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Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Da Korablin nessun segnale di disimpegno, ma di momentanea difficoltà. Ciò premesso, solo lui può dare il necessario chiarimento che la città aspetta». Non si finge a tutti i costi ottimista il dg Dante Scibilia nel fotografare, a fine anno e quasi al giro di boa della stagione 2014/15, l’attuale complicata situazione in seno al Venezia. «I tifosi faranno le proprie valutazioni, personalmente però in questo momento – spiega il dirigente lagunare – mi sento di lasciare da parte i pur comprensibili aspetti emotivi, fino a che il presidente (si vocifera nella prima decade di gennaio, ndr) non farà chiarezza, rassicurando e spiegando a che punto è il suo progetto e quali sono le sue difficoltà e intenzioni”. Come si sa Yury Korablin non si vede da luglio e, alla scadenza del 16 dicembre, per la prima volta non è riuscito a saldare anche i contributi fiscali (per questo il Venezia riceverà un -1 in classifica) assieme agli stipendi di settembre e ottobre. «A noi dirigenti, seppur tramite terzi, ha comunicato di andare avanti perché la situazione economica si sistemerà. In questi anni, ricordiamolo, il presidente ha investito soldi di tasca sua e lo sta facendo tuttora. Peraltro ritengo che il segnale dato dal Venezia sia corretto perché oggi si può fare calcio professionistico anche senza buttare decine di milioni di euro». Scibilia riconosce come non guasterebbe un pizzico di continuità in più, senza rivoluzionare la prima squadra ogni estate. «Abbiamo fatto nostra un’idea di calcio sano, iniziando a lavorare in modo mirato su un settore giovanile che in 3-4 anni potrebbe diventare la nostra risorsa. La Lega Pro va rifondata a partire dalle sue istituzioni, guardando alla progettualità e meno alle poltrone. Un investimento sui vivai che in prospettiva sarà il vero fondamento dei club, altrimenti sempre a rischio se legati solo all’entusiasmo del proprio patron». Il Venezia riprenderà gli allenamenti il 29 dicembre in vista dell’Epifania al Penzo (ore 14) contro l’Alessandria. «Come in società anche nello spogliatoio c’è un gruppo di lavoro serio. Siamo a metà classifica ma con 20 gare ancora giocare continuiamo a guardare verso l’alto».
Ore 20.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia ha terminato ieri mattina gli allenamenti prima della sosta natalizia. Ma già il 29 dicembre gli uomini di mister Serena saranno nuovamente al lavoro per affrontare, il 6 gennaio, l’ultimo turno del girone d’andata, al Penzo contro l’Alessandria.
Non è ancora il momento di fare bilanci, anche se mister Michele Serena si dice soddisfatto. «E’ vero che potremmo avere qualche punto in più in classifica, ma sono contento delle prestazioni della mia squadra, che sono sempre state positive e costanti». Nove partite per il tecnico veneziano, subentrato il 22 ottobre a mister Alessandro Dal Canto, con cinque vittorie e quattro sconfitte. «Più che ai risultati guardo alle prestazioni, che sono il lato positivo di questo periodo. Ora ci auguriamo di raccogliere di più con il nuovo anno». Sotto l’albero il tecnico arancioneroverde non troverà nuovi giocatori e non solo perché il mercato di gennaio aprirà il 5, ma anche perché la situazione societaria del Venezia non offre grandi margini di manovra. Il silenzio della proprietà persiste, l’unico segnale di questi mesi è stato il pagamento, all’ultimo giorno utile, degli stipendi dei giocatori di settembre e ottobre (ma non i contributi, con relativa probabile penalizzazione di un punto). La dirigenza dovrebbe avere un ok su un budget di massima da spendere per il mercato di gennaio, ma non riuscendo a mettersi in contatto con il presidente Korablin, tutto rimane in stand by. Le uniche operazioni possibili potranno essere degli scambi a costo zero o delle cessioni di uomini di mercato, come Bellazzini, di cui però mister Serena non vorrebbe privarsi.
Sul mercato il tecnico preferisce non pronunciarsi, in attesa di sviluppi. Certo è che qualche innesto a centrocampo sarebbe necessario, pur calcolando il recupero di Espinal: il dominicano, dopo l’infortunio, ha ripreso a correre e il 29 avrà un’ultima visita di controllo. Si spera di poterlo riavere disponibile entro fine gennaio.
Ore 19.40 – (La Nuova Venezia) Ultimo allenamento prenatalizio immersi nella nebbia e nel gelo del Taliercio ieri mattina per Michele Serena e i suoi giocatori. Natale con il sorriso stampato sui volti dopo la vittoria di Busto Arsizio e in vista del primo confronto del 2015 contro l’Alessandria di Michele Marconi e Sosa. Il Venezia rimarrà a riposo fino a domenica 28 dicembre, la ripresa al lunedì pomeriggio con doppio seduta il giorno successivo e allenamento il 30 mattina. Altro stop a cavallo di Capodanno con ripresa definitiva fissata per venerdì 2 gennaio, nessuna amichevole prevista in questo periodo. «Preferisco concentrarmi sul lavoro tra di noi» ha sottolineato Michele Serena, «non avrebbe molto senso programma test con formazioni dilettantistiche». Il nuovo anno dovrebbe portare in dote Vinicio Espinal che lunedì 29 si sottoporrà all’ennesimo controllo che dovrebbe dargli via libera. «Sta già correndo da qualche giorno» precisa Serena, «piano piano lo inseriremo in gruppo, senza forzare i tempi. Gennaio servirà per rivederlo in campo. Non dimentichiamoci che è fuori gioco dalla fine di settembre». Più lontano invece il rientro del centrocampista Hottor. A inizio gennaio scatterà anche il mercato invernale, ma se non subentrano ordini diversi l’operato del direttore sportivo Ivone De Franceschi potrà limitarsi al massimo a qualche scambio. Con l’inizio del nuovo anno si capirà anche se e quando verrà a Venezia il presidente Korablin. Nel girone del Venezia sta per cambiare volto il Lumezzane con almeno una decina di giocatori in uscita, intanto Virdis, ex centravanti del Monza (e l’anno scorso al Savona) ha firmato per l’Aquila.
Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) Ieri giocatore, oggi allenatore. Con la stessa mentalità: vincente. Michele Marcolini, tecnico del Real Vicenza, trascorrerà un buon Natale perché con il suo lavoro e quello del più stretto collaboratore, il vice Davide Mandelli, è riuscito a dare una precisa identità al Real, matricola nel girone A di Lega Pro, che al giro di boa è quinto in classifica con 32 punti. Marcolini, il girone di andata si chiuderà il 6 gennaio, ma può già tracciare un bilancio? «La mia esperienza vicentina è senz´altro positiva e direi anche qualcosa di più. Sin da subito mi è stata affidata una squadra competitiva, formata da ragazzi molto validi. Con la società c´è stata immediata sintonia». Lei ha appena iniziato ad allenare. Ha molte più cose da raccontare sul suo passato da calciatore «Sarebbe riduttivo parlare di un bel ricordo in particolare. Ho avuto una carriera lunga e ricca di soddisfazioni». Magari ricorderà con più gioia un periodo piuttosto che un altro «Ci sono state tante fasi diverse. Gli anni di Bergamo sono stati i più entusiasmanti, sia per la squadra, che per l´ambiente tutto, il pubblico. Eravamo una cosa sola e c´era una carica incredibile». Quando è stato al Chievo invece? «Là mi sono affermato e confermato come giocatore di A di un certo tipo». Non rinuncia mai a partecipare agli allenamenti dei suoi ragazzi. Le manca il campo? «Pensavo mi mancasse di più. Quando vedo giocare certe grosse squadre comunque rivivo emozioni forti. Mi mancano soprattutto l´atmosfera, la preparazione alla gara. Ma fare l´allenatore mi tiene molto concentrato». Tra poco aprirà il mercato. Che cosa si aspetta? «È sempre una fase delicata. Se ci sarà la possibilità di consolidare qualcosa, ben venga». Il presidente Lino Diquigiovanni parlava di un rinforzo per la difesa e per l´attacco… Lei e Mandelli siete inseparabili. Andate molto d´accordo? «Quando giocavamo ci scannavamo, perché tra difensore e centrocampista succede spesso. Ci si dà le colpe! Battute a parte – comunque è vero che non ce le mandavamo a dire – il nostro è un rapporto solido e non solo dal punto di vista professionale».
Ore 18.40 – (Corriere del Veneto) La bottiglia dello spumante è già in frigo, la voglia di fare qualcosa d’importante pure. Basta non dirlo troppo forte, perché il Bassano primo in classifica non vuole dare l’impressione, neppure minima, di aver cambiato atteggiamento. «Abbiamo fatto così anche l’anno scorso – evidenzia il dg Werner Seeber – e i risultati si sono visti, per cui abbiamo tutta l’intenzione di ripetere anche quest’anno quella che riteniamo una formula vincente. Rinforzi? Non credo che ci servano nuovi innesti, mi sembra che ogni reparto funzioni alla grande. Ma se qualcuno che non trova molto spazio vuole andare via lo accontenteremo». Per Seeber niente proclami né tantomeno voli pindarici: «Di serie B non ne voglio sentire parlare. Niente è impossibile, ma il modo peggiore per arrivarci è quello di cambiare la nostra identità: il 2014 per noi è stato un anno fantastico». Bassano gode e chissà che a fine stagione non si possa festeggiare un traguardo storico.
Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) Ufficialmente il summit di mercato tra Asta e il digì Seeber è in carnet tra sabato, giorno fissato per la ripesa dei lavori dopo il break natalizio e i primissimi giorni della prossima settimana. Ma intanto Tonino ne ha già parlato informalmente con chiunque, probabilmente anche con la moglie e le figlie che non si perdono una partita del Bassano e che non risparmiano nulla al marito e al padre, visto che di calcio iniziano a capirne un bel po´. Le richieste del trainer sono il segreto di Pulcinella, lo ha dichiarato a noi come a siti e quotidiani nazionali. Ovvero due rinforzi di spessore e al limite una terza addizione in corsa. Sì, ma chi è in arrivo, cioè che tipo di giocatori insegue il nocchiero virtussino nella finestra di gennaio? Di sicuro un centrocampista centrale di sostanza da affiancare al trio Cenetti, Proietti e Davì, un´urgenza assoluta ora che Cenetti è ammaccato e in forte dubbio per il doppio viaggio all´alba del 2015 a Salò con la Feralpi il pomeriggio dell´Epifania e a Pavia sabato 10 gennaio. Quindi un medianone pronto uso magari da reperire sollecitamente, poi una seconda punta o esterno offensivo con cui completare il cast d´attacco. Sì poichè nell´organico ci sono diverse ali classiche, un paio di panzer come Maistrello o Munarini, un centravanti di regime come Pietribiasi ma non una spalla d´area col gol addosso che possa appoggiare tanto un lungo come Maistrello o uno scattista quale il Condor. Uno, per capirci, che veda la porta più dei tanti fantasisti a servizio, un predatore sottoporta di rapidità e scaltrezza. Un identikit con peculiarità specifiche attualmente assenti nella dispensa del Soccer Team. Questi due ingressi sono semplicemente imprescindibili. Poi ce n´è un terzo legato essenzialmente alle condizioni di Ingegneri: il ragazzo dopo aver speso due mesi abbondanti ai box per guai fisici di vario tipo ha recuperato benone palesando un´affidabilità ritrovata. Ecco se anche le uscite del mese prossimo confermeranno queste sensazioni positive, in via Piave non andranno a caccia di un difensore di supporto, diversamente non è escluso che si possa pensare a un ritocco in retrovia, dato che Toninelli a destra non possiede un sostituto nominale e nell´emergenza Asta ha dirottato Priola terzino con esiti peraltro ragguardevoli. Asta insiste per pedine mediamente collaudate, la società preferirebbe giovani scommesse o prospetti da rilanciare. Il nodo è questo e nemmeno banalissimo.
Ore 17.50 – Sala stampa, Claudio Foscarini, allenatore Cittadella: “Oggi abbiamo dato un impronta, dobbiamo continuare così per fare un altro campionato. Ho rivisto il Cittadella che ho in mente. A sinistra siamo stati devastanti, a tratti ho rivisto il vecchio Cittadella. I nostri primi 70 minuti odierni sono i nostri migliori del campionato. Gli ultimi 20 invece non abbiamo più giocato, avevamo paura di vincere. Hanno pesato gli ultimi tre mesi di non vittoria. Siamo stati compatti e aggressivi, sono contentissimo”.
Ore 17.40 – Sala stampa, Alessandro Sgrigna, attaccante Cittadella: “Abbiamo peccato di inesperienza sul finale, la mia ultima tripletta risaliva proprio al periodo precedente qui a Cittadella, contro il Benevento. Dovevo tornare qui per rifarla”.
Ore 17.10 – Serie B, la classifica aggiornata: Carpi 40, Bologna, Frosinone e Livorno 31, Lanciano, Spezia e Trapani 30, Avellino 29, Pro Vercelli e Vicenza 27, Modena e Perugia 26, Bari, Pescara e Ternana 25, Entella e Brescia 23, Catania 21, Crotone 20, Cittadella, Latina e Varese 19.
Ore 17.00 – Serie B, i risultati al termine dei primi tempi: Bologna-Pro Vercelli 3-0 (Improta, aut. Marconi, Laribi), Brescia-Bari 2-1 (Di Cesare, Caputo, Sodinha), Carpi-Perugia 4-0 (Pasciuti, Mbakogu, Struna, Inglese), Cittadella-Catania 3-2 (3 Sgrigna, 2 Calaiò), Crotone-Frosinone 2-0 (Maiello, Ricci), Latina-Entella 1-1 (Mazzarani, Crimi), Pescara-Varese 2-0 (rig. Maniero, Melchiorri) Spezia-Lanciano 3-3 (Giannetti, 2 Catellani, Grossi, Piccolo, Monachello) Ternana-Modena 1-0 (Avenatti), Trapani-Avellino 4-1 (Castaldo, 3 Abate, Nadarevic), Vicenza-Livorno 0-0.
Ore 16.40 – (Il Piccolo) «Ogni maledetto Natale»: è il titolo di una delle tante commedie italiane uscite nei cinema a dicembre, che fa ovviamente il verso al celebre «Ogni maledetta domenica» con Al Pacino. Ma è un titolo che si adatta alla perfezione ai tifosi alabardati e ai brutti periodi che da anni stanno passando quando pensano alla Triestina sotto l’albero. A dire il vero, negli ultimi anni i supporters dell’Unione hanno avuto di che essere tristi in tutti i periodi dell’anno: fra le retrocessioni o le mancate promozioni della tarda primavera, le tribolazioni societarie in estate e i verdetti del campo tra autunno e inverno, non c’è quasi mai stato spazio per gioire. Ma gli immediati giorni prima del Natale, in particolare l’ultimo turno di campionato che si gioca prima della pausa per le feste di fine anno, è da tantissimo tempo che dice proprio male alla Triestina. Basti pensare che quella di Fontanafredda, è stata la settima sconfitta consecutiva che l’Unione subisce nell’ultimo turno dell’anno solare, quello che si gioca prima della pausa per le festività natalizie. Lo scorso anno, il 22 dicembre, la Triestina di Rossitto era stata battuta a Tamai per 2-1, ma il colmo è che perfino nell’anno in Eccellenza, quando si vinceva sempre o quasi, l’Unione era capitolata nell’ultima giornata prefestiva: era successo al Rocco, quando la squadra allora allenata da Costantini era stata sconfitta dall’Azzanese per 1-2. Negli anni precedenti erano arrivati ancora molti ko: in Lega Pro la Triestina era stata sconfitta in casa dal Prato per 0-1 il 18 dicembre 2011, mentre sotto Natale 2010 gli alabardati in serie B erano stati battuti a Vicenza per 2-0 (una sconfitta che era costata la panchina a Iaconi). Nel 2009, la Triestina aveva chiuso l’anno a metà dicembre a Reggio Calabria, subendo un netto 3-1 dalla Reggina (l’ultima partita prevista al Rocco contro il Piacenza fu rinviata per il campo gelato). Neppure l’ottima seconda stagione con Maran fu felice sotto l’albero per i tifosi alabardati: la Triestina aveva appena festeggiato i suoi 90 anni ma perse ad Ancona 2-1 l’ultima partita del 2008. E sono sette ko consecutivi. Finalmente, nel 2007, troviamo almeno un pareggio, quello casalingo contro l’Avellino per 2-2, con una rimonta firmata da Della Rocca e Granoche. L’anno precedente ritornano le sconfitte (0-1 al Rocco contro il Genoa), poi un pareggio nel 2005 (Triestina-Bari 0-0), un altro ko nel 2004 (Triestina-Torino 0-1) e, finalmente, quella che al momento rimane l’unica vittoria degli ultimi undici anni: l’evento risale al 21 dicembre 2003, quando con Tesser in panchina, gli alabardati sbancarono Ascoli per 3-1. Da allora, 9 sconfitte e 2 pareggi, e rendere sportivamente più amaro il Natale rossoalabardato.
Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) La soddisfazione non è quella immeditatamente dopo il successo nel derby con l’Altovicentino, ma poco ci manca. I tre punti conquistati dall’Arzignanochiampo sul Tamai domenica sono un bel regalo da mettere sotto l’albero perché portano i gialloazzurri a +6 dalla linea rossa dei play out. «Chiudiamo nel migliore dei modi – ha dichiarato l’allenatore Paolo Beggio – ricca di soddisfazioni. Lo scorso anno eravamo in Eccellenza, ora stiamo meritando di giocare in Serie D. La squadra ha mostrato spirito di umiltà e sacrificio. Sono le nostre armi segrete». Sprizza gioia il presidente Lino Chilese. «Questa per noi è un’annata di assestamento. Siamo una matricola, e quindi bisogna adattarsi alla categoria. Lo stiamo facendo nel migliore dei modi. Dopo un periodo problematico ora è un mese e mezzo che fisicamente la squadra sta molto bene ed i risultati si vedono». Col mercato di dicembre la rosa si è ristretta… «Così i giocatori si sentono più responsabilizzati, sanno che c’è bisogno dell’apporto di tutti. Un grazie devo però dirlo a Trinchieri e Pregnolato: hanno rifiutato proposte arrivate da società importanti (per l’attaccante s’era fatto sotto anche il Padova) per restare con noi».
Ore 15.50 – Serie B, i risultati al termine dei primi tempi: Bologna-Pro Vercelli 2-0 (Improta, aut. Marconi), Brescia-Bari 1-0 (Di Cesare), Carpi-Perugia 1-0 (Pasciuti), Cittadella-Catania 1-0 (Sgrigna), Latina-Entella 1-1 (Mazzarani, Crimi), Pescara-Varese 1-0 (rig. Maniero) Spezia-Lanciano 3-2 (Giannetti, 2 Catellani, Grossi, Piccolo) Ternana-Modena 0-0, Trapani-Avellino 1-1 (Castaldo, Abate), Vicenza-Livorno 0-0.
Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Niente regalo sotto l’albero per il presidente Rino Dalle Rive. Lo scossone con l’esonero di Cunico e le manovre di rinforzo per l’attacco non hanno dato il frutto sperato. In laguna la squadra è andata in gondola: avanti per 1-3 e poi per 3-4 s’è fatta raggiungere due volte, e in più ha concluso con due espulsioni: tirando le somme, si va allo scontro diretto con il Padova in programma a gennaio dopo la sosta natalizia con un ritardo di 5 lunghezze e mezza linea difensiva squalificata. «Digerire quello che ho visto domenica – ha dichiarato Rino Dalle Rive – non è facile. Tempo di nuove decisioni? È un momento importante, che va ponderato approfonditamente. Ci sono questioni tecniche ma anche amministrative da vagliare». Resta da sciogliere il nodo Bodo, chiamato in panchina al posto di Cunico: traghettatore o promozione definitiva? «Fa parte delle riflessioni che sto facendo. Allenatori si sono proposti in tanti ma io non ho incontrato nessuno. Una cosa però è certa: se ci saranno cambiamenti saranno di primordine». Sicuramente non sono concluse le operazioni di giocatori in entrata.
Ore 15.10 – (Gazzettino) Dopo la sonante vittoria per 4-0 con la Fortis Juventus e in attesa di riprendere la preparazione in vista del derby del 6 gennaio con il San Paolo, l’Abano sta monitorando ancora il mercato degli svincolati. A fronte delle partenze di Beccaro e Guccione, il club neroverde potrebbe operare un innesto nel reparto offensivo per completare la rosa. Nel mirino l’attaccante Paolo Zanardo, che si è liberato dal Piacenza. Intanto venerdì scorso trecento atleti dell’Abano, dalla prima squadra ai piccoli amici, si riuniti per la festa di Natale. A fare gli onori di casa il presidente Gildo Rizzato e con lui anche Matteo Cannella di Alì Supermercati che ha donato un panettone a tutti gli atleti. Massimiliano De Mozzi, tecnico della prima squadra, si è rivolto ai giovani incoraggiandoli a cercare «un Natale a propria reale misura, ricco di azioni di piede che siano collegate alla testa e al cuore». In tutto la festa è durata un paio d’ore, intervallata da video e fotografie dei ragazzi in campo, nonché da Babbo Natale che ha presentato ai bambini la Fondacion Momentos de Alegria attiva in Colombia a favore dei bambini con disagi sociali. Babbo Natale ha donato anche ai ragazzi il book fotografico della stagione sportiva in corso, realizzato dalla società aponense per tutti gli atleti e le loro famiglie. Immancabile la lotteria di Natale dedicata agli atleti.
Ore 14.40 – Giudice Sportivo: stangata sull’AltoVicentino, che contro il Padova dovrà fare a meno di tre giocatori. Si tratta di Giorgio Brandi e Rosario Di Girolamo (entrambi espulsi contro la Clodiense per doppia ammonizione) nonché del portiere Alexandru Logofatu, che sabato ha collezionato il quarto giallo stagionale. Nessuna sanzione, invece, per i Biancoscudati.
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Nemmeno il tempo di godersi la vittoria colta all’ultimo respiro contro lo Spezia, che per il Vicenza è già vigilia di uno nuovo confronto. Da giocare ancora al Menti e contro un’altra squadra assai accreditata, ovvero il Livorno, terzo in classifica, a un punto dal Frosinone e a sei dal Carpi, incontrastato leader. «È una sfida affascinante, che vogliamo affrontare con il massimo rispetto, ma senza alcuna soggezione. Credo che il Vicenza, soprattutto in quest’ultimo periodo, abbia dimostrato di avere le qualità per fare bene contro tutti», dice Davide Di Gennaro, uno dei protagonisti della vittoria di sabato scorso. «Quella con lo Spezia è stata una vittoria bella e importante, perché giunta al termine di una sfida condotta molto bene. La gara l’avevamo preparata con il mister nel migliore dei modi». A decidere la sfida è stato il gran gol di Lores… «Siamo tutti contenti per lui. Sicuramente il gol gli darà ancora più stimoli e convinzioni». La gara con lo Spezia vi ha visti spesso condurre le danze, anche se le azioni più pericolose le hanno create i vostri avversari. «Sinceramente penso che nel primo tempo abbiamo giocato molto meglio noi, creando situazioni pericolose con Giacomelli, Moretti e Cinelli. Nella ripresa loro hanno avuto qualche buona ripartenza, ma il Vicenza ha dimostrato di aver preparato al meglio la gara e ha saputo interpretarla nel migliore dei modi». Lei ha scambiato spesso la posizione con Moretti. «Sì, l’aveva deciso il mister per non fornire punti di riferimento agli avversari. Credo che l’idea abbia funzionato. Adesso è importante avere continuità di prestazioni, di risultati e di atteggiamento in campo, che non deve cambiare indipendentemente da dove si gioca». Il Vicenza sembra un’altra squadra. «Io direi che è giusto tenere conto anche del lavoro fatto dallo staff precedente, con cui siamo sempre stati sopra la zona retrocessione. Con mister Marino abbiamo beneficiato di un cambio di marcia notevole e questo è sotto gli occhi di tutti».
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Un cambio per reparto. Così ha deciso Pasquale Marino per la gara della vigilia di Natale contro il Livorno. Il tecnico biancorosso ha fatto intendere che un piccolo turnover ci sarà, in vista anche della partita che il Vicenza affronterà il 28 dicembre a Frosinone, ma dal campo di Isola dove ieri la squadra ha svolto la rifinitura non sono giunte indicazioni certe: Marino ha mischiato molto le carte. In difesa, visto il turno di stop a Garcia Tena, giocherà D´Elia, a sua volta al rientro dalla squalifica. La difesa, davanti a Bremec, si completerà con l´ottima coppia centrale formata da Brighenti e Gentili e Sampirisi nel ruolo di terzino destro. A centrocampo è in pole position Sciacca come mezzala destra, ma non è sufficientemente chiaro chi gli farà posto. Di Gennaro, Moretti, o addirittura Cinelli, che di solito agisce da mezzala sinistra? Sono diverse le valutazioni da fare. L´esclusione di Di Gennaro e Moretti, che hanno dimostrato anche contro lo Spezia di alzare il tasso qualitativo della squadra, sembra difficile in un match così importante. Più probabile invece che Marino decida di dare un po´ di riposo a chi, come Cinelli, ha sempre giocato finora dando un grosso contributo sia per quantità che per qualità. In questo caso, allora, Sciacca andrebbe proprio a ricoprire la posizione del vicecapitano mentre Di Gennaro e Moretti terrebbero le rispettive posizioni di regista e mezzala destra con licenza di scambiarsi durante i 90´ come già accaduto contro la formazione ligure. È tra i convocati Sbrissa, nonostante la pallonata che l´ha colpito ieri al naso. In attacco è pronto a partire dal primo minuto l´ “eroe” di Vicenza-Spezia Lores Varela, galvanizzato dal gol messo a segno negli ultimi minuti. L´uruguaiano dovrebbe giocare come esterno alto di sinistra (Cocco e Laverone gli altri componenti della prima linea) al posto di Giacomelli, che ieri non ha disputato la rifinitura perché bloccato dalla febbre anche se è tra i convocati.
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza gioca oggi la seconda partita di fila allo stadio Menti (inizio alle 15) contro il Livorno. Gara importante perchè c´è la possibilità di salutare i tifosi biancorossi con un allungo ulteriore che proietterebbe la squadra verso l´ultima gara del 2014, quella a Frosinone, nella migliore condizione. Ieri intanto il tecnico Paquale Marino ha sottolineato l´aspetto più importante della vittoria sullo Spezia. «Mi aspettavo – ha commentato il tecnico biancorosso – una reazione che infatti c´è stata, e a prescindere dal risultato. Io faccio l´allenatore e dunque cerco di guardare sempre la prestazione: bene, devo dire che la continuità sotto questo aspetto c´è a parte, ovvio, qualche raro passo falso, ma mi sembra pure che sia fisiologico e che non capiti solo il Vicenza ma anche a formazioni che hanno ben altri obiettivi». Contro i liguri si è visto di nuovo un Vicenza capace di essere squadra. «Sì, così come s´è vista la voglia di lottare e di emergere di questi ragazzi e mi fa molto piacere. Allenandoli ogni giorno mi rendo conto che hanno una grande attenzione a quanto si prepara e tutto ciò mi fa ben sperare pensando al futuro». Un´altra nota positiva: alla penuria di attaccanti dovuta agli infortuni di Maritato e Ragusa lei ha rimediato mandando in gol più giocatori. «Oltretutto così – ha spiegato Marino – non si rischia di dipendere da un solo giocatore, perchè se poi questo ha un calo di forma sono problemi seri e dunque è meglio cercare di avere tutti la convinzione di poter arrivare al tiro e mi riferisco ai centrocampisti e pure agli attaccanti esterni, la nostra manovra non per nulla è finalizzata a questo». Ciò rende meno fondamentale, a suo avviso, l´arrivo di una punta o invece l´attaccante deve essere preso lo stesso al mercato di gennaio? «Guardate quello che si è programmato e progettato al mio arrivo non è cambiato di una virgola rispetto a quanto si sta facendo, perchè non siamo condizionati da un risultato positivo o negativo». Va bene, ma lei potendo scegliere se rafforzare la difesa, il centrocampo o l´attacco cosa farebbe? «Stabilito che non voglio parlare di mercato è chiaro che numericamente in attacco qualcosa ci vuole, d´altra parte oggi stiamo adattando una punta esterna in avanti, ma ci tengo a dire che chi gioca sta facendo bene e dunque chiunque arriverà dovrà lottare perchè qui nessuno molla. E poi per ora pensiamo al Livorno che è una delle squadre iù forti del campionato». Ecco allora parliamo dell´undici biancorosso. «Qualcosa cambierà in ogni reparto, viste le tre gare ravvicinate e dunque l´alternanza è importante, senza però stravolgere nulla, un cambio poi l´ho… concordato col giudice sportivo visto che Garcia Tena è squalificato e rientra invece D´Elia, per il resto vedrò». Un giudizio sul Livorno, senza dubbio una delle squadre più forti del campionato. «Esatto, non per nulla punta all´immediato ritorno in serie A. Può contare su un sacco di attaccanti e questo è importante, ha un centrocampo ben assortito con Luci, Mosquera e altri, così come dietro Emerson è sprecato». Come se li aspetta i toscani? «Io penso che il Livorno sarà aggressivo, poi prova sempre a fare la partita, ma noi dobbiamo cercare di avere comunque la nostra identità, guai a cambiare in base all´atteggiamento dell´avversario e dunque ad esempio dovremo essere bravi a cercare di recuperare la palla nel minor tempo possibile quando la perderemo, ma sono fiducioso perchè stiamo migliorando in tanti aspetti».
Ore 13.10 – (Gazzettino) Se il Cittadella avesse inviato la letterina a Babbo Natale, di sicuro avrebbe chiesto di ricevere come dono quella vittoria che manca ormai da più di tre mesi. Era l’ormai lontano 20 settembre, 3-2 al Pescara, poi nove pareggi e sei sconfitte. I tre punti insomma mancano da 15 gare di campionato, e l’ultimo posto in classifica è la logica conseguenza del lungo digiuno. Ad onor del vero i segnali di ripresa si registrano ormai da un paio di mesi, il Cittadella ha ritrovato strada facendo la convinzione persa, ma alla fine bisogna sempre fare i conti con i numeri. E, come ha ricordato Claudio Foscarini al termine della sfida di Frosinone, senza vittorie non si va da nessuna parte. «In una gara importante come quella con il Catania – sottolinea il tecnico granata – ci sono voglia e volontà di centrare in casa quello che stiamo facendo fuori. Il Cittadella in trasferta si esprime in maniera convincente, come ha dimostrato a Frosinone, La Spezia e prima ancora a Vicenza, dove è mancata soltanto la vittoria. La squadra però mi è sempre piaciuta in queste occasioni, adesso dobbiamo ripeterci al Tombolato, dove sul piano tattico è più complicato preparare la partita». Ancora una volta Foscarini conferma una grande fiducia nei suoi ragazzi. «Vedo la squadra pronta e motivata. Se continui a fare bene, a lavorare con impegno, i risultati non possono tardare». L’avversario di oggi è il Catania, in estate indicato da tutti come una delle candidate alla promozione. «Ha avuto problemi, ma è una squadra che ama giocare e mira sempre a mantenere l’iniziativa per poter innescare il tridente d’attacco. Ci sono elementi di spessore, il Cittadella dovrà essere bravo a non farli giocare e per riuscirvi servirà un grande pressing». Quanto alla formazione, con Cappelletti squalificato tornerà Pellizzer al centro della difesa. «È il nostro capitano e riprende il suo posto. A volte fare panchina una giornata o due può essere positivo. Stacchi un po’ la spina dopo avere tirato a lungo la carretta, sono certo che adesso tornerà a darà una grande mano alla squadra». Qualche dubbio sull’undici da mandare in campo è legato anche alla condizione di Pecorini, che durante la settimana si è allenato in maniera differenziata per i postumi di un problema accusato a Frosinone. Il difensore resta in ballottaggio con Benedetti per un posto a centrocampo, più remota invece l’ipotesi di vedere Paolucci dall’inizio. QUI CATANIA. Nemmeno la compagine siciliana può stare tranquilla, con 5 punti in più del Cittadella ma sempre a ridosso della zona play out. Due pareggi nelle ultime quattro partite per gli etnei: nel mezzo le dimissione del tecnico Sannino e il ritorno in panchina di Pellegrino. TIFOSI. “Terzo tempo” tra i rappresentanti delle tifoserie di Cittadella e Catania, che si ritroveranno a pranzare assieme prima di recarsi allo stadio. Poi ci sarà anche lo scambio di regali in campo, con il beneplacito della Lega. Agli abbonati granata della gradinata est e a coloro che acquisteranno un biglietto di questo settore verrà regalato un ingresso omaggio.
Ore 12.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Mentalità e attributi giusti o non se ne esce”) Non ci vuole molto a capire, dando un’occhiata alla classifica e considerando che siamo alla 20ª giornata, non alla prima o alla decima, che questa vigilia di Natale può rappresentare davvero lo spartiacque fra ciò che è stato sin qui il Cittadella, ora ultimo, e quello che potrebbe essere il futuro granata in caso di successo. La storia, anche recente, del torneo cadetto è piena di squadre camaleontiche, capaci di cambiare pelle, e sostanza, fra un girone e l’altro e di raddrizzare una stagione dopo inizi tribolati. Vogliamo credere che possa essere così anche per Pellizzer & C., ma a patto di una metamorfosi radicale che contraddistingua il modo di stare in campo degli uomini di Foscarini, a partire dai più rappresentativi di loro. Non si tratta solo di prendersi le proprie responsabilità o di accentuare la foga agonistica, ma di svoltare soprattutto sul piano psicologico: un gruppo che, a questo punto, è chiamato a pensare solo a salvarsi ha l’obbligo di affrontare le gare con piglio diverso, muovendosi e lottando su ogni pallone con la “fame” di chi non ne vuole più sapere di restare in coda a tutti. “Fame” significa non tirare mai indietro il piede, certo, ma metterci pure testa, imparando a leggere al meglio la gara, e non fermandosi a discrete prestazioni per un tempo, per poi magari lasciare a desiderare nei successivi 45’ (o viceversa). Avendo di fronte una delle big della B, nobile decaduta che, come il Bologna, fatica ad adattarsi a ben altra realtà rispetto alla massima serie, gli stimoli, si dice solitamente in questi casi, scaturiscono automaticamente da soli, ma non basta: il Cittadella ha bisogno di resettarsi in tutto e per tutto e scattare dalla lunetta di centrocampo, alle 15, come se fosse la sua prima gara dell’anno. Se si lascia condizionare dalla posizione in graduatoria, non ne esce più. Per questo c’è bisogno di variare passo e mentalità, rispolverando magari quelle caratteristiche degli schemi del proprio allenatore finite in qualche polveroso sgabuzzino negli ultimi mesi: velocità, pressing, spinta più continua e insistita sulle fasce, e pause ridotte a zero o quasi. Aggiungendoci pure, se non è chiedere troppo, le conclusioni da fuori area che alcuni centrocampisti (Rigoni in primis) hanno dimostrato di avere, e con proficui risultati. In coda, concedeteci due parole su Maurizio Pellegrino. Torna nel Padovano un allenatore che, nella storia degli ultimi 20 anni, ha lasciato dietro di sè il ricordo di uno dei migliori calci proposti all’Euganeo, anche se era C/1. È tornato alla guida degli etnei, dopo aver rischiato di salvarli in serie A, in seguito alle dimissioni di Sannino e alla prima partita in panchina ha pareggiato (2-2 con il Brescia). Se lo lasciano lavorare, è capace di fare molto bene. Un pericolo in più da cui il Citta dovrà guardarsi, ma lo si sapeva anche prima.
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) «È la partita-chiave». Claudio Foscarini non si nasconde dietro un dito e nemmeno dietro le solite frasi fatte. Nell’insolito turno della vigilia di Natale, questo pomeriggio al Tombolato, il Cittadella ospita il Catania, nella sfida tra le grandi deluse, fino a questo momento, della serie B. Ad una formazione, come quella etnea, chiamata a vincere il torneo e ritrovatasi appena due punti sopra la zona playout, fa da contraltare un Cittadella mai così in difficoltà da quando, più di sei anni fa, è tornato fra i cadetti. Mai, infatti, nella gestione Foscarini la squadra granata aveva raccolto una striscia negativa come quella attuale, con l’ultima vittoria che risale addirittura alla quarta giornata, il 3-2 al Pescara del 20 settembre. Da allora 15 partite senza successi, tante beffe, una buona dose di nervosismo e altrettanti complimenti caduti nel vuoto. Ecco perché il tecnico è stanco di vedere una squadra che gioca e crea, ma rimane sempre con un pugno di mosche in mano. In casa come fuori. «È la partita-chiave per l’andamento del Cittadella», analizza Foscarini, «perché anche raccogliere un’altra buona prestazione, ma senza portare a casa i tre punti, sarebbe pesante. Certo, può succedere anche questo, ma abbiamo una grande necessità di trovare il successo. Vorrei vedere una squadra che riesca ad esprimersi in casa come ha fatto ultimamente in trasferta. A La Spezia, Vicenza e anche a Frosinone ho visto un Citta sbarazzino. In casa invece facciamo fatica, ma la salvezza per forza di cose deve passare dal Tombolato». Come si spiega questa differenza di rendimento tra gare esterne e interne? «Sono situazioni tattiche diverse e capisco che non sia sempre facile imporre il gioco come siamo chiamati a fare tra le mura amiche. Io, però, mi riferisco anche all’atteggiamento. In trasferta ho visto una squadra più tosta e sicura di sé, mentre in casa siamo più impacciati. Dobbiamo rimetterci sulla buona strada. Il gruppo mi sembra pronto e motivato». Questo Catania è un bell’enigma. Come valuta le difficoltà che hanno avuto i siciliani? «Stanno vivendo un momento particolare, dovuto anche alle assenze, e sono difficili da decifrare. Ma di sicuro hanno giocatori di grande spessore. Vorranno prendere in mano il possesso-palla per innescare i giocatori davanti, che hanno talento. Noi dovremo essere bravi a giocare da subito aggressivi». Rivedrà Pellegrino, contro il quale è stato protagonista di alcuni derby con il Padova. «Mi fa un grande piacere, perché è un tecnico che stimo e con il quale ho sempre avuto un buon rapporto. Quando capita di incrociarci a Coverciano, ci scambiamo spesso dei pareri e sono contento di ritrovarlo». In settimana ha dichiarato di essere fortunato a lavorare in un ambiente tranquillo, con una società che ha piena fiducia. Quanto conta questo fattore per il momento che state vivendo? «Mi sento molto responsabilizzato, non sono qui per timbrare il cartellino. La salvezza del Cittadella viene prima di tutto, anche di Foscarini. Sono qui da dieci anni, ma non mi sento affatto intoccabile, e sono sempre il primo a mettermi in discussione. Proprio perché è il decimo anno, centrare la salvezza sarebbe il coronamento del bellissimo rapporto che ho con questa società. Ora sto lavorando per raggiungere in tutti i modi un obiettivo che ad inizio stagione non credevamo potesse essere così arduo». In difesa, squalificato Cappelletti, rientrerà Pellizzer? «Il capitano ci sarà di sicuro. A volte un paio di panchine possono far bene per uno come lui, che ha sempre tirato la carretta e dà una grande mano alla squadra».
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Nonostante il momento delicato che stanno affrontando entrambe le squadre, oggi a Cittadella andrà in scena un insolito terzo tempo natalizio. Dalle 13.30 una rappresentanza di tifosi granata e siciliani si ritroverà al ristorante Da Godi a Fontaniva sotto la regia del “Salf Granata Club” e del club “Granata Jack Foscarini-Riese Pio X”. Proprio quest’ultimo gruppo ha messo in piedi un gemellaggio speciale tra le due società, basato sulla figura dello storico Pontefice e sui suoi legami, non solo con il paese d’origine, ma anche con la Sicilia. Dopo il terzo tempo ci sarà la consegna di un ricordo speciale di San Pio X, cerimonia che avverrà in campo prima del fischio d’inizio. La società granata spera di popolare il più possibile gli spalti del Tombolato e anche per questo ha attivato la promozione che permette agli abbonati di Gradinata Est, o a chi acquisterà un tagliando in questo settore, di regalare un biglietto ad un amico. La promozione è valida anche per chi acquisterà il biglietto in Curva Ospiti.
Ore 12.10 – (Corriere del Veneto) A Cittadella e dintorni sarà una vigilia di Natale particolare. Inutile dire che la situazione di classifica molto complicata, con l’ultimo posto, ha creato qualche malumore nell’ambiente. E Claudio Foscarini, che le sta provando tutte per uscire dalla crisi potendo contare sul pieno appoggio della società nonostante 15 partite senza una vittoria, tira dritto. Comprensibile, visto e considerato che da queste parti le pressioni stanno a zero e che va sempre ricordata la dimensione del Cittadella nella B dei giganti. Eppure Foscarini qualche messaggio lo ha già mandato: «Non c’è bisogno che qualcuno dica alla società cosa deve fare, io sono convinto che possiamo uscire da questa situazione. Anche a Frosinone ho visto l’atteggiamento giusto della squadra, se continueremo così ci tireremo fuori dai guai. Adesso ci aspettano Catania e Perugia, non certamente due avversarie semplici, dobbiamo dare tutto e cercare di portare a casa i tre punti che ci mancano ormai da troppo tempo». Oggi con il Catania (fischio d’inizio ore 15) mancheranno Cappelletti (squalificato) e il trio Signorini-Schenetti-Lora (infortunati). In difesa dovrebbe rivedersi dal primo minuto Pellizzer, escluso nelle ultime due partite.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Condivide il pensiero di capitan Cunico che solo una vittoria del Padova sarebbe un segnale importante andando a +8? «Intanto arriviamo alla partita, poi come sempre le cose bisogna andare a guadagnarsele. Dico solo che stare davanti ti aiuta e al tempo stesso ti snerva, ma di sicuro non voglio mettermi nei panni di chi sta dietro perché se sbagli, è peggio». Il giocatore che più l’ha sorpresa? «Sottolineo il rendimento dei giovani. Degrassi e Mezzocco non hanno mai fatto la serie D, Busetto aveva giocato solo poche partite. E giocare nel Padova ha tutto un altro peso. Ma ci tengo a dire che sono stati aiutati molto dalle prestazioni dei vecchi». Siete il Padova, sentite il peso della responsabilità? «È una cosa dovuta, dopo che il Padova è finito in una categoria che non gli compete». Amirante, Ferretti, Zubin e il giovane Pittarello. Come pensa di gestire un attacco del genere? «Allo stesso modo di come gestisco gli altri reparti, ossia nella coerenza sul campo in termini di continuità e prestazioni, e nella loro disponibilità. Ma su tutto prevale l’obiettivo del gruppo, e sono pronto a mettere la mano sul fuoco per questi ragazzi. Poi, se hai giocatori di una certa levatura è giusto provare a farli giocare insieme, sempre mantenendo equilibrio e raziocinio».
Ore 11.30 – (Gazzettino) «E sarà così anche per i prossimi due-tre anni se continua questa loro passione, perché non so quante piazze in Lega Pro e anche in serie B possano contare sull’appoggio di cinque-sei mila persone. Oltre a collaborare con la società, danno un sostegno a crederci senza mollare mai. Il motto “rabbia, sudore e dignità” va portato avanti: la rabbia per quello che è stato tolto, il sudore per ripartire, la dignità vuol dire rispettare se stessi». Ripercorrendo l’avventura biancoscudata, quale è stato il momento più difficile? «Il primo mese è stato tremendamente duro. La mia idea era di plasmare intanto un undici di giocatori, non una rosa, e dare continuità a quello. Con tutte le difficoltà che c’erano. Poi sicuramente a livello umano non è stato bello dover comunicare a qualche giovane che non faceva parte del Padova, però bisognava fare delle scelte». La partita che le ha dato più soddisfazione? «Spero che debba ancora arrivare. Sono state tutte buone, ma andiamo alla ricerca di quella bella, bella, bella». Magari già domenica 4 gennaio nello scontro diretto. «È una partita importante come le altre, ma si può finalmente dire che l’attesa è finita. Bisogna prepararla in maniera equilibrata e determinata. Comunque, qualsiasi cosa succederà, il campionato è ancora lungo».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Carmine Parlato, Padova primo con cinque punti di vantaggio sull’Altovicentino in attesa dello scontro diretto che chiude il girone d’andata. Un bilancio fino a qui? «Manca la ciliegina sulla torta per arrivare al giro di boa. Ma possiamo dire che il campionato è abbastanza equilibrato per dieci-dodici squadre, mentre le altre che sono di un buon livello fanno un campionato a parte. Anche se il girone di ritorno sarà totalmente diverso». Che voto darebbe alla stagione biancoscudata? «Non mi piace dare voti. Preferisco sottolineare che tutte le componenti hanno funzionato molto bene: dal rendimento della squadra, alla società che ci è stata sempre vicina e a un pubblico che ha fatto la differenza sin dall’inizio nel darci il via all’insegna del “crediamoci e ripartiamo”». A proposito dei tifosi, cosa si sente dire a loro? «Al di là del fare gli auguri, spero vivamente che nell’anno nuovo sia noi e sia loro possiamo coronare il desiderio di arrivare all’obiettivo, e non vado oltre». Si aspettava un seguito del genere del popolo biancoscudato? «All’inizio c’era anche l’idea di giocare all’Appiani che può tenere 999 persone. Qualcuno diceva “sì, forse vengono”, qualcun altro diceva “non ce la facciamo lì”. Abbiamo fatto la scelta giusta perché volevo vedere dove mettevamo oggi i nostri 3.500 abbonati. Se facciamo un raffronto tra tifosi e squadra stravincono loro, anche se stiamo ottenendo ottimi risultati sul campo».
Ore 11.10 – (Gazzettino) «All’inizio di questa avventura – ha dichiarato – avevo detto che chi non pensa all’impossibile non realizza nemmeno il possibile, motto che si è rivelato più che mai azzeccato. Nessuno di noi avrebbe pensato di arrivare così sereno a Natale e questo è avvenuto grazie a uomini con valori veri. Per il prossimo anno il nostro motto è “avere un cuore umile». Così il tecnico Carmine Parlato: «L’augurio è che tutti si possa insieme continuare il grande lavoro finora svolto, ma siamo solo a metà dell’opera e non si è ancora fatto nulla». I giocatori hanno sfidato la scaramanzia, regalando ai due azionisti una bottiglia magnum di champagne. «Che sia di buon auspicio – ha dichiarato Cunico – e possiate aprirla a maggio come giusto traguardo per questa avventura che avete intrapreso». «La terremo ben chiusa fino a quel mese – ha replicato scherzosamente Bergamin – sempre che non ce la facciate aprire in anticipo». Proprio a Cunico è stata consegnata la fascia di capitano che verrà utilizzata da gennaio con il logo della “Stanza dei Sogni” iniziativa della Fondazione Salus Pueri e del dipartimento ospedaliero di Pediatria sostenuta dal Padova a cui sono andati i proventi di un’asta benefica di maglie di giocatori di serie A. Nella sfida “fratricida” con Bonetto, Bergamin si è aggiudicato per 2.000 euro quella del Padova indossata all’Euganeo da Del Piero ad agosto 2013, ma l’ad si è consolato con quella del capitano della Sampdoria ed ex biancoscudato Daniele Gastaldello , intervenuto a sorpresa per la consegna.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Solo nel Duemila (campionato di C2, presidente Alberto Mazzocco) il Padova aveva organizzato la tradizionale serata degli auguri natalizi trovandosi in vetta alla classifica. Lunedì al ristorante Tezzon di Camposampiero si è potuto riassaporare il gusto di chi guarda tutti dall’alto, grazie alla nuova creatura voluta con passione da Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, ma a rendere piacevole la serata non sono stati solo i risultati ottenuti dalla truppa di Parlato. Una conviviale all’insegna di quella spontaneità e di quel sentirsi a casa che stanno caratterizzando il nuovo corso del Padova. I giocatori erano accompagnati da mogli e bambini che giocavano correndo tra i tavoli e hanno ricevuto i doni da Babbo Natale; insieme a loro, tra autorità, sponsor, collaboratori e ospiti vari, quasi trecento persone con Remigio Ruzzante delle Bronse Querte a condurre la serata. Nel saluto iniziale Bergamin ha fatto rientrare nella categoria degli amici, non solo i presenti, ma pure gli avversari tra cui l’Altovicentino a cui – ha dichiarato – «andremo a fare gli auguri il 4 gennaio», ricordando lo scontro diretto a Valdagno. Da Bonetto senior parole di ringraziamento per tutti gli artefici, dentro e fuori al Padova, di un momento così felice.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Lesione di quasi un centimetro all’adduttore. Questo il responso dell’ecografia alla quale si è sottoposto Petkovic in Serbia, dove è rientrato per le vacanze di Natale. E a questo punto è da considerare a rischio la presenza nello scontro diretto con l’Altovicentino (domenica 4 gennaio) del portiere, che si è infortunato negli ultimi scampoli del primo tempo con l’Union Ripa La Fenadora. Se non dovesse recuperare, l’impiego di Cicioni tra i pali comporterebbe il dover impiegare un giovane in più fuori. Petkovic ha già iniziato a sottoporsi a cure terapiche nel suo Paese, e quando rientrerà a Padova per la ripresa della preparazione (sabato) si sottoporrà a una ecografia di controllo. Intanto, è stata giornata di lavoro per il direttore sportivo De Poli in sede. È stato perfezionato il tesseramento di Zubin, dato che proprio ieri è passato un mese e un giorno dall’ultima partita disputata dall’attaccante con il Pordenone in Lega Pro, e quindi ora è a tutti gli effetti un giocatore del Padova. ALTOVICENTINO. Il presidente Dalle Rive è sempre a caccia di un allenatore. Stando ai rumors il patron vicentino avrebbe deciso di puntare su Zanin e sarebbe pronto a mettere sul piatto un’offerta da capogiro per convincerlo a guidare la squadra fino al termine della stagione.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) E ai bambini, ma stavolta quelli meno fortunati, è stata dedicata anche la grande maratona di beneficienza allestita per l’occasione, con lo speciale banditore Remigio Ruzzante – che poi è lo speaker dell’Euganeo – a battere cimeli di ogni disciplina (compresi rugby e ciclismo) in favore del progetto “Stanza dei Sogni”, voluto per regalare all’Ospedale di Padova la ristrutturazione degli ambulatori di pediatria. Il presidente Bergamin si è aggiudicato per la bellezza di 2 mila euro la maglia-ricordo di Alex Del Piero, autografata dal campione trevigiano in occasione dell’amichevole che l’anno scorso vide il suo Sydney sfidare il Padova all’Euganeo, mentre il figlio Marco s’è portato a casa la maglia di Luca Toni. L’a.d. Roberto Bonetto è riuscito ad accaparrarsi la casacca blucerchiata e la fascia di capitano del camposampierese Daniele Gastaldello. Il quale, presente alla serata approfittando della sosta della serie A, ha avuto parole al miele per il nuovo sodalizio biancoscudato: «Questa dirigenza e questa squadra faranno un grande percorso, stanno lavorando benissimo e sono sicuro che riporteranno il Padova nelle categorie che merita».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Grazie ai tifosi, che hanno fatto sì che determinati giocatori importanti accettassero di venire a giocare a Padova non per l’ingaggio, ma per l’importanza della piazza e per il calore del pubblico. Da oggi in poi ci guida un muovo motto: avere un cuore umile». Dono scaramantico. Perché, com’è naturale, il Padova già campione d’inverno si gode il primato, ma non deve commettere l’errore di sedersi sugli allori. Ed allora ecco che il regalo che la squadra ha voluto fare alla società, una maxi-bottiglia di champagne, è diventato così una mezza promessa: «Tenetela chiusa», ha chiesto capitan Cunico circondato dai compagni, «con l’auspicio di stapparla a maggio, in caso di felice conclusione di questa avventura, alla quale voi avete dato vita». E giù applausi. «Speriamo di stapparla in anticipo, come per quella aperta per il titolo di campioni d’inverno», s’è lasciato andare il presidente Bepi Bergamin, stuzzicando l’immancabile scaramanzia di mister Parlato.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Forse ci voleva la serie D per trasformare l’incontro tra la squadra, gli sponsor, la società, l’amministrazione, i media e i tifosi in una vera occasione di festa. Circa 200 gli invitati, accompagnati dalla musica e dall’ironia “ruspante” dei fratelli Ruzzante. A farla da padrone, però, sono stati i più piccoli. Dalla visita di un Ferruccio Ruzzante in stile Babbo Natale, che ha portato i doni ai figli dei giocatori, dello staff tecnico e dei soci, alla presenza genuina di mamme e figli al seguito (con il sorriso) di mariti a papà. I più “coccolati” sono stati i piccoli Mia e Matias Cunico, con il maschietto “conteso” tra gli abbracci degli “zii” Nichele e Sentinelli, ma bellissimi anche i bimbi di Thomassen e Marco Bergamin. Sono stati loro a portare la gioia in una serata che non attendeva altro che qualche sorriso extra, dopo quelli dispensati due giorni prima all’Euganeo. Emozione. «Quando abbiamo costituito questa società, il mio motto era: chi non pensa l’impossibile non realizzerà neanche il possibile». Così ha parlato l’amministratore delegato Roberto Bonetto al momento del brindisi finale: «Mai avrei pensato che io e Bergamin saremmo arrivati così sereni e soddisfatti del lavoro svolto alla vigilia di Natale. Siamo riusciti a costruire una nuova società, a ridare gioia ai nostri tifosi e a circondarci di un gruppo di uomini veri, uomini con valori».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il luogo, a distanza di anni, non è cambiato. Lo spirito, le emozioni e, soprattutto, lo stato d’animo dei presenti, quelli sì. Perché la cena di Natale a tinte biancoscudate, tradizione rinnovata di stagione in stagione, questa volta è stata ben diversa. E basterebbe ricordare com’erano state le due precedenti per farsene un’idea. Due anni fa l’ultima conviviale di Natale con Cestaro presidente era caduta esattamente ventiquattr’ore dopo l’esonero di Fulvio Pea, discusso e discutibile, in un clima che, pur con la consueta accoglienza del “Tezzon” di Camposampiero, non era certo dei migliori. E come dimenticare quella di dodici mesi fa, organizzata in pompa magna al Gran Teatro Geox di Padova da Diego Penocchio ma andata in scena con la squadra ultima in classifica e strane sensazioni che poi, pochi mesi più tardi, sarebbero diventate realtà. Lunedì sera tutti di nuovo al “Tezzon”, ma con ben altra musica: primo in classifica, entusiasta ed entusiasmante, il nuovo Padova ha festeggiato il Natale in un clima di serenità che da tempo non si ricordava. L’ennesima dimostrazione di semplicità di una società e una squadra capaci di fare le cose in grande, soprattutto senza abbandonare un profilo umile.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Giorni di riposo per squadra e staff biancoscudati: giocatori, tecnici e collaboratori sono partiti ufficialmente per le brevi vacanze natalizie, che trascorreranno nella maggior parte dei casi in famiglia. Giusto il tempo di ricaricare le batterie, e sarà di nuovo tempo di mettersi al lavoro: sabato la squadra si ritroverà all’Appiani dopo le feste, e domenica sosterrà un’amichevole a Piove di Sacco contro la Piovese. Da lunedì, infatti, la mente sarà concentrata sul big-match di domenica 4 gennaio, quando a Valdagno Biancoscudati e Altovicentino si fronteggeranno per chiudere il girone d’andata. E mentre la situazione in casa di Dalle Rive è tutta da decifrare, le preoccupazioni del Padova arrivano fino in Serbia: Lazar Petkovic, tornato dalla famiglia domenica scorsa, ha sostenuto le visite di rito dopo la sostituzione obbligata contro il Ripa: gli esami hanno evidenziato una lesione di circa un centimetro all’adduttore. Si cercherà in tutte le maniere di recuperarlo, ma non sarà impresa facile.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) A casa di Ruggero Ranzato, tifoso storico del calcio biancoscudato, per auguri speciali. Sono quelli che hanno portato nei giorni scorsi il team manager Giancarlo Pontin e il capitano del Padova, Marco Cunico, che hanno così tenuto fede alla promessa fatta dal direttore sportivo De Poli: testimoniare al buon Ruggero la vicinanza della società e della squadra, ora che allo stadio non si vede più. Ranzato nell’occasione ha voluto esprimere il suo personale augurio all’ambiente con poche righe che riportiamo: «In un clima Biancoscudato finalmente più disteso e vincente, con il pensiero sempre forte che la serie B ritornerà a sorriderci, auguro a tutti un sereno Natale e un vero rilancio per il 2015».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Non è mancato neppure un momento all’insegna della solidarierà, con l’asta benefica dedicata al progetto «Stanza dei Sogni» di maglie originali ed autografate di campioni di calcio, rugby e ciclismo. La più contesa è stata quella del Padova indossata da Alex Del Piero in occasione dell’amichevole disputata all’Euganeo l’estate scorsa fra Padova e Sidney. Miglior offerente con una proposta di ben duemila euro è stato lo stesso presidente Giuseppe Bergamin, che si è aggiudicato il trofeo. Ha fatto capolino pure il difensore della Sampdoria Daniele Gastaldello, padovano, che ha consegnato personalmente a Roberto Bonetto la propria maglia con tanto fascia di capitano del club blucerchiato. Verso la fine della serata i giocatori biancoscudati, guidati da Marco Cunico, hanno regalato ai vertici societari una bottiglia di champagne. E lo stesso Cunico, con il volto sornione, ha aggiunto: «Vi auguriamo di aprirla il 10 maggio». E Bergamin, con un sorriso altrettanto significativo e con la consueta prontezza, ha risposto di getto: «Spero di aprirla anche prima, magari ci laureiamo campioni in anticipo…». Appuntamento adesso al 4 gennaio. Quel giorno sì, che si capiranno tante cose.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La location era quella dell’era Cestaro, il ristorante Al Tezzon di Camposampiero, ma il clima lunedì sera era decisamente diverso. Tante pacche sulle spalle, tanti sorrisi, pochi proclami, zero concessioni alla retorica o alle «sparate», profilo basso e umiltà.
Una società modello, il Padova guidato da Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, che passo dopo passo si sta conquistando sempre più le simpatie di tutti gli appassionati. E che chiude il 2014 con un primo posto che lascia ben sperare per il futuro. Diversi i momenti da ricordare della cena di Natale che precede la partita con l’Alto Vicentino del 4 gennaio. A cominciare dagli auguri speciali inviati dallo stesso Bergamin a Rino Dalle Rive: «E’ stato un anno incredibile — ha spiegato il presidente — e adesso siamo primi con cinque punti di vantaggio sull’Alto Vicentino. Quando ricomincerà il campionato con il nuovo anno, farò gli auguri di persona al nostro rivale, perché la competizione dev’essere sempre leale dentro e fuori dal campo. Ovviamente poi mi auguro proprio che sul campo possiamo vincere noi, non me ne voglia Dalle Rive…». A far da capobanda alla kermesse pre-natalizia lunedì sera ci ha pensato Remigio Ruzzante, l’amatissimo speaker dello stadio Euganeo, che con una serie di battute esilaranti in pieno stile bron sa querta ha intrattenuto i circa 200 invitati presenti.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (diciassettesima giornata, domenica 4 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Padova, Kras Repen-Clodiense, Montebelluna-Belluno, Mori Santo Stefano-Fontanafredda, Sacilese-Dro, Tamai-Mezzocorona, Triestina-Legnago, Union Pro-ArziChiampo, Union Ripa La Fenadora-Giorgione.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 41, AltoVicentino 36, Belluno 33, Sacilese 31, Montebelluna 27, Union Ripa La Fenadora 26, Clodiense 25, Tamai 23, ArziChiampo e Union Pro 22, Fontanafredda 21, Giorgione 19, Legnago 16, Dro 15, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati finali: ArziChiampo-Tamai 2-0 (Simonato, Carlotto), Belluno-Union Pro 0-1 (Casarotto), Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora 3-1, Clodiense-AltoVicentino 4-4, Dro-Kras Repen 2-0 (Bertoldi, Bazzanella), Fontanafredda-Triestina 2-1 (Ortolan, Gargiulo, Manzo), Giorgione-Montebelluna 0-1 (Perosin), Legnago-Sacilese 1-1 (Spagnoli, Tobanelli), Mezzocorona-Mori Santo Stefano 1-1 (Bentivoglio, Tisi).
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E’ successo, 23 dicembre: primo dei quattro giorni di riposo concessi ai biancoscudati.