Fonte: Mattino di Padova, Paolo Baron/Francesco Cocchiglia
Una riduzione del credito del 70 per cento. E la richiesta di aderire a un piano per salvare la società entro mercoledì prossimo (data in cui dovranno pervenire le risposte). Dopo mesi di silenzio il vecchio Calcio Padova 1910 si è fatto vivo con i suoi creditori. Si tratta di una corsa contro il tempo per Penocchio e soci, che entro venerdì 13 dicembre dovranno depositare l’istanza di omologazione dell’accordo (con gli stessi creditori) per poter chiudere la partita del concordato “in bianco”, procedura chiesta e ottenuta nell’ottobre scorso. In pratica, il Calcio Padova ha scritto a fornitori, ex dipendenti, calciatori e collaboratori chiedendo loro di rinunciare al 70% di quanto avanzano così da evitare il fallimento, ipotesi più che concreta dato che alcuni di loro, nei mesi scorsi, si sono rivolti al tribunale fallimentare.
La trattativa, tuttavia, andrà a buon fine solo se tutti quelli che avanzano soldi dalla società aderiranno all’accordo (si parla di un debito di diversi milioni di euro in totale). Nel caso la società riuscisse a ottenere le firme di tutti, il 30 per cento del debito di ciascuno verrebbe liquidato in tre tranche. La prima entro tre mesi dalla ratifica dell’accordo, la seconda dopo un anno e la terza dopo due anni. I margini di manovra per la società di Diego Penocchio sono esigui. Così come il tempo a disposizione. L’imprenditore bresciano e i suoi soci, già da qualche tempo, avevano contattato i vari creditori chiedendo loro un sacrificio in termini monetari pur di salvarsi dai guai. A ognuno di loro sarebbe arrivata una lettera in cui si chiede di sottoscrivere la rinuncia del 70 per cento di quanto avanzato.
Lettera che dovrebbe ritornare al mittente entro il 10 dicembre, mercoledì prossimo. In modo da presentare l’accordo di istanza di concordato tre giorni più tardi al commissario giudiziale Marco Basaglia, nominato dal Tribunale di Padova. Ora si tratta di capire cosa decideranno i vari soggetti coinvolti: il rischio è, se non venisse accettata da tutti la riduzione, di non vedere nemmeno un soldo e che la società sparisca. Più di qualcuno, tuttavia, sta pensando di non cedere. Altra incognita che insiste in questa vicenda è l’inchiesta penale (la documentazione è sul tavolo del pm Stefano Peraro) nata successivamente al blitz della Guardia di Finanza del giugno scorso. Tra i creditori, infatti, c’è anche l’Erario e in questo caso, per legge, non sarebbe possibile applicare sconti. Dunque la partita è più che aperta. Tra una settimana si saprà se Penocchio riuscirà a salvare il Biancoscudo da una fine indecorosa.