Fonte: Giornale di Vicenza
Il “day after” di Enrico Cunico è un caos calmo di pensieri. «Innanzitutto, mi faccia dire una cosa: desidero ringraziare il presidente per avermi dato l´opportunità di questa avventura intensa, stressante sicuramente, ma comunque emozionante. Quando sono arrivato io ci si allenava di sera e l´obiettivo era una salvezza tranquilla. In tre anni e mezzo siamo passati dal puro dilettantismo a una società che ha poco da invidiare a quelle professionistiche per strutture, organizzazione, staff tecnico e sanitario. Ci ho messo tantissimo di mio e ne sono orgoglioso. Quindi ringrazio Dalle Rive anche se non l´ho ancora sentito». L´esonero comunicato dal diesse Fabio Graziani non sarà stato un fulmine a ciel sereno ma Cunico non se l´aspettava: «È vero, abbiamo perso due gare e contro il Giorgione pure male. Però stiamo parlando di una squadra rinnovata che fino a due domeniche prima era in testa e soprattutto vantava la miglior difesa ed il miglior attacco del girone. Insomma, non c´era tutto quest´allarmismo da giustificare una soluzione per me inaspettata dal momento che il presidente, dopo la battuta d´arresto di Arzignano, aveva detto alla squadra che c´era piena sintonia tra me e la società». Nel ringraziare amici, estimatori e “The Boors”, il gruppo ultrà di Marano, Cunico assicura che per un po´ se ne starà in famiglia. Aveva staccato la spina già alla fine dello scorso campionato. «Una delusione immensa quell´epilogo, così mi ero un po´ di tempo per pensarci. Dopo qualche giorno mi ha chiamato il presidente e mi ha detto: “Enrico, ripartiamo”. Più che aver accetato, però, mi rimprovero di aver lasciato carta bianca nella costruzione della squadra». I rimpianti, si sa, sono come gli acini dell´uva, uno tira l´altro: «Dopo questa campagna acquisti, visti i giocatori arrivati, mi dispiace non poterli allenare. Certo, quando vanno via 5 attaccanti, e ripeto parlo senza polemica, forse non è tutta colpa mia. Tra l´altro – continua Cunico – nessuno mi dato motivazioni. Sento parlare di calo fisico, ma non mi pare proprio visto il secondo tempo del derby. In realtà, ripeto, non era successo a mio avviso nulla di così drammatico e irrimediabile. Certo, abbiamo pagato a caro prezzo episodi come il rigore dato al Giorgione e il calo fisiologico che capita quando sei sotto tensione. Ma chi fa calcio sa che sono cose che accadono. Mi dispiace – conclude Cunico – non solo che sia andata così ma anche che nessuno mi abbia dato una spiegazione. A cominciare dal presidente, però immagino che gli sia costato molto arrivare a questo passo».