Live 24! Kras Repen-Padova, il giorno dopo: un lunedì intenso tra gioia per il primato, allenamento e mercato

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Ore 01.00 – Tra undici ore esatte si chiuderà la finestra del mercato di riparazione dei dilettanti. In mattinata le ultime trattative, per quanto riguarda il Padova dopo Salvadori si pensa ad una punta: a tal proposito da considerare tutt’altro che sfumata la pista che porta all’ex Piacenza Paolo Zanardo, ambito da molte squadre di categoria.

Ore 23.30 – Mercato Padova: praticamente raggiunto l’accordo con Michael Salvadori, il terzino dell’Union Ripa La Fenadora approderà con ogni probabilità domani all’ombra del Santo

Ore 22.50 – Importante notizia filtrata in serata e raccolta da Padovagoal.it. E nel dettaglio si stratta della proroga di 60 giorni accordata dal Tribunale di Padova ai legali di Diego Penocchio e di Marcello Cestaro relativamente al crac del Calcio Padova maturato il 15 luglio scorso. Il giudice ha così deciso di concedere ulteriore tempo per cercare l’accordo con tutti i creditori nell’ambito di un concordato al 30% (ma la proposta transattiva arriva anche al 50% per i calciatori) dei debiti pregressi del vecchio Calcio Padova. Non è nemmeno detto, consultando i precedenti relativi a casi come questo, che si tratti dell’ultima proroga. Ai vertici del vecchio Siena, ad esempio, in una situazione analoga il giudice incaricato di gestire la sparizione del club ne ha concesse ben due. Secondo le carte consultate da Padovagoal, l’ammontare debitorio complessivo è di 13,4 milioni di euro e l’intervento di Unicomm con le garanzie presentate ha convinto il giudice a concedere altri due mesi di tempo per cercare l’accordo con tutti i creditori. Seguiranno ulteriori aggiornamenti

Ore 22.20 – (La Nuova Venezia) Da un mese il Venezia non assaporava il gusto della vittoria. Era dal 2-0 rifilato all’AlbinoLeffe, e da allora quel 19 in classifica non si è mosso di un millimetro. In mezzo due buone gare, con Bassano e Pavia, un po’ meno a Lumezzane, ma al 90’ si era tornati a casa a mani vuote. Stavolta subito traversa e gol che hanno indirizzato il pomeriggio al Penzo. «Perché stavolta era importante vincere», esordisce l’allenatore del Venezia Michele Serena, «e per questo sono soddisfatto. Tre punti arrivati con una buona prestazione; abbiamo avuto diverse occasioni, ci hanno annullato il terzo gol ma non ho capito il motivo». Tra infortuni e squalifiche, ogni settimana Serena si deve inventare la formazione. Per la Torres si è lavorato sul 4-4-2, chiedendo a tutti un sacrificio. «Ma vorrei avere libertà di scelta», continua, «invece di chiedere la disponibilità ai giocatori. Ho dovuto tardare a fare i cambi per capire come stavano alcuni uomini. In campo ci abbiamo messo lo spirito giusto». Con Serena si vince o si perde, e dopo il trittico di sconfitte il tecnico mestrino non ha rimpianti. «Li lascio ai deboli», aggiunge, «e se oggi non riusciamo a competere con i migliori, è anche per una questione numerica. C’è da sfruttare bene la sosta per recuperare qualcuno». Ad aprire il forziere sardo ci ha pensato subito Mattia Zaccagni, primo gol tra i professionisti. «La dedica va ai miei genitori», dice, «e sulla rete ci ho creduto subito dopo il primo rimpallo, poi è arrivato il secondo e mi sono trovato davanti al portiere. Siamo stati bravi a essere corti». L’altro eroe di giornata è Andrea Raimondi, bravo a sfruttare un errore di Cafiero e mettere in Venezia nelle migliori condizioni per la ripresa. «Finalmente una vittoria attesa», sospira l’esterno, «e i nostri sforzi sono stati premiati. Potevo fare un altro gol ma sono stato intercettato da un avversario. Come modulo mi sono divertito, mi sono sacrificato volentieri, anche se preferisco stare vicino alla porta. Dobbiamo fare bene a Busto Arsizio e puntare a un 2015 più continuo». Tommaso Bellazzini aveva aperto il festival delle occasioni con una traversa pochi istanti dopo il fischio iniziale. «Ho preso bene la palla», osserva, «ma sono stato sfortunato. Alla fine, però, i tre punti sono arrivati lo stesso dopo i risultati negativi. Il raddoppio di Raimondi ci ha agevolati». Antonio Marino si è visto annullare il possibile 3-0. «E non so perché», commenta il centrale, «ma con la Torres era d’obbligo vincere: la classifica si presentava un po’ maluccio. Loro non sono facili da affrontare, lottano ma segnare presto ci ha dato morale. In settimana abbiamo provato il 4-4-2: ci può aiutare in futuro». Bene anche la difesa, che non ha sofferto molto, ma ora la squadra è chiamata a trovare continuità. «E’ vero» dice Simone Sales, «vinciamo o perdiamo ma qualche volta andrebbe bene pure un pareggio, vedi Lumezzane. Su questo aspetto dobbiamo migliorare».

Ore 22.10 – (La Nuova Venezia) Da Sant’Elena qualche segnale di vita arriva. Dalla Russia no, ma questo è un altro discorso. Il Venezia dimostra di essere vivo, gioca la sua onesta partita e la chiude sul 2-0 contro una Torres francamente deludente. Dopo tre sconfitte di fila, dolorosamente diverse ma allo stesso modo allarmanti, andare in campo e giocare con buona gamba e discreta testa permette di centrare un risultato che frena la pericolosa discesa e fa apprezzare il lavoro di tecnico e giocatori, costretti a lavorare in un clima di incertezza assoluta. Per capirsi e parlar chiaro: domani suona il gong di determinate scadenze amministrative e se da Mosca non arriva la grana il Venezia si becca il deferimento che poi porta al punto di penalizzazione . In somma si torna indietro di qualche anno e ai capitoli neri della storia del club. Stop. Stiamo sulla partita, allora. E raccontiamo di un buon Venezia, bravo a sfruttare gli errori altrui e soprattutto sveglio quanto basta per non aprire la mano dopo aver preso in pugno il risultato. L’uomo partita è Raimondi, non solo per il gol che mette la vittoria in cassaforte, ma per una prestazione ad alto livello, condita da buone giocate e spirito di sacrificio, corse in copertura e pressing sull’avversario in possesso di palla. Con lui tutto il gruppo si muove bene e gestisce i due gol di vantaggio senza gli sbandamenti – per fare un esempio – visti a Lumezzane. Serena gira e rigira mette in campo i soliti, sostituisce lo squalificato di turno, ma dà un piglio più offensivo alla squadra, puntando su due mediani centrali davanti alla difesa e tre uomini d’attacco dietro Magnaghi. I vari Bellazzini, Greco, lo stesso Magnaghi corrono e si sacrificano, il successo vien fuori da qui. Buon senso, spirito giusto. Dall’altra parte una Torres molliccia, con problemi al momento di costruire il gioco, ma non solo. Male male la difesa, con due centrali fisicamente autorevoli ma macchinosi nei movimenti e due esterni capaci di errori imbarazzanti, se si pensa ai palloni consegnati sui piedi dei veneziani. Clamoroso lo svarione di Cafiero all’inizio del secondo tempo un retropassaggio al portiere che diventa un assist per un Raimondi in agguato come una pantera. Per il resto qualche buon pallone di Maiorino, un paio di cross di Lisai che creano gli unici momenti di pericolo nell’area del Venezia e poco altro per le punte isolane, ma soprattutto isolate. Forse anche per la Torres i tempi del grande Zola, dei gemelli Piga e di altri validi giocatori passati in rossoblu sono finiti. Ultima annotazione: sarà anche vero che i russi restano a casa, ma non si può dire che i veneziani-mestrini e affini siano allo stadio: giù il cappello davanti ai presenti che si prendono la razione di freddo natalizio, poi si contano 326 paganti con parecchi sardi sparsi nel Veneto e il totale non arriva a novecento cristiani. Se si va avanti così, prima o poi metteremo assieme numero e anche nomi dei presenti, privacy permettendo. La partita si condensa in pochi momenti: al 3’ il timbro di Bellazzini sulla traversa, al 12’ il gol di Zaccagni che si incunea nella difesa sassarese sfruttando inciampi e malintesi dei rossoblu. E un minuto dopo un’altra palla persa dai sardi che Magnaghi cerca di mettere in porta con un pallonetto impreciso per centimetri. Il secondo tempo si apre con gli infreddoliti ancora al bar quando Raimondi rapisce la palla suicida di Cafiero e firma il 2-0. Poi una blanda reazione della Torres, Cafiero si riscatta incornando una punizione di Baraye e Fortunato si guadagna la giornata, due-tre palle inattive illudono i sardi ma gli altri pericoli li crea ancora il Venezia. Terzo gol al 37’, lo segna il bomber Marino ma nella traiettoria c’è Magnaghi che la tocca o forse no, ma è giudicato influente, la bandierina sventola e l’arbitro annulla. Si chiude il 2014 al Penzo, appuntamento per l’Epifania, l’Alessandria ci sarà. E Korablin?

Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Prova di maturità del Real Vicenza, che non fallisce mai con le squadre di bassa classifica. Contro il Mantova la tradizione favorevole (vicentini ancora imbattuti con i virgiliani) è rispettata in pieno e la squadra conquista tre punti d’oro proprio quando deve sopperire a pesantissime assenze e forse nel giorno in cui Marcolini, più di tutte le altre volte, ha dovuto letteralmente inventarsi una formazione. Con Piccinni, Dalla Bona e Polverini out, Bardelloni a mezzo servizio per il solito ginocchio traballante, i vari Pavan, Caporali, Beccaro, Solini e Galuppini si sono dimostrati valide alternative. E il Real rimane in scia a tre punti dalla testa della classifica. E poi, con un Bruno così, nessun traguardo può essere precluso: «Io sto bene, a Vicenza mi trovo benissimo. Ho fatto un bel gol, ho chiuso gli occhi e tirato, sfruttando un velo di Galuppini. Lo dedico a tutti i miei compagni. Ho sbloccato la partita in un momento in cui la squadra era un pò in difficoltà ma solo perché abbiamo cambiato modulo». E Bruno dove vuole arrivare? «Che domande, a quota 20 gol almeno». Anche Matteo Solini, centrale difensivo ottimo sostituto di Dario Polverini, sta inanellando un buona prestazione dietro l’altra: «Adesso sto bene fisicamente, ho avuto un brutto infortunio ad inizio stagione e sono stato fermo un mese. Devo ancora migliorare parecchio anche perché non ho mai avuto un allenatore che giocasse a tre in difesa. Quest’anno è stata una novità per me, ma il mister mi ha insegnato molto». Ora il Real deve chiudere l’anno con la trasferta a Pordenone, prevista per sabato (inizio match ore 14,30), prima delle festività natalizie e prima dell’ultima giornata di andata, programmata il giorno dell’Epifania al Menti contro il Pavia (inizio ore 18). Contro i ramarri friulani, in piena crisi e in attesa dell’arrivo di Sasa Bjelanovic, il Real punta al bottino pieno anche se Marcolini avverte: «Match che nasconde tante insidie, dovremo fare una prova maiuscola e stare attenti perché queste partite all’apparenza scontate sono quelle che temo di più». Ancora una volta il Real sarà decimato dalle squalifiche che toccheranno ai diffidati Cristini, Carlini e Bardelloni.

Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) Attento in difesa e pericoloso in attacco. Matteo Solini, dopo l´ottimo derby disputato da centrale difensivo al Mercante, si è ripresentato sabato al Menti con una prestazione autorevole. La difesa, grazie anche alle buone prove di Beccaro e Carlini, non ha ballato. Con le assenze di Polverini (infortunato) e Piccinni (squalificato) è toccato all´ex Chievo guidare la retroguardia. Mai in affanno, preciso nelle chiusure, ha giocato bene anche d´anticipo sui rapidi attaccanti virgiliani. «Sono felice di com´è andata, abbiamo rischiato solo qualche tiro da fuori» il commento del centrale che ha spiegato l´episodio tanto contestato dal Mantova, giocatori e Juric, in pratica una presunta trattenuta ai danni di Said in area. «Eravamo corpo a corpo, lui si è buttato anche un po´ in ritardo, ha cercato il rigore. È stato bravo l´arbitro a non cadere nel trabocchetto». A parte un tentativo pericoloso di Marchiori in avvio («forse è stato l´unico errore che abbiamo commesso, sul calcio da fermo non abbiamo seguito un blocco»), il Real non ha subìto rischi clamorosi. E Solini per poco non ha festeggiato il gol con una deviazione aerea su calcio d´angolo. «È stato bravo il portiere ad arrivarci». Non era facile per Solini giocare titolare, col Bassano prima che col Mantova, dopo un inizio di stagione travagliato. «In effetti – ha raccontato – la mia stagione è particolare. Ho patito un infortunio che mi ha tenuto fuori un mese proprio all´inizio della mia esperienza in biancorosso. Poi ho giocato a Monza ma non è andata molto bene visto che sono stato espulso. Per me è stata una batosta, anche se la squadra con una grande prestazione era riuscita a vincere. Ho sempre cercato di allenarmi bene e ora più che mai spero di essere utile alla causa. Fisicamente sto bene, posso migliorare nella gestione della palla e magari anche sui lanci; sabato non tutti sono venuti bene». Solini, che è in prestito al Real Vicenza, si è dovuto adattare agli schemi di Marcolini. «Non avevo mai giocato a tre, per me si tratta di una novità. Comunque mi trovo meglio da centrale, a Monza ero stato schierato sul centro-sinistra». Sabato il Real Vicenza farà visita alla maglia nera del girone, il Pordenone. In difesa ci saranno nuovi problemi. È vero che rientra Piccinni dalla squalifica, ma con l´ammonizione presa al Menti è scattata la squalifica anche per Carlini. E poi Polverini, sempre ai box per l´infortunio muscolare, non potrà ancora rientrare. Insomma è facile che Solini giochi ancora dal primo minuto».

Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Prima o poi doveva succedere, ma si pensa sempre meglio il più tardi possibile. Il Bassano Virtus dopo una striscia di 14 risultati utili consecutivi trova la sua seconda sconfitta in campionato in casa del Renate, ormai legittimamente la bestia nera giallorossa, finendo a -2 dalla vetta del Novara e Pavia, ma con una partita in meno. Una sconfitta che non è andata giù a mister Tonino Asta, soprattutto per come è maturata, nel finale dopo l’espulsione di Nolè. «Per quanto visto in campo, io credo che il risultato giusto sarebbe stato il pareggio, la sconfitta la trovo eccessiva – spiega l’ex granata – anche se non posso dire che abbiamo fatto bene oggi. Nelle ultime partite non siamo stati brillanti in fase di fraseggio e di costruzione del gioco, dobbiamo assolutamente migliorare». Un’analisi a mente fredda della partita da parte del tecnico. «Non siamo partiti bene, ma dopo il gol potevamo chiudere la gara, trovando il raddoppio, ma abbiamo fallito molte occasioni. Sapevamo che il Renate è una squadra che non molla mai, in 10 non siamo riusciti a mantenere il vantaggio e nemmeno il pareggio». Ora bisogna pensare ad Alessandria, con la squadra che viaggerà in Piemonte mercoledì sera per affrontare i grigi, a quota 29, ma con due partite in meno. «Voglio vedere la reazione dei miei mercoledì, vogliamo rimetterci subito in carreggiata. Il nostro obbiettivo è concludere al meglio l’anno, nel 2014 questi ragazzi sono stati incredibili, vincendo un campionato e stando sempre in alto anche in questa nuova avventura». Nelle rabbia generale, un mezzo sorriso potrebbe scappare a Stefano Pietribiasi, tornato dalla squalifica e autore del suo settimo gol in campionato. «Ovviamente sono contento per il gol, ma non è servito purtropo a darci la vittoria. Dispiace perdere a causa di due palle inattive, non credo il risultato rispecchi la partita». Partita che il Bassano non ha chiuso e che poi ha pagato. «Nel primo tempo potevamo trovare il raddoppio, ma non ci siamo riusciti, nel secondo tempo invece ci siamo abbassati troppo. Ora dobbiamo solo pensare all’Alessandria, al recupero di mercoledì, per riprenderci i punti che abbiamo perso qui a Renate».

Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) La domenica sera è persino peggio del sabato e ci si ingastrisce già all´ora di cena e prima di sedersi a tavola.
L´Alessandria prende a morsi il Como gelando il vecchio Sinigaglia 0-2 e mercoledì nel recupero si gioca la vetta solitaria col Bassano.
Chi vince schizza in testa solo e soletto. Con la differenza abissale che i grigi stanno procedendo in carrozza e coi cavalli bianchi, mentre i giallorossi, così a spanne, appaiono inciucchiti dalla fatica e un bel po´ spremuti. In più, al vetusto Moccagatta (si comincia alle 18) si respirerà aria da big-event, una serata di gala già approntata un mese fa e saltata causa alluvione. Nonostante il giorno feriale è atteso il pienone e un probabilissimo soldout nel catino dei grigi, ci sarà un´intera città a spingere i pupilli di casa e immaginatevi in quale contesto dovrà scavare la sua trincea la Virtus, una specie di antro del diavolo. Ecco perchè il bottino a ramengo col perniciosissimo Renate, a cui non c´è proprio verso di poterlo conciare per le feste una volta che sia una è rimasto lì sul gozzo. E d´accordo che dopo l´intervallo sono andati in pista i fratelli scarsi dei boys Diesel, una formazione declinante, in chiaro affanno e irriconoscibile. Ma nonostante tutto i fanti di Asta parevano francamente in controllo, in quasi mezz´ora avevano concesso mezza occasione ai rivali e niente lasciava presagire il tracollo finale. Invece l´inzuccata di Florian, marcato evidentemente dallo spirito santo, perchè al centro dell´area con quella raffica di centrali (Priola, Ingegneri e Bizzotto), più l´altro difensore Toninelli e uno strutturato come Davì non c´era anima viva che si occupasse del puntero nerazzurro, liberissimo di colpire e ferire da un passo e perdippiù su palla inattiva. L´1-1 ha rivoluzionato il film del pomeriggio poichè dopo Bassano ha smarrito taluni equilibri e si è definitivamente sconfortato e mortificato sulla paratona successiva di Cincilla che ha murato Iocolano e il teorico 1-2 del nuovo sorpasso immediato che avrebbe accoppato un toro mica solo il Renate. E invece il colpo di grazia prima della capocciata molto sporadica e occasionale di Cocuzza al minuto 91 l´ha inferto Rafa Nolè con quell´apprezzamento improvvido e improprio giunto alle orecchie del primo assistente (l´empolese Cecconi) che subito gliel´ha fatta pagare. E vabbè che certamente oggi le terne sono più suscettibili di una volta (30 o 40 anni fa erano rarissimi episodi del genere e se accadevano, capitava che arbitro e guardalinee chiudessero entrambi gli occhi), ma Nolè d´ora in avanti dovrà regolarsi di conseguenza e cucirsi anche la bocca perchè per lui sono in arrivo due turni di stop, rimarrà ai box con Alessandria e Monza domenica al Mercante e le sue festività sono già iniziate ma senza sorriso. Proprio sul fantasista potentino ha fatto un pensierino in queste ore il Novara, ma in via Piave per il momento continuano a ritenerlo incedibile. Tra l´altro Nolè è legato da un biennale al sodalizio cittadino, sicchè a Novara dovrebbero andare in tasca e nemmeno di poco per strapparlo al Soccer Team. E qua giustamente non hanno nessuna voglia di stravolgere a gennaio assetti già delineati, anche se in sala comando non hanno gradito granchè lo sbuffo d´ira del rifinitore ex Ternana che ha lasciato i compagni in dieci nel torrido sprint e che poi è costato l´unghiata in extratime di Cocuzza, lui sì stavolta marcatissimo sull´ennnesimo corner, ma capace ugualmente di fiocinare di crapa Rossi. Dunque momento un po´ così, ma gambe in spalla, sennò diventa un Natale di magro e non va bene no.

Ore 20.50 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Pasquale Marino assolve a metà il Vicenza per la brutta figura rimediata sabato pomeriggio a Chiavari con l’Entella. «Credo possa capitare di disputare un tempo dove non si è dato il massimo, però la partita si è chiusa quando siamo rimasti in dieci. Nella ripresa la squadra poteva reagire, ma l’espulsione ha penalizzato il tentativo di rimonta. C’è stata un’ingenuità in occasione della seconda rete perché potevamo rimanere in partita anche nel secondo tempo». Come si spiega una giornata così negativa? «Abbiamo avuto delle difficoltà: l’impatto con il terreno di gioco ci ha penalizzati e non riuscivamo a velocizzare le giocate. Qualcuno non aveva molto equilibrio. Ci può stare una gara non al massimo, rimbocchiamoci subito le maniche e concentriamoci sulla prossima partita. Credo inoltre che in questo momento il gruppo meriti di essere elogiato per quanto fatto fino ad ora. Un calo ci può stare con tutte le attenuanti del caso». Non c’è stato un calo fisiologico dopo la striscia positiva? «Il Vicenza non ha pagato psicologicamente le vittorie delle scorse settimane, questi sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Noi sappiamo che per ottenere qualcosa dobbiamo dare il massimo, oggi non siamo stati a livello delle scorse prestazioni. La squadra saprà riprendere il giusto cammino. Infatti, nonostante l’inferiorità numerica la squadra ha cercato di reagire riuscendo ad accorciare le distanze. I giocatori vogliono sempre lottare e lo hanno dimostrato. Guardiamo avanti con fiducia quindi». Le occasioni per rimediare al Vicenza non mancheranno di certo. I biancorossi sono infatti attesi ora dalle due sfide casalinghe consecutive con lo Spezia sabato prossimo e il Livorno alla vigilia di Natale, due avversarie che occupano attualmente il terzo posto in classifica, per chiudere poi il 2014 a Frosinone domenica 28 dicembre. Scade stasera, infine, il diritto di prelazione sul proprio posto abituale riservato agli abbonati, che potranno acquistare il biglietto a prezzi agevolati fino alle 23.59 di venerdì. Da domani vendita libera per tutti, ma sempre con sconti per i possessori della tessera.

Ore  – (Giornale di Vicenza) Dal giorno del rientro dopo aver superato completamente l´infortunio Salvatore D´Elia aveva giocato due partite, ed erano state altrettante vittorie a Varese e poi in casa con il Brescia. La rincorsa dell´esterno difensivo sinistro del Vicenza s´è fermata però a Chiavari. Fermata in tutti i sensi, visto che la squadra di Marino è stata battuta dopo una serie utile di cinque partite e lui, D´Elia, è stato espulso per doppia ammonizione. Ieri è arrivata anche l´ufficializzazione del giudice del turno di squalifica che D´Elia dovrà scontare in occasione della gara con lo Spezia (diffidato Mauro Franzetti, il preparatore atletico allontanato dal campo al 90´). Il giudice ha anche inflitto la diffida a Laverone, che nell´elenco si aggiunge a Cocco, Sciacca e Ragusa, quest´ultimo fermo per infortunio. Senza D´Elia il tecnico Marino, che oggi pomeriggio dirigerà al centro di Isola la seduta di ripresa della preparazione, potrà tornare a disporre di Brighenti e Gentili, che a loro volta hanno scontato il turno di stop a Chiavari e la speranza è che anche capitan Camisa (in sua assenza in Liguria la fascia è toccata a Cinelli) sia in grado di rientrare dall´infortunio al polpaccio. Alla ripresa degli allenamenti non ci sarà Sbrissa, da ieri aggregato al gruppo della nazionale Under 19 allenata da Alessandro Pane in vista dell´amichevole che gli azzurrini disputeranno mercoledì 17 a Viterbo contro l´Albania. Il giorno dopo la sfida il giovane centrocampista tornerà a disposizone di Marino. Spezia il 20 dicembre e Livorno il 24 (con inizio sempre alle 15 e sempre al Menti) e poi la trasferta a Frosinone il 28 chiuderanno il dicembre e l´andata dei biancorossi.

Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) Non era mai successo. Mai, in questo campionato, Antonio Cinelli era stato sostituito. Aveva saltato (per “colpa” del giudice sportivo) solo la gara con il Modena. Poi sempre in campo, dal 1´ al 90´ e oltre. E invece nella sciagurata partita di Chiavari è successo anche questo: 29´ della ripresa, esce Cinelli ed entra Sbrissa. Ecco, è capitato anche a lei… «Ma non è un problema. Anzi, posso dire che è stato giusto così. Non sono mai entrato in partita. Non sono certo dispiaciuto per me, ci mancherebbe. Lo sono, piuttosto, per i miei compagni». Certo, lei non sarà entrato in partita, ma l´impressione è che neanche i suoi compagni l´abbiano fatto. Cos´è successo? «È stata una giornata così, abbiamo regalato un tempo su un campo impraticabile. Non ho neppure sudato, il che è veramente grave per un giocatore con le mie caratteristiche». Lei fa riferimento al campo di Chiavari, che era effettivamente brutto. L´anno scorso, però, sullo stesso fondo avevate pareggiato 1-1 giocando una discreta partita… «Vero, ma non aveva piovuto. E poi è chiaro che l´Entella è più abituata a un campo di questo tipo, una situazione così può fare la differenza». Ok. Al di là del terreno di gioco? «È stata una partita da cancellare. Per fortuna la classifica non è cambiata molto. Teniamoci questo e ripartiamo con determinazione». Certo che bisognerà riflettere su questa prestazione… «Lo faremo senz´altro. Di sicuro con l´Entella abbiamo fatto un passo indietro. In precedenza, invece, avevamo dimostrato di essere in grado di giocarcela con chiunque». Un errore da non ripetere? «È stata una brutta gara nel suo insieme, arrivavamo sempre secondi sulla palla, sbagliavamo in uscita… È andata così, ora rimettiamoci subito al lavoro». Con l´obiettivo di… «Di arrivare al 28 dicembre con la maggior tranquillità possibile. Ci attendono due partite casalinghe e abbiamo le carte in regola per far bene». Tra l´altro non vi era mai capitato di sbagliare una gara dall´inizio alla fine… «Vero, penso ad esempio alla partita con il Cittadella: nel primo tempo avevamo giocato male, ma poi ci eravamo ripresi. Stavolta, invece, non siamo riusciti a cambiar passo». Neanche l´intervallo vi ha aiutati? Avete provato a parlare tra voi, a pensare a qualcosa per cercare di raddrizzare la partita? «Sì, ma le cose non sono andate per il verso giusto. Di una cosa, comunque, sono sicuro: noi non siamo questi. Lo abbiamo dimostrato in passato e lo dimostreremo ancora». Può essere che in qualche modo, magari inconsciamente, la striscia di cinque risultati utili di fila abbia inciso negativamente sulla vostra concentrazione? «Non credo, ma se è stato fatto un pensiero così sicuramente è sbagliato. Noi dobbiamo ammazzarci di fatica per arrivare al risultato, su questo non ci devono essere dubbi. Poi c´è un´altra cosa da dire: l´arbitro non ci ha dato una mano». Si riferisce all´espulsione di D´Elia? «Non solo, in linea generale ho avuto l´impressione che l´arbitraggio fosse a senso unico. Voglio però precisare che questo non deve essere un alibi per giustificare la nostra prestazione». Può avere inciso l´assetto inedito della difesa?
«No, ci è capitato anche in passato di dover far fronte a diverse assenze. Nella nostra rosa abbiamo tanti giocatori di valore e chi di volta in volta viene chiamato in causa si dimostra all´altezza della situazione». A centrocampo adesso siete in tanti e a qualcuno tocca star fuori… «Sì, ma questo non è un problema: la gestione la fa il tecnico e il nostro compito è di dare il massimo per la squadra. C´è competizione, certo, ma è sana». Ora vi attendono due gare impegnative, con squadre forti quali Spezia e Livorno… «Per certi aspetti è meglio così, con avversari del genere gli stimoli arrivano da soli». Anche perchè sarebbe ora di fare un regalo di Natale ai tifosi… «Se lo meriterebbero, dopo tanti anni di delusioni. Ma lo meriteremmo anche noi, lo meriterebbe tutto l´ambiente. Posso assicurare che faremo il massimo per prenderci delle soddisfazioni in questi due incontri».

Ore 20.20 – (Gazzettino) Umiltà, disponibilità e sacrificio. Tre parole ripetute all’infinito da Stefano Marchetti in mezz’ora di intervista, quasi come fossero una litania. Invece sono componenti essenziali da ritrovare immediatamente, altrimenti per il Cittadella saranno dolori. Al direttore generale non è piaciuta la prestazione offerta con il Bari, ma fa un netto distinguo. Non mette tutti sulla graticola, c’è infatti chi si merita gli elogi e chi invece si prenderà una sonora strigliata alla ripresa degli allenamenti. «Rispetto alle ultime gare il Cittadella ha fatto un passo indietro, sono mancate convinzione e determinazione che invece avevo visto in altre partite. Non tutti, ma qualcuno non ha fatto quanto ci si aspetta. Si è limitato a fare il proprio compitino senza quella cattiveria necessaria per vincere le partite». Chi ha visto Cittadella-Bari ha intuito a chi si riferisse il dirigente. Marchetti però non fa nomi. «Quelli li farò nello spogliatoio» si limita a dire. Ma spiega: «Ci vuole l’umiltà di mettere a disposizione dell’intero gruppo le proprie qualità. Bisogna sacrificarsi per la squadra e non il contrario. La squadra non si deve mettere al servizio del singolo». Il direttore generale va oltre. «Per assurdo, il Cittadella ha giocato meglio in nove contro undici che non sabato in parità numerica. E di fronte c’era il Bari, squadra assolutamente alla nostra portata. Per questo sono deluso, se qualche giocatore manca l’appuntamento proprio nel momento del bisogno, allora tutto diventa più difficile, complicato». Attacco non pervenuto con il Bari, ma non è che l’avere concentrato maggiore attenzione alla fase difensiva – dove si è lavorato tanto nell’ultimo periodo – abbia peggiorato quella offensiva? «Se fai bene una cosa non devi farne peggio un’altra, e l’abbiamo dimostrato a La Spezia, dove la difesa si è ben disimpegnata e abbiamo comunque costruito occasioni importanti per fare gol». Il presidente Andrea Gabrielli ha categoricamente escluso che si possa mettere in discussione Foscarini. Cosa bisogna fare adesso? «Il Cittadella finora si è fatto male da solo, dobbiamo ritrovarci mentalmente. Azzerare l’ego e tornare a mettere determinazione in campo. Con il Bari abbiamo usato troppa leggerezza in certe marcature, nei passaggi, nella corsa: così non si va da nessuna parte». Eccoci al messaggio del direttore, della società. Chiaro, da attaccarsi alla fronte. «I giocatori devono prendere coscienza di tre aspetti fondamentali: umiltà, disponibilità e sacrificio. Tutti devono esaltarsi nella fatica, nel momento del bisogno, l’abbiamo fatto in nove contro undici rischiando di vincere la partita. Sono concetti che devono toccare l’anima del singolo, ognuno deve portarsi dentro e tradurli in campo se davvero ama questa maglia». È l’ultimo avvertimento di Marchetti, prima dell’intervento sul mercato. «Qualcosa si farà, ma non è che i giocatori che abbiamo in rosa non siano all’altezza della categoria, ho sempre fiducia nel gruppo. In estate e in avvio di campionato abbiamo giustamente esaltato il Cittadella, che è lo stesso di adesso».

Ore 20.10 – (Mattino di Padova) I numeri sono impietosi. I 15 punti in 18 giornate (media di 0.83 a partita) valgono al Cittadella l’ultimo posto in serie B, al momento in coabitazione con il Latina che, però, nello scontro diretto con il Varese in programma stasera alle 20.30, avrà l’occasione di allungare sui granata. La vittoria manca agli uomini di Foscarini da 14 partite, ovvero dal 3-2 sul Pescara dello scorso 20 settembre. Nel mezzo otto pareggi e sei sconfitte. Un cammino che, senza un cambio di passo rapido e deciso, porta dritto in Lega Pro. Ma tra tutti i numeri che si potrebbero snocciolare guardando la classifica, quelli che preoccupano di più riguardano le analogie con la situazione del Padova della scorsa stagione. Alla 18esima giornata i biancoscudati di punti ne avevano 18, tre in più rispetto all’attuale Cittadella. E se i gol realizzati erano 14, contro i 22 messi a segno da Coralli e compagni sin qui, quelli presi erano 23, cinque in meno dei 28 incassati da Valentini. Certo, la società è diversa e diverso è il modo di gestire le difficoltà, ma sappiamo tutti com’è finita: quel Padova, girò la boa di metà torneo a quota 19 e, a fine campionato, retrocesse a 41. E se il confronto lo si fa restando in casa Cittadella? Comunque la situazione è peggiore: alla 18esima giornata i granata l’anno scorso avevano 17 punti, due in più di oggi, e a metà torneo divennero 21. Per arrivarci, adesso, servirebbero due vittorie nelle prossime tre giornate, contro avversarie del valore di Frosinone, Catania e Perugia. Nulla di impossibile, per carità. Il guaio è che al momento niente rende credibile un’inversione di marcia. Ricorrere al mercato di riparazione, in questa situazione, più che un’opportunità appare una necessità. E l’impressione è che serva farlo in modo sostanzioso, con almeno quattro o cinque innesti (un paio di attaccanti, in grado anche di giocare da esterni, un paio di centrocampisti e un difensore). Nel frattempo vanno serrate le file, perché la squadra vista contro Vicenza, Brescia e Spezia aveva dato segnali di risveglio. Tornare a deprimersi dopo una sconfitta beffarda come quella con il Bari è l’unica cosa da non fare.

Ore 19.50 – AltoVicentino, ore di grande incertezza: traballa la panchina di mister Enrico Cunico, spunta anche il nome di Ezio Glerean quale possibile successore.

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Dedicato ad Andreolla, Moresco, Tomasi. In rigoroso ordine alfabetico. Il primo pensiero di Enrico Antoniol al termine del derby di serie D contro il Belluno è ai tre compagni che, per motivi diversi, non hanno potuto scendere in campo. Sandro Andreolla, bloccato da alcuni giorni da un fastidioso disturbo che gli ha impedito anche di allenarsi; Giacomo Moresco, «un ragazzo davvero esemplare», che nella giornata di giovedì ha rescisso consensualmente il contratto con la società neroverde; Nicola Tomasi, ai box da qualche settimana per un infortunio al ginocchio. «Mi dispiace che possiamo dedicare loro un solo punto e non tre – racconta il centrocampista dell’Union Ripa Fenadora – ma è comunque frutto di un pareggio prestigioso, contro la terza forza del campionato. Ed è un punto che abbiamo meritato, giocando una buona gara, arrivata al termine di una settimana impegnativa. Anche contro il Belluno siamo andati sotto, ma non abbiamo mollato, abbiamo reagito e continuato a giocare come sappiamo, e secondo me abbiamo giocato anche meglio di loro, soprattutto nel secondo tempo. Diciamo che non siamo fenomeni perché abbiamo pareggiato col Belluno, così come prima non eravamo scarsi per aver perso con la Correggese o il Mezzocorona. Per quanto riguarda la mia partita, sono soddisfatto. Già in altre occasioni in stagione avevamo giocato col rombo e mi trovo a mio agio nel ruolo di vertice basso, protetto sia ai lati da Tibolla e Dassiè, sia dietro da De March e De Checchi». Con la partenza di Moresco e l’intenzione della società di non intervenire sul mercato, se non con dei giovanissimi bellunesi classe ’97, ci sarà più spazio per Matteo Mastellotto e Irfan Ponik. Nel derby hanno giocato entrambi, il primo trequartista, il secondo prima punta. «Diciamo che io ho bisogno ancora di fare minutaggio – ammette proprio Ponik, alla seconda da titolare dopo il rientro – Mi dispiace per Giacomo (Moresco – ndr) che è andato via, ma adesso tocca a me meritarmi la fiducia della società, devo dimostrare quello che valgo». E dopo il derby, l’occasione buona potrebbe essere sabato a Padova: «Penso che sapremo giocarcela a viso aperto, come abbiamo fatto contro il Belluno, come abbiamo sempre fatto con chiunque – prosegue Ponik – Sarà sicuramente un’emozione giocare nello stadio del Padova, davanti a un pubblico che si prospetta numeroso (di solito almeno 4 mila persone, ndr). Credo che uscirà una bella partita, avvincente. E se vinceremo bene, sennò andremo comunque avanti lo stesso, a testa alta».

Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Due giovani in arrivo in maglia Union: un terzino e un attaccante esterno classe 1997, entrambi bellunesi che hanno giocato le ultime stagioni fuori provincia. Questo l’identikit dei nuovi innesti a poche ore della chiusura del mercato, che non porterà – parola di direttore sportivo – un sostituto di Moresco, già lasciato partire prima del derby. «Mi tocca dare una delusione a quelli che aspettano di vedere arrivare un attaccante», dice Alberto Faoro, «faremo solo due operazioni di mercato in entrata, che stiamo perfezionando. Non cerchiamo un sostituto di Moresco, abbiamo deciso di fare così. Nel mercato mai dire mai, ma ad oggi non c’è né la volontà da parte nostra di andare a prendere un attaccante, né si sono verificate situazioni che ci potrebbero indurre a pensare di comportarci in maniera diversa. Dal derby, se ce ne fosse stato ancora bisogno, usciamo ancora più consapevoli dei nostri mezzi». A proposito di derby. Un buon viatico verso l’anticipo contro i Biancoscudati Padova in diretta tivù e il Boscherai continua ad essere fortino inespugnabile nei derby. «Siamo contenti, perché la nostra è stata una prova di maturità, dal punto di vista della qualità del gioco abbiamo fatto delle cose importanti e chissà che un giorno lo vincerà anche il Belluno un derby: per il momento non succede da più di un anno. Sono orgoglioso della squadra. Venivamo da due partite, che ci avevano lasciato l’amaro in bocca, prendere gol subito poteva essere un brutto colpo e invece c’è stata una grande reazione». Soluzioni in casa. «Calcolando anche che mancavano Andreolla, Tomasi e Malacarne, abbiamo giocato alla pari e per buoni tratti meglio della terza forza. Ci sono molti motivi per essere felici», sottolinea Alberto Faoro, «il secondo tempo ha fatto vedere che siamo una squadra di alto livello. Dispiace per la partenza di Moresco, che è una delle persone più intelligenti e professionali che abbia conosciuto, ma purtroppo non è scoccata la scintilla sul campo: Giacomo si era integrato bene con i compagni, però non si è creata la giusta alchimia tecnica. Ci sarà più spazio per gli altri, uno su tutti Ponik che si è sempre fatto trovare pronto. Siamo convinti che possa fare bene e continuiamo a investire sul nostro gruppo, che è di qualità importante». Salvadori-Padova forse. «Al momento non sono intavolate trattative, non c’è stata nessuna richiesta per Salvadori. Se arriverà ci siederemo, valuteremo e saremmo contenti per lui se avesse questa opportunità. Contro il Belluno è stato uno dei migliori in campo e se qualcuno è venuto a vederlo, ha visto un grande giocatore».

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Domani chiude il mercato di serie D. E in attesa di capire se l’Union Ripa la Fenadora inserirà un tassello in attacco, gli ultimi movimenti potrebbero essere solo in uscita. Perché Michael Salvadori sembra diretto verso i Biancoscudati Padova, mentre il centravanti Moresco ha già fatto le valigie (probabilmente in direzione Arzignano). E il Belluno? In piazzale della Resistenza non si muoverà foglia fino a gennaio. A quel punto, la rosa verrà sicuramente rinforzata con un difensore svincolato da un club professionistico. Dopo l’addio di Julian Prünster (sabato era al Boscherai per stare vicino ai suoi ex e forse futuri compagni), mister Vecchiato è rimasto con due soli difensori di ruolo: Merli Sala e Sommacal. Entrambi protagonisti di un super campionato, ma le squalifiche e gli imprevisti, si sa, sono sempre dietro l’angolo. E nel caso in cui uno dei due dovesse dare forfait, le uniche alternative rispondono ai nomi di Pescosta e Pellicanò: due terzini. Insomma, la coperta è corta. E un centrale di difesa è destinato a infoltire l’organico dopo le festività natalizie. Sembra ermeticamente chiuso, invece, il capitolo Corbanese-Altovicentino. Chiamato in causa sull’argomento, il direttore sportivo Augusto Fardin non ha lasciato dubbi: «Abbiamo già ceduto due giocatori (il già citato Prünster al Mori Santo Stefano e Moretti al San Giorgio Sedico, ndr), ora non si muove più nessuno. Compreso Corbanese». In tema di derby, invece, Fardin ha riservato due punturine all’arbitro e al terreno del Boscherai: «So che il gol di Miniati era regolare, ma se il direttore di gara ha visto così non ci possiamo fare niente. Non ho buoni precedenti con i figli degli arbitri di serie A: in passato Pairetto, ora Ayroldi. Il campo? Peggio del fango: i ragazzi continuavano a scivolare. E noi, che cerchiamo sempre di giocare la palla, abbiamo avuto più difficoltà».

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Sono abbastanza incazzato». Dritto al punto, senza filtri: Ivan Merli Sala non usa troppe metafore per spiegare il suo stato d’animo dopo l’1-1 nel derby del Boscherai. E l’arrabbiatura del difensore gialloblù potrebbe essersi accentuata alla luce dei risultati di ieri: perché l’Altovicentino si è fatto sorprendere in casa dal Giorgione (0-1). E i gialloblù, con tre punti nel derby, avrebbero agganciato al secondo posto proprio la squadra di Cunico. Che invece rimane a +2, mentre il Padova passa senza problemi sul campo del Kras Repen (1-3) ed è ora 5 lunghezze avanti ai bellunesi. E dietro? Attenzione, la Sacilese sta salendo di colpi. Una volta abbattuta la capolista padovana, ha riservato lo stesso trattamento alla Clodiense: 1-0 e -3 dal terzo posto, occupato proprio dai ragazzi di Roberto Vecchiato. Insomma, davanti è piena bagarre. E se è vero che Padova e Altovicentino restano le principali candidate al salto di categoria, è altrettanto vero che in ogni domenica non c’è mai nulla di scontato. RAMMARICO – Tornando alla sentitissima sfida con l’Union Ripa, Merli Sala, pochi minuti dopo il triplice fischio, si è soffermato su alcuni spunti emersi dal campo. Come l’azione che ha portato al pareggio neroverde: orchestrata da Brotto e finalizzata da Mastellotto. «In quell’occasione non credo fossimo disposti male – ha spiegato il centrale della retroguardia gialloblù – ma sulla palla dietro servita da Brotto avremmo dovuto chiudere meglio». Merli osserva attentamente i piani alti della graduatoria: «C’è rammarico perché siamo venuti al Boscherai per vincere e non ci siamo riusciti. Ma se vogliamo rimanere attaccati alle prime, dobbiamo sbagliare il meno possibile. Abbiamo poco margine d’errore». POCO BRILLANTI – A detta di Merli Sala, non era il solito Belluno: «Siamo stati meno brillanti rispetto alle ultime domeniche. Abbiamo giocato di squadra, il cuore non è mancato: ciò che è mancato è stato il colpo per chiudere la partita». Nessun alibi, nessuna scusa. Nemmeno quando viene tirato in ballo il gol tolto a Mike Miniati per una chiamata errata del guardalinee: «Peccato, ma non attacchiamoci agli episodi. Dopo la rete annullata avevamo tutta la ripresa davanti. Potevamo prenderci comunque i tre punti». TESTA ALL’UNION… PRO – Per tre volte su tre, nella tana del Ripa Fenadora, il Belluno si è fatto rimontare: «Ma l’Union è una grande squadra, propone un buon calcio e ha elementi validi per la categoria. Giocatori che trovano con facilità la via del gol. Vincere in casa loro non è mai facile». La mente, però, è già rivolta a domenica. E a un’altra Union: non Ripa, ma Pro. «Nell’ultima in casa dell’anno solare – conclude Merli Sala – dobbiamo fare benissimo. Sarebbe davvero importante chiudere nel migliore dei modi questo fantastico 2014».

Ore 18.50 – (Corriere delle Alpi) Un pareggio giusto. Il risultato tra Ripa Fenadora e Belluno può soddisfare entrambe le squadre, anche se a conti fatti i gialloblù avrebbero qualcosa da recriminare in più, tra il gol valido annullato a Mike Miniati e l’entrata brutta di Salvadori a metà campo punita solo con un giallo. «E’ una di quelle partite che puoi vincere, ma anche tranquillamente perdere», spiega il difensore centrale del Belluno Sebastiano Sommacal, «certo, la rete di Miniati annullata dà molto fastidio, però alla fine è andata così. Dal campo non si era capito bene, ce l’hanno detto dopo che il gol era buono. Nell’arco dei novanta minuti, ci sono state occasioni nitide da entrambe le parti e, alla fine, il pareggio credo ci possa stare anche se è il Belluno a tornare a casa con qualche rammarico in più». Un Belluno costante: «Nel primo tempo, siamo partiti forte, il che è una delle nostre caratteristiche. Non c’è stato invece il solito calo che alcune volte ci è successo e questa è una cosa positiva. Nella seconda frazione, ci siamo difesi un po’ più bassi, ma senza avere grossi problemi. Il loro modo di giocare la palla in difesa, con molti passaggi, può aver fatto sembrare che il pallino del gioco fosse in mano loro, ma credo che alla fine le due squadre si siano equivalse». La classifica si accorcia. Con la sconfitta casalinga dell’Altovicentino contro il Giorgione, il Belluno guadagna un punto sui vicentini, ma allo stesso tempo perde terreno sulla Sacilese. I biancorossi hanno conquistato una vittoria di misura tra le mura amiche contro la Clodiense e ora si trovano a soli tre punti dai gialloblù. Il Padova si trova in solitaria al comando dopo aver espugnato il campo del Kras Repen. Ma il Belluno deve guardarsi le spalle oppure puntare lo sguardo in alto? «Deve assolutamente guardare la classifica in avanti», continua Sommacal, «finora abbiamo dimostrato di essere una squadra che può giocarsela con chiunque, al di là dei risultati maturati con Altovicentino e Padova. Il campionato è ancora lungo, non siamo ancora a metà, vedremo cosa succederà più avanti anche se ora i Biancoscudati sono a più cinque». Il Belluno in casa è inarrestabile. Finora i gialloblù hanno raccolto sei vittorie e un pareggio, domenica contro l’Union Pro bisognerà fare i tre punti. «Non è proprio così semplice. Vero che proviamo a vincere sempre, ma nel calcio le cose non vanno sempre come vuoi. Sicuramente vogliamo fare bella figura davanti al nostro pubblico e domenica proveremo ancora a vincere».

Ore 18.30 – (Trentino) Luca Lomi è furioso a fine partita. Per la quarta volta in questa stagione il risultato si trasforma da pareggio a sconfitta ben oltre il 90’. «A dire la verità – tuona il tecnico gialloverde – sono molto arrabbiato per entrambi i gol subìti. Il primo, su palla inattiva, era assolutamente evitabile, mentre in occasione del secondo non ci siamo mossi come avremmo dovuto. Zomer è riuscito a fare il miracolo sul primo tiro, poi Comin è riuscito a trovare una traiettoria incredibile. Peccato. E’ stata una brutta partita, giocata su di un campo pesantissimo: siamo stati bravi a difenderci, poi però sono arrivati questi due episodi che hanno fatto pendere la bilancia dalla parte dei nostri avversari». In classifica cambia poco o no? «Mah non direi – conclude Lomi – perché, se prima eravamo “ad una partita” dai playout, adesso invece siamo a due partite di distanza dagli spareggi. Avremmo potuto recuperare un punto su diverse dirette concorrenti e, invece, da qualcuno abbiamo perso addirittura terreno. No, no, sono convinto: il pareggio sarebbe stato fondamentale».

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) A fine partita l’allenatore Francesco Feltrin, ricevendo l’abbraccio del presidente Marco Gaiba, commenta il successo sul Mezzocorona: «Nel primo tempo siamo stati lenti e impacciati. Ero preoccupato perché negli ultimi allenamenti i giocatori sembravano imballati. Non era un problema di un singolo: tutta la squadra non girava. A fine primo tempo ho provato a pungolarli sul piano dell’orgoglio e i risultati si sono visti. Nel secondo tempo si è giocato solo nella loro metà campo e abbiamo ribaltato il risultato. È la terza partita che riusciamo a vincere negli ultimi minuti. Il gruppo ci crede fino alla fine». E la classifica? «Era fondamentale vincere: adesso abbiamo 13 punti di vantaggio sulle ultime 2 e questo è già tanto. Ma abbiamo 3 partite dure con Belluno, ArziChiampo e Padova».

Ore 18.10 – (Tribuna di Treviso) Un Union Pro dai due volti rimonta in pieno recupero e batte i trentini del Mezzocorona grazie al capitano cogliendo la terza vittoria consecutiva e guardando con ottimismo all’insidiosa trasferta a Belluno. Dopo 90’ in cui l’Union aveva fatto tutto da sola (anche il gol del vantaggio ospite regalato) la partita sembra volgere al pari ma, con un’impennata di orgoglio, al 3’ di recupero Comin, servito da Niero, controlla in area, tira, si vede respinto il pallone ma è lesto a ribattere in porta quasi dal fondo. Una prodezza che riscatta un primo tempo da sbadigli in cui l’Union è sotto la voce “non pervenuto”. Nei primi 45’ non si registra nemmeno un tiro in porta. Si gioca a centrocampo tra errori in fase di fraseggio e costruzione. Nessuna delle due squadre riesce a pungere e gli attaccanti si estraniano dal gioco. L’unica azione degna di nota porta al vantaggio trentino, ma sono i padroni di casa a mettere le fondamenta dell’azione. Micheli, dopo aver sfiorato il palo al 43’ con un sinistro da dentro l’area, 3’ dopo approfitta di un grossolano errore di Noè che si fa sfuggire palla in uscita sul cross di Baltieri. Il portiere di casa non trattiene la palla facile e, inoltre, nessuno dei compagni di reparto lo protegge; per il centrocampista gialloverde (completamente libero da marcature) si tratta solo di appoggiare in porta il più facile dei gol. I trevigiani vanno in spogliatoio dopo una doccia gelata. Feltrin corre ai ripari e striglia i suoi ragazzi che rientrano in campo trasformati. L’Union carica a testa bassa e dopo soli 6’ trova il pari. Punizione di Comin, Trevisiol prende il tempo al marcatore e di testa manda il pallone vicino al palo. Zommer prova ad arrivarci ma è inutile. Si ricomincia con un ritmo ben più alto. L’Union crede nella vittoria e ci prova prima con Comin e poi con Casarotto. La svolta arriva con l’entrata in campo di Andrea Nobile che sposta il baricentro in avanti trasformando la squadra in un 4-3-3 pronto a diventare un 3-4-3 in fase offensiva. I risultati arrivano nel giro di 20’; al 42’ Trevisiol va vicino alla doppietta dopo un appoggio di Zanette. Il pallone, respinto dalla difesa, arriva a Cattelan che sfiora il palo lontano. Poi, come detto, Comin chiude i conti con caparbietà. Il 2 a1 taglia le gambe al giovane Mezzocorona che non riesce più a reagire. Per Feltrin e i suoi è festa grande anche se la difesa continua a sbandare troppo e a regalare occasioni agli avversari.

Ore 18.00 – (Trentino) Soddisfatto, ma non del tutto. A fine gara il tecnico gialloverde Stefano Manfioletti si tiene stretto il punto, ma comunque mastica amaro. «Per due motivi – commenta Manfioletti -: nel primo tempo la prestazione della squadra non è stata positiva. Ci siamo adeguati al modo di giocare degli avversari e li abbiamo affrontati con troppa paura. Durante l’intervallo ci siamo guardati in faccia e il pensiero è stato: se dobbiamo perdere facciamolo almeno giocando a calcio e non limitandoci a “spallonare”. Nel secondo tempo, infatti, c’è stata la reazione, la partita l’ha fatta il Dro ed, ecco l’altro motivo per cui siamo rammaricati, dopo il pareggio abbiamo avuto diverse situazioni e qualche occasione, clamorosa quella di Cicuttini a pochi minuti dalla fine, per portare a casa il bottino pieno». Alla vigilia avrebbe firmato per il pareggio? «Senza sei titolari – conclude – e con tanti giocatori fuori ruoli il risultato non è da buttare via, perché ci permette di muovere la classifica, tenere il Legnago nel mirino e, a conti fatti, anche di guadagnare un punto su alcune dirette rivali. Adesso sotto con il Kras Repen».

Ore 17.50 – (Trentino) A conti fatti è un buon punto, nello specifico il Dro torna a casa con l’ennesima buona prestazione ma con un solo punto in tasca. Alla vigilia del match contro il Legnago probabilmente il tecnico trentino Stefano Manfioletti avrebbe firmato per un pareggio ma, visto quanto accaduto ieri nella ripresa al “Sandrini”, l’1 a 1 finale sta stretto ai trentini. Senza Cremonini e Ischia squalificati e con Adami, Donati e Proch in panchina ma solamente per onor di firma, il Dro parte deciso: dopo nemmeno sessanta secondi Bazzanella prova a fare da sponda per Serrano, che viene anticipato in uscita da Fazzino. Al 6’ Cicuttini vince un paio di rimpalli e serve all’indietro Bazzanella, il cui traversone raggiunge la testa di Bortolotti che però non trova la porta. Al minuto 21 Dro ancora in avanti: piazzato di Colpo per Bortolotti che, al momento di battere a rete, viene anticipato dalla difesa veronese. Poco dopo la mezz’ora, piuttosto a sorpresa e immeritatamente, il Legnago passa a condurre: punizione battuta da Tobanelli dalla sinistra con la sfera che attraversa tutta l’area e s’infrange sul palo opposto. Nasce una mischia in area trentina con Fonjock che, da pochi passi, trova il varco giusto per battere Bonomi. Il gol segnato dà carica al Legnago che sfiora il raddoppio: Tobanelli non trova il bersaglio con un colpo di testa e poi Bonomi è super nella risposta su Rivi. Proteste droate sul finire di tempo: Bortolotti viene spinto in area, ma il direttore di gara assegna solamente un calcio di punizione alla squadra di Manfioletti. Ripresa interamente di marca droata: Ajdarovski chiama Fazzino alla parata al 55’, mentre cinque minuti dopo Cicuttini è rapace nel deviare in porta il preciso traversone di uno scatenato Ajdarovski. Ruaben non trova il bersaglio dalla corta distanza (66), poi Colpo spara alto da eccellente posizione (69’) con un difensore di casa che disturba il centrocampista droato al momento della conclusione. Infine ecco i botti finali: all’84’, sugli sviluppi di un calcio di punizione calciato dallo specialista Colpo, il numero uno di casa Fazzino respinge d’istinto (praticamente con il volto) il tiro a botta sicura e da pochi passi di Cicuttini, ma nel recupero san Bonomi vola a deviare il colpo di testa di Adriano, evitando così un’atroce beffa finale. Alla fine è uno a uno: il Dro torna a casa, tiene a distanza il Legnago (sempre a più tre), ma la zona salvezza si allontana ed è ora distante otto lunghezze. Domenica prossima sfida salvezza che più non si può contro il Kras Repen.

Ore 17.40 – Questo l’aggiornamento di stato apparso poco fa sulla pagina ufficiale della Tribuna Fattori su Facebook: “Con piacere comunichiamo che sabato nel dopo partita società e squadra saranno presenti nella nostra sede (Favelas, via Galilei 50, Rubano) per brindare al Natale insieme a tutti noi. Invitiamo tutti i tifosi del Padova ad essere presenti”.

Ore 17.30 – (Trentino) L’allenatore triestino Giuseppe Ferazzolli rientra negli spogliatoi con la malcelata gioia sul volto per aver strappato una fondamentale vittoria, in chiave salvezza, all’ultimo minuto di gara ed ammette: «Primo tempo inguardabile ed insufficiente per la mia squadra, mentre nella ripresa è cresciuta la consapevolezza di riuscire a risalire la china: ristabilita la parità, ci siamo sbloccati ed anche con un pizzico di buona sorte siamo riusciti a portare a casa questa benedetta prima vittoria stagionale. Ora dobbiamo dare continuità e soprattutto credere di più in noi stessi». Sul fronte moriano c’è molta delusione per la sconfitta maturata nel recupero del match e Federico Diener che sostituiva in panca lo squalificato Zoller dice: «Sconfitta immeritata e maturata in modo rocambolesco. Grande primo tempo: purtroppo siamo calati alla distanza, soprattutto nell’ultimo quarto d’ora, anche perchè eravamo contati ed alcuni dei ragazzi sono scesi in campo in precarie condizioni. È sempre più dura ma in modo responsabile e professionale continueremo ad onorare il campionato».

Ore 17.20 – (Il Piccolo) Arrivato dal Padova, classe ’89, Matteo Bedin difficilmente poteva prevedere un esordio impreziosito da una simile perla. Un gol splendido, fendente all’incrocio dei pali che ha di fatto aperto la strada alla vittoria dell’Unione. Bedin, al pari dell’altro neo arrivato Gusella e nel complesso della squadra intera, è salito in cattedra nel secondo tempo, ha toccato un numero innumerevole di palloni, con molti inserimenti e buone geometrie. La soddisfazione del centrocampista: «E’ andata bene, ci volevano i tre punti, siamo riusciti ad ottenerli ed ora è importante proseguire così. Dobbiamo lavorare allenamento dopo allenamento e ci tireremo fuori da questa situazione. Ho trovato un buon gruppo, giovane seppur un po’ demoralizzato, ma questo no ci abbatte». Sul diverso atteggiamento delle due frazioni, Bedin sintetizza. «Nel secondo tempo abbiamo acquisito maggior sicurezza, con la classifica che abbiamo è normale che la palla scotti. Abbiamo trovato fiducia in noi stessi, creato occasioni, la vittoria è meritata. Senza guardare avversari e classifica, da qui in avanti dobbiamo andare in campo per fare punti e tireremo le somme a maggio, o prima spero».

Ore 17.10 – (Il Piccolo) Un urlo liberatorio. Lo attendevano i tifosi, ma lo attendeva pure chi sul campo ci lavora ogni giorno, tra una folata e l’altra di bora, e magari col peso di dover per forza vincere uno scontro diretto considerato già spartiacque del fondo classifica. Giuseppe Ferazzoli si disseta, probabilmente è il primo ad essere sorpreso dei due volti visti in campo dalla Triestina. Apatica e depressa nel primo tempo, frizzante e propositiva nel secondo. Vittoria meritata, l’Unione ha fatto decisamente di più, e l’allenatore con serenità analizza difficoltà e pregi dei suoi ragazzi. «Sono felicissimo per tutti noi, a cominciare dal presidente e per tutti i tifosi della Triestina, questa vittoria la aspettavamo da lunghissimo tempo. Due tempi completamente differenti, nella prima frazione la squadra ha fatto vedere il peggio e al contrario cose buone le abbiamo viste nella ripresa. Siamo rientrati in campo determinati e oltre al calcio di rigore abbiamo avuto almeno 5-6 nitide occasioni da gol senza rischiare di fatto nulla. È una grossa soddisfazione, in questo mese con quattro partite importantissime da giocare, avevo chiesto di iniziare nel migliore dei modi. Il primo tempo mi ha lasciato amareggiato e deluso, ma fortunatamente i ragazzi mi hanno smentito e quindi rivolgo loro un grosso applauso, hanno cercato la vittoria con tutte le forze». Il cambio di modulo nella ripresa ha portato benefici evidenti a tutta la squadra, i nuovi acquisti Bedin e Gusella su tutti.. «A mio avviso la svolta è stata l’inserimento di Milicevic. In questi casi non sai mai se è una mossa azzeccata o se piuttosto avevi sbagliato prima. Io valuto quello che succede in settimana, e in campo ci vanno quelli che si allenano meglio. Ripeto, nel secondo tempo i ragazzi hanno dimostrato di essere una squadra di professionisti con grandi qualità. Caratteristiche che a volte non vengono fuori, forse a causa di un po’ di timore o di paura. È fuori discussione che la situazione pesa, ma già da tre partite aspiravamo a questa fatidica prima vittoria, se penso alle partite contro il Dro e il Tamai meritavamo sicuramente di più. Adesso ci attende un’altra trasferta importantissima a Fontanafredda, e poi nel nuovo anno due scontri diretti in casa. Sarà un mese fondamentale». E Fontanafredda infatti segnerà l’ultima tappa del cammino alabardato nell’anno 2014, un cammino zoppicante con la salvezza conquistata da Rossitto e soci nel campionato scorso, le tribolazioni estive e il tabù trasferta sfatato quasi in extremis con i tre punti in Val Lagarina.

Ore 17.10 – (Il Piccolo) Corre il 46’ della ripresa: Rocco entra in area e va giù. Rigore che lo stesso Rocco trasforma. I pochi tifosi si abbracciano, la dirigenza con Pontrelli in primis esplode. E probabilmente a 300 chilometri di distanza anche la Trieste calcistica. L’Unione non ha vinto la Champions ma un match di quarta serie con l’ultima della classe. Ma la vittoria mancava da quattordici giornate, anzi dall’aprile scorso. Al terzo tentativo la Triestina è riuscita a centrare il primo successo stagionale. Perché alla terza trasferta in riva all’Adige e dopo tre partite nelle quali avrebbe meritato di più gli alabardati hanno potuto togliersi un peso dallo stomaco. Il fatto di vincere sul filo di lana un match che si era messo male (per colpa dell’Unione) nel primo tempo non può non far crescere il pathos. Già il pathos. Gli alabardati nella ripresa ci hanno messo il cuore ma non solo. L’ingresso di Milicevic, il riordino dell’assetto del centrocampo (con l’uscita di Proia) e soprattutto una rete da cineteca del debuttante Bedin hanno dato la scossa alla Triestina. Una Triestina apatica nel primo tempo come capita solo a squadre depresse e frastornate. Comprensibile ma solo se davanti ci fossero stati dei leoni. E invece i padroni di casa hanno solo manovrato con semplicità e sfruttato al meglio un errore alabardato a centrocampo (malinteso tra Bedin e Proia). Vantaggio trentino peraltro legittimato dall’incapacità della manovra offensiva triestina tenuta solo in piedi dall’agguerrito Rocco. Nella ripresa con il cambio di passo e di tattica di Ferazzoli il Mori ha fatto vedere perché è l’ultimo della classe. Cinque-sei le occasioni da rete collezionate da Bedin e compagni prima dell’acuto liberatorio di Rocco. Ferazzoli sorprende un po’ tutti. Restano fuori Piscopo e Milicevic (qualche problemino in settimana?), entrano Giannetti in difesa e Gusella a sinistra, oltre allo scontato esordio di Bedin. I trentini prendono da subito l’iniziativa e per 20’ dettano legge: sfiorano il centro all’8’ e 3’ più tardi. Il maggior tasso tecnico del centrocampo alabardato affoga perché Bedin e Proia non riescono ad intendersi e Gusella gioca troppo avanzato. Sulla sponda opposta (destra) anche Pontrelli fa fatica. L’Unione spinge per una decina di minuti ma si espone alle scorribande dei gialloverdi. Zucca ci mette una pezza al 27’ ma nulla può sulla deviazione da corta distanza di Deimichei. È l’1-0 (legittimo) e ai triestini vengono i brividi anche se non fa freddo. Alla ripresa della sfida Ferazzoli getta subito in campo Milicevic e ha il coraggio di togliere il “veterano” Proia. Bedin diventa il signore del centrocampo e Gusella più efficace a sinistra. Rocco ha una spalla di qualità come Milicevic. Il Mori si fa intimidire. Ma al pareggio ci pensa Bedin con un fendente di destro che da trenta metri si infila all’incrocio. Applausi anche dai pochi aficionados di casa. L’inerzia del match cambia radicalmente e a ogni azione l’Unione crea insidie al bravo Poli. In 20’ in sequenza Milicevic, Rocco con un diagonale e ancora il croato di piatto mancano di poco la rete. Quando al 40’ su corner di Gusella Bedin schiaccia di testa e Poli tira fuori il pallone dalla porta sembra ai più che il match sia destinato a finire in pari. Gli alabardati sono consapevoli che un altro X sarebbe disastroso per morale e classifica. E così Bedin esce imperioso dal centrocampo e serve in profondità Rocco. Lo scatto del bomber si mescola a un po’ d’astuzia. È rigore che l’attaccante monfalconese trasforma spiazzando Poli. È la fine di un incubo? Non ancora perché nell’ultimo dei 4’ di recupero il Mori sfiora il pareggio. Ma la palla finisce a lato e così la festa alabardata può esplodere. Non tutto è ancora risolto. Anzi. Ma un’iniezione di fiducia ci voleva. La salvezza è ancora 8 punti sopra. Lì c’è il Fontanafredda che l’Unione “visiterà” domenica. Se l’appetito vien mangiando…

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Fra la partita e i giorni di allenamento ci sono un “tot” di chilometri da fare. Se non si fanno la domenica, vuol dire che si faranno martedì». Avviso ai naviganti, alias giocatori del Tamai: mare in tempesta, a sentir parlare Stefano De Agostini. «È finita che la squadra con cuore batte la squadra senza cuore 2-1 – riassume l’allenatore -. Meritatamente, perché loro hanno lottato su ogni palla. Noi nel primo tempo neanche siamo scesi in campo. Nel secondo c’è stata una reazione, ma non dimentichiamo che per loro c’era già un rigore prima. L’abbiamo patito dopo, il rigore, senza far altro che una reazione nervosa, non di calcio». Un derby buttato? «Spiace – risponde De Agostini -: se non ci divertiamo a giocare con 23 punti, non so quando lo faremo. Il calcio ha un denominatore comune, che è la motivazione. Il Fontanafredda ha affrontato la partita più motivato e ci ha battuto. A livello generale è stata la peggior partita dell’anno – prosegue il tecnico del Tamai -. Sono molto arrabbiato perché già domenica scorsa avevamo rischiato a Trieste. Avevo avvertito i ragazzi: non mi sta bene fare un’annata mediocre, senza provare a fare un salto di qualità». Missione compiuta per Gianpietro Leonarduzzi, in panchina al posto dello squalificato Maurizio De Pieri: «Abbiamo fatto una buona partita, vincendo, ma ci sono anche tutti gli altri risultati contrari. Dovevamo recuperare punti persi e la gara è stata bellissima per impegno e volontà. La squadra, così, ha buone possibilità di stare in quartieri più comodi». Anche se squalificato, De Pieri dice «la cosa che mi rende più felice è aver giocato con tranquillità e ordine. Bravi tutti, anche i nuovi come Frison in coppia con Malerba. Se il Fontanafredda si esprime così possiamo lottare con tutte, anche se non si può escludere qualche passaggio a vuoto». Era il derby del ritorno di Renzo Nadin a Tamai. Quanto esulta? «Godo per i tre punti al Fontanafredda, dopo un primo tempo sontuoso. Così come sono contento per i tre nuovi inseriti, a dimostrazione che possono darci una mano. Ho il piacere dei tre punti – aggiunge – ma non perché li abbiamo presi a Tamai». Siamo quasi a Natale.

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) Il derby fa risorgere il Fontanafredda. I rossoneri vincono con merito a Tamai e ritornano al successo dopo cinque gare d’astinenza, rilanciandosi in chiave salvezza e uscendo dalla crisi. Era dal 2 novembre che mancavano i tre punti: la squadra di De Pieri li ottiene a spese dei “cugini” nella loro peggior versione da inizio anno. Proprio così: “furie rosse” giù di tono, che sprecano una chance play-off, fanno infuriare De Agostini e si fermano dopo 4 risultati utili di fila, condannate da un gol per tempo ad opera di Florean e Tonizzo (su rigore). Meritato. È privo del suo capocannoniere, il Tamai: Federico Furlan, 8 gol sinora, si accomoda in tribuna per scontare il turno di squalifica. Al suo posto nel 4-3-3 c’è Bolzon. Sta bene, la squadra di casa, non altrettanto il Fontanafredda, che arriva da 2 punti nelle ultime 5 gare e deve per forza cambiare marcia. Così De Pieri, dopo 3 gare col 3-5-2, torna al 4-3-3, facendo debuttare Frison al centro della difesa per sostituire Ianneo passato in settimana all’Abano. L’inizio è rossonero: Frison costringe a salvare sulla linea un difensore di casa, poi Gargiulo, con una bella girata, impegna Peresson. Il Tamai è in difficoltà, ha poche idee. Si vede solo con un tiro di Petris, deviato dalla difesa. Il “Fontana” è più in palla, fa male sulla destra con la catena Zorzetto-Ortolan-Alcantara, che mette in difficoltà Petris e Dal Bianco. Ed è così che arriva lo 0-1: cross di Zorzetto per Gargiulo, pasticcio tra Peresson e la difesa, la palla arriva a Florean che insacca da un passo a porta vuota. Vantaggio rossonero. Meritato. Ripresa. Il Tamai è inguardabile. Non a caso rischia di subire il raddoppio il due circostanze. De Agostini è infuriato, negli spogliatoi si fa sentire: frazione sotto-ritmo, così non va. La squadra recepisce la strigliata. E cambia pelle, trovando subito il pari (al 5’). Palla al limite dell’area, Zambon la riceve favorito da un rimpallo: tiro di prima intenzione dai 20 metri, traiettoria imparabile per Vicario. È l’1-1 ed è il quinto gol nelle ultime 4 gare per l’attaccante. La partita decolla. L’arbitro sembra non reggere il ritmo. È l’8’: Faloppa viene infilato da Gargiulo, l’attaccante gli scappa ed entra in area. Il difensore lo trattiene, mettendolo giù. Rigore? Non per il direttore di gara, che fa proseguire. Rossoneri su tutte le furie, gli animi si scaldano. Il Tamai prova a fare il 2-1 con Davide Furlan, Vicario si rifugia in angolo; la gara si spegne ma si riaccende a 20’ dalla fine. Decisivo. Nastri ha la palla appena dentro l’area, decentrato sulla sinistra. Pavan cerca di rubargliela e lo atterra: questo è rigore per l’arbitro. Decisione generosa, ma tant’è. Sul dischetto va Tonizzo e trasforma. È l’1-2, meritato. E il Fontanafredda esulta con rabbia. Il Tamai ha una reazione nervosa e non produce alcunché, i rossoneri gestiscono. Riuscendo a portare a casa il match e tre punti salutari in chiave salvezza.

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il pareggio in rimonta soddisfa Daniele Pasa. «Secondo me abbiamo fatto bene, non abbiamo perso la testa nonostante il doppio svantaggio – dice l’allenatore – nel primo tempo non c’erano molti sbocchi, non mi aspettavo che loro venissero qui così chiusi, però a parte il gol Rigo non ha fatto una parata. I ragazzi ci hanno creduto e penso che se ci fosse stato un altro pò di tempo la partita l’avremmo vinta». I gol subiti? «Sul primo il loro giocatore ha vinto due rimpalli, è stato bravo ma anche fortunato. Il rigore per loro ci stava». La scelta di partire con il solo Cecchel davanti? «Masiero era reduce da un infortunio, poi pensavo che loro giocassero a viso aperto. Invece dopo il gol si sono chiusi ancora di più. In avvio di ripresa non ho cambiato nulla perché ci stavamo esprimendo bene, poi sotto di due reti l’ho inserito per provare a risalire». Domenica c’è il Giorgione. «Penso sarà una bella gara, anche perché loro hanno battuto l’Altovicentino».

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) «Per un attimo ho respirato l´aria di Ripa». E il riferimento che Paolo Beggio fa è quello della beffa di 15 giorni prima con l´Union Ripa. Per sua fortuna, stavolta, si è rimasti sul 2-2. Ma… «Ma una partita che sembrava chiusa poteva essere rimessa in piedi solo da una giocata straordinaria come quella che ha fatto Giglio: raramente si vedono cose così», ha commentato il tecnico dell´Arzichiampo a fine gara. Che poi aggiunge: «Al di là del rammarico resta comunque un buon risultato, visto che eravamo contati. Nel primo tempo siamo stati bravi a coprire gli spazi, era importante stare attenti a centrocampo perché loro toglievano riferimenti. Cosa mi è piaciuto? Ho visto il miglior Fracaro. E Beccaro ha avuto un buon approccio alla gara, se migliora nella condizione ha la qualità per fare bene».

Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Il mantello di SuperPippo non basta. La Banda Beggio se lo fa scivolare dalla schiena quando ormai volava sul cielo dello 0-2 grazie – appunto e soprattutto – a Filippo Fracaro. Ma in dieci minuti giusti giusti ci pensano Giglio e Severgnini a uccellare un Arzignanochiampo che, forse, ha gongolato un po´ troppo nel vestire i panni del supereroe. E quindi, un passo avanti e uno indietro: più uno nel bottino della classifica, meno uno in fatto di “cattiveria”. Perché sbriciolare un doppio vantaggio è cosa che non dovrebbe vedersi mai. Né con il Montebelluna né con il Real Madrid. Il segnale confortante, per entrambe le formazioni, è che la musica diffusa da radiomercato non ha distratto i due uomini di punta Trinchieri e Giglio. Il Padova li aveva corteggiati con costanza e con un blasone a cui è difficile rispondere “no, sono già impegnato”. I due ragazzotti, invece, hanno pure aggiunto un gol ciascuno. SUPERPIPPO. Beggio aveva due pensieri alla vigilia: gestire le gambe giovani e i piedi educati dei giovanotti del Monte e assieme tappare i buchi creati da squalifiche (Carlotto e Pregnolato) e infortuni (Marchetti). Ecco allora che Fracaro si rimette la maglia da titolare, e al 16´ si lega pure al collo il mantello di Superpippo: palla al piede, dribbling, contrasti e rimpalli vinti in entrata per lo 0-1 nell´angolino lontano. Tira aria buona: al 23´ è Roverato a dare l´illusione del gol girando sul fianco della rete. Un minuto dopo Trinchieri si arrampica e gira potente di testa colpendo a lato. Il Montebelluna è tutto nel possesso, perché quando attacca lo fa con otto giocatori oltre la linea della palla. Ma di occasioni concrete, nei primi 45´, non se ne vedono. Anzi, in pieno recupero Tecchio si prende l´ennesimo pallone e apre a Roverato: l´imbucata è per Trinchieri che manca l´attimo buono per girare in rete. INVERSIONE. Si ricomincia come si era iniziato. Con Superpippo che vola e con Fabbian che stavolta lo tira per il mantello: rigore (9´). Ci pensa Trinchieri dal dischetto: suona raddoppio e quota 10 gol. Ma due rondini non fanno primavera. Quella sboccia con Giglio, al minuto 21´: Cecchel lo serve, lui controlla di petto e di collo pieno dai 25 metri fulmina a mezza altezza Dall´Amico. Zitti tutti. E se poi Trinchieri sbaglia mira calciando sul portiere l´ottimo lancio della new entry Beccaro (25´), è matematico che si venga puniti: sull´apertura di Giglio per De Vido la difesa scala correttamente, ma Urbani non li segue e si perde Severgnini. Al terzino non pare vero: chiude gli occhi e insacca il 2-2 finale.

Ore 16.00 – Qui Appiani: termina l’allenamento.

Ore 15.40 – Qui Appiani: ultimi spezzoni di partitella.

Ore 15.20 – Queste le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino” e “Gazzettino” da Fabrizio De Poli all’Appiani: “Salvadori? Siamo in trattativa. Beccaro? Al 99% no. Trinchieri? Non arriva, non lo mollano. In uscita? C’è stata qualche richiesta ma non l’abbiamo presa in considerazione, ad esempio per Petrilli”.

Ore 15.00 – Qui Appiani: arriva il ds De Poli, alle prese con le ultime trattative di mercato.

Ore 14.40 – Qui Appiani: inizia l’allenamento, a cui partecipano solo le riserve e gli squalificati di ieri. Lavoro in piscina ad Abano per i titolari di ieri.

Ore 14.30 – Qui Appiani: piacevole sorpresa in via Carducci, dove a far visita alla squadra c’è Matteo Bedin, reduce dalla vittoria con gol con la Triestina.

Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Quello della Sacilese era un gol valido oppure era in fuorigioco? Difficile dare una risposta senza la moviola. Tuttavia mister Andrea Pagan, supportato anche da alcuni dirigenti, la sua tesi ce l’ha ed è completamente diversa da quella dell’arbitro: «Il gol della Sacilese – allarga le braccia – era in netta posizione di offside. Per questo ci sentiamo un pò derubati, anche perché, al di là di tutto, le occasioni migliori per vincere le abbiamo avute noi. Se guardiamo la maglietta del nostro portiere, Luca Tiozzo, apparirà quasi completamente pulita. Loro, invece, hanno avuto solo quella grande occasione. Nulla di più. È stato un episodio, dunque, ad aver determinato le nostre sorti». Secondo Pagan, infatti, è stata la Clodiense ad aver fatto la partita. «Sono soddisfatto della prova generale dei miei ragazzi – ammette -, non ho nulla da rimproverare loro. Eravamo venuti a Sacile con il chiaro intento di fare punti e di agganciare al quinto posto l’Union Ripa che ha pareggiato con il Belluno. Non ci siamo riusciti, è andata male, ma non per questo dobbiamo abbatterci: il campionato non è ancora finito e sono convinto che le sorprese saranno dietro l’angolo». Sabato, nell’anticipo della sedicesima giornata, la Clodiense ospiterà l’Altovicentino: «Sarà una partita difficile per noi – confessa – anche se loro hanno perso con il Giorgione. Quindi tutti i risultati sono possibili, non ci può essere già un pronostico avverso». L’obiettivo della squadra resta la salvezza: «Prima arriviamo a quota 40-45 punti – conclude – meglio è. Poi penseremo, se sarà il caso, a qualcosa di più ambizioso. Sempre, però, con grande umiltà». La Clodiense, nonostante la sconfitta, cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. Il morale non è certo alle stelle, ma due dei giocatori più rappresentativi della squadra – Riccardo Santi e Tommaso Piaggio – escono dallo spogliatoio con la convinzione di poter già riprendere a correre dalla partita di sabato con l’Altovicentino. Sarà una battaglia vera dallo spettacolo assicurato. Ieri Santi è rimasto a secco di gol, ammettendo di non aver disputato un match brillante. «Secondo me non abbiamo giocato la nostra migliore partita di questo girone di andata – confessa il 24enne attaccante – anche perché non siamo stati incisivi nelle occasioni che abbiamo avuto a disposizione. Devo fare i complimenti alla difesa della Sacilese, che è riuscita a chiudere tutti gli spazi. Pensavo, sinceramente, di trovare meno difficoltà a districarmi all’altezza della loro area di rigore. L’occasione sventata da Favaro? Purtroppo per me il loro portiere è stato bravissimo a chiudermi lo specchio della porta. Se solo avessi intercettato un pò prima la palla…» Tommaso Piaggio suona la carica. La partitissima di sabato con l’Altovicentino non lo spaventa: «Ospiteremo una squadra sicuramente in forma, che arriverà a Chioggia nella stessa condizione di un leone ferito. Possiamo giocarcela sino in fondo e, anche con un pizzico di fortuna, vincere. Con la Sacilese non abbiamo meritato di perdere. C’è da dire la verità: abbiamo sbagliato troppe occasioni, mentre loro hanno sfruttato l’unica vera palla importante per metterci ko».

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Altri tre punti nel pallottoliere e adesso la Sacilese comincia davvero a sognare in grande in chiave playoff. Vince, convince e dedica il successo al presidente Gianpaolo Presotto che, convalescente, ieri non ha potuto seguire da vicino i suoi pupilli. Il terzo posto non è mai stato così vicino. Ora gli altoliventini credono nell’aggancio ai danni del Belluno, anche se mister Mauro Zironelli, com’è nel suo stile, predica calma. Volare basso è nel suo stile, ma ormai le ambizioni della Sacilese non possono più restare nascoste. «Abbiamo vinto – sorride Ziro a fine partita – ma quanta sofferenza. La Clodiense, secondo il mio punto di vista, è stata la squadra più bella vista sin qui al XXV Aprile. Per questo il successo vale doppio». C’era il rischio che le insistenti voci di mercato, che si sono rincorse in settimana, potessero destabilizzare l’ambiente. Invece tutto è filato per il meglio. È lo stesso Zironelli ad ammettere il pericolo: «È vero – commenta il tecnico – e questo fatto mi preoccupava un po’. Avrei voluto togliere Beccaro (la trattativa per passare ai Biancoscudati Padova sembra ormai definita nei dettagli, ndr). Poi, però, è stato protagonista di quell’assist prezioso per Sottovia che ci ha permesso di sbloccare il risultato. Così l’ho lasciato in campo sino a 5′ dalla fine dell’incontro». Con tanto di passerella-saluto ai tifosi. Grazie al successo di ieri, la Sacilese resta a 8 punti di distanza dalla vetta. «Ovviamente – ammette Zironelli – ci giocheremo questo campionato sino alla fine. Spero che i ragazzi continuino con questo passo, perché è questa la strada giusta». Domenica i biancorossi sono attesi dal Legnago: «Non sarà una partita facile – mette le mani avanti l’allenatore – e proprio per questo dovremo stare attenti a non soffrire le loro ripartenze. È vero: i veronesi sono nella parte destra della classifica, mentre noi viaggiamo nelle zone nobili. Ma è proprio questo che impone, prima di ogni altra cosa, grande concentrazione. Sarà poi il campo a emettere il verdetto finale. Ovviamente, io ho piena fiducia nei miei ragazzi».

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La Sacilese vola. E che volo. Non era facile farcela con una Clodinese che arrivava da due successi di fila e con tante ambizioni ancora nel sacco. I ragazzi di Zironelli confermano invece la dura “legge del XXV Aprile”, che sta diventando uno stadio inespugnabile per le corazzate venete. Soltanto con il Belluno i tifosi altoliventini sono usciti scontenti. I biancorossi non confermano la formazione che una settimana fa ha vinto a Castelfranco Veneto con il Giorgione. Ziro manda in campo Bolzan al posto di Manucci (non al meglio della condizione), mentre a centrocampo rientrano Favret e Boscolo Papo: entrambi hanno scontato la squalifica di un turno. Nel gruppo iniziale c’è anche Beccaro, ormai in procinto a lasciare Sacile per accasarsi ai Biancoscudati Padova. La trattativa tra le parti non si è ancora conclusa formalmente, ma ci sono ottime possibilità che l’ex Marano raggiunta presto Parlato nella Città del Santo. All’85′ proprio Beccaro lascerà spazio a Manucci, uscendo tra gli applausi. Lui con la mano saluta il pubblico di casa: si capisce che il “divorzio” è cosa ormai fatta. La Clodiense è squadra tosta e lo si capisce sin dall’inizio. Pagan preferisce, almeno nel primo tempo, un atteggiamo più prudente per contenere le incursioni pericolose di Sottovia e Boscolo Papo. Verrebbe da dire «attenti a quei due» e infatti così sarà nella ripresa, quando entrambi saranno protagonisti del successo dei biancorossi dell’Accademia. Nel primo tempo la prima occasione capita al 18′: apertura magistrale di Boscolo Papo sulla sinistra, dove Beccia mette in mezzo per la testa di Sottovia. La punta manda la sfera di poco sopra la traversa. Al 21′ cross dalla sinistra di Beccia per l’inzuccata di Spagnoli: palla alta. Un minuto dopo è Boscolo Papo, dal limite, a sfiorare il vantaggio. Nella ripresa il match si scalda. La Clodiense comincia a spingere e già al 2′, con Santi, prova a sbloccare il punteggio. Nell’occasione è bravissimo Favaro a uscire con un tempismo perfetto e a sbarrare la strada al bomber ospite. Poi la Sacilese sale in cattedra e al quarto d’ora va in rete. Passaggio filtrante di Beccaro per Sottovia che, a tu per tu con il portiere, non sbaglia il tocco. La panchina della Clodiense protesta per una presunta posizione di offside. Per la terna arbitrale, invece, è tutto regolare. È il gol decisivo, quello che spalanca le porte della prestigiosa vittoria alla Sacilese. I biancorossi a fine partita, applauditi dal pubblico, festeggiano in campo e negli spogliatoi. Zirolandia, ancora una volta, non ha deluso le aspettative.

Ore 13.50 – (Tribuna di Treviso) «Siamo un giocattolo interessante». Antonio Paganin, vicentino che giustizia il Marano, definisce così la sua truppa dopo il colpaccio. «Stavamo bene e sapevo che potevamo farcela», esordisce il tecnico, «Avevo visto la crescita della squadra, i presupposti c’erano già nella partita persa con la Sacilese. Stavolta abbiamo fatto ancora meglio. E senza rubare nulla. Questa è una vittoria di personalità: la volevamo e l’abbiamo ottenuta con forza. Dopo un crescendo continuo, è arrivato un ulteriore salto di qualità». Vietati i voli pindarici: «Al di là della soddisfazione, adesso serve l’equilibrio. Non vorrei che le aspettative andassero oltre il dovuto. E vorrei trovare Altovicentino e Padova ogni domenica: aiutano a crescere». Il derby con il Monte, nel prossimo turno, s’annuncia pimpante: «Due squadre che amano giocare, prevedo una bellissima partita. E complimenti pure all’Union Pro: le trevigiane stanno facendo molto bene. E se lo dice un vicentino…».

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Cunico resta in silenzio. Parla il presidente. «Ho pagato il premio partita alla squadra. Quasi doppio. Sì, lo hanno accettato, magari qualcuno poi viene da me e mi dice che non lo merita». Luci ed ombre allo Stadio dei Fiori. Tra le prime, comunicata direttamente dal patron Rino dalle Rive, anche l´arrivo di Carmine Marrazzo dal Piacenza Calcio, attaccante esterno prolifico se è vero che con la maglia dei biancorossi emiliani ha messo a segno, negli ultimi due anni, 33 reti in 43 partite. «Si tratta di un ritorno – sottolinea il patron dell´Altovicentino, il ragazzo l´ho avuto a Marano in Eccellenza». Prenderà il posto di Nicola Falomi, rimasto, purtroppo per lui e per i tifosi locali, “oggetto misterioso”. E non è finita, perchè a parte Logofatu, ora è tutta la squadra a essere sotto la lente. Dalle Rive è un fiume in piena. «Ero convinto, ad esempio, che il centrocampo andasse bene così, invece credo che vi sia bisogno di un puntello». E le ombre? Intanto la sconfitta: «Ho visto un calo di tensione e pure di forma atletica inconcepibili. Non capisco, abbiamo macchinari che in serie A solo 4 società se li sono permessi. E non oso neppure pensare che ci sia gente che non abbia più voglia di mangiare». Intanto, cancellato il riposo del lunedì. Chi invece ha un problema opposto, di entusiasmo, è Antonio Paganin. «È naturale che questi ragazzi sanno di aver centrato un´impresa. Che festeggino, ma martedì toglierò loro di sotto lo sgabello. Loro sanno che se giocano con una certa mentalità riusciranno a costruirsi un futuro, abbiamo incontrato una squadra fortissima ma guai a fermarsi qui». Già, niente male per un gruppo di ventenni bollati agli inizi come juniores e da ieri incubo di una squadra di professionisti.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Adesso è crisi. E come in tutte le crisi calcistiche, di risultati e di gioco, il primo a pagare potrebbe essere il tecnico. Pomeriggio e notte da incubi per Enrico Cunico. Sconfitto dal Giorgione, passato in classifica dal Padova e chiamato ad un confronto in una stanzino dello spogliatoio dello stadio Dei Fiori dal presidente Rino Dalle Rive (che ha comunque pagato il premio partita alla squadra), il tecnico di Caldogno potrebbe salutare la panchina dell´Altovicentino questa settimana, nonostante tre stagioni importanti e pure un anno e mezzo ancora di contratto davanti. C´è da capire non tanto l´umore del patron, inevitabilmente nero, quanto l´ammontare di capitale residuo di fiducia verso un tecnico ingaggiato a suo tempo come il Mourinho della categoria. Allora, però, correva il 2011, si era in Eccellenza con tutti i sogni intatti, oggi si viaggia verso la Lega Pro ma improvvisamente con tante certezze in meno. Si vedrà. Il Giorgione non ha rubato nulla. Certamente si può discutere sul rigore che ne ha cambiato il volto – un grazioso regalo fatto a Baggio dal catanzarese Loprete mentre il giocatore si disperava per aver calciato alle ortiche una comoda palla gol servitagli da Bizzotto – ma non sulla legittimità del successo trevigiano. Si comincia senza Maurizio Peluso, affaticato, e con Toledo e Roveretto chiamati a fare gli apriscatole sulle fasce. Il gioco però è macchinoso, anche perché Antonio Paganin toglie fiato e spazio a Dal Dosso. Al 6´ squilli di testa di Paganelli e Roveretto, al 7´ prova l´incursione Brancato. Il Giorgione è tatticamente perfetto, al 10´ Dal Dosso e Pozza sono già sul cartellino dell´arbitro. Benedetti prova con i cross dalla sinistra, tutti sempre un pelo lunghi. Al 18´ Gazzola, chioccia in una squadra che fa della gioventù virtù, colpisce l´incrocio dei pali alto. Al 27´ Roveretto, dopo splendida incursione di Toledo, perde il tempo e poi strozza il sinistro. Al 32´ Brancato scende che sembra Tomba sulla destra, poi serve basso “Paga” che di prima battuta colpisce il palo. Al 35´ gran lancio in profondità di Episcopo per Gazzola che si invola ma Logofatu è bravissimo nel respingere il tiro. Cunico manda in campo prima Gambino e poi Giglio. Invano. Nel frattempo Episcopo al 2´ e Gazzola al 5´ sciupano da due passi, poi Episcopo, al 9´, incrocia fuori di poco. Bisogna attendere il 16´ per un´occasione dei locali: Roveretto scarica a fil di palo il sinistro dal limite. Ci prova su punizione Dal Dosso, ottimo il riflesso di Bevilacqua. Il primo che segna la porta a casa. Riesce al Giorgione. Bizzotto, appena entrato, si invola e serve Baggio che calcia fuori sull´uscita di Logofatu. L´azione è finita prima che l´attaccante venga travolto ma per l´arbitro è rigore (senza espulsione!) che Baggio trasforma rasoterra. Al 41´ punizione fantastica di Cortesi da 30 metri, Bevilacqua è straordinario. Al 43´ Paganelli finisce giù in area, tutto regolare. Poi, spazio alle parole.

Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Non nasconde la delusione al termine dell’incontro Massimiliano De Mozzi, tecnico dell’Abano, che commenta così: «È stata una gara dominata dall’Abano con sei occasioni da gol sprecate che hanno comportato la sconfitta. Un pareggio sarebbe stato obiettivamente stretto e avremmo meritato di vincere. Poi il calcio è così e abbiamo portato a casa una sconfitta.  Abbiamo fatto un regalo di Natale, pure ben confezionato, sbagliando di continuo azioni da gol che abbiamo bene impostato perdendoci poi davanti alla porta». Conclude con una nota sui due nuovi acquisti: «I due nuovi ragazzi hanno fatto una buona partita: Dall’Ara  sempre messo bene a livello tattico, non si è mai fatto saltare. Per le prossime gare dovremo mettercela tutta».

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Fa male, anzi malissimo la sconfitta rimediata dall’Abano sul campo della Virtus Castelfranco. In una gara pressoché dominata dagli ospiti neroverdi, è bastata una disattenzione nel primo tempo per vedere gli uomini di De Mozzi uscire sconfitti dal terreno di gioco. Gli aponensi rimediano così il secondo risultato negativo consecutivo, trovandosi ora ad un solo punto proprio dalla Virtus, che non assaporava la gioia della vittoria da sette giornate. Nella gara d’esordio di Andrea Dall’Ara, classe ’94, arrivato dal Delta Porto Tolle, di e Jaime Bruinier, scuola olandese dello Sparta Rotterdam, classe ’87, l’Abano parte subito in quarta con Franceschini che, al secondo minuto, dopo una bella galoppata trova Giusti, che non riesce a concludere a rete. Al 20’ ecco che arriva il gol che decide il match: Ferrara è abile ad intercettare palla a Franceschini e a concludere con un bellissimo tiro sul secondo palo, su cui non può davvero nulla Murano. Al 35’ il solito Franceschini, approfittando di un rimpallo, calcia in area, ma Gibertini è bravo a deviare. A fine primo tempo c’è spazio per un’altra occasione di Ferrara, ma la giovane punta di casa non trova il raddoppio. La ripresa è tutta all’insegna dell’Abano, che fino all’ultimo provato a strappare almeno il pareggio. I padroni di casa hanno pensato solo a difendere e a tenere il risultato, lasciando campo aperto a Bortolotto e compagni, che non hanno però avuto il giusto cinismo sottorete. Il più pericoloso di tutti risulta il neo acquisto Bruinier, che per ben quattro volte si avvicina alla sua prima rete con la maglia dell’Abano. Prima al 70’ con un bel colpo di testa, costringe Gibertini ad una difficile deviazione. Poi si divora due reti, forse per l’emozione dell’esordio. A tu per tu in due occasioni con il portiere avversario, dapprima allarga troppo il piatto destro e calcia a lato, e poi migliora la mira, ma non quanto basta, con la palla che si stampa sul palo e torna in gioco. Risultato amaro, dunque, per l’Abano, che vincendo avrebbe potuto portarsi a ridosso dei playoff e continuare la bella stagione per la salvezza.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Il San Paolo pareggia 1-1 con il Fidenza e allunga la serie di risultati utili, ma per quanto visto in campo è sicuramente un risultato che va stretto alla squadra di Longhi. «Sono amareggiato – afferma l’allenatore – perché abbiamo avuto in mano il gioco dall’inizio alla fine, soprattutto nel primo tempo con un buon giro palla e delle pericolose ripartenze. Abbiamo preso un gol stupido nell’unica occasione che abbiamo concesso agli avversari. Un unico errore che abbiamo pagato a caro prezzo. Nel secondo tempo poi è stato difficile per noi affrontare una squadra con quattro difensori e cinque centrocampisti che stavano dietro la linea della palla. Comunque l’impegno dei ragazzi è stato massimo». Avevate preparato la partita in modo particolare, essendo uno scontro diretto per la salvezza? «Siamo scesi in campo per vincerla. Dobbiamo essere più pericolosi sotto porta». Cosa ha detto ai suoi giocatori a fine partita? «Ho fatto loro i miei complimenti perché hanno dato tutto. Un impegno eccezionale».

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) L’Atletico San Paolo ed il Fidenza procedono nel loro periglioso abbraccio di bassa classifica con un pareggio che fa mordere le mani soprattutto ai padovani, in una delle recite migliori della stagione. Ad assistere, dal foyer dell’Euganeo, il quasi ex presidente Giuseppe Tramonti, forse all’ultima uscita ufficiale tra le mura amiche dopo aver riassestato la squadra uscita dal fallimento. Manca ormai soltanto la firma notarile, infatti, e l’Atletico San Paolo passerà nelle mani di una holding olandese presieduta dal professor Kirk. Tramonti, sgravatosi dell’intero pacchetto azionario, resterà nell’organigramma con una qualifica ancora da definire. E chissà che dai Paesi Bassi non arrivi giusto in tempo la liquidità per poter operare in sede di calciomercato, poiché al San Paolo manca quello stoccatore che riesca a sbloccare match carognosi come quelli di ieri che ha visto i borghigiani arroccati nel proprio fortino nel tentativo (riuscito) di tornare a casa con un punticino. Mister Longhi deve rinunciare a Villatora e Longhi per squalifica (e intanto Gusella è passato alla Triestina) e schiera i suoi con un bellicoso 4-3-1-2. Montanini deve fare le nozze coi fichi secchi, potendo contare su una rosa ridotta al lumicino, e si porta dietro appena 17 effettivi, complice la squalifica di Vandogo. Il primo tempo è tutto di Matteini, che si prende la scena col suo destro ben educato a sostegno della catena di sinistra, davvero oliata, formata da Sambo e Mascolo. Da una loro combinazione nasce il primo sussulto, un colpo di testa di Guariento che si spegne a lato. Al 16’ De Angelis dimostra che a volte il destino è scritto nel nome e vola a disinnescare la punizione di Matteini indirizzata all’incrocio. Sambugaro e Benucci hanno una regia felice e ne giova tutto l’Atletico, così alla mezz’ora il gol è quasi un naturale sfocio del loro bel costrutto: Bianchi ringrazia e porta i suoi sull’1-0 con un destro di controbalzo. Passano appena quattro minuti, però, ed i fidentini pareggiano con Formuso dopo uno scivolone di Savi. La traversa scheggiata da Matteini chiude la prima frazione ed in pratica l’incontro, giacché nel secondo tempo succede davvero poco, il San Paolo accerchia il Fidenza sulle fasce e mette dentro una gran quantità di cross, ma senza un puntero a raccoglierli si può davvero poco. Ci vorrebbe, magari, un olandese volante…

Ore 12.30 – (Gazzettino) «Vista la classifica che ci separa di un solo punto dal Formigine, questa era una partita da vincere – commenta il tecnico aponense Vezzù – Peccato che dopo il nostro iniziale vantaggio abbiamo smesso un po’ di giocare e abbiamo concesso il pareggio, che mi dicono sia anche avvenuto in posizione di dubbio fuorigioco. Ma i ragazzi, in ogni caso, hanno provato a fare risultato fino alla fine». Con la rosa corta e la partenza di uomini chiave, soprattutto in attacco del bomber Daniele Rocco, protagonista con i suoi gol nella passata stagione, si fa ancora più impervio il cammino verso la salvezza dei termali. «Noi continuiamo a crederci – commenta Vezzù – ma speriamo che da qui a martedì (data di chiusura del mercato, ndr) qualcuno venga a darci una mano. Essendo un suo stretto collaboratore, so che Bisioli aveva dato indicazioni in tal senso alla società, speriamo che arrivi qualche giocatore. Oggi in lista avevamo diciannove convocati, tra i quali due juniores».

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) E’ una Thermal Abano spennacchiata, sfortunata e con un futuro un po’ nebbioso. Ma riesce comunque a stare a galla, nonostante il fuggi-fuggi della finestra di mercato invernale (Rocco, Strussiat e Parpajola sono già partiti) e qualche giocatore in attesa del ds di turno per mettere nero su bianco la propria cessione. Contro il Formigine, l’1-1 è manna dal cielo, considerati il forfait di mister Bisioli, principale fautore dei successi rossoverdi, che ha rinunciato all’incarico per motivi di salute, e una rosa così ristretta da costringere l’allenatore in seconda Vezzù a chiamare juniores, amici e parenti per riempire la panca. Se non altro, non ci sono contese per il plaid a quadrettoni contro il freddo decembrino. E non è poco. Il 3-5-2 di Andrea Vezzù, prima rivoluzione tattica del post-Bisioli, sembra però funzionare. Aveva già dato i suoi frutti contro il Delta Porto Tolle, formazione di vertice bloccata sull’1-1 poco più di una settimana fa. Anche perché la difesa a corsie alterne, con gli esterni di centrocampo costretti ad abbassarsi in base alle scorribande avversarie, non stravolge gli equilibri di una squadra abituata al 4-3-3. Il modulo, si sa, conta fino a un certo punto. Infatti il Formigine parte meglio, puntando dritto i guantoni di Merlano, scaldati da Hoxha e Artiaco. Lo stesso Hoxha si fa parare ancora al 17’, stregato da un Merlano che, pur di salvare i suoi, improvvisa voli da cherubino, con tanto di famosa “mano di richiamo”. Come al 19’, quando Puglisi entra in area dalla sinistra e prova a piazzare sul palo lontano, trovando sulla traiettoria la smanacciata dell’estremo rossoverde. Si chiudono qui le velleità dei modenesi, schiacciati dalla fantasia di Franciosi e dall’intraprendenza di Sabbion, che prima colpisce il palo con un rasoterra secco, poi spara addosso a Oppici. Nel secondo tempo i padroni di casa rientrano in campo con la teina già in circolo: al 2’ Cacurio rompe gli indugi e la caccia dentro al primo colpo. L’effetto Thermal, tuttavia, non dura così tanto: il Formigine pareggia al 61’ con De Vecchis, bravo ad anticipare tutti per insaccare il traversone di Hoxha. Prima del triplice fischio gli ospiti si fanno vedere ancora in avanti con Orlando, fermato da Merlano, e Casini, che lambisce il legno con un tiro dal limite dell’area. Succede poco altro fino al 93’, epilogo di un match il cui risultato non mette in imbarazzo nessuno.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Nonostante il pareggio che, di fatto, allontana i giallorossi dalla vetta, il tecnico dell’Este Gianluca Zattarin è contento del punticino: «Per come si era messa la partita, con il nostro vantaggio e poi due rigori, di cui uno inesistente, per gli avversari, sono soddisfatto» commenta. «Il Rimini ci ha staccati, è vero, ma se una squadra riesce a fare dieci vittorie consecutive, possiamo solo toglierci il cappello e farle i complimenti». L’Este, però, prende gol da cinque partite: «Sì, ed è un aspetto che dobbiamo migliorare perché non possiamo continuare così», tuona, «Oggi (ieri, ndr) abbiamo subito due gol su rigore, è vero, ma non dobbiamo mettere un attaccante nelle condizioni di tirare in porta con facilità, cosa che invece facciamo sistematicamente».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Secondo risultato utile consecutivo per l’Este, che impatta sul terreno di gioco della Fortis. Pari nel complesso giusto, con la Fortis abile a sovvertire le sorti del confronto (dopo il subitaneo vantaggio di Rondon) grazie a due rigori, e raggiunta nel finale dal contestato pari dell’Este: con la velenosa coda polemica negli spogliatoi del tecnico di casa Bonuccelli, che ha accusato giocatori e in particolare il tecnico ospite, di non aver calciato la palla fuori dal rettangolo di gioco, con Cretella a terra, nelle fasi precedenti al gol in mischia di Favaro. La prima occasione è dell’Este all’11’, con il tiro da trenta metri di Rondon che viene respinto dalla traversa. Al 19′ l’Este passa con una conclusione analoga dai venti metri dello stesso Rondon. La Fortis pareggia al 22′. Tiro in area di Nucci “parato” da Beghin; dal dischetto Morelli realizza. Al 29′ la Fortis spreca una ghiotta opportunità da rete con il tiro di Biagini respinto da Lorello, Mucci da due passi ribadisce in rete e sulla linea di porta salva Lelj. Al 34′ tiro al volo di Morelli respinto in angolo da Lorello. La prima frazione di gioco si chiude due minuti dopo con il secondo rigore, quello del vantaggio, per la Fortis. Sulla parabola dalla bandierina, ingenua trattenuta di Coraini ai danni di Biagini, che accentua la caduta e dal dischetto fa ancora centro, Morelli. Nella ripresa la gara non cala di intensità. Al 24′ la Fortis manca il tris. Contropiede impostato da Iaquinandi, pallone a Mucci che, tutto solo sull’uscita di Lorello, calcia sul palo. Quattro minuti dopo arriva il contestato pari dell’Este. Cretella rimane a terra nella sua area di rigore, il gioco prosegue con Zattarin che stando a quanto affermato a fine partita da mister Bonuccelli «invita i suoi giocatori a proseguire l’azione e a non calciare il pallone fuori». In mischia risolve Favaro. Bonuccelli, nervosissimo, si fa espellere al 34′ e al 36′ la conclusione dalla distanza di Bigeschi, a Lorello battuto, è respinta dalla traversa, per il secondo legno di giornata della Fortis. L’ultimo sussulto di una gara maschia, si verifica al 48′ con l’espulsione per doppia ammonizione di Coraini.

Ore 11.40 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Il capitano dà l’esempio, i compagni lo seguono”) I timori della vigilia sono stati spazzati via da una brillante prestazione del Padova, tornato prepotentemente in vetta alla classifica da solo. E dire che appena due settimane fa, dopo il pareggio casalingo con la Clodiense e la sconfitta a Sacile, i biancoscudati sembravano in riserva di energie mentre l’Altovicentino andava a mille. Ora i ruoli si sono invertiti ed è la formazione berica, reduce da due ko di fila, che si trova costretta ad inseguire, oltretutto con il fiato sul collo del Belluno. E state sicuri che il vulcanico presidente Dalle Rive non l’avrà presa bene. Ancora una volta il trascinatore del Padova è stato Cunico. Nonostante una settimana tormentata a causa della febbre, il capitano biancoscudato ha preso per mano la squadra e l’ha guidata alla vittoria: nel suo tabellino personale figurano il tiro respinto dal portiere che poi Petrilli ha trasformato nel gol del vantaggio, l’assist nella rete del 2-0 di Aperi e la punizione da cineteca che di fatto ha chiuso i conti, senza dimenticare il palo colpito in avvio di ripresa e le tante giocate a favore dei compagni intrise di mestiere e lucidità. Ma un’ottima figura l’hanno fatta anche gli “under”, a conferma che il progetto tecnico di Parlato coinvolge tutto lo spogliatoio e trasmette alla squadra una dimensione sempre più collettiva. Se il mercato alzerà ulteriormente il livello qualitativo e di personalità della squadra, tenere il passo di questo Padova sarà dura per tutti.

Ore 11.30 – Le pagelle biancoscudate (Gazzettino, Andrea Miola): Cicioni 6, Busetto 6.5, Sentinelli 6.5, Niccolini 7, Degrassi 6, Nichele 7 (Mattin 6.5), Mazzocco 6.5, Ilari 6.5, Cunico 8, Petrilli 7 (Aperi 6.5), Pittarello 6.5 (Dené SV).

Ore 11.20 – (Gazzettino) Due minuti dopo arriva la rete del vantaggio frutto di una pregevole azione corale, con Ilari che serve Pittarello, il cui colpo di tacco libera Cunico; Budicin respinge la sua conclusione, ma per Petrilli è un gioco da ragazzi ribadire in rete. Il resto del primo tempo non vede i portieri impegnati, con l’undici di Parlato che controlla ma non punge e con i locali che ci provano solo con un tiro maldestro dal limite di Rabbeni e con un colpo di testa respinto da Niccolini. Nell’intervallo alza bandiera bianca Nichele per un problema alla coscia e al suo posto entra Mattin con il Padova che schiera così cinque “under”. A inizio ripresa due grandi occasioni per il colpo del ko, ancora sviluppate sulla destra. Al 3′ azione di prima sull’asse Busetto-Ilari-Cunico con conclusione in scivolata di quest’ultimo che centra in pieno il primo palo. Pochi istanti dopo Ilari s’invola sulla propria fascia e serve all’indietro Pittarello sul cui tiro di prima intenzione Budicin si supera. L’appuntamento è solo rinviato e nell’arco di 120 secondi, a metà della seconda frazione di gioco, arriva il micidiale uno-due. Al 20′, servito con un cross con il contagiri dalla destra di Cunico, appostato sul secondo palo, segna di testa Aperi, subentrato a Petrilli, anche lui vittima di problemi fisici. Poi ci pensa lo stesso capitano, con una punizione a rientrare da venticinque metri che s’insacca alla destra di Budicin. Di qui a fine gara c’è il tempo per il poker sfiorato dal solito Cunico, con un sinistro che lambisce il palo, per l’esordio dell’esterno Denè e, appena prima il triplice fischio, per il gol della bandiera di Gruijic con un diagonale dal limite che non rovina però la festa dei quasi trecento tifosi presenti e del presidente Bergamin, in tribuna scoperta con gli ultras nella ripresa.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Efficace, concentrato e capace di governare l’andamento della gara a proprio piacimento, con improvvise accelerazioni e giocate di grande qualità. Con queste doti un rimaneggiato Padova, nella pregevole cornice di Monrupino, supera la pratica Kras Repen nella domenica che lo vede tornare in vetta solitaria grazie alla sconfitta a sorpresa dell’AltoVicentino in casa con il Giorgione. Una vittoria pesante e di sostanza. Parecchie le assenze in casa biancoscudata, con il forfait di Ferretti per i noti problemi muscolari, e con Dionisi, Thomassen e Segato squalificati, senza dimenticare le recenti partenze di Bedin e Tiboni e l’impossibilità di schierare per motivi regolamentari il nuovo acquisto Zubin. In panchina il portiere Petkovic, reduce da un attacco febbrile, con debutto tra i pali di Cicioni. Scelte dunque praticamente obbligate per Parlato, con Pittarello terminale offensivo nel consueto 4-2-3-1; alle sue spalle Ilari, Cunico (a sua volta in non perfette condizioni dopo una settimana a regime ridotto per la febbre), e il riconfermato Petrilli. I primi dieci minuti di gara scorrono via senza particolari emozioni, ma subito si profila il copione di un match decisamente fisico, anche a causa del terreno di gioco piccolo e del fondo piuttosto irregolare. All’11’ è reattivo Niccolini che su un taglio in area per Knezevic anticipa l’avversario, ma un minuto dopo la prima parata è del portiere di casa che respinge una punizione dalla sinistra, praticamente un corner corto, di Cunico. Gradualmente il Padova prende campo e, pur agendo soprattutto sulla sinistra grazie a un ottimo Petrilli, confeziona le occasioni più importanti partendo dalla fascia opposta. Al 21′ Busetto pesca in profondità Ilari, palla al centro per Cunico che gira appena sopra l’incrocio dei pali da buona posizione.

Ore 11.00 – (Gazzettino) E le buone notizie sono arrivate pure da Valdagno, con il ko in casa a sorpresa dell’Altovicentino. «Godiamoci la vittoria, ma il percorso è ancora lungo. Sappiamo che i pericoli sono sempre dietro l’angolo e che non abbiamo fatto ancora nulla». Sulla stessa falsariga il presidente Giuseppe Bergamin. «Non dobbiamo esaltarci troppo – esordisce – ma la nostra è stata una vittoria meritata, frutto di una bella partita, in un ambiente particolare che non ricordavo da un po’. Pur con varie defezioni, la squadra è stata all’altezza e ha sfoderato una prova di carattere». A rendere ancora più particolare la gara, la scelta del presidente di seguirla la ripresa insieme agli ultras. «In tribuna non trovavo una collocazione che mi piacesse, ho visto un angolo dall’altra parte e ci siamo accaldati insieme». Così Capitan Cunico, ancora protagonista di una partita esaltante: «Sono contento in primis per la squadra, autoritaria e concreta, oltre che per me dopo una settimana con la febbre. L’Altovicentino ha perso? Pensiamo al nostro obiettivo che era quello di ottenere sei punti prima di Natale». Un flash di Nicola Petrilli: «Avevo detto che che dovevo continuare così e sono contento per il gol, voluto, ma pur fortunato, e per il primato solitario».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Una domenica perfetta, non solo sul piano del risultato e della classifica, ma anche per la risposta della squadra che ha saputo dare il meglio, seppure in condizioni difficili. «Tutti avremmo messo la firma – conferma il tecnico Carmine Parlato – per vincere così, viste tutte le defezioni. Questi undici mai avevano giocato insieme, non era facile e per settanta, ottanta minuti hanno mostrato un buon calcio, creando occasioni, soprattutto nella ripresa. Siamo contenti, avanti così e adesso c’è subito da recuperare le energie per la prossima sfida di sabato all’Euganeo con l’Union Ripa». Al di là di qualche giocata individuale di gran classe, è stata la vittoria del collettivo. «Vuol dire che il gruppo scelto è sano e guai a chi lo tocca. Una partita importante sul piano quantitativo e qualitativo». In campo nella ripresa cinque “under”. «Quella dei giovani è stata una scelta ponderata. Alcuni di loro hanno bisogno di giocare, sbagliare e comunque esprimersi. Mattin e Mazzocco si sono ritrovati insieme per la prima volta da soli a centrocampo, ma con il lavoro settimanale e l’impegno tutti hanno dimostrato un alto valore». E a favorire lo sbocciare dei giovani ci hanno pensato i più esperti. «In questa categoria sono i vecchi che devono fare la partita perfetta per mettere in condizione i ragazzi di esprimersi al meglio. Ero convinto che sarebbe avvenuto e gli esperti hanno dimostrato che posso contare su di loro». Sul piano tecnico decisivo l’apporto degli esterni. «Ci abbiamo lavorato tutta la settimana, provando a insistere su di loro: a volte con cambi di gioco, altre rasoterra, più volte abbiamo cercato Ilari, Petrilli e nella ripresa Aperi. Questa era la strada, considerando gli avversari e il fatto che Pittarello, che comunque si è mosso bene, deve migliorare in esperienza».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Trinchieri sembra essere sfumato, resta in piedi la pista Beccaro. Sempre intense le trattative di mercato, che domani a mezzogiorno chiuderà i battenti. Quanto al reparto avanzato, per Trinchieri dell’Arzignano Chiampo le possibilità si sono ridotte all’osso. «Il presidente Chilese l’ha bloccato – spiega De Poli – e non lo vuole dare. Per me il discorso è chiuso». Sabato il diesse aveva parlato anche di un’alternativa (senza fare nomi, ndr), che però non è più in piedi. «Il ragazzo si è accasato in un’altra squadra». A questo punto non sono da escludere altri eventuali papabili dell’ultimo minuto, ma non è detto che il reparto rimanga così. «Se capita l’attaccante bene, altrimenti restiamo come siamo. Tra l’altro Ferretti in settimana accelererà i tempi: se non sabato con l’Union Ripa, sarà a disposizione con l’Altovicentino». Restando al tema della punta, è da monitorare sempre la situazione di Cozzolino: il Delta Porto Tolle ha perso con la capolista Rimini e si trova a 9 punti di distacco, e a questo punto l’attaccante napoletano potrebbe essere liberato. De Poli ieri era in tribuna proprio a Rimini. Per Beccaro il discorso è ancora aperto. Dopo che la Sacilese ha rifiutato lo scambio con Denè, oggi dovrebbero esserci nuovi sviluppi. Come anche per il giovane terzino sinistro Salvadori del Ripa La Fenadora.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Grande risposta, e non era facile. Questo gruppo è ancora più forte”) È da lì che sono piovuti i pericoli a raffica per la porta del Kras, sino a quando Petrilli ha schiodato il risultato dopo una perfetta azione corale. Ecco, sulla coralità della manovra e sul perfetto amalgama tra “senatori” e “under” va spesa una parola in più: Parlato, e con lui la società, ha modellato a sua immagine e somiglianza un gruppo che crede in ciò che fa e non molla di una virgola, nè in allenamento nè alla domenica. La sua risposta, alle pressioni che inevitabilmente aumentano con il passare delle giornate, è stata esemplare, mettendoci gli attributi che servono in frangenti del genere e aggiungendovi un’attenzione e una voglia di vincere (possiamo dirlo senza che nessuno si offenda?) superiori anche a quelle espresse in passato (dove si era venuti a capo di alcune gare per il rotto della cuffia). Bisogna insistere, perché questo, dopo 15 giornate, può essere il primo, significativo momento di svolta in un torneo dove la lotta al vertice non sembra coinvolgere solo le due formazioni più accreditate, ma pure il Belluno e la Sacilese. Il che non guasta, in prospettiva futura. Chiudiamo con il “mercato”. Che serva qualcosa per migliorare un telaio già robusto è innegabile, ma le scelte vanno compiute adesso con ancora maggiore equilibrio. Per essere chiari, un paio di giocatori (un esterno alto e un terzino sinistro in alternativa a Degrassi) potrebbero bastare. Uno è Bearzotti, del Verona, che arriverà però solo a gennaio, sull’altro giocatore la coltre di nebbia alzata dai dirigenti è invece spessa. Ieri De Poli era a seguire Rimini-Delta Porto Tolle. Che abbia visto lì l’uomo giusto?

Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Grande risposta, e non era facile. Questo gruppo è ancora più forte”) Lasciamo che patron Dalle Rive provi a risolvere la crisi inaspettata che ha colto il suo Altovicentino, sconfitto due volte di fila e capace di regalare sei punti (su sei) al Padova, da cui si era staccato dopo il k.o. dei Biancoscudati a Sacile e che adesso deve nuovamente inseguire, con tutto ciò che ne consegue, compresa la posizione non più sicura (secondo i bene informati) di mister Enrico Cunico. La serie D è meno scontata di quanto si creda: non c’è nessuna squadra in grado di “ammazzare” in autunno, e men che meno sotto Natale, il campionato, perché il fattore continuità è determinante per andare lontano. E la continuità, piaccia o no a certi detrattori che sanno solo dare fiato alla bocca o sputare sentenze (effimere) sui blog, per ora è appannaggio di Parlato e dei suoi giocatori, caduti una sola volta in tre mesi e mezzo e costretti a due pareggi interni. Sulle colline carsiche, ieri pomeriggio il Padova non solo ha vinto bene, ma ha convinto, con la forza e la concretezza della prima della classe. Non era una trasferta facile, eppure Cunico & compagni hanno gestito l’impegno come solo all’inizio della stagione era loro riuscito di fare al meglio. Senza Ferretti e ancora impossibilitati a schierare Zubin in avanti (proviamo solo ad immaginare quale sarà la forza d’urto quando i due potranno giostrare assieme), con Segato out per squalifica e il portiere Petkovic debilitato dalla febbre, si sono calati l’elmetto sul viso e hanno “letto” la partita come le circostanze richiedevano: raddoppiando, se non addirittura triplicando gli sforzi su ogni pallone, mettendoci la fisicità giusta e tornando (finalmente) a far male sulle corsie esterne.

Ore 10.00 – Le pagelle biancoscudate (Mattino di Padova, Stefano Edel): Cicioni 6.5, Busetto 6.5, Sentinelli 7, Niccolini 7, Degrassi 6.5, Nichele 6.5 (Mattin 7), Mazzocco 6.5, Ilari 6.5, Cunico 8, Petrilli 7.5 (Aperi 7), Pittarello 6.5 (Dené SV).

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sbloccata la partita, tuttavia, il Padova non riesce più a pungere, per merito soprattutto del Kras Repen, che si scrolla di dosso emozioni e timori iniziali, provando ad avvicinarsi all’area avversaria. Cicioni, in ogni caso, non ha bisogno di sporcarsi i guanti, i tiri dei giocatori giuliani sono imprecisi e il gioco si sviluppa per di più a metà campo. È una partita per lottatori, il rettangolo è stretto e ikl fondo pesante, in queste condizioni trovano pane per i loro denti combattenti del calibro di Nichele e Sentinelli. Lo spettacolo non è il massimo, ma il Padova mostra di saper giocare anche di spada. Senza patemi. Nella ripresa Parlato deve rinunciare proprio a Nichele, infortunato, e al suo poso lancia il giovane Mattin (19 anni). I Biancoscudati partono a razzo e nei primi cinque minuti sfiorano il raddoppio. Prima Cunico, servito da un passaggio filtrante di Ilari, coglie il palo (3’), quindi Pittarello, ancora dopo un’azione costruita dall’esterno romano, calcia addosso al portiere da pochi passi (5’). Il Padova sembra destinato, come sempre, a soffrire sino alla fine, seppur i padroni di casa fatichino terribilmente ad avvicinarsi dalle parti di Cicioni. E invece, a metà tempo, i primi della classe chiudono i giochi. Al 20′ il neo-entrato Aperi segna di testa (non proprio la specialità della casa) su cross di Cunico dalla destra, mentre due minuti più tardi lo stesso capitano, a coronamento dell’ennesima prestazione sontuosa, si mette in proprio e infila sotto il “sette” un calcio di punizione dai 20 metri. Il finale di partita scorre in tranquillità, per la gioia del presidente Bergamin, che si era augurato di soffrire un po’ meno del solito. Missione compiuta con lo stesso Bergamin che si può rilassare, piombando alla mezz’ora in mezzo agli ultras che lo abbracciano intonando: “C’è solo un pre-si-den-te”. Il Padova forse si rilassa anche un po’ troppo, fallisce un paio di occasioni per calare il poker, e proprio all’ultimo secondo viene infilzata dal gol dell’ex Milan Grujic, bravo a calciare nell’angolino da fuori area.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) E il Padova sul Carso conquistò la vetta solitaria. È stata una domenica da ricordare, la prima della storia a Monrupino, dove i Biancoscudati hanno battuto 3-1 il Kras Repen (dodicesima vittoria su 15 partite) e per una volta non hanno nemmeno dovuto penare. Ma la notizia migliore è arrivata da Valdagno, con la clamorosa sconfitta interna dell’Altovicentino, piegato 1-0 dal Giorgione, il che permette al Padova di tornare a guidare la classifica a + 3 sui rivali. È stata una delle migliori prestazioni stagionali, per una squadra, guidata ancora da un grande Cunico, che ha saputo sopperire perfettamente alle tante assenze. Al confine. Prima ancora che inizi la partita, gli ultras della “Tribuna Fattori” cominciano a sventolare decine di tricolori e intonano l’inno di Mameli. Nello spicchio riservato ai tifosi organizzati del Kras Repen (tra i più forniti della categoria in quanto a striscioni e stendardi) spunta anche una bandiera slovena. Qualcuno ironizza: “il coro Penocchio portaci in Europa, alla fine si è avverato”. Parlato, oltre ai noti Ferretti, Segato, Thomassen e Dionisi, è costretto a rinunciare anche a Petkovic, debilitato dall’influenza. In porta c’è Cicioni, all’esordio in campionato, mentre davanti, avendo bisogno di un altro “under”, la spunta Pittarello su Aperi. Il Padova fa la partita fin da subito. Rischia poco o nulla, tiene il pallone e prova a sfondare sulle fasce, soprattutto a sinistra, dove Petrilli si conferma uno degli uomini più brillanti dal punto di vista atletico. Ma è dalla parte opposta che gli ospiti costruiscono il vantaggio.  Il preludio al gol è al 21′, quando la palla viaggia sull’asse Busetto-Ilari, cross di quest’ultimo per Cunico, il capitano si gira ma la sua conclusione in semirovesciata è alta. Passano due minuti e un’azione simile, costruita da Ilari e rifinita da Pittarello con il tacco, porta ancora Cunico al tiro: il suo destro è ribattuto dal portiere e il più veloce ad avventarsi sul pallone è Petrilli, che da due passi insacca il suo primo gol in biancoscudato.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) A fare la differenza, tuttavia, è stato soprattutto il ritrovato sfondamento da parte degli esterni. «Abbiamo lavorato l’intera settimana, provando ad insistere su questo aspetto. A volte siamo riusciti a cambiare gioco, altre a giocare palla a terra raggiungendo Ilari e Petrilli. Era questa la partita che volevo vedere». Gli infortuni di Nichele e pochi minuti dopo di Petrilli le hanno complicato un po’ i piani? «All’inizio della ripresa sì, perché la forza di Matteo (Nichele, ndr) a centrocampo si faceva sentire su un campo e contro un avversario del genere. Più passavano i minuti, però, più la squadra ha tratto giovamento dalla qualità e dalla gioventù in mezzo. Credo comunque che per entrambi sia solo un indurimento muscolare, niente di che». Come pensa abbia risposto chi è subentrato loro? «Basta pensare a due ’95 come Mattin e Mazzocco, che fino ad ora non avevano mai giocato insieme, ma che in una partita importante come questa hanno fatto capire che a volte bisogna avere anche il coraggio di farli esprimere: hanno fatto una grande prestazione, tutti». Le è piaciuto anche Pittarello? «Pure lui è andato bene, gli è mancato il gol e io gli dico sempre che è per la rete che deve vivere. Oggi invece ha lavorato più per la squadra, e mi va bene, ma sarei ancora più contento se trovasse anche la marcatura». Siete tornati a + 3 sull’Altovicentino. È contento? «Sì, ma facciamo in modo che sia un Natale felice: manca ancora una gara, e sarà durissima».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) «Non so se faremo la partita perfetta, a me basterebbe vincere, in qualunque maniera». Così aveva detto Carmine Parlato alla vigilia. In un campo stretto, difficile, dove il cambio di gioco serviva a poco e l’avversario era sempre lì, a ringhiare, non era scontato nemmeno portare a casa i tre punti. Il Padova, invece, c’è riuscito, e l’ha fatto con una grande prestazione. Quasi perfetta, perlomeno sino al 93’. «Abbiamo fatto un’ottima partita», ammette il tecnico biancoscudato. «Prestazione ottima ma non perfetta, perché mi ha fatto parecchio arrabbiare il gol preso negli ultimissimi secondi. Sinceramente alla vigilia avrei messo senza pensarci su la firma sul 3-1: gli undici titolari di oggi (ieri, ndr) non avevano mai giocato insieme e anche solo fare due o tre passaggi in serie non era una cosa scontata. La squadra, per 80 minuti almeno, ha sciorinato un buon calcio creando tantissime palle-gol, e pensavo che nella ripresa avremmo potuto allungare ancora di più». Siete riusciti a sopperire a quattro essenze importanti. È stato più difficile di quel che si è visto sul campo? «È semplicemente sintomo che in settimana si lavora bene, che la squadra ascolta ciò che dico ed in effetti, senza nulla togliere a quelli che erano fuori, coloro che sono scesi in campo hanno dato quel qualcosa in più. Visto che non avevo tutti a disposizione, in settimana ho lavorato principalmente con chi c’era e la scelta di Cunico, nonostante la febbre, ha dato alla squadra l’esperienza necessaria insieme all’ingresso di Cicioni, che conosco bene e so che non mi avrebbe deluso».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Ha saputo aspettare il suo turno. In silenzio, senza far polemiche, solo un po’ intristito. E adesso prova a riprendersi tutto un po’ alla volta. Nicola Petrilli, dopo l’ottima prestazione contro il Legnago, ha trovato ieri il suo primo gol in biancoscudato. Una gioia che gli ha quasi fatto mancare il respiro: «Volevo andare ad esultare con i compagni della panchina, con i quali ho vissuto tante partite, ma mi si è strozzato l’urlo di gioia in gola», il suo racconto. «Sono veramente felice, ora voglio solo continuare così. Dedico questa rete ai compagni, ai tifosi e alla mia famiglia, che mi è stata molto vicina quando non giocavo». Anche atleticamente, l’esterno di scuola Crotone si è mostrato come uno dei più brillanti. «La mia salvezza è stata allenarmi sempre e comunque al massimo, e questo mi ha permesso di farmi trovare pronto». Gol giunto a coronamento di una delle migliori prestazioni stagionali del Padova: «E non era facile su un campo in cattive condizioni e contro un avversario tosto. Siamo stati bravi a concretizzare le occasioni avute, altrimenti avremmo rischiato di innervosirci. Complimenti a tutti». Sorride anche Marco Cunico, giunto al nono gol in campionato. E pensare che è stato più di metà settimana a letto con l’influenza. «Arrivavo da una settimana particolare ed era anche per me una prova importante per vedere come avrei reagito», spiega il capitano. «Ciò che mi fa più felice è la prestazione veramente autoritaria della squadra». Dopo la gara di Legnago aveva bacchettato i suoi, dicendo che bisognava cambiare marcia per il salto di qualità. Missione compiuta? «Sì, siamo sulla buona strada. È stato veramente un ottimo Padova almeno fino al 93′, quando abbiamo subìto il gol. Questo deve farci capire che dobbiamo sempre stare sul pezzo, senza mollare mai un centimetro». E adesso si prova anche la fuga in classifica. «Come non dovevamo guardare prima l’Altovicentino, a maggior ragione non dobbiamo farlo ora». Sagge parole.

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Il presidente Bergamin esulta: in due settimane il Padova ha rosicchiato 6 punti all’Altovicentino. «Sembrava che fossimo in crisi», rileva il patron, «e invece siamo di nuovo davanti da soli. I valori evidentemente stanno cominciando a delinearsi, ma non dobbiamo esaltarci perché il cammino è ancora lungo». Una novità, per Bergamin, è stato invece il secondo tempo in mezzo agli ultras biancoscudati: «Nel primo tempo ho visto la partita dalla tribuna coperta, ma non avevo una buona posizione. Ho deciso di andare in mezzo ai tifosi pensando di mettermi in disparte, invece mi hanno coinvolto e con un po’ di birre qua e là ho capito come si vede da lì. Abbiamo bisogno di loro, magari andrò altre volte per tenerli anche tranquilli».

Ore 08.40 – Le pagelle biancoscudate (Gabriele Fusar Poli, Padova Goal): Cicioni 7, Busetto 7, Sentinelli 7, Niccolini 7, Degrassi 7, Nichele 7 (Mattin 7), Mazzocco 7, Ilari 7, Cunico 7.5, Petrilli 7.5 (Aperi 7), Pittarello 7 (Dené 6).

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (sedicesima giornata, sabato 20 dicembre e domenica 21 dicembre, ore 14.30): ArziChiampo-Tamai, Belluno-Union Pro, Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora, Clodiense-AltoVicentino, Dro-Kras Repen,  Fontanafredda-Triestina, Giorgione-Montebelluna, Legnago-Sacilese, Mezzocorona-Mori Santo Stefano.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 38, AltoVicentino 35, Belluno 33, Sacilese 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 26, Clodiense e Montebelluna 24, ArziChiampo e Giorgione  e Union Pro 19, Fontanafredda 18, Legnago 15, Dro 13, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 6.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della quindicesima giornata: AltoVicentino-Giorgione 0-1, Kras Repen- Padova 1-3, Legnago-Dro 1-1, Montebelluna-ArziChiampo 2-2, Mori Santo Stefano-Triestina 1-2, Sacilese-Clodiense 1-0, Tamai-Fontanafredda 1-2, Union Pro-Mezzocorona 2-1, Union Ripa La Fenadora-Belluno 1-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 14 dicembre: importante vittoria esterna per i Biancoscudati, che battono 3-1 il Kras Repen e vanno in testa da soli grazie alla contemporanea sconfitta dell’AltoVicentino




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