Fonte: Corriere del Veneto, Nicola Munaro/Mattino di Padova, Stefano Edel/Gazzettino, Luca Ingegneri
Il giorno da segnarsi sul calendario è martedì 16 dicembre, quando il giudice del tribunale fallimentare Caterina Zambotto depositerà il dispositivo con cui dirà sì o no alla richiesta di proroga di altri 60 giorni, presentata ieri mattina dagli avvocati del Calcio Padova 1910. Altri due mesi che, secondo i legali del presidente Diego Penocchio, sarebbero necessari a preparare il piano di concordato preventivo in bianco e cercare così di salvare la società dall’incubo fallimento. Oggi infatti scadevano i primi 60 giorni concessi dal tribunale per consegnare al giudice i documenti utili alla richiesta di ammissione alla procedura di concordato nei confronti di un centinaio di creditori, tra cui il Comune, che dall’entourage di Penocchio avrebbe ricevuto l’offerta di scudetto e nome in cambio dell’azzeramento dei debiti, circa 300mila euro. Richiesta respinta, come quella di altri creditori a cui l’AcP 1910 aveva proposto il rientro del 30% delle somme. Se il giudice concederà la proroga, anche l’udienza pre-fallimentare del 16 gennaio non avrà molto da dire, diventando privilegiata la strada del concordato. Se invece i documenti arrivati ieri risultassero incompleti, tra un mese si potrebbe parlare di fallimento.
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Eccola qui, la mossa che conferma lo scenario di grave difficoltà nel quale si sta muovendo la proprietà del Calcio Padova Spa, impegnata ad evitare un crack finanziario che sembra profilarsi sempre più minaccioso all’orizzonte. I legali bresciani di Diego Penocchio hanno depositato ieri un’istanza al Tribunale di Padova (sezione fallimentare) chiedendo una proroga di 60 giorni per la presentazione, agli stessi giudici, dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, fondamentale per ottenere il via libera al concordato “in bianco” con i creditori (un centinaio) della società. Evidentemente, come già era trapelato, la proposta di restituire solo il 30% del debito ai creditori chirografari (coloro che non hanno titoli di prelazione o privilegio, a differenza, ad esempio, dei dipendenti, dunque direttori sportivi, allenatori, calciatori e personale di segreteria) non è stata accolta all’unanimità, e questo ha complicato i piani dell’ex presidente, che con l’ex socio Marcello Cestaro (uscito ufficialmente di scena il 31 dicembre 2013, ma di fatto coinvolto nella scellerata gestione della Spa di viale Rocco nell’ultima stagione di serie B) sta cercando una via d’uscita tale da evitargli pesanti conseguenze sotto il profilo penale, oltrechè economico.
Che cosa succederà adesso? Bisognerà attendere la decisione del giudice Caterina Zambotto, la quale si è riservata di valutare il quadro complessivo e ha fatto sapere che entro martedì si pronuncerà sulla richiesta degli avvocati bresciani. Oggi, oltretutto, scade il termine, fissato dallo stesso Tribunale, per il deposito dell’istanza di omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, un piano che dovrebbe essere consegnato al commissario giudiziale, il commercialista veneziano Marco Basaglia, chiamato ad esprimere il proprio parere (determinante) in merito alla soluzione avanzata ad ottobre, quella, appunto, del concordato “in bianco”. È evidente che, prendendo ancora tempo, Penocchio (e con lui Cestaro) spera di convincere alla fine anche i più recalcitranti e di avere almeno il 60% dei creditori consenzienti sulla proposta di pagamento avanzata nei loro confronti. Tutto questo in attesa delle mosse del Pm Marco Peraro, che dell’inchiesta penale avviata dalla Guardia di Finanza deve adesso trarre le conclusioni, con gli eventuali provvedimenti del caso.
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Tanto rumore per nulla. Chi annunciava la presentazione del piano di ristrutturazione del debito del Calcio Padova 1910 non conosceva evidentemente la legge fallimentare. Quella che consente alle società ammesse alla procedura concordataria di chiedere al tribunale una proroga. Altri 60 giorni di tempo per poter perfezionare gli accordi con lo stuolo di creditori della vecchia società presieduta da Diego Penocchio. Un’opportunità di cui i legali dell’imprenditore bresciano hanno subito approfittato. L’istanza di concessione della proroga è stata depositata al giudice Caterina Zambotto. Gli avvocati di Penocchio hanno confermato che le trattative per gli accordi con i creditori sono in corso, ma che serve ancora del tempo per completare l’operazione. Ecco perchè si rende necessaria la proroga. Il Tribunale fallimentare in sessione collegiale si è riunito ieri pomeriggio per analizzare l’istanza del Calcio Padova 1910. Il provvedimento verrà depositato soltanto lunedì mattina ma, salvo improbabili sorprese, la società di Penocchio avrà a disposizione altri sessanta giorni per trovare la quadratura del cerchio con fornitori, ex dipendenti, calciatori e collaboratori, e presentare al commissario giudiziale, il commercialista veneziano Marco Basaglia, e al Tribunale la domanda di omologa del concordato in bianco. Il Calcio Padova 1910 avrebbe proposto a tutti i creditori chirografari il saldo del 30 per cento delle rispettive spettanze, in tre tranches nell’arco di un paio d’anni. Ai legali del club sarebbero arrivate alcune risposte positive. Altri creditori non si sarebbero ancora espressi. Nel caso in cui Penocchio ottenesse la proroga avrebbe il tempo necessario per condurre le trattative più delicate, tra cui quella con il Comune di Padova che lamenta crediti per oltre 300mila euro tra affitto e costi di utenze. L’imprenditore bresciano e il suo predecessore Marcello Cestaro stanno spingendo nella direzione di un accordo complessivo che permetterebbe di chiudere l’operazione con un esborso di circa 5-6 milioni di euro. L’obiettivo è quello di scongiurare conseguenze di natura penale, ma l’inchiesta giudiziaria andrà comunque avanti anche in caso di via libera al concordato.