Live 24! Padova, iniziate le mini-ferie natalizie: quattro giorni di riposo prima del forcing pre-AltoVicentino

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Ore 21.40 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova augura a tutti i suoi tifosi un sereno Natale. La squadra riprenderà ad allenarsi sabato 27 dicembre, con il seguente programma: sabato 27 dicembre ore 11.00 e ore 14.30 allenamento allo stadio Appiani, domenica 28 dicembre ore 14.30 gara amichevole a Piove di Sacco, lunedì 29 dicembre riposo, martedì 30 dicembre ore 14.30 allenamento allo stadio Appiani, mercoledì 31 dicembre ore 10.00 allenamento allo stadio Appiani, giovedì 1 gennaio ore 14.30 allenamento allo stadio Appiani, venerdì 2 gennaio ore 14.30 allenamento allo stadio Appiani, sabato 3 gennaio ore 10.00 allenamento allo stadio Appiani, domenica 4 gennaio ore 14.30 gara di campionato AltoVicentino-Biancoscudati Padova, lunedì 5 gennaio riposo, martedì 6 gennaio ore 14.30 allenamento allo stadio Appiani.

Ore 21.10 – (Il Piccolo) Finora, dopo le mosse del mercato di dicembre, la società alabardata e lo stesso tecnico hanno parlato sempre di qualcosa da sistemare ancora in attacco, oltre che ovviamente nel settore degli under. E invece l’inopinata sconfitta di domenica a Fontanafredda ha confermato quei campanelli d’allarme che erano già suonati nelle partite precedenti, ovvero che anche in difesa bisogna assolutamente correre ai ripari. Quella di domenica, contro un avversario dimostratosi tutt’altro che irresistibile, era una partita che la Triestina stava controllando tranquillamente, tanto che fino alla prima rete dei padroni di casa l’unica a rendersi pericolosa era stata proprio l’Unione. Poi, come spesso accade, alla prima occasione degli avversari si prende un gol. Stavolta l’errore di Antonelli non è stato macroscopico come quelli di altre partite, e probabilmente il gol del Fontanafredda è viziato a un fallo di mani, ma fatto sta che il centrale difensivo alabardato ancora una volta si è fatto buggerare dal diretto avversario senza far valere una certa prestanza fisica. Inoltre i suoi errori nell’ultimo mese si sono spesso trasformati in gol al passivo. Accanto a lui non sembra tranquillissimo neppure Luca Piscopo, a cui non gioverà neppure l’oscuro episodio del rigore tirato nel finale: nessuno ha voluto spiegare come sono andate le cose, neppure Ferazzoli. L’ha voluto tirare il capitano? C’è una precisa gerarchia? Qualcuno non se la sentiva? Sarebbe stato forse meglio parlare chiaro, perché le voci che si alimenteranno potrebbero essere perfino più dannose. Gli altri centrali? Giannetti è adattato visto che è soprattutto un terzino, e comunque ha dei precisi limiti, mentre Fiore purtroppo è spesso acciaccato, anche se forse alla fine è stato il miglior compagno di Piscopo. In ogni caso, almeno un centrale difensivo di esperienza per la categoria è assolutamente necessario. Certo, si sperava lo potesse essere Antonelli, ma così evidentemente non è stato. Non giova neppure che spesso sulla destra giochino giovanissimi che comprensibilmente qualche amnesia ce l’hanno. Crosato sotto questo aspetto sembrava meno disattento, ma è infortunato, mentre Ventura ci mette volontà, abnegazione e gamba, ma ad esempio il secondo gol del Fontanafredda nasce proprio dal suo lato, quando si è dimenticato dell’attaccante che marcava. Sarà opportuno a gennaio, quando si andranno a trattare gli under, prenderne non solo uno buono, ma che sia un terzino di ruolo. E non va dimenticato che nella ripresa, quando la Triestina era sbilanciata e si è difeso a tre, si sono aperte voragini e un avversario più tecnico e accorto del Fontanafredda avrebbe chiuso ben prima la partita. E anche i numeri condannano l’Unione: è vero che finora ci sono state altre cinque difese peggiori nel girone (Kras, Mori, Legnago, Fontanafredda e Clodiense), ma a parte il Mori tutte queste squadre hanno segnato molto di più della Triestina. E soprattutto la retroguardia alabardata è stata più perforata di Mezzocorona e Dro, due avversarie dirette. E con questi numeri non ci si salva.

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Giorgione chiude il 2014 con la sconfitta interna nel derby con il Montebelluna ma non fa drammi visto che la squadra, anche contro i “cugini”, si è ben comportata e con un po’ di fortuna poteva conquistare qualcosa di più. Paganin elogia i suoi giovani e spera che in futuro ci sia maggior concretezza sotto porta. Assente per squalifica, il giovane Marco Eberle è una delle sorprese di questo Giorgione. Quasi sempre presente, è un terzino di fascia sinistra che domenica è stato sostituito dall’ultimo arrivato in casa castellana, Gianluca Maran. «Domenica è andata male ma il risultato poteva essere diverso – spiega il giovane esterno di Malo -, abbiamo disputato un ottimo secondo tempo, peccato che non sia arrivato il gol che meritavamo. Il calcio è così, a volte anche un episodio può decidere la gara». Con l’arrivo di Maran ti senti meno sicuro del posto da titolare? «Non cambia nulla, anzi Maran ci può aiutare a crescere ancora. Ogni domenica dobbiamo conquistarci il posto, nulla è scontato. L’allenatore vuole una rosa composta da 22 giocatori, con due elementi per ogni ruolo, quindi se non si è in forma si può perdere il posto. E’ uno stimolo in più per chi deve giocare e impegnarsi durante la settimana. Io mi alleno per conquistare il posto, finora ho sempre giocato a parte la squalifica ma non mi reputo un titolare inamovibile». Sei uno della nidiata bassanese arrivata la scorsa estate al Giorgione. «Sì ho fatto tutta la trafila nelle giovanili del Bassano e l’anno scorso avevo Paganin come allenatore. Mi ha voluto a Castelfranco e spero di migliorare ancora, giocare e raggiungere la salvezza». La squadra può ancora crescere? «Sì, stiamo bene ed infatti domenica nella ripresa abbiamo messo in difficoltà l’avversario. La sconfitta non può cambiare il nostro percorso, siamo giovani ma il gruppo è ben affiatato, lo si è visto domenica, lo si è visto a Valdagno con l’Altovicentino e spero che potremo tornare presto al successo anche in casa».

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro non si ferma più. Con la vittoria di Belluno per 1-0 i trevigiani hanno infilato la quarta vittoria di fila (14 punti nelle ultime 6 gare) portandosi a metà classifica con 6 punti di vantaggio sulla zona playout (Legnago). Dopo le scoppole prese contro Padova, Altovicentino e Sacilese per la prima volta l’Union ha battuto una delle prime quattro (il Belluno in casa non aveva, tra l’altro, mai perso) e di questo il presidente Marco Gaiba va giustamente orgoglioso: «Sembravamo l’Atletico Madrid contro il Real Madrid. Non abbiamo mollato un centimetro mai, fosse anche durata un’ora in più non sarebbero riusciti a farci gol. Segno di un gruppo che lotta compatto e ci crede fino alla fine. Complimenti a mister Feltrin e ai ragazzi e, permettetemelo stavolta, anche alla società che ha guidato nel modo giusto questa crescita mantenendo i nervi saldi anche nella bufera». Che il gol lo abbia segnato un giovane (Casarotto classe ’96) aumenta la gioia? «Sicuramente, Stefano esce dal nostro settore giovanile ed è già il secondo gol che fa. Fin qui hanno fatto benissimo anche gli altri giovani come Serena, Palmieri, Fuxa e Alvise Nobile che domenica ha giocato una gran partita. Dal nuovo anno mi aspetto qualcosa in più da Visinoni che ha i numeri per darci una grossa mano». Finita l’emergenza di infortuni e squalifiche e con gli arrivi di Appiah e Cattelan la squadra ha iniziato a vincere, salvezza più vicina. «Non una formalità visto che mancano molte partite. È certo che queste 4 vittorie di fila ci hanno dato una gran fiducia e penso che nel ritorno vedremo un’Union Pro in grado di giocarcela con tutti. Abbiamo pagato lo scotto del salto di categoria, metterei la firma per ripetere i 22 punti fatti fin qui che speriamo di incrementare nell’ultima di andata in casa contro l’ArziChiampo».

Ore 19.50 – (Tribuna di Treviso) L’Union Pro cala il poker e si regala un Natale coi fiocchi: l’impresa di Belluno rappresenta infatti la quarta vittoria di fila e il sesto risultato utile consecutivo. La matricola di mister Feltrin è riuscita a volare dove le aquile non osano, visto che ai piedi delle Dolomiti avevano perso tutti ad eccezione del Giorgione (uscito indenne dal Polisportivo con un pareggio). Contro un Belluno in giornata “no”, l’undici di Mogliano e Preganziol ha sfornato una prestazione cinica e ordinata, cogliendo tre punti che gli permettono di accomodarsi nella pancia della classifica a -5 dai playoff e a +6 dai playout. L’attacco, seppur in ripresa, è solo il quartultimo del girone, ma la difesa è l’ottava meno battuta: ne consegue che, sommando gol fatti e subiti, le partite della Pro sono le più povere di reti dopo quelle del Mezzocorona. L’1-0 di Belluno rispecchia questa statistica, traducendosi in una doppia gioia per il match winner Stefano Casarotto (domenica il più giovane in campo), al secondo gol in campionato dopo quello con il Dro. Per il trequartista mestrino classe 1996, cresciuto nei vivai di Venezia e Altobello Aleardi, si tratta della terza stagione all’Union Pro: insieme a Comin, Fuxa, Noè ed Alvise Nobile è tra i pochi ad aver vissuto per intero la magica, quanto repentina cavalcata dalla Promozione alla serie D con mister Feltrin. «Abbiamo preparato molto bene questo match, sapevamo che il Belluno è una formazione importante alla luce del terzo posto», sostiene Casarotto, «Per noi è stata una partita di sacrificio: ottimo primo tempo, in cui abbiamo speso tanto, poi nella ripresa siamo riusciti a reggere nonostante un po’ di stanchezza. Sono felice per il gol, che dedico a mia mamma visti tutti i sacrifici che ha fatto per me». La crisi di ottobre e novembre è un lontano ricordo e sotto l’albero trova spazio il primo successo contro una grande. «Significa che c’è stata una maturazione: dopo aver cambiato diversi giocatori, con il tempo ci siamo conosciuti meglio diventando più “squadra” e imparando a giocare tutti insieme». La sosta rischia di rompere l’incantesimo? «Non penso sarà dannosa, possiamo continuare con la serie positiva e fare anche meglio. Al rientro avremo due partite di fila in casa: la prima con l’Arzignano Chiampo, che ha i nostri stessi punti, e l’altra con la capolista Biancoscudati Padova. Se continuiamo a giocare così possiamo puntare a salvarci tranquillamente, senza dover soffrire fino alla fine».

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Magnifico Montebelluna. Per la quarta volta negli ultimi quattro campionati i biancocelesti sbancano Castelfranco, mettendo sotto i cugini e volando al contempo al quinto posto. La rete in apertura di derby di capitan Perosin è risultata sufficiente per garantire ai ragazzi di Pasa l’ottava vittoria su sedici giornate, che assieme ai tre pareggi ottenuti finora portano il Monte ad avvicinare le migliori. Una squadra corsara, ancora di più proiettata ai vertici del girone e che pur in assenza di un attaccante di peso riesce sempre a trovare la via della rete. «Sicuramente l’aver sbloccato quasi subito il risultato ci ha aiutato, però in precedenza avevamo già cercato il bersaglio e la rete del nostro capitano è stata frutto di un ottimo avvio – osserva il difensore Marco Guzzo – probabilmente il Giorgione non si aspettava una partenza così forte da parte nostra, e per i primi venticinque minuti ci siamo stati solo noi in campo». Nella ripresa avete smorzato bene tutti gli attacchi avversari. «La loro reazione era fisiologica, però noi siamo stati ordinati nel difenderci ed anzi su qualche ripartenza potevamo anche trovare il raddoppio. Abbiamo rischiato solo in una occasione, per me il risultato è giusto perché ci siamo dimostrati più cinici». Una vittoria nel derby ha sempre un sapore speciale. «Questo scontro non l’avevo mai giocato a livello di prima squadra, però sapevo che era una partita molto sentita. Noi ci tenevamo in particolare a regalare i tre punti ai nostri tifosi e pure all’allenatore, che il Giorgione l’aveva guidato qualche anno fa. Personalmente la pressione l’ho avvertita, però è andata bene e sono contento». Chiudete l’anno a 27 punti. Ha senso parlare ancora soltanto di salvezza? «Siamo parecchio soddisfatti del bottino ottenuto, anche perché in avvio di stagione si diceva che avremmo fatto molta fatica. Sappiamo che dobbiamo combattere ad ogni occasione, però la classifica che abbiamo adesso ce la siamo guadagnata. Ciò non toglie che in questo momento non dobbiamo pronunciare altre parole. La salvezza innanzi tutto, poi vedremo». Alla ripresa ospiterete il Belluno. «Io non ci sarò per squalifica, a parte questo la reputo una squadra più forte di noi. Tuttavia questo Montebelluna può vincere contro qualsiasi avversario».

Ore 19.00 – (Tribuna di Treviso) Si definisce «vecchio non vecchio». E quando non aspira palloni a centrocampo, aspira polvere nella birreria del padre a Caselle di Altivole, dandogli una mano per le pulizie. Un diploma di elettricista nel cassetto e una carica speciale che in campo non lo fa passare inosservato. Resanese, e quindi castellano, gioca da 15 anni a Montebelluna. E domenica si è trasformato in goleador, mettendo la sua firma nel derby vinto con il Giorgione. A Castelfranco, dove passa le serate con la compagnia. Manuel Perosin è il capitano dei biancocelesti. A dispetto dei suoi 22 anni, è alla quinta stagione in prima squadra ed è fra i meno giovani del gruppo. Uomo d’ordine, piedi buoni, assist-man, il ragazzo saggio che scuote i compagni nei momenti di difficoltà. Ma mai un suo gol era stato forse così decisivo e importante. Perché ha permesso di piegare la rivale storica e portato i montebellunesi in orbita playoff. «Nel secondo campionato da titolare, avevamo battuto il Sarego grazie a una mia rete», ricorda Perosin, al secondo sigillo in stagione, «Ma stavolta è diverso. Il derby è molto sentito dalle due società e anche a noi calciatori queste partite danno uno stimolo unico: vuoi vincerle a tutti i costi. Ormai ci considerano una bestia nera, anche se è stato un episodio a girarla a nostro favore». “Pero” è semplice: «Ci tenevo a far bene, perché alcuni amici erano in tribuna. Battutacce? Non credo. Ma a cena ero con i genitori: la dedica va a loro e ai compagni». “Pero” è ragioniere: «Al di là dell’avversario, contavano però i tre punti: un bottino che ci permette di chiudere l’anno sereni». “Pero” è uomo squadra: «Sono giovane, ma ho compagni molto più giovani. Devo prendermi le mie responsabilità. Ma la responsabilità è un piacere, un segno di considerazione. Severgnini, Nicoletti, Bressan e io abbiamo più esperienza e dall’anno scorso formiamo l’ossatura della squadra. Nostro compito è consigliare, ma senza giovani bravi noi quattro non basteremmo». “Pero” è illuminante: «Non ci aspettavamo questa classifica. Voglia e sacrificio possono farti ottenere risultati impensabili. E poi c’è l’impronta di Pasa, le basi gettate già il torneo scorso». “Pero” ha il freno a mano tirato: «Nella nostra testa c’è sempre la salvezza, nessuno in spogliatoio parla di playoff». Dopo la sosta, arriverà però il Belluno: scontro d’alta quota. “Pero” è sincero: «Oggi faccio solo il calciatore. Quando serve, la mattina, aiuto papà in birreria. Ma non dietro al bancone».

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il colore di moda per Natale 2014 e Capodanno 2015 è il rossonero. Il Fontanafredda ha chiuso l’anno con due successi di prestigio, entrambi per 2-1, sul Tamai e sulla Triestina. «Meglio di così – sorride Giampietro Bertolini – non poteva andare. Abbiamo aperto i regali prima del tempo». Solo carbone invece sotto l’albero del Borgo. Arrivato a un passo dai playoff, il Tamai si è bloccato: sconfitto in casa nel derby con il Fontanafredda (1-2) e battuto anche nell’ultima dell’anno ad Arzignano (0-2). La pausa per i rossi arriva al momento giusto. IL BACIO DELLA DEA – Mancano 6′ al 90’. La palla calciata da Milicevic impatta un braccio (per altro attaccato al corpo) di Malerba. È rigore. va sul dischetto Piscopo. Il Tognon tace. Il capitano rossoalabardato batte e centra il legno a destra di Vicario. Il Fontanafredda salva così una vittoria meritata. «In queste ultime due gare – gongola Bertolini – siamo stati premiati per il gran lavoro fatto dal mister e da tutto il gruppo. In verità – ci tiene a sottolineare il presidente rossonero – abbiamo quasi sempre giocato bene. Ora stanno arrivando anche i risultati. E sono di prestigio, perché per una realtà come Fontanafredda vincere con il Tamai, veterano il Lega D, e con la Triestina, che in Lega D è solo di passaggio, sono una gioia e una soddisfazione immense». Non si esalta più di tanto Maurizio De Pieri che ha già avvisato i suoi: «Sarà “vacanza di lavoro”. Ci alleneremo – comunica lo stakanov rossonero – anche il primo gennaio». PROFONDO ROSSO – Pollice verso invece per il Tamai. Il derby perso con il Fontanafredda era stata la prima avvisaglia. Ad Arzignano la conferma: «Spremuti – definisce i suoi Stefano De Agostini – come limoni. La pausa – conferma il tecnico – arriva al momento giusto. Anzi, fosse dipeso da me – riesce anche a sorridere -, l’avrei iniziata un paio di settimane fa». Subito (7′) sotto le furie. «Sì – annuisce De Agostini – e una volta in svantaggio non siamo più in grado di ragionare. I ragazzi dimenticano tutto quello che studiamo in allenamento. Non riusciamo a reagire di squadra. Ognuno va per conto suo. Questo è classico di chi è “stanco” di testa. Sul piano atletico siamo ancora a posto. Ci viene difficile mantenere la concentrazione. Adesso lavoriamo sino alla vigilia di Natale, ma in modo blando, senza schemi. Proprio per liberare la testa. Riprenderemo il 27, dopo aver auspicabilmente – si augura De Agostini – ricaricato le pile». ULTIMO TURNO – Alla ripresa del campionato (4 gennaio), per l’ultima d’andata il Tamai ospiterà il Mezzocorona, mentre il Fontanafredda andrà a far visita al Mori Santo Stefano.

Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Una pennellata di rossonero per chiudere l’anno. L’impresa del Fontanafredda ha caratterizzato la penultima giornata d’andata, ultima del 2014, della serie D. Dopo aver espugnato Tamai, un altro derby vinto, con la Triestina, che vale il cuore della classifica, a più 5 dalla zona play-out. Difficile immaginare un modo migliore per festeggiare il Natale, anche considerando la semi-rivoluzione che ha subìto la rosa nel mercato invernale. Tecnico dell’anno. A De Pieri, per vari motivi, sono venuti a mancare giocatori di categoria come De Martin, Ianneo, Martini. Al loro giovani promettenti (Frison e Gargiulo) e un giocatore sinonimo di affidabilità (Roveredo), che però ero sceso in Eccellenza. Il tecnico rossonero è stato abile a dare in fretta un nuovo equilibrio alla squadra e a inserire nel meccanismo gli ultimi arrivati senza nemmeno ci si accorgesse della metamorfosi. Non c’è dubbio che sia lui il tecnico dell’anno: ha riportato il Fontanafredda in serie D e, sino a questo momento, la sta salvando brillantemente. Fiammate. Si vedrà alla ripresa del campionato, il 4 gennaio, sul campo del Mori Santo Stefano, se quella rossonera è un’altra fiammata o qualcosa di più. Sinora il “Fontana” ha proceduto a strappi. Già altre due volte le era capitato di vincere due partite di fila: dalla seconda alla terza giornata, con Mezzocorona e Giorgione, dall’ottava alla nona con Kras e Dro. Entrambe le volte, però, seguirono altrettante sconfitte. Nel 2015 ci si attende una dimostrazione di maturità. Le altre. Mentre il Tamai non riesce a riprendersi dallo choc del derby perso proprio col Fontanafredda, incappando nella seconda sconfitta di fila, la Sacilese ha confermato la sua “antipatia” per il campo di Legnago. La squadra di Zironelli vinceva da 3 giornate e da altrettante non subiva gol. I veronesi hanno interrotto entrambe le serie, pareggiando in extremis. A proposito, per gli amanti delle statistiche, il pari non usciva sulla ruota della Sacilese da ben 11 turni (8 vittorie e 3 sconfitte). Ma il terzo posto ora è più vicino (2 punti).

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il giorno dopo Legnago, Zironelli non ha ancora deciso di quale umore essere: amareggiato per la vittoria sfuggita al 92′ o contento per aver ridotto a due sole lunghezze il distacco dal terzo posto (occupato dal Belluno, sconfitto in casa dalla Pro Mogliano). PREMIO AI TIFOSI – L’azione che ha portato i veronesi all’ormai insperato pareggio è nata dai piedi di Adriano, un ex ancora aprezzato a Sacile, entrato a 7′ dalla fine perché invocato a gran voce dai supporter di casa. Del brasiliano l’assist per il siluro di Valente che Favaro è riuscito a deviare sul fondo. Dall’angolo è uscito il cross per l’1-1 di Tobanelli. «C’era – precisa Ziro – anche un fallo su Baggio non rilevato». La Sacilese era passata con Spagnoli in avvio di ripresa. «Forse – fa mea culpa il tecnico – ho permesso che i ragazzi, dopo il vantaggio, arretrassero troppo a difesa del risultato». ALTA CLASSIFICA – L’altra faccia della medaglia racconta di una Sacilese a quota 31. «Manca – ritrova la soddisfazione Zironelli – ancora un turno (il 4 gennaio con il Dro al XXV Aprile, ndr) al giro di boa e abbiamo già 2 punti in più rispetto alla fine dell’andata 2013-14». Non solo: il Belluno (33) è nel mirino e il secondo posto (Altovicentino a 36) dista solo 5 lunghezze. I berici si sono autopuniti, “tagliando” mister Cunico e rivoluzionando la squadra nella finestra di mercato autunnale. Risultato? 4-4 a Chioggia. Ringrazia il Padova di Parlato (3-1 all’Union Ripa), che a 90′ dal termine dell’andata è già campione d’inverno con 5 punti di vantaggio.

Ore 17.00 – (Corriere delle Alpi) La sosta arriva al momento giusto per recuperare le energie, ma soprattutto riposarsi mentalmente. Ne è sicuro Gianmarco Brotto, che da padovano ha vissuto un sabato particolare allo stadio Euganeo contro i Biancoscudati. Che regalo vorrebbe trovare sotto l’albero? Da confezionare nei prossimi mesi e scartare a maggio, «i play-off». Pausa natalizia. «La sosta ci farà bene, per staccare un po’ la spina sotto l’aspetto mentale, per poi riattaccarla quando ricominceremo ad allenarci in vista della partita del 4 gennaio», dice l’attaccante e miglior marcatore del Ripa Fenadora con nove gol. «Venivamo da una serie di partite dure e ravvicinate, intanto ci riposiamo fino al 26 e cercheremo di ripartire alla grande. È una sosta che arriva al momento giusto, dopo aver fatto quattro partite in tre settimane col derby, il Padova e in mezzo la coppa: è stato dispendioso sotto tutti i punti di vista questo periodo e la pausa ci farà bene». L’Euganeo. Ha avuto un sapore particolare la sfida contro i Biancoscudati di sabato scorso per Brotto: «Per tanti motivi è stato così, soprattutto per la cornice di pubblico e poi sono venute a vedermi parecchie persone che conoscevo», racconta. «Mi sarebbe piaciuto godermela un po’ di più. Purtroppo siamo andati sotto subito, da lì avevamo la voglia di recuperare il risultato ma abbiamo preso il secondo gol ed è stato difficile, se non durissimo. Il rammarico è di aver preso gol nei minuti iniziali e di aver compromesso non la partita, ma il modo in cui approcciarla. Non c’è niente da dire comunque, il Padova è una squadra molto attrezzata ed è giusto che lotti per la Lega Pro». Le tre là davanti. Tra Padova, Altovicentino e Belluno, «dal punto di vista del gioco ho visto bene il Belluno, che però concede qualcosa in più, mentre con Padova e Altovicentino abbiamo avuto pochissime occasioni», commenta Gianmarco Brotto. «Credo che vincerà il Padova». Voto natalizio. «Abbiamo fatto 26 punti e non è ancora finito il girone d’andata. Se a fine campionato ne avessimo 52, avremmo fatto un’ottima stagione», commenta Gianmarco Brotto. «Ad oggi mi piace il campionato che stiamo facendo, siamo lì a lottare. Con la testa giusta, il nostro gioco e la serenità, possiamo giocarcela con tutti, ma è anche vero che se non andiamo in campo sempre del tutto concentrati, perdiamo col Mezzocorona ultimo in classifica». Sotto l’albero a maggio. «Vorrei un posto nei play-off», dice l’attaccante neroverde. «Indipendentemente dal fatto di farli da quinta, quarta o terza classificata, magari contro squadre più attrezzate, sarei contento di disputarli. Mi piacerebbe tentare di giocarceli».

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Liberté, egalité, bellunesité. Il Belluno sempre più bellunese. Se si vuole andare oltre la sconfitta maturata domenica contro l’Union Pro, si guardi all’undici titolare: si vedrà che tutti i giocatori schierati al fischio d’inizio da mister Vecchiato erano bellunesi doc. Un dato significativo, anche perché non capitava da tempo dalle parti di Piazzale della Resistenza. Purtroppo anche un’altra cosa non capitava da tempo: la sconfitta. Quest’anno la squadra di Vecchiato non aveva mai perso tra le mura amiche. Ed è un peccato che l’abbia fatto proprio prima della pausa di Natale, nel match che (Union Pro permettendo) avrebbe significato secondo posto in classifica. «Abbiamo visto un Belluno meno brillante del solito – ammette Stefano Mosca -. Più per demeriti nostri che per reali meriti dell’Union Pro. I nostri avversari non hanno mai creato pericoli». In effetti, lo 0-1 finale è frutto di una disattenzione difensiva della retroguardia gialloblù. Per il resto, la squadra trevigiana non ha mai tirato in porta. Un merito però ce l’ha avuto, eccome: saper amministrare il vantaggio, difendendolo con le unghie e con i denti. Se ci si aggiunge che il Belluno non ha mai alzato il ritmo, il risultato finale è servito. «Dopo essere passati in vantaggio, i nostri avversari si sono chiusi bene – analizza Mosca -. Rompevano il ritmo con falli tattici e hanno messo la partita sui binari che volevano. Noi però abbiamo sbagliato tanto: se va dentro una sola delle occasioni che abbiamo creato, soprattutto nel primo tempo, la partita cambia». Fattore campo, inteso come terreno di gioco: i gialloblù non cercano alibi. Però… «Con un campo così è difficile: la nostra qualità ne risente – prosegue il terzino agordino -. Non è facile costruire e giocare palla a terra». Mosca, uscito per crampi alla mezz’ora della ripresa, vorrebbe rivedere alla moviola un paio di episodi. «Il fallo su Bertagno (rigore richiesto dal Belluno al 15’del secondo tempo, ndr) secondo me c’era. E anche il gol di Merli Sala era regolare. Peccato. Ma guardiamo avanti: chiudiamo il 2014 al terzo posto e va bene così».

Ore 16.10 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno è dei bellunesi. Contro l’Union Pro sono scesi in campo dal primo minuto undici giocatori nostrani, che sono motivo d’orgoglio non solo per tutta la società ma anche per l’intera città. Ovviamente non bisogna guardare il risultato, perchè il Belluno ha perso la prima in casa giocando in maniera poco brillante, ma se si potesse rigiocare la partita la sensazione è che finirebbe a favore dei gialloblù. Non bisogna togliere i meriti alla squadra di Mogliano, capace di andare in vantaggio e di difendersi in maniera ordinata, ma su questi tre punti persi i gialloblù possono recriminare per un rigore sacrosanto non assegnato a Bertagno e anche per un gol annullato a Merli Sala per un fuorigioco dubbio. Mister Vecchiato era apparso dispiaciuto, ma allo stesso tempo arrabbiato e anche scocciato di aver concluso così il 2014. Ma a mente fredda, il tecnico è più rilassato. «Quello che rimane oggi è il dispiacere della sconfitta, perchè potevamo fare molto meglio e sono rammaricato per il gol preso. In questi due giorni di allenamento prima di Natale analizzeremo tuti insieme cosa è successo e lavoreremo anche sul piano fisico. Le occasioni però le abbiamo avute e la sconfitta è eccessiva. Il Belluno ha sbagliato tante cose a livello tecnico, ma bisogna ribadire che il campo non ci aiuta. È vero che è lo stesso terreno di gioco che abbiamo avuto contro il Kras Repen e contro il Legnago, ma non siamo una squadra abituata a giocare a lanci lunghi e ieri siamo stati costretti ad usarli». Il calcio è fatto di episodi. La sconfitta è stata brutta, ma non bisogna nascondere che un paio di episodi sono andati stori ai gialloblù. «Era una partita da vincere, ma questo sport è così. C’è da dire che ci è stato annullato un gol e che c’era un rigore netto per noi. Il Belluno dei bellunesi? È un motivo di orgoglio per tutti. In tutta la rosa gli unici “stranieri” sono Damiano Schincariol, Francesco Posocco e Marco Duravia». Per altro il centrocampista di Montebelluna è ormai da diversi anni tra le fila gialloblù e lo si può contare come un bellunese acquisito. Radrezza invece, di origini padovane, ormai lavora e ha messo su famiglia a Belluno, ormai è a tutti gli effetti della nostra città. Poche vacanze. Il Belluno si allena anche questo pomeriggio, dopo potrà godere di tre giorni di riposo fino al 27 dicembre quando gli allenamenti riprenderanno fino al giorno di capodanno, il 1 gennaio sarà ancora vacanza. Si torna in campo il 4 gennaio. La squadra di Piazzale della Resistenza riprenderà il campionato in trasferta contro il Belluno e potrebbe esserci anche Andrea Radrezza in panchina con i suoi compagni. «Valuteremo insieme, rivederlo il 4 gennaio però è una reale possibilità».

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Dicevano che non segnavo mai, che ero incostante con più bassi che alti e mai decisivo. Sono il primo a sapere di non aver fatto ancora niente, ma forse a qualcuno cominceranno a fischiare gli orecchi».  Sorride ma non le manda a dire ai suoi (ex?) detrattori Simone Magnaghi, forte di un biglietto da visita di 7 gol con il Venezia. Per l’attaccante bergamasco si tratta del record carriera eguagliato, anche se le 7 reti di Viareggio due anni fa arrivarono in 30 partite e non in solo 18 come in arancioneroverde. «Non siamo nemmeno a metà stagione, finora credo di aver dato il mio contributo ma il difficile, cioè il bello, arriverà dopo la sosta quando proveremo ad alzare l’asticella – prevede Magnaghi -. Aver chiuso con due vittorie è stato fondamentale per rilanciarsi e ritrovare serenità, avanti tutta è la parola d’ordine». Per l’ex atalantino nel 2013/14 un solo gol tra Entella e Prato, a Venezia come detto già 7 e quasi tutti decisivi. «Purtroppo solo quello al Penzo col Bassano, comunque il più bello, è stato inutile e non ha portato punti. L’orgoglio e la soddisfazione di riuscire ad incidere mi caricano a mille, non vedo l’ora di affrontare l’Alessandria all’Epifania (ore 14, ndr), un’avversaria molto forte, quindi batterla al Penzo rafforzerebbe parecchio le nostre certezze». A Busto Arsizio Magnaghi ha colpito firmando il 2-0 all’83′(dopo il vantaggio di Bellazzini su rigore) che, nella nebbia, ha steso la Pro Patria nel suo momento migliore. «La gara è sempre stata in mano nostra, abbiamo avuto più occasioni mentre Fortunato ha parato una sola volta quando eravamo già sull’1-0. Il mio gol? Su un lancio dalla difesa Raimondi ha ricevuto defilato, poi Varano mi ha servito in profondità e per fortuna ho cercato e trovato il diagonale con i giri giusti. Siamo una squadra e un gran gruppo, si è visto per come abbiamo stretto i denti. Bene così, facciamo ricredere volentieri chi ci aveva già bocciato». Intanto dall’infermeria, che avrà sino a fine campionato Carcuro e Hottor, dovrebbero uscire nella prima metà di gennaio Espinal e Giuliatto. Questa mattina ultimo allenamento e rompete le righe fino al 29 dicembre.

Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Cinque o sei punti in più e il Venezia starebbe ragionando di un altro campionato. Lo sa bene il ds Ivone De Franceschi, soddisfatto delle ultime prestazioni ma convinto anche della bontà di un gruppo che avrebbe potuto ritrovarsi più in alto. «Da quando è arrivato Serena — osserva il ds arancioneroverde — il trend è positivo per le prestazioni, al di là dei risultati. Spiace perché secondo me avremmo potuto facilmente ritrovarci con cinque o sei punti in più, ma siamo stati sfortunati in tante occasioni». Lumezzane, Bassano, Pavia sono le ultime tre sconfitte che, con un pizzico di fortuna in più, potevano quantomeno tramutarsi in altrettanti pareggi, per quanto visto in campo, al di là del valore delle avversarie. «Ma ormai non si può tornare indietro. Siamo stati sfortunati in questo girone d’andata, ci rifaremo al ritorno». Con la vittoria di sabato sulla Pro Patria il Venezia ora è decimo con 25 punti (8 vittorie, 9 sconfitte e un solo pareggio), ancora piuttosto distante dalla zona playoff, ma almeno non più vicino alla zona playout. La squadra potrà trascorrere alcuni giorni di vacanza in tranquillità, almeno per i risultati sportivi, un po’ meno per il silenzio della proprietà, che in ogni caso la settimana scorsa ha pagato gli stipendi, anche se non i contributi. «I ragazzi sono stati bravi a giocare senza farsi condizionare dalle questioni delle ultime due settimane», aggiunge De Franceschi pensando alle tensioni degli ultimi tempi. Si spera che il presidente Yuri Korablin prima o poi si faccia sentire, o vedere. E intanto la dirigenza si prepara ad affrontare il mercato d’inverno, in verità senza troppe velleità. Non avendo indicazioni dal presidente, infatti, per il momento pare assai verosimile che ci si concentrerà su operazioni a costo zero, su scambi di giocatori laddove possibile. Intanto arrivano buone notizie da Bellazzini, vittima di un colpo alla coscia sabato pomeriggio: la risonanza ha dato esito negativo.

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Tre punti sotto l’albero, un’altra prestazione convincente al di là del risultato positivo e una bella notizia: nulla di grave per Tommaso Bellazzini, il centrocampista arancioneroverde uscito claudicante dal campo della Pro Patria. E la riapertura del mercato potrebbe portare un paio di giocatori in più a Michele Serena, ovvero Vinicio Espinal che il tecnico di Carpenedo non ha mai potuto utilizzare da quando è subentrato ad Alessandro Dal Canto, e Alberto Giuliatto, che alla ripresa dovrebbe ritornare finalmente in gruppo. Chi ha già smaltito l’infortunio è Lukas Zima, il portierone ceco arrivato in estate in prestito dal Genoa e costretto ai box per un infortunio al dito indice della mano destra. In panchina con la Torres, in panchina a Busto Arsizio, alla ripresa Serena dovrà scegliere se riconfermare Stefano Fortunato, autore di prestazioni convincenti da quando è diventato titolare proprio a Cremona, oppure se rilanciare Lukas Zima, titolare fino al match in casa contro il Novara. «Intanto sono già contento di essere ritornato in panchina, oltre che ad allenarmi con la squadra» dice il portiere che arriva dalla Repubblica Ceca, «ho temuto che l’infortunio mi tenesse fuori per più tempo, invece sono riuscito a rientrare in anticipo rispetto alla tabella iniziale. Devo ancora fasciare il dito per un paio di mesi, il gonfiore però non mi dà fastidio e posso tranquillamente parare». Con l’Alessandria potrebbe presentarsi il dualismo tra Fortunato e Zima. «Deciderà l’allenatore, come è giusto che sia, ma se io fossi Serena farei giocare ancora Fortunato, si è disimpegnato bene finora, sta giocando bene. Perché cambiare? Non ce n’è bisogno, ma io sono pronto se dovesse toccare nuovamente al me». Parole che fanno onore a Lukas Zima, segno anche dell’ottimo rapporto che si è instaurato tra i due portieri arancioneroverdi che lavorano sotto le direttive di Massimo Lotti. «Mi trovo benissimo con lui», spiega Zima, «ci fa lavorare tantissimo, alternando le modalità di allenamento. Mi piace perché ho scoperto esercizi nuovi, utilissimi, soprattutto per i riflessi. La classifica? Le ultime due vittorie ci sono servite, il campionato è ancora molto lungo». Oggi è in programma l’ultimo allenamento al Taliercio, poi lo stop per le festività natalizie. «Ne approfitto per ritornare in Repubblica Ceca, a Praga» chiude Lukas Zima. Intanto si parla di mercato. Giocatori in uscita al Savoia, tra questi l’ex Salvatore Gallo, e tra le possibili destinazioni viene indicato anche il Venezia. Nel girone A continua l’esodo dal Monza: dopo Virdis e Radrezza, ieri hanno rescisso anche Burrai e Hetemaj. In tribuna al Carlo Speroni di Busto Arsizio osservatori del Carpi per Zaccagni e Magnaghi in vista della prossima stagione.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Il capitano del Real Vicenza, Matteo Tomei, posa un bel messaggio sotto l´albero di Natale della squadra e della società: «Vorrei chiudere qui la mia carriera. È un pensiero reale. Magari in futuro potrei anche collaborare all´interno del club». Per il momento comunque il trentenne numero uno biancorosso pensa a parare. «Spero di giocare ancora parecchi anni». E non nasconde il dispiacere per i tre punti mancati nell´ultima partita del 2014 contro il “suo” Pordenone. «Sapevamo che era una partita difficile, il loro approccio nei primi 45´ è stato migliore del nostro. Non sono comunque deluso, ma dispiaciuto, perché con una vittoria saremmo andati a due punti dal Bassano». In oltre 10 anni di carriera, e nonostante abiti a cento metri dal Bottecchia di Pordenone, Tomei non ha mai giocato in neroverde al contrario del padre, Ermanno, già attaccante e tecnico dei “ramarri”. Il portiere del Real Vicenza, che ha giocato a Trieste, San Bonifacio, San Donà e pure in Scozia, si era così espresso alla vigilia di quello che per lui può essere considerato un derby a tutti gli effetti: «Pordenone è nel cuore, ma spero di batterlo». La squadra di Rossitto si è fatta trovare pronta e ha bloccato il Real sul pareggio, trovando per primo il gol con Migliorini su punizione. «Si poteva fare qualcosa di più – ha ammesso Tomei – mi piace essere obbiettivo. Sono stato ingannato dalla traiettoria. Peccato per i due punti persi ma sono e siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto finora». Tomei non è più giovanissimo, è vero. Ha 30 anni ma è nel pieno della forma e i portieri, si sa, brillano a lungo sul rettangolo di gioco. «Non penso al ritiro, ci mancherebbe. Anzi spero di giocare ancora a lungo – ha spiegato il numero uno – però se penso al termine della mia corsa la vedo al Real Vicenza». Parole che non potranno dispiacere al presidente Lino Diquigiovanni che ha creduto molto nell´estremo difensore dopo l´ottima stagione in Seconda divisione. «La scorsa estate c´era stato un “pour parler” con il Pordenone, ma niente di più – ha ammesso il capitano -. É la squadra della mia città, che seguivo da piccolo: in attacco giocavano mio padre e Locatelli… sono rimasto tifoso dei neroverdi. La nostalgia di casa c´è, ma sto bene a Vicenza e penso solo al Real, che è la mia seconda casa. Stiamo disputando un buon campionato e mi piace sottolineare che il segreto del Real Vicenza è l´umiltà, e il fatto che questa è una società piccola, con una sola persona che decide: il presidente. É stato lui, assieme al mister, a volermi fare capitano. A questo club devo molto. Ecco perché spero di chiudere qui, magari salendo di categoria». E perché no, il Real Vicenza è in corsa, ma il girone di ritorno sarà ancora più difficile. Il mercato muoverà le acque (qualcosa farà anche il club di Diquigiovanni) e squadre che magari balbettano ora saranno protagoniste con i risultati nel secondo round della stagione.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Avanti tutta e, a questo punto, nessuno si nasconde. La domenica prenatalizia del Mercante porta con sé una bellissima notizia per il Bassano, che torna in testa alla classifica e che pensa in grande. Vittoria (sofferta) sul Monza di Fulvio Pea per 2-1 e primo posto nuovamente arpionato, giusto in tempo per chiudere l’anno così come lo si era iniziato. Ossia in testa alla classifica, scavalcando il Novara grazie a una concomitanza di risultati favorevoli. E così Antonino Asta può giustamente specchiarsi nel suo piccolo capolavoro. Ha ereditato una squadra da Mario Petrone che era praticamente impossibile da migliorare e l’ha portata ancora più in alto: «A inizio anno puntavamo alla salvezza — spiega l’allenatore giallorosso — invece abbiamo già 36 punti e manca ancora una giornata al termine dell’andata. Mi dispiace per il Monza, ai gol non ho esultato perché avevo il cuore spezzato a metà, visto che sono rimasto legatissimo all’ambiente anche dopo il mio passaggio al Bassano. Dovessimo vincere (il 6 gennaio alle 16 a Salò contro il Feralpi) chiuderemmo a 39, sarebbe un risultato clamoroso che aprirebbe prospettive interessanti. Il mercato? Parlerò con la proprietà e con il dg Seeber. Penso che servano un paio di innesti mirati, visto che siamo arrivati sin qui è il caso di provarci fino alla fine. Con il Monza abbiamo dovuto ricorrere a un giovane della Berretti, c’erano tre squalificati ed eravamo un po’ in affanno numerico». Werner Seeber ha già memorizzato ed è pronto a piazzare due colpi importanti. Ci sarà sicuramente un ritocco in difesa con un uomo di esperienza o comunque di certa affidabilità e poi, se ci sarà l’occasione, arriverà anche un centrocampista di qualità in grado di dare al reparto sia numericamente che dal punto di vista squisitamente tecnico. La vetta è di nuovo realtà, i complimenti di giornata sono d’obbligo per una squadra che sta strabiliando l’Italia e che adesso punta dritto alla serie B.

Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Da una parte la tendenza è sognare, guardare quello che si è fatto e capire che si può pensare in grande. Dall’altra c’è sempre il piede appoggiato per terra, il pensare partita dopo partita, senza un obbiettivo finale. Il Bassano Virtus dopo la vittoria con il Monza e la ritrovata vetta festeggia le sue vacanze divisa tra questi due fuochi, in un bel panorama in cui guarda tutti dall’altro in basso, ma attenzione che non è questo l’importante ora, come spiega Stefano Pietribiasi, la vetta porta sicuramente felicità ma sono altri gli obbiettivi. «Sarebbe stata una bella pausa natalizia anche senza la vetta – spiega il bomber – quest’anno abbiamo già fatto qualcosa di straordinario, fa sempre piacere essere primi ma prima dobbiamo pensare alla salvezza. Raggiunta quella cifra, allora possiamo pensare più in grande». Il Condor sta vivendo forse il suo miglior momento della carriera, con otto gol realizzati in meno di metà campionato, in C Unica. «Mi piacerebbe raggiungere e superare il bottino dell’anno scorso, sto molto bene fisicamente e la squadra mi sta aiutando molto. Stiamo vivendo tutti un buon momento e questo aiuta sicuramente un attaccante, quando la squadra gira, la punta segna». Un gol dopo 42» non è per tutti. «È stato importante sbloccarla subito – spiega la punta – perché davanti avevamo un’ottima squadra, che veniva da un buon momento, almeno sul campo. Il Monza ha giocatori importanti che hanno disputato un’ottima partita, noi abbiamo giocato un’ottima prima frazione ma siamo leggermente calati nella seconda parte, anche per le molte partite nell’ultimo periodo». Il Bassano crea, passa in vantaggio, poi però riesce spesso a mettersi nei guai da solo. «Dovevamo in effetti chiudere la partita prima, il rigore ha riaperto la partita e anche nel finale la deviazione di Massoni in mischia poteva toglierci due punti. Abbiamo avuto un pò di fortuna, che serve sempre, ma nessuno ci toglie quest’annata straordinaria che abbiamo vissuto. Prima pensiamo alla salvezza, poi si vedrà». Intanto però il Bassano la sua vetta e la gode, può riposare con la certezza che questo 2014, a questo gruppo, non gleilo toglierà nessuno.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Primi da soli sotto l´albero. Esattamente come un anno fa. Solo che allora era C2, non ci credeva nessuno lo stesso, ma era comunque piano di sotto. Figuratevi adesso, guardare tutti dall´alto in basso anche nella C unica. Tra l´altro con gli stessi punti di 12 mesi fa, soltanto che stavolta col primato non c´è in allegato l´omaggio del titolo d´inverno, quello è ancora tutto da conquistare il pomeriggio dell´Epifania a Salò, già terra di conquista in Coppa, ma il campionato è un´altra pellicola. Tuttavia, il festone natalizio col Monza vale consegna la passerella e il red carpet a Pietribiasi e Iocolano, braccio e mente di Bassano, implacabili sicari dei brianzoli. Il Condor poi da quando ha messo piede da queste parti bolla con impressionante regolarità toccando medie realizzative che mai in carriera: 15 reti la passata stagione, 8 finora quest´anno, 23 bersagli al netto della Coppa Italia, il tetto della doppia cifra alla portata, il sogno rincorso sottovoce di bissare l´exploit precedente. «È stata una vittoria costruita in un primo tempo di pressione, l´averla sbloccata immediatamente ci ha semplificato i compiti – riconosce il centrattacco di Asta – poi bisogna ammettere che dopo un´ora a gran ritmo siamo un po´ calati, ma era anche la sesta partita in 20 giorni e alla distanza è affiorata un filo di stanchezza. Ci tenevamo a chiudere in grande stile un anno e mezzo vissuto da protagonisti incontrastati, non solo il 2014». Capitan Iocolano invece spezza il digiuno del Mercante, 5 reti nel conto attivo, ma la prima al velodromo. «Volevo sbloccarmi nel mio stadio e sigillare col punto esclamativo un´annata indimenticabile – comunica Ioco – devo confessare che laurearci per la seconda volta di fila campioni d´inverno avrebbe un sapore magico». Poi il leader giallorosso detta ai taccuini una frase che sarà musica nelle orecchie di Tonino Asta. «Per questo dovremo tornare dopo la pausa più affamati e ingordi di prima, non abbiamo ancora fatto nulla, il grosso del lavoro va compiuto». Entrambi i marcatori di giornata dedicheranno poi i rispettivi timbri al presidente Stefano Rosso convalescente dopo l´intervento per la frattura della gamba, ma che ha voluto ugualmente congratularsi coi ragazzi. Intanto conforta sapere che a Salò rientreranno Nolè, Proietti e Toninelli, verrà recuperato lo stesso Munarini, mentre per Cenetti l´infortunio alla caviglia pare meno grave di come si era temuto in un primo momento per la ruvidezza dell´intervento scomposto di Zigoni: il mediano, uno che non fa mai scena, è uscito in barella con le mani sul volto. Ora potrebbe addirittura provare a recupere per la trasferta col Feralpi di martedì 6 che precederà peraltro l´anticipo televisivo (alle 20.45 su Raisport) di Pavia in cartellone sabato 10 gennaio. Infine il Monza medita di chiedere la ripetizione della gara causa il presunto errore arbitrale per l´espulsione di Vita. Francamente l´ultimo dei problemi del club brianzolo.

Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Con il suo primo gol segnato in Italia, Lores Varela manda il Vicenza in paradiso, archivia la pratica Spezia e si prepara ad affrontare domani, al Menti, il Livorno. «Sarà un’altra partita molto difficile — precisa l’esterno biancorosso — loro dispongono di un organico molto forte che è stato costruito per vincere il campionato, quindi sono i favoriti. Però si diceva lo stesso anche dello Spezia e poi è finita come tutti sanno, per cui noi ci prepareremo al massimo e poi sarà il campo a dire chi riuscirà ad avere la meglio». Lores Varela guarda già avanti, ma tornare alla gara contro lo Spezia non gli dispiace per niente. «Sono molto contento di come è andata, perché entrare a metà ripresa e riuscire in pochi minuti ad incidere sul risultato in maniera così determinante è molto bello. Sull’azione del gol ero tentato di avanzare palla al piede ed entrare in area di rigore per saltare il portiere, ma ho seguito il consiglio del mister che in allenamento mi chiede spesso di calciare quando sono in buona posizione. E’ andata bene, se sbagliavo quel gol magari non giocavo più fino all’anno prossimo…». Sorride Lores Varela, sa bene che i tre punti conquistati contro lo Spezia sono molto importanti anche perché hanno cancellato la brutta sconfitta a Chiavari. «La partita con lo Spezia è stata per larga parte molto in equilibrio, riuscire a farla girare dalla nostra parte è stato fondamentale. In settimana tutto il gruppo era determinato a riscattare la sconfitta contro la Virtus Entella, ed esserci riusciti è stato un gran risultato. Per quanto mi riguarda, altre volte entrando dalla panchina non ero riuscito ad essere decisivo — spiega l’esterno del Vicenza — stavolta invece, grazie al perfetto assist di Cocco, ho trovato un gol che mi ha emozionato perché segnare sotto la curva dei nostri tifosi è stato veramente molto esaltante». Tutto talmente bello che a Lores Varela non pesa l’essere entrato dalla panchina. «Non è un problema – dice — sono un professionista e rispetto le decisioni del mister. Spesso quando entro trovo gli avversari stanchi e riesco a sfruttare meglio le mie caratteristiche e la velocità. Lavorerò per mettere in difficoltà il mister per guadagnarmi il posto dall’inizio, ma se parto dalla panchina non c’è problema». Trovata la via della rete, adesso tutti in casa biancorossa chiedono a Lores Varela di ripetersi, magari già contro il Livorno. «Se mi capiterà l’occasione state certi che ci proverò. Mi piace fare gol ma anche servire i compagni e servire gli assist: l’importante è che tutto possa portare punti pesanti al Vicenza».

Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) I numeri del Vicenza di Pasquale Marino si rispecchiano in una classifica che a fine agosto, cioè nei giorni del ripescaggio in B, neppure il più ottimista dei tifosi avrebbe osato immaginare a 180 minuti dalla fine del girone di andata. Ma fra tanti indicatori positivi è rispuntata però anche un´abitudine negativa della prima parte della stagione, quella di non finire la partita in undici. Era successo già a Chiavari, quando l´espulsione per doppia ammonizione di Salvatore D´Elia al 2´ della ripresa ha condizionato in modo evidente la partita del Vicenza, che già in svantaggio di un gol ha subìto il raddoppio dell´Entella poco dopo essere rimasto in inferiorità numerica. Quel ruolo, esterno sinistro della linea difensiva, non porta granché fortuna in questo periodo, visto che Pol Garcia Tena, in campo al posto dello squalificato D´Elia nella partita contro lo Spezia, è incappato pure lui nel doppio giallo con conseguente allontamento dal campo. In quest´ultimo caso il Vicenza è rimasto in dieci solo dal 39´ della ripresa, ma ugualmente lo Spezia stava cercando di approfittarne quando è stato “freddato” dal contropiede di Lores Varela. Dunque nelle ultime due gare i biancorossi hanno chiuso in dieci come non capitava da due mesi. L´ultima volta prima di Chiavari era stata infatti a Catania, quando il rosso diretto a Sbrissa, per fallo commesso su un avversario diretto a rete al 9´ della ripresa e sull´1-0, era costato anche il rigore parato a Rosina nella gara poi finita con la vittoria dei siciliani per 3-1. Sempre in trasferta le due precedenti situazioni di inferiorità numerica dei biancorossi. A Lanciano, sul risultato di 1-0 per gli abruzzesi, al 6´ della ripresa era stato espulso per doppia ammonizione Matteo Gentili e dovendo giocare con l´uomo in meno per quasi tutto il secondo tempo il Vicenza finì per incassare una sonora batosta: 4-0. La squadra allora allenata da Lopez era invece riuscita a chiudere senza danni, sullo 0-0, la partita esterna a Crotone malgrado l´uscita anticipata dal campo di Fabio Sciacca, punito con due cartellini gialli in rapida successione al 32´ e al 41´ del secondo tempo. Il primo a vedersi sventolare il cartellino rosso in faccia, in quel caso per espulsione diretta, era stato il portiere Nicolas Bremec all´inizio di settembre, nel recupero della prima partita casalinga, quella con il Latina. Portiere sanzionato addirittura al 9´ del primo tempo per un fallo in area sull´attaccante della squadra laziale, con conseguente concessione del penalty, parato però da Mauro Vigorito, pochi secondi dopo l´ingresso in campo. In quella gara il Vicenza riuscì a resistere e a chiudere sullo 0-0 nonostante l´uomo in meno per quasi tutta la sfida.

Ore 12.10 – (Giornale di Vicenza) Non c´erano mica molte alternative: prima a Gianni Lopez e poi a Pasquale Marino dopo il grave infortunio che aveva tolto di scena Ragusa il 25 ottobre a Catania, era rimasto soltanto Cocco come punta di riferimento. Peraltro un attaccante preso in estate per giocare il campionato di Lega Pro, reduce da una stagione da riscattare tra Reggina e Beira Mar. Cocco ha realizzato fin qui 6 gol, che sono un buon bottino a 180´ dalla fine dell´andata (due segnati sotto la gestione-Lopez, quattro con Marino in panchina), ma da solo il centravanti sardo non sarebbe bastato al Vicenza per restare a galla. Ci voleva dell´altro, e qui torniamo al discorso delle alternative di cui si diceva. Non ce n´erano tante, appunto, dopo il ko di Ragusa, il rinforzo più voluto per dare competitività al reparto d´attacco dopo il ripescaggio in B. Escluso per diversi motivi (anche legati ai criteri di formazione delle liste richieste dalla Lega) un nuovo arrivo immediato, rimanevano due strade: sfruttare meglio e di più le occasioni da palla ferma e mandare in gol a turno il maggior numero possibile di giocatori, oltre a Cocco. Marino s´è applicato a studiare le soluzioni per reggere fino al mese di gennaio e quindi fino alla riapertura del mercato per poter intervenire. Il gol segnato da Lores Varela all´89´ contro lo Spezia è stato il primo dell´uruguaiano in Italia e quindi nel Vicenza, ma è stato solo l´ultimo di una serie di reti che Marino ha ottenuto da diversi giocatori, dando così vita ad una sorta di cooperativa del gol in attesa dei rinforzi. Sono 9 i biancorossi andati fin qui a bersaglio. Cocco (6 centri) e Ragusa (3) erano la coppia su cui si è retto in fase offensiva il Vicenza di Lopez, con il quale hanno segnato anche Di Gennaro e Garcia Tena. Ma 5 di questi nove marcatori della coop biancorossa del gol hanno trovato la via della rete solo dopo il cambio di panchina e l´arrivo di Marino. L´adozione del modulo 4-3-3 da parte del tecnico siciliano ha indubbiamente favorito la ricerca della conclusione a rete da parte di un numero più alto di giocatori rispetto all´assetto tattico scelto da Lopez, il 3-5-2. E questo spiega in parte perché non è rimasto solo Cocco a reggere il peso della fase d´attacco dopo l´infortunio di Ragusa, seguito peraltro a quelli di Tutino e Maritato nello stesso settore della squadra. Ma se con Marino hanno segnato almeno un gol anche Moretti, Sbrissa, Laverone, Giacomelli e, appunto, Lores Varela nell´ultimo turno con lo Spezia, non è soltanto questione di modulo tattico. La coop del gol nasce anche dal lavoro di valorizzazione delle doti dei singoli compiuto dall´allenatore e dal suo staff. Clamoroso l´esempio di Moretti, che in tutta la carriera ha realizzato al massimo 4 gol in un campionato e oggi è già a quota 3, fra l´altro con una doppietta firmata su punizione nella stessa partita, tanto per riandare al discorso appena fatto sui calci da fermo. Gli altri quattro neogoleador sotto la gestione-Marino sono naturalmente Lores Varela e i due esterni del tridente, Laverone e Giacomelli, entrambi a segno nella vittoriosa trasferta di Varese, Senza dimenticarsi di Sbrissa, che s´è tolto la soddisfazione di siglare il raddoppio contro il Brescia. La coop, oltre a Cocco naturalmente, ha tenuto a galla il reparto offensivo in queste settimane, ma è del tutto evidente che lì davanti serve comunque un rinforzo, un buon rinforzo, per far giocare al Vicenza le sue chance nel ritorno.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Michele Pellizzer, il capitano del Cittadella, è pronto a riprendersi il posto di titolare nell’undici granata domani al Tombolato con il Catania. La scelta è obbligata per Claudio Foscarini, che deve rinunciare allo squalificato Daniel Cappelletti, ma il difensore bassanese conta di mettere in difficoltà il suo tecnico per le scelte successive. «Non vedo l’ora di scendere in campo – sostiene l’interessato – prima di tutto per dare una mano alla squadra e poi per dimostrare di meritarmi il posto in squadra, fornendo una prestazione convincente. Finora la stagione, per quanto mi riguarda, non è stata positiva come negli anni scorsi». Tre espulsioni per un totale di cinque giornate di squalifica, a Pellizzer non erano mai capitate in carriera. «Quest’anno per me è andata finora decisamente male. Nel campionato scorso ho conosciuto per la prima volta il cartellino rosso, non essendo in precedenza mai stato espulso. Eppure non mi sento diverso rispetto agli anni passati, per cui non so proprio individuare la causa di quanto mi è capitato. Forse le direzioni arbitrali sono diventate più severe oppure mi sono lasciato prendere inconsciamente dalla situazione di classifica che può avere interferito sulla mia emotività. In ogni caso intendo cambiare registro per il prosieguo del campionato, facendo tesoro anche di queste esperienze negative. Ultimamente ho avuto modo di riflettere più del solito e cercherò di trarne le conseguenze per fare meglio in futuro». Anche le due panchine dalle quali è partito nelle ultime due giornate di campionato sono inusuali per il centrale difensivo. «Non ricordo a Cittadella di avere mai fatto panchina. Adesso è capitato anche questo. Ho comunque accettato le decisioni dell’allenatore con serenità. Ci parliamo durante la settimana e i miei compagni stavano facendo bene, per cui le scelte fatte nelle partite con il Bari e il Frosinone non mi hanno sorpreso». Sulla partita di domani con il Catania, conclude Pellizzer: «Tutte le partite sono importanti e considerata la nostra situazione attuale, questa lo è ancora di più. È superfluo affermare che ci serve la vittoria, è ora di ottenerla in campo senza tanti discorsi. Il Catania è una squadra di blasone e per noi sarà uno stimolo in più». LA SQUADRA. Pecorini si è allenato ieri a parte essendo reduce da un affaticamento muscolare alla coscia destra. In vista delle ultime due partite in rapida successione è probabile che Foscarini, rispetto alla trasferta di Frosinone, faccia qualche rotazione e con il Catania dia più spazio a Paolucci o Benedetti. TIFOSI. Agli abbonati e a chi acquista un biglietto della tribuna est o della curva nord verrà dato in regalo un biglietto omaggio per entrare allo stadio. È possibile acquistare i tagliandi nella sede granata oggi dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30, domani solo al mattino, mentre nel pomeriggio i botteghini saranno aperti dalle 13.30. Sempre domani, dopo il “Terzo Tempo” alle 13.30 Da Godi a Fontaniva, è stato autorizzato dalla Lega un gemellaggio fra le tifoserie di Cittadella e Catania alle 14,45 al Tombolato, prima del fischio d’inizio dell’arbitro Maresca di Napoli.

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) La società il regalo l’ha già fatto, ora i tifosi si aspettano quello della squadra. Dopo l’agrodolce pareggio di sabato scorso a Frosinone, il Cittadella tornerà in campo già domani nell’insolito turno della vigilia di Natale (fischio d’inizio allo stadio Tombolato alle 15, arbitrerà Fabio Maresca di Napoli). L’avversario sarà l’altra grande delusa del campionato, il Catania tornato nelle mani di Pellegrino, dopo le dimissioni di Sannino, e che viaggia appena un punto sopra la zona playout, distantissima da quella vetta della classifica che le era già stata cucita addosso in estate. Ma le disgrazie altrui non possono certo lenire la sofferenza di un Cittadella tristemente ultimo, che non vince dalla quarta giornata di campionato e continua a combattere contro infortuni, guai e sfortuna. Sperando di non essere costretti ad allungare ancora la striscia nera, i tifosi granata possono almeno godere del piccolo dono offerto dalla società. A tutti gli abbonati in Gradinata Est e ai tifosi che acquisteranno un biglietto per quel settore in occasione della partita contro il Catania, la società regalerà un tagliando intero, sempre per lo stesso settore. È possibile acquistare i biglietti nella sede di via Ca’ Dai Pase, oggi dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. Domani solo al mattino, mentre nel pomeriggio i botteghini saranno aperti dalle 13.30. Cittadella che ha voluto fare lo stesso regalo anche ai tifosi del Catania, visto che l’iniziativa è valida anche per la curva ospiti. E i regali arriveranno anche dal mercato? Molto probabilmente sì, visto che il dg Stefano Marchetti è intenzionato a intervenire per rinforzare tutti i reparti. «Di sicuro dovremo sistemare qualcosa e cercherò di fare il meglio provando a portare a casa un acquisto per settore», conferma Marchetti. «Ma nonostante la posizione di classifica non farò rivoluzioni. Non servono e sono sicuro che gli uomini su cui possiamo contare hanno ampi margini di miglioramento. Questa rosa ha le capacità per risollevarsi». Fa ancor più paura un Catania costretto a vincere per non scivolare in zona retrocessione? «Hanno avuto dei problemi, ma il loro organico resta quello di una corazzata. In questa stagione il Cittadella ha mostrato di saper giocare meglio contro le avversarie più forti, per cui sono fiducioso. In pochi ci hanno messo sotto, le prestazioni ci sono sempre state, a fare la differenza a questi livelli sono solo i dettagli. Ed è su questo che dobbiamo lavorare. Vincere una partita prima della sosta ci darebbe una mano enorme in vista del girone di ritorno. I tre punti mancano tanto, speriamo arrivino». Foscarini dirigerà l’ultimo allenamento di rifinitura oggi alle 15 e domani non potrà contare su Daniel Cappelletti, squalificato dal giudice sportivo dopo il quarto giallo ricevuto a Frosinone (nel Catania out Sauro). In settimana allenamenti anche a Natale e Santo Stefano.

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Se finisce invece in pareggio restiamo a +5 e con l’esperienza vissuta l’anno scorso sono pochi punti con la strada che c’è ancora davanti». Natale alle porte: cosa si sente di dire ai tifosi? «Li ringrazio. Dalla prima amichevole di Asiago io e i miei compagni abbiamo respirato il loro amore e il loro attaccamento per la squadra. Questo ci ha responsabilizzato e anche un po’ preoccupato all’inizio perché ci ha fatto capire dove eravamo, se mai fosse stato necessario. Però alla fine questo ti dà anche quel pepe al sedere che ti fa dare qualcosa in più. Rappresentano veramente una spinta continua, in pratica giochiamo sempre in casa. E non hanno mai mugugnato quando siamo stati secondi a tre punti dall’Altovicentino, anzi ci hanno sempre spinto. Sono convinto che sarà così fino alla fine e mi auguro che vada tutto come deve andare». Trascorrerà le feste in famiglia con sua moglie Martina e i figli Mia a Matias? «Sì, rimango a casa a recuperare. La vigilia ceniamo dai miei genitori a Thiene, il pranzo di Natale lo facciamo dai miei suoceri a Schio».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Ci sono le feste di mezzo, ma si comincia già a respirare un po’ l’aria dello scontro diretto con l’Altovicentino. «Ora per fortuna stacchiamo la spina, anche se abbiamo pochi giorni e da sabato inizieremo a preparare la partita. Ci stiamo arrivando in maniera ottimale sia per la classifica e sia perché recupereremo tutti. Ci prepareremo al meglio, non solo per questa partita, ma per tutto il girone di ritorno che sarà lungo e duro». Lei conosce bene l’ambiente dell’Altovicentino avendoci giocato l’anno scorso. Che partita si aspetta? «Sinceramente non mi sento un ex, mi sento un ex del Portogruaro dove sono stato undici anni. Lì è cambiato anche lo stadio, non si gioca più a Marano. Di sicuro conosco tante persone che rivedo con piacere e con le quali ho condiviso una stagione importante, anche se non è culminata con un successo. Quanto alla partita, è come le altre anche se ha più fascino perché si affrontano la prima e la seconda in classifica. Sono convinto che due risultati su tre saranno insignificanti per il prosieguo del campionato, l’unico risultato che può davvero dare un segnale è la nostra vittoria: otto punti di vantaggio comincerebbero a non essere pochi, e vincere da loro può essere importante anche sul piano psicologico».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Tornando ai suoi gol, il più bello e il più importante? «Quello di sabato sembra un gol sporco e banale, invece se non riesco ad arrivare in anticipo e a impattare di controbalzo, la palla si sarebbe alzata e non avrei più potuto calciare. Ma se devo proprio sceglierne uno, dico quello in casa con il Legnago: oltre a essermi piaciuto è stato anche importante dato che abbiamo vinto 2-1. E l’ho fatto sotto la tribuna Fattori: è sempre bello segnare in casa». È il leader della squadra dentro e fuori dal campo. Sente il peso della responsabilità? «L’allenatore mi ha dato questo ruolo, ma poi è la squadra che ti deve far capire che ha fiducia in te, ed è successo un po’ alla volta, conoscendoci: questo fa piacere. Anche se non sono l’unico punto di riferimento, ce ne sono altri. Compreso qualcuno che sta giocando meno ed è ancora più importante di me perché essere d’esempio quando non si gioca è la cosa più difficile. Mi riferisco a Thomassen che è fondamentale per il nostro spogliatoio».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Marco Cunico, oltre a essere il capitano è anche il bomber della squadra. Dieci sigilli con quello al Ripa. «È un record per me nel girone d’andata, al massimo ne avevo fatti nove al Portogruaro. Non me l’aspettavo anche perché non sono un attaccante vero e proprio: sono davvero tanti. Fa piacere e preoccupa anche un po’, nel senso che se ci aspettiamo la stessa media nel ritorno è un bel problema». Non si sente quindi di fare promesse? «No, sono troppi. Spero di ripetermi come prestazioni perchè mi sento bene, e come presenze in campo dato che ho saltato solo una partita». Guarda caso quella con la Sacilese ed è arrivata l’unica sconfitta. Solo una coincidenza? «Penso di sì. Vista da fuori abbiamo fatto la prestazione anche a Sacile e il pareggio sarebbe stato giusto. Sono convinto che sia stata solo una coincidenza. Il mio obiettivo è non saltarne più fino al termine del campionato, vediamo se ci riesco».

Ore 10.10 – (Gazzettino) Ultimo allenamento pre-natalizio a ranghi ridotti ieri per i biancoscudati all’Appiani. Partitella e serie di ripetute su più distanze gli ingredienti della seduta, mentre Zubin e Nichele hanno effettuato corsa differenziata ed entrambi dovrebbero riaggregarsi al gruppo sabato alla ripresa della preparazione in vista della sfida con l’Altovicentino. Assenti, essendo già tornati a casa per le feste, Aperi, Mattin, Petrilli, Ferretti e Petkovic, con quest’ultimo che proprio ieri in Serbia si è sottoposto a una risonanza per valutare l’entità del problema all’adduttore accusato sabato al termine del primo tempo. La squadra effettuerà un’amichevole domenica alle 14.30 allo stadio Vallini di Piove di Sacco con la formazione locale che milita nel campionato di Eccellenza. Il biglietto d’ingresso costa 5 euro. AICB. In occasione della trasferta con l’Altovicentino a Valdagno (domenica 4 gennaio 2015) mette a disposizione dei tifosi tre pullman, due dei quali sono già esauriti. Per prenotare i posti ancora disponibili, contattare i seguenti numeri: 338-4578666; 329-4246440.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quale ritiene essere stato il suo miglior colpo? «Petkovic, un giocatore che ha un futuro importante davanti a sè. Anche se è giovane è un professionista esemplare, e avere un portiere under che riesce a diventare determinante, in questa categoria è un successo. La sorpresa? «Busetto, assolutamente. E pensare che io l’ho preso quasi per sbaglio». In che senso? «Seguivo Franchetti, un altro terzino del vivaio biancoscudato sulle cui tracce si era messo il Genoa: cercai di strapparglielo, finchè un mio amico procuratore mi chiamò informandomi che c’era un altro terzino, di nome Busetto, seguito sempre dai rossoblù. Feci chiamare lui, diciamo che non è andata affatto male». Un rimpianto? «Cesca, perché è stata una trattativa che se mi avessero lasciato condurre si sarebbe potuta chiudere anche ad agosto». Lasciar partire Tiboni e sostituirlo con Amirante sembra però un colpo da maestro. «Tiboni è un buon giocatore, ma da noi non poteva essere rivalutato: io pensavo che diventasse il vertice alto di questa squadra, ma evidentemente non è nel suo dna. Ci serviva un terminale alto che andasse in guerra con le difese e facesse la differenza in area». Quanti sono, in tutto questo, i meriti dell’allenatore? «Carmine è una garanzia, un ottimo tecnico e una grandissima persona: sceglierlo è stato determinante, soprattutto in virtù della sua conoscenza della categoria».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) I 41 punti sin qui raccolti certificano che il Padova è la miglior squadra di tutta la Serie D. Nemmeno nei gironi A, B e D, nei quali si sono giocate 18 gare (due in più) ci sono compagini capaci di raggiungere tale soglia. Un merito che va a giocatori, tecnico e società. Ds Fabrizio De Poli, si sarebbe mai aspettato, ad inizio stagione, che la squadra avrebbe raggiunto un simile record? «No, ma ora io e il mister ne siamo orgogliosi. Ammetto che dopo i primi acquisti avessimo già il sentore di star costruendo una buona squadra, essere primi così tanti punti, però, allora era solo un sogno». Ci racconta come fu quel primo mese di costruzione? «Pensate che il primo giocatore a firmare è stato Formigoni che suo malgrado non ha lasciato il segno, ma subito dopo sono arrivati Segato e Ferretti, due giocatori che per la categoria rappresentavano già un ottimo inizio. Però ci serviva una personalità importante in mezzo al campo…». Ed è per questo che è arrivato Marco Cunico… «Sì, ma la verità è che prima abbiamo cercato di chiudere per Tarantino, l’anno scorso 14 gol con la Lucchese, ma non ci siamo riusciti. È stato allora che abbiamo virato su Cunico: abbiamo puntato su di lui, e da lì in avanti sono arrivati uno dopo l’altro giocatori importanti per la categoria, più i vari Ilari, Petrilli e Aperi che ho avuto il vantaggio di conoscere già da Martina».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il 4 gennaio il campionato riprenderà con Alto Vicentino-Padova. Si immaginava di arrivarci con cinque punti di vantaggio? «Diciamo di no. La squadra ha reagito alla grande al ko di Sacile, talvolta perdere può essere salutare. Sul piatto avevo messo tutte le opzioni possibili, allo scontro al vertice di Valdagno ci arriviamo nelle condizioni migliori». Possiamo definirla una partita decisiva? «Direi di no. Anche se dovessimo vincere, ci sarebbe ancora tutto un girone da giocare. L’Alto Vicentino era avanti di tre punti, in tre partite è andato sotto di cinque. Le cose cambiano in fretta. Concentrazione e umiltà sono componenti che i ragazzi e l’allenatore hanno dimostrato di avere». Amirante ha esordito con una doppietta. Avete fatto un altro regalo a Parlato? «Che adesso dovrà essere bravo a gestire i grandi attaccanti che abbiamo… Ma noi vogliamo dargli tutto quello che serve per completare la nostra missione». Con la tifoseria la luna di miele continua. E lei ha bacchettato gli autori di gesti che costano migliaia di euro alla società in multe… «Non ho accusato nessuno ma reputo la nostra una tifoseria matura: ho chiesto di vigilare e di isolare chi commette queste sciocchezze. Sono un tipo molto paziente, ma dobbiamo remare tutti dalla stessa parte, ognuno per le proprie competenze e per la propria fetta di responsabilità». Ora farete qualcos’altro sul mercato? «A gennaio prenderemo qualche giovane, guardando in prospettiva. Perché il nostro lavoro mi auguro proprio non si debba limitare a questo campionato…».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Se qualcuno, alla fine di luglio, avesse detto a Giuseppe Bergamin che il 2014 si sarebbe chiuso con il suo Padova primo in classifica con cinque punti di vantaggio sulla seconda, probabilmente sarebbe stato guardato con una buona dose di perplessità. E invece, il prossimo 4 gennaio, Alto Vicentino-Padova, scontro al vertice del girone C del campionato di serie D, porterà con sé in dono ai Biancoscudati il fatto di poter giocare per due risultati su tre. «Tanta roba», come ammette quasi parlando a se stesso il patron della Sunglass, che sorride a 32 denti (e non potrebbe essere altrimenti) e che ieri sera alla cena di Natale andata in scena al ristorante Tezzon di Camposampiero, ha ricevuto tanti e tali attestati di stima da renderlo ancor più orgoglioso di quanto fatto in pochi mesi di gestione alla guida dei Biancoscudati. Presidente Bergamin, che voto si dà come presidente dei Biancoscudati? «Voti non me ne attribuisco, sono una persona a cui non piace gloriarsi di quello che fa. Sbagliamo tutti, noi pure abbiamo commesso qualche errore. Ma abbiamo cercato di rimediare e daremo tutto per fornire al nostro allenatore il meglio per arrivare in fondo a questo campionato». L’obiettivo per il 2015 si chiama Lega Pro… «Sì, ma è meglio non dirlo (sorride, ndr) ». Che cosa farete da qui a giugno? «Andiamo avanti a programmare il meglio possibile, poi speriamo tutti che il campionato si chiude nel modo in cui ci auguriamo».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (diciassettesima giornata, domenica 4 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Padova, Kras Repen-Clodiense, Montebelluna-Belluno, Mori Santo Stefano-Fontanafredda, Sacilese-Dro, Tamai-Mezzocorona, Triestina-Legnago, Union Pro-ArziChiampo, Union Ripa La Fenadora-Giorgione.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 41, AltoVicentino 36, Belluno 33, Sacilese 31, Montebelluna 27, Union Ripa La Fenadora 26, Clodiense 25, Tamai 23, ArziChiampo e Union Pro 22, Fontanafredda 21, Giorgione 19, Legnago 16, Dro 15, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati finali: ArziChiampo-Tamai 2-0 (Simonato, Carlotto), Belluno-Union Pro 0-1 (Casarotto), Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora 3-1, Clodiense-AltoVicentino 4-4, Dro-Kras Repen 2-0 (Bertoldi, Bazzanella), Fontanafredda-Triestina 2-1 (Ortolan, Gargiulo, Manzo), Giorgione-Montebelluna 0-1 (Perosin), Legnago-Sacilese 1-1 (Spagnoli, Tobanelli), Mezzocorona-Mori Santo Stefano 1-1 (Bentivoglio, Tisi).

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 22 dicembre: allenamento mattutino e cena natalizia per i Biancoscudati, i quali torneranno al lavoro sabato 27 dicembre.




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