Fonte: Gazzettino, edizione di Belluno, Maurizio Ferin
Sono giornate intense per Paolo Pellicanò. Ieri l’esterno sinistro del Belluno ha festeggiato il diciannovesimo compleanno (auguri), nei giorni scorsi ha dovuto gestire una scelta importante. Andare o no al Padova? «Ho deciso di restare, anche se il discorso non è definitivamente chiuso». Cosa significa? Che la trattativa con il Padova potrebbe riaprirsi? «La storia nasce la scorsa settimana. Il direttore sportivo del Padova, De Poli, ha contattato il nostro ds, Fardin. Che me l’ha riferito immediatamente». Quindi se tu avessi deciso di andare, il Belluno non si sarebbe opposto. «È vero, potevo andare». E allora perché l’affare non si è concluso? «Io volevo qualcosa di concreto, un contratto. Ma il discorso economico era secondario». Cosa contava di più? «Rischiavo di concludere poco, se non avessi avuto garanzie di giocare. Non pretendo una maglia di titolare, ma almeno di potermela giocare, come accade al Belluno». Però il Padova è una forte tentazione. «Sì, specie in prospettiva futura, se arriveranno tra i professionisti. Vedremo, il mercato deve ancora entrare nel vivo».
Torniamo al Belluno: ci sei arrivato dalla Feltrese. Dall’Eccellenza alla serie D. «Il cambio di ritmo si sente. Sono cresciuto, anche perché ho avuto l’opportunità di giocare fin dall’inizio, a causa dell’infortunio di Mosca». Per un ragazzo del 1995 conta sicuramente il sostegno dei compagni. «Che c’è, ed è continuo, da parte di tutti. Ovviamente mi aiutano Sebastiano Sommacal e Ivan Merli Sala, perché con loro gioco nella linea difensiva. Ma anche Bertagno mi dà molti consigli». Domenica andate a giocare a Valdagno, contro l’Altovicentino primo in classifica. L’altra capolista, il Padova, va a Sacile. Voi siete a -3… Non starete mica pensando a un aggancio in vetta? «Andiamo a Valdagno per vincere, semplicemente perché questo è l’obiettivo che ci poniamo ogni settimana. Vincere la prossima partita. So che il giorno della presentazione della squadra, l’obiettivo della società era stato la salvezza, prima possibile. Però siamo partiti bene, giocando un buon calcio. Sappiamo che possiamo ambire a qualcosa in più della salvezza… Viviamo una giornata di campionato alla volta. Senza paura».
La ricerca del gioco è una costante di questo Belluno. La Sacilese veniva descritta da tutti come la squadra dal miglior gioco, eppure nel confronto diretto proprio sotto questo punto di vista avete avuto la meglio. «Sapevamo che la Sacilese è un bel collettivo, che sanno giocare veramente bene. Se abbiamo fatto meglio, è merito nostro. La partita è stata preparata al meglio, anche per il cambio di modulo». L’impressione comunque è che vi divertiate. «È merito della mentalità offensiva di mister Vecchiato. Lui è consapevole di avere una rosa più ampia e forte della scorsa stagione». Il calendario del girone di andata ha messo in trasferta tutti i big match: Padova, Sacilese, domenica l’Altovicentino, poi l’Union Ripa. Quindi al ritorno dovranno tutti venire al polisportivo… «È una bella cosa, una soddisfazione per noi, però non ne abbiamo parlato con i compagni di squadra. Preferiamo affrontare una partita alla volta. Per vincerla».