“Voglio ottenere la salvezza col Vicenza, per il nostro pubblico. Personalmente punto alla doppia cifra: la dedicherei a mio padre, scomparso pochi mesi fa”.
Ma lo sai che… “le donne hanno un istinto davvero sottile? A loro piace essere l’ultimo amore di un uomo”. Non come noi, che pretendiamo di essere sempre i primi. “Non è la regola, dai” sottolinea Andrea. Che poi aggiunge: “Io spero di avere quell’istinto lì, fino e leggermente femminile”. Per stregare Vicenza, la sua ultima fiamma, scintilla biancorossa che già stravede e crede in lui. “Beh, finché in dote le porti certe perle come quella di domenica, semplice sposarti”. Anche perché “le belle senza dote trovano più amanti che mariti”. Sarà solo un proverbio, chissà. Meglio non rischiare.In esclusiva per GianlucaDiMarzio.com, Andrea Cocco racconta quel gol bellissimo contro l’Avellino: “Non ci ho pensato tanto, io sono fatto così”. Girata volante e palla in rete. Ma soprattutto una vittoria fondamentale per la classifica: Vicenza strabiliata e serena, pacifica dopo 6 punti in sette giorni. “Anche in passato mi è successo di segnare in modo particolare, magari in campi meno blasonati, dove l’aspetto mediatico era meno rilevante” puntualizza l’attaccante. Tipo? “Su tutti quello da centrocampo, quando indossavo la maglia dell’Alghero, in Lega Pro”. Alla faccia! “Eh si, quando posso ci provo, sono fatto così. E se mi va male, sai che fischi!”. Ridiamo di gusto, spensierati. La voce di Andrea poi, sembra sorridere per davvero: “Guarda, a Vicenza sto bene, sia in città che in spogliatoio coi compagni. Anche fisicamente mi sono ripreso, dopo settimane in cui la caviglia mi ha fatto penare: mi si gonfiava spesso, non riuscivo ad allenarmi con regolarità”. In estate il ds Cristallini non ti ha mollato un attimo, alla fine ce l’ha fatta: “Per fortuna! Il direttore ha avuto molta pazienza, mi ha fatto sentire importante per squadra e società: ci siamo chiamati spesso, ho accettato al volo nonostante stessimo parlando di Lega Pro. Col passaggio in B, figuriamoci. Ma volevo ripartire subito, riscattarmi. Ho rifiutato altre offerte perché Vicenza come piazza e pubblico è davvero fantastica. Una decisione presa d’istinto”. Guarda caso. “E’ ancora preso per dirlo ma penso di aver fatto la scelta giusta!”. “E poi dai, il Veneto è quasi la tua seconda casa” ribatto. Un sardo tra Venezia, Verona e Vicenza… “Si mi trovo bene da queste parti, questa stagione sembra andare per il verso giusto. Le altre annate insomma, sono stato anche un po’ sfortunato. A Verona i momenti più emozionanti perché abbiamo vinto il campionato: che squadra, una rosa davvero forte con un allenatore importante che mi ha insegnato molto”. Andrea va nello specifico, e ricorda quegli anni in gialloblù: “Nonostante i tanti acciacchi – gravi – sono migliorato molto grazie ai consigli di Mandorlini, mi ha spiegato tanti movimenti da punta che prima non conoscevo e non facevo. E’ un martello come allenatore, grinta e determinazione. Hallfreðsson, Junaito, Grossi e Rivas i compagni a cui ero più affezionato, un piacere allenarsi con certi campioni”. La stagione più positiva sicuramente “quella a Bergamo, all’Albinoleffe. Era il mio secondo anno in B, raggiungere la doppia cifra mi ha riempito di soddisfazione. E’ sempre stato uno dei miei obiettivi”. Anche se quella più prolifica ci porta ad Alghero, media gol decisamente interessante (29 presenze, 15 gol): “Sì, ho vinto la classifica cannonieri infatti”. Poi tante tappe, mai una dimora fissa: Dal Venezia – prima esperienza lontano da casa – alla Reggina, addirittura in Portogallo al Beira Mar (Serie B): “Mi ha portato lì Marroccu, non è andata come ci aspettavamo. Affatto.”.Anche se il primo amore, non si scorda mai. “Il Cagliari”. Le parole s’addolciscono sempre di più. “Sono cresciuto nella squadretta del mio paese, e poi…”. Poi? “Quel provino col Cagliari, lo ricordo bene. Mi accompagnò mio papà. Con me c’era Pisano. Ero teso, nervoso: l’occasione che stavo aspettando e che volevo più di tutte era finalmente arrivata. Poi dopo il primo gol è andato tutto per il verso giusto”. Dai giovanissimi dei rossoblù alla prima squadra. “Fino al debutto in Serie A: un’emozione che porterò dentro per sempre, un sogno che avevo fin da bambino. Poi ci tenevo a rispettare quella promessa che avevo fatto a mio padre: esordire a grandi livelli”. Anche il gol, contro l’Udinese – non poteva mancare, certo – anche se “il rammarico è quello di non esserci arrivato più maturo mentalmente. Sarebbe stato diverso”.
E per fortuna che preferivi quell’istinto lì, un po’ femminile. Forse forse, sei un po’ come tutti gli uomini…
Fonte: Gianluca di Marzio