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Ore 22.40 – (Trentino) Pesa, brucia e, quasi sicuramente, la rabbia per la sconfitta interna contro il Kras Repen non gli sarà passata. La mission è di quelle quasi “impossible”, ma Luca Lomi è sempre più “sul pezzo”. La classifica è difficile, la squadra giovanissima e inesperta e con alcuni “buchi” piuttosto evidenti. Ma di mollare non se ne parla. «Inesperienza, inesperienza e ancora inesperienza – commenta Lomi – Dopo aver pareggiato a 4 minuti dalla fine avremmo dovuto accontentarci del pareggio e morta lì. Invece abbiamo voluto strafare, ci siamo sbilanciati e siamo stati castigati da una squadra che, dal punto di vista tecnico, non ha nulla in più rispetto a noi. Peccato: sono incazzato per come abbiamo gestito il finale perché la prestazione, tutto sommato, c’è stata anche questa volta». Dura la vita del mister, soprattutto quando si lotta per la salvezza. «Bella quella del calciatore: finito l’allenamento si fa la doccia e a va a casa. L’allenatore, invece, deve pensare e ripensare alla partita, ragionare sulle proprie scelte e pensare già al prossimo impegno. Non c’è paragone: essere giocatore è molto molto più semplice». Oggi Luca Lomi in quale categoria giocherebbe? «Penso nelle stesse in cui ho militato quando ero giovane – se la ride – e avevo i capelli lunghi». Quanto è cambiato il calcio rispetto a quando lei era giovane? «Tantissimo. Non dico che sia diventato un altro sport, però le differenze sono sostanziali. Oggi il calcio è soprattutto agonismo, ritmo e fisicità: qualche anno fa il livello tecnico di tutti i campionati, dalla serie A ai tornei regionali, era decisamente più elevato. Io faccio sempre l’esempio di “Ciccio” Baiano, anche lui come me collaboratore di Sannino ai tempi di Siena e Palermo. Quando mancava un giocatore lui disputava le partitelle e, pur con qualche anno e qualche chilo in più, era ancora un giocatore di altra categoria». Il calcio dei professionisti è un mondo “vero”? Ad esempio, lei quanti amici ha riconducibili alle sue esperienze calcistiche? «Si contano sulle dita di due mani. È un mondo strano dove girano tanti soldi e c’è parecchia invidia. Il mio miglior amico calcistico? Simone Venturi, mio compagno a Ferrara a metà anni ’90i, è come un fratello per me, ma uno dei pochi». Non c’entra nulla ma la curiosità è forte: quanti tatuaggi ha? «Non lo so nemmeno io, la maggior parte del mio corpo è tatuata». In giro, onestamente, non si vedono tanti allenatori con i tatuaggi. «Eh ma tra qualche anno le cose saranno diverse visto che la maggior parte dei giocatori di oggi è tatuata. E forse cambierà anche la considerazione per loro. Quando sono stato collaboratore di Sannino non sapete i problemi che mi hanno fatto perché avevo le braccia tatuate».
Ore 22.20 – (Trentino) Aspettando il mercato. Che, inevitabilmente, porterà il Mori Santo Stefano a modificare la rosa a disposizione di Davide Zoller. Al momento, però, le uniche certezze sono le partenze (con la formula del prestito) dei due classe ’95 Ferraro e Pezzato. I due calciatori non rientrano più nei piani del tecnico tricolore e, dunque, saranno piazzati altrove, probabilmente in Promozione. L’organico, dunque, verrà sfoltito ma visto che Eisenstecken ha praticamente chiuso la stagione (per lui si parla di uno stop di almeno quattro mesi dopo l’infortunio alla caviglia patito venerdì scorso), è impensabile che la società lagarina non operi almeno un paio di operazioni in entrata. Il parco giovani (considerato che anche Paracampo è ai box e non sarà a disposizione prima di qualche settimana) andrà potenziato con almeno un innesto, ma non basta. Zoller ha bisogno di una prima punta di ruolo che garantisca centimetri e “cattiveria” in area di rigore ad una squadra che ha disperato bisogno di un elemento esperto nel reparto avanzato. Sia l’allenatore che il direttore sportivo Pietro Addeo sono perfettamente consci del fatto che alla squadra serva un centravanti di categoria, il problema è un altro. Di giocatori disponibili sul mercato ve ne sono a bizzeffe, ma il mercato degli attaccanti è piuttosto oneroso: il Mori ha le risorse per reperire un centravanti all’altezza della situazione?
Ore 22.00 – (Trentino) Uno, anzi tre, passi indietro. Se dieci giorni fa il Dro era uscito dal Briamasco con l’amaro in bocca e i complimenti degli avversari padovani, domenica i gialloverdi sono incappati nella sconfitta più pesante, per risultato finale e prestazione, d’inizio stagione. Il Giorgione, che è una delle squadre più giovani del raggruppamento, ha messo alle corde il Dro, incapace di ripetere la prestazione fornita la settimana scorsa contro la capolista. E, se in occasione delle precedenti sconfitte, si poteva ripartire comunque da una prova positiva (anche se non supportata dal risultato), stavolta il discorso è ben diverso. Il gol subito dopo pochi minuti ha fatto saltare gli equilibri tattici e, da quel momento, la reazione del Dro è stata confusionaria: qualche pericolo alla porta trevigiana Cicuttini e compagni l’hanno pure creato, ma senza trovare la via del gol e, soprattutto, prestando il fianco alle veloci ripartenze dei padroni di casa che, puntualmente, hanno chiuso i conti dieci minuti prima del duplice fischio. E, come già accaduto troppe volte in passato, sotto di due reti qualcuno tra le fila trentine ha letteralmente perso la testa. Questa volta è toccato a Mirko Colpo, elemento fondamentale (e con una certa esperienza visti i 32 anni del giocatore lagarino) del centrocampo droato, che a metà ripresa si è lasciato andare ad un fallo di reazione assolutamente evitabile che gli costerà almeno un paio di turni di squalifica. Era già capitato al giovane Grossi, poi a Donati e ora a Colpo: domenica prossima Manfioletti sarà costretto a rivoluzionare lo schieramento (come se non bastassero gli infortuni di Adami e Donati) nella fondamentale sfida salvezza contro la Triestina. A proposito degli alabardati, a Oltra è atteso un discreto pubblico di fede triestina. Niente a che vedere con i 4-500 tifosi che accompagnano in trasferta i Biancoscudati Padova in occasione delle gare in trasferta e, allora, come lo scorso anno, la sfida contro la compagine biancorossa si giocherà regolarmente sul campo del Basso Sarca.
Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro torna da Trieste con un punto che vale quota 10 in classifica ma soprattutto che tiene la Triestina alle spalle staccata di 5. Per la squadra di mister Feltrin si tratta del secondo pareggio di fila dopo quello contro il Tamai sperando di tornar a fare bottino pieno contro il Fontanafredda domenica prossima in casa. PORTE GIREVOLI – Dal primo dicembre si riapre ufficialmente il mercato ma l’Union ieri ha già ufficializzato il ritorno del portiere Baldan al Calvi Noale (era in prestito). Al suo posto arriverà Elia Ziliotto dalla Mestrina, classe ’94 con già 20 presenze in Serie D fra Clodiense e Thermal Abano. ARRIVI E PARTENZE – In attacco con l’arrivo di Alessandro Cattelan, in campo fra 2 partite, c’è da registrare la partenza di Simone Basso che sta vagliando alcune offerte. Manca solo il nero su bianco anche per l’arrivo di un’altra punta dall’Eccellenza e di un centrocampista con esperienza di Serie D che sulla carta sostituirà capitan Lorenzatti. Dopo i 2 campionati vinti segnando raffiche di gol, i trevigiani in questa stagione hanno scoperto quanto è dura la Serie D visto che vantano il peggior attacco del girone (assieme alla Triestina) con soli 7 gol fatti in 12 partite. Scontato dunque il ritorno sul mercato per mettere centimetri e peso in avanti nella speranza di invertire il trend negativo. DIESSE – Il direttore sportivo Valeriano De Pieri, dopo aver confermato le partenze di Baldan e Basso e l’arrivo di Ziliotto, si dice soddisfatto del punto raccolto al «Nereo Rocco»: «Abbiamo fatto una partita molto buona soprattutto sul piano atletico tenendo testa ad una squadra che vale di più della posizione che ha in classifica. In fase difensiva siamo stati eccezionali con alcuni grandi interventi del nostro portiere Noè. È un ottimo risultato ed è stato importante non prendere gol, adesso guardiamo avanti con fiducia».
Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Torna sulla terra il Montebelluna, che dopo tre vittorie di fila prende quattro ceffoni dal Tamai. Iniziata con il piglio giusto la partita, i biancocelesti non sono riusciti a sbloccare il risultato, per poi sfilacciarsi una volta subito il primo gol. «Fino al quarto d’ora avevamo affrontato al meglio l’avversario, sfiorando più volte il vantaggio – conferma il fantasista Matteo Giglio – purtroppo non abbiamo colto il bersaglio, poi alla prima opportunità sono passati loro. Da lì in avanti è stata dura». Di tempo per rimediare ne avevate a sufficienza. «È vero, però un pò alla volta ci siamo squilibrati, merito anche del Tamai che ha espresso un ottimo gioco. In avvio di ripresa volevamo raddrizzarla, invece abbiamo subito anche il secondo gol, sono saltati gli schemi e loro ne hanno approfittato». Vi sono stati fischiati due rigori contro. «Il primo, quello parato da Rigo, assolutamente non c’era. Viceversa il secondo penalty a mio avviso era netto». Un’altra sconfitta di ampie proporzioni. È un caso? «Quelle con Padova, Altovicentino e Sacilese ci potevano stare vista la forza dell’avversario, questa invece stona anche perché venivamo da un ottimo momento di forma. Però tutte le sconfitte servono per riflettere sugli errori commessi e per cercare di migliorarsi. Non dobbiamo comunque dimenticare che il nostro obiettivo è la salvezza». Domenica arriva la cenerentola Mezzocorona. L’occasione giusta per un pronto riscatto. «Sono ultimi però tante partite le hanno perse di misura. Non sarà una passeggiata, da parte nostra dovremo mettere in campo la massima concentrazione possibile».
Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) La netta vittoria del Giorgione sul Dro ha rivitalizzato la truppa di Antonio Paganin che, dopo tre sconfitte consecutive, cercava una grande prestazione per scacciare i dubbi su una squadra che, passato l’entusiasmo per i 5 risultati utili consecutivi, si stava spegnendo. «Abbiamo vinto dimostrandoci concreti e belli anche da vedere – ha raccontato il capitano Andrea Gazzola, tornato al gol tra le mura amiche – speriamo di continuare su questa strada. Nelle precedenti partite non avevamo giocato male ma i risultati non arrivavano, contro il Dro invece abbiamo dimostrato di essere una squadra che sta crescendo partita dopo partita anche dal punto di vista della maturità». E a proposito di maturità, sembra esser arrivata anche per i singoli: Mattia Episcopo, il fantasista, si era fatto crescere la barba salvo poi doverla accorciare proprio per una scommessa fatta sulla possibile vittoria contro il Dro. «Sì, era una scommessa fatta, se vincevamo la partita contro il Dro – dice l’esterno di Fratte – non la tagliavo tutta ma sicuramente ora la accorcerò… anche se il capitano insiste perché la tagli tutta». Ma è solo la barba o sembri davvero più maturo? «Gli anni passano e si cresce, a parte questo devo dire che essere tra i più esperti di questo gruppo con tanti giovani che sono alla prima esperienza in D ti fa avere quella responsabilità che magari negli anni scorsi non sentivo, commettevo ingenuità ora, invece, ci penso almeno due volte prima di cascarci». Merito anche dell’allenatore? «Sicuramente lui dà tranquillità alla squadra e all’ambiente, basta parlarci assieme per capire come intende il calcio, è uno che ne sa anche perché ha giocato ad altissimi livelli e ci sta insegnando tante cose». La squadra ha ancora degli alti e bassi. «Può capitare, noi cerchiamo sempre di giocare, qualche passaggio a vuoto può anche capitare e nelle tre sconfitte forse abbiamo commesso qualche ingenuità anche perché guardavamo più al lato estetico che alla praticità del risultato». Vi manca la vittoria in trasferta. «Non ci avevo fatto caso, domenica prossima giocheremo a Monrupino, contro il Kras Repen, un campo piccolo e pericoloso ma penso che potremo anche iniziare a vincere in trasferta proprio là». Scommettiamo anche quel poco di barba che ti rimane? «A questo punto penso proprio di sì, puntiamo alla vittoria!».
Ore 20.50 – (Tribuna di Treviso) C’è anche la firma di Andrea Gazzola, simbolo e anima del Giorgione, nella vittoria che ha annichilito il Dro con un secco 3-0. Il successo permette ai castellani di muovere la classifica dopo tre sconfitte consecutive e di tornare a vincere dopo un mese. Un’autentica iniezione di fiducia per la truppa di mister Paganin, che nel prossimo turno cercherà il primo brindisi esterno nella tana del Kras Repen, altro scontro playout, con i triestini sestultimi a -3 dal Giorgione. Per “Speedy” Gazzola (11 presenze da titolare in campionato), la rete del momentaneo 2-0 contro il Dro rappresenta il secondo centro stagionale dopo quello con la Triestina. «Eravamo reduci da un paio di sconfitte che potevano sembrare pesanti leggendo il risultato, ma che dipendevano dagli episodi, tra rigori contro, gol in fuorigioco e tiri dalla distanza. Però il gruppo non si è abbattuto, e con il Dro siamo stati più cinici in attacco e più attenti in difesa. Speriamo di ripeterci contro la matricola Kras Repen che, come noi, è tornata a vincere dopo tre ko: ricordo che due anni fa avevamo fatto bene lì da loro, vincendo 4-2». Capitolo gol. «Ad oggi ne ho realizzati due, all’inizio speravo di segnarne di più. La rosa è cambiata molto, può accadere che serva tempo per l’amalgama visto che le azioni nascono dal collettivo, e in alcune partite abbiamo sprecato troppo. Inoltre è cambiata la tipologia di gioco. L’importante è sfruttare il momento di forma». Gazzola, classe 1983, è a Castelfranco dal 2000, si è fatto tutta la cavalcata dalla Terza categoria alla D. «C’è un clima più sereno rispetto all’anno scorso, l’organico è più giovane e assomiglia ad una juniores. Il gruppo si è formato subito complice il fatto che ci sono molti pari età, inoltre sono tutti bravi ragazzi. Noto che per qualsiasi cosa io dica o faccia, posso sempre contare sulla loro attenzione: mi fa piacere, vedo gente che vuole imparare». Il futuro del capitano? «Non saprei, a fine stagione vedrò. Già quest’anno ero in dubbio, conciliare lavoro e allenamenti non è facile, però non mi pongo un limite».
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Dopo l’amaro di coppa, ecco il dolce del campionato. L’Arzignanochiampo inanella la seconda vittoria consecutiva, cosa che quest’anno non gli era mai riuscita, mettendo sotto nientemeno che la quarta forza del torneo, la Sacilese dell’ex biancorosso Zironelli. Un successo che fa fare ai gialloazzurri un notevole balzo in avanti in classifica andando ad occupare il nono posto. «Una partita – commenta l’allenatore Paolo Beggio – perfetta. Il valore dell’avversario era notevole ma noi siamo stati bravi a prestare attenzione in tutti i reparti. Un bravo a tutti, indistintamente, perché ognuno ha fatto la sua parte. Non va dimenticato che ravamo reduci dalla fatica di coppa». Contro la Sacilese l’Arzichiampo ha cambiato vestito, smettendo il collaudato 4-2-3-1 per lasciare spazio ad un inedito 4-4-2 «Un cambiamento di modulo finalizzato a mettere Marchetti a ridosso di Trinchieri e sfruttarne meglio le potenzialità. Direi che ha dato i suoi frutti». Unico neo quell’eccesso di egoismo ad un quarto d’ora dalla fine da parte di Trinchieri che ha costretto la squadra a soffrire fino all’ultimo secondo «Diciamo che ha pareggiato il gol strepitoso che ha fatto».
Ore 20.10 – (Il Piccolo) D’accordo che la prestazione di domenica ha fatto intravvedere timidi miglioramenti (ma bisogna considerare anche la relativa forza dell’Union Pro), passi per l’ottimismo della proprietà, ok per il secondo risultato utile consecutivo, vanno anche bene i rinforzi di dicembre annunciati dalla società (anzi, saranno necessari), ma sta di fatto che l’ennesima mancata vittoria ha ulteriormente complicato il cammino verso la salvezza della Triestina. Man mano che passano le giornate, l’ipotetica tabella della rimonta va aggiornata e il percorso diventa sempre più impervio. Il traguardo di minima, quello del raggiungimento almeno dei play-out, è ancora ampiamente alla portata degli alabardati. Nonostante il cammino da tartaruga tenuto fin qui, il terzultimo posto è appena un punto sopra la Triestina. Il Mori Santo Stefano infatti continua a inanellare anch’esso sconfitte (domenica è stato battuto in casa dall’Union Ripa), e con soli 6 punti è a portata di mano. Sotto questo aspetto, lo scontro diretto che si giocherà in Trentino il 14 dicembre sarà importantissimo. Anche il Mezzocorona, che si trova dietro la Triestina solamente per i 4 punti di penalizzazione sul groppone, sembra una squadra decisamente abbordabile e la sconfitta interna con il Kras lo dimostra. Insomma, i play-out sembrano ampiamente raggiungibili, anche se bisogna stare attenti a non creare un divario troppo grande con le squadre davanti: nell’ipotesi di un terzultimo posto, infatti, se la sestultima ha un distacco maggiore ai 9 punti gli spareggi nemmeno si giocano. Quella che invece domenica si è allontanata decisamente è la quota della salvezza diretta. Mentre Triestina e Union Pro, che non a caso vantano i peggiori attacchi con appena 7 reti messe a segno, chiudevano la loro sfida sullo 0-0, il Giorgione batteva il Dro scavando un piccolo solco fra le ultime sei squadre e il resto del gruppo. Per farla breve, attualmente la salvezza si trova a quota 13, addirittura 8 punti sopra la Triestina. E vista la marcia al ralenty tenuta finora dagli alabardati, il divario assume già le dimensioni di un abisso.
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Una risonanza magnetica fugherà ogni dubbio sulle condizioni del ginocchio di Nicola Tomasi. Un contatto fortuito con un avversario ha procurato, domenica sul sintetico trentino del Mori Santo Stefano che staziona con 6 punti sulla linea di confine con la zona retrocessione, un problema all’articolazione del centrocampista dell’Union Ripa La Fenadora, quarta in classifica a 22 punti. I primi controlli eseguiti dallo staff medico della società hanno decretato la necessità di un esame più approfondito che verrà eseguito a fine settimana. «Dopo la prima visita – spiega il vice allenatore Mauro Fin – pare sia il menisco a dar fastidio al giocatore. La verifica più accurata ci darà il verdetto». Intanto, guardando le statistiche dei neroverdi, si nota un equilibrio fra le gare giocate in casa e quelle fuori. In entrambi i casi ci sono 3 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta. «Siamo migliorati rispetto allo scorso anno – dice Fin – proprio su questo fattore, siamo cresciuti. Nella scorsa stagione avevamo inanellato 9 vittorie consecutive in casa, ma nei confronti lontani dal campo amico non eravamo stati così bravi». Visti i numeri si può dire quindi che l’Union riesce ad essere pericolosa in egual maniera sia sul sintetico del Boscherai sia sui più grandi campi del campionato: «Riusciamo ad adattarci bene. Al Boscherai ci alleniamo e ci giochiamo e quando arriviamo su campi più grandi facciamo meno fatica».
Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) Sembra meno grave del previsto l’infortunio al ginocchio di Nicola Tomasi, uscito a metà del primo tempo della partita di domenica col Mori con la paura del crac al crociato. Sarà la risonanza magnetica (domani o venerdì) a dare il responso, ma una prima analisi scongiurerebbe l’ipotesi peggiore di rottura del legamento. «Aspettiamo gli esami strumentali per dare giudizi definitivi, però l’infortunio sembrerebbe limitato al menisco», dice il preparatore del Ripa Fenadora Graziano Santomaso. «Nel caso servirebbe un’operazione in artroscopia con uno stop di un mese e mezzo». Dita incrociate. Il centrocampista neroverde aspetta: «Sono fermo a letto, il ginocchio è gonfio e dolore ne ho abbastanza: non sono molto fiducioso, ma se fosse solo il menisco rotto sarei tra virgolette contento», dice Nicola Tomasi. «Il crociato dovrebbe essere a posto, ma non si sa mai cosa aspettarsi. Vedremo con la risonanza». I muscoli del Ripa Fenadora. Guardando alla condizione di forma della squadra in vista del rush finale da qui a Natale con cinque partite in calendario, tre delle quali in dieci giorni con il tour de force dal 10 al 20 dicembre con la coppa, il derby e il Padova, il preparatore Santomaso è tranquillo: «La benzina l’abbiamo messa dentro, la squadra sta bene e ha mantenuto il livello di forma senza picchi e senza cali. Bisogna continuare a gestire i recuperi e gli allenamenti differenziati. È fondamentale la gestione che stiamo adottando con un importante turn over che dà minuti a tutti, ruotando gli uomini in campo». Non esiste la domenica bonus. A tenere tutti sulla corda ci pensa il direttore sportivo Alberto Faoro. «La classifica al momento vale quello che vale, cerchiamo di dare continuità per arrivare alla coppe e al derby con la striscia positiva aperta». Ogni gara è difficile, lo è stata quella di domenica a Mori e lo saranno le prossime contro Arzignano e Mezzocorona prima del trittico diabolico: quarti di coppa Italia-derby-Padova. «Le partite più importanti sono le prossime due, intanto, perché se vogliamo arrivare bene a quel trittico, dobbiamo presentarci in condizioni mentali e di classifica positive. Abbiamo due gare rognose». Verso la Coppa senza assilli, ma con ambizione. Con questo spirito il Ripa Fenadora pensa alla partita di coppa del 10 dicembre con la Correggese. Prima però ci sono da affrontare Arzignano e Mezzocorona: «Dobbiamo concentrarci e i ragazzi sanno che sono le prossime due gare quelle che fanno la differenza, le altre tre sono partite da godersi e bisogna mettersi nelle condizioni di poterlo fare», sottolinea il diesse neroverde Alberto Faoro: «Se facciamo due risultati positivi con Arzignano e Mezzocorona, arriviamo a giocarci il trittico diabolico con grande serenità».
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Goodbye Julian. Il biondo Prünster saluta la truppa e lascia. È notizia di ieri che il biondo centrale ha decido di rispondere «sì» alla chiamata del Mori Santo Stefano e giocare la seconda parte della stagione lontano da Belluno, in prestito. «Il ragazzo ci ha manifestato il desiderio di andare in una squadra dove potrà giocare con più continuità e benché ci dispiaccia dover rinunciare a un giocatore con grandissime qualità nonché a un bravissimo ragazzo abbiamo deciso di assecondare tale richiesta», il commento del ds Augusto Fardin. Un occhio al campo, e alla rosa, lo butta invece mister Vecchiato, che dal 1 dicembre potrà contare su un centrale in meno. «Quando Julian mi ha detto di essere stato chiamato dal Mori – racconta il tecnico gialloblu – gli ho detto «scegli tu», e ha scelto di andare. Ora ho un giocatore in meno, questo significa che dovrò allenare qualcuno a imparare a giocare anche in mezzo e i candidati numero uno sono Pellicanò e Pescosta». E Julian che dice? «Dispiace dover lasciare Belluno dopo soli tre mesi dal mio arrivo ma per tornare sui miei livelli ho bisogno di giocare con più continuità – il commento del ragazzo a una manciata di giorni dall’arrivederci – purtroppo appena arrivato mi sono subito infortunato e non ho potuto disputare la prima parte di stagione. Ringrazio la società per aver capito questa mia esigenza e di aver fatto di tutto per assecondare la mia volontà». BOLLETTINO. Ieri pomeriggio alla ripresa degli allenamenti dopo la vittoria sul Legnago mister Vecchiato ha potuto contare su un «tutti presenti» ad eccezione di Pescosta, che già oggi però dovrebbe rientrare nel gruppo, e ovviamente Radrezza, il cui rientro nei ranghi è previsto dopo la sosta di Natale.
Ore 19.10 – (Corriere delle Alpi) Pellicanò arrivederci, Pruenster addio. Il Belluno si muoverà soltanto in uscita tra le bancarelle del mercatino di dicembre. Mentre è sicuro che il difensore centrale altoatesino Julian Pruenster vada al Mori Santo Stefano, l’esterno Paolo Pellicanò sarebbe combattuto tra la prospettiva di rimanere e quella di andare al Padova. I biancoscudati avrebbero bisogno di un terzino sinistro e hanno pensato anche all’ex Feltrese. Che ci starebbe pensando, anche per il futuro. Metti che la squadra di Carmine Parlato sale di categoria, c’è la possibilità di spuntare un contratto da professionista. Il diesse bellunese Augusto Fardin ammette l’interessamento, ma è definitivo: «Pellicanò non si muove da qui. Il direttore Fabrizio De Poli mi ha chiamato, questo non posso negarlo, però non se ne fa nulla. Il ragazzo è contento qui». L’addio di Pruenster. Il biondo arrivato dalla Fersina Perginese non stava trovando spazio, salvo squalifiche di Ivan Merli Sala o Sebastiano Sommacal; «Dispiace dover lasciare Belluno dopo soli tre mesi dal mio arrivo ma per tornare sui miei livelli ho bisogno di giocare con più continuità, «purtroppo appena arrivato a Belluno mi sono infortunato e non ho potuto disputare la prima parte di stagione, dopo aver saltato completamente anche la preparazione estiva. Per tornare sui miei livelli, ho bisogno di giocare con più continuità e ringrazio la società per aver capito questa mia esigenza e di aver fatto di tutto per assecondare la mia volontà. Sono felice di aver trascorso questi mesi a Belluno e auguro a società, staff e compagni di raggiungere gli obiettivi prefissati». Nessun sostituto. Non arriverà un altro giocatore nel suo ruolo: «Giocheranno i nostri giovani», annuncia Fardin, «a cominciare da Giovanni Pescosta, per dirne uno. Quanto a Pruenster Il ragazzo ci ha manifestato il desiderio di andare in una squadra dove potrà giocare con più continuità e abbiamo deciso di assecondare la richiesta. Arrivare in una squadra nuova e infortunarsi subito è veramente un brutto colpo. È un ragazzo con grandissime qualità ma come tutti per tornare al 100 per cento ha bisogno di giocare e mettere minuti nelle gambe. Ci dispiace dover rinunciare a questo ragazzo, sia per le qualità umane che di giocatore ma era giusto accontentarlo».
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Due sconfitte alle spalle e il Padova all’orizzonte. Quello dei biancorossi rischia di essere un novembre nero. Non eravamo più abituati a raccontare una Sacilese in difficoltà. CLUB DEI GRANDI – «Felici – Zironelli ribatte con la sua nota ironia – di essere entrati nel club dei grandi. Ormai – pizzica – la Sacilese non sorprende più, quando fa molto bene. Fa notizia quando non fa tanto bene. Sono gli effetti del nostro salto di qualità». Il tecnico vicentino non ha gradito le critiche delle ultime giornate. «A partire – sottolinea – da quelle relative al derby di Fontanafredda. È stato detto e scritto che i rossoneri hanno dominato. Noi in campo non abbiamo avuto la stessa sensazione. Infatti abbiamo vinto 2-0, sprecando pure un paio di occasioni per il terzo gol. Con Belluno e Arzichiampo, che ho sempre considerato formazioni da playoff – continua Ziro -, abbiamo perso di misura (0-1), buttando via almeno 3 palle-gol a gara. Nonostante le ultime due a secco, restiamo il miglior attacco (27 gol). Credo – si passa al sarcasmo – che tanti vorrebbero essere in flessione come noi». CALO FISIOLOGICO – Tolto il sassolino dalla scarpa, Zironelli riprende l’esame della situazione con più serenità. «Anche la scorsa stagione – ricorda – novembre fu avaro con noi (ko in casa con il TrisVal, pareggi con l’Ufm e a Montebelluna, ndr). È il mese in cui rifiatiamo dopo la corsa iniziale, per poi continuare a salire. Non mi lamento. Ammetto che negli ultimi 180’ è mancata un po’ di fluidità in attacco. Nonostante questo – tiene a evidenziare – restiamo l’attacco top del girone, insieme a quello dell’Altovicentino». INVASIONE BIANCOSCUDATA – Domenica a Sacile arriverà il Padova con i suoi mille tifosi. «Sarà una grande festa dello sport. A dare il benvenuto sugli spalti – dice Ziro, che dal ds patavino Fabrizio De Poli era stato contattato prima ancora di Carmine Parlato – penserà la società. Noi ci prepariamo per darlo in campo a Niccolini e compagni». Intanto l’operazione al ginocchio di Grazzolo è perfettamente riuscita: rientro previsto in primavera.
Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) Vedi un po´ quant´è rotondo il pallone… Il sorpasso da parte del Padova pareva una formalità. E invece no. Il posticipo tra i Biancoscudati e la Clodiense si è concluso con un inatteso 1-1 (vantaggio padovano di Nichele, risposta di Mazzetto). E così adesso le squadre di Cunico e Parlato sono in testa a braccetto con 32 punti. Ma alla fine poco importa, il campionato è lungo. Tra Biancoscudati Padova e Altovicentino la storia sembra infinita anche se tra il dire ed il fare in mezzo c´è ora un Belluno da prendere più che mai con le pinze. Non fatevi ingannare dal nome completo, ovvero Ital-Lenti Belluno, la formazione allenata dall´ex Real Vicenza Roberto Vecchiato non solo fila che è un piacere a tre punti proprio dai vicentini ma soprattutto prende pochi gol, 8 in 12 partite. E domenica pomeriggio, allo stadio dei Fiori di Valdagno, sarà sfida nella sfida visto che Logafatu di palloni da dentro la rete ne ha raccolti 9. Uno spareggio, dunque, tra le due migliori difese del girone C assieme al sorprendente Union Ripa La Fenadora, che di gol ne ha presi anch´esso 9. Meno pure dei padovani, un (o qualche) gradino più su. Come se non bastasse, ad aumentare attesa e suggestioni c´è pure la prolificità dei due attacchi: 27 le reti di “mago” Peluso e compagni (come la Sacilese), 24 quelle dell´attacco guidato da Corbanese. Entrando nel dettaglio delle statistiche si scopre che l´Alto ha subito appena tre reti tra le mura amiche (e due tutte in una volta dagli ex Sottovia e Beccaro) e ne ha fatte 11, mentre i bellunesi hanno realizzato la metà dei loro gol proprio lontano dal polisportivo di Baldenich – rimanendo a bocca asciutta solo all´Euganeo, nell´unica sconfitta stagionale contro i Biancoscudati – ma incassando 6 delle 8 reti al passivo. Insomma, da qualsiasi lato la si rigiri, le premesse per un big match ci sono tutte. Senza dimenticare la cabala, visto che domenica si giocherà la tredicesima giornata. Scongiuri d´obbligo ma anche questi rigorosamente bipartisan.
Ore 18.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia è tornato ieri pomeriggio ad allenarsi e l’inizio della seduta è stato anticipato di mezz’ora. Non tanto per aumentare i carichi di lavoro, quanto per uno scambio di opinioni con dirigenza e staff tecnico sulla partita persa a Lumezzane. Un passaggio doveroso, visto il modo con cui è maturata la sconfitta. «Ai ragazzi – riferisce il ds Ivone De Franceschi – ho detto che una squadra matura, in vantaggio al 70’, una partita così la porta a casa. Pur non essendo stata brillantissima, la prestazione c’è stata ma non possiamo permetterci di perdere in questo modo. Quei tre punti ci avrebbero cambiato le cose. Per questo – aggiunge il ds – era giusto fare una chiacchierata». La squadra ora si concentrerà sul match di domenica al Penzo contro il Bassano, capolista con 28 punti, 9 in più degli arancioneroverdi. «Noi vogliamo vincere. Quando ti trovi a rincorrere, i punti in palio valgono doppio». Si conta di recuperare alcuni giocatori, a cominciare da Greco che aveva saltato Lumezzane ma che è tornato ad allenarsi in gruppo. E anche Carcuro dovrebbe tornare a disposizione. Rientrerà inoltre dalla squalifica Esposito, mentre salterà il turno Marino: il difensore-bomber, oltre ad aver segnato tre gol nelle ultime quattro partite, ha raggiunto anche la quarta ammonizione. Entrano invece in diffida a quota tre sia Bellazzini che Scialpi.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Greco e Carcuro sulla via del recupero, Venezia con più frecce al suo arco contro l’inarrestabile Bassano. Una sfida, il derby di domenica al Penzo (ore 18) con i vicentini primi della classe, a dir poco fondamentale come ha evidenziato alla ripresa degli allenamenti il tecnico Michele Serena. «Per il Bassano ci saranno in palio i soliti tre punti, per noi invece il doppio visto che ci tocca inseguire. Se siamo indietro significa che di errori ne sono già stati fatti ed ora possiamo commetterne meno degli altri. Mettiamoci in testa che l’obiettivo di questo Venezia è vincere, sempre e non solo domenica per cancellare il ko di Lumezzane». Una sconfitta, il 3-2 di sabato, che Serena dopo averla rivista ha analizzato ieri con la squadra al Taliercio. «Concordo con quanto detto dal ds De Franceschi, chi vuole cullare ambizioni deve comunque portare a casa qualcosa da una gara come quella di Lumezzane. Non parlo di bel gioco, né siamo stati molli, però i punti si fanno anche con rabbia, con quella «bava alla bocca» che sarebbe servita proprio dopo aver ribaltato lo svantaggio iniziale». Ieri il Giudice sportivo ha squalificato il centrale Marino, ma nel Bassano degli ex Semenzato e Cenetti mancheranno il difensore Bizzotto e gli attaccanti Pietribiasi e Nolè (13 gol in coppia), quest’ultimo match winner su rigore nel posticipo con il Como. «Noi abbiamo 19 punti, loro 28 e sono meritatamente in testa pur dovendo recuperare una partita (il 17 dicembre ad Alessandria, ndr). Contro il Como ho visto un Bassano che ha entusiasmo, in cui tutti corrono facendo emergere le buone individualità. Per vincere il Venezia dovrà batterli in primis nell’aggressività». La punta Greco e il centrocampista Carcuro sono tornati in gruppo (non Giuliatto), in regia rientrerà Esposito dalla squalifica e quindi aumenterà il livello di esperienza. «Non c’è la controprova che con chi era indisponibile avremmo fatto meglio. Oggi a me interessa una grande reazione, solo una vittoria mi farà scordare i punti persi a Lumezzane».
Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) Carcuro e Greco in gruppo, Esposito al rientro dopo la squalifica: Serena comincia a ritrovare uomini ed esperienza in vista del derby d’alta quota con la capolista Bassano. È vero che domenica sera dovrà fare a meno di Marino, fermato ieri dal giudice sportivo della Lega Pro per un turno, ma al suo collega Asta è andata anche peggio visto che in un colpo solo ha perso la coppia titolare d’attacco (Pietribiasi e Nolè, match-winner contro il Como lunedì sera) e il difensore centrale Bizzotto. L’esordio in panchina di Michele Serena a Cremona era coinciso con il suo infortunio, venerdì Davide Carcuro è rientrato in gruppo e punta a terminare nella lista dei convocati per domenica. «Sono finalmente a disposizione» spiega il centrocampista, «l’ultima decisione spetta naturalmente al mister». Era il 26 ottobre, un mese dopo Carcuro tira un sospiro di sollievo. «Quando si tratta del ginocchio, non bisogna mai avere fretta di rientrare» riprende il centrocampista trevigiano, «era una distorsione, non particolarmente grave, ma nemmeno una sciocchezza. Diciamo che poteva andarmi peggio e quindi sono contento di aver perso solo un mese». Tra tribuna e computer, Davide Carcuro ha visto da lontano le partite del Venezia. «Siamo cresciuti molto, abbiamo cambiato modo di giocare, soprattutto come intensità e determinazione, ma dobbiamo migliorare molto, imparare in particolare a gestire meglio i vantaggi. Non concediamo molto agli avversari, anche a Lumezzane due gol sono nati sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il terzo è stato un gollonzo con la palla a schizzare in area come dentro a un flipper. Ma anche noi abbiamo realizzato tanti gol su palle inattive, in Lega Pro è ormai una costante». E domenica arriva la capolista Bassano. «Non mi sorprendo di vederlo in testa alla classifica, conosco bene Nolè che è stato mio compagno a Terni e che domenica sarà squalificato. Per noi è una gara importante, da vincere per riavvicinare la vetta». Nonostante siano passati tre mesi dalla partita con il Renate, il “collega” Marino a ogni centro rivendita la paternità del secondo gol ai lombardi. «Antonio deve stare buono, ha già segnato tanti gol e per il Venezia è un asso nella manica in più. Quella rete, però, è mia e me la tengo. Non ne ho segnati tanti».
Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Gli avversari avranno pensato: era ora. La sconfitta del Real Vicenza contro l´Arezzo è arrivata dopo 12 risultati utili consecutivi. In pratica la squadra di Marcolini era caduta solo alla prima giornata, a Salò, dove le gambe tremavano un po´. Ma dal secondo turno in poi è stata una festa continua. Al Comunale di Arezzo la rottura dell´incantesimo. Il Real Vicenza perde e, oltretutto, non segna, guarda un po´. La macchina da gol si è inceppata? Così non è parso. Gli uomini di Marcolini sono andati in campo con il solito atteggiamento propositivo, il gioco aggressivo, la spinta sulle fasce. Va bene, giornata storta. Basti pensare all´espulsione di Tomei, esagerata, che ha provocato il rigore. Ma, soprattutto, basta pensare all´infortunio di Polverini (una botta alla coscia che l´ha costretto ad uscire in barella); le condizioni del difensore, in dubbio per la Torres, sono tutte da valutare. Si volta pagina. Domenica, appunto, arriva la Torres e stavolta ci sono precedenti. Due, per l´esattezza. Nella passata stagione, all´andata, doppietta di Alessandro e tre punti al Real. Al ritorno la formazione rossoblu ha avuto la meglio, 2-1. Freschezza tra i pali. Domenica al Menti (fischio d´inizio alle 14.30, arbitro Andreini di Forlì) ci sarà il debutto di Luca Ziglioli. Toccherà al numero 12 ex Trissino-Valdagno sostituire lo squalificato Tomei fermato per una giornata dal giudice sportivo per quel fallo da rigore su Bonvissuto nel finale ad Arezzo. Ziglioli non ha l´esperienza di Tomei (un ´94 a confronto con un ´84), ma la società ha molta fiducia nel secondo estremo difensore. Verso il derby. Meglio pensare ad una gara per volta, è vero. Nella testa di Marcolini e dei suoi giocatori c´è la Torres contro la quale tentare il pronto riscatto. Anche se il Bassano capolista, che il Real sfiderà al Mercante la domenica successiva alle 12.30, è già oggetto di riflessione. Contro i biancorossi non ci sarà il condor giallorosso, Pietribiasi, squalificato per due giornate dopo la presunta gomitata rifilata a Fautario durante il match di lunedì sera tra Bassano e Como.
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) «Ci sono partite che restano impresse nella memoria di un giocatore, di un allenatore. In carriera non sono molte, beh, quella con il Como, sarà sicuramente difficile da dimenticare», Antonino Asta non ha mezze misure per descrivere la soddisfazione per la vittoria dei suoi contro il Como, una vittoria che ridà la vetta ai giallorossi con una partita da recuperare. «Attenzione però, non riniziamo con il classico discorso vetta, primi in classifica – continua il tecnico bandiera granata – i nostri obbiettivi non cambiano, noi pensiamo partita dopo partita». Nessun volo pindarico ma sicuramente la gioia di una partita giocata al massimo, con tanto cuore. «Questi ragazzi sono sempre in grado di stupire, me come allenatore, i tifosi (festeggianti a fine partita ndr) e loro stessi. Hanno dato tutto, dal primo al’ultimo, giocando a grande ritmo e facendo la partita anche dopo essere rimasti in dieci. Furlan? Beh facile fare oggi il suo nome, ha giocato una gara che dimostra che è giocatore di altra categoria, ma sono contento ad esempio anche per Ingegneri, che ha ha esordito giocando al massimo i minuti che gli ho concesso». Asta ha vinto anche la partita sul piano tattico. «I complimenti ai miei vanno anche perché sono stati capaci di cambiare volto e modulo, dal 4 2 3 1 iniziale al 4 4 1 in 10, per finire con la difesa a tre. Questo dimostra abnegazione e un grande rispetto per la maglia che indossano». Sull’arbitro. «Ci sono partite in cui entrambe le squadre potrebbero recriminare, io credo che sia meglio continuare a far parlare il campo e non far nascere polemiche. I ragazzi hanno meritato la vittoria, lottando anche sotto di un uomo, credo che sia importante questo segnale».
Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Una gioia immensa, di quelle che fanno capire che il bivio è superato. E che adesso si può sognare. Bastava guardare in faccia Antonino Asta lunedì sera dopo il successo nel big-match con il Como per capire che il tecnico giallorosso ha fiutato aria di grandi imprese. E non a caso neppure la consapevolezza di dover affrontare il derby col Venezia senza Pietribiasi, Nolè, Bizzotto, Zanella e Cattaneo gli ha fatto perdere il buon umore. Battere una diretta concorrente come il Como in dieci contro undici quasi per un tempo è un segnale inequivocabile sulla strada della promozione. «Dire che sono felice è poco – esulta Asta – perché sapevo quanto difficile sarebbe stato questo passaggio della nostra stagione. Abbiamo vinto una partita che ci rende ancora più consapevoli della nostra forza. Siamo stati bravi a soffrire e a resistere nel momento peggiore portando a casa una vittoria di importanza incalcolabile». Il settimo gol stagionale di Nolè su calcio di rigore conferma ancora una volta quanto felice sia stata l’intuizione di Werner Seeber l’estate scorsa. Il dg del Bassano ha messo l’ex Ternana in cima alla lista e lo ha inseguito fino a quando non ne ha strappato la firma: «Non potrei stare meglio – ammette il fantasista giallorosso – gioco in un ruolo che esalta le mie caratteristiche e la squadra va a mille. Cosa potrei chiedere di più?». Per ora niente, fra qualche settimana chissà…
Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Ieri sui social network circolava una foto di Tonino Asta all´uscita della pizzeria nel post partita col Como assieme ai tifosi. Lì a fianco il suo vice Frank Farina radioso anche perchè forse a pancia piena dopo una lunga serata e Asta invece trasfigurato dalla stanchezza e con l´adrenalina evidentemente in discesa libera. Il nocchiero virtussino ha vissuto la gara come se ci fosse lui a spolmonarsi in campo. «È stata un´emozione unica – assicura Tonino – vedere i ragazzi lottare e addirittura attaccare prendendo l´iniziativa in 10 contro 11 mi ha emozionato a mille, con la gente che ci incitava e un gran bel colpo d´occhio al Mercante. L´abbiamo agguantata col cuore e con l´equilibrio, aver riacchiappato il primato non muta i programmi: ai miei chiedo concentrazione totale domenica dopo domenica, anche a Venezia dove saremo in piena emergenza: Pietribiasi fermato per due turni (salterà entrambi i derby, anche quello col Real Vicenza, ndr), Nolè e Bizzotto stoppati una giornata, Zanella fuori uso e Cattaneo in forte dubbio. Vorrà dire che chiederemo gli straordinari agli altri, per me ci sono 20 titolari e tutti sanno di dover lavorare per il bene comune». «Sarà durissima in Laguna – aggiunge – ma lo spirito di questo gruppo mi conforta».
Poi un ragguaglio tattico. «Una volta in dieci ci siamo riorganizzati con un 4-4-1-1 di grande presa: aggressivi, ugualmente in pressing e di slancio. Senza concedere niente. Poi l´impennata di Nolè ha sterzato la faccenda». Detto che il Bassano ha rimediato pure mille euro di multa per i cori dei suoi tifosi contro l´arbitro, un inedito al velodromo, Simone Iocolano, altro protagonista Virtus ragiona da capitano vero. «Sono orgoglioso della mia squadra (Ioco dice proprio così, parlando da capotribù, ndr), abbiamo dato tutto, volevamo riprenderci il comando per la gioia di vivere ancora sensazioni del genere e farle assaporare a chi ci segue. È stata una notte magica ed è gratificante coinvolgere chi ci segue». Andrea Ingegneri all´esordio assoluto dopo una lunga sosta in riparazione ai box è il ritratto della felicità. «Notte da incorniciare, in 10 Asta ci ha chiesto di raddoppiare rabbia e determinazione. Si è visto direi». Eccome.
Ore 16.30 – Queste le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino”, “Gazzettino” e “Corriere del Veneto” da Fabrizio De Poli: “Ieri abbiamo disputato la peggior partita del campionato. Troppi errori individuali? Abbiamo sbagliato a livello di collettivo, faticavamo anche nelle ripartenze… Ferretti? Ha una semplice contrattura al flessore della coscia destra, oggi e domani farà scarico e venerdì valuteremo le sue condizioni. Anche Petrilli ha una contrattura. Tiboni? È disponibile per domenica. Cunico non si allenerà in quanto influenzato, e lo era già ieri. Mercato? Entro sabato 29 vanno fatte le risoluzioni di cessioni temporanee, in poche parole se un giovane che gioca da noi è tesserato con una squadra professionistica dobbiamo richiedere lo svincolo a chi ne possiede il tesserino. L’abbiamo richiesto per Bruzzi, Montinaro e Bragagnolo, e dunque stiamo aspettando le risposte di Livorno, Lecce e Vicenza. Genny Russo e Luca Formigoni sono sul mercato. E se qualcuno si sente sacrificato o poco utilizzato ce lo dica senza problemi… Pellicanò? Il ragazzo non vuole venire a Padova, preferisce rimanere a Belluno. Cremonini del Dro? Non l’abbiamo mai contattato. Zanardo? No… Zubin? Credo che andrà all’AltoVicentino. Marcelo Fernandes? Qualora decidessimo di tesserarlo poi bisognerà attendere il transfer internazionale, ma portando lo svincolo della società a cui è legato si accelererebbero i tempi. Da parte del giocatore e degli investitori c’è già la volontà, ora dobbiamo valutarlo. Rondon? Ho parlato in generale coi dirigenti dell’Este ma non muovono nessuno. Bearzotti? È un esterno alto, ci interessa”.
Ore 16.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella ancora in corso.
Ore 15.20 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto per le riserve di ieri. In campo anche Tiboni e Marcelo Fernandes.
Ore 15.00 – Qui Guizza: gruppo diviso in due tronconi, lavoro defaticante per i titolari di ieri. Assenti Ferretti e Petrilli, fermati da una contrattura. Influenza per Cunico.
Ore 14.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento. In borghese a bordo campo Nichele e Cunico.
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Il Vicenza è in attesa della risposta della Fiorentina per il prestito dell’attaccante danese di origine ivoriana Kenneth Dahrup Zohore. Cugino di secondo grado di Drogba, ha appena terminato la stagione in Svezia nell’Ofk Goteborg. Il suo ingaggio sarebbe possibile senza dover rescindere il contratto con un componente della rosa, perché si tratta di un under 21 (è nato il 31 gennaio del 1994). In ogni caso Zohore potrebbe essere utilizzato solo dalla riapertura ufficiale del mercato a gennaio, quindi dopo la pausa natalizia, ma Marino avrebbe tutto il tempo per tastarlo. In ogni caso sarà solo un antipasto di quanto accadrà tra poco più di un mese, come ha confermato lo stesso direttore generale Andrea Gazzoli al termine della partita con il Cittadella. Devono essere infatti colmati i vuoti lasciati in avanti a causa dei gravi infortuni subiti da Ragusa e Maritato, anche se quest’ultimo, premiato al Galà del calcio triveneto come miglior biancorosso della passata stagione, ha confessato che spera di poter rientrare a febbraio. E il nome più quotato è quello di Matteo Ardemagni, di proprietà dell’Atalanta, che non trova spazio a La Spezia. Moretti e Di Gennaro, intanto, sono stati squalificati per un turno e non giocheranno sabato a Varese.
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Sarà che è stato l’ultimo tecnico a portare il Vicenza al primo posto in serie B nel lontano campionato 2002-2003. Sarà perché i suoi ritorni al Menti alla guida di Atalanta, Bologna, Sassuolo e Verona sono sempre stati contraddistinti da contestazioni e polemiche. Ma anche lunedì, premiato per il secondo anno come miglior allenatore al Galà del Calcio Triveneto per i risultati ottenuti alla guida del Verona, Andrea Mandorlini ha finito per parlare del Vicenza. Stavolta niente fischi, ma solo applausi per lei. «Eh sì, ma era una platea di studenti, non si possono ricordare quello che è successo. Mi preme ancora una volta sottolineare che, al di là dì quello che si è detto, io qui sono stato benissimo. Finché ho allenato il Vicenza è stato vero amore; poi ci siamo lasciati male, ma a qualcuno ha fatto comodo far credere alla gente che fosse tutta colpa di Mandorlini». A chi si riferisce? «Alla dirigenza di allora. Il salto di qualità definitivo che ci avrebbe permesso di tornare in serie A lo avrebbe dovuto fare la società, non Mandorlini da solo. A gennaio eravamo in testa alla classifica e chiesi un rinforzo, ma mi dissero di no. Io in ogni caso a Vicenza ho ancora ottimi rapporti con persone che stimo, come il ds Paolo Cristallini e l’allenatore del Real Vicenza Michele Marcolini, entrambi miei giocatori in quella stagione». Lei ha avuto anche Andrea Cocco due anni fa a Verona. «Sì, diede il suo contributo per la promozione in A, anche se purtroppo venne condizionato da due infortuni subiti al suo arrivo e dopo che si era appena ripreso. È un ottimo attaccante per la categoria, il Vicenza ha fatto bene ad affidarsi a lui». Pensa che anche Marino possa rappresentare la scelta giusta per la salvezza? «Sì, lo stimo molto, ha grande esperienza, fa giocare bene le sue squadre ed ha un vice in gamba come Mezzini». Si è chiusa invece con un esonero l’esperienza alla Casertana di un altro ex, Angelo Gregucci, dopo la sconfitta di Melfi nonostante il quinto posto.
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ senza dubbio uno dei giocatori che finora hanno espresso il rendimento più alto, forse anche oltre le attese di tifosi ed addetti ai lavori. Lorenzo Laverone è arrivato in estate al Vicenza dal Varese quando la compagine biancorossa era ancora iscritta al campionato di Lega Pro, ma il tornante di Bagno a Ripoli aveva accettato le proposte della società berica senza pensarci su due volte. «A luglio avevo richieste anche da società di serie B – ricorda Laverone – ma il Vicenza è stata la squadra che mi ha voluto con maggior decisione, superando anche qualche ostacolo che si è presentato durante la trattativa con il Varese. Per questo non ne ho fatto una questione di categoria, una scelta che si è rivelata giusta e fortunata perché a Vicenza mi sto trovando molto bene, e perché alla fine gioco in serie B ». Laverone è uno dei punti di forza di questo Vicenza, lo era prima con Giovanni Lopez, lo è adesso con Pasquale Marino. «Con Lopez in panchina giocavo da quinto di destra in difesa, adesso con il nuovo mister sono stato schierato esterno destro basso e nelle ultime partite da tornante offensivo. Sono ruoli diversi tra loro ma che mi consentono di mettere in risalto le mie caratteristiche di corsa e di generosità, per cui non ho problemi particolari e sono abbastanza soddisfatto del mio rendimento finora. Ho questa peculiarità, mi so adattare a giocare in diverse zone del campo, nel calcio di oggi credo che sia senza dubbio un vantaggio che io cerco di sfruttare al massimo». Dopo quindici giornate i punti ottenuti dal Vicenza sono 17, un bottino che tiene il Vicenza appena fuori dalla zona più a rischio. «La nostra difficoltà più grande – spiega Laverone – l’abbiamo incontrata all’inizio, quando a campionato iniziato il gruppo ha visto arrivare una decina di giocatori e si è dovuta ricostruire l’amalgama in campo e fuori. Per fortuna questo è un ottimo gruppo, composto da bravi ragazzi che stanno tutti lavorando per il bene del Vicenza. In serie B la compattezza e l’unità di intenti sono elementi determinati per fare bene, questo mi fa ben sperare per il futuro». Futuro che sabato porterà il Vicenza a Varese, l’ex squadra proprio di Laverone.« La stagione scorsa è stata molto complicata e alla fine l’aver vinto i playout è il ricordo più bello. Sabato non avvertirò particolari emozioni, darò tutto per il Vicenza come ho fatto finora». Magari, dopo aver confezionato cinque assist-gol per i compagni, provando a trovare la rete dell’ex. Al Vicenza servono i tre punti allo stadio Ossola per uscire del tutto dalle zone più pericolose della classifica ma anche un pari, per muovere comunque i punti, potrebbe andar bene. L’ex varesino non sembra badare più di tanto a firmare una rete. «Di gol ne ho fatti sempre pochi in carriera – sorride Laverone – il mio record è di due reti quando giocavo a Nocera, quindi se segno io è un evento… Piuttosto sono davvero contento di aver mandato a segno i miei compagni già cinque volte: è un dato che mi gratifica non poco». Una soddisfazione per Lorenzo grande quasi come la recente laurea in Economia aziendale, un traguardo non da poco. «Una grande gioia ed una grande emozione. Dopo i primi esami ho voluto fortemente portare a termine gli studi e – scherza il difensore biancorosso — dopo la laurea il Vicenza mi ha affidato la responsabilità della gestione della cassa-multe».
Ore 13.40 – Giudice sportivo: una giornata di squalifica per Marco Cunico e Matteo Nichele, che nella partita di ieri hanno collezionato la quarta ammonizione stagionale.
Ore 13.20 – (Gazzettino) Le decisioni arbitrali che nel secondo tempo del derby di Vicenza si sono abbattute sul Cittadella hanno avuto ieri il loro prevedibile strascico. Il giudice sportivo ha inflitto due giornate di squalifica a Alessandro Sgrigna “per avere rivolto all’arbitro una espressione ingiuriosa”; un turno di stop ad Antonio Barreca (doppia ammonizione “per comportamento scorretto nei confronti di un avversario”). Fermato anche il direttore generale Stefano Marchetti, reo di avere proferito “al 34′ del secondo tempo una espressione blasfema”. Ammonito con diffida il tecnico Claudio Foscarini, pure lui espulso nella ripresa al Menti su segnalazione del quarto uomo, “per avere contestato platealmente l’operato dell’arbitro uscendo dall’area tecnica”. Fra i quattro ammoniti (Pellizzer, Rigoni, De Leidi e Valentini) scatta la diffida per Nicola Rigoni. Ovviamente il più bastonato è Alessandro Sgrigna che ieri non ha voluto rilasciare dichiarazioni. «Non è questo il momento – ha tagliato corto – è meglio che non parli». Nel dopo partita sabato scorso il fantasista romano aveva ammesso di aver sbagliato a protestare dopo l’ennesimo fallo subìto e non rilevato, ma aveva precisato di non avere offeso l’arbitro Pairetto. Poco propenso a tornare sulla partita del Menti anche Claudio Foscarini, che si limita a commentare solo il provvedimento che lo riguarda: «Accetto la sanzione per ciò che concerne la mia uscita dall’area tecnica, ma non il resto perchè non ho detto nulla sull’operato dell’arbitro. Sulle altre decisioni preferisco non esprimermi, eventualmente c’è il direttore Marchetti per le considerazioni della società». Il direttore generale del Cittadella non ha gradito la sua squalifica e afferma: «Dopo l’assegnazione del rigore al Vicenza sono uscito da solo dal campo, come ho fatto altre volte. Non sono stato espulso e sinceramente se ho fatto qualche imprecazione non appropriata non me ne sono accorto. In quei momenti la tensione era tanta». Sugli altri provvedimenti del giudice sportivo, conclude: «La squalifica di Sgrigna era nell’aria. Dispiace perchè questo suo errore ci priverà per due giornate di un giocatore importante». SQUADRA. Gerardi si è allenato ieri a parte; con lui anche Palma, Schenetti e Signorini. Busellato e Barreca, convocati nell’’Italia under 21 di serie B, saranno in campo oggi a Vercelli nell’amichevole con la Russia.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Corre talmente tanto che è servita una squalifica per farlo star fuori. Antonio Barreca è stato fermato per un turno dal giudice sportivo dopo la doppia ammonizione nel derby con il Vicenza. È andata peggio ad Alessandro Sgrigna, sospeso per due giornate “per avere rivolto all’arbitro un’espressione ingiuriosa” e costretto a saltare, oltre alla prossima sfida con il Brescia, anche la trasferta di La Spezia del 6 dicembre. La mano pesante del giudice Emilio Battaglia ha colpito pure il d.g. Stefano Marchetti (un turno di stop per “espressione blasfema”, rilevata dal quarto uomo al 34’ della ripresa), e a completare il quadro ci sono le ammonizioni con diffida a Claudio Foscarini e al medico sociale Ilario Candido, reo, anch’egli, di “avere contestato platealmente l’arbitro”. Peggio che andar di notte. Ed è inevitabile partire da qui parlando con il 19enne Barreca, che fino alla gara con il Vicenza non aveva saltato un solo minuto. «Francamente il secondo cartellino giallo non l’ho capito. Non solo c’è stato un normale contatto di gioco, ma addirittura il pallone era uscito dal campo, quindi, stando alla logica, non doveva nemmeno essere fischiato il fallo», afferma il terzino sinistro granata, da ieri a Vercelli, assieme a Busellato, per disputare con la B Italia l’amichevole contro i pari categoria della Russia, a mezzogiorno di oggi al “Piola”. «E qualche dubbio ce l’ho anche sull’episodio del rigore, che poteva essere assegnato come no». Due episodi che hanno compromesso quella che sin lì era stata la miglior partita del Citta ultimamente. «È vero, abbiamo giocato un grande primo tempo, mettendo in campo umiltà e determinazione. Ci è mancato solo il cinismo, perché, se fossimo andati al riposo avanti 2 o 3 a 0, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire». Sul piano personale si aspettava una stagione come questa? «Sono venuto al Cittadella per giocare, e perché sapevo che questa società sa valorizzare i giovani. Sinceramente, però, non pensavo di essere sempre in campo. Intendiamoci: sono più che contento». La stanchezza pesa? Ad un certo punto Foscarini ha provato anche il 3-5-2 per agevolare lei e l’altro stakanovista Cappelletti. «L’ho avvertita un po’ nel periodo in cui giocavamo ogni due giorni, ma adesso che il calendario si è “normalizzato”, non esiste quel problema. Riguardo al modulo, in genere preferisco avere davanti a me un esterno alto a cui sovrappormi, com’è successo a Vicenza». Al Torino, che detiene il suo cartellino, c’è chi si stropiccia gli occhi a guardarla, complice la stagione non esaltante di Molinaro. «Non nascondo che mi piacerebbe rientrare a giocarmi le mie carte in serie A, anche perché, se ci pensate, non sono in tanti a ricoprire il mio ruolo in Italia. Ma è un’opportunità che potrò sfruttare solo giocando bene qui a Cittadella». La squadra. Doppio allenamento ieri al Tombolato, con mattinata trascorsa in palestra e pomeriggio passato sul campo. Sarà così anche oggi, per l’ultimo bi-giornaliero della settimana che porterà alla gara casalinga con il Brescia, sabato (ore 15) al Tombolato. Fuori dal gruppo a disposizione di Foscarini i “soliti” Lora, Schenetti e Signorini, ma anche Busellato e Barreca, che rientreranno soltanto domani sera dalla tre giorni azzurra. Busellato rientrerà dopo aver scontato il suo turno di stop, al pari di Scaglia, che, dal canto suo, tornerà a formare la coppia al centro della retroguardia assieme a capitan Pellizzer, con De Leidi presumibilmente spostato a sinistra.
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Barbara Carron lascia la presidenza onoraria dell’Atletico San Paolo. È durata appena quattro mesi l’avventura di Lady B nell’organigramma societario gialloblù e a comunicare la decisione è stata la stessa ex vice presidente biancoscudata con un messaggio apparso ieri sulla propria pagina Facebook: «Bene», si legge. «Meglio, non bene. Terminata la mia avventura nel calcio. Anche se sono convinta che persone come me avrebbero molto da dare (perché il dire è ormai superfluo) in questo mondo. Love football». Un messaggio che sembra presagire a un addio totale all’ambiente calcistico, anche se per il momento Lady B non ha voluto commentare ulteriormente il suo addio, spiegando solo che è stato a causa di: «Vedute divergenti». Dispiaciuto il presidente del San Paolo Tramonti: «Non condivideva alcune cose, ma ci siano lasciati in maniera amichevole e la ringrazio per quanto ha fatto. Società in difficoltà economica? Assolutamente no, siamo regolari con i pagamenti».
Ore 12.30 – (La Nuova Venezia) La Clodiense non concede sconti alla voglia di primato del Padova e frena la squadra biancoscudata con una prestazione maiuscola, probabilmente la migliore della stagione. Una grande soddisfazione dunque per la squadra chioggiotta che porta a casa un punto che vale come una vittoria. Il colpo d’occhio che offre l’Euganeo è da serata di gala. Il terreno non risente per nulla del match test di rugby che sabato ha visto di fronte Italia e Sudafrica e allora niente scuse per i giocatori se qualche giocata non riesce bene. Alla Clodiense potrebbero anche tremare le gambe visto il palcoscenico, ma in realtà è il Padova che fatica non poco ad inizio gara ad impostare il proprio gioco. Andrea Pagan recupera Mastroianni e quindi non snatura il suo 4-3-1-2. Davide Berto e Moretto in trincea hanno il compito di guardare a vista Ferretti che, in effetti, la vede piuttosto poco. Mazzetto gode di qualche libertà di troppo sulla destra e riesce spesso a scodellare qualche pallone in mezzo piuttosto interessante. Con il passare di minuti è addirittura la squadra granata a prendere coraggio e a rendersi decisamente più pericolosa rispetto agli uomini di Parlato che paiono invece impacciati ed imprecisi. Di conseguenza il vero primo squillo della gara è di marca chioggiotta quando al 14′ un cross di Mazzetto che si impenna all’interno dell’area di rigore padovana semina il panico davanti a Petkovic che si salva in corner. Ancora Pelizzer ci prova al 17′ dalla distanza senza fortuna. Al 24′ il gelo scende sull’Euganeo quando Pelizzer gira una palla all’accorrente Piaggio che da ottima posizione calcia sull’esterno della rete. Lo scampato pericolo scuote il Padova che prova a mettere il naso fuori dalla propria metà campo e si fa sentire con un tiro centrale dell’ex Busetto (27′). Al 31′ si vede finalmente Ferretti che cerca di liberarsi all’altezza del dischetto del rigore finendo però per essere stoppato dai difensori granata. La doccia fredda per i tifosi di casa arriva al 33′ quando proprio l’argentino deve lasciare il posto a Pittarello a causa di un infortunio. E la partita perde così un protagonista sicuro. Il Padova insiste e dopo un tentativo di Pittarello (36′) arriva al 39′ il gol scaccia incubi: primo tentativo di Cunico respinto da Okroglic, non riesce a liberare bene la difesa lagunare e palla che arriva a Nichele che dal limite fulmina Okroglic con un tranciante micidiale in diagonale. La Clodiense accusa il colpo e reagisce solo timidamente e accetta di arrivare al riposo con il minimo scarto. Mossa azzeccata perchè Mazzetto al 18′ estrae dal cilindro una girata strepitosa mettendo all’incrocio la palla che regala il meritatissimo pareggio alla Clodiense. Nel finale il Padova cerca di arrivare alla vittoria, ma la Clodiense gestisce la situazione bene e merita questo punto quasi storico.
Ore 12.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6, Dionisi 6, Setinelli 6, Niccolini 6, Degrassi 5.5, Nichele 7, Mazzocco 6, Ilari 5.5, Cunico 5.5 (Aperi S.V.), Busetto 5.5 (Segato 6), Ferretti 6 (Pittarello 6).
Ore 12.00 – (Gazzettino) Parlato passa al 4-3-1-2 per dare più continuità all’azione offensiva ed è tutta un’altra musica. Come già l’altra domenica, Pittarello rompe subito il ghiaccio e dopo qualche minuto offre un assist d’oro a Ilari che però non dimostra la freddezza necessaria davanti alla porta. Ed è di nuovo Pittarello ad avviare l’azione che porta all’1-0 (39’): la prima conclusione di Cunico viene respinta dal portiere, sul pallone si avventa in corsa Nichele che dal limite indovina un micidiale sinistro a incrociare che non dà scampo a Okroglic. Parlato ridisegna di nuovo la squadra dopo l’intervallo. A uscire è Busetto, al suo posto Segato che si abbassa davanti alla difesa. La Clodiense parte a testa bassa e sfiora subito il pareggio. Mastroianni vince il duello fisico con Dionisi e tocca al centro per l’accorrente Santi che però proprio nel momento decisivo perde l’equilibrio e l’opportunità sfuma. I veneziani concedono inevitabilmente qualche spazio in più alle ripartenze del Padova che in due occasioni va vicino al raddoppio. Nella prima circostanza Pittarello e Cunico si ostacolano al momento del tiro, nella seconda è Mazzocco a colpire debolmente di testa da posizione favorevole. La Clodiense dimostra di crederci e al 18’ acciuffa il pareggio. Il merito è tutto di Mazzetto che raccoglie un pallone vagante al limite dell’area e fa partire un bolide che si insacca quasi sotto l’incrocio. La reazione dei biancoscudati è soprattutto nervosa. Mazzocco e Ilari sprecano due situazioni favorevoli per troppo egoismo. Aperi per Cunico è l’ultimo cambio di Parlato. Gli ospiti passano alla difesa a cinque, il Padova dà fondo alle sue residue energie nel tentativo di riportarsi in vantaggio, ma il suo arrembaggio finale difetta di lucidità e così il risultato non cambia. La Clodiense può esultare, Parlato si rammarica per l’occasione sprecata e guarda con preoccupazione alla trasferta di domenica a Sacile dove oltre a Ferretti dovrà rinunciare a Cunico e Nichele, per i quali è in arrivo un turno di squalifica.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Al Padova non riesce il sorpasso sull’Altovicentino. Merito di una irriducibile Clodiense che prima ha saputo acciuffare l’1-1 con l’ex Mazzetto (Nichele aveva portato in vantaggio i biancoscudati) e poi è riuscita a resistere all’assalto finale della truppa di Parlato, al secondo pareggio di fila all’Euganeo. Poche le note positive nella serata del Padova, apparso poco lucido nello sviluppo del gioco e ancora una volta incapare di gestire il vantaggio. Già dall’avvio si capisce che gli ospiti sono arrivati all’Euganeo senza timori reverenziali. Il 4-3-1-2 di Pagan funziona a meraviglia: difesa che chiude tutti gli spazi, centrocampo dinamico e tridente d’attacco bravo a far salire la squadra. Decisamente poco fluida è invece l’azione biancoscudata, con il rientrante Ferretti troppo isolato davanti e Cunico che fatica a sottrarsi alla stretta marcatura degli avversari. Non decolla neppure la spinta sulle fasce, spesso l’arma vincente del Padova. Il primo squillo è di marca ospite: il pallone calciato a centro area da Mazzetto mette in imbarazzo la retroguardia di casa che si salva in angolo. Poco dopo ci prova Pellizzer, abile a strappare la sfera dai piedi di Nichele. Il suo sinistro è potente, ma manca di precisione. Parlato vede la sua squadra in difficoltà e inverte la posizione dei due esterni (Busetto va a destra e Ilari sulla corsia opposta). La mossa non cambia l’inerzia della gara ed è sempre la Clodiense ad arrivare con più facilità nell’area avversaria. Pregevolissima la combinazione palla a terra tra Pellizzer, Mastroianni e Piaggio, il cui sinistro radente sibila a un passo dal palo. Finalmente si sveglia il Padova alla mezz’ora. Il lancio di Mazzocco è illuminante, stop volante di Ferretti che però al momento di battere a rete da posizione favorevole non trova la coordinazione e si fa sbarrare la strada da Okroglic. Nella circostanza l’attaccante argentino accusa un problema muscolare ed è costretto a chiedere il cambio. Entra il giovane Pittarello e i biancoscudati quasi di colpo si scuotono.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Alla squadra è mancato il gioco sulle fasce. «È quello che avevo chiesto ai ragazzi, purtroppo non siamo riusciti a farlo. Non si è vista una sovrapposizione, eravamo lenti nel pensiero e nelle gambe. Avevo deciso di passare alle due punte ancora prima dell’infortunio di Ferretti, e con due attaccanti la squadra ha trovato vivacità. Domani (oggi per chi legge, ndr) ci confronteremo con i ragazzi, e chiederò a loro perché non sono state fatte le cose». E ancora: «Ci può stare di pareggiare, ma la prestazione lascia amaro in bocca a tutti. Questo campionato si vince con un po’ di carattere in più quando la squadra non si esprime bene. E quando non si esprimono al meglio due, tre, quattro elementi, fai fatica». Gustavo Ferretti racconta il suo forfait: «Ho sentito indurire la gamba destra, il medico mi ha detto che dovrebbe essere solo una contrattura. Farò gli esami nelle prossime ore, ma non ho sentito il dolore dell’altra volta. Sono deluso perché mi sta girando un po’ storta, è da tanto che non faccio novanta minuti».
Ore 11.30 – (Gazzettino) «Ho visto l’allenatore un po’ triste, ma non c’è ragione di abbattersi per il pareggio ottenuto con qualche difficoltà. Forse siamo stati eccessivamente puniti dall’aspettativa della partita». Sono le prime parole pronunciate nel dopo-gara del presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin, che poi aggiunge: «È mancato qualcosa. Comunque un punto importante che ci consente di restare in testa alla classifica e di continuare a credere all’obiettivo. Non ci sono critiche particolari da fare». Ecco proprio il tecnico Parlato: «Un passo indietro nella prestazione. Di sicuro non mi è piaciuto il primo tempo, non abbiamo trovato gli equilibri per creare problemi alla Clodiense. Nella ripresa abbiamo preso gol quando meno ce lo aspettavamo». Quindi va avanti: «Siamo sempre primi, anche se è vero che ci aspettavamo tutti una vittoria, a cominciare dal sottoscritto. Nella prima frazione non siamo riusciti a trovare la chiave giusta, e potevamo anche prendere gol. Nella ripresa hanno trovato un eurogol nel nostro momento migliore. Dobbiamo comunque guardare avanti con fiducia, nella prossima partita abbiamo squalificati Nichele e Cunico e dobbiamo valutare le condizioni di Ferretti. Perdere nel primo tempo un giocatore come lui non è cosa da poco, anche se Pittarello ha fatto il suo dovere».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Procedono le operazioni del Padova 1910 per evitare il fallimento. La scorsa settimana si è tenuto in uno studio legale di Brescia un incontro al quale hanno partecipato il presidente Diego Penocchio e Luca Baraldi, quest’ultimo nel ruolo di consulente della Unicomm: negli ultimi tempi, più che con il cavaliere Marcello Cestaro, il manager avrebbe tenuto i contatti con il resto della famiglia e con il direttore finanziario Pulcini. E dato che gli uomini della Unicomm non potevano partecipare al suddetto incontro essendo in programma un cda, è stato mandato Baraldi. Stando ai rumors, l’iter sarebbe ancora abbastanza lungo, anche se le procedure stanno andando avanti in un clima che sembrerebbe essere all’insegna della fiducia, nel senso che ci sarebbero tecnicamente le condizioni per scongiurare il fallimento della società. Quanto a Baraldi, negli ultimi giorni non ha accettato l’incarico di consulente propostogli dal presidente Ghirardi del Parma, club nel mezzo di una grave crisi economica. E come non ricordare che nel giugno scorso la magistratura ha avviato un’inchiesta per fare luce sui rapporti tra il club biancoscudato e quello ducale.
Ore 11.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Una serata storta capita anche ai migliori”) Ecco, questo è uno dei momenti delicati che avevamo messo in conto di dover affrontare, e gestire, nel corso della prima parte della stagione. Perché non puoi andare sempre a mille – e i due pareggi in casa consecutivi ne sono la riprova – e perché è umano che una rosa costruita in poche settimane e assemblata cammin facendo, con una preparazione forzata, patisca talvolta avversari che le giocano sempre contro come se per loro fosse la partita della vita. E allora nervi saldi e massima concentrazione, con l’ambiente che dovrà fare ora la sua parte, con maturità e intelligenza, aiutando il più possibile Parlato e i suoi ragazzi. I quali sono sempre primi, non dimentichiamolo, e stanno tirando la carretta in modo encomiabile. A parte la qualità dei granata di Pagan, stavolta diverse cose non hanno funzionato, prima fra tutte la fluidità sulle corsie esterne, uno dei punti di forza del Padova. Il tecnico analizzerà con calma il perché e il percome di una prestazione obiettivamente inferiore alle attese e, forte della sua esperienza, che non ha rivali nella categoria, troverà i correttivi che serviranno per ridare brillantezza al motore, che ha battuto un paio di colpi a vuoto. Nessuno ti regala nulla, ricordiamocelo tutti. Ma tutti insieme dobbiamo ripartire con fiducia. I campionati si vincono così.
Ore 10.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Una serata storta capita anche ai migliori”) Capita anche ai migliori. E il Padova, sino a prova contraria, è una delle due capolista del girone C della serie D, dunque al top della categoria. Una serata storta, per molti giocatori a dire il vero, e la conseguenza è stata un calcio all’illusione che il gol di Nichele – un bel gol, trovato finalmente con il tiro da lontano – avesse risolto di colpo i problemi emersi nella prima mezz’ora della sfida. Si ritorna a braccetto con l’Altovicentino e probabilmente è giusto così. Attenzione, però, perché questa dodicesima giornata rilancia prepotentemente le azioni del Belluno, capace di ridurre a tre i punti di distacco dalla coppia al vertice e, dunque, di nuovo in corsa per fare da terzo incomodo nella lotta a due. Il calendario ci ha messo lo zampino, quasi presagisse che a questo punto del girone d’andata ci sarebbe stata la… frenata delle battistrada: domenica prossima la squadra di Cunico (allenatore) sarà di scena a Valdagno proprio contro i gialloblù, mentre i Biancoscudati affronteranno la Sacilese, altro cliente pericoloso, sul suo campo. E lo faranno senza tre pedine di spessore come Cunico (il capitano), Nichele (il migliore ieri) e quasi certamente Ferretti (il bomber). Un dazio pesantissimo da pagare, in un momento in cui il gruppo tradisce un comprensibilissimo logorìo da alta quota.
Ore 10.40 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6, Dionisi 6, Setinelli 6, Niccolini 6, Degrassi 5.5, Nichele 7, Mazzocco 5.5, Ilari 5.5, Cunico 5 (Aperi 5.5), Busetto 6 (Segato 6), Ferretti 5.5 (Pittarello 5.5).
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) L’ingresso “forzato” di Pittarello, permette a Parlato di avere un under in più in campo. Occasione che il tecnico sfrutta subito, lasciando negli spogliatoi Busetto per rinforzare il centrocampo con l’ingresso di Segato. Si passa al 4-3-1-2 con Ilari e Pittarello che provano a giocare vicini e il Padova che si mostra più sciolto rispetto alla parte iniziale del primo tempo. Cunico e Mazzocco vanno due volte vicini al raddoppio e i Biancoscudati sembrano avere in mano la gestione della partita fino alla doccia gelata, che arriva al 18’. Sugli sviluppi di una rimessa laterale, la difesa del Padova non libera bene il pallone, che arriva sui piedi di Mazzetto al limite dell’area. Il numero 7 granata si inventa una girata splendida che si insacca sotto l’incrocio. Tutto da rifare, con l’ansia di non riuscire a rimettere in piedi la gara che assale immediatamente il Padova. Gli attacchi si fanno costanti ma confusi e tanti giocatori si incaponiscono nel voler risolvere da soli la partita. Nell’ultimo quarto d’ora Parlato lancia il tridente, sostituendo Cunico con Aperi, ma nonostante il forcing finale la Clodiense alza il muro e riesce a blindare il pareggio.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il Padova è quasi irriconoscibile, anche quando Parlato a metà tempo, ricorre alla consueta mossa di invertire gli esterni d’attacco. Un cambio che giova quantomeno a Busetto che si rende pericoloso sulla destra, prima con un tiro da fuori bloccato dal portiere, quindi con un cross che pesca Ferretti al centro dell’area. El Rulo, al 30’, riesce a controllare bene il pallone con il petto, ma al momento di provare la conclusione si allunga troppo la sfera e viene anticipato da Okroglic. Come se non bastassero le difficoltà iniziali biancoscudate, ci si mette di mezzo ancora la sfortuna, visto che proprio in occasione del gol mancato, Ferretti rimane a terra dolorante ed è costretto ad uscire per un problema muscolare alla coscia destra. Quella opposta (meglio di niente) alla gamba già infortunata a fine settembre. Al suo posto entra Pittarello, ma la mazzata del nuovo stop di Ferretti, invece di abbattere maggiormente l’undici di Parlato, funge da scossa. Prima è lo stesso Pittarello a fuggire sulla sinistra, mettendo al centro un pallone sul quale Ilari non arriva per un soffio, quindi è Nichele a far esplodere l’Euganeo. È il 39’ quando dopo un’azione sulla destra, Cunico ha lo spazio per andare al tiro, ma la sua conclusione viene ribattuta dal portiere. Sulla respinta il più veloce ad avventarsi sulla sfera è Nichele, che con un gran sinistro di prima intenzione, insacca a fil di palo il suo primo gol in questo campionato.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Missione fallita. Il Padova non riesce ad approfittare del mezzo passo falso dell’Altovicentino e raccoglie solo un pareggio con la Clodiense, restando in testa alla classifica ma sempre a parimerito con i rivali. Nel posticipo dell’Euganeo finisce 1-1 una gara stregata, che fa registrare il secondo infortunio muscolare per Ferretti e le ammonizioni di Cunico e Nichele che saranno squalificati in vista di Sacile. Proprio Nichele aveva portato in vantaggio il Padova nel primo tempo, prima del pareggio di Mazzetto nella ripresa che ha sancito un pareggio in fin dei conti giusto, dopo una gara poco brillante da parte della formazione biancoscudata. Ritorno all’antico. Parlato rinuncia ancora al suo regista, Segato, per lasciare Mazzocco in mezzo al campo, avanzando Busetto come ala, nel ritorno al 4-2-3-1. L’avvio è blando e anche piuttosto noioso, con il Padova che non riesce a cambiare marcia in attacco. La Clodiense gioca in maniera ordinata e nemmeno troppo timorosa. Oltre alla maglia granata, anche l’impronta di gioco della formazione adriatica ricorda in qualche modo il Cittadella, visto che in panchina c’è Andrea Pagan, ex tecnico della Primavera del Citta, dalla quale si è portato dietro anche un centrocampista interessante come Piaggio. Ed è proprio sui piedi di quest’ultimo che al 24’ capita la prima occasione della partita, con il destro velenoso dalla distanza che sibila il palo alla sinistra di Petkovic.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Adesso bisogna guardare avanti, perché solo quattro giorni separano il Padova dalla trasferta a Sacile: «C’è rammarico, ma ci attende una gara ancora più dura. Vedremo cos’ha Ferretti nei prossimi giorni, sembrerebbe una contrattura e perderlo sarebbe un danno enorme oltre alle squalifiche di Cunico e Nichele. Bergamin. «Le aspettative erano ben diverse», ha ammesso il presidente Giuseppe Bergamin, che ha guardato la partita come sempre da una posizione defilata .«Ma non possiamo pensare di ammazzare il campionato. Non la vedo comunque come un’occasione persa, dobbiamo pensare solo a lungo termine: avremo altre occasioni per provare ad allungare in classifica«. Sponsor. È stata presentata ieri anche la partnership tra il Padova e Cib Unigas, che sosterrà il settore giovanile e comparirà sulle maglie da gioco delle squadre: «Siamo tifosi prima che sponsor«, le parole di Filippo Pancolini, titolare insieme al fratello Riccardo dell’azienda, «Vorremo che questa unione non si fermasse a questa stagione, ma continuasse anche per le prossime».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Dove finiscono i meriti della squadra chioggiotta, però, iniziano i demeriti di un Padova che non ha saputo giocare come sa: «Nel primo tempo non riuscivamo a trovare la chiave giusta per andare a prendere l’avversario, non tutti i giocatori hanno rispettato le attese. Loro siano arrivati fin troppo carichi alla partita, mentre noi siamo stati un po’ a guardare. Poi, nella ripresa, quando avremmo potuto raddoppiare ed eravamo nel nostro momento migliore, un eurogol ci ha punito». Movimenti ben lontani da quelli ammirati nelle due precedenti trasferte, giocatori al di sotto delle loro possibilità, e una fase offensiva balbettante hanno fatto sì che i sogni di gloria del Padova s’infrangessero sulla Clodiense: «Abbiamo fatto tanti errori», ammette Parlato, «Anche se perdere Ferretti dopo mezzora è stato un colpo non da poco. Avevo chiesto di giocare sulle fasce, ma non siamo mai riusciti a farlo: lenti nel pensiero e nelle gambe, non ci sono stati cambi di gioco né sovrapposizioni. Avevo fatto scaldare già Pittarello perché avevo visto questo limite della squadra, l’ho dovuto inserire per il guaio del Rulo e da lì in avanti abbiamo preso un po’ più di profondità. Ma il loro gol nasce comunque da un nostro errore: sono questi i dettagli di cui parlavo, quelli che spostano l’ago della bilancia delle partite».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) A furia di gol e vittorie, forse ci si era abituati anche troppo bene. Ed ecco che in un amen, tra Triestina e Clodiense, viene fuori che il Padova non sa più vincere in casa: dalla vittoria sul Belluno, datata 19 ottobre, che aveva lanciato la squadra di Parlato al primo posto in solitaria, sono arrivati solo due 1-1. E quello di ieri sera, a differenza di quello strappato – immeritatamente, si disse – dalla squadra alabardata, ha messo a nudo i limiti di una squadra che, in corrispondenza della serata no dei suoi uomini-chiave, va tremendamente in difficoltà. «È stato fatto un passo indietro nella prestazione», ammette Carmine Parlato, «E c’è grande rammarico perché anche se siamo sempre primi, tutti ci saremmo attesi una vittoria. Sinceramente credo che se avessimo vinto sarebbe stato un risultato bugiardo: la Clodiense è stata la miglior squadra vista sin qui all’Euganeo, ci ha sempre attaccato alta e ha messo sul campo un’intensità che nessuno fin qui aveva fatto vedere».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dalla grande paura a un mezzo sospiro di sollievo. Anche se il Padova dovrà restare ancora 24 ore con il fiato sospeso. Il nuovo infortunio muscolare del “Rulo” Ferretti, arrivato alla mezz’ora, potrebbe anche essere meno grave del previsto. E domenica con la Sacilese potrebbe anche esserci. Oggi il centravanti argentino che era rimasto ai box già qualche settimana fa, si sottoporrà agli esami di rito, sperando che non ci siano lesioni alla gamba destra: «Il massaggiatore mi ha detto che potrebbe essere solo una contrattura», ha spiegato Ferretti a fine partita. «Lo spero tanto, anche perché sono veramente deluso da questo nuovo incidente. Non ci voleva. Ero in area, avevo la palla buona ma al momento di calciare ho sentito il muscolo indurirsi e non sono riuscito a calciare. È la gamba opposta rispetto a quella del primo infortunio, ma mi sono fermato per precauzione. Spero non sia nulla, perché dopo tutti questi stop ho bisogno di giocare con continuità». Ferretti non fa drammi nemmeno per il pareggio: «Abbiamo giocato un po’ sottotono ma succede. Restiamo comunque in testa».
Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Petkovic 5.5, Dionisi 6, Setinelli 6, Niccolini 6.5, Degrassi 6, Nichele 7, Mazzocco 5.5, Ilari 5.5, Cunico 6 (Aperi S.V.), Busetto 6 (Segato 5), Ferretti 5.5 (Pittarello 5.5).
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il sunto dei primi 45 minuti è complessivamente positivo per Parlato, ma non è tutto oro ciò che luccica. A inizio ripresa, infatti, la Clodiense va ancora vicinissima al pareggio: Mastroianni lanciato a rete riesce ad anticipare per un nonnulla Petkovic, ma sul suo tocco nessuno è pronto a ribadire in rete per la comprensibile disperazione in panchina di Pagan. Il Padova migliora la qualità complessiva della manovra con l’ingresso di Segato per Busetto, prima con Cunico che si ostacola con Pittarello e poi con Mazzocco, autore di un colpo di testa troppo debole facilmente parato da Okroglic. La partita si apre e al 18’ arriva l’eurogol della serata: Mazzetto carica un destro straordinario che si insacca all’incrocio dei pali battendo l’incolpevole Petkovic. A nulla vale l’assalto finale, condotto con grande volontà ma senza grande precisione. L’1-1 è un colpo al cuore del Padova, che si getta in avanti senza però la lucidità necessaria. Finisce in pareggio e forse è giusto così.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Al 31’ Ferretti si libera in area, Okroglic gli chiude lo specchio e il centravanti argentino si tocca la coscia. Altro infortunio muscolare, braccio alzato a chiedere il cambio immediato fra lo sconforto di Parlato che allarga le braccia in panchina. Il dubbio è lecito: che il recupero dal precedente stiramento sia stato eccessivamente affrettato? Il tempo e le prossime diagnosi chiariranno tutto. Dentro, dunque, Pittarello e modulo che non cambia. Al 40’ arriva il vantaggio: Cunico si muove bene e si presenta solo di fronte a Okroglic che respinge il suo tiro a colpo sicuro. Sulla respinta Nichele arriva col passo giusto e scocca un sinistro formidabile che si incassa alla sinistra del portiere della Clodiense. Vantaggio meritato? Sì e no, ma quando la qualità complessiva del gruppo e dei singoli è tale da coprire qualche affanno che ci può stare, dopo una marcia trionfale che pare non fermarsi di fronte a nulla. Il finale di frazione porta un altro pericolo in area biancoscudata, con un diagonale di Santi che piega le mani a Petkovic, bravo a recuperare la posizione e a bloccare in due tempi dopo la prima respinta difettosa.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) A forza di infortuni, è evidente che le conseguenze prima o dopo dovevano arrivare. Il nuovo ko di Gustavo Ferretti porta con sé il secondo pareggio della stagione del Padova, che fallisce l’occasione per la mini-fuga dopo la frenata controllata domenicale dell’Alto Vicentino. Il pari a Fontanafredda della squadra di Cunico poteva essere lo slancio giusto per allungare, ma Carmine Parlato è troppo esperto per non fiutare il pericolo nell’aria. E dovrà rimandare l’appuntamento con la vittoria. Il pericolo pare già materializzarsi al 24’, quando Mazzetto serve Piaggio al limite dell’area, tiro a colpo sicuro e illusione del gol con l’Euganeo raggelato. La palla esce di un nonnulla alla destra di Petkovic. Il pericolo scuote il Padova, sin lì praticamente nullo sotto il profilo delle occasioni create. Poco dopo (27’) finalmente i biancoscudati danno un segnale di vita. Il diagonale di Busetto è preciso, Okroglic para in presa bassa con qualche difficoltà. La difficoltà a creare occasioni da rete è evidente, ma le brutte notizie non finiscono qui.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (tredicesima giornata, domenica 30 novembre ore 14.30): AltoVicentino-Belluno, Dro-Triestina, Kras Repen-Giorgione, Legnago-Clodiense, Montebelluna-Mezzocorona, Sacilese-Padova, Tamai-Mori Santo Stefano, Union Pro-Fontanafredda, Union Ripa La Fenadora-ArziChiampo.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: AltoVicentino e Padova 32, Belluno 29, Union Ripa La Fenadora 22, Sacilese 21, Montebelluna e Tamai 19, Clodiense 18, ArziChiampo 15, Fontanafredda e Legnago 14, Giorgione 13, Dro, Kras Repen e Union Pro 10, Mori Santo Stefano 6, Triestina 5, Mezzocorona 3.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della dodicesima giornata: ArziChiampo-Sacilese 1-0, Belluno-Legnago 3-1, Fontanafredda-AltoVicentino 1-1, Giorgione-Dro 3-0, Mezzocorona-Kras Repen 1-2, Mori Santo Stefano-Union Ripa 0-2, Padova-Clodiense 1-1, Tamai-Montebelluna 4-0, Triestina-Union Pro 0-0.
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E’ successo, 25 novembre: Biancoscudati fermati sull’1-1 dalla Clodiense, raggiunto l’AltoVicentino in testa alla classifica