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Ore 21.30 – (Biancoscudati Padova) Martedì 16 dicembre si è tenuta la grande festa delle 17 squadre della Scuola Calcio al ristorante Da Gambaro a Cadoneghe (Padova); i 230 iscritti assieme ai loro mister e alle loro famiglie si sono ritrovati per scambiarsi gli auguri di Natale. Presenti alla serata il Presidente Giuseppe Bergamin, il vicepresidente Edoardo Bonetto e l’amministratore delegato Roberto Bonetto, oltre che al ds Fabrizio De Poli e al resposabile del settore giovanile Giorgio Molon con cinque giocatori della prima squadra. Sono intervenuti l’ing. Angelo Bernardinello e il dott. Federico Nicolazzi, rappresentanti di Bernardinello Engeneering, main sponsor della Scuola Calcio. Alla serata hannno partecipato e sono intevenuti anche il Dott. Giorgio Perilongo e la Dott.ssa Franca Benini di Pediatria Padova che hanno presentanto il Progetto “LA STANZA DEI SOGNI”. La società BIANCOSCUDATI PADOVA ha creato delle fascette da capitano marchiate “LA STANZA DEI SOGNI” che verranno portate al braccio da tutte le squadre della scuola calcio e settore giovanile (vedi foto a piè di pagina). La società inoltre ha offerto alcuni gadget e un biglietto a tutti gli ospiti della serata per la partita di sabato allo Stadio Euganeo tra Biancoscudati Padova e Union Ripa La Fenadora. Tutto ciò è servito per raccogliere fondi in una lotteria benefica per il progetto “LA STANZA DEI SOGNI”. (Info sul Progetto. Per tutte le informazioni su cos’è la “Stanza dei Sogni” e su come si può sostenere basta visitare il sito ufficiale www.noaldolore.org o la pagina Facebook https://www.facebook.
Ore 20.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Arrivato il bonifico per gli stipendi di settembre ottobre (non i soldi per i contributi, con relativa penalizzazione in vista), anche la squadra ha tirato un sospiro di sollievo. Il Venezia gioca sabato (ore 15) a Busto Arsizio, ultima sfida prima della sosta natalizia. «Abbiamo spiegato la situazione ai giocatori – riferisce il ds Ivone De Franceschi – è chiaro che anche loro abbiano vissuto un po’ di incertezza. Ma ora siamo tutti concentrati sulla partita». Il Venezia è tornato alla vittoria domenica con la Torres, dopo tre sconfitte consecutive, e sarebbe quanto mai vitale tornare dalla sfida contro la Pro Patria con i tre punti. «Vogliamo trovare l’equilibrio nei risultati. Con l’arrivo di Michele Serena abbiamo sempre messo in campo buone prestazioni, tranne forse la parte finale di Lumezzane. Ma non siamo sempre stati premiati dai risultati. Ora vogliamo anche fare punti». Il Venezia esce relativamente dall’emergenza, non avendo nessuno squalificato e solo gli infortunati «cronici». «E’ la prima volta da tanto che ci capita. Abbiamo qualche situazione da gestire, come il tendine di Cernuto, ma – chiude De Franceschi – va meglio di altre settimane».
Ore 20.30 – (La Nuova Venezia) Il Day-After è agrodolce. Il Venezia si lascia alle spalle un inizio di settimana tormentato, nel quale le vicende societarie hanno preso il sopravvento sul calcio giocato lasciando comunque tanti interrogativi in sospeso, e sposta l’obiettivo sull’ultima gara dell’anno in programma sabato (ore 15) a Busto Arsizio. Poi il pallino ritornerà nelle mani di Dante Scibilia e di Ivone De Franceschi anche per capire nell’immediato futuro quali saranno gli eventuali margini di movimento durante il mercato invernale. Con i presupposti delle ultime settimane poco o niente, ma anche l’avvicendamento tecnico non era previsto nel budget iniziale previsto dal presidente Yuri Korablin. Che rimane l’unico a poter dare le risposte a tutti i quesiti e i dubbi sul futuro che stanno sempre più circondando il Fbc Unione Venezia. Compreso il discorso legato al nuovo stadio visto che nei giorni scorsi lo stesso Carlo Trevisan, il numero due di Korablin con deleghe specifiche per seguire l’impianto di Tessera, ha deciso di fare un passo indietro lasciando la carica di vicepresidente. Sono stati giorni tribolati anche per il direttore sportivo De Franceschi, l’uomo più a stretto contatto con staff tecnico e giocatori. «Sono d’accordo con quanto ha detto il direttore generale Scibilia, dispiace lasciare per strada un punto, però alla fine sono stati pagati gli stipendi ai giocatori. Il presidente ha adempiuto a quanto ha promesso, le spiegazioni che ci sono state fornite dalle persone a lui vicine con cui è stato instaurato il dialogo sono comprensibili: difficoltà finanziarie momentanee dovute alla particolare situazione russa, ma solo temporanee e quindi superabili in vista della prossima scadenza». Quasi un sospiro di sollievo? «Sicuramente, è ovvio che in questo momento ci sono problemi, ma se guardiamo il lato positivo vediamo che il presidente ha onorato il pagamento degli stipendi: se avesse intenzione di mollare non lo avrebbe fatto, da come la vedo io. Per me è un segnale positivo. Ovvio che tutti si aspettano che sia lui in persona a spiegare quanto sta accadendo come segno di rispetto per la squadra, i tifosi e la città. Anche se, essendo in prossimità delle feste, bisognerà aspettare l’anno nuovo». All’inizio del 2015 si riaprirà il mercato: con quali prospettive per il Venezia? «Discorso prematuro, in questo momento io penso solo alla partita con la Pro Patria» conclude De Franceschi, «a bocce ferme vedremo quello che sarà possibile fare».
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Ci sono delle criticità, ma l’avvenuto pagamento degli stipendi è un segnale importante e che deve solo confortare». Immune e mai sfiorato da calciatore da problematiche economiche, Ivone De Franceschi sta imparando ad affrontarle ora da dirigente a Venezia. Il ds arancioneroverde, all’indomani della fumata grigia a distanza del presidente Yury Korablin (stipendi di settembre e ottobre pagati, non i contributi) si dichiara fiducioso. «Prenderemo un punto di penalizzazione e ciò dispiace, questo è scontato – premette il 40enne padovano -. Tuttavia oggi siamo tutti più tranquilli, perché il presidente seppur all’ultimo giorno, come peraltro aveva sempre fatto, ha saldato gli stipendi che sono la voce più importante per un club professionistico». Una fiducia che ad ogni modo non si percepisce attorno al Venezia. «Giornali e televisioni in queste ore parlano di «crollo del rublo», è evidente che in Russia ci siano grossi problemi finanziari aggravatisi negli ultimi 10-15 giorni. Eppure Korablin ha pagato, partiamo da questo fatto, quindi tutto fa pensare che in tempi brevi si possa tornare alla normalità per quanto riguarda i flussi di denaro attualmente bloccati». Resta comunque la mancanza di comunicazione del patron moscovita con il dg Scibilia e il ds De Franceschi, in contatto solamente tramite terzi. «Credo che il presidente a gennaio sarà qui e si confronterà con noi che gestiamo la sua società, ma soprattutto parlerà ai tifosi che giustamente pretendono chiarezza. Voglio sottolineare la serietà dei nostri giocatori, capaci in un momento comunque delicato di comportarsi da veri professionisti. Lo si è visto contro la Torres. Arriverà un -1 e ciò fa male, ma il Venezia sta dimostrando di pensare solo al campo». Dopodomani (ore 15) ultima gara del 2014, a Busto Arsizio contro una Pro Patria in difficoltà. «Il loro terz’ultimo posto deve suonare per noi come un campanello d’allarme. Con Serena in panchina non abbiamo mai steccato una prestazione, raccogliendo meno di quanto avremmo meritato. A Busto per fare punti ci vorrà un Venezia tosto e convincente».
Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Nel Real Vicenza c’è un ex, Luca Lavagnoli, che in neroverde due anni fa non convinceva (in D) e ora sta giocando alla grande in Lega Pro. Poi c’è un altro giocatore che non è un ex, ma un pordenonese doc. Da due stagioni è coi veneti, dei quali è pure capitano. Stiamo parlando di Matteo Tomei. Il portiere, classe ’84, sabato torna al Bottecchia, ancora da avversario. Perché lui, in più di 10 anni di carriera (e nonostante abiti a cento metri dallo stadio), non ha mai giocato qui e neppure in neroverde, al contrario del padre, Ermanno, già attaccante e tecnico dei ramarri. Matteo però non ne fa un problema, anzi. E dice: «Pordenone è nel cuore, ma spero di batterla. La mia carriera è al Real Vicenza e qui voglio chiuderla». Tomei, ha 30 anni e già pensa al ritiro? «No, anzi. Spero di giocare ancora a lungo. Però, se penso al termine della mia “corsa”, la vedo qui». Ci fosse stato un interesse serio da parte del Pordenone… «La scorsa estate c’è stato un “pour parler”, niente di più. E’ la squadra della mia città, che seguivo da piccolo: in attacco giocavano mio padre e Locatelli… sono rimasto tifoso dei neroverdi. La nostalgia di casa c’è, ma sto bene a Vicenza e penso solo al Real». Già, un club nato solo nel 2010 e già in lotta per la promozione in B. Quali i segreti? «L’umiltà. E il fatto che questa è una società piccola, con una sola persona che decide: il presidente. E’ stato lui, assieme al mister, a volermi fare capitano. A questo club devo molto. Spero di chiudere qui, salendo di categoria». Lei lotta per la B, il Pordenone per non scendere in D… «Spero che i ramarri si salvino, ma che comincino a fare punti dalla sfida con l’Albinoleffe. Sabato vengo a prendermi la vittoria per rimanere lassù. Cosa serve per rimanere in Lega Pro? Rinforzi: Bjelanovic può essere ciò che Bruno è per noi, un bomber decisivo». Lei ha giocato con Bussi e Strizzolo: possono dare una mano? «Sono attaccanti forti, il primo è una scommessa che vale la pena fare. L’ha lanciato Tedino al Sandonà, ha grandi qualità fisiche e tecniche. Spero per entrambi che l’affare si concluda». Parliamo del suo ruolo: il Pordenone ha girato tutti i portieri e ora ha puntato deciso su Careri. E’ la scelta giusta? «Stimo molto Gianni, è un amico: si merita il posto da titolare. La rotazione l’ha premiato, ma non sottovaluterei Bazzichetto». Lei è tra i migliori portieri della Lega Pro, è capitano, eppure per consacrarsi ha dovuto lasciare questa provinci. “Nemo profeta in patria”… «Proprio così. Ho giocato in Scozia, a Trieste, a San Bonificio, a San Donà, ma mai nel Friuli occidentale. Non so perché, ma sono comunque contento. Adesso Vicenza è la mia seconda casa e qui voglio stare».
Ore 19.20 – (Giornale di Vicenza) Real Vicenza e Pordenone sono le ultime squadre che ha allenato. Lamberto Zauli, indimenticato attaccante biancorosso, non ha incontrato molta fortuna come tecnico negli ultimi mesi. Dopo aver portato il Real in Lega Pro, non è stato confermato. Quindi l´ha chiamato il Pordenone, squadra neopromossa. La sua avventura è durata appena 5 partite. Zauli, sabato si affronteranno Pordenone e Real Vicenza. Lei per chi tifa? «Non posso dirlo, ma un´idea ce l´ho». La sua esperienza a Vicenza è terminata dopo aver raggiunto un bel traguardo. È ancora dispiaciuto? «Non mi hanno riconfermato, ma ho tuttora un bellissimo rapporto con alcuni miei ex giocatori e in particolare con il presidente e i dirigenti. Ora sono il primo tifoso del Real Vicenza». Eppure si sarebbe aspettato la conferma sulla panchina biancorossa dopo la promozione. «Un allenatore punta sempre a rimanere due-tre anni nello stesso posto, questa sarebbe la cosa più bella! Ma una cosa è il rapporto professionale, che può finire, com´è stato al Real Vicenza. Il rapporto umano, però, può continuare. Ed è ciò che mi è successo». A Pordenone invece come sono andate le cose? «Premetto che non mi va di fare polemica, non ho mai rilasciato dichiarazioni particolari. Comunque non si è mai creato un bel rapporto, non c´è mai stato feeling e l´avventura era già cominciata con il piede sbagliato. Con molti giocatori ho comunque stretto legami importanti. Resta il fatto che Real Vicenza e Pordenone sono due mondi completamente diversi». Il suo è stato un esonero lampo. «Ho fatto cinque partite in campionato e conquistato due punti. Non siamo partiti bene, i risultati l´hanno confermato, ma la squadra stava lottando. Dodici gare dopo il mio esonero, hanno fatto 11 sconfitte e una vittoria. Finora hanno cambiato tre allenatori». Com´è ora la sua vita?
«Purtroppo sono fermo, sono ancora un dipendente del Pordenone e non posso fare nulla. Dispiace molto perché quella decisione ha condizionato tutto un anno». Real Vicenza e Pordenone hanno una classifica molto diversa. Che gara immagina? «Il Real giocherà fino alla fine per le primissime posizioni, per me ha tutte le carte in regola per stare tra le prime cinque, sei squadre. Però il Real – e Michele Marcolini lo saprà bene – non deve fare l´errore di pensare che sarà una partita facile sabato». Come può presentarsi una formazione che perde da ben 10 giornate? «È chiaro, per il Pordenone sarà dura soprattutto dal punto di vista psicologico. Ma sul proprio campo la squadra è riuscita sempre a disputare buone partite, quindi il Real Vicenza deve stare attento, nulla è scontato. E poi il Pordenone vede sempre lo spiraglio per i playout».
Ore 18.50 – (Giornale di Vicenza) È un Antonino Asta decisamente soddisfatto quello che si presenta in zona mista a margine del pareggio a reti bianche ottenuto dal suo Bassano al “Moccagatta” di Alessandria. «Lo sappiamo tutti che venire qua a giocare contro una squadra come l´Alessandria, dai grandi valori tecnici e ben strutturata, non è facile – esordisce il tecnico -. Soprattutto sapevamo che potevamo soffrire sulle palle inattive e sui palloni lanciati in avanti a servire giocatori dotati tecnicamente e fisicamente come ad esempio Marconi. Noi abbiamo giocato bene portando a casa un buon punto. Soprattutto abbiamo giocato come sappiamo fare: corti, aggressivi e portando un grande pressing a centrocampo. L´unico rammarico, se lo possiamo chiamare così, è quello di non riuscire a mettere a segno l´ultimo passaggio che avrebbe potuto mettere seriamente in difficoltà l´Alessandria. Resto comunque ampiamente soddisfatto della prestazione di un Bassano che comunque, non ce lo dobbiamo scordare, deve salvarsi. Se noi guardiamo giocatori, budget, struttura c´era un divario importante con l´Alessandria. Con questo non voglio deresponsabilizzarmi o deresponsabilizzare l´ambiente. Spesso e volentieri sento parlare del Bassano come squadra che può vincere il campionato. Noi, lo ricordo, dobbiamo salvarci e giochiamo con questo obiettivo ben stampato nella mente. Il Bassano è una realtà solida e in questo campionato si vuole togliere e si toglierà delle belle soddisfazioni. La posizione decentrata di Iocolano? Con l´assenza di Nolè abbiamo spostato Iocolano sapendo che un giocatore come Obodo, bravissimo in fase di impostazione, un po´ meno di gestione del pallone, non segue l´avversario tra le linee. Il rigore? Ci poteva anche stare anche se sono convinto che un´eventuale sconfitta non avrebbe cambiato ciò che penso della prestazione che i ragazzi hanno fatto questa sera. Oggi c´erano in campo 22 anni di differenza in favore dell´Alessandria, io devo tenere l´età media. Questo sicuramente è un vantaggio per i nostri avversari però quando sono venuto a Bassano conoscevo le priorità della società e le ho accettate perché sono convinto nel gruppo che mi hanno messo a disposizione».
Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) Il Bassano esce indenne dal Moccagatta nel recupero della 13esima giornata e mantiene la vetta della classifica ad un tiro di schioppo. Prestazione di sostanza per i giallorossi che tengono testa all´Alessandria con piglio giusto e ribattono colpo su colpo. Asta deve fare a meno dello squalificato Nolè. Rispetto alla gara con il Renate, spazio allora a Cattaneo con il bomber Pietribiasi confermatissimo in prima linea. In difesa si rivede Bizzotto. Il Bassano rischia grosso in avvio di partita. Appena quattro giri di lancette e Rantier ruba palla a Toninelli sul settore di destra. Il traversone basso dell´attaccante dei grigi è raccolto sul secondo palo da Vitofrancesco che mette clamorosamente a lato con Rossi fuori causa. Un giro di lancette ed il portiere giallorosso si accartoccia per neutralizzare il tiro dal limite dello stesso Rantier. All´8´ Vitofrancesco ci prova di prima intenzione dalla lunga distanza ma Rossi si distende e blocca in due tempi. La replica è affidata ad un calcio di punizione senza grosse pretese da parte di Furlan (12´). L´esterno del Bassano ci prova anche al 17´ ma con esito praticamente identico. Sul cross di Iocolano, Priola indovina i tempi dell´inserimento di testa in area ma trova la superba risposta di Nordi che respinge d´istinto e salva l´Alessandria. Si va così negli spogliatoi sul pareggio ad occhiali. La ripresa regala subito un brivido per il Bassano. Marconi arpiona il pallone fuori area e scaglia un destro potente che però termina sopra la traversa della porta difesa da Rossi. Sulla sponda opposta il solito Furlan cerca gloria da calcio piazzato ma la mira non è delle migliori (2´). I piani di Asta si complicano poi a causa della leggerezza di Toninelli che tocca il pallone con un braccio e si guadagna il secondo cartellino giallo con conseguente doccia anticipata. L´imprevisto spinge il tecnico a modificare l´assetto di base con l´uscita di Pietribiasi e l´inserimento di Zanella per compattare il pacchetto arretrato. Nemmeno il tempo di riorganizzarsi che l´Alessandria cerca subito il colpo grosso ma Rossi si supera sulla botta di Marconi. Il portiere giallorosso si oppone anche alla girata dal limite di Rantier. Il pallino del gioco è saldamente dell´Alessandria ed Asta prova ad alleggerire la pressione con l´ingresso di Maistrello. Ma è sempre la compagine di D´Angelo a menare le danze con il colpo di testa di Marconi e la successiva conclusione di Rantier, entrambe facili preda di Rossi. Prima che Mora commetta fallo a centrocampo e ristabilisca la parità numerica sul terreno di gioco. Il finale di gara è arrembante con le due squadre che non si risparmiano ma il guizzo vincente non arriva. Per il Bassano un punto d´oro che serve a riscattare la battuta d´arresto di Meda.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Andrea Cocco non ci sta. Anche se la sua sesta prodezza stagionale sabato scorso a Chiavari contro l’Entella è servita solamente ad accorciare le distanze nel finale, l’attaccante sardo non vuol sentir parlare di calo psicologico dopo il filotto di risultati positivi. E non lo manda certo a dire… «Non abbiamo mai parlato di play-off, non è una voce che circola nello spogliatoio ma nata casomai fuori, tra i tifosi e sui mass media. Il nostro obiettivo è e rimane la salvezza e lo sappiamo benissimo. Come d’altronde siamo consapevoli del fatto che sarà dura raggiungere questo traguardo». Premesso questo… «Non è stato il solito Vicenza, troppo sulle gambe, troppi fraseggi vicino al nostra area. Loro arrivavano prima sulla palla. Ma dobbiamo guardare avanti sempre, nelle vittorie come nelle sconfitte. Abbiamo preso un brutto schiaffo, cerchiamo di rialzarci subito sabato prossimo contro lo Spezia». A completare il quadro di una giornata storta, è arrivata anche l’inferiorità numerica dopo l’espulsione di D’Elia in avvio di ripresa che a reso ancora più ardua la vostra impresa… «La partita era già difficile di per se stessa; poi, con l’uomo in meno lo è diventata ancora di più. La gara si è messa sui binari sbagliati, loro fraseggiavano bene noi invece eravamo lunghi e larghi e facevamo fatica a prenderli. Ci siamo riusciti ma troppo tardi, dovevamo forse dare qualcosa di più prima per sperare di poter raggiungere il pareggio». Vi sentite ridimensionati da questa battuta d’arresto? «Assolutamente no. Non siamo diventati dei brocchi dopo una sconfitta, non eravamo fenomeni prima, non siamo scarsi ora. Rialziamo la testa e pensiamo a lavorare in settimana per preparare la prossima sfida e cercare di fare punti davanti i nostri tifosi». Il Vicenza è atteso ora da due sfide casalinghe consecutive al Menti contro le terze della classe: prima lo Spezia sabato prossimo, quindi il Livorno alla vigilia di Natale. Quale doppia occasione migliore per riscattarsi e mettere altri punti sotto l’albero?
Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Seduta pomeridiana, ieri, per il Vicenza, in vista della sfida di sabato al «Menti» contro lo Spezia, terza forza del campionato. Pasquale Marino ha diretto una partita in famiglia in cui ha schierato due formazioni miste, mischiando le carte per non dare indicazioni sui titolari. Buone notizie dal reparto arretrato che avrà nuovamente a disposizione Gentili e Brighenti, che ritornano dopo aver scontato un turno di squalifica, e Camisa che ha ormai del tutto superato la piccola lesione al soleo del polpaccio sinistro. A parte gli infortunati di lungo corso, Tutino, Maritato e Ragusa, a mister Marino mancherà il solo D’Elia, fermato per un turno dal giudice sportivo, ma in retroguardia le alternative non mancano e per il tecnico ci sarà la possibilità di scegliere chi mandare in campo. L’abbondanza c’è anche a centrocampo dove Cinelli, Moretti, Di Gennaro, Sciacca e Sbrissa, che tornerà oggi dopo aver giocato ieri a Viterbo l’amichevole internazionale Italia-Albania under 19, sono in lotta per tre maglie. Scelte obbligate in attacco, dove verrà riproposto il trio offensivo Laverone, Cocco e Giacomelli, con Lores Varela che partirà dalla panchina.
Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Di Gennaro o Moretti? O magari entrambi? È questo il dubbio amletico sul quale si arrovella Pasquale Marino in vista della partita di sabato al Menti contro lo Spezia, primo impegno del “tour de force” natalizio che tra il 20 e il 28 dicembre vedrà il Vicenza disputare le ultime tre giornate del girone d´andata. I due registi. La scelta non è semplice e va attentamente ponderata: non a caso anche nella partitella in famiglia di ieri il tecnico biancorosso ha voluto vedere all´opera Moretti e Di Gennaro nelle due squadre contrapposte. Stiamo parlando infatti del regista, ovvero del giocatore chiamato a dettare tempi e geometrie alla manovra della squadra. Un ruolo di grande responsabilità, per il quale Lopez prima e Marino poi avevano puntato con convinzione sulle indubbie qualità di Davide Di Gennaro. Federico Moretti, sua prima alternativa, in genere era stato spostato sul centrodestra come mezzala, tornando ad agire da regista solo quando Di Gennaro era indisponibile o veniva sostituito. La staffetta. La svolta si è avuta nella partita del Menti contro il Brescia: per la prima volta, nonostante Di Gennaro fosse disponibile e in perfette condizioni fisiche, Marino ha deciso di puntare su Moretti come regista, facendo accomodare il compagno in panchina. Durante la settimana precedente, in realtà, il tecnico siciliano aveva anche provato ad invertire le posizioni dei due giocatori, impiegando Di Gennaro da mezzala, ma alla fine aveva preferito non impiegarli contemporaneamente. Una scelta squisitamente tecnica confermata anche a Chiavari, dopo la buona prestazione e il gol di Moretti con il Brescia. Per due partite consecutive quindi si è assistito alla staffetta tra i due registi, con l´ex Catania titolare e l´ex Palermo chiamato a sostituirlo solo nell´ultimo spezzone di gara. Sfida da ex. Dopo la brutta figura rimediata contro l´Entella da tutto il Vicenza, Moretti compreso, il dubbio torna a proporsi alla vigilia della partita con lo Spezia. Per coincidenza, tra l´altro, l´incontro di sabato sarà per entrambi i centrocampisti una stimolante sfida da ex: Di Gennaro ha giocato in Liguria due stagioni fa, mentre Moretti è stato bianconero nella prima parte dello scorso campionato, concluso poi a Padova. Chi dei due la affronterà da titolare? Difficile azzardare un´ipotesi in questo momento. Sciacca a parte. Molto dipenderà anche dalla condizione degli altri centrocampisti, che Marino valuterà attentamente nelle ultime due sedute (oggi pomeriggio e domattina). Sciacca, ad esempio, ieri pomeriggio non ha giocato la partitella per evitare sovraccarichi, mentre Sbrissa rientrerà solo oggi dall´impegno con l´Under 19. Non è da escludere che alla fine Marino “torni all´antico”, schierando insieme Di Gennaro e Moretti per aumentare il tasso qualitativo del gioco: in questo caso, pare più probabile che il regista sia Di Gennaro e Moretti agisca da interno. Camisa e Laverone ok. Tra le buone notizie, vanno intanto annoverati i rientri a pieno titolo nel gruppo di Camisa e Laverone. Non preoccupa la lieve febbre che ieri ha fermato Spiridonovic. In difesa, oltre al capitano, contro lo Spezia torneranno disponibili dopo la squalifica pure Brighenti e Gentili: l´impressione è che Brighenti sia destinato ad essere il centrale titolare di destra, mentre Gentili sarà la prima alternativa a Camisa come centrale sinistro, nel caso in cui le condizioni del capitano (anche considerando le prossime tre partite ravvicinate) consigliassero un rientro graduale partendo dalla panchina. Laverone dovrebbe completare come esterno offensivo destro l´ormai consueto trio con Cocco centravanti e Giacomelli a sinistra.
Ore 16.50 – (Gazzettino) Un’altra tegola per la squadra granata: Andrea Signorini sarà operato domani mattina all’ospedale di Cittadella dal dottor Grano per una microfrattura alla tibia sinistra. Il difensore centrale era fermo da alcune settimane in attesa di una decisione. Anche per Schenetti si allungano a dopo la pausa di gennaio i tempi di recupero. Intanto la classifica piange. Il Cittadella ha perso l’ultima partita con il Bari per una disattenzione al 92′, offrendo una prestazione sicuramente non all’altezza, tanto da spingere il direttore generale Stefano Marchetti ad affermare «che alcuni giocatori si sono limitati a fare il compitino». Alessandro Sgrigna è tra coloro che hanno deluso nella gara con i pugliesi. «Non so a chi si riferisse il direttore. Sicuramente dobbiamo tutti fare di più per tirarci fuori da questa difficile situazione. Non sempre ci riesce come vorremo, ogni partita fa storia a sè». Il fantasista è stato impiegato da Foscarini nel ruolo di esterno destro di centrocampo in un 4-4-2 dichiaratamente offensivo che comprendeva anche Coralli, Gerardi e Minesso. L’attacco granata però non ha brillato. «Io gioco dove mi chiede l’allenatore. Ho provato a dare il massimo anche se il mio ruolo principale è davanti. Se serve, gioco in altri ruoli, non è la prima volta che vengo schierato in quella posizione». Sulla prestazione della squadra con il Bari, continua: «È stata una partita strana. Nel primo tempo non riuscivamo a girare al meglio, anche se non abbiamo sofferto l’avversario. Abbiamo spinto di più nella ripresa, subendo il gol nei minuti di recupero. Il risultato è collettivo, si perde e si vince tutti insieme, anche se l’errore può essere individuale». Alzando l’orizzonte, Sgrigna sottolinea: «Qualcosa ci manca, in certe partite si poteva portare a casa la vittoria e alcune sconfitte dovevano essere evitate. Siamo stati penalizzati da episodi sfavorevoli, ma la colpa è nostra perchè siamo noi che dobbiamo tirare la fortuna dalla nostra parte. Da qui alla fine del campionato dobbiamo fare tutto il possibile per raggiungere la salvezza. Ci manca la vittoria e dobbiamo insistere per ottenerla. Bisogna rimanere agganciati in classifica, dove ci manca qualche punto, ma – ripeto – la colpa è solo nostra». L’ultimo pensiero di Sgrigna è sulla trasferta di sabato a Frosinone. «Loro sono secondi in classifica e hanno entusiasmo. Giocano con il 4-4-2, per cui sarà una partita a specchio. La loro forza sta nel collettivo, anche se in attacco possono contare su alcuni giocatori di qualità. Noi stiamo preparandoci al meglio perchè ci serve il risultato e contiamo nel fattore sorpresa». Ieri la squadra ha svolto una doppia seduta d’allenamento. In gruppo anche Busellato e Barreca, che martedì avevano giocato a Trapani l’amichevole con la nazionale Under 21. Minesso ha svolto in parte lavoro differenziato e in parte si è allenato insieme ai compagni.
Ore 16.30 – (Mattino di Padova) «Ciao amore». Alessandro Sgrigna saluta Ilari Anna, la più piccola dei suoi tre figli, con tutta la dolcezza del bravo papà. Il fantasista romano sta per entrare in spogliatoio e chiude la telefonata per fermarsi a parlare del momento nero che sta attraversando il Cittadella. Il contrasto con il tono che aveva al cellulare è straniante. «È normale che dopo una sconfitta come quella col Bari lo stato d’animo non sia dei migliori. Ora non ci resta che rialzarci e lottare» afferma. Il d.g. Marchetti ha dichiarato che contro i pugliesi qualcuno è sceso in campo per «fare il compitino»: si sente chiamato in causa? «Questo dovreste chiederlo a lui. Quel che posso dire è che so di non aver giocato bene, ma che quando si perde si perde tutti assieme. Nessuno va in campo per giocare male, ma contro i pugliesi ci siamo trovati troppe volte a sbagliare l’ultimo passaggio». Ha pagato anche il fatto di aver giocato in un ruolo non suo, confinato sulla fascia destra? «Faccio quello che mi chiede il mister. Se serve posso giocare anche esterno, poi, sicuramente, in una posizione più avanzata posso rendere di più». Le statistiche dicono che, con 6 punti persi nei secondi tempi rispetto ai risultati del 45’, il Cittadella è una delle due squadre che spreca di più nella ripresa. Difficile parlare solo di sfortuna. «In tutta la stagione non abbiamo sbagliato più di tre o quattro partite, mentre le altre sono state decise da episodi. Meriteremmo qualche punto in più, ma se siamo ultimi la colpa è nostra». Nella scorsa stagione, in una situazione di classifica solo leggermente migliore di questa, arrivò a sorpresa la scorribanda in casa della capolista Empoli. «Dobbiamo andare a Frosinone per fare lo stesso». Che gara si aspetta sabato? «Saremo in casa della seconda in classifica, una squadra che sta avanzando spinta dall’entusiasmo e che non mi immaginavo di trovare così in alto. Gioca con un 4-4-2 speculare al nostro, ha un ottimo collettivo e in attacco può contare su elementi pericolosi come Dionisi e Ciofani, che spiccano su gli altri». E il Citta, in che versione scenderà in campo? «Avremo fame. Su questo non abbiate dubbi». Ieri si sono rivisti al Tombolato anche Barreca e Busellato, rientrati dalla parentesi azzurra con la B Italia. Minesso ha lavorato a parte.
Ore 16.10 – (Corriere del Veneto) Non c’è pace per l’infermeria del Cittadella, specchio fedele della disastrosa stagione granata, al momento ultimi in classifica e senza vittorie da 14 partite. Come se non bastassero le difficoltà tecniche e l’incapacità di ritrovarsi. In vista della trasferta di Frosinone, arrivano pessime notizie su Signorini, che si è procurato una microfrattura alla tibia e verrà sottoposto a intervento chirurgico domani pomeriggio. Lo stop si annuncia lunghissimo, ben che vada si rivedrà in campo in primavera, ma tutto dipenderà dal decorso post-operatorio. Continuano i problemi anche per Schenetti, alle prese con una grave infiammazione al tendine, che lo terrà fuori fino al nuovo anno. Assieme a loro fuori pure Lora, che si rivedrà non prima di metà marzo. Per Foscarini la necessità è quella di trovare un assetto adeguato della squadra, che ancora il tecnico trevigiano non è riuscito a trovare. L’esclusione del capitano Pellizzer dai titolari, poi, ha fatto molto discutere. Non tanto perché sia ingiustificata, anzi, ma il capitano è la copia sbiadita dell’eccellente difensore ammirato fino alla passata stagione e non riesce più a ritrovarsi. Non è da escludere una nuova panchina sabato a Frosinone.
Ore 15.50 – Qui Appiani, Nicola Segato tranquillizza tutti sulle sue condizioni: “Ho una contusione alla caviglia ma non provo dolore nel camminare quindi non dovrebbero esserci problemi per sabato”.
Ore 15.30 – Queste le dichiarazioni rilasciate all’Appiani alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino” e “Gazzettino” da Fabrizio De Poli riguardo agli infortunati: “Nichele ha un’elongazione muscolare al bicipite femorale della gamba destra. Recupera per sabato? Non credo che ce la farà. Anche Zubin ha un’elongazione muscolare al bicipite femorale della gamba destra. Farà per qualche giorno della fisioterapia mirata. Segato? Ha un trauma contusivo alla caviglia destra, oggi è troppo presto per capire se potrà recuperare in vista di sabato”.
Ore 15.10 – Qui Appiani: termina la seduta video, niente allenamento per buona parte dei Biancoscudati. Scendono in campo per lavorare a parte Ferretti, Dionisi e Nichele oltre ai portieri.
Ore 14.50 – Qui Appiani: seduta video per i Biancoscudati, che studiano l’Union Ripa.
Ore 14.30 – L’arbitro di Padova-Union Ripa La Fenadora sarà il signor Gabriele Agostini di Bologna, coadiuvato dagli assistenti di linea Salvalaglio e Sciortino.
Ore 14.10 – (Trentino) “Botti” finali di mercato in serie D con le “nostre” che si rinforzano in vista dell’ultimo impegno ufficiale del 2014. A Dro, dopo l’arrivo del difensore classe ’89 Daniele Allegretti, ex Alta Vallagarina, Albiano, Mezzocorona e Fersina (che può agire sia da difensore centrale che da esterno destro), la rosa è stata ulteriormente potenziata con l’innesto del centrocampista Alessando Cenzato. Il talentuoso giocatore veneto, nato il 30 dicembre 1995, è alla sua terza stagione in serie D. Nella seconda parte del campionato 2012-13 ha infatti vestito la maglia del Trissino Valdagno totalizzando 7 presenze (impreziosite da 2 reti), mentre lo scorso anno ha disputato 31 partite (segnando 2 gol) sempre con il Trissino. Nella prima parte dell’attuale stagione ha militato nel girone D con il Villafranca Veronese e il suo score personale recita 6 presenze e 1 gol. Cenzato è già a disposizione di Manfioletti, che quasi sicuramente lo impiegherà nella sfida di domenica contro il Kras Repen. Ha lasciato invece Dro il difensore centrale classe ’96 Simone Dal Fiume che, dopo una prima parte di campionato in cui è stato poco impiegato (solo 3 presenze per lui), si è accasato al Mori Santo Stefano ed è già a disposizione del tecnico Zoller. Cresciuto nel settore giovanile del Mezzocorona (guarda caso il prossimo avversario dei tricolori: domenica in Piana Rotaliana sarà super derby), Dal Fiume può essere impiegato sia al centro della difesa che come esterno e prenderà il posto nell’organico di Manfrini, passato in prestito al Trambileno. Ma non è finita perché da martedì sera è ufficialmente un giocatore lagarino anche l’attaccante esterno classe ’95 Mirko Imperatrice, nativo di Secondigliano, con un passato nelle giovanili dell’Ancona e nella scorsa stagione in forza alla squadra “Berretti” della Virtus Vecomp Verona.
Ore 13.50 – (Il Piccolo) Tante partenze, tre arrivi e certamente non è finita qui. Il mercato alabardato di dicembre è stato scoppiettante: opportuno dunque fare il punto con il tecnico Giuseppe Ferazzoli. Ferazzoli, soddisfatto di questo mercato? «Sì, sono arrivati giocatori importanti e per me ora la squadra è più attrezzata di prima, meglio strutturata. C’è da lavorare, per la quadratura ci vuole tempo, ma c’era assoluto bisogno di innesti». Cosa danno in più Rocco, Gusella e Bedin? «Sono funzionali alle necessità della squadra: in una piazza come Trieste ci vogliono giocatori di questa personalità, che inseriti nel contesto giusto possono far crescere il gruppo e dargli maggior consapevolezza dei propri mezzi». Rimpianto per qualche partenza? Ha fatto discutere soprattutto l’addio di Clara. «I vari Giorgino, Clara, Lionetti, Bez eccetera possono essere considerati tutti importanti, ma abbiamo fatto scelte precise per quello che avevamo in mente. Quanto a Clara, è stata una scelta tecnica prettamente mia: lui ha notevoli qualità, ma non lo ritenevo funzionale alla squadra. Inoltre aveva espresso delle perplessità, non si trovava bene e voleva andare via. E il suo rendimento in allenamento e in partita non mi ha soddisfatto. Ho pensato che un giocatore come Gusella, anche se meno forte nell’uno contro uno, può essere più utile alla squadra». Cosa manca adesso? «Intanto una punta, che stiamo cercando. Per quanto riguarda gli under, stiamo smuovendo le acque con qualche squadra professionistica, soprattutto per i 1995. Sento dire che potrei far giocare i 1997, ma a quell’età una differenza di due anni è enorme, pesa molto. Che abbiano fatto bene è fuori discussione, ma vorrei trovare qualcosa di più consistente per giocarmela alla pari con gli altri». Quando è arrivato aveva trovato una squadra intimorita: è migliorato qualcosa? «Vedendo il primo tempo di domenica ancora no, vedendo la ripresa si. Quel primo tempo dimostra che la classifica pesa. Ma ho detto ai ragazzi che in questa situazione ci siamo caduti noi e siamo noi a doverci tirare fuori, da squadra e da uomini». A Mori l’esclusione iniziale di Milicevic e Piscopo ha sorpreso: i motivi? «Ivan e Luca sono importanti per la squadra. Durante la settimana alcuni problemi personali si sono ripercossi nell’atteggiamento in allenamento. Non sono uno di quelli che dice che i giocatori sono tutti uguali: uno che fa 35 presenze non è come uno che ne fa 2, ma pretendo che tutti si allenino nello stesso modo. Se uno importante non si allena bene per motivi personali e io non intervengo, poi tutti possono sentirsi autorizzati ad allenarsi male. La formazione è il risultato di quello che vedo in settimana, questo aiuta il gruppo a capire che voglio sempre il 100 per cento in allenamento».
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Per dirla come Shakespeare: tanto rumore per nulla in Lega D. la Sacilese è riuscita a tenersi tutti i suoi top player. Ha lasciato andare solo Cima, svincolato. In compenso arriverà dalla Triestina un altro svincolato: Marco Piscopo, esterno del ’94, per sostituire l’infortunato Grion. Il Tamai ha resistito alle avances del Padova per Federico Furlan. Soltanto il Fontanafredda ha cambiato. Renzo Nadin però è “vecchio” del mestiere e si era accaparrato gli uomini giusti (Gargiulo, Frison e Roveredo) già all’apertura della finestra, fuori bagarre. SOLO PAROLE – Dovevano andar via Favret, Baggio, Manolache e Beccaro. Invece sono tutti al XXV Aprile a preparare il match di Legnago. «Zironelli – attacca Denis Fiorin – può restituire il biglietto per Nazareth. Tante chiacchiere – il ds commenta il mercato – e pochi fatti. A Padova volevano fare le nozze (con Beccaro) dando a noi i fichi secchi. Al di là delle battute, i ragazzi hanno scelto ancora Sacile perché qui si sta bene. È stato un mercato fiacco, a eccezione di Biancoscudati, che con Zubin hanno fatto il colpaccio (arrivati pure Amirante e Salvadori, ndr) e Altovicentino, che ha cambiato tutta la prima linea: Marrazzo, Gambino e Cozzolino. Dalle Rive ha tagliato anche mister Cunico. Ora voglio vedere il nuovo allenatore ridare un assetto alla squadra a metà stagione». FURIE TRANQUILLE – Tutto come prima a Tamai. «Ve l’avevo detto – sorride Stefano De Agostini -: chi lascia il Borgo è pazzo. C’era stato un tentativo del Padova nell’ultimo giorno per Federico Furlan. Lui è una persona seria e ha detto: fate voi. Non c’erano in giro sostituti all’altezza. Ce lo siamo tenuto». ROSSONERI ATTIVI – Pure a Fontanafredda c’è stato un attacco dell’ultima ora. La Liventina Gorghense aveva fatto ponti d’oro a Lauro Florean. «Non ci siamo opposti – rivela Renzo Nadin -. Non vogliamo gente che resti malvolentieri. Lauro non si è fatto tentare». Rosa sfoltita: sono partiti Ianneo, Ceolin, Facca, Facchin, Presotto, Martini e De Martin. «Ora c’è spazio – strizza l’occhio il ds – per un “vecchio” di quelli buoni. Stiamo attenti agli svincolati». Nadin giudica la finestra in generale: «L’Altovicentino, cambiando tanto, ha fatto un favore al Padova, ora super favorito. Parlato potrà ripetere il trionfo di Pordenone».
Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Un derby pagato a caro prezzo. Non fosse bastata la sconfitta interna di domenica scorsa, che ha stoppato la corsa verso i play-off e una striscia positiva di 4 giornate, ieri il Tamai ha dovuto mandare giù altri due bocconi amari: le squalifiche per un turno di Davide Furlan e Kevin Pavan, ammoniti nell’ultima gara col Fontanafredda e già in diffida. Entrambi, dunque, salteranno il difficile test di domenica sul campo dell’Arzichiampo, fatale due settimane fa all’ex capolista Altovicentino. Cattive notizie per De Agostini, già alle prese con una situazione di emergenza. Tegola. Anche alla Sacilese dolenti note dall’infermeria: l’infortunio a un ginocchio del giovane (classe ’95) Jacopo Grion si è rivelato più grave del previsto. Probabile interessamento dei legamenti: per il centrocampista biancorosso si prospetta un lungo stop. Zironelli dovrebbe pescare dalla juniores, ma intanto si vocifera, per quanto non nel ruolo di Grion, di un nuovo possibile rinforzo dal bacino degli svincolati: si tratta di Marco Piscopo (’94), esterno ex Triestina e Udinese. Talenti. Soddisfazione, invece, per la recente chiamata del portiere liventino, Favaro, nella selezione di categoria che sta preparando il torneo di Viareggio. Ieri si è concluso il secondo stage a Selvazzano (Padova) voluto dal ct Augusto Gentilini: oltre al portiere della Sacilese, ha fatto parte dei convocati l’attaccante del Fontanafredda Alcantara. Anticipi. Antipasti da vertice della sedicesima giornata di D: sabato in campo (alle 14.30) la capolista Biancoscudati Padova contro l’Union Ripa (diretta su Raisport) e la sua inseguitrice Altovicentino (debutto in panchina di Bodo), attesa a Chioggia.
Ore 12.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Celebrati i 100 del Cobra, ora l’obiettivo sono i 36 del Belluno. La truppa gialloblu di Roberto Vecchiato, reduce dal pareggio del derby arrivato insieme al centesimo gol in carriera di Simone Corbanese, ha in testa un solo obiettivo: battere l’Union Pro domenica pomeriggio e chiudere il 2014 con 36 punti in tasca e magari, chi lo sa, assaltando pure il secondo posto dell’Altovicentino. QUI UNION PRO. Ma chi sono i prossimi rivali di Solagna & Co.? A guardare la classifica l’Union Pro fa tutt’altro che paura: 14 punti in meno del Belluno, più sconfitte che vittorie e appena 13 gol segnati in 15 giornate. Poi però c’è il passato recente; la formazione trevigiana infatti è reduce da tre vittorie consecutive contro Fontanafredda, Mori Santo Stefano e Mezzocorona, per una striscia totale di cinque risultati utili consecutivi. L’ultima sconfitta, per intendersi, è stata quella con il Ripa dello scorso 9 novembre. Grazie anche a qualche intervento sul mercato dunque si è tirata fuori dal buio pesto della bassa classifica. «Questi li conosco bene – ha ammesso Fardin nelle scorse ore – e bisogna stare attenti». QUI BELLUNO. Per mister Vecchiato intanto c’è un acciacco a cui pensare. Marco Duravia al momento è fermo, ha qualcosa a un polpaccio e nelle prossime ore lo staff dovrà capire se si tratta di un semplice affaticamento o qualcosa di più. Da capire, soprattutto, se l’ex Juve potrà essere della partita domenica pomeriggio oppure no. Tutti presenti e arruolabili, Radrezza a parte, gli altri gialloblu.
Ore 12.40 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno può competere con Altovicentino e Padova, parola di Paolo Polzotto, il signor Ital Lenti. Non stiamo parlando ovviamente di budget, dove le due big possono permettersi di lavorare in un altro mondo, ma a livello di squadra uno dei maggiori sponsor gialloblù è convinto che il Belluno possa dire la propria. «Il campo ha detto che possiamo competere con le due lì davanti – spiega lo sponsor del Belluno – ma non sarà facile ovviamente, perché loro hanno rose molto ampie e potranno gestire meglio eventuali infortuni e squalifiche. Per il budget loro sono su un altro pianeta rispetto a tutte». Ma quindi quale è il reale obiettivo di questo Belluno? «L’anno scorso siamo arrivati quarti, quest’anno vogliamo cercare di migliorarci e l’obiettivo minimo sono i play off. Fino ad ora stiamo facendo una stagione spettacolare, anche se c’è qualche rammarico per alcuni punti lasciati per strada con il Padova, Altovicentino e Ripa Fenadora. In tutti e tre i casi sono stati determinanti gli episodi. Il gruppo sta lavorando veramente bene e non ci si può di certo lamentare, ma potevamo avere qualche punto più». Ma se il Belluno va in Lega Pro bisogna per forza di cose aumentare il budget. «In quei due anni fatti in C2 mi ricordo che lo avevamo triplicato – continua Polzotto – è difficile però parlare di questo adesso. Se succederà ne parleremo». Il Belluno è in cerca di un centrale difensivo fuoriquota. Il ritorno di Nicola Calcagnotto può essere una possibilità? «Sono d’accordo che ci serva qualcuno in quel ruolo e ormai, visto il mercato chiuso, possiamo solo pensare che arrivi dal professionismo, più difficile la strada degli svincolati. Su Calcagnotto escludo la possibilità che torni, è vero che ha giocato poco ultimamente ma quando è venuto a trovarci ci ha spiegato che ha avuto la mononucleosi che lo ha fermato per diverse settimane. Quando starà bene tornerà in campo». Simone Corbanese ti ha dedicato il suo centesimo gol in carriera, non sono cose che succedono tutti i giorni. «Mi sono veramente commosso per il suo gesto. Me lo ha detto il ragazzo a fine partita, ma è stato molto bello leggerlo sui giornali anche il giorno dopo». Quale regalo per il Natale? «Vogliamo vincere la partita in casa contro l’Union Pro, al Polisportivo il Belluno è una certezza ma dovremo stare attenti, perché i nostri avversari sono reduci da tre vittorie consecutive, arrivate tutte nel finale. Se però la squadra giocherà come sa, non ce ne sarà per nessuno. In casa abbiamo subito pochi gol e siamo la miglior difesa del campionato, siamo convinti di poter fare bene».
Ore 12.20 – (Corriere delle Alpi) Ha tanta voglia di giocare e di mettersi in mostra Tiziano Slongo, il nuovo difensore centrale del Ripa Fenadora che sabato andrà a Padova ad affrontare i Biancoscudati primi della classe nell’anticipo in diretta Tv della sedicesima giornata di campionato all’Euganeo. «La prima impressione con la società, il mister e i ragazzi è stata positiva, ho trovato tutti molto disponibili e collaborativi», le prime parole da neroverde di Slongo, classe 1994, di Sovramonte, arrivato dal Montebelluna. «Questo è un ambiente in cui si può fare bene perché c’è la serenità giusta. Mi ha colpito il fatto che tutti si vogliono bene e c’è forte unione». La scelta. «Dopo le prime giornate che ho fatto a Montebelluna sono stato fermo un mese e mezzo per un problema fisico a un tendine e in quel periodo è stato tesserato un difensore svincolato per sopperire alla mia assenza e a quella di un altro compagno che si era fatto male», racconta Tiziano Slongo. «La società e anche il mister avrebbero voluto tenermi là perché credevano in me, però appena ho visto questa opportunità ho parlato col direttore sportivo e mi è sembrata una bella occasione da prendere al volo, per provare come va in questi sei mesi e dopo magari restare». Si punta in alto. «L’obiettivo è fare il meglio e puntare ai play off cercando di andare il più avanti possibile», dice il nuovo difensore dell’Union. «Fisicamente sono pronto, ho iniziato ad allenarmi con la squadra e il ritmo mi sembra superiore rispetto a Montebelluna». Il Padova. Ha il sapore della grande sfida l’incontro di sabato all’Euganeo contro il Padova, che Slongo ha già visto giocare con la vecchia maglia. «Una bella partitina», sottolinea. «I Biancoscudati hanno una squadra forte sia davanti che dietro e l’arrivo di Zubin l’ha potenziata ancora di più. Un giocatore così può fare sempre gol. Mi hanno impressionato tanto Segato, Ilari e Cunico. Poi c’è Nicolini che come difensore mi piace. Ma Zubin è il più difficile da marcare, ha tanta esperienza e sa fare il proprio mestiere molto bene». E adesso c’è anche Salvatore Amirante, attaccante classe 1984 che il Padova è riuscito ad accaparrarsi a pochi minuti dalla chiusura del mercato. Voglia di far bene. Il Ripa Fenadora va all’Euganeo senza pressioni: «Si può far bene, anche perché nelle ultime partite il Padova ha dimostrato di non essere imbattibile e noi non abbiamo niente da perdere. E quando non hai niente da perdere puoi solo fare bene», evidenzia Tiziano Slongo. «Bisogna giocarsela a viso aperto. Quando i Biancoscudati sono venuti a Montebelluna, avevamo cercato di metterci più sulla difensiva, ma è quello che vogliono loro perché con i giocatori che hanno possono andare dentro quando vogliono, mentre dietro avevano concesso qualcosa. Anche loro hanno delle lacune che possiamo sfruttare».
Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Il “day after” di Enrico Cunico è un caos calmo di pensieri. «Innanzitutto, mi faccia dire una cosa: desidero ringraziare il presidente per avermi dato l´opportunità di questa avventura intensa, stressante sicuramente, ma comunque emozionante. Quando sono arrivato io ci si allenava di sera e l´obiettivo era una salvezza tranquilla. In tre anni e mezzo siamo passati dal puro dilettantismo a una società che ha poco da invidiare a quelle professionistiche per strutture, organizzazione, staff tecnico e sanitario. Ci ho messo tantissimo di mio e ne sono orgoglioso. Quindi ringrazio Dalle Rive anche se non l´ho ancora sentito». L´esonero comunicato dal diesse Fabio Graziani non sarà stato un fulmine a ciel sereno ma Cunico non se l´aspettava: «È vero, abbiamo perso due gare e contro il Giorgione pure male. Però stiamo parlando di una squadra rinnovata che fino a due domeniche prima era in testa e soprattutto vantava la miglior difesa ed il miglior attacco del girone. Insomma, non c´era tutto quest´allarmismo da giustificare una soluzione per me inaspettata dal momento che il presidente, dopo la battuta d´arresto di Arzignano, aveva detto alla squadra che c´era piena sintonia tra me e la società». Nel ringraziare amici, estimatori e “The Boors”, il gruppo ultrà di Marano, Cunico assicura che per un po´ se ne starà in famiglia. Aveva staccato la spina già alla fine dello scorso campionato. «Una delusione immensa quell´epilogo, così mi ero un po´ di tempo per pensarci. Dopo qualche giorno mi ha chiamato il presidente e mi ha detto: “Enrico, ripartiamo”. Più che aver accetato, però, mi rimprovero di aver lasciato carta bianca nella costruzione della squadra». I rimpianti, si sa, sono come gli acini dell´uva, uno tira l´altro: «Dopo questa campagna acquisti, visti i giocatori arrivati, mi dispiace non poterli allenare. Certo, quando vanno via 5 attaccanti, e ripeto parlo senza polemica, forse non è tutta colpa mia. Tra l´altro – continua Cunico – nessuno mi dato motivazioni. Sento parlare di calo fisico, ma non mi pare proprio visto il secondo tempo del derby. In realtà, ripeto, non era successo a mio avviso nulla di così drammatico e irrimediabile. Certo, abbiamo pagato a caro prezzo episodi come il rigore dato al Giorgione e il calo fisiologico che capita quando sei sotto tensione. Ma chi fa calcio sa che sono cose che accadono. Mi dispiace – conclude Cunico – non solo che sia andata così ma anche che nessuno mi abbia dato una spiegazione. A cominciare dal presidente, però immagino che gli sia costato molto arrivare a questo passo».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Alla presentazione di Amirante, oltre a Marco Bergamin, era presente il direttore sportivo Fabrizio De Poli. «Quando segui tante trattative – il suo commento – puoi avere qualche rimpianto per quelle non andate a buon fine, ma sono soddisfatto. Il fatto di non avere cambiato tanto, vuol dire pure che si è operato bene prima e ringrazio la proprietà per l’ulteriore sforzo economico fatto». E per il mercato di gennaio? «Faremo lo dovute valutazioni sia in entrata che in uscita. Chiunque può essere ceduto se va in Lega Pro, possiamo prendere i giovani di serie e poi c’è il capitolo internazionale con un posto ancora libero per i non comunitari». Così il diesse sull’esternazioni al Gazzettino del collega della Sacilese Fiorin relative alla trattativa non andata a buon fine per l’esterno Marco Beccaro: «Sono cose normali che avvengono in sede di mercato. L’ho ringraziato e mi sono scusato». Da De Poli a Parlato. «Ringrazio la società – esordisce l’allenatore – che ha permesso di completare un gruppo che aveva bisogno di aggiungere numericamente un po’ di competizione. In campionato serve una rosa ampia per sopperire alle tempeste e in avanti i giocatori hanno caratteristiche che si integrano. Adesso c’è da pedalare».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Sfortunato il ritorno in Italia. «Alla prima partita con la maglia del Savona ho segnato e poi mi sono rotto il crociato, fermandomi due anni perché la prima operazione è andata male. Pensavo di smettere e invece nell’ultimo anno sono stato bene».
Alla chiusura delle operazioni di mercato, il presidente Bergamin strizza l’occhio al Padova: «Sono assolutamente soddisfatto. Abbiamo completato la rosa con due elementi che danno ottime garanzie e permettono di avere adeguati ricambi. Ora c’è da lavorare con quanto abbiamo, un organico di alta qualità per la categoria». E sulle scelte ha inciso anche l’immediata e convincente risposta della squadra – due vittorie – all’indomani del ko a Sacile. «Dopo un momento difficile, i ragazzi, compresi quelli che prima non avevano giocato, hanno avuto una bella reazione, comportandosi bene in campo, seppure con un Padova rimaneggiato. Abbiamo dunque tenuto ben conto di quello che avevamo in casa». E la proprietà ha fatto un ulteriore sforzo economico. «L’importante è non superare i limiti che ci siamo prefissati; vanno pianificate pure le piccole cifre e si deve spendere solo se c’è bisogno».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Lunedì pomeriggio l’ultimo allenamento con la Lavagnese, ieri una tripletta nel primo test con i nuovi compagni e sabato all’Euganeo la possibilità di debuttare in campionato. Giorni a dir poco frenetici per Salvatore “Savio” Amirante, terzo volto nuovo del Padova, acquistato nelle battute finali del mercato di dicembre. Attaccante classe ’84, 14 gol nel 2014 con la formazione ligure, seconda nel girone A di serie D, arriva all’ombra del Santo con obiettivi ambiziosi. «Sono venuto qui per vincere – le sue prime parole – e per dare una mano con qualche gol a una squadra già competitiva. L’emozione e la gioia sono grandi, cercherò di fare il massimo». Così sulla trattativa: «Due giorni di fuoco e le cose si sono sistemate all’ultimo secondo perché la Lavagnese ha provato a tenermi, ma questa per me era un’occasione da non perdere e l’ho fatto presente alla vecchia società». Fisicamente è pronto. «Ho giocato fino alla settimana scorsa e mi sono sempre allenato. In attacco posso fare la boa, ma mi piace pure svariare per cui non ho problemi di ruolo». Amirante ha alle spalle una carriera internazionale in Svizzera e nella serie C tedesca. «Una bellissima esperienza con un pubblico caldo e anche 30 mila persone allo stadio. A 22 anni potevo scegliere tra il Sassuolo e la Germania e ho optato per questa strada».
Ore 11.10 – (Gazzettino) In entrambe le frazioni di gioco la squadra ha giocato con il 4-2-3-1 e nei primi 45 minuti, in cui si è giocato a ritmi piuttosto blandi, ha trovato spazio a sinistra Salvadori. Nella ripresa in campo una formazione vicina a quella che potrebbe affrontare l’Union Ripa. Terminale offensivo proprio Amirante, autore di una tripletta, che si è mosso con disinvoltura anche nel dialogo con i compagni. Ha poi confermato il suo ottimo momento Petrilli, autore di quattro gol, in alcuni casi di pregevole fattura. Niente amichevole per Pittarello, impegnato con la rappresentativa di serie D, e Bruzzi, oltre a Ferretti e Nichele che hanno corso a parte. Per l’argentino, che non ha accusato dolori, oggi ecografia di controllo; per il centrocampista tutt’altro che scontata la presenza alla partita di sabato a cui mancherà pure Dionisi squalificato, mentre torneranno a disposizione Thomassen e Segato, quest’ultimo ieri in campo per 75 minuti. Una curiosità. L’arbitro dell’amichevole era Cristian Bottaro, sindaco di Villanova di Camposampiero.
Ore 11.00 – (Gazzettino) A tre giorni dalla sfida all’Euganeo con l’Union Ripa, il test di ieri sul campo di Villanova di Camposampiero contro il Lions, formazione di Terza categoria, è stata l’occasione per vedere per la prima volta in campo in una partita i tre volti nuovi del Padova. Per Emil Zubin, arrivato da un paio di settimane ma mai impegnato in amichevoli a causa del maltempo, si è trattato però solo di un piccolo assaggio. Dopo una ventina di minuti l’ex punta del Pordenone ha infatti chiesto il cambio, sentendo un fastidio alla coscia destra. «Solo un affaticamento – tranquillizza l’interessato – e ho preferito fermarmi per non peggiorare. Una cosa precauzionale». Anche Carmine Parlato non si dimostra allarmato per quanto successo: «Un leggero affaticamento, niente di che, anche considerato che il giorno prima avevamo lavorato parecchio. Che si sia in amichevole o in allenamento, ai ragazzi dico sempre di avvisare al primo dolorino per evitare poi danni maggiori». Prima di fermarsi il giocatore, comunque utilizzabile solo da gennaio, è andato a segno con un diagonale rasoterra all’angolino dopo avere preso le misure con una conclusione alta e una seconda ben ribattuta dal portiere.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Ancora una multa per il Padova. Ieri il giudice sportivo ha infatti sanzionato la società biancoscudata con un’ammenda di 2.000 euro. Questa la motivazione del provvedimento: “per avere propri sostenitori in campo avverso, lanciato sul terreno di gioco oggetti vari (una lattina di birra ed alcuni bicchieri di plastica vuoti), e sputi, uno dei quali attingeva un assistente arbitrale alla testa. Sanzione determinata anche in considerazione della recidiva per i fatti di cui ai comunicati 23 e 34». Il riferimento è alle due precedenti sanzioni costate al Padova già 2.500 euro (a Montebelluna per lancio di bottigliette e petardi, con diffida) e 400 euro, con il settore riservato ai tifosi locali chiuso e pena sospesa per i “buu” a Fontanafredda verso il giocatore Alcantara. Il presidente Giuseppe Bergamin ha appreso la notizia durante l’amichevole di Villanova. «È una sorpresa – ha commentato – perché durante la partita con il Kras Repen (da lui seguita nel secondo tempo nello stesso settore occupato dagli ultras, ndr) non mi ero accordo di nulla. Vanno prese le distanze da simili comportamenti che non capisco e che, al di là della multa, non accetto perché frutto di maleducazione. Il fatto è che non si sa come si possano evitare e i nostri tifosi devono farsi valere di fronte a persone che si comportano così».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Il colpo di scena finale ha aggiunto un tocco di emozione alla riuscitissima festa del club “Fossa dei Leoni”, 35 anni di vita alle spalle e recentemente rivitalizzato dall’interprendente presidente Aldo Tomat. Protagonista del gesto, molto apprezzato dai presenti, il numero uno del Padova Giuseppe Bergamin, che in serata si è unito al centinaio di partecipanti, insieme alla moglie Giovanna. Intervenuti pure i giocatori Cicioni e Dionisi e successivamente il diesse De Poli. Il presidente ha consegnato al presidente dell’Aicb Giorgio Ferretti la coppa vinta ad agosto nel triangolare disputato a Noale. «Un oggetto che non ha valore materiale – ha dichiarato Bergamin – e non si tratta della Coppa dei Campioni, ma per me significa tanto perché è il primo trofeo vinto dalla Biancoscudati Padova e dunque rappresenta l’inizio di una nuova storia. Lo affido alla vostra bacheca». «Ho conosciuto tanti presidenti – la replica di Ferretti – ma un gesto simile mai si era verificato e mai me lo sarei aspettato. Un riconoscimento per tutti i club, sono commosso». Altro elemento speciale della serata, in una sorta di staffetta tra i presidenti più amati, la presenza di Sergio Giordani che mancava a un evento del genere dai tempi della cessione del Padova. «Questa atmosfera un po’ mi mancava – ha dichiarato – e mai avrei pensato a un entusiasmo del genere in serie D. C’è spirito di rivalsa, oltre a tanta voglia di calcio, con un proprietà che non ha commesso un errore nelle strategie, nelle scelte e nella comunicazione. Vanno aiutati, hanno fatto un grosso sforzo, spendono e spenderanno tanto e sono padovani. Il mio errore in passato è stato proprio quello di non vendere a un padovano. Solo chi è di qui, capisce e vive le cose in modo particolare».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Amirante ha avuto un buon impatto con Padova non solo grazie alla tripletta. Dopo le giovanili della Samp, infatti, Amirante è emigrato all’estero, prima in Svizzera, poi in Germania: «A 22 anni potevo scegliere il Sassuolo ma ho deciso di provare la Germania. Ho giocato in serie C, al Carl Zeiss Jena, ogni domenica davanti a venti mila spettatori. Padova è un’occasione da non perdere». Il tabellino. Lions (4-4-2): Marchetto (1’st Giacon); Volpato, Ballan (11’st Coletto), Penello (27’st Calzavara), Saggionetto E.; Gardin (27’st Scappocin), Ruzzon, Fiorese (1’st Bessega), Miozzo (32’st Peruzzo); Saggionetto M., Zanin (1’st Tonello). A disposizione: Stratulat. All. P. Galdiolo. Biancoscudati (4-2-3-1): Cicioni (1’st Petkovic); Bragagnolo (1’st Busetto), Dionisi (1’st Sentinelli), Thomassen (1’st Niccolini), Salvadori (1’st Degrassi); Segato (39’st Mattin), Mattin (1’st Mazzocco); Denè (1’st Amirante), Aperi (1’st Cunico), Montinaro (1’st Petrilli); Zubin (22’pt Ilari). All. Parlato. Reti: Zubin, Thomassen, (rigore) Ilari; Petrilli, Amirante, Petrilli (2), Sentinelli, Amirante (2), Petrilli, Cunico (2).
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Però a due giorni dall’anticipo di sabato all’Euganeo bisogna cominciare a pensare sul serio al campo. Ieri pomeriggio la squadra ha sostenuto, davanti a circa duecento tifosi, un’amichevole contro i Lions (Terza categoria), formazione di Villanova di Camposampiero. Nel 13-0 conclusivo, col quale i biancoscudati hanno strappato applausi, c’è stata gloria un po’ per tutti: da Petrilli, autore di una quaterna, ai vari Sentinelli, Cunico (doppietta), Zubin, Ilari e Thomassen. La scena, però, se l’è presa il nuovo arrivato, Salvatore Amirante: l’attaccante giunto dalla Lavagnese, ieri pomeriggio ha giocato l’intera ripresa andando a segno tre volte e dimostrando di avere una fisicità imponente e una tecnica più che discreta: «Era il giocatore che ci serviva», ha spiegato mister Parlato al termine del test. «Cercavamo un elemento in più per l’attacco, ma soprattutto un elemento le cui caratteristiche si integrassero a quelle dei giocatori già in rosa». E già sabato Amirante potrebbe addirittura partire titolare, visto che Ferretti sta recuperando e Pittarello ha perso metà settimana con la Rappresentativa serie D. Zubin, che comunque non sarà a disposizione fino al 4 gennaio, ieri dopo aver siglato la prima rete ha lasciato il campo per un leggero affaticamento. Ben diverso il discorso che riguarda Nichele, che ieri ha compiuto solo corsa a parte e rischia di non giocare.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) L’ennesima stangata colpisce il Padova dopo la trasferta di Monrupino: 2 mila euro di mulai sono stati ieri inflitti alla società dal Giudice Sportivo, che ha così punito il comportamento di alcuni tifosi. «I propri sostenitori, in campo avverso», si legge nel dispositivo, «Hanno lanciato sul terreno di gioco oggetti vari (una lattina di birra e alcuni bicchieri di plastica vuoti), e sputi, uno dei quali attingeva un assistente arbitrale alla testa». Una sanzione, pesante anche in virtù della recidiva che già pendeva sul Padova dopo i fatti di Montebelluna, che ha lasciato una grande amarezza in società. Tanto che il presidente Giuseppe Bergamin, in serata ha diramato un comunicato. «Di fronte a questa ulteriore penalizzazione, dovuta a gesti di pura maleducazione, sento il dovere a nome della società di esprimere grande amarezza. Invito gli autori di questi gesti ingiustificabili ad autodenunciarsi e a chiedere scusa.Chiediamo ai nostri tifosi di prevenire fatti dannosi creando un cordone protettivo in occasione delle partite in trasferta, isolando questi personaggi». Verso il Ripa. Una situazione che non fa che accendere ancora di più i riflettori sulla tifoseria biancoscudata, a maggior ragione alla vigilia di due sfide che la vedranno protagonista: prima sabato contro il Ripa in diretta su Raisport, quindi il prossimo 4 gennaio nella gara più attesa dell’anno contro l’Altovincentino.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Rivede lo stesso entusiasmo che c’era ai tempi della serie A? «Sì anche se le categorie sono diverse. Sono convinto che, pur con tutte le scaramanzie del caso, possano fare il grande passo già al termine di questa stagione. Hanno avuto coraggio e non ci si deve dimenticare che in questa avventura rimetteranno tanti soldi». Non è che, travolto dall’euforia, Giordani pensi di rientrare in società? «No, me l’avevano anche chiesto ma le minestre riscaldate non credo funzionino. Io faccio il tifoso, mi diverto, soffro e gioisco come tutti. Da quando ho lasciato la società ho sempre mantenuto il mio posto allo stadio. Se riesco dò una mano volentieri in termini di amicizia. Ho solo un rimpianto, che non è tanto quello di aver venduto a Viganò, quanto quello di aver ceduto la società in mani che non fossero padovane». Bergamin sorride e ringrazia l’amico: «Se ci rimetterò tanti soldi? A inizio stagione abbiamo stabilito un budget e come in tutte le cose che faccio quando mi pongo limiti o obiettivi voglio rispettarli».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Non ci poteva essere occasione migliore, che la festa del 35esimo anniversario del club Fossa dei Leoni celebrata martedì a Cadoneghe, per un ideale passaggio di consegne tra due presidenti biancoscudati. Certo, sono passati vent’anni, in mezzo ci sono state altre quattro proprietà, tante retrocessioni, poche gioie e una mancata iscrizione. Ma c’è una linea marcata che unisce Sergio Giordani, il presidente dell’ultima serie A, a Giuseppe Bergamin: la padovanità. «Devo fare i complimenti alla società e li ho fatti personalmente anche a Bergamin e Bonetto che sono due amici», le parole di Giordani, intervenuto alla cena del club. «Finora non hanno fatto nemmeno un errore e questo mi lascia sbalordito, visto che non hanno praticamente esperienza, se non di calcio minore. Non hanno sbagliato la comunicazione, la gestione della squadra e con loro sono stati impeccabili anche De Poli e Parlato, con i giocatori che non sono mai andati sopra le righe. I tifosi li stanno premiando con affetto e presenza. La nuova società ha un grande patrimonio tra le mani e sono sicuro che non lo disperderà».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ci sono coppe e coppe. Quelle del vecchio Calcio Padova sono state pignorate dall’avvocato Grassani e chissà che fine faranno. La Biancoscudati Padova, per ora, ne ha vinta solo una, quella del triangolare “Alu Pro”, disputato lo scorso 14 agosto a Noale contro la Mestrina. È stata la prima coppa della storia della Biancoscudati Padova e il presidente Bergamin, intervenuto martedì sera alla festa del club Fossa dei Leoni, ha voluto regalarla ai tifosi dell’Aicb. «Per me ha un grande significato, anche se non ha un eccessivo valore», le parole di Bergamin. «Non è la coppa dei Campioni, ma segna l’inizio di questa nostra nuova avventura. È il primo trofeo della Biancoscudati Padova, per me ha un grande significato simbolico e spero lo abbia anche per i tifosi». Il presidente dell’Aicb Giorgio Ferretti, al quale è stato consegnato il trofeo che verrà esposto nella sede dei club in via Carducci, si è commosso: «È stato un gesto splendido che sottolinea ancora una volta la grande umanità e vicinanza di questa dirigenza.».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Pensavo che non sarei mai tornato a giocare, l’operazione è andata male, poi per fortuna mi sono ripreso. E adesso eccomi qui, sono orgoglioso di essere stato scelto dal Padova». E a proposito di attaccanti, proprio l’altro neoacquisto Zubin si è fermato nell’amichevole di ieri per un lieve affaticamento. Una misura del tutto precauzionale e che pare escludere lesioni o altri guai più seri. Carmine Parlato spiega poi il senso di quanto accaduto: «Si è fermato come da mia indicazione – evidenzia l’allenatore – dico sempre ai miei ragazzi di fermarsi prima di peggiorare la situazione. Ringrazio la società per questi nuovi acquisti che vanno a completare un gruppo che aveva bisogno solo di aggiungere un po’ di competizione. Per quanto riguarda Amirante, dovrò valutare le sue condizioni, non ho la più pallida idea se verrà schierato subito dal primo minuto da qui a sabato ne passerà di acqua sotto i ponti…». Il giudice sportivo, infine, ha inflitto duemila euro di multa al Padova «per avere propri sostenitori in campo avverso, lanciato sul terreno di gioco oggetti vari ( una lattina di birra ed alcuni bicchieri di plastica vuoti), e sputi, uno dei quali attingeva un assistente arbitrale alla testa». È andata bene, considerata la diffida già esistente. Alla prossima arriverà sicuramente la squalifica dell’Euganeo o le porte chiuse per la partita casalinga.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) In pieno stile De Poli, l’atteso rinforzo per il reparto offensivo del Padova è arrivato proprio sul filo di lana. Quando tutti o quasi erano convinti che non sarebbe accaduto più nulla. E invece Salvatore Amirante è riuscito a convincere la Lavagnese a cederlo al Padova. La chiave è stato l’inserimento nell’affare del baby Formigoni e così Carmine Parlato avrà a disposizione l’attaccante ligure sin da subito per poter affrontare con una punta di ruolo l’impegno di sabato pomeriggio con il Ripa la Fenadora. Considerata l’indisponibilità di Ferretti per infortunio e di Zubin, che non potrà essere impiegato fino al 4 gennaio per questioni regolamentari, si tratta di un’ottima notizia: «Sono stati due giorni di continui contatti – ha spiegato Amirante nel giorno della sua presentazione ufficiale, avvenuta allo stadio Euganeo – io ho trovato subito l’accordo col Padova ma la Lavagnese non voleva mollarmi nonostante avessi subito comunicato la mia volontà di vestire la maglia biancoscudata». La storia di Amirante è molto particolare, è lui stesso a ricordare tutti i passaggi delicati delle sue passate esperienze: «Ho avuto una carriera tormentata – ricorda –. A 22 anni potevo scegliere se andare al Sassuolo o trasferirmi all’estero, e ho deciso di provare quest’esperienza. In Germania ho giocato in serie C al Carl Zeiss Jena, ci venivano a vedere ventimila persone. Poi a Savona alla prima partita ho segnato dopo mezz’ora e al quarantesimo mi sono rotto il crociato».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (sedicesima giornata, sabato 20 dicembre e domenica 21 dicembre, ore 14.30): ArziChiampo-Tamai, Belluno-Union Pro, Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora, Clodiense-AltoVicentino, Dro-Kras Repen, Fontanafredda-Triestina, Giorgione-Montebelluna, Legnago-Sacilese, Mezzocorona-Mori Santo Stefano.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 38, AltoVicentino 35, Belluno 33, Sacilese 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 26, Clodiense e Montebelluna 24, ArziChiampo e Giorgione e Union Pro 19, Fontanafredda 18, Legnago 15, Dro 13, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 6.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della quindicesima giornata: AltoVicentino-Giorgione 0-1, Kras Repen- Padova 1-3, Legnago-Dro 1-1, Montebelluna-ArziChiampo 2-2, Mori Santo Stefano-Triestina 1-2, Sacilese-Clodiense 1-0, Tamai-Fontanafredda 1-2, Union Pro-Mezzocorona 2-1, Union Ripa La Fenadora-Belluno 1-1.
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E’ successo, 17 dicembre: termina 13-0 l’amichevole disputata dai Biancoscudati contro i Lions Villanova. Tripletta per il neo acquisto Amirante, presentato ufficialmente.