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Ore 23.30 – Disponibile a questo link l’articolo relativo alle dichiarazioni rilasciate in serata da Rino Dalle Rive, presidente dell’AltoVcentino.
Ore 23.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Per ritrovare un Venezia con la porta inviolata per due gare di fila bisogna tornare indietro al giugno 2013, quando gli arancioneroverdi di Sottili nei playoff di Lega Pro2 (conclusi con la promozione) superarono con un gol il Renate nella semifinale di ritorno e pareggiarono a reti bianche a Monza nella finale di andata. Uno «zero» mai centrato nell’era-Dal Canto e che, invece, con Serena è arrivato due volte nelle sue prime quattro uscite. «Di aspetti positivi in effetti ce ne sono parecchi, però quello più importante è probabilmente proprio la sicurezza che questa difesa dà al resto della squadra – sottolinea il ds Ivone De Franceschi -. Manca Zima ma Fortunato è decisivo quando serve, Legati e Marino al centro non concedono nulla e anche i terzini fanno il loro in entrambe le fasi del gioco». L’attacco sta ingranando e con Serena ha segnato 7 volte in 4 gare, contro le 10 reti delle precedenti nove giornate. «Devo ripetermi, sono sempre stato convinto che questi giocatori avessero anche prima nelle loro corde un altro rendimento. Ora il Venezia reagisce, dicevo in tempi non sospetti che a novembre avrebbe aumentato i giri. Bene così, ma non montiamoci la testa perché non abbiamo fatto ancora nulla e dobbiamo gestire meglio certe situazioni di gioco». A livello individuale De Franceschi spende una doppia citazione. «A centrocampo mi sono piaciuti molto i 19enni Zaccagni e Varano. Li seguo da tempo nelle giovanili, sapevo che le qualità per il calcio professionistico le hanno eccome. Varano in mediana è però una vera invenzione di Serena e a lui va dato merito di aver scosso come serviva questo gruppo».
Ore 23.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Quattro partite sono già state sufficienti a Michele Serena per far uscire il Venezia dalla crisi. Gli stenti, i continui alti e bassi e il gioco pressoché inesistente della prima parte di campionato, infatti, sono sempre più uno sbiadito ricordo in casa arancioneroverde. I numeri confermano che il cambio di allenatore sta pagando, visto che ai 10 punti che Alessandro Dal Canto aveva ottenuto in nove giornate (3 vittorie, un pareggio e 5 sconfitte, di cui tre di fila, con 10 gol fatti e 12 subiti), Serena ne ha subito aggiunti 9 in sole quattro uscite (3 vittorie e un ko, all’esordio a Cremona, con 7 reti all’attivo e 3 al passivo), con conseguente rapida risalita dallo scialbo 14. posto verso zone di classifica più in linea con le aspettative. Il team lagunare, dopo il 2-0 all’AlbinoLeffe firmato dalla doppietta di Greco, occupa l’8. piazza a quota 19 punti, almeno fino al posticipo di stasera tra Renate e FeralpiSalò, visto che in caso di successo esterno i bresciani salirebbero a 20. Ciò che però i numeri non dicono è che con l’avvicendamento in panchina i tifosi hanno ripreso ad applaudire un Venezia di tutt’altra pasta, rispetto a quello che in nessun modo riusciva a trovare continuità di risultati, né di rendimento, pur non essendo mancate nemmeno con Dal Canto alcune buone vittorie (3-0 al Renate, 4-1 alla Feralpi). Serena non essendo «Re Mida» non ha chiaramente trasformato il team arancioneroverde in una macchina perfetta, tuttavia anche nei momenti di pressione avversaria (che, dopo aver costruito e segnato, non sono mancati né ad Arezzo né con l’AlbinoLeffe) il Venezia ha sempre dato l’impressione di non perdere la bussola e di saper ripartire con pericolosità. Esposito e compagni ora in campo si trovano (quasi) a memoria, quando un difensore o un centrocampista dà profondità all’azione c’è poco di casuale e l’ottima prestazione dei tre attaccanti due giorni fa è stata emblematica in tal senso. Dopo una 13. giornata a singhiozzo, dati i rinvii di Monza-Torres, Como-Cremonese e Alessandria-Bassano, l’attenzione è ora rivolta alla trasferta di sabato a Lumezzane (ore 19.30) che precederà un trittici di sfide con un crescente quoziente di difficoltà, dal derby del Penzo col Bassano (domenica 30 ore 18), alla trasferta di Pavia (venerdì 5 dicembre alle 19.30) fino al match a Sant’Elena con la Torres, ultima uscita del 2014 tra le mura tornate ad essere finalmente amiche.
Ore 23.00 – (La Nuova Venezia) Due gol sabato pomeriggio, protagonista assoluto della vittoria del Venezia contro l’Albinoleffe, e una voglia matta di tornare in serie B. Giuseppe Greco in un mese è passato dalla delusione per il rigore sbagliato a Cremona alla gioia per la prima doppietta in maglia arancioneroverde. Due stati d’animo completamente diversi, e di mezzo la consapevolezza che il gruppo sta crescendo e punta in alto. «L’episodio di Cremona non può restarmi dentro, perché un giocatore della mia esperienza deve vivere partita per partita e cercare sempre di dare il meglio» racconta ora l’attaccante siciliano, «però in quella occasione il dispiacere è stato parecchio, perché quel rigore poteva valere un pareggio e un punto prezioso e meritato per il Venezia. Si va avanti, e i due gol di sabato ne sono la dimostrazione. Con Serena badiamo molto al sodo, lui vuole che giochiamo molto in avanti, verticalizzando. Una situazione che ci porta a creare molte palle gol, ma poi la differenza la fa la concretezza. Ora stiamo trovando anche questa, e il risultato sono nove punti in tre partite. Un gioco dispendioso in termini di energie, ma che sta dando i suoi frutti». Michele Serena è entrato nella testa dei giocatori, facendo emergere orgoglio e sacrificio. Tutti aspetti che lo stesso Greco sottolinea. «È riuscito a farci credere nei nostri mezzi, e del resto questo è un gran gruppo. Ci stiamo conoscendo sempre meglio, ci aiutiamo, e dopo è inevitabile che ci sia la voglia di festeggiare tutti assieme per un gol. Mi è venuto naturale correre verso la panchina per condividere la gioia di quel momento con gli altri ragazzi. Poi, ora abbiamo anche la fortuna dalla nostra parte. Prima pagavamo a caro prezzo ogni minimo errore, ora invece ci va anche di lusso. Penso al tiro verso le stelle di Vorobjov nel primo tempo dell’altro ieri, altrimenti poteva essere il pari». Ora manca solo il Penzo all’appello, uno stadio che anche i giocatori sognano di rivedere pieno. «Intanto diciamo grazie ai tifosi che vengono sempre a vederci» è la prima precisazione di Greco, «poi, se riusciremo a continuare su questa strada, a suon di vittorie, credo che sarà inevitabile riempire di nuovo questo stadi. Fino a qualche settimana fa la gente era per forza scettica nei nostri confronti, e i risultati portavano a questo. Ma se si continuerà a vincere, la gente avrà voglia di venire a vederci. Tutto dipende da noi ora. Poi, vorrei tanto tornare in serie B con il Venezia. La classifica? Stiamo risalendo, i conti li faremo all’Epifania a conclusione del girone di andata. Ma questa squadra merita i quartieri alti, e sono sicuro che ci saremo in breve tempo».
Ore 22.40 – (Giornale di Vicenza) Monco e disossato di troppe gare causa meteo, il campionato ha cambiato faccia e classifica con Bassano, Como, Monza ed Alessandria costrette a restare a guardare e il Real che ne ha profittato installandosi solo e soletto in vetta, mentre tra le dirette inseguitrici, con tante big in ammollo, soltanto il Pavia che ha preso a sberle la Giana Erminio si è rifatto sotto, al terzo gradino del podio dietro i virtussini. Come ha preso Asta il rinvio di Alessandria? Asta sino a poche ore prima del via ha sperato come tutti di giocare, poi però quando ha visto la piega che prendeva la giornata con la situazione che è precipitata nel giro di mezzo pomeriggio, lui per primo ha capito che giocare sarebbe stata una follia, in spregio a una popolazione e una città in ginocchio. Tantopiù che, seppur coperto da giorni dai teloni, con tutta l´acqua scesa in settimana il fondo del Moccagatta sarebbe stato allentato e inzuppatissimo, una condizione che l´ottimo Tonino alla vigilia temeva moltissimo: «Loro sono grandi, grossi e strutturati – raccontava prima di salire sul pullman – noi invece più leggeri e scattanti. Ma se il campo è molle e fangoso, loro fanno valere chili e centimetri mentre noi soffriamo ad esprimere l´agilità e le giocate su una superficie imbevuta d´acqua».
Ecco perchè alla fine anche il tecnico giallorosso ha accettato di buon grado lo slittamento a data da destinarsi del match: poichè sapeva perfettamente che su un prato asciutto i suoi avrebbero potuto impensierire a lungo e ripetutamente i piemontesi, più bloccati sul piano del dinamismo e di stazza superiore. Mentre nella melma il differente atletismo dei grigi di D´Angelo avrebbe avuto comodamente la meglio. Così allora il precettore del Soccer Team può sfruttare adeguatamente il pit stop forzato per correggere la rotta in vista del prossimo appuntamento di lunedì sera, il 24 novembre alle 20.45 al Mercante contro il Como, altra big conclamata e acclarata in visita. Nella circostanza il timoniere ex Toro riattiverà l´aletta Cattaneo, costretto a dare forfait in Piemonte per un risentimento muscolare, mentre Guido Davì dovrà forzatamente scontare il suo turno di squalifica coi lariani. La comitiva Virtus che sabato, salvo una breve puntata al Moccagatta per vedere lo stato del terreno, è rimasta chiusa in albergo mentre fuori imperversava il diluvio e, poco dopo le 20, una volta sancito il definitivo rinvio anche dalla seconda riunione del Gos in Prefettura, ha fatto ritorno in sede dove è rientrata di notte. Asta (che oggi compie 44 anni, auguri) ha fissato per domani la ripresa del lavoro e della preparazione allo Sporting di Fellette, mentre la prossima settimana la Lega Pro dopo i primi contatti tra le due squadre dovrebbe decidere la data del recupero (al momento la data più plausibile è quella di mercoledì 17 dicembre, ma non è l´unica eventualità). NUMERI & CURIOSITÀ. Nonostante sia stato fermo un giro il Bassano conserva ugualmente il primato di attacco più prolifico del torneo con 24 reti all´attivo in 12 giornate alla media di due gol secchi a partita. La retroguardia con 13 reti subite non è impermeabile ma è nel drappello delle migliori. I boys Diesel tornano a comandare come numero di successi: 7 vittorie al pari di Como, Monza e Real Vicenza che però ha disputato un match in più. E anche alla voce sconfitte, un solo ko, esattamente come il Real che però conta una sfida in più a referto. La curiosità è che giallorossi e biancorossi sono caduti all´esordio ad agosto eppoi più, gli astiani poi in quel duello stregato col Pavia che ancor oggi fa ingastrire gli aficionados solo col ricordo. Insomma, si vince tanto, si perde poco e si pareggia il giusto (4 sinora e quasi sempre segnando, appena uno 0-0 con la Torres). E dunque? E dunque questo Bassano merita di essere bevuto a piccoli sorsi sino a giugno.
Ore 22.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Adesso viene il bello! Il Real Vicenza ormai è una realtà consolidata nel campionato di serie C Unica. I vicentini hanno davanti una bella settimana almeno per godersi il primato in solitudine. Bassano, Monza e Como, infatti, non hanno potuto giocare a causa del maltempo. La vetta resterà immutata fino al prossimo turno, quando il Real farà visita a un’altra nobile decaduta di questo torneo, l’Arezzo. Contro il Novara i biancorossi hanno offerto una prova esaltante. Lo spettacolo è un pallino del vicepresidente, Manuel Scortegagna: «Capiamo ovviamente che il vecchio Lane è la squadra della città e noi abbiamo poco seguito, e ci mancherebbe: è la squadra che ha fatto la storia della città. Però se si vuole vedere calcio divertente i tifosi provassero ad assistere anche a qualche partita del Real». In effetti partite come quella con il Novara riconciliano con il calcio. L’asse dei pelati (Piccinni, Bruno e Dalla Bona, tre teste, tanto fosforo ma nessun pelo) funziona a meraviglia, Carlini e la difesa non perdono colpi, il centrocampo argina bene e spazia molto sulle fasce dove domina incontrastato Lavagnoli, in avanti Bruno e Bardelloni hanno trovato l’intesa perfetta: «Abbiamo dimostrato di essere una gran squadra – esordisce il bomber bresciano, al suo secondo gol stagionale – ma vi dirò solo a maggio dove potremo arrivare. Il mio ginocchio dolorante ha retto bene, e poi giocare con Bruno è un piacere ed è semplice. Comunque, piedi ben piantati a terra. Ho visto tante squadre che a gennaio erano in testa e poi sono finite a lottare per la retrocessione. Il campionato è lungo, ancora tanto lungo». E Bruno si aggiunge: «Gara con atteggiamento e approccio perfetti, contro una squadra senz’altro favorita. Ma noi non abbiamo sbagliato niente». E poi scherza: «Sogno di andare in B con il Real, fare due gol (ne ha fatti 98 in B finora, ndr) e poi smettere. Dedico l’ottava rete a mio figlio Niccolò che ha appena compiuto tre anni».
Ore 22.10 – (Giornale di Vicenza) Emanuele Bardelloni ricorderà a lungo Real Vicenza-Novara. Non solo per il gol che ha aperto le danze dopo 11´, una rete che l´attaccante bresciano aspettava da quattro giornate e che per certi versi è stata liberatoria. Bardelloni, che ha sotto l´occhio sinistro? «Questo è il ricordo che mi ha lasciato l´arbitro Strippoli (ride)». Intorno al 25´, il Real Vicenza aveva recuperato palla e stava per ripartire in contropiede con Bardelloni, che però sulla propria strada aveva trovato il direttore di gara. Uno scontro fortuito che ha visto la punta biancorossa avere la peggio. La sua è stata una partita perfetta. «Bene io, ma quel che conta è la prestazione della squadra, che ha vinto ancora giocando una grande gara. Abbiamo battuto una formazione fortissima, che si presentava come favorita. Così uniti possiamo arrivare lontani».
Quanto lontani? «Lo dico a maggio, perché sarebbe sbagliato ora fare i passi più lunghi della gamba. Ci stiamo comportando benissimo ma la strada è lunga, bisogna tenere i piedi per terra. Questo però è un gruppo davvero forte e contro il Novara l´abbiamo dimostrato». Il Novara è sembrato molto piccolo, e sì che veniva da un filotto di risultati utili consecutivi. «Siamo stati grandi noi, perfetti in tutte le tre fasi. Giocando così, con la stessa attenzione e la stessa intensità, fai male a qualsiasi avversario». Ha giocato con una fasciatura al ginocchio sinistro. Come sta? «Avevo un po´ di fastidio all´inizio ma poi è andato tutto bene e non ho sentito dolore anche perché la mia giornata è cominciata nel modo migliore, con il gol, e quindi poi mi è venuto tutto più facile, anche resistere al fastidio». Segna solo gol pesanti. Il primo, in rimonta, a Lumezzane. Sabato ha aperto la strada contro il Novara. «Sono molto contento, spero di continuare così. Sono una persona che vive un po´ alla giornata. Voglio segnare ancora per aiutare il Real Vicenza a stare in alto. Avevo una voglia matta di tornare al gol». Racconti allora questa realizzazione.
«Su di me c´era una marcatura blanda, io sono riuscito ad anticipare il difensore e a spingere la palla in rete di testa. Molto bello il cross di Lavagnoli». Nella stessa giornata sono andati in gol i due attaccanti del Real Vicenza. Con Bruno l´intesa è ottima. «Sì, veramente, con lui è più facile giocare perché sa sempre cosa fare. Sono felice di aver partecipato all´azione del terzo gol del mio compagno». Tra le sue qualità spicca la capacità di lottare in tutte le zone del campo. Non è un giocatore che si risparmia. «Prendere botte e magari conquistare calci di punizione vicine all´area fa parte del mio gioco. È importante per permettere alla squadra di respirare».
Ore 21.50 – (Gazzettino) Strano pomeriggio ieri al Tombolato. Da una parte ci sono gli Allievi ’99 che si divertono in campo e strapazzano i pari età del Bologna, in sala stampa invece va in scena il confronto voluto da Claudio Foscarini dopo il 5-1 rimediato a Carpi. Un’ora abbondante di riunione alla presenza dei massimi dirigenti – il presidente Andrea Gabrielli e il direttore Stefano Marchetti – poi l’uscita per l’allenamento. I ragazzini sul sintetico stravincono e intonano cori pro-Cittadella, Coralli sospira un “beati loro” recandosi con capitan Pellizzer sotto la tribuna dove ci sono i tifosi che mostrano loro i risultati delle partite di B. Vincono tutte le dirette avversarie di classifica, il Cittadella adesso si ritrova ultimo, da solo. «Ci va male anche da questo punto di vista», dice Claudio Foscarini. Che poi aggiunge: «Anche psicologicamente, non aiuta di certo scivolare in fondo alla classifica». Stefano Marchetti è di poche parole, ma molto chiare: «Abbiamo toccato il fondo, anche i risultati delle altre ci danno contro, dobbiamo ripartire». Com’è stato il confronto? «Duro ma schietto, più di altre volte». Inevitabile proiettarsi al derby con il Vicenza: «È un crocevia, una partita importantissima». Foscarini spiega cosa si sono detti squadra, allenatore e dirigenti: «Parlare fa sempre bene, era doveroso farlo dopo la partita con il Carpi perché abbiamo preso una brutta strada. Siamo in una situazione di emergenza, e oltre gli infortuni ci stiamo mettendo del nostro per peggiorare la situazione». Ecco il nocciolo di tutti i discorsi affrontati. «Dobbiamo ritrovare noi stessi, il Cittadella delle prime partite che si è smarrito per strada. Eravamo più tosti, determinati e convinti in noi stessi». Il messaggio è passato. «Si sono toccati tanti temi, ci siamo parlati con franchezza e alla fine ne siamo usciti con grande voglia di riscatto, già nella partita con il Vicenza, determinante». Nessun provvedimento punitivo – non rientra nello stile-Cittadella – ma tanto lavoro. «Abbiamo deciso tutti assieme di fare più allenamenti in questa settimana, per due ragioni essenziali: correggere gli errori e stare più tempo assieme, anche il presidente ha apprezzato. Quando le cose non girano, il lavoro è la migliore medicina, e trovandoci più spesso al campo si crea anche maggiore compattezza nel gruppo». Adesso non è più tempo di parole. «Servono le azioni, dobbiamo agire nel modo giusto e sappiamo dove c’è da migliorare e lavoreremo sodo per arrivarci. La serie B è un tesoro prezioso, è stato ribadito tra noi, e nessuno vuole perderlo». La fiducia di Foscarini nel gruppo rimane immutata. «Occorre più autostima. Siamo una buona squadra, per certi versi l’abbiamo dimostrato nei primi venti minuti di Carpi, salvo poi rovinare tutto. Ai giocatori ho mostrato i numeri: abbiamo giocato più palloni di loro, è la prima volta che facciamo cinque minuti di possesso palla in più degli avversari. Abbiamo tirato di più in porta, ma perso 5-2».
Ore 21.40 – (Mattino di Padova) Ultimo posto. I risultati delle domenica di campionato hanno, se possibile, infierito ulteriormente sul Cittadella, dopo la disfatta a Carpi nell’anticipo del sabato. Le vittorie di Latina (1-0 al Lanciano) e Crotone (3-0 al Bari) hanno consentito alle due rivali di operare il sorpasso, facendo scivolare i granata in fondo alla classifica. Ieri pomeriggio Claudio Foscarini ha voluto ritrovarsi con i suoi giocatori, cancellando il previsto giorno di riposo. Un’ora di confronto in spogliatoio, alla presenza anche del dg Marchetti e del presidente Gabrielli, per chiedere una sterzata e un atteggiamento in campo decisamente diverso. Chiaro il messaggio: così non ci si salva. Nell’attesa del delicatissimo derby di Vicenza in programma sabato, i numeri della stagione di Pellizzer e compagni sono impietosi. I tre punti tutti assieme mancano dal 3-2 al Pescara dello scorso 20 settembre, ormai due mesi fa. Da allora, soltanto 5 pareggi e 5 sconfitte nelle dieci prove successive. E se i 5 gol incassati allo stadio Cabassi non costituiscono un record negativo (va precisato che il Citta non ne subiva tanti dal marzo del 2013, quando ne prese 6 dal Novara, al Tombolato) segnano comunque i contorni di una disfatta. Parlare di “banda del buco” non è irrispettoso: con 25 reti al passivo in 14 partite, Valentini è il secondo portiere più battuto di tutta la serie B (con una media di 1.79 a match, non c’è stata gara in cui non abbia dovuto raccogliere il pallone in fondo al sacco). Solo il Trapani ha fatto peggio (29) ma ha anche segnato di più (23 gol, contro i 20 centri padovani). Il tutto anche cambiando più volte linea difensiva: a Carpi, ad esempio, si è tornati alla retroguardia a quattro, con De Leidi terzino e Barreca a centrocampo, ma la mossa non ha dato frutti, vista la libertà avuta da Concas su quella zona di campo. E per la trasferta al Menti mancheranno anche gli squalificati Busellato e Scaglia (erano diffidati e a Carpi sono stati ammoniti).
Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Se si sono beccati verbalmente persino mentre si stringevano le mani a centrocampo, appena finita la partita e prima di rientrare negli spogliatoi, qualcosa vorrà pur dire. Sacilese – Belluno e viceversa era e rimane una gara ad alta tensione sportiva. Roberto Vecchiato si è prodigato, anche a spinta su alcuni dei suoi, affinché sbrogliassero la formalità di fine partita e poi andassero a sfogare tutta la loro energia gioiosa verso la parte di tribuna dove erano posizionati i tifosi gialloblù. Sbavature eccedenti in campo e fuori non se ne sono viste, e diciamo che finché rimane tutto entro i confini della sana sportività, va bene. Rimangono vive le vicende di ex, come quelle di Simone “Cobra” Corbanese autore del gol-perla-partita, oltre che di una rivalità da derby a media distanza. Il bomber in settimana aveva inquadrato la sfida con queste parole: «Mi aspetto una partita di alto livello, vista la posizione in classifica di entrambe. Anche se devo ammettere che non ci siamo dimenticati lo scorso anno, quando abbiamo perso due dei tre incontri stagionali. Valeva il passaggio al turno successivo dei playoff. È normale aver voglia di rivincita. Perdere, sia in campionato che agli spareggi di maggio, rode. E vogliamo dimostrare di non essere inferiori a loro». Che sia stato proprio il Belluno a cancellare l’imbattibilità casalinga della Sacilese, neanche a caldo ha scomposto Mauro Zironelli. «Non ne usciamo ridimensionati – sostiene l’allenatore biancorosso, campione di fair play -. Ha meritato di vincere il Belluno, faccio i complimenti a Corbanese per il jolly che ha pescato. Ma dico pure che noi abbiamo avuto le nostre grosse occasioni, già nel primo tempo, e che abbiamo fatto una partita a viso aperto». Non fa né caldo né freddo a Vecchiato? Esternamente no: contiene l’esultanza e imbecca i suoi nello spogliatoio pure fuori dalla porta. L’occhio brillante però comunica più delle parole, già esse parecchio positive. Anche perché, in tre volte che è venuto con il Belluno in provincia di Pordenone, ha raccolto il massimo possibile. Nell’ordine: vittorie a Tamai (1-3), Fontanafredda (2-4) e Sacile (0-1). «Come lo scorso anno – ricorda l’ex capitano biancorosso -, quando perdemmo solo a Pordenone, ma i ramarri non ci sono più». Davanti ci sono Biancoscudati Padova e Altovicentino, entrambe per una notte tenuti a 2 punti. Mentre sono 5 i passi di distacco dai bellunesi della Sacilese, che nel prossimo impegno casalingo (30 novembre) riceverà i padovani di Carmine Parlato. Per quanto riguarda Belluno e Sacilese, arrivederci al 29 marzo 2015.
Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) Nell’era Vecchiato il Belluno in tre incontri non era mai riuscito a battere la Sacilese, almeno sul terreno di gioco. L’unico successo risale ad un anno fa: ma quella volta il match finì 1-1 e i gialloblù conquistarono i tre punti a tavolino per un errore di formazione da parte degli avversari. Sabato invece è arrivata una vittoria limpida e meritata. Vecchiato ha sorpreso tutti con il suo inedito 4-3-1-2 che ha trovato gli spazi giusti nelle vie centrali. Un bel gioco e una gran solidità difensiva, condite nel finale da una perla di rara bellezza di Simone Corbanese che, dopo aver sbagliato un rigore nel primo tempo, si è rifatto alla grande scagliando una palla dai trenta metri sotto il sette senza lasciare scampo all’estremo difensore della Sacilese. E adesso? Il terzo posto è saldo nelle mani dei gialloblù: è vero che la stagione è ancora lunga però è normale che l’occhio vada a guardare la coppia formata da Padova e Altovicentino che con le rispettive vittorie hanno mantenuto il distacco di cinque punti sui gialloblù. Saranno pure inarrivabili, ma almeno avvicinarle è possibile. «Meglio di così non poteva andare», racconta il ds del Belluno Augusto Fardin, anche lui un ex della partita, «non penso però che si possano raggiungere le prime due: se va proprio bene una, ma non di più. Sabato i ragazzi mi sono piaciuti molto perché si vedeva che avevano tanta voglia di vincere: hanno pressato e corso fino al 95’. Vittoria particolare per me? Sarei un bugiardo a dire di no, a Sacile ho fatto sei anni importanti e vincerci è stata una soddisfazione». Sulle corsie la banda di Vecchiato ha giocato coi giovani, Giovanni Pescosta e Paolo Pellicanò, entrambi reduci da stagioni in categorie inferiori. «Siamo molto soddisfatti di questi due ragazzi; il primo viene da una Promozione e il secondo da un’Eccellenza», continua Fardin, «ora, per quanto riguarda il mercato, stiamo valutando possibili uscite. Lorenzo Moretti? E’ uno dei nomi: trovare una D per lui sarebbe il top ma il ragazzo ha giustamente come priorità la scuola quindi è più probabile un’Eccellenza qui a Belluno o al massimo a Vittorio. Per quanto riguarda Paganin non si muoverà da Belluno. E’ vero che in questo momento stiamo bene ma basta qualche cartellino di troppo e un paio di infortuni per essere in emergenza».
Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) Non capita spesso di vedere un portiere applaudire l´attaccante che gli ha appena segnato un gol. Del resto non capita spesso nemmeno di ammirare una rete spettacolare come quella di Andrea Cocco, che ha fatto conquistare al Vicenza la vittoria contro l´Avellino ed è valsa all´attaccante sardo anche i complimenti del portiere avversario Gomis. Come sempre, dopo il gol il centravanti biancorosso ha subito rivolto gli occhi verso il cielo, con una dedica speciale per il padre venuto a mancare a settembre. Cocco, ci ha preso gusto: le è riuscita una girata al volo anche più bella di quella contro il Pescara. «Sono davvero molto contento. Sono stato bravo a coordinarmi nella maniera giusta per colpire la palla al volo: speravo di indirizzarla proprio là dov´è andata, mi è sembrato un rischio giusto da prendere, tanto se avessi calciato male mi sarei preso solo qualche fischio». Gol a parte, ha dovuto sacrificarsi molto per aiutare la squadra. «Soprattutto nel secondo tempo magari siamo rimasti un po´ più bassi, quindi tutti ci siamo dovuti impegnare a ripiegare per tenere a bada i tentativi dell´Avellino di giungere al pareggio. A me è capitato in consegna il giocatore che avviava l´azione e ci sono andato più che volentieri. Direi che questa vittoria esalta e rende il giusto merito allo spirito di sacrificio che accomuna il nostro gruppo, dopo settimane difficili in cui non erano arrivati i risultati sperati». E come va la sua caviglia sinistra, che la tormenta da qualche settimana? «Ovviamente non posso essere ancora al massimo, continuo ad allenarmi un po´ a singhiozzo, ma voglio guardare anche questa situazione nel modo giusto: da qui in avanti la mia condizione può solo migliorare, quindi mi auguro che anche le prestazioni in campo possano risentirne positivamente». Intanto, grazie alla seconda vittoria di fila, è già migliorata la classifica. Vi conforta vedervi un po´ più lontani dal fondo? «Diciamo che abbiamo qualche ora per goderci questo importantissimo successo, la soddisfazione di avere lottato insieme e conquistato una vittoria in trasferta qui ad Avellino. Da domani, però, la testa di tutti deve essere già rivolta alla prossima partita contro il Cittadella: sarà un incontro molto importante, e non sarà per nulla semplice, quindi servirà ancora una volta la massima concentrazione».
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Trasferta d´oro ad Avellino per il Vicenza che torna alla vittoria dopo tre stop di fila lontano dal Menti e che riesce là dove nessuno fino ad ora era in questo campionato mai riuscito: espugnare il Partenio. Il tecnico Pasquale Marino non si smentisce e a fine partita, pur molto soddisfatto della prova dei suoi, sottolinea: «Sì abbiamo disputato una buona gara, abbiamo giocato da squadra e abbastanza corti ma dobbiamo migliorare tanto perchè c´erano gli spazi per chiudere il conto e invece non è avvenuto, ecco questo forse è l´unico neo della partita». Comunque una prova di carattere dei suoi giocatori. «Senza dubbio e infatti sono soddisfatto perchè tutti si sono applicati, certo in certe occasioni abbiamo rischiato, ma loro “si alzavano” anche in 4-5 sulla nostra linea difensiva e con qualche spizzicata o mischia qualche pericolo si poteva correre. Però siamo stati bravi perchè negli ultimi metri ci chiudevamo bene». Oltretutto molti non stavano al meglio come Cocco, Di Gennaro, lo stesso Giacomelli. Ma tutti hanno stretto i denti per contenere gli attacchi dell´Avellino. «Sono stati bravi a reggere l´urto della fisicità dei nostri avversari, ma poi pure noi abbiamo avuto qualche opportunità che, come ho detto prima, avremmo potuto sfruttare meglio perchè ci era riuscito di creare qualche bella situazione su alcune nostre ripartenze. Nel complesso però è andata bene e poi nonostante gli acciacchi tutti si sono messi a disposizione». Alla fine ha deciso di partire con alcuni giocatori che non erano nelle condizioni ideali. «In effetti mettere ben tre giocatori nell´undici iniziale con dei problemi fisici e che si erano allenati non in modo continuo poteva essere un azzardo, ma loro si sono impegnati al massimo ed è andato tutto bene». La sua mossa di schierare Laverone alto si è rivelata azzeccata. «Mi fa piacere, oltretutto lui si propone sia in fase offensiva che di non possesso palla, ma devo anche dire che non è nuovo a questo ruolo e io dunque sapevo che poteva farlo». Alle 17 quando erano noti i risultati delle altre squadre e quasi tutte le dirette concorrenti avevano fatto bene lei cosa ha pensato? «Ai ragazzi avevo detto che noi dobbiamo pensare alla nostra partita e che le altre non ci devono interessare perchè a prescindere da quello che fanno noi dobbiamo arrivare il prima possibile a 50 punti, indipendentemente da chi ci sta davanti o dietro. Penso che i ragazzi neanche sapessero i risultati quando sono scesi in campo, io sì ma non mi sono fatto condizionare per nulla».
Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Uomini e Lupi. I Lupi hanno denti e artigli. E fanno paura. Ma gli uomini hanno il coraggio, l´intelligenza e la disciplina. Virtù che pagano. Moneta sonante. Moneta pesante. Moneta da tre punti. I primi conquistati dal Vicenza lontano dal Menti in questa stagione. Prima del blitz del Partenio-Lombardi i biancorossi in trasferta avevano messo assieme solo due pareggi. Anche questo aiuta a capire l´importanza e la lunghezza del passo compiuto ieri. Sintesi della sintesi: il Vicenza vince ad Avellino grazie ad un gol strepitoso di Cocco. Raccontando questo si fotografa in maniera sintetica ed efficale quel che è successo ieri. Ma si perdono tanti di quei dettagli importanti… Talmente importanti da diventare essenziali. Già, perchè una partita non comincia mai al fischio dell´arbitro. Comincia molto prima. Quella del Vicenza aveva avuto inizio con i soliti, enormi problemi di formazione. Non bastavano Ragusa, Cocco e gli altri. Si era aggiunto Di Gennaro e neanche Giacomelli stava poi così bene. Ma si va avanti. Comunque. Sì, perchè la partita comincia alle 18 e alle 17 la situazione è la seguente: alle spalle del Vicenza c´è solo il Cittadella. Il Brescia aveva fatto venire la febbre del sabato sera al Bologna, il Crotone aveva silurato il Bari e Mangia, il Pescara aveva tritato il Frosinone (ex) capolista. E il Vicenza, di lì a poco, avrebbe affrontato un Avellino che non perdeva in casa dal 12 aprile. E che di fronte a un pubblico caldissimo e festante non vedeva l´ora di dar fiato alle ambizioni. Alle sue e a quelle del bomber Gigi Castaldo, temutissimo capocannoniere. Insomma, quotazioni da… tanto a poco. Lupi contro Uomini. Ma mai fidarsi delle apparenze. Marino lo sa. E oltre a questo sa leggere. Ergo si fa un´idea (precisa) di una squadra, l´Avellino, che è forte fisicamente e ha peso davanti. Come fermarla? Con una formazione compatta che non conceda mai una seconda palla. Con un 4-3-3 così raccolto e corto da sembrare spesso un 4-4-2. Con una difesa attenta e con gente che sputi l´anima. E questo è il primo passo. Di Gennaro getta il cuore oltre l´ostacolo e scende in campo. Cocco l´aveva già fatto sabato scorso e si ripete. E poi c´è Laverone. Turbo Laverone. Pigia come un ossesso sulla destra. Marino lo mette a fare il terzo del reparto avanzato. Lui lo accontenta e quando serve diventa pure il quarto della linea di centrocampo. Dietro c´è attenzione. Il Vicenza, di norma, un regalo agli altri lo fa. Ma stavolto no. Sampirisi e Garcia Tena presidiano diligentemente le fasce, Brighenti e Camisa fanno muro in mezzo. A centrocampo Moretti e Cinelli combattono, creano e sorreggono ottimamente un Di Gennaro che, come al solito, fa la differenza. Il giocattolino, insomma, funziona. E questo basta a mettere in difficoltà l´Avellino. Che spinge, ma senza costrutto. La manovra biancoverde è involuta. Rastelli perde la sfida con Marino. Tutto questo… porterebbe allo zero a zero. Ma poi se c´è qualcuno che cava dal cilindro un coniglio di quelli feroci… Di quelli che violano qualsiasi legge di natura e mordono al collo i Lupi… Il cilindo è quello di Cocco, che segna un gol da antologia, una girata da vedere, rivedere e rivedere. Applausi a lui e all´assist man Laverone. Tre gol di Cocco, tre palloni scodellati dall´ex varesino. Vedi un po´… Nella ripresa il Vicenza tiene. Con un po´ di fortuna e precisione in più potrebbe anche raddoppiare. Ma non va. E – anzi – a tratti soffre. Serve la felice (ri)apparizione di san Bremec. La sofferenza potrebbe essere letale quando viene annullato un gol buono a Comi. Ma non sarebbe stato bello nè giusto. Perchè pioveva, faceva freddo, tirava vento, c´era pure il temporale. Un tempo da Lupi, insomma. Vuoi mettere la goduria di vincere così in un posto così? Oh, niente scherzi. Il successo è meritatissimo. Il Vicenza ha dimostrato saggezza, equilibrio e capacità di soffrire. Doti tipiche delle squadre di B. E che quindi in B possono stare. Ma non si deve mollare di un centimetro. Sabato arriverà il Cittadella, imbottito di ex e di vicentini. Il Cittadella di Cappelleti, che a Carpi ha perso la sfida con Lasagna. Meglio così, perchè la pasta di questo Vicenza è buona. Buona come quella dei 12 tifosi biancorossi giunti ad Avellino (5 in una macchina, 4 in un´altra e 3 in treno). Gente che sa soffrire. Proprio come quelli che hanno espugnato il Partenio-Lombardi.
Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Serenità e soddisfazione sul volto di capitan Vanzo, che ha guidato con maestria il reparto difensivo: «Una bella vittoria, meritata, che volevamo a tutti i costi, ottenuta senza troppa fatica, e senza rischiare più del necessario. Nelle ultime gare non erano venuti i risultati, ma siamo un bel gruppo, serio e che lavora tanto ed oggi sul campo lo abbiamo dimostrato. Punti importanti dopo un periodo così così, che ci mantengono sopra la zona pericolosa, ora che la classifica pian piano si sta delineando». E il tecnico Beggio gli fa eco: «C´è soddisfazione, ma devo ammettere – spiega – che abbiamo fatto bene oggi, così come in precedenti partite: stavolta abbiamo raccolto di più, finalmente è venuto il risultato tanto atteso. Un successo che ridà tranquillità e fiducia al mio gruppo di giocatori».
Ore 19.50 – (Il Piccolo) Ennesima sconfitta casalinga per il Kras Repen targato Predrag Arcaba. La formazione biancorossa è stata pesantemente battuta dall’Arzignanochiampo per 4-1. Un risultato sicuramente eccessivo per quanto visto in campo che però delinea perfettamente quale sia lo stato di salute della squadra del presidente Goran Kocman. Presentatosi con il nuovo modulo del 3-5-2 i carsolini hanno continuato a denotare le solite pecche in fase di creazione di gioco alle quale si sono aggiunte le consuete amnesie di tutto il reparto difensivo. Sicuramente il risultato di 2-0 con cui i veneti hanno chiuso i primi 45 minuti è stato molto penalizzante verso la formazione di Monrupino. Nella ripresa, però, il Kras ha dimostrato ancora una volta di non avere una propria fisionomia. E nel sbilanciarsi per cercare di riaggiustare l’incontro sono giunti altri due gol. Dopo una buona occasione per Slavec al 5′ con tiro deviato sopra la traversa da Dall’Amico e una conclusione centrale di Knezevic da fuori area i veneti al 33′ passano in vantaggio: cross dalla destra di Marchetti per Trinchieri che al centro dell’area, defilato sulla destra, incrocia magistralmente al volo gonfiando la rete. Quattro minuti dopo ecco il bis: palla persa in un contrasto a centrocampo da Cvijanovic, difesa completamente sguarnita, Marchetti si invola verso la porta e vede Budicin fuori dai pali: pallonetto da manuale e Arzignanochiampo che va sul 2-0. L’occasione per riaprire le sorti del match il Kras ce l’ha. E’ il 39′ quando una bella azione sulla destra porta Spetic, servito da Grujic, tutto solo sulla destra a calciare malamente sopra la traversa. Un minuto dopo altra occasionissima per i carsolini con Knezevic che di testa non riesce a spedire la sfera nello specchio della porta. Al ritorno in campo Arcaba non effettua alcun cambio. La musica non cambia. Il Kras giochicchia ma alla prima occasione i veneti colpiscono ancora. Questa volta con il neoentrato Carlotto che su una uscita coi piedi di Budicin intercetta la sfera sparandola verso la porta indifesa. Sugli spalti più di qualcuno decide di andarsene. Più di qualcuno si perderà il quarto gol siglato dall’ottimo Marchetti che in contropiede si mangia la retroguardia ospite spedendo il pallone alla destra di Budicin. Al 37′ l’Arzignanochiampo va ancora in gol, questa volta però nella propria porta con il difensore Pregnolato che sotto pressione spedisce un pallone alle spalle di Dall’Amico. Al triplice fischio finale i veneti esultano: Repen è caduta, ancora una volta. Per il Kras l’ennesima figuraccia davanti ai propri tifosi oramai sempre più spazientiti.
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Andrea Nobile, pur non segnando, è stato uno dei migliori dell’Union servendo l’assist per il pareggio di Comin e sfiorando il bersaglio poco dopo costringendo Peresson alla grande parata. Andrea è un punto che vi soddisfa? «Nel secondo tempo attaccando nella metà campo peggiore abbiamo fatto molto bene, si è vista una scossa che c’era già stata domenica scorsa anche se non aveva portato punti. Siamo finalmente riusciti a muovere questa classifica anche se dispiace perché potevamo vincere. Bisogna continuare così, lo spirito è quello giusto anche se ci manca sempre qualcosa per prenderci i 3 punti». In mancanza di gol ti sei trasformato in uomo assist? «Sono contento di aver fatto far gol a Lele. È stata una bella azione, ho saltato due avversari e l’ho servito dentro l’area. Nell’occasione che ho avuto io poco dopo è stato invece bravo Peresson a negarmi il gol visto che avevo angolato bene il tiro. Spero di tornare a segnare domenica prossima allo stadio Rocco, sarebbe tanta roba anche se firmerei per una vittoria anche senza un mio gol. La classifica non è delle migliori, ma se continuiamo così ci risolleveremo presto».
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’allenatore dell’Union Pro Francesco Feltrin è parzialmente soddisfatto per il punto raccolto contro il Tamai che interrompe un lungo digiuno: «Questo punto è per noi un brodino però arrivato dopo una prestazione importante contro un avversario di valore. A mio avviso abbiamo dato continuità a quanto fatto domenica scorsa contro il Ripa Fenadora quando ci era sfuggito il pareggio solo all’ultimo secondo». Nel secondo tempo avete dominato il gioco, c’è il rimpianto per non aver vinto? «Si, abbiamo dato dimostrazione di buona personalità soprattutto nel secondo tempo quando siamo stati costretti ad attaccare in una metà campo infame visto il campo pesante. Siamo andati in gol subito cercando poi di vincere la partita. Abbiamo cercato di dare poca profondità al Tamai conoscendo la loro forza e pur avendo una difesa inedita, abbiamo concesso poche occasioni ai loro attaccanti». Come giudica la partita di Rossi da difensore? «Tre partite fa ha fatto l’interno in mezzo al campo, domenica scorsa ha giocato centrale di centrocampo e oggi centrale in difesa. Marco per noi è un jolly che sta facendo molto bene, sono contento per lui e per il buon contributo che sta dando alla squadra». Per domenica a Trieste sarà finita l’emergenza? «In queste partite giocate con tanti infortunati e squalificati abbiamo visto le qualità dei nostri giovani che si stanno ben comportando. Per domenica recuperiamo in difesa Trevisiol e Zanette, ma dovremo stare attenti a non toccare certi equilibri».
Ore 19.10 – (Tribuna di Treviso) Un pareggio che è come una boccata di ossigeno per l’Union Pro reduce da 4 sconfitte consecutive. Un 1 a 1 buono per il morale dei ragazzi di Feltrin ma che non smuove una classifica pericolosa per i trevigiani risucchiati nella lotta per evitare i play out. Un pari giusto, dal momento che le due squadre si sono divise il controllo del gioco un tempo a testa. Nel primo il Tamai ha giocato meglio, andando meritatamente in vantaggio; l’Union, invece, è rientrato in campo mettendoci cuore e grinta schiacciando gli avversari nella loro metà campo e dominando nella zona centrale, un pantano dopo 45’. Gli ospiti si fanno sotto sin dall’inizio e al 5’ Sellan viene fermato solo da un grande Noè che riesce a chiudere col corpo lo specchio della porta all’avversario che gli si era presentato a tu per tu. Al 15’ il secondo pericolo a Noè lo porta Federico Furlan che si accentra e calcia rasoterra sul primo palo, impegnando il portiere a terra. Al 21’ l’Union reagisce con un’azione di Comin che crossa al centro da sinistra per Fuxa, anticipato al momento del tiro dalla difesa ospite. Al 37’ la partita si sblocca. Ursella scende sulla sinistra e mette al centro. La difesa di Feltrin si complica le cose; Noè si ostacola con Niero, forse sbilanciato da un avversario. La porta resta vuota e un liberissimo Pavan segna il più facile dei gol con un tocco di piatto a rete sguarnita. I padroni di casa protestano per una presunta spinta a Niero e chiedono all’arbitro di consultare il guardalinee. Solo dopo le richieste trevigiane Pennino parla con l’assistente ma non cambia parere e assegna il gol. Niero ne fa le spese con un giallo per proteste. La reazione dell’Union sta tutta in un tiro altissimo di Andrea Nobile nel recupero. La ripresa ha un altro spartito. L’Union Pro appare un’altra squadra e trova subito il pari Andrea Nobile entra in area e mette in mezzo per Comin che con un rasoterra spiazza Peresson. Il pari carica i ragazzi di Feltrin che dopo soli 3’ sfiorano il raddoppio con un gran destro dal limite di Nobile che solo un miracolo di Peresson toglie dall’incrocio dei pali. Al 9’ Federico Furlan prova da lontano ma Noè ribatte e rilancia l’azione; contropiede di Nobile che libera Comin al tiro. La palla sembra destinata dentro, ma un difensore ospite riesce a deviare il diagonale all’ultimo. Gli ultimi pericoli sono ad opera di Furlan, che sfiora la traversa su punizione e di Saitta che incespica al momento del tiro per un contrasto con l’avversario. Il terreno pesante prende il sopravvento e la partita si spegne. Negli ultimi 15’ minuti si pensa più a evitare possibili infortuni che a giocare.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Una doppietta che serve a poco quella dell’attaccante Adriatik Podvorica, classe 1994: il suo Giorgione esce sconfitto per 5-2 contro il Legnago e conferma di attraversare un momento poco positivo sotto il profilo dei risultati: «Speravamo tutti di portare a casa tre punti fondamentali per il nostro cammino e invece non siamo riusciti neanche a prenderne uno. Dispiace perché abbiamo interpretato meglio la partita rispetto al Legnago che ha sfruttato molto bene i lanci lunghi. Veniamo da tre sconfitte. È questo un campionato molto equilibrato, tutte le squadre sono attrezzate per fare bene ed è necessario sempre stare bene mentalmente per vincere». Dopo l’esperienza nella Berretti del Bassano, Podvorica ha poi giocato in Serie D in Valle d’Aosta. «Nella scorsa stagione, alla mia prima esperienza nel campionato interregionale, ho segnato solo due reti perché ho giocato in una posizione diversa partendo più indietro rispetto alla zona offensiva. Il mio obiettivo di questa stagione è quella di andare in doppia cifra, sono a tre adesso dopo questa doppietta e sarebbe bello arrivare a 10 a fine torneo. Tuttavia gli obiettivi della squadra vengono sempre prima di quelli personali e noi possiamo anche arrivare ai playoff nonostante l’attuale posizione di classifica».
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Giorgione che torna a casa dalla trasferta nella tana del Legnago con cinque gol sul groppone. Una sconfitta troppo pesante per tutta la squadra alla luce di quanto è stato fatto sul campo dalle due compagini, soprattutto per l’allenatore Antonio Paganin: «Abbiamo sprecato troppe occasioni da rete nel corso della partita. Il Legnago ha costruito sei palle gol e per cinque volte ha segnato. La nostra media è stata nettamente inferiore. Inoltre abbiamo commesso delle ingenuità di troppo. Non è possibile concedere due rigori agli avversari. Così si compromettono partite giocate bene. Non mi sento di rimproverare qualcosa di specifico alla difesa: abbiamo subito due gol dal dischetto, un eurogol da 35 metri, un contropiede con la squadra sbilanciata per poter riaprire la partita e una rete su rimpallo. In questa prima parte di stagione abbiamo alternato prestazioni perfette con pochi tiri in porta subiti ad altre con meno attenzione. In attacco, invece, stiamo costruendo molto e resto fiducioso». Il coach Paganin è comunque ottimista per la seconda parte di stagione: «Non vedo una squadra in difficoltà. Le ultime due partite perse sono state decise da episodi. Quando una squadra costruisce tanto allora ci sono le basi giuste. Certo, dobbiamo migliorare sotto alcuni punti di vista. Il tempo è ancora dalla nostra parte».
Ore 18.30 – (L’Arena) «Manita» del Legnago con due rigori realizzati da Ruffini e Valente (doppietta), eurogol di Zerbato ed elegante anticipo-gol di Farinazzo. Ma non è stata una vittoria facile, quella dei biancazzurri, che nel primo tempo hanno sofferto un Giorgione veloce che penetrava con disinvoltura dalle parti di Cybulko, «colpa» di un centrocampo che non faceva filtro. Il Legnago ha riscattato la figuraccia di Mezzocorona e il presidente biancazzurro Pierluigi Bertelli ha ammesso: «Una vittoria con qualche batticuore». Rispetto a Mezzocorona, in tribuna per squalifica Viviani, sono cinque le novità: Cybulko, Fonjock, Tobanelli, Tresoldi e Valente. Giorgione subito pericoloso con Gazzola ostacolato da Talin. Al 9′ errore di Ruffini che libera Podvorica che serve Episcopo che non inquadra la porta. All’11’ brividi per il tandem Giacomazzi- Gazzola. Ma al 16′ il Legnago va in vantaggio: Valente è atterrato in area da Prosdocimi, dal dischetto Ruffini non perdona. Al 27′ Legnago in attacco con Rivi che passa a Valente che conclude alto. Al 32′ azione Fontana-Podvorica, recupera Friggi. Al 35′ pareggio ospite con Podvorica che sorprende la difesa veronese. Al 44′ Giorgione vicino al raddoppio, ma l’incornata di Mattioli si stampa sulla traversa. Nella ripresa Legnago sul 2-1 dopo appena 3′: due difensori ospiti si ostacolano e Valente, in agguato, non perdona. Passano 4 minuti ed è 2-2: Podvorica salta Talin e Tobanelli, e batte Cybulko. Il Legnago si porta sul 3 a 2 al 12′ con Lorenzo Zerbato che da fuori area fa partire un missile che batte Bevilacqua. Il vantaggio galvanizza i locali: al 14′ Valente crossa per Farinazzo che inzucca alto; al 23′ Valente serve Zerbato atterrato in area da Prosdocimi. Secondo rigore per il Legnago e stavolta dal dischetto fa centro Valente. Nel Legnago due infortuni: Talin al 33′ e Zerbato che lascia il campo zoppicante al 90′. Il Giorgione pericoloso al 39′ con De Stefani e al 43′ con un’azione corale. Al 44′ il quinto gol del Legnago: Farinazzo scatta in profondità e anticipa il portiere. Il Legnago poi gioca i 4′ di recupero in 10 poiché Zerbato non ce la fa a rimanere in campo. Il Giorgione attacca e al 49′ va al tiro Baggio: palo esterno. Così alla fine mister Antonio Paganin: «Nel calcio ha ragione chi vince e il Legnago si è dimostrato una squadra brava… a far male. Noi abbiamo avuto tante occasioni nel primo tempo, ma nel calcio non si vince ai punti». Per Leonardo Rossi, allenatore del Legnago, è stata «una bellissima partita: nel primo tempo abbiamo sofferto il ritmo forsennato del Giorgione, nella ripresa ottimo il Legnago con risultato finale eclatante e meritato».
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Il pareggio ci stava, e alla grande». È il commento a caldo di mister Maurizio De Pieri, a pochi minuti dal triplice fischio. «Le due squadre – continua il tecnico rossonero – hanno giocato a viso aperto e noi siamo stati condannati dagli episodi. Nel primo tempo non ci siamo comportati benissimo. Ci abbiamo messo un po’ a capire come giocare in questo campo, mentre nella ripresa la prova è stata migliore». Un po’ di rammarico c’è: «Abbiamo commesso un errore grande sul secondo gol subito: l’uomo era libero di calciare. Anche nella fase di superiorità numerica non siamo stati brillanti. Dovevamo gestire il forcing finale, vanno migliorate attenzione e qualità tecnica». Poi mister De Pieri conclude: «Spiace perché nelle ultime due prove ci sono state altrettante prestazioni, ma non i risultati. Oggi, mi ripeto, il pareggio era il verdetto più giusto».
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Bruciante sconfitta per il Fontanafredda in casa dell’Union Ripa Fenadora, in un match giocato a viso aperto da entrambe le squadre, ma che ha visto i ragazzi di De Pieri commettere un grave errore in occasione del 2-1 del Fenadora, che ha vanificato la buona prestazione. «Partita giocata bene da entrambe le squadre – commenta a caldo il team manager del Fontanafredda Mazzon –. È un peccato non aver portato a casa un punto, che avremmo meritato. Ma abbiamo commesso un’ingenuità sul 2-1 e a questo livello gli errori si pagano caro. Negli ultimi 20’ abbiamo cercato di sfruttare la superiorità numerica, ma la Fenadora si è difesa con ordine». «Abbiamo ottenuto 3 punti contro una buona squadra come il Fontanafredda – replica il ds della Fenadora, Faoro –. Devo fare i complimenti ai ragazzi perché in 10 contro 11 non era facile mantenere il vantaggio. In casa siamo un’ottima squadra, dobbiamo cercare di fare meglio in trasferta».
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Clima tranquillo fra i giocatori dopo il discorso di fine gara del tecnico Parteli. De Checchi, volto rilassato, analizza la gara: «Abbiamo impostato la partita attaccandoli alti per essere fin da subito dominati in campo. Ci siamo riusciti con il rammarico di aver preso gol su palla inattiva». Un calcio d’angolo e la rete di testa di Alcantara: «Peccato, perché stiamo lavorando molto proprio su questo punto – il difensore fa una pausa e sorride – dobbiamo lavoraci su ancora». La prova dei neroverdi è stata comunque di grande carattere e personalità: «Direi che è andato tutto bene. abbiamo dimostrato anche in dieci di tenere testa all’avversario con tutte le difficoltà che ci sono state. Era il segnale che dovevamo darci». Nelle difficoltà ci sono anche le decisioni arbitrali. Sul finire di gara proprio De Checchi ha atterrato Toniozzo sul limite dell’area e l’arbitro Sangregorio ha ammonito Malacarne: «Il cartellino era per me. Fra i tanti errori c’è anche questo». Ora è il momento di pensare alla Coppa Italia e mercoledì -ore 14.30 ad Arzignano contro l’Arzignanochiampo – c’è la sfida che vale il passaggio ai quarti: «Ci teniamo tutti al passaggio del turno, anche perché siamo a buon punto. Sarà una bella sfida per noi e per la nostra rosa, ampia e ben preparata». Positiva anche l’analisi che arriva da Andrea Cibin, centrocampista classe 1996: «Abbiamo giocato con la mentalità giusta e il risultato ne da conferma. Purtroppo ho avuto un paio di occasioni buone, ma sono arrivato al tiro a corto di fiato, sono pure scivolato sul piede d’appoggio e non sono riuscito a buttarla dentro». Cibin conclude: «Abbiamo avuto un gran cuore e siamo riusciti a portare a casa il risultato». Non può mancare l’opinione del capitano e portiere Paolo De Carli, autore di una parata impossibile sulla punizione di Tonizzo: «Si è visto lo spirito Union che ci ha sempre contraddistinto. Una grande prova di carattere perché abbiamo giocato mezz’ora abbondante in inferiorità e l’unico tiro che abbiamo concesso è stato su punizione. Due vittorie consecutive da un po’ ci mancavano». Arriva anche una dedica: «La vittoria la voglio dedicare al dottor Marco Sommavilla (medico della società) che non sta attraversando un buon periodo. Tutto la squadra, i tecnici e la società gli sono vicino».
Ore 17.40 – (Corriere delle Alpi) Con Max Parteli che non si capacita dell’allontanamento dal campo, del tutto ingiustificato a parere di molti, tocca ad Enrico Sgro’, collaboratore del tecnico e in particolare preparatore dei portieri, tirare le somme di una gara durissima contro una squadra che non si è chiusa. Anzi, in contropiede ha creato anche problemi. «Il risultato era importantissimo per noi perché la vittoria era il nostro primo obiettivo aldilà del gioco espresso che in alcuni tratti è stato anche buono . Certamente abbiamo concesso qualcosa, perché quando ti sbilanci un po’ di più davanti, qualcosa di scoperto dietro lasci contro una squadra buona come il Fontanafredda: buona come individualità ed anche come gioco di squadra. L’importante, lo ripeto, era portarla a casa ed averlo fatto in dieci contro undici, senza mai farli tirare in porta, mi fa dire che lo spirito è giusto». Di certo la direzione di gara non vi ha agevolato… «Diciamo che tutto è diventato più difficile perché l’arbitro, ma sopratutto gli assistenti, hanno un po’ falsato la partita: le tante ammonizioni generose che ci sono state, altre decisioni discutibili come i due fuorigioco clamorosi non fischiati, uno ad inizio ripresa ed uno a metà del tempo che potevano costarci il gol, il rigore negato e l’espulsione di Andreolla e l’allontanamento del mister per delle sciocchezze: tutte queste cose, in una gara già piuttosto tesa, fanno surriscaldare gli animi rendendo più difficile finire con la giusta concentrazione e con i nervi calmi. Alla fine era però importante la vittoria ed è stato giusto che a vincere sia stata l’Union; potevamo fare anche il 3-1, ad un certo punto». Successo importantissimo anche per il morale in vista della Coppa di mercoledì? «Sicuramente adesso siamo ancora più carichi per andare ad Arzignano con l’obiettivo di passare il turno, visto che in settimana abbiamo lavorato molto bene in preparazione del doppio appuntamento: vincere aiuta a superare le difficoltà ed aiuta a vincere ancora e quindi sono convinto che anche mercoledì vedremo un’ottima gara».
Ore 17.30 – (Corriere delle Alpi) L’Union batte tutto e tutti e si porta a soli due punti dal quarto posto. Giornata dura per il Ripa Fenadora che si ritrova ad affrontare un Fontanafredda molto spregiudicato e capace di diventare insidioso nei contropiede e letale nelle palle inattive. Come non bastasse, una gara dai toni agonistici elevati ma assolutamente corretta, rischia di degenerare per una direzione di gara del tutto insufficiente che ad un certo punto sembra mettere in seria discussione il lavoro della terna arbitrale: sei ammoniti in casa neroverde; una espulsione diretta ai danni di Andreolla che, secondo l’assistente, avrebbe colpito con un calcetto l’avversario con il quale si era poi stretto sportivamente la mano prima di vedersi, incredulo, sbandierare sotto il naso il rosso del cartellino; il tecnico di casa che, dopo essere stato richiamato dallo stesso guardalinee mentre appena fuori l’area tecnica spiegava a Pellizzer gli ultimi dettagli prima del cambio, viene poi allontanato dall’arbitro tra l’incredulità degli stessi avversari; ed infine un rigore per parte non dato e una serie di clamorosi fuorigioco non fischiati agli avversari. Una marea di episodi contro che però non hanno fermato il Ripa Fenadora bravo alla fine a trovare il gol della vittoria portandosi a casa i tre punti contro il Fontanafredda. In mezzo 95′ di gioco a viso aperto tra due buone formazioni con la prima azione che vede protagonista Gjoshi sulla sinistra ma il suo cross finisce fuori misura. Gli ospiti rispondono con Florean che si accentra e serve Salvador che fa partire un tiro alla ricerca del palo più distante sfiorandolo con De Carli battuto. Tre minuti più tardi tocca a Brotto dalla parte opposta mettere a dura prova la reattività del giovane Vicario (1996) che si difende bene con i pugni; Moresco riprende il pallone e lo serve ad Andreolla che lo allunga a Cibin ma da due passi la deviazioni finisce alta sulla traversa. Sul rapido capovolgimento di fronte questa volta è Tonizzo che dalla distanza obbliga De Carli, con il sole negli occhi, a salvarsi in angolo. Contropiede Union e Moresco va a servire ancora Cibin, ma per la seconda volta il giovane neroverde non ha la mira giusta. Il momento è buono per i locali anche se poco dopo Antoniol scivola sul ripiegamento e viene superato da Salvador: De Carli esce al limite e lo tampona in qualche modo. Il pallone arriva però a Florean sul quale recuperano sia De Checchi e sia l’estremo feltrino e l’Union si salva. Al 26′ il momentaneo vantaggio neroverde: dopo una bella azione ispirata da Brotto il pallone arriva ad Andreolla il quale si porta sul fondo e mette un cross così teso che Moresco deve solo deviare in porta. La gioia dei locali dura poco però perché De Checchi non è preciso in un alleggerimento difensivo e il pallone finisce in angolo. La battuta non sembra così insidiosa ma De Carli esce male di pugno e Alcantara da due passi di testa ne approfitta per mettere in rete il gol del pareggio. Un minuto prima Andreolla era finito a terra in area avversaria: per l’arbitro tutto regolare. Dopo il the al rientro scattano subito le scintille agonistiche con Brotto che cerca per due volte la conclusione personale e il Fontanafredda che prova le deviazioni aeree. Parteli viene allontanato mentre prepara il primo cambio ma al 16′ Andreolla batte a schema una punizione quasi sul calcio d’angolo e Brotto non sbaglia le deviazione a rete. Dopodiché scende in campo la terna arbitrale con quanto descritto prima; ma alla fine l’Union sfiora anche la terza rete mentre gli ospiti in mezzora di superiorità numerica trovano solo una punizione che si infrange sulla barriera.
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il gol del 2 a 0 porta la sua firma, e Luca Frassetto è raggiante. «Sono contento soprattutto per la vittoria – dice il difensore del Monte – non era facile, si era messa bene e forse ci siamo rasserenati un po’ troppo. Poi il gol subito in avvio di ripresa ci ha dato la sveglia e siamo ripartiti». Vittoria importante. Sei d’accordo? «Bisognava tenere sotto una diretta concorrente per la salvezza, anche un pareggio sarebbe stato negativo per come si era messa la partita. Questi tre punti ci fanno stare più tranquilli». Hai realizzato un bel gol. «Sulla rete ho un segreto. Su un parastinco mi ero messo un bigliettino con il nome di mio padre, poi l’ho infilato per errore sulla gamba destra. Con quella pur essendo mancino ho calciato in porta, è andata bene. Questo gol lo dedico alla famiglia e alla mia ragazza Alessandra». Ti è anche stato negato un rigore netto. «Ero davanti al difensore avversario, lui mi ha fatto cadere in piena area. Ho sentito il fischio ed immaginavo che l’arbitro avesse indicato il dischetto, invece mi ha ammonito. Per fortuna abbiamo vinto lo stesso».
Ore 17.00 – (Tribuna di Treviso) «Bravi, bravissimi». Daniele Pasa è soddisfatto per la prestazione dei suoi, al termine di 90’ insoliti, nei quali il Monte, pur subendo l’iniziativa degli avversari, ha sempre avuto il controllo della gara, persino in 10 contro 11. «Non abbiamo accusato nessuna fatica ed anche in inferiorità numerica abbiamo interpretato bene la gara. Una gara che era, comunque, difficile e che si rivelata ancora più difficile in corso. Direi che i ragazzi sono da elogiare … con un Giglio strepitoso. Il risultato è meritato». Peccato per l’espulsione di Severgnini. «Lui è un ragazzo sanguigno, che dà tutto se stesso in ogni frangente. È chiaro, però, che poteva gestire meglio quella situazione». E l’espulsione del mister? «Mah, francamente io non ho inveito o insultato nessuno. Forse il guardalinee si è confuso con un altro della panchina». Sugli altari Matteo Giglio, oggi nella veste di assist-man, ma anche Nicolò Masiero, al quarto centro stagionale: «Non siamo partiti benissimo, forse perché abbiamo sentito l’importanza della gara dopo due vittorie, subendo la loro pressione sulla tre-quarti. Il gol? Bravo Matteo a mettermi quella palla e … bravo io a fare centro. La sostituzione? Nessun problema».
Ore 16.50 – (Tribuna di Treviso) Una vittoria impagabile, anche se contro la terzultima. Il Montebelluna porta a tre le di vittorie consecutive e resta agganciato al quinto posto, alle spalle delle corazzate Altovicentino, Padova, Belluno e Sacilese. Eppure gli uomini di mister Pasa hanno fatto, disfatto e rifatto una partita che già alla mezz’ora era in cassaforte, grazie a due assist di Giglio per Masiero e Frassetto. Sul 2-0 per i padroni di casa e a pochi secondi dall’intervallo, infatti, è arrivata l’ingenua espulsione di Severgnini, viatico al gol ospite ad inizio ripresa (vedi il Monte e poi… il Mori). Dopo aver accorciato subito le distanze e nonostante l’uomo in più, però, i trentini non sono andati oltre lo sterile possesso-palla, sparendo progressivamente dal campo e rischiando pure di subire ripetutamente in contropiede la terza rete dei biancocelesti. Per il Montebelluna, dunque, “una prova di maturità”, come l’ha definita Pasa, “al termine di una partita difficile, prima e durante la gara”. Che il Mori non sia venuto a fare la vittima sacrificale in via Biagi lo dimostrano i primi 20’ di gioco. Dopo un paio di tentativi di Tranquillini dalla distanza, all’8’ i trentini sfiorano il clamoroso vantaggio su una ripartenza innescata da Tisi: Deimichei centra dalla sinistra per lo stesso Tisi che calcia di prima intenzione, Rigo para e Calliari lo grazia sulla ribattuta, calciando sopra la traversa. Il Monte non ingrana e i cross di Frassetto e De Vido attraversano inutilmente tutto lo specchio della porta in almeno tre occasioni. Masiero prende le misure di testa (15’ e 25’), ma il trio Deimichei-Tisi-Tranquillini continua a seminare scompiglio nell’area locale. Inaspettatamente, però, due perle di Giglio invertono l’inerzia della partita, archiviando la pratica Mori in 2’. Al 30′ il numero 10 di casa innesca con un pallonetto Masiero che supera Concli in velocità e, solo davanti a Rossetti, lo fulmina con un diagonale sul secondo palo. Passano 2’ ed è ancora Giglio a pescare dalla destra in mezzo all’area lo smarcatissimo Frassetto che controlla e calcia forte sul primo palo: 2-0. Trentini frastornati dall’1-2 biancoceleste, ma capaci ancora di pungere al 38’ con un palo di Calliari, arrivato a rimorchio della solita coppia Deimichei-Tisi. Risponde Giglio al 45’, costringendo Rossatti in angolo, ma in pieno recupero è Severgnini a commettere il secondo fallo nello spazio di pochi minuti: per lui secondo giallo e doccia anticipata. Dopo il tè, Pasa ridisegna la difesa, inserendo Slongo tra Fabbian e Guzzo e sacrificando Masiero. Il Mori trova il gol del 2-1 al 5′, ma sarà un fuoco di paglia: Deimichei dalla sinistra libera Tranquillini al tiro, Rigo para, ma non può nulla sul tap-in dello stesso attaccante trentino. Ma qui finisce la partita degli ospiti e sono i locali a sfiorare la terza rete con Giglio (9’, parata di Rossatti), Frassetto (15’, ammonito per simulazione) e Perosin (33′, palo sfiorato). Finisce con il Monte in attacco e il Mori letteralmente sulle gambe.
Ore 16.30 – (Il Piccolo) Quando gli addetti ai lavori ritirano la distinta con le formazioni, lo sguardo e l’attenzione balzano immediatamente sul numero 11 alabardato. Già, perché proprio in extremis con l’arrivo del sospirato transfer, Ivan Milicevic, attaccante croato a Trieste da più di un mese, può finalmente calcare il rettangolo verde. Spigliato e disponibile, l’autore del gol che vale il pareggio della Triestina, si esprime in modo essenziale e schietto, con la felicità di chi ha siglato il primo gol alla prima ufficiale. Marcatura peraltro di pregevole fattura con un piede – quello mancino – che non è il suo, ma con il quale pare avere parecchia confidenza. «Sono molto felice perché è la prima volta che gioco in Italia e devo adattarmi con i nuovi compagni di squadra. Torniamo a casa con un ottimo punto dopo una partita molto difficile. L’avversaria era una buona squadra, per me una bella felicità andare a realizzare il primo gol. Spero di aumentare il bottino di reti già a partire dalla prossima gara. Ci tengo a ringraziare di cuore il presidente, che mi ha dato l’opportunità di giocare qui, e tutti i compagni. Sto cercando di imparare bene la lingua, ascoltandoli costantemente con i loro consigli». E’ ottimista per la salvezza, l’obiettivo è percorribile? «Risaliremo in classifica, cercando di migliorare il gioco già a partire dalla prossima. Non possiamo che migliorare, e ricordiamo che stiamo giocando senza un grande giocare che è l’argentino Clara. Sono ottimista per la salvezza, e magari il prossimo anno con lo stesso gruppo si può fare qualcosa di più».
Ore 16.20 – (Il Piccolo) È soddisfatto Ferazzoli al termine della gara del “Ballarin”. Il tecnico alabardato, imbattuto nelle due trasferte di Padova e Chioggia, elogia la reazione dei suoi nella seconda metà del primo tempo. «L’importante era muovere la classifica, credo che nel primo tempo la nostra sia stata una buona partita con due squadre che si sono affrontate alla pari. Noi siamo sempre un po’ in sofferenza complice la posizione in classifica precaria, ma come segnale positivo ho visto che i ragazzi si sono sbloccati dopo aver preso gol. Venticinque minuti di buon calcio e oltre al gol che abbiamo meritato, ci sono alcuni episodi che meritano attenzione. Non mi piace discuterne, ma a mio avviso uno in particolare, con Gasparotto che è andato a terra in area di rigore, se non è simulazione vuol dire che è rigore. Comunque non dobbiamo far leva su questo, teniamoci la prestazione e l’ottimo risultato su un campo molto difficile». Nota lieta, il gol all’esordio di Milicevic. Sacrificato a destra, è riuscito soubito a pungere con un gran bel gol.. «Finalmente è arrivato l’atteso transfer perché Ivan è un giocatore che aspettavamo. Ci ha ripagato con il gol che mi auguro sia il primo di una lunga serie. La sua disponibilità mi permette di avere un’alternativa di più davanti perché finora la carenza nel reparto avanzato era evidente. A prescindere da questo, dobbiamo migliorare perché continuiamo a faticare troppo. Abbiamo accusato un calo fisico negli ultimi dieci minuti, ma i ragazzi stanno lavorando bene e miglioreranno. Oggi un grosso apporto è arrivato da chi è subentrato». C’è un tabù da sfatare, il “Rocco” non vede vittorie da parecchio tempo.. «Tutto dipende dalle nostre prestazioni, ed esclusivamente da quello che facciamo in campo. Finora se non sono arrivati i tre punti, significa che indubbiamente la Triestina non li meritava. Comunque non voglio sentire parlare di sortilegi, dobbiamo migliorare la condizione fisica in primis e la convinzione. Così strutturati siamo una buona squadra e possiamo cercare di vincere al “Rocco”».
Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Andrea Moretto ha onorato la fascia da capitano con una buona prestazione, per lui c’è il rammarico di una vittoria mancata nonostante le tante occasioni da gol create: “Dispiace non aver trovato la seconda rete, loro hanno saputo impattare capitalizzando l’unica occasione avuta; non siamo mai stati in difficoltà ed abbiamo sempre gestito la sfera. Muoviamo comunque la classifica, ed avere 17 punti non è certo poco per chi deve salvarsi, sappiamo che nel ritorno sarà tutto un altro campionato quindi bisogna girare con più punti possibili: non stiamo certo facendo male”. Non è stato facile intervenire in area perchè sistematicamente i loro attaccanti cercavano il contatto: “E’ stato bravo l’arbitro che non si è fatto condizionare e intimorire, è chiaro che loro ci hanno provato parecchie volte ma le decisioni sono state sempre giuste; è stato sicuramente il miglior arbitraggio stagionale. Ora andiamo a Padova per fare risultato, abbiamo la voglia giusta e vogliamo cercare la continuità”. Stefano Pelizzer ha realizzato un bellissimo gol concretizzando il servizio di Piaggio: “Mi sono fatto trovare pronto tra le linee ed ho pensato subito di calciare in porta, è andata bene e mi sento di ringraziare non solo Piaggio ma anche Okroglic: sono due ragazzi che mi stanno aiutando molto sotto l’aspetto psicologico, il loro è un lavoro prezioso che ben si abbina a quello della mia famiglia”. In occasione della rete molta è stata la precisione per evitare la deviazione di Di Piero: “Ho avuto il tempo di evitare il sopraggiungere in contemporanea di due avversari, sono stato fortunato ma anche bravo visto che a volte si sbagliano pure gol molto più semplici”. Anche contro la Triestina un grande lavoro di sacrificio: “Certo, la mia caratteristica è quella di dare tutto in campo. Peccato per l’occasione che ho avuto su servizio di Isotti, il loro portiere è stato veramente bravo; abbiamo interpretato un secondo tempo alla grande, ora con la giusta mentalità dobbiamo affrontare il Padova cercando di evitare errori. Sono daccordo con il nostro mister, che ringrazio per il suo lavoro, quando dice che possiamo andare lì e giocarcela”.
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il tecnico Andrea Pagan, a fine gara, non concorda sul particolare che siano stati 90′ equilibrati: “Nella prima mezzora abbiamo fatto molto bene a livello di padronanza del campo e di gioco, ci siamo abbassati solo in occasione del loro gol facendoci trovare disattenti; nelle ripresa abbiamo creato 3 occasioni da rete. Certamente non bisogna pensare che tutti gli avversari che scendono al “Ballarin” debbano essere asfaltati, chi pensa questo è fuori fase: noi siamo una squadra che è stata costruita per fare un buon campionato e ottenere la salvezza il prima possibile”. Cosa rimproverare ai tuoi giocatori? “Al di là del loro gol io ho visto una squadra che ha fatto la partita, con personalità, abbiamo costruito parecchio, però evidentemente dobbiamo confezionare 8 o 9 occasioni per fare un gol; penso però che si debba guardare anche il bicchiere mezzo pieno, e questo l’ho detto ai giocatori”. Forse ci voleva più qualità in fase offensiva? “Siamo stati sfortunati, inoltre ultimamente su Santi vengono montate marcature attente perchè gli avversari cominciano a conoscerlo; sono contento dei miei attaccanti e anche di chi è subentrato nella ripresa, noi dobbiamo essere più presenti in campo a livello collettivo senza concedere nulla agli avversari”. Bene i centrali difensivi: “Sicuramente, tolta la leggerezza in occasione del loro gol. Ora cercheremo di rifarci a Padova”.
Ore 15.50 – (La Nuova Venezia) Pareggio che scontenta un po’ tutti tra Clodiense e Triestina che, come già era successo in Coppa Italia, chiudono 1-1 una partita piuttosto avara di emozioni. Scontenta la Clodiense che ha avuto maggior possesso palla e qualche occasione in più, ma non accontenta nemmeno la Triestina che deve ancora rinviare l’appuntamento con la prima vittoria in campionato. Gara dal ritmo non altissimo, tra due squadre che arrivavano entrambe da una sconfitta e quindi cercavano l’immediato riscatto. Della partita si ricorderanno quasi esclusivamente i due gol, effettivamente molto belli. Pareggio equo, dunque, che ci può stare, anche se ad una manciata di minuti dal termine la Clodiense ha avuto nei piedi di Urtiaga la palla della vittoria che l’attaccante uruguagio ha incredibilmente sbagliato. Si parte con i granata, ieri in tenuta bianca, che perdono all’ultimo istante Boscolo Berto messo a letto dall’influenza e che si sistemano con il tradizionale 4-3-1-2, anche se stavolta in mediana non c’è Casagrande ma Boscolo Gioachina, con Piaggio a fungere da diga frangiflutti davanti alla difesa. La Triestina (in maglia nera) adotta un 4-3-3 che arretra i due esterni sulla linea dei centrocampisti in fase difensiva. Davanti c’è Milicevic che ha potuto debuttare (e che esordio!) perché il transfer è arrivato sabato. La Clodiense prende subito in mano le operazioni del gioco, mentre gli alabardati puntano sui tagli centrali a liberare Bez e gli altri attaccanti che provano, senza esiti particolari, a passare alle spalle dei centrali lagunari. Il primo sussulto lo regala Piaggio che al 5’ dalla distanza regala un rasoterra che mette qualche brivido a Di Piero. La Triestina risponde con una rasoiata centrale di Giordano all’8’. La partita però ristagna a centrocampo e sembra incartata fino al 24’ quando Piaggio serve in verticale Pelizzer che, dal limite, si accentra e fa partire un gran tiro che si infila a fil di palo alla sinistra di Di Piero. I granata sembrano in controllo della situazione anche perché i giuliani cercano soprattutto contatti in area di rigore. Ma quando sembra che si possa andare sul riposo con la Clodiense in vantaggio, il neo arrivato in casa Triestina, Milicevic, estrae dal cilindro il gol del pareggio: dribbling secco su Francesco Tiozzo e tiro imparabile. Nella ripresa la Clodiense prova a vincere, Piaggio (3’) e Pelizzer (20’) si avvicinano al bersaglio grosso e Santi (31’) non è fortunato su una palla vagante che finisce addosso a Di Piero. Al 44’ la palla del match arriva sui piedi di Urtiaga che approfitta di un pasticcio di Antonelli ma poi calcia sul portiere.
Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Destino Cunico. Non prende gol, ma c´è il Belluno a portargli via il primato di miglior difesa, deve accontentarsi di farne uno nonostante la messe di occasioni e la Sacilese degli ex Sottovia e Beccaro a soffiargli il titolo di miglior attacco: «Diciamo che comunque vedo il bicchiere mezzo pieno. La squadra ha notevoli margini di crescita ed anche in una gara così stregata, che avrebbe potuto trasformarsi in un clamoroso scivolone, è stata brava a non farsi sorprendere». Difende a spada tratta Paganelli, apparso svogliato dalla tribuna: «È proprio il contrario, questo è un ragazzo generoso, tra l´altro alla sua seconda apparizione dal primo minuto, che sente troppo l ´impegno. Deve lavorare su questo, essere più freddo e meno emotivo, ma mai e poi mai è svogliato. E un´altra cosa: non potevo togliere Dal Dosso o Burato prima, per una questione di equilibri della squadra, non avendo mai giocato a 2 con Nchama». Nota sicuramente positiva Toledo, devastante con Kicaj sulla destra. «Sono contento della mia prestazione, oggi però meritavamo maggior fortuna. Per quanto riguarda il mio inserimento, vengo da una situazione (Pistoia, ndr) per me di turbolenza, non sono riuscito a preparami bene, ringraziando Dio l´Altovicentino mi ha dato questa opportunità». Dio e patron Dalle Rive, che ha spronato il brasiliano anche quando stentava a inserirsi. «Io non ho sassolini da togliermi. Rimpiango Ferretti e Cunico ma sono successe delle cose che tengo per me, i panni si lavano in famiglia. Comunque siamo tutte e due lì in testa». E se si svegliano le prime punte…
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Sette, come le vittorie consecutive dell ´Altovicentino; 9, come i gol già realizzati da Maurizio Peluso; e pure 11, il numero di maglia dell´attaccante. Giocateveli come e dove vi pare, vincono. Soprattutto sulla ruota di Valdagno, dove escono a 4´ dall´inizio del recupero. Risolve, dunque, ancora una volta “Il Mago”, ma stavolta la vera magia la confeziona il campo di gioco, spegnendo il rimbalzo del tiro scagliato dal capocannoniere del girone C e sorprendendo, con l´aiuto poi del palo, uno Zomer fino a quel punto strepitoso. Ci sono tanto cuore e le coronarie del pubblico di casa nel successo di Dal Dosso e compagni, che buttano alle ortiche 8 nitide palle gol, compreso un calcio di rigore. Toledo di testa e Paganelli fanno capire subito ai giovani trentini che pomeriggio sarà. L´Alto spinge soprattutto a destra, da dove Kicaj e Toledo confezionano cross a ripetizione. Al quarto corner, Di Girolamo si coordina di sinistro ma strozza la conclusione. Paganelli sembra svogliato, Peluso è un po´ nascosto, Toledo si accende piano piano. Il brasiliano al 23´ produce due accelerazioni su cui Peluso non trova l´attimo vincente. E quando lo trova, è il 27´, trova Zomer a respingergli d´istinto la mezza rovesciata. Un minuto dopo Paganelli da due passi manda alto il tiro assist di Toledo. Dal Dosso scarica, “Paga” no e fin troppo altruista serve corto Peluso. Un paio di angoli insidiosi dei locali, poi Pignat si rompe un dito e Cunico torna a 4 dietro. Al 36´ Dal Dosso pennella per Paganelli che fugge, si accentra indisturbato ma scarica addosso a Zomer un vero e proprio rigore in movimento. Il Mezzocorona, allora, si fa vedere con due punizioni di Caridi. Un paio di buone occasioni per Burato e Paganelli, si va al riposo sullo 0 a 0. Si riprende con gli stessi effettivi ma con Giglio che si scalda. Al 1´ Paganelli non trova di testa la palla su assist dell´ispiratissimo Toledo, Burato impegna in una gran parata Zomer. Al 4´ Logofatu si guadagna la paga rispondendo con sicurezza al tiro velenoso di Caridi. Entra Giglio che qualche secondo dopo va subito in gol di testa su appoggio di Di Girolamo. Il mestrino Faggian cancella record e sospiri segnalando un fuorigioco a dir poco dubbio. Al 16´ Toledo per Peluso che incrocia bene ma Zomer c´è. Al 18´ Burato alto da pochi passi. Al 19´ Peluso si fa atterrare, è rigore che Zomer respinge alla sua destra per poi volare a sinistra sul colpo di testa del piccolo bomber. Al 24´ punizione siderale di Di Girolamo, al 28´ Toledo fa tutto bene in dribbling ma non si fida del sinistro. Al 31´ e al 37´ Zomer sicuro sul cross basso del brasiliano e sul pallonetto astuto del neo entrato Roveretto. Ci vorrebbe una magia o una botta di fortuna. Arrivano al 41´ sul destro dal limite di Peluso. È il gol che fa esplodere lo stadio, ma ragazzi che fatica!
Ore 15.00 – (Mattino di Padova) Mister Bisioli, si sarebbe aspettato un Jolly Montemurlo così? Il tecnico termale ammette: «Sì, mi aspettavo esattamente questo Montemurlo, ma siamo stati noi che gli abbiamo regalato il primo tempo, perdendo poi una partita incredibile; nel secondo tempo siamo rientrati con lo spirito giusto e meritavamo quantomeno il pareggio per le tre nitide occasioni fallite oltre quelle realizzate. Ho comunque visto riemergere alla distanza la mia squadra, che non si è mai arresa. Perciò brucia aver perso così. E poi questo campo sintetico non permette alla palla di scorrere veloce e questo non ci ha dato la possibilità di ripartire rapidamente, come volevamo, mentre i nostri avversari conoscono bene il loro terreno di gioco e hanno sfruttato al meglio anche questo aspetto».
Ore 14.50 – (Mattino di Padova) La Thermal interrompe la serie positiva che durava da 5 partite, pur avendo giocato il tutto per tutto nella ripresa sfiorando l’impresa di recuperare un risultato che sembrava compromesso. La prima occasione si presenta all’8 del primo tempo quando Mazzanti tocca corto di testa per Biagini, ma Franciosi tira troppo debolmente e centrale. Ma i bianconeri termali vengono schiacciati dal gioco veloce degli avversari, che inizia a fruttare al 23’, quando Mezgour è atterrato al limite dell’area: De Gori s’incarica della punizione e pennella una traiettoria a fil di palo su cui quale Merlano non può nulla. Alla mezz’ora Olivieri pesca in area Lenzini, che trova il tempo perfetto dell’inserimento senza però trasformare una clamorosa occasione. È il preludio del raddoppio: Raimondo libera Mezgour, che a sua volta brucia Macolino e sorprende Merlano che si lascia trafiggere sul “suo” palo. La Thermal Abano soffre, non riesce a uscire dalla pressione e ricorre al fallo per fermare i continui attacchi dei padroni di casa come al 38’ quando Sadocco, stende Mezgour al limite dell’area. Nel finale di primo tempo è Di Vito pericoloso in due occasioni, ma viene contrastato da Macolino. Nel secondo tempo, Bisioli inserisce Sabbion al posto di Macolino e cambia il modulo da 4-3-3 a 3-4-3 per cercare di riacciuffare il risultato. Ma è ancora il Jolly pericoloso con De Gori, che non è abbastanza cinico per assestare il colpo di grazia su bell’invito di Mezgour. LaThermal intanto prende coraggio e al 53’ accorcia le distanze con Sabbion, bravo a insistere un’azione confusa sbrogliando con un tiro sporco ma efficace. Il Montemurlo al 58’, segna con Di Vito, protagonista di un’azione travolgente con cui brucia Sadocco al limite dell’area e infila Merlano con un preciso rasoterra. Al 62’ Cacurio crea scompiglio in area avversaria e pesca Sabbion che si ripete segnando indisturbato il 3 a 2. Ma al 64’ De Gori inventa il lancio per Di Vito, che riporta il Jolly al doppio vantaggio. Nemmeno il tempo di festeggiare che Olivieri macchia una partita perfetta atterrando Rocco in area rovinandogli addosso. Cacurio s’incarica del tiro e segna il penalty spiazzando Biagini: il 4-3 è servito.
Ore 14.30 – (Gazzettino) «La vittoria sarebbe stata meritata. La strada per la nostra salvezza è lunga, e lo sarebbe stata anche se avessimo vinto questa partita». Sono le parole di Damiano Longhi al termine della partita. Essendo squalificato, ha assistito alla gara in tribuna posizionandosi vicino alla panchina. «Abbiamo fatto una partita in crescendo. Nel primo tempo abbiamo fatto un po’ di fatica, mentre nella seconda frazione siamo usciti bene. Sono gli episodi a fare la differenza: mercoledì abbiamo perso sull’unico tiro del Formigine, oggi (ieri per chi legge, ndr) non abbiamo concretizzato alcune occasioni molto buone. Comunque è inutile piangerci addosso, per uscire da questa situazione bisogna reagire. Purtroppo la classifica è questa, ma il fatto che la squadra sia in crescita sul piano della condizione è un aspetto positivo. A fine partita ho fatto i complimenti ai ragazzi: prima della gara avevo chiesto di metterci il cuore, e l’hanno fatto». Ora il San Paolo deve affrontare la trasferta con l’Imolese che ieri ha perso (2-1) con la Fortis Juventus, e poi avrà il derby con la capolista Este.
Ore 14.20 – (Mattino di Padova) Il miglior Atletico San Paolo della stagione cozza contro lo Scandicci, venuto a Padova per non buscarle. Bracchi, toscanaccio doc, compie la missione meno nobile ma più redditizia degli scontri diretti: non concedere ossigeno respirabile alle concorrenti che annaspano. Così i fiorentini, appena mezza tacca più su della zona playout, restano a più 4 sui padovani. A Renato Dalle Fratte, tecnico della juniores ieri in panchina al posto dello squalificato Longhi, tocca mangiarsi le mani per la ghiotta occasione gettata ai gigli: le concomitanti sconfitte di Ribelle e Fidenza e il pareggio del Romagna Centro sarebbero stati grasso che cola in caso di vittoria dell’Atletico, che però è almeno uscito dal reparto rianimazione. Non lasci ingannare lo 0-0 di ieri pomeriggio, è stato tutto merito degli estremi difensori, perché se è vero che Casini ha parato tanto e bene, altrettanto genuino è che Savi sia stato dominante nella qualità degli interventi, un paio in tutta la partita ma almeno uno da far gridare al miracolo. Marco Bracchi, dopo la sconfitta di metà settimana, lascia a casa un paio di titolari a meditare sul pudore e, complici gli infortuni, deve rinunciare a 5 titolari, così al cospetto del santo si intimidisce in un 5-3-2 inedito che si raccoglie ai limiti dell’area e scatta in avanti alla prima finestrella di contropiede; Dalle Fratte spiega sul terreno il 4-3-1-2 con Sambo a ballare sulla sinistra e Matteini a giostrare dietro Rebecca e Marcolin. Il primo tempo scorre via, solo Savi strappa applausi su Giannotti; poi i calci da fermo di Matteini non sfondano. Nella seconda frazione, entra Della Scala per Bartolucci e i fiorentini passano alla difesa a quattro, così Matteini può venire a cercarsi lo spazio sulla trequarti pur perdendo sempre un tempo di gioco che facilità l’organizzazione ospite. La parata di Savi sull’indisturbato Cubillos è qualcosa che appartiene più agli angeli che agli uomini, mentre il neoentrato Guariento sfiora due volte la (meritatissima) marcatura. L’Atletico sbuffa fino al 94’, ma non sfonda e deve accontentarsi della vittoria ai punti che classifica non fa, soltanto morale. Non è poco in certi meriggi novembrini.
Ore 14.00 – (Gazzettino) È molto soddisfatto nel dopo-gara il tecnico Massimiliano De Mozzi. «Siamo stati molto bravi – commenta il tecnico neroverde – Avevamo di fronte una squadra forte, costruita per vincere e per questo obbligata anche a farlo. Nonostante le difficoltà, a cui si è aggiunto l’infortunio di Zompa dopo pochi minuti, i ragazzi sono stati bravi ad adattarsi. Tre punti importanti, anche un po’ insperati. Ma ci danno veramente una boccata d’ossigeno e convinzione per il prossimo match». Infortuni che costringeranno il tecnico a rivedere l’assetto difensivo per il recupero di mercoledì contro il Fiorenzuola: «Purtroppo ricambi in difesa non ne ho, dovremmo ancora una volta inventarci qualcosa e giocherà di nuovo Antonioli, appena rientrato da un infortunio. Sono convinto che senza tutti questi problemi qualche punto in più in classifica l’avremmo portato a casa». Il tecnico ritorna poi sull’andamento della partita: «Non abbiamo giocato solo per difenderci, abbiamo avuto anche noi le nostre occasioni, anzi nel secondo tempo ne abbiamo costruite più noi».
Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Come il ghiaccio infilato nella camicia. Altro che doccia fredda: l’Abano si sbarazza del Delta Porto Tolle con un 3-2 che sa di beffa e spettacolo. Perché i neroverdi di Max De Mozzi prima piazzano l’uno-due, poi si fanno recuperare, rischiano grosso e nei minuti finali si dimenticano le gerarchie mettendo nei guai la squadra più decantata della serie D. Costruita per vincere, addirittura obbligata da una rosa di nomi (con relativi stipendi) da far paura. Tante belle cose, insomma, ma la classifica parla chiaro: i deltini hanno racimolato 24 punti, sette più dell’Abano (che ha una partita in meno), matricola che però, giova ricordarlo, si gioca la salvezza. La differenza tra le due squadre si vede solo a sprazzi. L’Abano prende l’iniziativa per primo, salvo poi farsi schiacciare dall’intraprendenza di Lauria e compagni. Il vantaggio lo firma Barichello (4’), che s’inserisce in area, spara su Vimercati e ribadisce in rete col puntone. I ragazzi di mister Rossi fanno paura a ogni arrembaggio, e non tanto per la forza del collettivo quanto per il talento dei singoli: al 7’ il destro di Pandiani si stampa sul palo alla destra di Murano e solo un minuto più tardi Cozzolino non riesce a superare l’ex portiere della Primavera del Padova. Ci riprova poco dopo il solito Cozzolino, complice un’uscita improvvisata da libero anni ’60 di Murano, ma stavolta è la fortuna salvare la retroguardia aponense, perché il diagonale del bomber campano sfila a pochi centimetri dal palo. Si ripiglia l’Abano, che sfiora il bis con Maistrello (para Vimercati) e poi colpisce con Giusti, servito dalla destra da Baccarin (2-0). Lo spettacolo esalta gli spettatori dello stadio delle Terme, che al 22’ si gustano già il terzo gol del match, frutto di un flipper a centro area in cui è decisivo il tocco di Cammaroto. I biancazzurri prendono coraggio e iniziano a darci dentro: Pradolin offre a Lauria un assist comodo-comodo, e fa lo stesso per Pandiani, senza trovare troppi riscontri. Finisce sulla traversa, infine, il rigore calciato da Cozzolino (fallo di Baccarin su Lauria), con tanto di miracolo di Murano sulla ribattuta. Baccarin si fa perdonare l’ingenuità con una punizione dritta all’incrocio, salvata in volo da Vimercati. Il Delta Porto Tolle pareggia al 55’ grazie all’invenzione di Lauria dai 25 metri che finisce all’angolino. L’Abano incassa, ma non si scompone. Anzi, spegne le velleità rodigine all’84’: Da Ros sguscia via sulla sinistra, cambia gioco per Maistrello, a cui serve solo prendere la mira per mandare il pallone alle spalle di Vimercati.
Ore 13.40 – Serie D girone C, arriva il primo esonero: il Kras Repen ha sollevato dall’incarico l’allenatore Predrag Arcaba. Questo il comunicato stampa diffuso dalla società: “L’N.K.- A.S.D. Kras Repen comunica di aver esonerato in data odierna l’allenatore della prima squadra Predrag Arcaba. La decisione è stata presa di comune accordo con il tecnico all’indomani della sconfitta interna contro l’Arzignanochiampo, incontro valido per la undicesima giornata del campionato di serie D. La società ringrazia Arcaba per il lavoro svolto fino ad oggi e per il contributo offerto nello scorso campionato da giocatore e allenatore augurandogli una carriera ricca di successi. Gli allenamenti di questa settimana, in preparazione della trasferta di Mezzocorona in programma domenica prossima, verranno sostenuti dalla squadra agli ordini dell’allenatore dei portieri Bojan Gulic, il quale sarà affiancato dal preparatore atletico Matej Bombac”.
Ore 13.30 – (Gazzettino) Il primo posto in classifica e un momento di forma strepitosa non accontentano del tutto l’allenatore giallorosso, che chiede di più alla squadra. «Certo, abbiamo giocato bene e abbiamo fatto altrettanto bene parecchie cose – ammette il tecnico dell’Este, Gianluca Zattarin – però non mi è piaciuto quel rigore, e non mi sono piaciute alcune situazioni che potevamo gestire meglio in fase difensiva. Detto questo, però, voglio ribadire che non stiamo parlando dei singoli, ma del gruppo. Ed è un gruppo tanto giovane quanto importante, che ha enormi margini di miglioramento». «Un applauso – continua Zattarin – va ai ragazzi che stanno giocando meno, e che quando entrano danno sempre una mano alla squadra. La differenza la fa il gruppo, e spesso la differenza viene fatta da chi gioca meno. Poi, se come è successo con il Mezzolara, siamo anche fortunati non possiamo proprio lamentarci. Per quanto riguarda la classifica – conclude l’allenatore – non voglio parlarne o guardarla, punto e basta. Dobbiamo vivere alla giornata e giocarci ogni partita».
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Cinque gol al Mezzolara con le solite tre firme. Fermare Rondon, Beghetto e Lelj è diventata una missione proibitiva: contro la compagine bolognese arriva la doppietta per i primi due e il quarto centro stagionale per il centrocampista. Numeri che rendono il quarto successo consecutivo poco più di una formalità. Insomma, pare che il trio atestino abbia firmato un contrattino con la dea bendata, visto e considerato che, ogni volta in cui il pallone gli arriva tra i piedi, sono cavoli per tutti. I giallorossi, grazie all’ispirazione dei suoi tenori, hanno piantato le radici in vetta, anche se il Rimini è ancora lì, a un solo punto, pronto a scaldare le piadine. Allo stadio Zucchini di Budrio non c’è storia, complice il moto perpetuo della linea mediana comandata da Rubbo e Lelj che non fa respirare gli avversari, infilzati a destra e a manca dalle incursioni di Beghetto e Turea. Usa tutte le armi a disposizione, mister Zattarin, anche se ci vogliono più di venti minuti per sbloccare il risultato: al 23’, finalmente, Rubbo lancia Rondon che libera il destro con il piglio da cecchino. 1-0. La partita potrebbe cambiare rotta alla mezz’ora, quando Martelli becca un doppio palo (leggera deviazione di Lorello) con una conclusione dal limite dell’area. Dieci minuti più tardi spreca Coraini, ma ci pensa Beghetto su rigore (fallo su Rubbo) a spiazzare Busato. Beghetto rincara la dose al 45’: Turea recupera palla sulla destra, imbecca il collega dell’altra fascia che non si fa pregare col mancino. I padroni di casa non ci stanno più con la testa e incassano la fucilata di Lelj nel recupero. Il mister del Mezzolara Gianluca Luppi manda in campo Semprini e D’Arino per ringalluzzire la penuria generale. E in effetti il 4-1 arriva proprio grazie al neo entrato Semprini su rigore, cameo che fa solo da antifona all’ennesima magia di Rondon, infallibile sulla lunga gittata. Un missile del trequartista di Malo fissa il risultato sul 5-1 e chiude la partita. Prima del triplice fischio, ci sarebbero pure le occasioni per dilagare. Il Mezzolara si difende come può, e quando il terzino biancazzurro Fabbri respinge con le mani la bomba di Beghetto, l’arbitro fa finta di non vedere. Ci mette una pezza Busato, infine, sulla conclusione di Rampin. L’Este resta dunque capolista solitaria. Un exploit inaspettato, almeno quanto la cinquina rifilata alla formazione emiliana, tra le più quotate del campionato. Ma un Este così può iniziare a sognare in grande.
Ore 13.00 – (Trentino) La sfera arriva sui piedi di Colpo che sceglie di non calciare di prima e il suo tiro viene rimpallato alla disperata da un difensore padovano in scivolata. Trascorrono dieci minuti e il Dro ha un’altra colossale occasione: lunga rimessa laterale di Calcari, spizzata di Bazzanella e Cicuttini si ritrova la sfera sul destro, che non è il suo piede, e “ciabatta” la conclusione con la porta sguarnita. Il primo tempo si chiude con un destro di Cunico sul quale vola Bonomi. Nella ripresa il primo sussulto arriva al 61′: punizione di Cunico, palla che sbatte sulla barriera e arriva sui piedi di Pittarello che calcia rasoterra ma Bonomi, in due tempi, para a terra. La reazione droata è veemente e al 65′ arriva il meritato pari: calcio d’angolo dalla sinistra di Cremonini e perfetto stacco all’altezza del primo palo di Bazzanella che, complice una deviazione, batte Petkovic. La gioia dei locali dura però solamente due minuti, perché al 67′ Cunico buca la difesa droata, si allunga la sfera (destinata sul fondo) e poi cerca il contatto con Bonomi, trascinando la gamba. Il direttore di gara assegna la massima punizione che Cunico realizza nonostante Bonomi riesca a deviare la sfera. Il Dro accusa il colpo e al 76′ arriva anche il tris della capolista: punizione da sinistra, flipper in area e Pittarello incrocia la conclusione. La sfera sbatte sull’interno del montante ma Sentinelli appoggia in rete da metri zero. La partita sembra chiusa, i tifosi biancoscudati cantano felici, ma a nove minuti dal termine il Dro riapre i giochi: tacco di Bortolotti per Cremonini, il cui cross rasoterra in area piccola viene intercettato da Cicuttini che anticipa portiere e difensori e spedisce in rete. Il generoso forcing finale del Dro non sortisce effetti perché i Biancoscudati serrano le fila, senza andare troppo per il sottile. Finisce 3 a 2 per la capolista: i gialloverdi escono dal campo a testa altissima anche se complimenti e applausi non fanno classifica. Certo è che se il Dro sarà sempre quello visto oggi al “Briamasco” la salvezza diretta è tutt’altro che una chimera.
Ore 12.50 – (Trentino) Adesso la classifica del girone C recita Biancoscudati Padova 33 punti, Dro 10 punti. Se la corazzata padovana è prima, quasi a punteggio pieno e ancora imbattuta un motivo certamente ci sarà, certo è che ieri pomeriggio, in un “Briamasco” affollato anche da quasi 400 supporters veneti, la differenza non si è vista. I Biancoscudati si sono imposti 3 a 2, ma il Dro avrebbe meritato almeno il pareggio. L’atteggiamento e la prestazione fornita dall’undici di Manfioletti sono stati da applausi e sul risultato finale pesa tantissimo anche una decisione arbitrale quantomeno dubbia che fa sorgere un quesito: a parti invertite, in occasione del rigore assegnato al Padova a metà ripresa, il signor Cipriani di Empoli si sarebbe comportato alla stessa maniera? Impossibile dirlo, ma le perplessità restano. Il Dro gioca senza alcun timore reverenziale con Colpo che francobolla il play avversario Segato e Cremonini che imperversa sul centro sinistra mentre Cicuttini svaria su tutto il fronte. Al quarto proprio il centravanti gialloverde stoppa palla spalle alla porta e poi cerca il jolly da fuori area ma il suo sinistro si perde a lato. Sul ribaltamento di fronte i Biancoscudati passano in vantaggio: Nichele tenta la conclusione dal limite, il suo tiro viene rimpallato e la sfera perviene a Cunico che lascia partire una conclusione tutt’altro che irresistibile che batte l’incerto Bonomi. Il Dro accusa il colpo e gli ospiti assumono il controllo delle operazione per un quarto d’ora anche se i biancorossi non creano alcun grattacapo all’estremo difensore di casa. Poi la squadra di Manfioletti torna a spingere: al 22′ Cicuttini se ne va di forza sulla sinistra e calcia, ma un difensore rimpalla il tiro. Due minuti dopo Donati deve lasciare il campo per un infortunio alla spalla: al suo posto entra Bortolotti e il numero dieci droato viene trasportato in ospedale per accertamenti. Il Dro, però, non molla la presa e al minuto 32 sfiora il pareggio: Bortolotti apre a sinistra per Cremonini che batte di precisione, ma Petkovic respinge a mani aperte.
Ore 12.40 – (Trentino) Il volto di Stefano Manfioletti a fine gara la dice lunga sullo stato d’animo del tecnico giallovede. “Dispiace moltissimo non aver conquistato nemmeno un punto – analizza l’allenatore del Dro – perché, anche se di fronte avevamo una “corazzata” come i Biancoscudati, la partita per larghi tratti l’abbiamo fatta noi”. “L’avevo detto in settimana ai ragazzi – prosegue nella sua disamina – che, quando affronti formazioni di questo tipo, bisogna essere perfetti. Volevamo fare una partita giocando a calcio, sviluppando la nostra manovra sugli esterni, e mi sento di poter dire che ci siamo riusciti. Cosa ci è mancato? Un pizzico di fortuna in più. Ripartiamo dalla prestazione di oggi (ieri, ndr) e restiamo fiduciosi per il resto del campionato”. Tanti complimenti al Dro per la prestazione, ma la formazione di Manfioletti torna a casa con zero punti conquistati. “Io e i giocatori stiamo sicuramente rosicando per questo. Voglio fare i complimenti ai miei ragazzi perché hanno giocato davvero una bella partita e meritavamo di più. Siamo fiduciosi, perché sappiamo stare bene in campo bene, dimostrando un miglioramento rispetto ad inizio campionato. Dobbiamo partire da queste prestazioni per puntare alla salvezza. La strada è davvero lunga, ma siamo sereni e fiduciosi per il futuro. Su alcuni episodi possiamo recriminare, ma non ci dobbiamo più pensare”. Il rigore che ha portato al due a uno per il Padova è parso quantomeno dubbio. “Non voglio giudicare il penalty assegnato al Padova né antomeno l’operato complessivo del direttore di gara – conclude l’allenatore trentino -. Dalla mia postazione non ho visto bene, anche se è sembrano che Cunico abbia perso l’equilibrio ben prima del contatto. Basta, non voglio dire altro”.
Ore 12.20 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Le grandi squadre vincono anche così”) Le grandi squadre sanno vincere anche quando c’è da soffrire. Così è capitato ai biancoscudati nella trasferta con il Dro. Merito anche di un avversario molto vigoroso sul piano fisico, che fino all’ultimo ha reso la vita dura alla truppa di Parlato. Sicuramente la scelta di partire con Cunico di punta non ha pagato. Il capitano ha sì realizzato la rete del provvisorio 1-0 (con la complicità del portiere), ma per tutto il primo tempo la manovra offensiva non è mai decollata. Aperi e Ilari sulle corsie esterne hanno trovato sempre la strada sbarrata e anche gli inserimenti dei centrocampisti sono sistematicamente caduti nel vuoto. Oltretutto in più di qualche circostanza la squadra ha perso le misure tra i reparti, concedendo al Dro lo spazio necessario per ripartire in modo pericoloso. L’ingresso di Pittarello nella ripresa ha restituito al Padova quell’incisività smarrita. Il Dro è riuscito a pareggiare in maniera un po’ fortunosa, ma la reazione dei biancoscudati è stata veemente e ha prodotto prima il rigore trasformato da Cunico e poi il 3-1 di Sentinelli. In entrambi i gol il nuovo entrato ha avuto un ruolo attivo. Nella prima situazione si è allargato sulla destra e con un assist al bacio ha agevolato l’inserimento centrale del capitano, poi atterrato dal portiere; nella seconda occasione ha colpito il palo con una velenosa girata, favorendo il tocco vincente sotto misura di Sentinelli. La rete finale del Dro ha confermato che c’è ancora da migliorare parecchio nella fase difensiva. Parlato ne è ben conscio e certamente metterà mano al problema.
Ore 12.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6, Busetto 6 (Thomassen S.V.), Sentinelli 6.5, Niccolini 5.5, Degrassi 6.5, Mazzocco 5.5, Segato 6.5, Nichele 5.5, Ilari 5.5, Cunico 8 (Bedin S.V.), Aperi 5 (Pittarello 7).
Ore 12.00 – (Gazzettino) È in questa fase che vengono fuori personalità e mestiere. Al 22′ Cunico, servito in profondità da Pittarello, entra in contatto con il portiere in uscita bassa. L’arbitro decreta il rigore, con giallo a Bonomi, e il capitano sigla la sua seconda doppietta consecutiva, avvicinando Ferretti a quota 6 reti. Ancora decisivo sul terzo gol Pittarello che tiene alta la squadra e mette in costante apprensione la difesa di casa. Il suo diagonale rasoterra di destro, dopo una punizione dalla trequarti di Segato respinta, colpisce il secondo palo e mette in condizione Sentinelli di depositare la palla in rete. Gara chiusa? Tutt’altro. La generosità dei trentini e una difesa non sempre attenta tengono il risultato in piedi fino al triplice fischio per effetto del gol di Cicuttini (36′) che anticipa Niccolini e insacca su cross dalla sinistra dell’indisturbato Cremonini. Forse sorpreso nell’occasione Petkovic. Fortunatamente sarà l’ultima vera emozione che precede la consueta festa finale dei circa 500 tifosi presenti al Briamasco.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Nei minuti successivi Segato e compagni controllano la gara, ma gradualmente la velocità dei padroni di casa, schierati con il 4-2-3-1, comincia a creare qualche difficoltà alla difesa padovana, poco coperta, Segato a parte, dal centrocampo. I locali avanzano gradualmente il baricentro, conquistano calci piazzati, ma pungono soprattutto con la rapidità dei propri avanti, sfiorando il pareggio al 32′ con un tiro di Bortolotti, dopo una bella triangolazione sulla sinistra, su cui Petkovic è pronto e con Degrassi che poi stoppa la successiva conclusione di Colpo. Parlato inverte gli esterni e prima dell’intervallo si registra un’occasione per parte, con una doppia svirgolata nell’area del Padova di Busetto e poi di Cicuttini e con Cunico che impegna Bonomi dalla lunga distanza. Nei primi minuti della ripresa entra in campo Pittarello al posto dello spento Aperi, si torna al 4-2-3-1, con Mazzocco a sinistra nel terzetto alto, e la squadra si dimostra decisamente più incisiva. Proprio il giovane attaccante impegna al 17′ Bonomi che para in due tempi dopo che la palla gli passa in mezzo alle gambe, ma tre minuti dopo arriva il pareggio locale con una sfortunata autorete di testa di Busetto su cui carambola il pallone dopo un’azione d’angolo.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Personalità, capacità di soffrire, un Cunico in versione cannoniere e l’ottimo impatto sulla gara di Pittarello, entrato nella ripresa, a fronte di una prova non sempre all’altezza della situazione. Con questi doti il Padova ha superato sul campo di Trento l’ostico Dro, confermando il trend delle precedenti gare con avversarie trentine, tutte vinte di misura e non senza patemi. Il contemporaneo successo dell’Altovicentino, a sua volta maturato sul filo di lana con il Mezzocorona, tiene più viva che mai la lotta al vertice. Qualche novità forzata rispetto alla formazione schierata nella precedente sfida con il Giorgione. In difesa Busetto sostituisce lo squalificato Dionisi sulla destra e Niccolini riprende il suo posto al centro. In avanti, indisponibili Ferretti e Tiboni Parlato opta per un 4-3-3 anomalo, con Cunico nell’inedito ruolo di terminale offensivo, affiancato da Ilari, che come Segato torna nell’undici titolare, e Aperi. Gara subito in discesa per i biancoscudati che passano in vantaggio dopo cinque minuti: conclusione di Nichele rimpallata da un difensore, palla a Cunico il cui diagonale di sinistro, complice un rimbalzo a ridosso della porta, inganna l’estremo di casa e finisce in rete.
Ore 11.30 – (Gazzettino) E Sentinelli ha fatto il tris. «Cercavo da tanto questo secondo gol – replica – ed è stata una botta di fortuna, anche se forse sono stato bravo a seguire l’azione di Pittarello. Dedico il gol a mio fratello che sta a Roma». Tre punti pesanti specialmente per la testa. «La vittoria crea sempre fiducia e morale; questa volta mancava gente importante, ma chi ha giocato non l’ha fatta rimpiangere. Per la classifica conteranno soprattutto gli scontri diretti». Da migliorare, per sua ammissione, la fase difensiva. «Per una squadra come il Padova si prende qualche gol di troppo, forse dovuto a cali di tensione quando la gara sembra incanalata in un certo modo nel finale. Dobbiamo stare più attenti e lavorarci sopra». Un flash del presidente Giuseppe Bergamin: «Complimenti al Dro che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo correndo dall’inizio alla fine. Noi abbiamo messo il massimo dell’impegno, ma è mancato forse qualcosa sul piano tecnico e il loro secondo gol ci ha fatto perdere un po’ di tranquillità».
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Peccato gli sia mancato il gol, ma ha fatto capire a me e ai compagni di esserci». Con il prossimo impegno programmato all’Euganeo con la Clodiense martedì 25, Segato e compagni riprenderanno la preparazione mercoledì. «Il cammino che stiamo facendo – conclude Parlato -è molto importante perché tutti ci aspettano e con noi fanno la partita della stagione». Per Marco Cunico seconda doppietta di fila, questa volta nelle vesti di finto centravanti. «Un ruolo di emergenza – commenta – che avevo già fatto e che mi riesce bene se si gioca palla a terra. Oggi non ci siamo riusciti, è stata una gara bruttina, ma abbiamo sfruttato le occasioni. Certe volte per aiutare la squadra che soffriva arretravo un po’ troppo». Critico il capitano sulla prova: «Rispetto al Giorgione si è fatto un passo indietro. Il Dro è una buonissima squadra, ma noto che chi gioca contro di noi poi non si ripete. Va capito dunque se sono meriti loro o demeriti nostri. Quanto a me – conclude – sto bene. Se serve segnare voglio fare più gol possibile, ma se c’è da barattarli con qualcos’altro, da domani smetto».
Ore 11.10 – (Gazzettino) La decima vittoria del Padova in undici gare regala il sorriso a Carmine Parlato che nell’analisi di fine gara sottolinea le qualità caratteriali, più che tecniche, esibite dai suoi. «Avevamo detto che il Dro è una formazione che segna poco – esordisce – e forse questa volta ha trovato la strada un po’ più spianata, ma anche un avversario che ha lottato per novanta minuti, che si è adattata alla gara perché si doveva giocare di forza più che di fioretto, ed è riuscita a reagire sul gol dell’1-1, cosa non facile». L’allenatore si sofferma ancora su questo aspetto: «Non era semplice reagire in quel momento e dunque è una cosa molto importante anche se dobbiamo limare quelle situazioni. Poi si è andato sul 3-1 e a quel punto l’episodio ha riaperto la partita e ci ha portato ad avere il Dro fino alla fine con il fiato sul collo». Così sul modulo di partenza e sui cambi apportati in corsa: «La partita era iniziata bene, con Cunico che faceva da sponda per fare entrare sia i centrocampisti che gli esterni. Con il passare dei minuti, però, la squadra non faceva più le cose richieste, e nella ripresa ho messo Pittarello che ha dato una grossa mano alla squadra, facendola salire».
Ore 10.50 – (Mattino di Padova, lettera aperta di Fabrizio De Poli dal titolo “Grazie Padova per le emozioni che mi fai vivere”) Grazie Padova. Per avermi ridato nuovi stimoli, per avermi fatto rivivere emozioni che ormai erano sopite con il tempo, per aver permesso di aprire una nuova pagina della mia vita. Grazie Padova inteso come città, come tifosi, come società, staff tecnico e squadra con cui ho la fortuna di lavorare. Forse in questo momento sarei potuto essere in Lega Pro con il Martina, ma le emozioni che provo a indoosare questi colori non avrei potuto percepirle da nessun altra parte. Volevo fortemente Padova e finalmente sono riuscito ad accasarmi nella squadra della mia città, in un momento molto particolare ma allo stesso tempo unico. Io credo che ci siano tutti i presupposti per far veramente bene grazie a questa proprietà. Credo si possa aprire un ciclo e noi daremo il massimo per riuscirci. E’ una gran bella avventura e ci sta di soffrire com’è accaduto contro il Dro. Anzi, dobbiamo vedere il lato positivo di questa sofferenza per provare a limare ancora di più i nostri errori. Partendo dal presupposto che, per l’ennesima volta abbiamo disputato una buona partita, vorrei vedere ancor più personalità ed aggressività nei nostri giocatori. Complimenti, però, al Dro, che sembrava una squadra diversa rispetto a quella che avevo visto nelle prime giornate di campionato. Sappiamo che ogni domenica sarà una battaglia ai massimi livelli. E noi siamo pronti”.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Troppo importante ‘Rulo’ Ferretti, eppure è altra musica col 4-2-3-1”) Detto che alla fine conta la sostanza, e la sostanza dice che il Padova ha vinto, con qualche affanno di troppo e un’estetica che, è vero, ha lasciato a desiderare, ma comunque ha portato a casa un risultato pesante, soffermiamoci sulla questione tattica, utile per analizzare doti e limiti del gruppo di Parlato. È innegabile che la squadra gradisca, per le caratteristiche dei suoi giocatori di maggior classe e peso fisico, il modulo 4-2-3-1: con esso sblocca, o chiude, le partite con una facilità simile a quando ricorriamo all’apriscatole per mangiare il tonno o le acciughe. L’uomo che funge da terminale offensivo, tuttavia, ha un compito preciso: fare reparto da solo, difendere palla e agevolare l’avanzata dei trequartisti. Ieri, ricorrendo al 4-3-3, tutto questo non si è visto proprio, perché l’assenza di “Rulo” Ferretti, e del suo sostituto Tiboni, si è avvertita più del previsto. Così, quando l’allenatore, come sempre bravo nel leggere la partita, ha inserito Pittarello, consentendo a Cunico di arretrare nella posizione che predilige, il Padova ha costruito e finalizzato le sue azioni d’attacco con l’opportunismo che gli era mancato nel primo tempo, avvio di gara a parte. Cosa vogliamo dire con ciò? Che fossimo nel mister, intanto proibiremmo a Ferretti qualsiasi reazione o gesto a rischio, essendo fondamentale la sua presenza negli undici, e poi punteremmo decisamente sul 18enne uscito dal San Paolo come alter ego dell’argentino. Se prendiamo gol in modo balordo, ebbene bisogna segnarne sempre uno più degli altri. E la strada migliore è schiacciare nella loro area gli avversari. Con uomini d’area veri.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Troppo importante ‘Rulo’ Ferretti, eppure è altra musica col 4-2-3-1”) Trentun punti su trentatrè, media da… marziani, eppure non basta. Perché con l’Altovicentino la corsa prosegue appaiati, domenica dopo domenica, e perché più si va avanti e più duro è restare ad alti livelli, non solo per la classifica, quanto per la capacità di esprimersi sempre ad un livello tecnico-tattico superiore agli altri. Un tifoso del Dro, davanti a noi, è sbottato ad un certo punto: «Non meritate di vincere, no, non lo meritate proprio». Questione di punti di vista: giustificabile l’affermazione per chi ha sperato, e si era anche convinto grazie ai riscontri del campo, di riuscire a fermare la prima della classe e fare notizia con un pareggio che avrebbe inciso, eccome, sulla lotta a due al vertice; opinabile, il pensiero alla fine, per com’è maturato questo 3-2, che consente a Cunico & C. di non perdere colpi nei confronti dei vicentini. Il Padova non ha rubato nulla, è stato cinico e concreto quando ha avuto le occasioni per segnare, non fallendole, contrariamente a quanto gli era accaduto in altre gare. Sul rigore concesso a Cunico si può discutere, per carità, ma il portiere esce deciso sul numero 10 biancoscudato, che ovviamente cerca il contatto, nel tentativo di dribblarlo e di provare a segnare. Non ci pare scandaloso averlo fischiato. Quanto al presunto fuorigioco sul 3-1 di Sentinelli, dopo la conclusione di Pittarello che sbatte sul palo, l’assistente era in ottima posizione per giudicare. Può darsi che abbia visto male, ma questa è la categoria e queste sono le terne arbitrali e bisogna abituarvisi. Se sbagliano in serie B, dove, credeteci, i direttori di gara sono peggio dello scorso anno, figuriamoci in quarta serie, in cui la percentuale di errore cresce a dismisura.
Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6.5, Busetto 6 (Thomassen S.V.), Sentinelli 6.5, Niccolini 5.5, Degrassi 6, Mazzocco 5.5, Segato 7, Nichele 6, Ilari 5.5, Cunico 7.5 (Bedin S.V.), Aperi 5.5 (Pittarello 7).
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) A cambiare è solo il tempo, visto che nel giro di pochi minuti nell’intervallo inizia a piovere con intensità. Non cambia, invece, il canovaccio della gara, il Dro insiste e dopo 11′ il tecnico sostituisce Aperi con Pittarello, passando al “4-2-3-1”. Proprio il neo-entrato sfiora il raddoppio al 17′, ma il Dro preme e al 20′ trova il meritato pareggio. Su calcio d’angolo battuto sul primo palo Busetto, per anticipare Bazzanella, devia il pallone alle spalle di Petkovic. Il Padova soffre, ma improvvisamente si sveglia e ci mette tre minuti per ritrovare il vantaggio. A confezionarlo sono ancora Cunico e il portiere Bonomi, che esce in maniera sconsiderata sul capitano, servito alla perfezione da Pittarello, e lo atterra. Rigore, fra le proteste dei gialloverdi trentini, che lo stesso capitano trasforma. Pericolo scampato e tris servito alla mezz’ora. Sugli sviluppi di un corner Pittarello calcia in diagonale colpendo il palo, il più lesto di tutti a ribattere in rete è Sentinelli, che timbra il 3-1. Altra ingenuità. Gara finita? Macché. Parlato rinforza la difesa inserendo Thomassen, ma al 36′ uno scatenato Cremonini fa il vuoto sulla sinistra e crossa per Cicuttini, che anticipa Niccolini e insacca. Il finale è teso, il massaggiatore del Dro viene espulso al 90′ per proteste, il Padova stringe i denti e porta a casa tre punti pesantissimi.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Una beffa per il Dro, capace di partire a tutta nei primi 5’, in cui era riuscito anche a schiacciare il Padova nella propria metà campo. Nonostante la doccia gelata, i trentini non abbandonano il piglio propositivo mostrato in avvio. Anzi, sono proprio gli uomini di Manfioletti a fare gioco, con i biancoscudati che si limitano a controllare senza patire eccessivi pericoli. Allo stesso tempo, però, il Padova non riesce a pungere e al 32′ rischia grosso, quando il Dro va per tre volte consecutive vicino al pareggio. Al 32’ Petkovic respinge un primo tiro di Cremonini, la sfera arriva a Colpo, che conclude a porta semisguarnita, trovando la provvidenziale opposizione di Degrassi. Ma non è finita, visto che il Padova non libera e a trovarsi a tu per tu con Petkovic è Cicuttini, che prova a superare il portiere con un pallonetto, ma il serbo è ancora bravissimo nel deviare il pallone, prima di travolgere involontariamente l’avversario. Che la capolista non “giri” come al solito, lo dimostra anche il fatto che il primo corner a favore arriva addirittura al 40′. E intanto il Dro insiste, al 42′ Cicuttini ha la palla buona a centroarea, ma “svirgola” clamorosamente. Nonostante Cunico vada vicino al raddoppio allo scadere del tempo, il Padova sembra aver bisogno di una scossa, eppure Parlato decide di rientrare in campo nella ripresa con lo stesso undici.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La decima vittoria biancoscudata è la più sofferta, tesa e forse anche un po’ immeritata. Ma poco importa. Il 3-2 inflitto al Dro consente al Padova di restare in vetta al girone C della serie D a braccetto con l’Altovicentino, grazie allo straordinario stato di forma di capitan Cunico, capace di sopperire con la seconda doppietta consecutiva a qualche amnesia difensiva di troppo su cui Parlato avrà nove giorni per riflettere, visto che la prossima gara si giocherà martedì 25, alle 20.30, all’Euganeo contro la Clodiense. Onore comunque al Dro, che non subisce il trauma dello dello spostamento della gara a Trento e sfodera una partita grintosa e generosa. Senza centravanti. Il tecnico scioglie l’unico ballottaggio della vigilia, optando per il 4-3-3 e un attacco inedito. Nonostante le assenze di Ferretti e Tiboni, Pittarello si accomoda in panchina e a fungere da finto centravanti è Marco Cunico. Una mossa che si rivela subito vincente, visto che il Padova passa alla prima azione. Dopo una percussione di Ilari sulla sinistra, la sfera arriva a Nichele, che si libera per il tiro, con la conclusione ribattuta dalla schiena di un difensore. Eppure, com’era successo la settimana precedente a Castelfranco, anche la dea bendata dà una mano al Padova, facendo carambolare il pallone proprio tra i piedi di Cunico, libero in area, che insacca di sinistro in diagonale grazie alla complicità del portiere Bonomi che si fa passare il pallone sotto il braccio.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Con il passare dei minuti, però, ha avuto la tendenza ad abbassarsi troppo, il che ha comportato che siamo arretrati e non abbiamo più attaccato il portatore di palla. Ma questo è un peccato di generosità, non è una prima punta e nella gestione della palla ci può stare». Con l’ingresso di Pittarello, viceversa, avete avuto un altro passo. «Dal centrocampo in giù non facevano più le cose che chiedevo, forse perché il ritmo della partita era calato e giocare in quelle condizioni non era facile. Nel secondo tempo, quando ho notato questa difficoltà a trovare la profondità, ho inserito Filippo per tenere un po’ più alta la squadra. Si è comportato bene, è entrato con il piglio giusto: con un punto di riferimento in avanti siamo stati più sciolti e più bravi nelle ripartenze, ha dato una grossa mano ai compagni e mi spiace solo che non abbia trovato il gol, sarebbe stata una bellissima soddisfazione per lui. Ha fatto sentire a me e alla squadra la sua presenza, sono contento». Quali sono stati, allora, gli errori che hanno condotto alla sofferenza finale? «Avremmo dovuto essere più attenti sulle situazioni di ripartenza e di palla inattiva: sul calcio d’angolo da cui è nato il 3-2 avevo già visto che c’era un giocatore mal piazzato. L’ho chiamato, gli ho gridato di correggere la sua posizione, ma proprio da lì abbiamo preso il secondo gol, quello di Cicuttini. Quanto a fisicità, eravamo praticamente alla pari. Nel complesso sono soddisfatto, anche se molte cose da correggere ci sono ancora».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Di sudori freddi ne ha sentiti parecchi, lungo la schiena. Vuoi anche per i meriti di un Dro che fino al 95’ non ha mai tirato indietro il piede, i Biancoscudati non sono riusciti a ripetersi sui livelli di Castelfranco. I tre punti arrivati alla fine ci stanno, ma a Trento si è rischiato più del dovuto. «Faccio i complimenti ai ragazzi per una vittoria che ci permette di mantenere la continuità», esordisce Carmine Parlato nel dopo-gara. «A loro va il merito di aver avuto una grande reazione sull’1-1, ma ho qualcosa da ridire sui due gol presi». Non è stato effettivamente il miglior Padova della stagione, è d’accordo? «Sotto il profilo della gestione della partita direi che ci siamo comportati bene, ma quanto a qualità ci sono mancati proprio i presupposti: ci siamo adattati all’avversario, al terreno di gioco e al meteo, abbiamo portato a casa tre punti d’oro, anche se nel gioco effettivamente abbiamo mostrato trame meno belle rispetto al solito». È soprattutto a centrocampo che è mancata la qualità. Come mai? «È successo soprattutto nella seconda metà del primo tempo: non avendo una punta centrale, poiché Cunico tendeva ad abbassarsi troppo, e non riuscendo a sfondare sugli esterni, i due centrocampisti cercavano di buttarsi negli spazi e costantemente, sulla ripartenza, si trovavano a dover rincorrere. Segato non aveva i tempi giusti nell’uscita, e solo nella ripresa abbiamo preso un po’ meglio le misure». È soddisfatto della scelta di Cunico come “falso 9”? «Ha cominciato davvero bene, ci faceva salire e faceva entrare gli esterni nello spazio, oltre al fatto di aver trovato il gol che ha aperto la gara».
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) «Il mister mi diceva di rimanere alto, ma quando la squadra difendeva mi veniva quasi spontaneo arretrare di diversi metri per fare da raccordo tra i reparti». Altro goleador di giornata, Davide Sentinelli esulta per la rete del 3-2, alla fine risultata decisiva: «Sono contento, è servita a portare a casa tre punti importanti», osserva il difensore romano. «Ma avrei preferito chiudere la gara prima, magari senza concedere quei due gol agli avversari. Come al solito, abbiamo avuti dei cali di tensione che ci hanno portato a compiere errori stupidi: dobbiamo evitarli, perché cominciano ad essere troppi e a noi difensori dà particolarmente fastidio sentire il mister beccarci su queste ingenuità». Prima da azione di calcio d’angolo, poi da una ripartenza sulla sinistra: diverse cose non hanno girato in occasioni delle marcature gialloverdi: «Sul 2-3 c’è stato un contrasto tra Niccolini e il loro attaccante e con un colpo di testa a un metro dalla porta Petkovic non ha potuto fare niente».
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) «Siamo contenti a metà, perché rispetto alla gara con il Giorgione abbiamo fatto un grosso passo indietro». Bastano le parole di capitan Cunico ad inquadrare al meglio la vittoria con i trentini: sofferta, tirata e strappata con i denti ad un avversario difficile. «Il campo era pesante anche domenica scorsa, il Dro è stato una buonissima squadra, ma bisogna vedere quali siano stati i loro meriti e quali i nostri demeriti», osserva il capitano. «Sappiamo che qualche errore l’abbiamo commesso, abbiamo giocato poco a calcio e sinceramente serve qualcosa in più». Attaccante d’emergenza, Cunico è riuscito a trovare la seconda doppietta consecutiva, con la quale è arrivato ad una sola rete di distanza al capocannoniere Ferretti. La posizione da “falso 9” non è stata però tutta rose e fiori: «Un ruolo di emergenza che avevo già ricoperto altre volte, ma che mi riesce molto meglio se la squadra ha la possibilità di giocare palla a terra. Qui non ci siamo riusciti, e questo mi ha un po’ penalizzato, è stata una partita bruttina ma siamo stati bravi a sfruttare le occasioni avute».
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Il presidente Bergamin ha sudato le proverbiali sette camice prima di poter esultare per la decima vittoria. «È stata dura, perché l’avversario ha gettato veramente il cuore oltre l’ostacolo», sospira. «Il Dro si è dimostrato squadra rognosa e noi abbiamo fatto fatica ad esprimerci con la la consueta continuità. Abbiamo sofferto la loro pressione, anche se dopo il 3-1 credevo fossimo riusciti a chiuderla». Cos’è mancato rispetto alle altre volte? «Forse un po’ di qualità davanti. Lo spostamento di Cunico in attacco ha permesso al capitano di segnare un’altra doppietta, ma ha tolto tecnica al centrocampo». Ad un certo punto ha sperato di staccare l’Altovicentino? «Non dico che ci sperassi, ma quando ho visto che era 0-0 un pensierino l’avevo fatto».
Ore 08.40 – Le pagelle del Padova (PadovaGoal, Gabriele Fusar Poli): Petkovic 6, Busetto 5.5 (Thomassen S.V.), Sentinelli 6.5, Niccolini 5.5, Degrassi 6.5, Mazzocco 6, Segato 6.5, Nichele 6.5, Ilari 6, Cunico 7.5 (Bedin S.V.), Aperi 5.5 (Pittarello 6.5).
Ore 08.38 – Ricordiamo che la sfida tra Padova e Clodiense è stata posticipata a martedì 25 novembre alle ore 20.30 in quanto sabato all’Euganeo si disputerà il test match di rugby tra Italia e SudAfrica.
Ore 08.36 – Serie D girone C, prossimo turno (domenica 23 novembre, ore 14.30): ArziChiampo-Sacilese, Belluno-Legnago, Fontanafredda-AltoVicentino, Giorgione-Dro, Mezzocorona-Kras Repen, Mori Santo Stefano-Union Ripa, Padova-Clodiense (martedì 25 novembre ore 20.30), Tamai-Montebelluna, Triestina-Union Pro
Ore 08.34 – Serie D girone C, la classifica: AltoVicentino e Padova 31, Belluno 26, Sacilese 21, Union Ripa la Fenadora e Montebelluna 19, Clodiense 17, Tamai 16, Legnago 14, Fontanafredda 13, Union Pro e ArziChiampo 12, Giorgione e Dro 10, Kras Repen 8, Mori Santo Stefano 6, Triestina 4, Mezzocorona 3.
Ore 08.32 – Serie D girone C, i risultati dell’undicesima giornata: AltoVicentino-Mezzocorona 1-0, Clodiense-Triestina 1-1, Dro-Padova 2-3, Kras Repen-ArziChiampo 1-4, Legnago-Giorgione 5-2, Montebelluna-Mori Santo Stefano 2-1, Sacilese-Belluno 0-1, Union Pro-Tamai 1-1, Union Ripa La Fenadora-Fontanafredda 2-1
Ore 08.30 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.28 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 16 novembre: il Padova espugna Trento battendo 3-2 il Dro e mantiene il primo posto in classifica in coabitazione con l’AltoVicentino.