tre assist all’attivo contro Renate, Feralpisalò e Albinoeffe, ma ancora alla ricerca del primo gol personale, «per come ha giocato il Venezia sono pochi, soprattutto negli ultimi due mesi. Ci mancano quei quattro-cinque punti che, a livello di prestazioni, avremmo meritato alla grande e che ci avrebbero consentito di essere immediatamente alle spalle delle migliori. L’avvio di campionato non è stato tra i migliori, possiamo dividere la stagione in due fasi e la seconda ha visto un Venezia decisamente migliorato, anche se abbiamo dovuto far fronte a numerose assenze per infortuni o per squalifiche». Venezia lontano da quel quarto posto che potrebbe garantire i playoff. «Il campionato è ancora lungo e nessuno finora ci ha messo sotto, abbiamo giocato alla pari contro qualunque avversario. Mancano ancora 20 partite con in palio 60 punti, tantissimi, quindi tutti è ancora possibile, soprattutto se trovassimo una bella continuità nei risultati». Gennaro Esposito arrivava da una stagione tribolata alla Salernitana, che ora è in testa al girone C con 40 punti, seguito dal Benevento a quota 37. «Anch’io ho finito in crescendo, mi sento bene e pronto a dare il massimo per il Venezia». Magari trovando, dopo gli assist ai compagni, anche il primo centro stagionale con il Venezia.
Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Natale con i tuoi. I tuoi compagni, nel caso dei giocatori del Vicenza, che anche il pomeriggio del 25 dicembre e a Santo Stefano si sono allenati in vista dell´ultimo impegno del 2014, la difficile trasferta sul campo del Frosinone che li attende domani pomeriggio alle 15. Nonostante la lontananza dalla famiglia, che riabbraccerà in Salento approfittando della pausa di Capodanno, per il capitano biancorosso Alessandro Camisa quello appena trascorso è stato comunque davvero un ottimo Natale. Camisa, per voi è stato un Natale trascorso in campo, come ormai accade da qualche anno in serie B. «Un po´ mi è dispiaciuto non passarlo in famiglia, ma dovendo scegliere preferisco questa soluzione: io che abito lontano, senza fare continuamente su e giù dal Salento, almeno a gennaio potrò trascorrere un periodo un po´ più lungo con i miei. E comunque, anche grazie ai buoni risultati di questo periodo, è stato lo stesso un Natale felice, trascorso con gli amici e i compagni qui a Vicenza». Lei è rientrato in occasione del pareggio con il Livorno. Soddisfatto della prestazione e del risultato? «Molto, perché avevamo di fronte una delle squadre più forti di questo campionato e non siamo mai andati in sofferenza, anzi: per lunghi tratti della partita abbiamo tenuto noi il pallino del gioco, tanto è vero che Bremec non ha dovuto compiere nemmeno una parata difficile. Solo nel finale, quando ci siamo un po´ allungati per tentare di trovare il gol della vittoria, nelle ripartenze abbiamo concesso un paio di tiri da lontano a Cutolo, ma il pareggio è stato ampiamente meritato». Tutto bene per quanto riguarda il suo fastidio al polpaccio? «Nessun problema. Per fortuna in questo periodo c´è abbondanza di scelte, quindi mi sono potuto prendere tutto il tempo necessario per recuperare, consapevole che la squadra poteva comunque contare su ottimi difensori. Adesso Marino potrà fare le sue scelte con varie opzioni per la partita a Frosinone». Ultimo impegno del 2014 sul campo della seconda del campionato. «Abbiamo raccolto già 27 punti, ne abbiamo appena conquistati 4 contro avversari tosti come Spezia e Livorno, ma non intendiamo fermarci qui. Ci stiamo dimostrando sul campo una squadra competitiva, con una personalità e un´idea di gioco valide, quindi andremo a Frosinone determinati a chiudere in bellezza un anno sicuramente molto positivo, anche se i nostri avversari avranno molta voglia di riscatto dopo alcuni risultati negativi». Poi si aprirà il mercato di gennaio: che cosa si aspetta? «Questo lo decideranno società e allenatore. L´unica cosa certa è che, chiunque arriverà, dovrà mettersi a disposizione di un gruppo che si è cementato e ha dimostrato di avere valori tecnici e umani molto importanti. In questo Vicenza c´è uno splendido spirito di squadra: deve rimanere la nostra arma in più».
Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) A fare il punto alla vigilia dell´ultima di andata e subito dopo il buon pareggio con il Livorno è il presidente Tiziano Cunico che ne approfitta anche per augurare a tutti i tifosi buone feste. «Ci tenevo a ringraziare i nostri sostenitori e sono contento di poter mandare loro un augurio sentito dopo due risultati così importanti, perchè poi il regalo più bello per loro è vedere che la squadra si comporta sempre al meglio delle proprie possibilità». In effetti è andata bene anche con il Livorno. «Un punto sudato, ma proprio perchè ottenuto contro una squadra molto forte e dunque ha ancora più peso». Però il Vicenza non si è fatto mettere all´angolo. «Infatti la cosa che inorgoglisce è che questo 0-0 è risultato davvero meritato perchè per tutti i 90´ di gioco siamo stati all´altezza». I tifosi si sono stretti attorno alla squadra. «Ma loro non hanno mai fatto mancare il sostegno ai giocatori, la cosa bella è proprio questa: i nostri tifosi non sono vicini alla squadra solo quando le cose vanno bene, ma anche nei momenti difficili, vogliono solo vedere che in campo ci si impegna al massimo». Oltretutto pur se ripescato all´ultimo il Vicenza sta disputando una dignitosa serie B. «Il ripescaggio è stato un episodio di straordinaria fortuna che però stiamo dimostrando con i fatti di meritare». Marino sta facendo molto bene, come ripensa oggi alla difficile scelta di esonerare Lopez? «Io credo debba essere chiaro che un dirigente non fa mai nulla per cercare di farsi del male, sarebbe autolesionistico e non avrebbe senso. Purtroppo a volte bisogna saper prendere decisioni difficili e scomode per tentare di migliorare le cose, oggi i risultati ci stanno dando ragione, ma non era scontato». A suo avviso il tecnico Marino cosa ha portato in particolare? «Credo abbia saputo far pesare la sua esperienza, 400 panchine da professionista non sono poca cosa, poi devo ammettere che è attorniato da uno staff molto buono, insomma si vede che è un team abituato a lavorare insieme. Infine un bravo va ai giocatori che li hanno accolti con la giusta mentalità e non era facile perchè erano molto legati a Lopez». Presidente a gennaio però la squadra va rinforzata! «Di mercato se ne parlerà dopo Frosinone, restiamo concentrati. Ovvio che si è al lavoro per vedere chi sia l´elemento più giusto da inserire senza rischiare però di rompere gli attuali equilibri, di certo ascolteremo molto le indicazioni del tecnico». E sulla vendita della società? «Nessuna novità, non c´è nulla».
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Non nutre alcun dubbio di sorta al termine di Vicenza-Livorno Pasquale Marino. «E un gran bel punto, sudato, lottato su ogni pallone, contro quella che reputo la compagine più forte della serie B. È stata una gara equilibrata, la nota positiva è che la squadra, anche al cospetto di avversari con obiettivi diversi, non si è chiusa cercando il punticino ma è stata pronta a combattere, a ripartire, a proporre la propria idea di gioco. Sono molto soddisfatto del risultato di oggi. L’organico del Livorno è superiore a tutte le altre squadre per qualità e quantità di giocatori. In attacco hanno l’imbarazzo della scelta, come si è visto dopo l’ingresso in campo di Cutolo, che ha avuto pure qualche opportunità nel finale, inoltre possono contare sulla forza fisica in mezzo al campo. Ottenere un punto giocando in questa maniera credo possa rendere soddisfatti». Alla vigilia della gara l’allenatore del Vicenza aveva preannunciato qualche staffetta, e così è stato, anche se il tecnico di Marsala ci tiene a precisare. «Il fatto che abbia tenuto inizialmente in panchina Moretti non significa che non possa coesistere o si pesti i piedi con Di Gennaro: non a caso abbiamo battuto con entrambi in campo ed anche nella mezzora in cui sono stati assieme abbiamo fatto buone cose. Sto facendo semplicemente alternanza per gli impegni ravvicinati, visto che domenica giocheremo di nuovo. Stesso discorso per Camisa e Gentili». Abbastanza soddisfatto del risultato anche il tecnico del Livorno Carmine Gautieri, che però sottolinea: «Negli ultimi 25 minuti abbiamo creato più occasioni noi. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile conto un’avversaria molto dotata, ma abbiamo cercato di fare qualcosa in più di loro, provando comunque a vincere». I biancorossi si sono allenati anche la mattina di Natale, e anche ieri pomeriggio, ovviamente. Alle porte c’è infatti l’ultima partita del 2014 in programma domani pomeriggio a Frosinone, che chiuderà anche il girone d’andata del campionato di serie B. Contro la formazione ciociara, che è stata raggiunta al secondo posto dal Livorno e dal Bologna dopo la sconfitta di mercoledì a Crotone e non vince da sei turni, il tecnico Marino avrà nuovamente a disposizione Garcia Tena dopo la squalifica, mentre a centrocampo potrebbe rientrare nell’undici titolare Moretti. La squadra partirà per il Lazio nella tarda mattinata odierna ed effettuerà quindi la seduta di rifinitura a Frosinone nel pomeriggio. Sicuro il secondo forfait di fila dell’influenzato Giacomelli, probabile quello di Brighenti, colpito anche lui da un attacco febbrile.Dopo la sosta di venti giorni, il torneo cadetto riprenderà con un’altra trasferta nella stessa regione, a Latina. Il Centro Coordinamento Clubs Biancorossi ha organizzato un pullman che seguirà la squadra a Frosinone, con partenza dal piazzale davanti allo stadio domenica mattina alle ore 5.30: quota viaggio, comprendente anche il biglietto per la partita, 70 euro.
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Per comprendere l’importanza, anche in prospettiva futura, del pareggio a reti bianche con il Livorno alla vigilia di Natale, è sufficiente scorrere la formazione dei labronici. E, se non è sufficiente, guardare ai ricambi, visto che nel corso della partita sono entrati in campo anche gli ex Padova Jelenic e Vantaggiato (oltre a Belingheri nel finale) ed è rimasto in panchina Siligardi. Tutta gente che sarebbe titolare in qualsiasi altra compagine cadetta. Ecco perché mister Marino fa bene a tenersi stretto il punto che ha consentito al Vicenza di agganciare al nono posto in classifica la Pro Vercelli (sconfitta a Bologna), a due sole lunghezze dalla zona playoff e, soprattutto, a +6 da quella playout. Senza Giacomelli, bloccato dall’influenza, il tecnico di Marsala ha schierato da primo minuto Lores Varela (che a tratti si inverte di fascia con Laverone), riproponendo capitan Camisa al posto di Gentili e D’Elia per lo squalificato Garcia Tena in difesa, con Sciacca a fianco di Di Gennaro e Cinelli (con Moretti in panchina) a centrocampo. La prima occasione è per i biancorossi, con Mazzoni che toglie dall’incrocio dei pali il pallone calciato da Di Gennaro su punizione al quarto d’ora. Poco dopo la mezzora Vantaggiato spara alto da posizione favorevole. Ma l’opportunità più ghiotta capita quasi alla metà della ripresa a Lores Varela che dopo essersi involato verso l’area avversaria tira in porta a colpo sicuro, ma trova la respinta di piede del portiere ospite, che al 31’devia anche la punizione di Di Gennaro (nel frattempo Moretti è subentrato a Sciacca). Nel finale esce dalla tana il Livorno: nel breve volgere di pochi minuti Galabinov conclude a lato al 36′, Cutolo spedisce fuori al 38’e tocca la rete esterna 41′, al 40’D’Elia è autore di un salvataggio provvidenziale su Galabinov. Il Vicenza si riprende e termina la partita in attacco dopo 4’di recupero tra gli applausi degli oltre 8 mila spettatori presenti sugli spalti.
Ore 15.50 – Qui Appiani, flash di Carmine Parlato al termine dell’allenamento: “L’amichevole di domani? Per il momento è confermata. Servirà per sgranchirsi le gambe ed accendere i motori. Diego Zanin? Lo conosco, è un ottimo collega. Lo saluterò domenica prossima…”.
Ore 15.30 – Qui Appiani: termina l’allenamento.
Ore 15.20 – Qui Appiani: partitella in corso. Presente alla seduta anche il presidente Giuseppe Bergamin ed il figlio Marco oltre ad una decina di temerari tifosi.
Ore 15.00 – Qui Appiani: allenamento sotto alla neve per i Biancoscudati.
Ore 14.40 – (Gazzettino) Settanta minuti di dominio assoluto a livello tecnico e di intensità, con la tripletta di Sgrigna a certificare la quasi disarmante superiorità. Poi un improvviso cambio di rotta, le due reti di Calaiò a riaprire la gara e un finale di partita da “corrida”, con i granata quasi terrorizzati dall’idea di vedersi sfuggire la vittoria sul filo di lana e i giocatori ospiti in preda a una crisi di nervi (alla fine saranno cinque gli espulsi nel Catania, allenatore compreso). Il 3-2 di mercoledì pomeriggio al Tombolato ha offerto un repertorio di emozioni per tutti i gusti. Ma ciò che contava di più era che il Cittadella tornasse finalmente al successo dopo un digiuno di quindici gare e così è stato. Perfetta l’interpretazione alla gara della truppa di Foscarini, che sin dall’avvio non ha dato respiro alla squadra etnea sul piano del pressing e dei raddoppi di marcatura. Un’aggressione costante, che di fatto ha impedito al Catania di sviluppare le sue abituali trame di gioco ad innescare gli attaccanti. Ma oltre a soffocare sul nascere la manovra avversaria, il Cittadella ha avuto anche il grande merito di attaccare benissimo gli spazi con uno scatenato Sgrigna. Il gol dell’1-0, dopo appena quattro minuti, ne è stata la dimostrazione. Il numero 10 granata ha dettato il passaggio in profondità di Barreca, dribbling secco a rientrare su Rolin e destro chirurgico a incrociare sul palo opposto. Di lì a poco Coralli ha avuto il pallone del raddoppio, ma il suo colpo di testa è stato sventato con bravura da Frison. Il Cittadella del primo tempo ha poi continuato a fare il bello e il cattivo tempo. La catena di sinistra formata da Barreca e Minesso ha aperto ripetuti squarci nella retroguardia avversaria, in mezzo al campo Rigoni e Busellato hanno esibito una ferocia d’altri tempi, Paolucci ha presidiato la corsia di destra con sapiente lucidità, sempre perfetti negli anticipi i difensori. L’unico rimpianto è che non sia arrivata la rete del 2-0. Ci ha pensato però Sgrigna al 9’ della ripresa a legittimare con la rete del raddoppio lo straordinario vigore dei granata. E cinque minuti dopo, ancora sull’asse Barreca-Sgrigna, la squadra di casa ha trovato anche la terza rete. Il tutto con il Catania già in inferiorità numerica per il doppio giallo a Rinaudo (6’). Avanti 3-0 e con un uomo in più, il Cittadella avrebbe dovuto solo limitarsi a controllare in tuttà tranquillità la gara fino al novantesimo. Invece a minare le sicurezze della squadra è arrivata la doppietta di Calaiò: al 34’ l’attaccante è stato bravo ad anticipare De Leidi e ad incornare alle spalle di Valentini, e quattro minuti dopo ha trasformato il rigore concesso dall’arbitro per una trattenuta in area di Barreca ai danni del nuovo entrato Rossetti. Di colpo i giocatori granata hanno cominciato a vedere in fantasmi, ma per loro fortuna il Catania è andato il tilt sul piano nervoso. E sono fioccate le espulsioni. Chrapek è stato punito con il rosso per un applauso ironico all’arbitro. Poi è stata la volta di Spolli per un’entrata a gamba alta su Paolucci. Quindi sono stati allontanati dalla panchina Leto e il tecnico Pellegrino, entrambi per proteste. I siciliani hanno chiuso la gara con otto giocatori in campo. E non senza qualche altro patema il Cittadella è riuscito a condurre in porto la vittoria. Tre punti importantissimi, che tengono i granata sempre attaccati al treno delle squadre in lotta alla salvezza. E dietro l’angolo c’è la trasferta di Perugia: chiudere l’anno in bellezza, centrando il terzo risultato utile di fila, sarebbe il segnale della svolta.
Ore 14.20 – (Gazzettino) Claudio Foscarini si coccola il Cittadella ammirato con il Catania. Ha vinto la squadra, lui ha vinto la sua partita. L’allenatore infatti non ha mai smesso di credere nella bontà della rosa a disposizione, convinto che prima o poi anche i risultati sarebbero arrivati continuando a lavorare nel verso giusto. «I primi settanta minuti di mercoledì sono stati i migliori del nostro campionato. Finora il Cittadella aveva fatto vedere cose buone fuori casa, meno al Tombolato, per questo la vittoria con il Catania vale tantissimo. Abbiamo dato un segnale importante, dobbiamo continuare in questa maniera per cambiare il nostro campionato». Foscarini ha rivisto il “suo” Cittadella. «In estate avevo in mente una squadra ben precisa, è quella che ho ammirato con il Catania. È questo il Cittadella che vorrei vedere, sempre. Compatto tra le linee e aggressivo sui portatori di palla avversari». E devastante – per usare le parole dello stesso tecnico – sulla corsia di sinistra, dove il tandem Barreca-Minesso ha fatto ammattire gli avversari. «Mi piace vedere gli esterni sempre propositivi, che spingono sulle fasce. Barreca e Minesso sono stati davvero devastanti, si è giocato di meno dall’altra parte, ma De Leidi e Paolucci hanno caratteristiche diverse». Tutto bene allora, meno il finale. «Hanno pesato i tre mesi senza vittorie, è subentrata la paura di vincere», conclude Foscarini.
Ore 14.00 – (Gazzettino) Doveva nuovamente indossare la maglia granata per riassaporare la gioia della tripletta. Alessandro Sgrigna con il Catania ha realizzato tre gol, tutti di pregevole fattura: non gli capitava da quasi dieci anni. L’ultima volta è stata il 9 gennaio 2005, si giocava Cittadella-Benevento per il campionato di C1, e nel 5-2 finale Sgrigna lasciò il segno tre volte. Adesso il cerchio si è chiuso. «È proprio così, sono dovuto tornare a Cittadella per tornare a firmare una tripletta», conferma l’attaccante, vero mattatore del successo della vigilia di Natale. Sgrigna incassa i complimenti e i bei voti in pagella ma condivida la gioie con i compagni di squadra, che ringrazia: «Ho dovuto soltanto buttarla dentro, perché loro mi hanno messo nelle condizioni ideali per fare gol. Tre assist perfetti, non potevo sbagliare. Cittadella-Catania non è stata solo la partita di Sgrigna, tutta la squadra ha disputato una grande gara». La vittoria – che non arrivava da oltre tre mesi – serviva come il pane. «Questa volta è andata bene, era il risultato che volevamo. Oltre ad aver giocato bene siamo stati gratificati anche dai tre punti. Siamo così rimasti attaccati al treno, come si suol dire, abbiamo tenuto il passo delle dirette avversarie di classifica». Dopo tante delusioni, anche immeritate, il Cittadella è dunque tornato a vincere. «Lo meritavamo per l’impegno e il lavoro che portiamo avanti giorno dopo giorno. L’abbiamo sempre sostenuto: chi si impegna alla fine viene premiato. La squadra arrivava da un periodo nero, non si riusciva più a vincere, ma ora possiamo guardare avanti con maggiore convinzione in noi stessi». C’è ancora tanta strada da fare, il Cittadella deve migliorare anche nella gestione del risultato. Con il Catania, avanti di tre gol e in superiorità numerica, la squadra si è complicata un finale di partita che invece doveva filare via liscio come l’olio. «Effettivamente è così. Siamo andati bene per tre quarti di gara, poi forse ci siamo rilassati troppo in anticipo. Ci servirà di lezione per il futuro. Non abbiamo certamente risolto i nostri problemi vincendo con il Catania, ma adesso abbiamo un motivo in più per credere alla salvezza». Dopo il terzo gol Sgrigna ha chiesto subito il cambio, ma l’attaccante rassicura tutti. «Già al momento di calciare verso la porta ho ravvisato un fastidio dietro, non ho voluto rischiare niente, anche perché ci aspetta un’altra gara difficile come quella di Perugia». E con l’attaccante ammirato mercoledì, tutto è possibile, anche vincere in trasferta, impresa finora mai riuscita ai granata.
Ore 13.40 – (Gazzettino) Con i due giorni di festa, soltanto oggi il giudice sportivo ufficializzerà i provvedimenti relativi alle gare della vigilia di Natale. A Cittadella sono attese le squalifiche di Barreca e Minesso, entrambi diffidati e ammoniti nel corso della partita con il Catania. Un bel grattacapo per Foscarini dovere rimpiazzare nell’ultima gara dell’anno il tandem più in forma del momento. Con il rientro dalla squalifica di Cappelletti, si può già prevedere la formazione che domani giocherà a Perugia: partendo dall’undici di mercoledì, Cappelletti giocherà basso a destra con De Leidi dirottato dalla parte opposta. Poco probabile infatti l’impiego dal primo minuto di Donazzan. A centrocampo, sulle corsie esterne, ci saranno Pecorini e Paolucci, quest’ultimo eletto a “uomo assist” nell’ultimo turno di campionato. Il centrocampista garantisce sicuramente meno spinta di Minesso sulla fascia, ma ogni suo pallone è giocato con grande sapienza tattica. Confermata la coppia d’attacco Coralli-Sgrigna: quest’ultimo agirà in posizione più avanzata, come già visto con il Catania? A Foscarini la variante è piaciuta, vedere Sgrigna nelle vesti di centravanti potrebbe essere la soluzione più congeniale del momento. Tutti disponibili ieri alla ripresa degli allenamenti, questa mattina la partenza per il ritiro di Perugia.
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Tre punti nel sacco di Babbo Natale, dopo più di tre mesi senza vittorie (l’ultima risaliva al 20 settembre, il 3-2 rifilato al Pescara, sempre al Tombolato). Il Cittadella si è liberato da un incubo, conquistando mercoledì scorso un successo che può avere un peso fondamentale nell’economia di questa stagione travagliata, che avrebbe dovuto, nelle intenzioni di tutti, essere ricca di soddisfazioni, con una presenza costante nella parte sinistra della classifica della serie B, e che invece, dopo un buon avvio, è scivolata progressivamente verso la negatività. I granata sono sempre ultimi, dopo aver battuto un Catania in crisi d’identità e che ha chiuso l’incontro con soli 8 uomini in campo (tre espulsioni, peraltro ineccepibili, più Leto, sostituito e rimasto in panchina, e l’allenatore Pellegrino), ma non più da soli, avendo agganciato a quota 19 Latina e Varese. Insomma, la partita per la salvezza è tutta da giocare, e per il morale del gruppo è un’ottima notizia. Il tris di Sgrigna. Non è un caso che il risultato pieno sia giunto nel giorno in cui Alessandro Sgrigna è tornato al gol. E, come si confà ad un giocatore che ha nelle corde la capacità di risolvere da solo un match, il 34enne attaccante romano ha voluto… esagerare, realizzando una tripletta che porta a sette il conto delle reti realizzatesinora. La precedente, sempre sotto le Mura, risaliva a quasi dieci anni fa – 9 gennaio 2005 – in occasione del 5-2 inflitto al Benevento. Era C/1, ma la giornata di grazia è rimasta negli annali del club granata. Così come rimarrà questa. E subito sorge inevitabile la domanda: ma qual è la posizione giusta per lui? Risposta papale papale: «Preferisco giocare lì davanti, anche se mi posso fare altro, a seconda delle esigenze dell’allenatore». Come dire: mister Foscarini, se vogliamo restare in B, è meglio che mi carichi io sulle spalle il peso dell’attacco. E così sarà anche domani a Perugia, dove si chiude il girone d’andata primo dello stop di quasi un mese. «Meritavamo la vittoria per il modo in cui lavoriamo», ha aggiunto Sgrigna. «Purtroppo, abbiamo attraversato un periodo nero, ma siamo riusciti a tenere il passo delle concorrenti dirette». Guai se non fosse stato così, in caso di altro pareggio o, peggio, sconfitta, la situazione sarebbe precipitata. La soddisfazione di Foscarini. «Abbiamo dato un impronta, dobbiamo continuare così per fare un altro campionato»: ecco l’esordio, a fine gara, dell’allenatore trevigiano in sala-stampa. Nessuno si aspettava una squadra così pimpante e convinta e Foscarini può finalmente intravvedere un orizzonte luminoso dopo mesi bui. «Ho rivisto il Cittadella che ho in mente», la sua giustificata soddisfazione. «A sinistra siamo stati devastanti, a tratti mi è sembrato il vecchio Cittadella. Per 70’ abbiamo proposto il miglior calcio dall’inizio dell’anno». Anche se poi… «Gli ultimi 20’, invece, non abbiamo più giocato, avevamo paura di vincere. Ma sono comunque contentissimo». Senza Barreca e Minesso. Al “Curi” il Citta dovrà rinunciare, per l’ennesima volta, ad altri due tasselli-chiave del suo scacchiere. Sia Barreca che Minesso, dunque l’asse di sinistra della formazione pre-natalizia, saranno bloccati dal giudice sportivo per aver raggiunto il limite massimo di ammonizioni. Rientrerà Cappelletti, per cui dietro le scelte saranno inevitabili, con lo spostamento di De Leidi a sinistra. Quanto al sostituto di Minesso, è possibile che Foscarini proponga Benedetti, confermando Paolucci a destra e Rigoni e Busellato al centro. In alternativa, potrebbe giocarsi la carta Mancuso. Ieri ultimo allenamento, oggi alle 11 partenza per l’Umbria. Inutile dire che l’obiettivo è di portar via almeno un punto, per girare a quota 20, una lunghezza in meno rispetto all’anno scorso.
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto) Rompere il ghiaccio. E guardare con maggiore tranquillità a un futuro meno buio. Il Cittadella si gode il successo scacciacrisi sul Catania maturato alla vigilia di Natale per 3-2 e guarda a Perugia. Domani si torna in campo e serve una conferma. «Il successo col Catania — spiega il dg Stefano Marchetti — è arrivato dopo quindici partite senza riuscire a vincere. Era una situazione che pesava, adesso la speranza è che non si debba aspettare Natale 2015 per vincere ancora…». Marchetti fa i complimenti ad Alessandro Sgrigna, autore di una sontuosa tripletta: «E’ stato grandissimo — sottolinea — ha fatto una di quelle partite che dimostrano il suo valore. Ma tutta la squadra si è espressa bene, peccato solo per il finale in cui abbiamo subito due gol evitabili». In vista di Perugia torna a disposizione Cappelletti. Potrebbe essere schierato esterno, con la conferma di Pellizzer centrale.
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Domani si chiuderà con l´ultima giornata di andata il 2014 del campionato di serie B. Un anno davvero straordinario per il Carpi, capolista solitario con ben 9 punti di vantaggio sui più immediati inseguitori: Bologna, Livorno e Frosinone. L´ultimo ostacolo sulla strada degli emiliani prima della pausa sarà il Catania, che al contrario rappresenta la più cocente delusione di questa prima metà della stagione: gli etnei, caduti sul campo del Cittadella rimediando anche quattro espulsioni e sprofondati in piena zona playout devono voltare pagina al più presto. Serve un netto cambio di passo anche al Bari, che per ora non ha tenuto fede alle ambizioni di inizio stagione: i pugliesi saranno protagonisti dell´anticipo delle 12,30 al San Nicola contro lo Spezia. Nel programma delle 15, spicca il confronto diretto in zona playoff tra Lanciano e Bologna, con gli emiliani che proveranno ad aumentare il punto di margine che attualmente li avvantaggia in classifica. Nel frattempo chiuderà l´anno in Piemonte il Trapani, di scena a Vercelli dopo l´ampio 4-1 inflitto all´Avellino. Una sconfitta che gli irpini proveranno a riscattare ospitando al Partenio il Brescia: i lombardi, nonostante le difficoltà societarie, hanno dimostrato di non mollare trovando la vittoria all´ultimo minuto contro il Bari. Ora sul fondo con 19 punti ci sono tre formazioni affiancate: Cittadella, Latina e Varese. I padovani, presi per mano da Sgrigna, autore della tripletta vincente contro il Catania, saranno ospiti di un Perugia sommerso per 4-0 a Carpi. Particolarmente difficile l´impegno esterno del Latina a Modena, mentre il Varese spera di sfruttare il fattore campo per superare la Ternana. Il Crotone, che ha abbandonato l´ultimo posto incamerando tre fondamentali punti contro il Frosinone, è invece atteso dal confronto diretto di Chiavari contro l´Entella. L´ultimo posticipo del 2014 si giocherà infine a Livorno: al Picco (fischio d´inizio alle 18) arriverà un Pescara fin qui molto altalenante, al caccia di un acuto che possa avvicinare gli orizzonti di alta classifica nel girone di ritorno.
Ore 12.10 – Disponibile a questo link l’articolo relativo all’ingaggio di Diego Zanin quale nuovo allenatore dell’AltoVicentino.
Ore 11.50 – Qui Appiani: termina l’allenamento.
Ore 11.30 – Qui Appiani: lavoro a parte per Nichele e Zubin, che provano a recuperare in vista della sfida con l’AltoVicentino.
Ore 11.10 – Qui Appiani: allenamento mattutino, parecchi i biancoscudati assenti che si aggregheranno solo domani alla squadra.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Tornando al mercato, c’è un’operazione per la quale è rammaricato? «Volevo due giocatori che sono al Martina: l’esterno Arcidiacono e la punta Montalto. Ci ho provato a inizio stagione, ma giustamente entrambi volevano restare in Lega Pro. Avevo ripreso il discorso a novembre, ma il Martina non li ha voluti dare». Il biancoscudato che più l’ha stupita? «Segato perché pur non essendo più giovane ha ancora ampi margini di miglioramento. Il portiere Petkovic ha tutto per sfondare. E Busetto, pur avendo qualche limite sul piano della qualità, ha grande applicazione, mezzi fisici e tempo per migliorare». Un giudizio sullo stato maggiore biancoscudato? «Il presidente Giuseppe Bergamin mi ha colpito per la sua capacità di porsi in maniera importante e allo stesso tempo per la sua umiltà con tutto l’ambiente, dentro e fuori la struttura societaria. L’amministratore delegato Roberto Bonetto per le sue capacità, la disponibilità e la fermezza». E i loro figli? «Edoardo Bonetto è un’aziendalista che si sta dando molto da fare per portare avanti la società, con l’unico neo che soffre troppo. Marco Bergamin ne capisce di calcio e ha la grande capacità di apprendere subito. Può diventare un buon dirigente». E il futuro di De Poli sarà sempre con il Padova? «Intanto devo ringraziare la proprietà per avermi fatto arrivare qui. Come tutti ho un contratto di un anno e sto facendo del mio meglio per essere confermato. Deciderà la proprietà, al di là dei rapporti personali che ci sono».
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Ma in questo momento la cosa più importante è capire come stanno gli infortunati: Nichele, Zubin e Ferretti dovrebbero essere a posto per l’Altovicentino, quanto a Petkovic dobbiamo aspettare la risonanza». Qualora il portiere serbo non dovesse farcela, con Cicioni tra i pali bisognerà utilizzare un giovane in più fuori. Che partita si aspetta con l’Altovicentino? «Loro cercheranno di vincere in tutti i modi, anche perché mettendosi nei loro panni sarebbe pesante iniziare il girone di ritorno con un distacco di almeno cinque punti. Quanto a noi, non siamo una squadra capace di giocare per il pareggio: dovremo essere in palla e avere un approccio importante. Andrà come andrà, ma giocheremo con grande coraggio a applicazione. Non faremo una partita molle, non è nel nostro dna». E Carmine Parlato è molto bravo a preparare le partite. L’ha sorpresa? «Non l’ho scoperto io, ha già vinto in altre piazze. È una persona e un tecnico intelligente, abbiamo un ottimo rapporto, anche di amicizia. Quando parliamo di calcio lo facciamo senza complicarci la vita: non ha tremila paranoie o fisime, ripeto è intelligente. Io ho fiducia in lui e credo che lui ne abbia in me, come entrambi l’abbiamo dalla proprietà. Quando giocavo al Padova, Bruno Giorgi diceva che “il calcio è semplice, sono le persone che lo rendono difficile”. Noi abbiamo sempre fatto le cose in maniera semplice e tranquilla».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Sono molto soddisfatto di quello che ho fatto. La realtà dice che siamo primi in classifica, il resto non conta». Fabrizio De Poli promuove il suo operato, e quindi anche il Padova capolista, a una giornata dal termine del girone d’andata. Dopo la sosta per le feste natalizie il direttore sportivo biancoscudato è pronto a tornare in prima linea con la squadra, tanto più che c’è da preparare l’attesissimo scontro diretto in trasferta di domenica 4 gennaio con l’Altovicentino. «Li ho visti molte volte, sono una buonissima squadra, di sicuro alla pari con noi per valori e qualità, e si possono giocare il campionato in maniera importante. Alla fine a fare la differenza sarà il gruppo, incluso l’apporto dei ragazzi che non sono titolari. Siamo molto coperti in ogni ruolo, anche se a gennaio andremo a ridurre l’attuale rosa da 27 a 24-25 giocatori». In uscita figurano infatti Bragagnolo (Vicenza), Bruzzi (Livorno) e Montinaro (Lecce), mentre potrebbe arrivare dal Verona il giovane esterno offensivo Bearzotti che Parlato ha già avuto l’anno scorso al Pordenone. «Il discorso è stato già impostato con l’agente del ragazzo e con il Verona, ma dobbiamo valutare un attimo la situazione per vedere se davvero ne abbiamo bisogno. Come giovani ci sono Mazzocco, Mattin a centrocampo, Busetto è un jolly, a sinistra siamo a posto con Degrassi e Salvadori, e davanti abbiamo Pittarello».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Vacanze terminate per i biancoscudati che oggi riprenderanno ad allenarsi all’Appiani in vista della trasferta a Valdagno con l’Altovicentino (domenica 4 gennaio). In programma una seduta alle 11 e una alle 14.30 agli ordini del tecnico Parlato, mentre domani alle 14.30 è fissata l’amichevole allo stadio Vallini di Piove di Sacco con la formazione locale che milita in Eccellenza (costo del biglietto 5 euro). Sul fronte degli infortunati, sono previste ecografie di controllo domani per Petkovic (problema all’inguine) e Zubin (elongazione al bicipite femorale), e lunedì per Nichele (elongazione al bicipite femorale) e Vanzato (problema al quadricipite). TIFOSI. Esauriti i tre pullman dell’Aicb per la trasferta a Valdagno, il club Fossa dei Leoni in sinergia con il club Croce Verde organizza un pullman: costo venti euro, incluso il biglietto per lo stadio. Chi è interessato deve dare conferma entro martedì anticipando la quota da consegnare alla pizzeria Giramondo di Cadoneghe (via Garibaldi 43). Domenica 4 gennaio la partenza è alle 11.30 con ritrovo al parcheggio della Castagnara. Per prenotazioni: Vincenzo (340-5419774) oppure Vittorio (338-8237696). ALTOVICENTINO. Tre giocatori salteranno per squalifica la gara con il Padova: Brandi, Di Girolamo e Logofatu. Intanto è stato scelto il nuovo allenatore: si tratta di Diego Zanin.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Che sapore ha allenare la squadra della città in cui si vive? «Ha aspetti negativi e altri positivi. Finora io sono riuscito a fare emergere solo questi ultimi. Oggi sembra tutto semplice, ma tanti colleghi sconsigliano di allenare dove si ha radici. “Poi se le cose vanno male non puoi nemmeno uscire di casa”, dicono. Ma scusate, mica ho ammazzato qualcuno! Io cerco di dare sempre il massimo impegno. Nella vita, poi, ci sono Eurostar che passano e che non possono in alcun modo essere persi. E io quest’estate l’ho preso al volo». Com’è Carmine Parlato fuori dal campo? «Un papà come tanti che porta a scuola le figlie e sta con la famiglia. Cerco di essere una persona semplice. Vivo per la passione di arrivare ad allenare più in alto possibile e voglio guadagnarmelo giorno dopo giorno per fare in modo di poter lasciare ai miei figli soddisfazioni morali ed economiche». Nessun hobby che le permetta di staccare la spina ogni tanto? «Ciò che mi fa stare bene è la compagnia degli amici più veri. Ma io, finché non ho raggiunto un obiettivo, la spina non la stacco. Come si dice dalle mie parti, sono una “capa tosta”, sia nella vita che in campo». Cosa si augura per il 2015? «Di continuare così e far star bene i miei ragazzi sia a livello sportivo che personale. Non abbiamo ancora fatto nulla e io tendo a non guardare troppo in là. Ora arriva il pane duro e bisogna pedalare alla grande per i prossimi sei mesi».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Il presidente dice di aver agito a causa di divergenze di vedute da parte sua, anche se in realtà le divergenze erano bilaterali. Io non voglio male a nessuno, anche a chi non si comporta bene. Tanto, come diceva mio papà: “Vedrai che queste persone si bruciano con le proprie mani”…». L’immagine da ricordare di questo 2014? «La prima amichevole ad Asiago davanti a 1.500 padovani. C’era chi diceva: “Preparatevi, verranno su in tanti”. Ma nessuno aveva la percezione reale di quello che poteva succedere. Vedere la bolgia che c’era ha fatto capire a tutti noi addetti ai lavori il valore del calcio a Padova e la passione che lo circonda». Il momento più delicato? «L’inizio sicuramente. È stato durissimo preparare la squadra in 10 giorni. In quei momenti non pensi minimamente al futuro ma solo all’immediato. È stato stramaledettamente difficile creare l’amalgama giusto in così poco tempo ed essere costretti anche a dare il benservito a tanti ragazzi. Per questo, oltre alla società, mi sento di ringraziare il ds De Poli, che ha sposato le mie idee affidandosi all’esperienza che avevo accumulato. Non è da tutti». Il momento più esaltante? «Da quando sono arrivato a Padova, non c’è stato solo un giorno, ma è tutto un continuo di sensazioni entusiasmanti. Ogni martedì cerchiamo di azzerare tutto e pensare solo alla partita successiva. Il pubblico ci sta dando una grande mano».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) L’allenatore dell’anno. E non è un modo di dire. Carmine Parlato è stato il tecnico più vincente, dalla serie D alla serie A, in questo 2014. Un anno strepitoso per il 44enne campano, cominciato con il grande girone di ritorno, che ha permesso al suo Pordenone di vincere campionato e scudetto dilettanti, e continuato alla guida del Padova dei record di questa prima parte di stagione. Numeri impressionati, che parlano di 82 punti raccolti in campionato nell’anno solare, equamente divisi tra Pordenone (con una gara in più) e Padova. La media è di 2,48 punti a partita, nessuno ha fatto come Parlato, e l’eccezionalità dell’impresa è sottolineata anche dal fatto che sia arrivata con due squadre diverse. «È una grande soddisfazione e gratificazione», sorride l’allenatore biancoscudato. «La scorsa stagione è stata una bellissima cavalcata, durante la quale ho provato sensazioni splendide. Ma da luglio in poi credo di aver intrapreso veramente un bel viaggio». Sì, perché sembra impossibile, oltre che paradossale, ma l’allenatore dell’anno, nei suoi 12 mesi da record, ha subìto anche un esonero. A distanza di sette mesi cosa rimane di un avventura chiusa in modo così amaro a Pordenone? «Che sono cascato bene ed è meglio che sia andata così, vedendo come si sono evolute le cose. L’unico rammarico che ho provato sul momento era l’essere stato confermato per la Lega Pro, salvo essere cacciato due settimane dopo, senza aver avuto il tempo nemmeno di fare mezzo allenamento».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova oggi torna al lavoro, visto che che tra otto giorni c’è l’Altovicentino: mister Parlato ha programmato una doppia seduta all’Appiani (alle 11 e alle 14.30), mentre domani alle 14.30 la squadra sosterrà un’amichevole contro la Piovese (Eccellenza, stadio Vallini di Piove di Sacco, in via Madonna delle Grazie). Non ci saranno, con tutta probabilità, Petkovic e Zubin, che sempre domani sosterranno le ultime risonanze magnetiche per verificare il decorso dei loro infortuni muscolari. Il portiere serbo e l’attaccante sloveno rischiano di non esserci il 4 gennaio. Non se la passa meglio l’Altovicentino, che dopo aver rimediato 5 punti di distanza in classifica e non sapere ancora chi siederà in panchina contro il Padova (Loris Bodo, mister degli Allievi ad interim, potrebbe anche farsi da parte), domenica prossima dovrà fare a meno di mezza difesa per le squalifiche del giovane portiere Logofatu e dei difensori Brandi e Di Girolamo.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Oggi riprendono gli allenamenti e, a proposito di giovani, ci sarà subito un problema di non poco conto da affrontare. Lazar Petkovic si è procurato una lesione muscolare contro il Fenadora e quasi certamente non sarà a disposizione per il big match contro l’Alto Vicentino. Il ricorso a Cristian Cicioni, scontato, obbligherà Carmine Parlato all’esclusione di un big e a ricorrere a un altro giovane, essendo Petkovic fra i quattro Under. Parlato ha già qualche idea, che approfondirà fino a domenica, nei primi allenamenti che precedono lo scontro diretto. Se il Padova, infatti, dovesse riuscire a portare a casa i tre punti, farebbe scattare la prima vera fuga della stagione, a +8 sulla seconda. E, anche se il campionato non sarebbe certo finito, l’Alto Vicentino subirebbe un colpo durissimo. Questo lo sanno bene sia a Padova che a Valdagno. Per il questo il big-match vale tanto, anzi tantissimo, nella corsa alla Lega Pro.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Prima di Natale, il presidente Giuseppe Bergamin era stato chiaro: «A gennaio arriverà almeno un giovane di serie da un campionato professionistico, vogliamo pensare anche al futuro e non soltanto al presente». Detto che sul taccuino del Padova e del ds Fabrizio De Poli c’è sempre Enrico Bearzotti, esterno offensivo classe 1996, non sono escluse ulteriori sorprese in entrata. La motivazione di questi ulteriori ritocchi sono facilmente leggibili nella graduatoria del girone C della serie D, dove i Biancoscudati occupano le posizioni di coda quanto a ricorso a giovani di serie. Dietro di loro soltanto gli arcirivali dell’Alto Vicentino, l’Union Ripa La Fenadora, il Tamai e il Dro, mentre il club che lavora meglio su questo versante è di gran lunga il Mezzocorona. In definitiva il Padova, per la necessità e la fretta di allestire un organico di primissimo livello in grado di vincere il campionato, ha puntato su giocatori di sicuro affidamento, proseguendo il trend pure a dicembre, con l’arrivo di Emil Zubin e di Salvatore Amirante.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (diciassettesima giornata, domenica 4 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Padova, Kras Repen-Clodiense, Montebelluna-Belluno, Mori Santo Stefano-Fontanafredda, Sacilese-Dro, Tamai-Mezzocorona, Triestina-Legnago, Union Pro-ArziChiampo, Union Ripa La Fenadora-Giorgione.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 41, AltoVicentino 36, Belluno 33, Sacilese 31, Montebelluna 27, Union Ripa La Fenadora 26, Clodiense 25, Tamai 23, ArziChiampo e Union Pro 22, Fontanafredda 21, Giorgione 19, Legnago 16, Dro 15, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati finali: ArziChiampo-Tamai 2-0 (Simonato, Carlotto), Belluno-Union Pro 0-1 (Casarotto), Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora 3-1, Clodiense-AltoVicentino 4-4, Dro-Kras Repen 2-0 (Bertoldi, Bazzanella), Fontanafredda-Triestina 2-1 (Ortolan, Gargiulo, Manzo), Giorgione-Montebelluna 0-1 (Perosin), Legnago-Sacilese 1-1 (Spagnoli, Tobanelli), Mezzocorona-Mori Santo Stefano 1-1 (Bentivoglio, Tisi).
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 26 dicembre: quarto ed ultimo giorno di riposo per i Biancoscudati.