Michele Serena, attuale allenatore del Venezia, è intervenuto ieri sera in qualità di ospite durante la trasmissione Tuttincampo su TV7 Triveneta. Queste le sue principali considerazioni
Padova – “Mi è rimasta nel cuore e sempre mi rimarrà perché ho visto la forza di una piazza per molti versi unica. Quando ci sono 1000 persone in trasferta per una partita di serie D e 6000 spettatori per una partita come quella contro il Belluno ti accorgi che Padova ha qualcosa di speciale. L’anno scorso? Un’esperienza difficile e una ferita ancora aperta. Potevamo fare meglio, questo è evidente. Io per primo, ma ci ho messo tutto me stesso dal primo all’ultimo giorno. I nemici? Non erano esterni, ma interni. Se penso che alla fine, nonostante tutto, non siamo andati ai playout per 3 punti mi fa veramente rabbia. E qualcuno sperava che non vincessi le ultime partite, così avrebbero potuto dire che Mutti aveva fatto meglio di me”.
Realtà difficili: “Non è vero che mi scelgo sempre sfide impossibili. Dove ho allenato ho trovato situazioni particolari, ma soltanto a Venezia la prima volta si conoscevano le difficoltà. Quando ho accettato Padova l’anno scorso non c’erano segnali che la società sarebbe fallita, nessuno ne parlava. Non potevo immaginare e anche a Mantova fu lo stesso”.
Venezia: “Sono felice delle tre vittorie che abbiamo conquistato, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Non è vero che ci sono problemi societari, il presidente non ci ha mai fatto mancare nulla e non mi risulta che Korablin sia mancato in qualcosa in questi anni. Anzi: nonostante le difficoltà, l’embargo che vige in Russia e tutti i problemi economici che ci sono, lui c’è e si sente. Non c’è fisicamente, ma vi assicuro che la sua presenza si avverte eccome”
Ex che segnano: “Sto notando anch’io che Melchiorri, Vantaggiato e altri che segnano tanti gol. Ci ho pensato a questa cosa, l’avevo notato anche altri anni, non ho una spiegazione in merito”