Fonte: Gazzettino, Andrea Miola
Il lungo conto alla rovescia sta finalmente terminando: domenica la sfida tra Este e Castelfranco vedrà il ritorno in campo di Emiliano Bonazzoli dopo la clamorosa squalifica di dieci giornate per espressioni di discriminazione razziale al termine della gara con la Correggese. Sotto accusa qualche parola di troppo pronunciata dall’ex attaccante di Sampdoria e Padova verso l’arbitro Ramy Ibrahim Karmal Jouness, medico torinese di origine marocchina, per un paio di decisioni dubbie. Una squalifica eclatante nei numeri, ma soprattutto perché priva di precedenti dato che il codice di giustizia sportiva che prevede le dieci giornate come sanzione minima in simili circostanze è stato modificato la scorsa estate. «Ho avuto periodi di stop più lunghi per infortuni – esordisce Bonazzoli – ma stare fuori così tanto per una cosa del genere mi ha dato ancora più fastidio. Non voglio passare per un razzista, non lo sono. Posso magari avere sbagliato, ma poi è scoppiata una bomba. Chi mi conosce sa bene che certi comportamenti non fanno proprio parte del mio modo di essere. Questa è la cosa che mi premeva di più, al di là del fastidio per i dieci turni di squalifica». Comunque non passati in modo indolore. «Non voglio pensarci più, non è stato facile. Ci si allena durante la settimana pensando alla partita da giocare, per cui rode dovere stare fuori. A parte un paio di persone e qualche giudizio sommario, ho ricevuto tanta solidarietà, dalla famiglia, dalla società, dagli amici e da chi quantomeno si è interessato per conoscere meglio la vicenda». Ha pensato al ritiro? «All’inizio mi era venuta la voglia di mandare tutto a quel paese, ma ora sono contentissimo di tornare in campo. Questa società mi ha fortemente voluto, sono vicino a casa e voglio giocarmi quest’ultimo, o forse no, anno della mia carriera e intanto frequento il corso allenatori Uefa B». E così Bonazzoli sarà l’arma in più dell’Este. «L’altro giorno l’allenatore Zattarin ha detto scherzosamente alla squadra che è stato preso sul mercato un nuovo giocatore di nome Emiliano. Mi sono sempre allenato, ma mi manca il ritmo partita. La mia forma non sarà al 100 per cento, ma lo è l’impegno che metterò per dare una mano alla squadra che già sta facendo molto bene. La voglia è grande». E ad aggiungere benzina sul fuoco in un momento così delicato ci ha pensato il vulcanico presidente dell’Altovicentino Rino dalle Rive che di recente, parlando in televisione della breve esperienza dell’anno scorso di Bonazzoli al Marano, ha dichiarato che una domenica dormiva in panchina durante una gara. «Non ho mai replicato – la sua risposta – ritenendomi superiore a queste cose. So solo che io sono stato per vent’anni professionista. Chi è stato solo nei dilettanti, prima di dire certe cose dovrebbe pensarci e ora si capisce perché me ne sono andato». Proprio l’Altovicentino è in lotta con il Padova per il salto in Lega Pro. Se lo immagina un derby tra Este e biancoscudati in Lega Pro? «Perché no? Sarebbe bellissimo. In bocca al lupo al Padova perché la serie D sia solo una parentesi di rinascita. Quanto a noi, ce la possiamo giocare, pur con avversarie sulla carta più attrezzate, blasonate o che meritavano il ripescaggio. Complimenti ai compagni che con le dirette concorrenti in testa hanno sempre fatto bene. Serve solo più concentrazione contro le ultime per non perdere altri punti».