Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
Il presente nel calcio, il futuro dietro ai fornelli. Dopo avere scontato la giornata di squalifica con il Giorgione, Daniel Niccolini tornerà a disposizione per la trasferta a Trento con il Dro, e quasi certamente si riprenderà il posto al centro della difesa. Tra un allenamento e l’altro però, c’è anche spazio per portare avanti una passione: quella per la cucina. Tanto che da un paio di settimane frequenta un corso a Pordenone (dove abita) che lo impegna martedì e giovedì mattina. «È una passione che porto avanti piano piano – esordisce Niccolini – Intanto faccio queste dieci lezioni e più avanti cercherò qualcosa di più impegnativo. In questo momento preferisco dedicarmi al calcio, ho ancora la testa da calciatore. Ma tra cinque-sei anni quando smetterò di giocare vorrei entrare nel mondo della ristorazione e aprire un ristorante o un’osteria». Anche in serie A non è raro che i giocatori aprano un proprio ristorante, come gli ex milanisti Gattuso e Seedorf. «Ma nel loro caso è un investimento, non si cimentano dietro ai fornelli. A me piace proprio cucinare».
In attesa tra qualche anno dello Niccolini «chef», per ora tutte le sue attenzioni sono appunto ai biancoscudati. Pronto a rientrare domenica? «Sono a disposizione del tecnico che farà le sue scelte. Siamo tre difensori centrali dello stesso livello e chiunque di noi va in campo garantisce grande affidabilità. Personalmente mi sono trovato benissimo a giocare sia con Sentinelli e sia con Thomassen, domenica scorsa hanno fatto coppia disputando un’ottima partita». Niccolini ha saltato la trasferta vittoriosa con il Giorgione essendo stato espulso (doppia ammonizione) con la Triestina in occasione del fallo da rigore che ha consentito agli alabardati di pareggiare. Torna ora a disposizione, anche se resta in diffida e il prossimo cartellino giallo gli costerà un’altra giornata di stop. «Purtroppo è così, sono cose che capitano. Il fatto di essere in diffida comunque non mi condiziona in campo, quando gioco non ci penso».
Il Dro è un avversario che conosce, avendoci giocato contro nella passata stagione quando era al Pordenone. «L’anno scorso abbiamo vinto 2-0 sul loro campo a Dro. Le squadre trentine sono sempre toste, puntano molto sulla forza fisica. Sarà una gara sulla falsa riga di quelle con Mezzocorona e Mori: ci aspetteranno bassi e cercheranno di metterci più grinta possibile. La nostra fortuna è che giochiamo sul campo di Trento, è più grande e c’è più spazio da sfruttare». Il testa a testa in vetta alla classifica con l’Altovicentino non è una novità per lui. «L’ho già vissuto l’anno passato al Pordenone. Ci sono stati momenti in cui ci siamo trovati avanti di cinque punti, e anche in ritardo di cinque punti. In un campionato così lungo le insidie sono sempre dietro l’angolo, devi cercare di essere il più continuo possibile. Cosa può fare la differenza? Il gruppo. Se è forte e unito, riesci a sopperire in qualche maniera a qualche giornata storta che può capitare».