Clicca qui per aggiornare la diretta
Ore 22.00 – (Tribuna di Treviso) Una settimana fa il ritorno al gol dopo cinque partite con l’attacco a digiuno, l’altro ieri il pareggio con il Tamai che ha interrotto la striscia di quattro sconfitte consecutive. Passo dopo passo, l’Union Pro si sta risollevando dalla crisi di risultati accusata da inizio ottobre, e guarda con fiducia all’imminente scontro playout di Trieste. «Speriamo che il prossimo passo sia il ritorno alla vittoria perché i ragazzi stanno dando tutto – esordisce il tecnico Francesco Feltrin – Nelle ultime settimane abbiamo avuto problemi di organico tra squalifiche e infortuni, ora dovremmo esserci “puliti” abbastanza soprattutto a livello di cartellini». Contro la Triestina, avversario inedito per un veterano come il mister della “Pro”, sarà la sfida tra i peggiori attacchi del girone. «Noi eravamo partiti bene come dimostrano i risultati di settembre, poi le polveri in attacco si sono bagnate, ma adesso si stanno asciugando. Di occasioni ne abbiamo comunque create, magari è mancata un po’ di cattiveria. La Triestina non ha mai vinto ma ha cambiato allenatore e ritmo, nelle ultime due trasferte è uscita indenne sia da Padova sia da Chioggia: condividono con noi l’obiettivo della salvezza». Continua Feltrin: «In questo periodo la nostra società, come è normale che sia visti i risultati, ha messo i giocatori sotto osservazione per tenere alta l’attenzione. Oltre a Cattelan, potrebbe arrivare qualche altro rinforzo. La squadra non è serena dal punto di vista della classifica, ma è serena “dentro” perché ha capito che la strada è quella giusta. I giovani stanno maturando e hanno dimostrato di poter rimanere nel gruppo».
Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Terza sconfitta di fila e nove gol subiti in due partite: il Giorgione si interroga se è crisi e che fine ha fatto la squadra vista sino a qualche domenica fa quando la difesa, seppur giovanissima, sembrava imperforabile e davanti il tridente Gazzola-Baggio-Episcopo incuteva paura agli avversari. Se la sconfitta interna contro la corazzata Padova ci poteva stare, ben diverso è il discorso per la cinquina subita a Legnago. «Abbiamo pagato a caro prezzo una serie incredibile di errori – commenta il portiere Matteo Bevilacqua – con due rigori contro, di cui uno discutibile, ed altrettanti errori difensivi siamo andati sotto in maniera incredibile. Abbiamo avuto un “black out” di alcuni minuti che ci ha condannati ma sul piano del gioco abbiamo costruito anche più del Legnago. Loro però hanno sfruttato tutte le occasioni». Nove gol subiti in due sole partite sono davvero tanti. «Contro il Padova ci poteva anche stare, si tratta di una squadra che è al di sopra della media ma contro il Legnago sono davvero tanti, io non ricordo di aver mai subito cinque gol in una sola partita, purtroppo è andata così. Dimentichiamo il ko di Legnago e guardiamo avanti». È giusto mettere sotto accusa la difesa? «No, non è una questione di reparto, ci sono stati tanti errori individuali, forse dovuti all’inesperienza o forse alla foga per cercare di raddrizzare il risultato. La difesa è più o meno la stessa di inizio stagione e se non eravamo dei “fenomeni” prima, ora non siamo diventati dei brocchi”. Forse non gira». Le tre sconfitte possono aver depresso il gruppo? «Per i tanti giovani che sono al primo anno in D non è semplice superare il momento negativo ma ci sono le qualità per farlo, giocando come sappiamo e continuando a seguire il nostro allenatore sono sicuro che riusciremo quanto prima ad uscire da questo tunnel».
Ore 21.20 – (Tribuna di Treviso) Tre sconfitte consecutive e nove gol subiti negli ultimi due incontri per il Giorgione: dati che stridono con la precedente striscia di cinque risultati utili accompagnata da una difesa che, tolto il 3-3 di Mori, a inizio novembre era la meno bucata del girone. Nelle ultime due partite i castellani hanno però affrontato la corazzata Padova e un Legnago in formissima, consolandosi con un attacco frizzante alla luce delle doppiette di Mattioli e Podvorica. All’orizzonte si profilano due scontri playout con Dro e Kras, per poi chiudere il 2014 con un trittico di fuoco: Sacilese, Altovicentino e Montebelluna. Il tecnico Antonio Paganin non fa drammi. «Gran parte dei gol che abbiamo incassato di recente sono nati in maniera particolare, tra casualità, rigori e prodezze balistiche: non siamo mai stati in balìa dell’avversario. Questo per dire che non si tratta di cali di attenzione, magari si stanno pagando episodi che prima non pagavi». Continua Paganin: «Abbiamo migliorato in modo sensibile la costruzione del gioco, come dimostra la vivacità dell’attacco, mentre è stata un po’ parcheggiata la parte agonistica che invece ci aveva contraddistinto nella prima parte di stagione. Quando si cerca di imporre il proprio gioco, si verifica un dispendio di energia che è superiore a quella richiesta per mantenere alta la concentrazione in difesa. Sarebbe più semplice mettersi dietro la linea della palla giocando di rimessa, ma la nostra intenzione è di imporre il gioco, anche se ciò non giustifica il fatto di prendere cinque gol. Dobbiamo pertanto trovare il giusto equilibrio tra le due cose». Se son rose…
Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Montebelluna non si ferma più, piega anche il Mori S. Stefano e sale a quota diciannove punti. Terza vittoria di fila per i biancocelesti, che conservano il quinto posto dando l’impressione di aver acquisito una grande sicurezza nei propri mezzi. Nemmeno l’espulsione di Severgnini in chiusura di prima frazione e il gol del 2-1 avversario in avvio di ripresa hanno intaccato le certezze della squadra di Pasa, che si è riorganizzata serrando le fila e non rischiando quasi più nulla. «Il secondo tempo è stato più duro del primo, però ci abbiamo messo cuore ed alla fine abbiamo vinto con merito – sottolinea il ventenne difensore Marco Guzzo, tornato al Monte dopo il fallimento del Siena, società con la quale era sotto contratto – era fondamentale proseguire nel nostro buon momento e tenere a distanza di sicurezza una diretta avversaria. L’abbiamo interpretata bene». L’avvio di partita non era stato semplice. «Secondo me il campo pesante ha inizialmente favorito loro, però una volta esaurita la spinta sono emerse le nostre doti tecniche. Siamo andati sul 2 a 0, poi l’espulsione di Nicolò ha complicato le cose». C’era il secondo giallo? «Assolutamente no. Ma anche l’episodio del rigore su Frassetto non l’ho capito. Quando l’arbitro ha estratto il giallo stavo andando a protestare perché secondo me doveva espellere il difensore avversario, invece lui l’ha sventolato in faccia a Luca. Per fortuna non è servito avere un penalty a favore». Dopo l’esperienza sfortunata di Siena come sta andando questo tuo ritorno a Montebelluna? «Conoscevo tanti compagni, poi ho trovato in Pasa un’ottima persona ed un grande allenatore. Con suo figlio Simone abbiamo fatto otto anni qui, poi io sono andato al Milan e lui all’Inter. A Milano il convitto era in comune tra le due società e quindi ci si vedeva sempre. Qui sto bene, mi sono rimesso in gioco con umiltà e voglia di ben figurare. La D non mi sta stretta, in futuro vedremo». Che obiettivo ti sei posto? «Oltre a esprimermi bene vorrei segnare un gol, non per me ma per la squadra, che voglio aiutare a salvarsi il prima possibile». Intanto domenica c’è il Tamai. «Gara non facile, noi però stiamo bene e intendiamo proseguire su questa strada».
Ore 20.40 – (Tribuna di Treviso) Quella parolina in via Biagi preferiscono non pronunciarla. La scaramanzia non c’entra, salvezza e valorizzazione dei giovani sono le priorità. E va precisato che oggi la quinta (il Ripa per migliore differenza reti precede i montelliani) è troppo lontana dalla seconda (Padova): la classifica a termini di regolamento la escluderebbe dalla post-season. Ma la quarta è a due lunghezze e allora parlare di playoff non è avventato. Il Montebelluna, che ha gli stessi punti del Ripa e vinto le ultime tre, può crederci. Un andamento forse al di sopra delle attese, alla luce delle partenze estive (De March, Zanetti, Bonetto, Aboagye) e dell’incerto precampionato. Non per Rinaldo Mazzonetto, direttore sportivo dei biancocelesti. «La classifica non è una sorpresa, da anni siamo una squadra forte», riflette, «Non investiamo per salire di categoria, ma possiamo contare su elementi che hanno fatto la Lega Pro. È vero, avevamo iniziato male, ma serviva un periodo di assestamento. Per la difesa, che aveva perso De March. E per l’attacco, che nel contempo ha ritrovato Masiero: sta tornando su buoni livelli, anche se non è ancora la punta che ricordo. L’ho aspettato, ci ho sempre creduto, a dispetto di chi mi consigliava di mandarlo via». Voglia di playoff? «Non abbiamo velleità di questo tipo, i nostri obiettivi sono altri. Anzitutto raggiungere la salvezza. In seconda battuta, come le stagioni scorse, vincere la classifica Giovani D Valore. Quest’anno siamo un po’ indietro e dobbiamo risalire. Il terzo è strettamente collegato: lanciare giovani, facendo esordire altri ragazzini del vivaio. Se poi verranno i playoff, tanto meglio… La nostra forza è giocare mentalmente liberi e sereni. Non vorrei che parlando di playoff…». Ma la squadra sembra più matura: dopo due successi di fila, poteva subentrare un rilassamento. «Avevamo citato appositamente il precedente con la Sanvitese dello scorso torneo. Venivamo da un buon momento e cademmo in casa. Con il Mori i ragazzi hanno dimostrato di essere cresciuti sul piano della personalità e carattere. E mi riferisco agli stessi Perosin e Bressan, che da qualche anno giocano in D e altrove ci invidiano». Dietro sono già staccate: tanti 9 punti sui playout: «Il livello si è abbassato, il torneo peggiora di anno in anno. Mancano i soldi e si fanno gli organici con i giovani. Vedremo cosa accadrà al mercato di dicembre. Noi opereremo in uscita, a meno che non capiti un’occasione per l’attacco». Fra i nuovi arrivati, è esploso Giglio. «Ne conoscevamo le potenzialità, ma non pensavamo fosse così forte, duttile e stoccatore».
Ore 20.20 – (Il Piccolo) Predrag Arcaba non è più l’allenatore del Kras Repen. L’ufficialità è arrivata ieri mattina dal quartier generale biancorosso di Opicina. Una decisione presa di comune accordo all’indomani della pesantissima sconfitta interna contro l’Arzignanochiampo. «La società ringrazia Arcaba per il lavoro svolto fino ad oggi e per il contributo offerto nello scorso campionato da giocatore e allenatore augurandogli una carriera ricca di successi», recita il comunicato del sodalizio carsolino. Gli allenamenti di questa settimana, in preparazione della trasferta di Mezzocorona in programma domenica prossima, verranno sostenuti dalla squadra agli ordini dell’allenatore dei portieri Bojan Gulic, il quale sarà affiancato dal preparatore atletico Matej Bombac. Una fase di transizione, dunque, in attesa di trovare il nuovo allenatore che dovrà cercare di condurre la formazione biancorossa al mantenimento della categoria. A commentare la delicata situazione del sodalizio carsolino è il dirigente responsabile del Kras Repen, Simeoni: «Purtroppo ci siamo resi conto che eravamo arrivato ad una sensazione di impotenza: al lavoro svolto in settimana non seguivano i fatti, motivo per cui è stato necessario dare uno scossone all’ambiente attraverso questa sofferta ma altrettanto ponderata situazione». Simeoni ha poi voluto fugare ogni dubbio su possibili spaccature all’interno dello spogliatoio. «Non vi era alcuna situazione di scollamento all’interno del gruppo, anzi. Tutti hanno sempre dimostrato massimo stima verso Predrag. Personalmente ero e rimango tuttora molto legato a lui vista anche la positiva esperienza della scorsa stagione. Purtroppo però il Kras, ora come ora, sembra un treno arrivato al suo capolinea. C’è bisogno di ripartire. Subito». La conduzione tecnica è stata affidata alla coppia Gulic-Bombac. Due persone fidate che fanno parte dello staff carsolino. Gulic, tecnico dei portieri, era già stato l’allenatore formale dopo l’esonero di Branko Zupan nella passata stagione, anche se la squadra era stata presa per mano proprio da Arcaba, seppur in veste di giocatore. Ma fino a quando persisterà questo traghettamento? Di sicuro per questa settimana un nuovo allenatore non arriverà. Anche perché il presidente Goran Kocman è fuori Italia per motivi di lavoro. Motivo per cui sino a lunedì vi sarà tempo per trovare il nuovo allenatore. Comunque sia alcuni nomi già vociferano. Su tutti quello di Maurizio Costantini, visto spessissimo quest’anno sulle tribune di Repen. Accanto a lui un’ipotesi forse meno papabile come quella di Milan Micussi. «In un giorno sono già emersi due nomi. A fine settimana potremmo dunque ritrovarci con una rosa di 14 nomi – replica con una battuta Simeoni – Per ora è meglio concentrarci sul preparare al meglio la trasferta di Mezzocorona. Poi dalla prossima settimana vedremo». Insomma, il messaggio è chiaro: non ci sono più scusanti, ora che il tecnico di Fiume non c’è più, ad essere sotto esame sono esclusivamente i giocatori.
Ore 20.00 – (Il Piccolo) La Triestina dovrà pagare circa 32mila euro entro trenta giorni, per saldare i residui pagamenti di nove giocatori della scorsa stagione ed evitare così sanzioni e punti di penalizzazione. Il comunicato emesso ieri della Lega Nazionale Dilettanti, riguardante la riunione della Commissione Accordi Economici tenutasi a Roma lo scorso 23 ottobre, fa finalmente un po’ di luce sulla questione delle vertenze dei giocatori della passata stagione, almeno di quelle pervenute finora. La comunicazione di ieri è lunga quattordici pagine e ben quattro sono dedicate alla Triestina: nove infatti in totale i giocatori alabardati che avevano fatto reclamo per somme ancora non percepite. Visto che nel frattempo la società non ha fatto pervenire alcuna nota a difesa nei termini previsti, adesso arriva la condanna della Commissione al pagamento: «si fa infatti obbligo alla società – recita il comunicato – di comunicare al Dipartimento Interregionale i termini dell’avvenuto pagamento, inviando copia della liberatoria e del documento di identità del calciatore regolarmente datati e firmati dallo stesso entro e non oltre 30 giorni dalla data della comunicazione giusto quanto previsto dall’art. 94 ter comma 11 delle NOIF». In sostanza, se non si paga entro trenta giorni dalla comunicazione di ieri, ovvero entro il 17 dicembre, per la società alabardata scattano sanzioni e penalizzazioni. La notizia non è comunque certo una sorpresa per l’attuale proprietà: anzi, Pontrelli e soci hanno sempre dichiarato in questi mesi di attendere appunto la comunicazione della Commissione Accordi Economici, per conoscere e certificare gli esatti importi e procedere poi ai pagamenti entro i termini previsti. E non a caso hanno sempre sostenuto che la questione dei punti di penalizzazione era sotto controllo. Del resto, quello del parco giocatori è solamente uno dei tanti debiti che Pontrelli e soci hanno ereditato dalla gestione precedente. Non è dato sapere se qualche altra vertenza seguirà ancora perché è stata fatta successivamente, ma è possibile, se non addirittura probabile. Come del resto, per qualche altro caso, c’è già stato qualche accordo fra le parti che ha definitivamente sanato la situazione senza ulteriori strascichi. Fatto sta che c’è una prima precisa scadenza e c’è uno specifico importo da saldare: e questa sarà la prima vera e propria prova del nove per la nuova proprietà sulla strada del risanamento.
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Che ci sia il bel gioco o meno, guardiamo ai 3 punti conquistati e alle due vittorie consecutive. Siamo a 19 punti, a -2 dal quarto posto occupato dalla Sacilese». Sintetico Enrico Antoniol, centrocampista dell’Union Ripa La Fenadora, nell’inquadrare la situazione della sua squadra dopo il successo 2-1 sul Fontanafredda (decimo a 13 punti). I neroverdi di mister Parteli sembrano aver ritrovato il passo dei tempi migliori. Lo si vede nella grinta e anche nel gioco perché i 90 minuti del Boscherai hanno messo a dura prova le capacità di squadra sia in attacco sia in difesa. Lo dimostrano le (efficaci) barricate utilizzate dal 22’ della ripresa, minuto dell’espulsione di Andreolla, per contrastare l’assalto friulano. «Siamo stati bravissimi a tener botta – prosegue Antoniol – fermando ogni loro tentativo in superiorità. Effettivamente il Fontanafredda è riuscito a creare qualcosa solo in quel lasso di tempo». L’eclettico giocatore neroverde non dimentica le decisioni arbitrali che hanno azzoppato l’Union: sei ammonizioni e le due espulsioni di Parteli (la terza stagionale) e Andreolla (rosso diretto), entrambe su richiesta dell’assistente dell’arbitro: «Purtroppo abbiamo subito qualche decisione arbitrale avversa, qualche ammonizione in più che non ci fa bene, ma siamo stati comunque bravi a tener testa a tutto e a tutti. Una vittoria importantissima». La sfida con i friulani viene sbloccata dal gol di Giacomo Moresco, il secondo della stagione. Un passo importante per l’attaccante che finora aveva fornito prestazioni buone mancando però l’appuntamento con la rete come ci si sarebbe aspettato. La prova di domenica è stata di ottimo livello e permetterà alla di punta di trovare la sua tranquillità. La prossima domenica l’Union andrà a fare visita al Mori Santo Stefano (6 punti e sedicesimo posto) gara che avrà come obiettivo ancora la vittoria, ma prima ci sono gli ottavi di Coppa Italia che si giocheranno domani alle 14.30 sul campo dell’Arzignano Chiampo: «Ci teniamo tantissimo – conclude Antoniol – e abbiamo la rosa adeguata per andare avanti».
Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Lorenzo Moretti potrebbe lasciare il Belluno. Il giovane centrocampista classe 1997, dopo undici giornate, ha trovato pochissimo spazio: e la società di piazzale Resistenza starebbe pensando ad un possibile prestito per far crescere il giocatore ed evitare che rimanga un’intera stagione a guardare. Sia chiaro, il ragazzo ha grandi potenzialità e talento, che ha già ampiamente dimostrato l’anno scorso; ma avere davanti gente della caratura di Bertagno, Masoch, Miniati e Duravia non lo aiuta sicuramente a ritagliarsi il giusto spazio. Nella passata stagione il ragazzo si è trasferito in prestito a gennaio nelle giovanili del Bologna, ma è stato costretto a tornare alla base a giugno, vista la retrocessione della squadra rossoblù e i problemi derivati . Cosa fare quindi per non bruciarsi il giovane talento bellunese? Il direttore sportivo Fardin è stato chiaro: la D sarebbe il top ma è anche vero che il ragazzo va scuola a Belluno e di destinazioni vicine in questa categoria non ce ne sono. L’Eccellenza rimane una pista più che valida ma il San Giorgio Sedico non ha bisogno in quel reparto e la Feltrese, visti i numerosi giovani in rosa, difficilmente lo accoglierebbe. L’opzione più probabile, visti anche i buoni rapporti nati in estate con il prestito di Posocco, è il Vittorio Veneto. L’idea sarebbe quella di far giocare il ragazzo e prepararlo alla prossima stagione quando la regola dei fuoriquota obbligherà il Belluno ad avere un 1997 dal primo minuto in campo. Un po’ come successo con Sebastiano Sommacal e Giovanni Pescosta, entrambi in prestito per metà anno al San Giorgio e titolari inamovibili nella stagione successiva. «Moretti è un buonissimo giovane e mi piacerebbe farlo giocare di più», spiega il tecnico Roberto Vecchiato, «se rimanesse mi farebbe piacere ma è vero che nel suo ruolo è chiuso da altri giocatori. Miracoli non ne faccio, è normale che ci sia concorrenza. L’idea di mandarlo in prestito in una squadra di D o di Eccellenza penso possa essere la strada giusta, come successo con Giovanni Pescosta l’anno scorso».
Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un triennio da urlo, che avrebbe meritato decisamente miglior sorte. L’Alto Vicentino, che ha cambiato nome dopo la fusione di giugno tra Marano e Trissino, continua a stupire e a raccogliere risultati strepitosi. Con Enrico Cunico alla guida sono arrivati 222 punti in 90 partite per una media di 2,47 punti a ogni uscita, casalinga o in trasferta poco conta. É quasi incredibile ricordare che il club di Rino Dalle Rive, deus ex machina dietro la scrivania, ha al passivo appena tre sconfitte e una manciata di pareggi. Insomma, quasi una marcia trionfale, se non fosse che di mezzo c’è sempre stato Carmine Parlato, prima alla guida del Pordenone e adesso del Padova, a mettere i bastoni fra le ruote a Dalle Rive. Che, a distanza di qualche tempo, dopo che accarezzò per qualche giorno l’idea di salvare il vecchio Calcio Padova, rimpiange solo l’altro Cunico, Marco e Gustavo Ferretti: «Io non ho sassolini da togliermi – spiega il patron – rimpiango Ferretti e Cunico ma sono successe cose che tengo per me. Comunque siamo tutte e due lì, in testa». Dalle Rive ha rinnovato la squadra e adesso pensa a rinforzarla, perché sinora non è bastato fare il pieno di vittorie e pareggiare solo con la Sacilese per scrollarsi di dosso il Padova. Serve un centravanti che faccia da spalla a Peluso, che sta segnando con regolarità svizzera. Enrico Cunico sorride quando gli chiedono di Parlato: «Carmine è bravo e fra noi due sarà ancora una volta un bel duello – sottolinea il tecnico — questa è una categoria in cui anche le virgole fanno la differenza. Prendete il Mezzocorona: ha rischiato di pareggiare sia con noi che contro il Padova». Lo snodo della stagione saranno i match contro l’Itas Lenti Belluno (per l’Alto Vicentino) e Sacilese (per il Padova), mentre lo scontro diretto all’ultima giornata promette, manco a dirlo, scintille. La sensazione è che basterà un nonnulla, come già accaduto lo scorso anno, per far spostare l’ago della bilancia.
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tanta buona volontà ed un gioco a tratti anche interessante, non sono bastati alla Clodiense per battere domenica scorsa la Triestina. E così la formazione lagunare si è dovuta accontentare di un pari (1-1) che soddisfa probabilmente più la formazione giuliana alla ricerca di punti salvezza. Anche il tecnico lagunare Andrea Pagan sottolinea l’amarezza per non essere riusciti a conquistare l’intera posta in palio. «C’è il rammarico di aver sempre condotto noi la partita – commenta il tecnico della Clodiense – mentre la Triestina ha messo fuori il naso dalla propria area poche volte e proprio in quel caso ci è costato il gol del pari. Comunque mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra che ha sempre cercato di arrivare al gol. Bravi gli attaccanti, specialmente nel primo tempo, per il lavoro per la squadra. Bravo Pelizzer per il lavoro ed il gol. Manca però una maggiore incisività e cattiveria ed un pò di riflessione in certi momenti della gara». Con la Triestina sono comunque da segnalare, oltre al già citato Pelizzer, le buone prestazioni di Piaggio nel ruolo di filtro davanti alla difesa ed alla generosità di corsa di Davide Boscolo Gioachina. Il tecnico granata ha concesso ai suoi giocatori due giorni di riposo. La squadra si ritroverà mercoledì per preparare la grande sfida con il Padova. La partita, ricordiamo, è stata posticipata a si giocherà martedì prossimo all’Euganeo di Padova con inizio alle ore 20.30, vista la gara di sabato della Nazionale Italiana di rugby contro gli Springboks. «Andremo a Padova martedì prossimo per giocarcela e non per fare la vittima sacrificale» conclude Pagan.
Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Siamo una squadra che riesce a stare concentrata per 90 minuti. Non regaliamo nulla agli avversari, non concediamo niente e sappiamo soffrire». Nel Venezia che ha centrato la terza vittoria consecutiva e sta piano piano risalendo in classifica avvicinandosi alla zona playoff, c’è un cambio di atteggiamento ben sintetizzato dalle parole di Stefano Fortunato. Il portiere arancioneroverde, subentrato all’infortunato Lukas Zima e fattosi subito trovare pronto, non ha dubbi: «Chiunque di noi venga chiamato in causa sa farsi trovare pronto. Siamo una squadra unita, che si sta affiatando sempre di più. Certo —riconosce — le vittorie aiutano a cementare il gruppo». L’arrivo di Michele Serena ha saputo dare quella scossa che serviva agli arancioneroverdi che in quattro giornate hanno centrato tre successi e che ora sono saliti in ottava posizione con 19 punti. Tra gli aspetti positivi c’è proprio il reparto difensivo che sta subendo pochissimo: nessun gol nelle ultime due partite con Arezzo e Albinoleffe, vinte entrambe per 2-0, una rete subita con la Giana Erminio e due nell’unica sconfitta rimediata con la Cremonese; ma di questi tre gol subiti due sono su rigore. Segno che la difesa è ben registrata e si sta sempre più collaudando. L’unico neo continuano ad essere le ammonizioni che, sommate agli infortuni, riducono l’organico all’osso costringendo di volta in volta mister Michele Serena a inventarsi soluzioni inedite per correre ai ripari. Stavolta il cartellino giallo «incriminato» è quello di Esposito, arrivato nel recupero: era diffidato e salterà la partita col Lumezzane. Ammonito anche Legati, salito a cinque infrazioni. La squadra ha ripreso ieri ad allenarsi (fermi Greco, Carcuro e Giuliatto) perché con il Lumezzane si giocherà di sabato. E’ stato però anticipato l’orario della partita, a causa dei problemi all’impianto di illuminazione dell’impianto bresciano causati dal maltempo di questi giorni: si giocherà alle 14 e non più alle 19,30.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «A me nessuno ha chiesto né i playoff né la serie B, sono io ad avere dentro questi obiettivi e a volerli fissare per me e per il mio Venezia». Tre vittorie di fila sono servite, ancora prima che per la classifica, ad accrescere ancora l’ambizione di un Michele Serena che pensa già al poker in vista dei 90’di sabato a Lumezzane, trasferta per la quale è ufficiale l’anticipo dalle ore 19.30 alle 14 per problemi all’impianto di illuminazione dell’impianto bresciano. «Non faccio tabelle, sarebbe solo deleterio per una squadra come la nostra che deve solo pensare a vincere per rimontare il più possibile – ribadisce il tecnico arancioneroverde -. Mancano ancora 25 giornate, in palio ci sono 75 punti e io firmerei solo per ottenerli tutti. Ovviamente non sarà possibile, però per noi la costante dovrà essere sempre la «testa» di chi vuole provare a vincerle tutte, perché consapevole di avere molto da dire in questa Lega Pro». Serena fin dal primo giorno non ha avuto paura di alzare l’asticella degli obiettivi, ben sapendo che per salire direttamente in serie B bisognerà arrivare primi, mentre ai playoff parteciperanno le seconde e terze di ciascuno dei tre gironi più le due migliori quarti. «Della prestazione con l’AlbinoLeffe mi è piaciuto tutto del Venezia, anche i momenti di sofferenza, perché i ragazzi ne sono usciti da squadra. Non abbiamo risolto tutti i nostri problemi, ma mi piace come ci alleniamo, l’approccio e l’atteggiamento quotidiano: tutti frutti che con merito stiamo raccogliendo in partita». Un Venezia che stringe i denti (Sales sabato ha giocato con un’infiltrazione) e che dovrà stringerli ancora: Carcuro non è ancora in gruppo, il match winner Greco è uscito malconcio con l’AlbinoLeffe, lo stesso vale per Ghosheh che comunque, rispetto al pari ruolo Giuliatto, dovrebbe recuperare. Oggi il Giudice Sportivo squalificherà per una giornata capitan Esposito, Espinal è ancora out, quindi tutto il centrocampo titolare è fuori.
Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) Senza centrocampo titolare a Lumezzane. O meglio, senza il centrocampo costruito la scorsa estate, con Esposito centrale, Carcuro a destra ed Espinal a sinistra. Fuori causa per infortunio i due esterni, oggi arriverà la squalifica di Gennaro Esposito, tra i protagonisti del successo con l’Albinoleffe (suo l’assist del primo gol di Greco), incorso nel quarto cartellino giallo stagionale al 2’ di recupero, che ha fatto arrabbiare e non poco Michele Serena. «Sì, il mister ha ragione, era un’ammonizione evitabile in quel contesto, con il doppio vantaggio e in pieno recupero» ammette il centrocampista napoletano, «però in quei momenti non pensi che sei diffidato, che puoi fare a meno di far fallo, ti viene naturale fermare l’avversario. Pazienza, prima o poi doveva arrivata il quarto cartellino giallo». Esposito sarà costretto a saltare la trasferta di Lumezzane, Serena gestirà Greco in settimana (ieri ecografia di controllo), ancora out Giuliatto, mentre niente di grave per Ghosheh. «Terza vittoria di fila? È il risultato del lavoro svolto durante la settimana, in allenamento Serena ci stimola ad andare a mille all’ora: eravamo già prima una buona squadra, finalmente stiamo raccogliendo punti strada facendo». Uomo-assist in avvio. «È stato importante sbloccare subito il risultato per la nostra tipologia di squadra, potevamo chiudere la partita già nel primo tempo e poi arrotondare il punteggio nella ripresa, quel che conta è che costruiamo tante occasioni da rete». Un sistema di gioco che sembra agevolare anche Esposito. «Il mio compito è stazionare davanti alla difesa, però quando posso, vado anche avanti, come in occasione del primo gol. I due ragazzini al fianco? Sono bravi, hanno gamba, e poi… corrono un po’ anche per me«. Intanto il Venezia sta risalendo la classifica. «Dobbiamo proseguire, siamo in rincorsa, il campionato è lungo, mancano anche 25 partite in 75 punti in palio». Una novità per la partita di sabato a Lumezzane: si gioca alle ore 14, e non più alle 19.30, su richiesta della società bresciana per problemi dell’impianto di illuminazione dello stadio comunale causato da “fenomeni atmosferici”. Definiti dalla Lega Pro, poi, orari e date della diciassettesima giornata d’andata: il Venezia giocherà al Penzo contro la Torres domenica 14 dicembre alle ore 14.30. La settimana prima, invece, si giocherà venerdì 5 dicembre a Pavia alle 19.30.
Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) In B con il Real Vicenza. Perché no? È un´idea che stuzzica Salvatore Bruno, bomber dei biancorossi e capocannoniere nel girone A con 8 reti assieme all´attaccante dell´Alto Adige Manuel Fischnaller. Il pensiero del centravanti napoletano si è fatto concreto dopo la splendida vittoria ottenuta sabato contro il Novara. Il Real Vicenza probabilmente lotterà per obiettivi diversi dalla salvezza. «L´atteggiamento è stato semplicemente perfetto, abbiamo sbagliato pochissimo» la stoccata di Bruno dopo i 90´ in cui il Real ha fatto sentire piccolo il Novara, che pure arrivava da un filotto di vittorie ed è la squadra che più di tutte punta alla serie B. «Finora la parola favorita l´abbiamo sempre lasciata alle altre squadre, e così facendo le abbiamo battute praticamente tutte. Ma tireremo le somme alla fine». Giusto aspettare, corretto non fare voli pindarici dopo essere balzati in testa al gruppo A, saggio non fare il passo più lungo della gamba. Anche se Bruno un desiderio ce l´ha. Perché 98 gol in serie B, grazie ai quali è il secondo marcatore più prolifico della serie cadetta dietro a Ciccio Tavano, gli hanno lasciato il languorino. Il traguardo dei 100 era lì alla portata. Era ed è, perché il giocatore del Real non se l´è messa via e in cuor suo spera di fare ritorno nella serie che gli ha dato le maggiori soddisfazioni. «Tornare in B con il Real Vicenza è un sogno. Poi ne faccio due e posso anche smettere». Alla faccia di chi crede che Bruno sia un giocatore finito (il 9 novembre ha compiuto 35 anni). Sasà è andato in gol anche contro il Novara, ennesima perla di un campionato che gli sta sorridendo in tutto e per tutto. «Sono fresco come una rosa – ha detto sorridendo nel dopo gara di sabato – e sono felice di aver segnato al Novara. Dedico il gol a mio figlio Nicolò che venerdì ha compiuto tre anni». Difficile stabilire quale sia stato il gol più bello finora. Forse proprio l ´ultimo, con quel colpo di tacco di Bardelloni a prolungare in verticale. Ma oltre che importanti, i gol di Bruno sono tutti da applausi. «Non saprei quale scegliere. Forse come preparazione ed esecuzione il più bello è stato quello segnato all´Alto Adige. Ma non posso scartare quelli col Monza e la Giana».
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Ci sono priorità e priorità. La partita tra Alessandria e Bassano Virtus di sabato è stata rimandata per una scelta del Questore della città dei grigi in collaborazione con la prefettura, una decisione presa per le forti piogge che hanno isolato alcune località vicine. Scelta presa a poche ore dalla gara, con le squadre già allo stadio. Per il Bassano questo significa perdere momentaneamente la vetta, dover giocare un turno infrasettimanale in più, ma i giallorossi sono stati subito disponibili al cambio di data per agevolare la sicurezza dei cittadini alessandrini. Ora però bisogna trovare una data che soddisfi entrambe le compagini e la Lega. Scartato il 3 dicembre perché i giallorossi sono impegnati con la Coppa Italia, si fa strada l’ipotesi 10 dicembre, un mercoledì, più che il 17, da decidere però anche l’orario: ovviamente i piemontesi spingono per una partita serale, con la possibilità di attirare così più pubblico rispetto al pomeriggio, per il Bassano andrebbe meglio giocarla ad un orario più vicino al pomeriggio, per poter tornare non troppo tardi dalla trasferta. Un tour de force dunque per il Bassano in dicembre, con cinque gare in 15 giorni, tra cui i derby con Venezia e Real Vicenza, oltre che alla sfide con Alessandria e Renate. Una difficoltà in più per la squadra di Asta per dimostrare di meritare la vetta: se passa indenne questi 15 giorni, diventerà difficile per i giallorossi nascondersi dalle pretendenti alla Serie B: giusto togliersi di dosso la pressione, ma a volte una sana dichiarazione di intenti può anche dimostrare forza e volontà.
Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Como va? Non c´è male grazie. Per entrambe: Bassano secondo, Como quarto ma tutte e due con una gara in meno. I lariani, ospiti lunedì prossimo nel posticipo (senza tv) delle 20.45 al Mercante hanno lavorato benone in estate sfrondando il cast di figurine e nomi illustri, conservando solo l´essenziale e rinfrescando un bel po´ l´intero contesto, affidato ad un tecnico poco reclamizzato ma di indubbie capacità come Colella. E così in riva al lago hanno poggiato l´impianto di gioco (prevalentemente un 3-5-2) conl´ex biancorosso Giosa perno difensivo, l ´eterno capitan Ardito fulcro del centrocampo e dalla cintola in su un bel po´ di gente coi piedi buoni, da Le Noci, a Cristiani e a Ganz jr, figlio d´arte di quel Maurizio che in A bollava a ripetizione, quello per capirci del “segna semper lù”. Ecco, timbra in continuazione pure il prode figliolo e dunque Asta prenderà le sue contromisure. Sta di fatto che da quelle parti l´entusiasmo dopo troppe annate grigie è tornato a chili per una piazza che a lungo negli anni settanta e ottanta ha vissuto anche il proscenio della A sfornando talentini e talentissimi (l´indimenticato Stefano Borgonovo, ma anche l´eroe mundial Marco Tardelli e che in porta presentava Antonio Rigamonti, niente di speciale tra i pali ma mirabile rigorista, 3 su 3 dal dischetto nel 1976 in A sempre spiazzando il collega). Tra l´altro in questa squadra un po´ tutti inquadrano il fondo del sacco: 4 reti Le Noci e Ganz, 3 Cristiani e conclamata organizzazione di gioco. I precedenti specifici sono due, in C1 nella stagione 2010-11, la prima di Jaconi. All´andata al Singaglia, a novembre e sotto il diluvio il Bassano si impose a sorpresa 1-0 nella prima pirateria esterna dell´anno grazie a La Grotteria. Al ritorno al Mercante, invece, ad aprile coi virtussini a un passo dalla salvezza matematica, finì 2-2. Ma fu una sfida densa di emozioni: rapido 0-2 comasco e riaggancio giallorosso coi sigilli di Longobardi e Venitucci allo scadere. Ora la situazione è differente: il Como per storia e tradizione mira a stare in ballo almeno per gli spareggi sino a maggio, Bassano di contro vuole tagliare il più rapidamente possibile il traguardo dei 42-43 punti, quelli della tranquillità.
Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nel calcio capita assai raramente che un portiere che ha raccolto il pallone in fondo alla rete, si complimenti con l’attaccante che gli appena segnato un gol e lo applauda sinceramente per la prodezza appena messa in mostra. La cosa è accaduta domenica sera al Partenio di Avellino con Gomis, l’estremo difensore degli irpini, che ha applaudito il gesto tecnico di Andrea Cocco, una semirovesciata al volo di destro che ha mandato la palla in rete. Gol che è valso la vittoria del Vicenza, un successo esterno che mancava dal lontano 19 gennaio quando il Vicenza vinse a Carrara per 4-2. I tre punti ottenuti ad Avellino hanno un valore più importante, anche perché le dirette avversarie per la salvezza hanno quasi tutte vinto le loro gare. «Sapevamo di quanto era accaduto nel pomeriggio avendo giocato alle 18 — sottolinea Cocco — ma la cosa non ci ha condizionato più di tanto. Affrontare l’Avellino in casa loro era difficile di per sé, loro non perdevano in casa dall’aprile scorso, e quindi tutta la nostra concentrazione era sulla gara che dovevamo giocare. E’ andata bene, siamo tutti molto felici». La vittoria è arrivata grazie a una rete bellissima, un gesto tecnico da far vedere ai ragazzini delle scuole calcio. «Nell’occasione del gol sono stato bravo a coordinarmi bene per colpire al volo — sorride il centravanti del Vicenza — in questi casi ci vuole anche un pizzico di fortuna perché a volte, se il pallone lo prendi male, la sfera finisce fuori dallo stadio… Ma più che per il gol, sono contento per i tre punti perché fanno bene a tutta la squadra. Siamo rimasti attaccati al gruppone e questo ci permette di lavorare con serenità, ed ancora più convinzione nei nostri mezzi». Due vittorie di fila hanno allontanato una crisi che aveva imposto al Vicenza tre sconfitte di fila, ma la serie B non ammette pause e sabato prossimo al Menti c’è la sfida contro il Cittadella da non fallire. I granata sono ultimi in classifica e cercheranno di portare a casa punti pesanti. «Quello che è accaduto ad Avellino è già archiviato – sottolinea Cocco – la gioia e la soddisfazione per la vittoria sono state messe da parte perché ci dobbiamo preparare al meglio per la gara di sabato contro una diretta concorrente per la salvezza. Mi fa ben sperare la squadra che ha dimostrato di saper soffrire, di essere capace di stringere i denti e di sacrificarsi fino all’ultimo secondo. Questo è lo spirito giusto, in serie B queste sono caratteristiche che non dobbiamo mai perdere, oltre a dover migliorare ancora molto dal punto di vista tecnico e tattico. Ma anche su questo sono molto fiducioso». Così come può crescere ancora molto anche la forma di Cocco. «Sì – conferma il centravanti sardo – nelle ultime settimane non mi sono potuto allenare con continuità, adesso sto un po’ meglio ma posso crescere ancora molto. Del resto quando in agosto sono arrivato a Vicenza ero in ritardo sul gruppo perché a Verona mi ero allenato da solo, poi ho avuto un problema dopo l’altro: prima il fastidio al polpaccio, poi il grandissimo dolore per la perdita di mio padre, infine l’infortunio alla caviglia. Per il mio fisico ho bisogno di lavorare con continuità, cosa che spero di poter fare nelle prossime settimane. Il vero Cocco non l’avete ancora visto, posso dare molto di più».
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) «Abbiamo vinto giocando da squadra. Solo così era possibile farlo su un campo tanto difficile e contro un simile avversario». L’analisi di Pasquale Marino, all’indomani del successo colto al “Partenio”, è lucida. Sottolinea i pregi dei suoi ragazzi, ma anche i piccoli errori commessi, che avrebbero potuto far svanire in un attimo i tre punti. «Siamo sempre rimasti corti – continua il tecnico biancorosso -concedendo spazio a centrocampo, ma chiudendo alla perfezione dietro, dove le marcature sono state impeccabili. Occorre, però, ancora maggiore convinzione, perché c’era la possibilità di chiudere definitivamente la partita, invece non l’abbiamo fatto, soffrendo fino alla fine». Si riferisce ai contropiedi vanificati da alcuni fuorigioco? «Chiaro. Dovevamo sfruttare meglio le ripartenze e andare alla conclusione. Non l’abbiamo fatto e questo ha tenuto aperta la contesa. Meno male che abbiamo retto ai loro assalti. Grandissimi pericoli non ne abbiamo corsi, sebbene l’Avellino si alzasse con molti elementi sino alla nostra linea difensiva, cercando di far valere la forza fisica dei suoi giocatori, in particolare dei due attaccanti». Dopo la vittoria in rimonta con la Pro Vercelli è arrivata la conferma che la squadra è in netta crescita. «Quello che posso dire è che lavoro con un gruppo che vuole fare bene. In campo, domenica, c’erano parecchi ragazzi acciaccati, che s’erano allenati poco durante la settimana. Eppure tutti hanno dato il massimo, nessuno si è risparmiato. Anzi. È così che il gruppo si rafforza e che dimostra il suo valore». La novità tattica è stata schierare Laverone sulla linea degli attaccanti. «Laverone non è nuovo a questo ruolo. Io non faccio esperimenti. Le cose si provano e sapevo che lui poteva coprire e attaccare». Dopo queste due vittorie è cambiato l’obiettivo stagionale? «Assolutamente no. Puntiamo sempre ad arrivare quanto prima a 50 punti. Per il momento, quindi, non conta chi abbiamo davanti o dietro. Viviamo le partite giornata per giornata».
Ore 15.40 – (Giornale di Vicenza) «Parlo perchè sento la necessità di puntualizzare alcuni aspetti e perchè in mano ho cose concrete», esordisce così il presidente del Vicenza Tiziano Cunico nel cominciare a spiegare alcuni aspetti del bilancio della società approvato il 30 ottobre, relativo alla stagione 2013-2014 e che in settimana verrà dunque depositato. «Intanto è un documento limpido – continua Cunico – che chiunque potrà capire e poi sono stanco di sentire troppe inesattezze che, in certi casi, sono pure invenzioni». Andiamo al concreto presidente, cosa vuole precisare? «Che per la prima volta il bilancio della passata stagione va in controtendenza, nel senso che il debito di cui tanto si parla è stato diminuito di ben 3 milioni e 700 mila euro e questo è stato reso possibile da una parte grazie ad un importante apporto della proprietà, ma soprattutto da una gestione che nell´ultimo anno e mezzo si è data come obiettivo il contenimento dei costi, che infatti sono tra i più bassi di tutta la serie B». Quindi oggi, o meglio, al 30 ottobre a quanto ammonta il debito del Vicenza? «Nel 2012-13 avevamo chiuso con un debito di 14 milioni e circa 600 mila euro, stavolta si è chiuso con 10 milioni e circa 800 mila euro e questo sforzo è stato fatto perchè l´intero Cda sa bene che un eventuale rafforzamento societario, o la vendita stessa, passa inevitabilmente da una riduzione sensibile del monte-debiti». Poniamo che ci sia chi compra: questi debiti se li trova tutti sul groppone o voi, come avete sempre dichiarato, ve ne accollate una parte? «Riaffermo che gran parte dei debiti verranno assorbiti dalla vecchia proprietà e anzi posso già anticipare che, se la società non sarà ceduta, proseguiremo nella riduzione dei costi di gestione e che nell´anno 2015-16 il budget verrà abbassato di un altro milione di euro, perchè si arriverà alla scadenza dei contratti più onerosi dei giocatori». Non è che avete potuto abbassare il monte-debiti perchè vi sono arrivati con il ripescaggio i soldi dalla Lega di serie B? «Ecco, anche qui ho sentito girare cifre non vere e che però sono facilmente controllabili: dalla Lega e dai diritti televisivi entreranno in tutto 3 milioni e 600 mila euro, dico entreranno e dunque non fanno parte del bilancio relativo alla scorsa stagione, non c´entrano perciò nulla con la diminuzione del debito». Scusi ma questi soldi che, come dice, arriveranno, come verranno spesi? «Serviranno per coprire in parte i costi generali della gestione della società, costi che si aggirano intorno agli 8 milioni di euro all´anno e che peraltro, ci tengo a sottolinearlo, sono tra i più bassi di tutta la serie B». Ma se avete il problema dei costi e di ridurre i debiti come avete fatto a ingaggiare il tecnico Marino e il suo staff composto da tre persone? «Guardi il mantenimento della categoria è l´obiettivo primario, così primario che si è pure arrivati ad una scelta dolorosa e impopolare». Si riferisce all´esonero del tecnico Gianni Lopez. «Ovvio, e non voglio aggiungere altro, vorrei invece tornare sulla questione-debiti perchè va detta un´ulteriore cosa che spesso si fa finta di dimenticare». A cosa si riferisce? «Vorrei ricordare che quando acquistammo il Vicenza dall´Enic, alla fine del 2004 , al costo di 6 milioni e mezzo di euro ci trovammo pure un monte-debiti di circa 7 milioni e tutti a carico nostro». E dunque? «Se oggi abbiamo a bilancio 10 milioni e 800 mila euro di debiti significa che in questi nove anni li abbiamo aumentati di nemmeno 4 milioni, queste sono cifre non chiacchiere». Stando così le cose la società dovrebbe essere più appetibile, ma ci sono novità all ´orizzonte? «È di certo più vendibile e il sottoscritto con il dottor Gallovich, non si è mai fermato nel tentativo di trovare una soluzione, altro non ho da dire. Troppe volte si è pensato di essere vicini alla vendita e poi non si è giunti a nulla, stavolta mi sbilancerò solo davanti ad un´offerta più che concreta». E intanto passano gli anni… poniamo che non si arrivi a nulla nemmeno entro la fine di questo campionato, che succederà? «La società si sta attrezzando per continuare a condurre il Vicenza senza che ci siano problemi di gestione».
Ore 15.20 – (Gazzettino) Doppia seduta di allenamento oggi, domani e giovedì (con ritrovo alle 10 e alle 15), rifinitura venerdì pomeriggio e sabato partita al Menti con il Vicenza. Questo il primo effetto del confronto che si è svolto al Tombolato domenica pomeriggio fra la squadra, lo staff tecnico e la dirigenza del Cittadella. C’è la ferrea volontà di cambiare rotta perchè i numeri sono impietosi nei confronti dei granata, che dopo quattordici giornate di campionato sono scivolati all’ultimo posto. La classifica piange con soli 12 punti, mentre erano 15 un anno fa e 21 nello stesso periodo del 2012-13. Il capitano Michele Pellizzer così inquadra questo momento di una crisi: «Ci mancano i risultati da troppo tempo e siamo noi giocatori i primi ad essere dispiaciuti. Eravamo partiti bene per una stagione di ben altre prospettive, ma poi qualcosa si è inceppato. Adesso abbiamo toccato il fondo, ci siamo confrontati in modo profondo e schietto con la comune volontà di cambiare registro fin da subito». Sul faccia a faccia di domenica, sostiene: «Considerata l’attuale situazione ci voleva un confronto di questo tipo, che mi ha commosso soprattutto negli aspetti umani oltre che tecnici, perchè ho notato in tutti una grande franchezza e una volontà di reazione molto forte. Escludo qualsiasi frattura nel gruppo, che è motivato ad una maggiore compattezza». Su come uscire dal tunnel, continua: «Stiamo ancora cercando la via da seguire e faremo passo dopo passo ciò che ci indicherà l’allenatore. Credo che ci sarà da lavorare soprattutto sul piano caratteriale e mentale, acquisendo maggiore convinzione nei nostri mezzi e più concretezza in campo». Ci sono anche numeri buoni da cui ripartire. A Carpi il Cittadella ha giocato più palloni della capolista con un maggiore numero di conclusioni a rete. La differenza però è sostanziale perchè gli emiliani hanno sempre fatto centro tirando cinque volte in porta, mentre i granata hanno sparato a salve. «Dobbiamo ritrovare quelle componenti che portano a finalizzare quanto viene prodotto. È un percorso che ognuno deve fare di intesa con gli altri per invertire i risultati. Sono fiducioso perchè vedo tanta volontà a riuscirci». Sul derby di sabato prossimo al Menti, il capitano granata conclude: «Il Vicenza è una buona squadra, come ha dimostrato vincendo ad Avellino. Noi però dobbiamo ritrovare noi stessi senza pensare nè alla classifica, nè all’avversario. La prossima partita è un crocevia e vogliamo imboccare la strada giusta».
Ore 15.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Forse c’entra il settimo anno, ma c’è poca tensione”) Non è una tragedia essere all’ultimo posto della serie B dopo 14 giornate, considerato che le concorrenti dirette nella corsa alla salvezza sono (per fortuna) a stretto contatto di gomito, ma è il modo in cui il Cittadella è finito in coda a tutti che dà fastidio. Perché perdere 6 partite, l’ultima delle quali con 5 gol sul groppone, come le hanno perse i granata impone un’approfondita analisi per capire i motivi di una caduta a picco così fragorosa della squadra di Foscarini, scattata bene dai blocchi di partenza con 7 punti nelle prime 4 gare (pari a Modena, vittorie contro Avellino e Pescara e sconfitta a Trapani). I tecnici e i dirigenti faranno le loro valutazioni, ma sotto le Mura – è la prima nostra considerazione – si sta troppo bene: tensione inesistente o quasi (l’unica, peraltro subito rintuzzata, è stata quella scaturita dal gesto di Busellato, polemico verso la panchina, dopo il gol del momentaneo 1-1 con la Pro Vercelli), che porta inconsciamente il gruppo a rilassarsi (era successo pure in passato), a calare la concentrazione e a curare meno i particolari. Mica si pretende che si litighi o si alzi la voce quando ci si allena, però è un dato di fatto che l’ambiente non esercita mai una pressione tale da alzare il livello della temperatura esterna intorno a Pellizzer & C., anzi semmai è vero il contrario, perché i piccoli fuochi che covano sotto la cenere vengono spenti in fretta, grazie all’abile gestione di Marchetti e Foscarini. Siamo al settimo anno consecutivo di partecipazione al torneo cadetto, è la decima stagione di fila per l’allenatore trevigiano, non parliamo poi di quanto sia lunga la militanza del direttore generale nel club dei Gabrielli. Numeri importanti, eppure… Eppure quello del settimo anno è, in molti casi, uno spartiacque decisivo anche nel calcio: ricordiamo bene le frasi della scorsa estate, condivise da tutti, noi per primi, che auspicavano un Cittadella pronto ad affrancarsi dall’immagine di formazione votata sempre e solo al conseguimento della salvezza per puntare a traguardi un po’ più ambiziosi, piazzandosi magari stabilmente nella parte sinistra della classifica. A maggior ragione, essendo l’unica realtà del Triveneto in B (poi si è aggiunto il Vicenza, e sappiamo come…), ci saremmo aspettati risultati in sintonia con quelle dichiarazioni. Il quadro odierno lascia invece sconcertati. La seconda impressione che affiora evidente dalle prestazioni degli ultimi due mesi, diciamo dalla quinta giornata in poi, è la mancanza di amalgama in campo tra vecchi e nuovi granata, come se il linguaggio calcistico con cui ciascuno si esprime fosse agli antipodi. Per cui o si crea, e rapidamente, uno spirito diverso, da battaglia, con la “fame” che ci vuole, o bisogna pensare ad una “rivoluzione” a gennaio. Così proprio non va, e non può andare avanti. Da qui alla conclusione del girone d’andata servono fatti, non più promesse.
Ore 14.50 – (Mattino di Padova) «E se alla fine andiamo a contare i tiri in porta, vediamo che sono stati 5 per noi e 5 per loro, solo che loro ad ogni conclusione hanno fatto centro, mentre noi la stessa cattiveria non l’abbiamo avuta. Dopodiché dico anche che ora siamo tutti in discussione». Ci sono cose che devono rimanere in spogliatoio, ma cosa ci può dire del confronto avuto domenica con i giocatori? «Abbiamo guardato in faccia la realtà: è stato toccato il fondo e da qui abbiamo il dovere di risalire. Lo dobbiamo a noi stessi, ai tifosi e alla società, che sta mettendo tutti nelle migliori condizioni per lavorare bene». E se per tirarsi su fosse necessario ricorrere al mercato? «Lo faremo. Personalmente tengo orecchie e occhi ben aperti per valutare qualsiasi innesto a gennaio. C’è chi dice che la rosa sia troppo ristretta, ma io invito a considerare anche il numero di infortuni seri che abbiamo avuto e le lunghe assenze di Lora, Schenetti, Paolucci, Donazzan e Signorini, che non potevamo mettere in preventivo». Agli infortuni si aggiungono le squalifiche: fra espulsioni dirette e legate alle ammonizioni per nove volte in questa stagione il giudice sportivo ha sanzionato un vostro giocatore. E sabato scorso Busellato poteva risparmiarsi di mandare a quel paese l’arbitro. «Un cartellino rosso del tutto evitabile: come società, prenderemo provvedimenti nei suoi confronti. Massimiliano deve capire che la rabbia va incanalata in campo e non riversata in quel modo».
Ore 14.40 – (Mattino di Padova) «Giocatori che fanno la bella vita? Se ne avessi beccato uno, state sicuri che non sarebbe qui in campo. Poi è ovvio che non posso mettere la mano sul fuoco per nessuno, ma francamente non credo sia questo il problema del gruppo, composto da bravi ragazzi». E qual è, allora, il problema? «Che la personalità non si compra al mercato. E i nostri giocatori si stanno facendo travolgere dalla situazione. Ma sono convinto che, se limiteremo i danni nei prossimi 15-20 giorni, a fine stagione ci ritroverete in una posizione ben diversa dall’ultimo posto». Stefano Marchetti arriva allo stadio Tombolato ad allenamento appena iniziato. Piove, a Cittadella, e il freddo si sente. Il direttore generale si abbottona la giacca e con quel gesto sembra voler proteggere sé e tutti i suoi uomini, anche dalle “voci” che serpeggiano fra i tifosi e che dicono che non tutti rigano dritto. Ci sarà pure chi ha poca personalità, ma è anche vero che gli elementi di esperienza non mancano: da Pellizzer a Sgrigna, arrivando sino a Coralli. «Non sta a me fare i nomi in pubblico. Dico, però, che chi ne ha di più deve far sentire la sua voce e guidare i più giovani», afferma Marchetti. «A Carpi e nelle ultime partite è emersa, invece, una generale debolezza di carattere. E la si è vista tutta nelle gare in cui ci siamo trovati in vantaggio e non lo abbiamo difeso. Poi, però, invito anche ad essere obiettivi e a valutare tutto». Ovvero? «Ovvero il fatto che a Carpi nei primi 25 minuti abbiamo fatto noi il match, e avremmo potuto andare subito in gol con Sgrigna e Pellizzer».
Ore 14.30 – (Mattino di Padova) «Gli avversari d’ora in poi dovranno morire prima di farci gol». Andrea Pierobon resta un punto di riferimento per tutti. Lo è quando difende il gruppo, «che è unito: non esiste alcuna frattura fra la vecchia guardia e i nuovi». E lo è quando richiama all’ordine i suoi compagni, prima del derby di sabato al Menti: «A Carpi c’è stata troppa leggerezza. È vero che in vantaggio avremmo potuto trovarci noi, ma non esiste che, dopo aver preso gol, si crolli a quel modo», rileva il portiere granata prima di aggregarsi al gruppo per l’allenamento pomeridiano. «Io, però, sono fiducioso: nel confronto che abbiamo avuto fra di noi domenica pomeriggio ho visto che c’è in tutti una grande voglia di ribaltare questa situazione. Poi, cosa volete, in certi periodi tutto gira storto: ma l’avete visto il gol che ha segnato il Vicenza ad Avellino? E le vittorie di Crotone e Latina?». Proprio quelle vittorie hanno fatto precipitare gli uomini di Foscarini all’ultimo posto. Se si chiede al tecnico qual è la chiave per risollevarsi, la risposta non può che passare dal campo: è il lavoro. Perciò questa settimana sono stati fissati tre doppi allenamenti, oggi, domani e dopodomani, due in più rispetto al solito. «Non vuole essere una punizione», sostiene il mister, «ma un modo per concentrarci sui nostri difetti e stare assieme in questo momento difficile. Credo sia più utile che non andare tutti in ritiro». Alle sue spalle i giocatori si affrettano a raggiungere il campo. Ci sono pure Scaglia e Busellato, squalificati ieri per un turno. Il primo era diffidato e ha raggiunto la quarta ammonizione. Il secondo è stato punito “per avere, al 30’ del secondo tempo, contestando una decisione arbitrale, proferito un’espressione blasfema”. Con loro c’è anche Filippo Lora, passato a salutare tutti: stamattina, all’ospedale di Cittadella, il dottor Roberto Bordin eseguirà l’operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. «So che dovrò stare fermo almeno 5 mesi», dice il centrocampista, «ma avevo capito subito che l’intervento sarebbe stato necessario. Il derby con il Vicenza? Mi aspetto che i compagni divorino il campo».
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto) Lo smacco dell’ultimo posto in classifica ha lasciato il segno e ferito la tifoseria. A Cittadella, da sei anni a questa parte, forse solo in un’altra occasione avevano vissuto un momento tanto critico e difficile. Era l’autunno del 2010, l’anno in cui Federico Piovaccari avrebbe poi trascinato alla salvezza i granata con 23 gol in 38 partite e un titolo di capocannoniere forse insperato a inizio stagione. E quell’anno, proprio in occasione di un derby col Padova perso 2-1 all’Euganeo, fu anche l’unica volta in cui circolò qualche voce (subito messa a tacere e soffocata dalla voce forte e chiara della proprietà) a proposito di un esonero di Claudio Foscarini. Il tecnico trevigiano è stato preso di mira nelle ultime ore dai tifosi sui social dove sono in molti a chiederne l’allontanamento. Foscarini, che gode della fiducia della società e al momento non rischia nulla, sta comunque vivendo un momento molto difficile. L’impressione è che con qualsiasi formazione la coperta sia sempre corta. Quando sganciava le tre punte si prendevano troppi gol, con la difesa a tre il gioco si inceppa e non ci sono gli uomini giusti per valorizzare il lavoro delle punte, mentre con il 4-4-2 visto a Carpi la difesa imbarca acqua da tutte le parti. Ecco perché il dg Stefano Marchetti, oltre a confermare la fiducia in Foscarini, sta guardando al mercato degli svincolati alla ricerca di qualche possibile rinforzo. Se, come pare, non dovesse esserci nessuno di interessante, si passerà a gennaio quando potrebbe arrivare un innesto per reparto. In vista del derby a Vicenza, intanto, sono stati squalificati Scaglia e Busellato, che salteranno la partita del Menti. Qualche speranza di recupero per Schenetti e di convocazione per Paolucci, mentre nella mattinata di oggi il dottor Roberto Bordin eseguirà l’operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro di Filippo Lora. Per il centrocampista granata sono previsti almeno cinque mesi di stop.
Ore 13.50 – (Mattino di Padova) «Beghetto, invece, è un ragazzo estroso, sempre sul pezzo. Ha un po’ il braccino corto, soprattutto quando si tratta di comprare il cibo per festeggiare con i compagni (ride)». B. «Rondon ti mette sempre la palla sui piedi, dà consigli e si danna l’anima per i compagni. Lo stesso discorso vale per Tommy: è un tamburo, sa quando richiamare all’ordine, quando aumentare il ritmo. Un grande capitano. Ho qualche difficoltà a trovare difetti. Ecco, non sopporto quando mi incolpano per gli scherzi in spogliatoio. Venerdì scorso Rondon ha nascosto vestiti e scarpe a Coraini e ha dato la colpa a me. E Lelj gli dava corda». Siete tutti e tre figli d’arte. Da “Toto” Rondon a Giuseppe Lelj, passando per Massimo Beghetto, quanto c’è dei loro consigli nel vostro approccio alle partite? R. «Sono cresciuto, come si dice spesso, a pane e calcio. Da piccolo andavo allo stadio a vedere le partite del papà. Poi i ruoli si sono invertiti e lui ha iniziato a seguire me: mi ha sempre dato consigli e anche rimproverato». L. «È molto difficile che da papà arrivi un “bravo”. Anzi, molto spesso arrivano critiche. Ecco, mi dice sempre “se puoi scegliere tra provare e non provare, tu prova”. È un insegnamento che porto sempre con me, in campo e nella vita». B. «Papà mi ha trasmesso la voglia di migliorare, la dedizione e la concentrazione».
Ore 13.40 – (Mattino di Padova) Lelj. «Siamo una squadra costruita bene, con gli uomini giusti al posto giusto. Ci sono giocatori esperti come Bonazzoli, Rubbo e lo stesso Roby che hanno un peso nello spogliatoio. Io, per esempio, sono il capitano, ma secondo me in questa squadra ci sono 4 o 5 giocatori che potrebbero indossare la fascia. E poi abbiamo giovani fortissimi. Non avremo le referenze delle altre big, ma a inizio stagione, in spogliatoio, ci siamo detti delle cose e non vogliamo restino solo parole». Beghetto. «La società ci mette nelle condizioni di dare il massimo. Anche chi sta dietro le quinte, dai preparatori alla dirigenza, dà sempre gli input giusti. I giocatori forti ci sono, ma a differenza di altre squadre che a volte vivono di individualità, siamo tutti amici che non stanno là a guardare nomi o curriculum. Insomma, a essere primo in classifica è il gruppo». Oltre a essere i capocannonieri della squadra (11 gol Rondon, 6 Beghetto e 4 Lelj), in campo vi trovate a meraviglia. Che rapporto c’è tra di voi? Ci sono pregi o difetti che vi riconoscete? R. «Lelj, oltre ad essere il miglior centrocampista della serie D, è un amico. Non chiedetemi un difetto, il capitano non può averne (ride). Anche perché sennò mi lascia a piedi e non mi porta più agli allenamenti. Per quanto riguarda Andrea, penso di non aver mai conosciuto un ragazzo con la sua voglia di arrivare e la mentalità da professionista. E poi ha un modo di calciare il pallone da serie A. Deve solo stare più tranquillo in campo. È un consiglio che gli do spesso». L. «Penso che i pregi del Roby-calciatore siano sotto gli occhi di tutti. È comunque una persona fantastica, buona e sempre pronta a dare una mano. Anche le critiche, o i consigli che dà, sono sempre mirati. L’unico difetto è l’auto: sarebbe ora che la cambiasse».
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Nel rock c’erano i Nirvana, nella lirica i tenori Carreras, Domingo e Pavarotti. In cucina Cracco, Barbieri e Bastianich. Nell’Este, invece, il potere del trio Rondon, Lelj e Beghetto sta fruttando gol e primato solitario nel girone D di serie D. Un primato sicuramente impensato ad inizio stagione e che nasce certamente dallo sportito “cantato” dai tre goleador giallorissi. I tre sono accumunati dal talento e da una prima parte di stagione da protagonisti, ma anche dal dna a strisce biancorosse come la maglia del Vicenza, indossata dai rispettivi papà. Da Toto Rondon a Roberto, da Giuseppe Lelj a Tommaso, da Massimo Beghetto ad Andrea: carriere e personalità quasi agli antipodi, decisive (quelle dei figli) per questo Este che sta stupendo anche, ma non solo, grazie ai loro gol. A volte Tommaso, Riberto e Andrea si alternano, altre marcano il tabellino tutti assieme, come domenica scorsa a Mezzolara. Una vittoria (5-1) che ha legittimato il primato solitario della squadra di Zattarin. Così abbiamo messo Roberto Rondon, Tommado Lelj e Andrea Beghetto uno vicino all’altro, per raccontare e raccontarsi in queste tredici giornate vissute insieme e che hanno fruttato 29 punti e testa della classifica. C’è più consapevolezza o stupore nello spogliatoio dell’Este? Rondon. «Ci eravamo posti l’obiettivo di far bene, ma il primato è qualcosa di eccezionale. Il campionato è ancora lungo, è vero, ma se dopo le prima giornate si diceva “l’Este è primo, va bene, ma siamo solo all’inizio” ora deve vedersela con una capolista vera. Noi, però, a differenza di Correggese, Delta Porto Tolle e Rimini non possiamo sbagliare atteggiamento. Dobbiamo ragionare sempre da squadra provinciale quale siamo. A dicembre tornerà pure Bonazzoli, e sarà la nostra arma in più».
Ore 13.10 – (Corriere del Veneto) Se dovesse esprimere un desiderio sfregando la lampada di Aladino, Emiliano Bonazzoli non avrebbe dubbi: «Portare l’Este in Lega Pro e giocare un altro anno? Magari, però in questo momento non so nemmeno cosa accadrà domani, figuriamoci se riesco a pensare a quello che potrebbe succedere l’anno prossimo…». Bonazzoli sta scontando la maxisqualifica di dieci giornate che ha fatto parlare e discutere il mondo del calcio. Possibile che uno come lui, che mai si era macchiato in carriera di episodi di intolleranza e meno che mai di razzismo, possa essere caduto nella trappola rivolgendo un epiteto a sfondo di discriminazione razziale al direttore di gara? «Non mi va di tornare su quell’episodio – taglia corto – è stato detto di tutto e di più, ho scontato già otto giornate di squalifica e fra tre settimane tornerò a giocare una partita ufficiale. Sinora non sono mai sceso in campo e mi dispiace. Da un lato mi riempie di orgoglio aver scelto Este, dall’altro è dura stare fuori a guardare. Mi alleno tutti i giorni e vado a seguire anche le partite in trasferta. Non siamo partiti per vincere il campionato come Piacenza o Rimini ma siamo lì: io penso che abbiamo tutti i mezzi per fare un campionato di vertice fino in fondo. Se poi sarà addirittura promozione questo, adesso, nessuno può saperlo». Bonazzoli, intanto, sta studiando per diventare allenatore: «Anche adesso sono a vedere una partita – spiega il centravanti di Asola – l’idea sarebbe quella di proseguire nel mondo del calcio, anche se per adesso penso soltanto a giocare. Però in questo momento è inutile dire altro, godiamoci questo momento e più avanti si vedrà».
Ore 12.50 – (Gazzettino) Eccolo il giorno tanto atteso da Luca Rossettini. Il centrale difensivo padovano in forza al Cagliari questa sera potrebbe debuttare in nazionale agli ordini di Antonio Conte, tecnico che lo ha già allenato a Siena in B cinque anni fa. Un traguardo meritato, frutto del suo impegno e della sua serietà in campo e fuori, e favorito dal lavoro di tecnici e dirigenti che negli anni lo hanno seguito, oltre a una famiglia che lo ha accompagnato senza eccessive aspettative. «Una bella soddisfazione – commenta papà Paolo, architetto – e il giusto risultato del grande impegno che Luca ha messo nel calcio. Abbiamo sempre guardato il tutto in maniera distaccata, lasciandolo libero nelle scelte e senza pressioni». La famiglia non sarà in tribuna a Genova: «Lo guardiamo volentieri in tv, o dal vivo quando gioca vicino. Quando venerdì mi ha chiamato gli ho chiesto se era stato convocato, ma era una battuta, l’ultimo cosa a cui pensavo e invece mi ha risposto di sì. È emozionato, lo so indirettamente tramite il fratello che vive a Milano, ma non ho approfondito per non caricarlo di ulteriori tensioni». Ventinove anni, sposato con Valentina e papà di Davide e Sofia, ha messo casa a Vigonza, ma i suoi primi calci li ha tirati all’Arcella, quartiere in cui viveva. «Un ragazzo d’oro – commenta Valter Ulgelmo, storico dirigente della società – e un esempio per tutti come qualità calcistiche e umane. Per noi dunque è una grande gioia. Una convocazione tardiva ma meritata». Nel 1996 il passaggio al Padova (esordienti) e il 14 novembre 2004 l’esordio in prima squadra nel derby con il Cittadella vinto 2-0, ma pochi mesi prima rischiò di essere ceduto alla Vigontina. A evitare l’operazione fu l’allora responsabile del settore giovanile Loris Fincato. «Venne a trovarmi Renzo Ulivieri, che allenava la prima squadra, per portarmi i saluti di Maurizio Viscidi e allora mi feci coraggio e gli proposi di portare Luca in ritiro, sapendo che qualcuno in società stava per cederlo alla Vigontina, cosa di cui non volevo darmi ragione. Lo mandò subito alle visite mediche, il giorno dopo partì con i compagni e poi Ulivieri si complimentò per la segnalazione». Nell’estate 2007 la cessione al Siena in serie A per 2,2 milioni di euro, fortemente voluto da Mandorlini che aveva appena lasciato il Padova.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) «Spesso la strada verso un potenziale futuro viene chiusa da coincidenze sfavorevoli, non c’è mai niente di dovuto e quando arrivano le giuste opportunità l’importante è che vengano sempre vissute con responsabilità. L’Arcella, le sue tradizioni e il suo vivaio devono essere orgogliosi di ciò che hanno saputo fare». E anche per la città, per la Padova calcistica che l’ha visto crescere e che da Francesco Toldo in poi aspettava un altro padovano azzurro, sarà una serata da ricordare: «Avere in città un vivaio importante come quello del Padova l’ha favorito molto», prosegue, «Anni di fatiche che gli hanno permesso di raggiungere un traguardo così grande. Noi non lo abbiamo mai forzato, non abbiamo fatto come quei genitori che rovesciano sui figli i propri sogni. Quando giocava al Padova, io non vedevo l’ora che arrivasse la domenica per potermi sedere sugli spalti a leggere il giornale. Era l’unico momento della settimana in cui potevo concedermelo e i genitori degli compagni di squadra scherzosamente mi prendevano in giro poiché stavo assorto tra le pagine, invece che sulla partita di mio figlio. Penso che il nostro atteggiamento sia stato per lui di grande aiuto, e questo lui ce l’ha sempre riconosciuto». E le prime persone che Luca ha ringraziato quando ha saputo della convocazione sono state proprio loro, la sua famiglia: «Oggi faremo il tifo per lui, è un nuovo esame e gli auguriamo di passarlo. Il cammino è il suo, nel bene e nel male, e di questo siamo orgogliosi».
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Stasera la sua famiglia gli sarà vicino, come lo è sempre stata, ma mai col fiato sul collo. «Non siamo tesi, abbiamo sempre vissuto bene le vicende dei nostri figli. Siamo contenti per Luca, ma non vogliamo enfatizzare troppo questo suo traguardo. Forse siamo stati dei genitori atipici, ma non ci siamo mai sostituiti ai nostri figli, al loro lavoro, alle loro fatiche, alle loro gioie». Fa specie di questi tempi sentire un genitore parlare del proprio figlio calciatore del suo debutto in nazionale come se fosse la cosa più normale di questo mondo. E forse proprio questo è uno dei segreti del successo di Luca: «La sua di sicuro è una bella storia, molto semplice e per certi versi molto personale. Ha cominciato da piccolo a coltivare una passione che di certo non ha ereditato da noi» continua papà Paolo. «Suo nonno, mio padre, penso che da giovane giocasse a Lonigo, in una piccola squadra di provincia, questo è l’unico precedente calcistico che abbiamo. Arrivato all’Arcella è stato guidato da delle brave persone, come le tantissime che nei patronati compongono un tracciato educativo importantissimo senza chiedere nulla in cambio. E poi ha avuto la fortuna di poter svoltare: il suo è un traguardo che molti meriterebbero, ma che per un motivo o per l’altro sono in pochi a raggiungere».
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) È un giorno speciale. Perché una bella storia di calcio e di vita questa sera troverà un suo compimento. Magari solo parziale, magari nemmeno così importante, ma di certo significativo. Luca Rossettini, classe 1985, questa sera realizzerà il suo sogno: convocato da Antonio Conte per l’amichevole con l’Albania, per la prima volta indosserà la maglia azzurra della Nazionale Maggiore. È il primo padovano ad indossare l’azzurro più prestigioso 19 anni dopo Francesco Toldo. La storia calcistica di Rosettini inizia all’Arcella, si forma con il Calcio Padova e poi cresce con Siena e a Cagliari. L’emozione di “Rosse”, come lo chiamavano i compagni, stasera sarà tanta, ma a casa Rossettini, a Noventa Padovana, non c’è fibrillazione. C’è la semplicità di papà Paolo, di mamma Cristina, dei fratelli Lorenzo, Marco e Cecilia che questa sera saranno davanti alla tv per seguire il “campione” di casa. «Devo dire che lui forse ormai se l’aspettava», racconta Paolo Rossettini, architetto, dal suo studio di Camin. «I suoi compagni quasi lo prendevano in giro per una convocazione che sembrava non arrivare più. Ha raggiunto ciò che per molti rimane solo un sogno, ha lavorato per anni senza pretendere nulla ed è riuscito a superare le regole non scritte di un mondo di matti come quello del calcio».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Juniores Nazionali. Niente da fare per l’Este nel girone C: troppo forte la vicecapolista Altovicentino (6-2), salvano l’onore le reti di Spoladore e Salvo. Nel girone D il Padova non solo emula la prima squadra vincendo a Castelfranco sul finora imbattuto Giorgione per 4-2, ma supera anche il record di vittorie centrando il nono centro consecutivo. Gara già chiusa nel primo tempo con la quaterna firmata da Mbengue, Denè e due volte da Dovico. Sabato il testa-coda contro il Belluno si disputerà sul campo dell’Arcella. Ora sono otto i punti di vantaggio sulla seconda, il Mezzocorona. Beffato l’Atletico San Paolo che pareggia 1-1 a Recanati subendo la rete nell’unica conclusione seria dei padroni di casa in tutti i novanta minuti. La continua pressione dei gialloblù frutta una serie di occasioni, ma la sfera non vuole proprio entrare. Si riscatta l’Abano che si attesta a centro classifica tornando con i tre punti da Chioggia (3-2). Solito copione per il Thermal Abano Teolo: prova positiva dell’intera squadra che non riesce però a recuperare contro una quadrata Civitanovese la rete subìta alla mezz’ora del primo tempo. GIRONE D: Mezzocorona-Union Ripa 2-1; Tamai-Dro 2-1; Mori-Montebelluna 1-0; Fontanafredda-Union Pro 2-1; Belluno-Kras Repen 0-2; Giorgione-Biancoscudati Padova 2-4; Triestina-Sacilese 3-1. Classifica: Biancoscudati Padova 27, Mezzocorona 19, Union Ripa 18, Giorgione 16, Triestina 15, Sacilese 13, Fontanafredda 12, Mori 11, Union Pro 10, Kras Repen 9, Montebelluna e Dro 8, Tamai 6, Belluno 2.
Ore 11.30 – (Trentino) Quanto vi ha fatto arrabbiare quel rigore? «Tanto. Io l’ho vissuto in diretta e da una posizione privilegiata e vi posso assicurare che Cunico si è allungato la palla che era ormai destinata al fondo e si è lasciato andare contro Bonomi. Ciò che mi lascia allibito è il fatto che il direttore di gara abbia fischiato il penalty senza alcuna esitazione, evitando di consultarsi con l’assistente. Insomma: i guardalinee ci sono, spesso sono meglio posizionati, e allora perché non consultarli? Sono d’accordo con il pensiero generale, che vale in tutte le categorie del calcio quando si ha a che fare con squadre di “peso”: a parti invertite un attaccante del Dro sarebbe stato ammonito per simulazione. Purtroppo non è la prima volta che ci capita in questa stagione: anche il rigore che abbiamo subìto contro il Belluno è da “cartone animato”. Cosa possiamo farci? Nulla: è triste da dire, ma è così». Il Dro però ha dimostrato di esserci. «Senza dubbio. Siamo una squadra “vera” e un gruppo forte. L’abbiamo dimostrato tante volte, l’ultima delle quali ad Arzignano dieci giorni fa: se non sei compatto nei fatti e non solamente a parole non riesce a resistere ad un assalto finale all’arma bianca come quello a cui ci hanno sottoposto i veneti negli ultimi venti minuti». Tradotto in parole povere, questa squadra ha tutte le carte in regola per arrivare alla salvezza diretta. «A mio avviso sì, visto che abbiamo ancora grandi margini di miglioramento. Sperando di fare sempre meglio e di essere anche… fortunati in certi episodi».
Ore 11.20 – (Trentino) Il giorno dopo brucia ancora. Tanto, anzi tantissimo. Il retrogusto della sconfitta, immeritata, contro i Biancoscudati Padova, è solamente amaro. Sulla carta non avrebbe dovuto esserci partita: il Dro “costa” complessivamente 200 – 250mila euro, il budget totale della “corazzata” padovana sfiora invece i 2 milioni di euro. Praticamente una società di Lega Pro che domenica ha però dovuto sudare le proverbiali sette camicie per piegare i gialloverdi, senza dimenticare il gentile “omaggio” arbitrale a metà ripresa. Il pensiero è quello espresso da tutti (anche da diversi addetti ai lavori provenienti dal Veneto) al momento del fischio del direttore di gara: il rigore su Cunico non c’era assolutamente e, a parti invertite, l’arbitro probabilmente avrebbe deciso in maniera diametralmente opposta. Fabio Bazzanella era lì, a pochi passi dal “fattaccio”: dal suo gol, il primo della stagione, che aveva permesso al Dro di pareggiare la rete iniziale di Cunico, erano passati appena due minuti. I trentini erano tornati meritatamente in partita e si sono ritrovati nuovamente sotto senza demeriti e senza sapere il perché. «C’è tanta amarezza – confida Bazzanella – perché, alla luce della prestazione e delle occasioni da gol create, avremmo meritato di conquistare almeno un punto. Peccato veramente, perché un risultato positivo ci avrebbe permesso di dare continuità al pareggio ottenuto contro il Belluno e alla vittoria esterna di Arzignano e, invece, siamo qui a recriminare per una sconfitta che, obiettivamente, proprio non ci sta».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Quanto è difficile per un giovane giocare nel Padova? «Tra l’altro gioco per la squadra della mia città, sei sotto pressione perché devi sempre andare a mille fisicamente e mentalmente. Ma difficoltà e pressioni non mancano per i compagni più vecchi dato che non possono deludere la società e la piazza. Anzi, per loro le responsabilità sono anche maggiori dovendosi caricare sulle spalle la squadra». Con la Clodiense rientra dalla squalifica Ferretti, per lei potrebbe esserci meno spazio. «Lui è fondamentale per noi, ci vuole per forza in squadra. Io sarò pronto a qualsiasi evenienza, rispettando le scelte dell’allenatore. Siamo una rosa costruita per vincere: in campo si va in undici, gli altri devono farsi trovare pronti quando sono chiamati in causa». C’è un giocatore che ammira? «Il più forte è Ibrahimovic. Non che mi riveda in lui, ma mi piace un sacco. Ha tecnica e forza fisica impressionanti». Lei frequenta l’ultimo anno all’istituto per geometri Belzoni con lezioni dalle 19 alle 23.10. «È il primo anno che vado al serale, non avevo alternative dato che ci alleniamo anche al mattino. Mi trovo abbastanza bene, ci sono ragazzi della mia età e persone più grandi. Sanno che gioco nel Padova, sono tifosi. In molti mi hanno chiesto la maglietta al primo gol, non potrò accontentare tutti».
Ore 10.50 – (Gazzettino) «È stata una sorpresa, non per il fatto che ero sicuro di giocare, ma vedendo le assenze e come l’allenatore aveva preparato la partita in settimana. Comunque non c’è problema». Il suo ingresso a gara in corso è stato decisivo. «È andata bene a me e alla squadra. Lavoriamo tutta la settimana per i tre punti, è quello che ci voleva». Quali consegne le ha dato l’allenatore qualche istante prima del suo ingresso? «Vincevamo 1-0, ma eravamo un po’ in difficoltà. Mi ha detto di tenere palla per fare rifiatare i compagni, di fare salire la squadra e di prendere qualche fallo». E poi ha messo lo zampino in due gol. È stata la sua migliore prestazione? «Mi ero piaciuto anche con il Tamai, ma questa è stata la migliore. Una prestazione che dà coraggio e autostima. Partire dall’inizio mi avrebbe aiutato, ma ho avuto comunque la possibilità di giocare quaranta minuti». Nel dopo partita Parlato ha affermato che lei «ha dato una grossa mano alla squadra, peccato che gli sia mancato il gol, ma ha fatto capire a me e ai compagni di esserci». «Sono parole molto belle, lo ringrazio». Dopo tutto ha solo 18 anni.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Con Ferretti e Tiboni ai box ci si aspettava che fosse arrivato il suo momento dall’inizio, invece Parlato ha puntato sull’esperienza di Cunico. Quando però è entrato in campo nella ripresa, Filippo Pittarello ha trasformato il Padova. Non solo per la sua capacità di dare profondità, ma lasciando anche il segno nell’azione che ha portato al rigore di Cunico e propiziando il tris di Sentinelli che ha ribadito in rete la respinta del palo su un suo tiro. Una prestazione più che positiva, anche se l’appuntamento con il primo sigillo in campionato è ancora rimandato. «Ci sono andato vicino. Ho colpito un palo e in un’altra occasione il portiere ha preso con il sedere una mia conclusione. Proprio non vuole entrare. Cosa ho pensato in occasione del palo e del successivo sigillo di Sentinelli? Una sensazione strana. Ero contentissimo per il suo gol e allo stesso tempo non volevo credere di avere avuto tanta sfortuna. Ero un po’ arrabbiato, volevo segnare io. Aspetto questo gol da molto tempo». Cosa ha pensato quando nella riunione tecnica pre-gara Parlato vi ha dato la formazione e non ha sentito il suo nome negli undici? «Ci sono rimasto un po’, ma non è che ti arrabbi o che ti butti giù».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Ancora un giorno di riposo per i biancoscudati che riprenderanno domani la preparazione in vista della sfida casalinga con la Clodiense in programma martedì alle 20.30, dato che sabato l’Euganeo sarà teatro del test match di rugby Italia-Sudafrica. Con i veneziani Parlato potrà contare sui rientri dalla squalifica di Ferretti e Dionisi, mentre Niccolini e Nichele restano in diffida. Giovedì alle 15 a Rio la squadra effettuerà un’amichevole con il Ponte San Nicolò Polverara, squadra che milita in Promozione. KRAS REPEN. Dopo la sconfitta interna 4-1 con l’Arzignano è stato esonerato il tecnico Pedrag Arcaba, ex capitano del San Paolo. La società ha affidato temporaneamente la squadra al preparatore dei portieri Gulic. Il Padova affronterà in trasferta il Kras domenica 14 dicembre.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il ds nega ogni contatto, ma gli spifferi cominciano a farsi sentire: i reparti sono affollati, e anche in difesa e a centrocampo si cercherà una nuova pedina per compiere il salto di qualità. La condizione, per chi arriverà dalla Lega Pro, è che la firma arrivi entro il 3 dicembre: i regolamenti impongono un periodo di “congelamento” di un mese e un giorno prima di poter giocare nei dilettanti, e il Padova avrà bisogno dei suoi nuovi acquisti il 4 gennaio, quando a Valdagno andrà in scena la sfida-verità con l’Altovicentino. Le uscite. Se qualcuno arriva, qualcun altro sarà destinato a fare le valigie. I prestiti andranno risolti entro il 29 novembre, e a tal proposito c’è da credere che almeno due di questi verranno definiti ben prima della fine della stagione: Montinaro potrebbe tornare a Lecce, e anche Bruzzi, letteralmente scomparso dai tabellini dopo un buon inizio, potrebbe a sorpresa rientrare a Livorno. Si cercherà una sistemazione al terzino Genny Russo, che sin qui non ha quasi mai trovato spazio, mentre rimane tutto da decifrare il futuro di Salam Denè: l’attaccante del Burkina Faso, infortunatosi ad Asiago durante il ritiro e mai visto all’opera, fisicamente sta bene ma sin qui è stato impiegato pochissimo, persino in occasione delle amichevoli del giovedì.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Mancano ancora un paio di settimane alla riapertura del mercato dilettanti, ma a Padova le “voci” su prossimi arrivi e partenze cominciano a farsi via via più insistenti. Dall’1 al 16 dicembre le liste saranno riaperte, e le squadre potranno acquistare e vendere giocatori. E i Biancoscudati, che sulla carta hanno già una formazione che può giocarsi il campionato, non le passeranno rimanendo a guardare. Uno per reparto. Fabrizio De Poli e i dirigenti sono alla finestra: in presenza di vere occasioni per migliorare la rosa, il Padova tornerà sul mercato. La società è disposta a rinforzare la rosa a disposizione di Parlato, non considera nessuno dei giocatori titolare inamovibile, e il direttore sportivo tra pochi giorni si metterà sulle tracce dei papabili, i cui nomi rimangono al momento top secret. Il “tam tam” si è già scatenato intorno agli attaccanti: senza Ferretti, nell’ultimo mese (sfida con il Dro compresa), si è faticato, e l’infortunio di Tiboni suggerisce di cercare un’alternativa. Ieri è girata voce che tra i papabili potesse esserci Emil Zubin, del Pordenone, ma sia il presidente della società friulana, Mauro Lovisa, che lo stesso giocatore hanno smentito decisamente che possa lasciare i neroverdi, ultimi nel girone A di Lega Pro. A questo punto l’alternativa potrebbe essere rappresentata da Roberto Rondon, che con i suoi 11 gol sta trascinando l’Este, unitamente ad una punta “under” di categoria superiore.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tornerà ad allenarsi solo domani pomeriggio la squadra di Carmine Parlato. Con la sfida alla Clodiense posticipata a martedì prossimo (si giocherà alle 20.30), l’allenatore ha concesso ai biancoscudati un giorno di riposo in più, e solo domani la squadra si ritroverà per cominciare a preparare il ritorno all’Euganeo dopo le due trasferte consecutive a Castelfranco Veneto e Trento. Contro i veneziani rientreranno dalla squalifica sia Gustavo Ferretti, grande “ex” della gara e che rimarrà comunque in diffida, che Matteo Dionisi. Due rientri importanti per l’allenatore, pronto a tornare tra le mura amiche dove, nell’ultima uscita contro la Triestina, la squadra fu fermata sul pari per la prima volta in stagione. Rimarranno da valutare, invece, le condizioni di Tiboni: l’attaccante verrà sottoposto a nuove ecografie per stabilire con certezza l’entità dello stiramento all’adduttore sinistro che l’ha colpito la settimana scorsa. CONSELVE IN FESTA. Appuntamento questa sera alle 19.30, presso il centro sociale “Peraro” di Conselve, per il club Conselve Biancoscudata, che festeggerà il suo terzo anniversario alla presenza di alcuni giocatori della prima squadra. Il sodalizio, che da due anni porta ormai il nome del compianto Piermario Morosini, si ritroverà per festeggiare con i suoi associati il momento magico della capolista.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Da dove si ricomincia? «Dal futuro. Provando a gettare le basi per una concezione diversa del calcio. In Italia si guarda solo al presente, per questo siamo indietro rispetto all’Europa. Bisogna puntare al futuro, formare calciatori e allenatori che abbiano una visione del gioco, a livello giovanile, improntata sulle basi tecniche, motorie e di gruppo. Bisogna imparare a giocare, non pensare solo a vincere, come si fa nei nostri settori giovanili». Il Padova non penserà solo a vincere, ma l’inizio di stagione del settore giovanile è stato incredibile. Sette squadre prime in classifica nei rispettivi campionati, sei (compresi gli Juniores) a punteggio pieno. Meglio di così era difficile. «Ma la gratificazione maggiore è nei progressi che notiamo quotidianamente nei nostri ragazzi. Abbiamo ricominciato da zero e l’inizio è incoraggiante.Penso si possa riuscire ad aprire un ciclo soddisfacente».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) C’è una data che rovinerà per sempre la storia del calcio a Padova, ed è il celeberrimo 15 luglio 2014, giorno della radiazione dal calcio professionistico dell’Acp 1910. Ma fortunatamente blasone e tradizione sono riusciti a resistere all’urto. E una prova la si è avuta con il “colpo” messo a segno dal settore giovanile biancoscudato, che è riuscito a rinnovare la presenza dei massimi dirigenti del vivaio e dell’academy dell’Ajax al corso per allenatori. Sander De Goede e Patrick Ladru, due tra i tecnici che portano avanti uno dei vivai più importanti e floridi del mondo, saranno in città lunedì 24, quando alla palestra Gozzano terranno il corso per allenatori del settore giovanile organizzato dal nuovo Padova. Giorgio Molon, responsabile del vivaio, com’è riuscito a convincere i due ad accettare l’invito di una società di serie D? «Grazie alla lungimiranza della nuova proprietà, ai nostri sponsor e anche ai rapporti personali che siamo riusciti a costruire nel corso degli anni. Sono felice, perché la fama di Padova come piazza attenta alla formazione di giovani calciatori non è stata intaccata da quanto successo la scorsa estate. Stiamo ripartendo e ci sono tutti i presupposti per farlo bene».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Chiari e ben delineati, poco ma sicuro. Intanto a Pordenone, dove evidentemente l’ultimo posto sta facendo saltare i nervi a più di qualcuno all’interno della dirigenza, hanno ritenuto opportuno smentire addirittura con un comunicato ufficiale il possibile addio del trentasettenne Emil Zubin, specialista della D e autore di 27 gol nello scorso campionato. Qualche contatto con il suo vecchio allenatore Carmine Parlato in realtà c’è stato, il Padova sta valutando se procedere o meno alla prossima finestra di gennaio sferrando l’assalto decisivo per il bomber che ha giocato anche a Venezia. Il rendimento di Christian Tiboni, fino a questo momento, non ha convinto troppo e non è da escludere che il ds Fabrizio De Poli possa decidere di operare qualche correzione non appena riapriranno le liste. Su Zubin c’è pure l’Alto Vicentino, che cerca un centravanti da affiancare a Peluso. Non risultano invece sviluppi a proposito di un presunto interessamento biancoscudato per l’ex centrocampista di Venezia e Portogruaro Daniele Mattielig, segnalato pure in uscita da Pordenone.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Ovviamente sono molto felice dei risultati e della nostra classifica – sottolinea Zattarin – il plauso va ai ragazzi che stanno giocando meno e che, quando entrano, danno sempre una mano alla squadra. Ci sono molte cose da migliorare e la fortuna ci sta dando una grossa mano, comunque sia accettiamo volentieri qualche assist esterno. La classifica? Adesso basta, non voglio parlarne o guardarla, punto e stop. Dobbiamo vivere alla giornata e giocarci ogni partita, più avanti si faranno i conti».
Carmine Parlato ha gestito al meglio pure la trasferta di Trento dei Biancoscudati contro il Dro. Falso nueve in stile Barcellona — con tutto l’ovvio rispetto per le proporzioni, ci mancherebbe — nel primo tempo con Cunico a fare le veci di Ferretti e Tiboni, dentro Pittarello nella ripresa quando c’era bisogno di scardinare la difesa avversaria. Il tutto fa 3-2 e pazienza se qualche esteta o purista del mestiere avrà storto un poco il naso. «Non siamo stati bellissimi – ammette Parlato – tuttavia era importante portare a casa i tre punti e la missione ora può dirsi compiuta. Andiamo avanti partita dopo partita, adesso non è importante guardare la classifica. Sappiamo bene che l’Alto Vicentino ci terrà compagnia a lungo e che non mollerà, ma i valori erano chiari da inizio campionato».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Due gironi, due padovane a tirare il gruppone, tanti sogni e altrettante speranze da coltivare e, magari, tramutare in una realtà concreta, da toccare con mano. Nel girone C il Padova viaggia quasi a punteggio pieno, con il solo pari casalingo contro la Triestina a rallentarne appena una marcia forsennata. L’Alto Vicentino non molla e viaggia appaiato in vetta ma a inizio stagione era difficile pensare che Carmine Parlato riuscisse a fare centro con tanta rapidità. Una storia già vista, quella del duello all’arma bianca e all’ultimo respiro in una corsa a due senza fine, quando Parlato guidava il Pordenone lo scorso anno. Alla fine vinse il tecnico campano, che quest’anno ci vuole riprovare. A pochi cilometri di distanza, nel girone D, l’Este di Gianluca Zattarin sta facendo un piccolo miracolo. Passano le giornate e non solo l’exploit non accenna a spegnersi, ma addirittura i giallorossi pigiano ancor di più sull’acceleratore. Cinque gol al Mezzolara e tanti saluti a Rimini, Piacenza e Correggese, dietro a inseguire con il fiatone. Se durerà nessuno lo può sapere, quel su cui si può scommettere è che l’Este sarà protagonista fino in fondo perché ci sono tutte le premesse per pensarlo.
Ore 08.38 – Disponibile a questo link l’articolo relativo alle dichiarazioni rilasciate nella serata di ieri da Rino Dalle Rive, presidente dell’AltoVicentino.
Ore 08.36 – Ricordiamo che la sfida tra Padova e Clodiense è stata posticipata a martedì 25 novembre alle ore 20.30 in quanto sabato all’Euganeo si disputerà il test match di rugby tra Italia e SudAfrica.
Ore 08.34 – Serie D girone C, prossimo turno (domenica 23 novembre, ore 14.30): ArziChiampo-Sacilese, Belluno-Legnago, Fontanafredda-AltoVicentino, Giorgione-Dro, Mezzocorona-Kras Repen, Mori Santo Stefano-Union Ripa, Padova-Clodiense (martedì 25 novembre ore 20.30), Tamai-Montebelluna, Triestina-Union Pro
Ore 08.32 – Serie D girone C, la classifica: AltoVicentino e Padova 31, Belluno 26, Sacilese 21, Union Ripa la Fenadora e Montebelluna 19, Clodiense 17, Tamai 16, Legnago 14, Fontanafredda 13, Union Pro e ArziChiampo 12, Giorgione e Dro 10, Kras Repen 8, Mori Santo Stefano 6, Triestina 4, Mezzocorona 3.
Ore 08.30 – Serie D girone C, i risultati dell’undicesima giornata: AltoVicentino-Mezzocorona 1-0, Clodiense-Triestina 1-1, Dro-Padova 2-3, Kras Repen-ArziChiampo 1-4, Legnago-Giorgione 5-2, Montebelluna-Mori Santo Stefano 2-1, Sacilese-Belluno 0-1, Union Pro-Tamai 1-1, Union Ripa La Fenadora-Fontanafredda 2-1
Ore 08.28 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.26 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 17 novembre: primo giorno di riposo per i Biancoscudati dopo la vittoria col Dro. Fanno discutere le dichiarazioni rilasciate da Rino Dalle Rive, presidente dell’AltoVicentino.