Nell’ultima settimana, dopo anni di immobilismo assoluto da parte della precedente amministrazione comunale su questo fronte, il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha lanciato il sasso nello stagno: “In caso di promozione in Lega Pro, il prossimo anno verrà costruita una tribuna/curva modulare da sistemare a ridosso del campo di gioco dello stadio Euganeo”. La dichiarazione ha ovviamente fatto scalpore, suscitato polemiche politiche piuttosto aspre e scatenato il dibattito all’interno della tifoseria. Al netto di posizioni politiche che in questo caso non costituiscono certo il nocciolo del problema, ho trovato di pessimo gusto l’uscita dell’ex assessore allo sport Umberto Zampieri: “Quella di Bitonci – ha dichiarato – è una trovata propagandistica buona soltanto per ingraziarsi gli ultras”. Detto che lo stesso Bitonci poteva evitare di tirare in ballo nuovamente i “comunisti” alimentando una contrapposizione ormai anacronistica, in questo caso sto dalla parte del primo cittadino. Che, quantomeno, si sta muovendo con la consapevolezza che l’Euganeo rappresenta un problema vero, da risolvere prima o dopo in un modo o nell’altro non facendo spallucce e fingendo che la questione non si ponga.
Zampieri aveva un’occasione formidabile già gettata al vento. Avrebbe potuto attendere qualche mese, verificare che la proposta di Bitonci (in caso di promozione) divenisse o meno realtà e, solo a quel punto, in caso di flop mollare gli ormeggi e scatenarsi contro l’avversario politico avendo gioco facile nell’evidenziare le promesse non mantenute. Purtroppo, però, in Italia e anche nelle realtà locali del belpaese domina il malcostume di considerare carta straccia qualsiasi proposta che viene fatta dal rivale di turno. Quindi entrare nel merito della stessa sembra un esercizio impossibile per i nostri politici, impegnati più nello screditare la parte avversa piuttosto che prendere in esame seriamente qualcosa che interessi comunque la collettività. E le conseguenze di questo puerile atteggiamento le pagano, come sempre, i cittadini.
In questo caso trovo, infatti, come ho avuto modo più volte di sottolineare, trovo davvero irritante la posizione dell’ex amministrazione comunale. Che si trincera dietro la necessità di “tutelare gli altri sport cittadini” e di “non dare spazio solo al calcio” quasi considerandolo snobisticamente un qualcosa da liquidare con un malcelato senso di superiorità nei confronti della massa e dimenticando che di soldi pubblici ne sono stati spesi in abbondanza per Palaindoor, San Lazzaro, pista di atletica dell’Euganeo stesso. Sulla base di cosa un intervento pubblico per questi tre fronti deve essere considerato legittimo e uno per migliorare l’Euganeo no? Niente di più sbagliato, a mio parere, difendere l’indifendibile. L’Euganeo è il prodotto delle peggiori giunte che questa città ha conosciuto, il frutto del compromesso italico più bieco, costruito senza la minima logica da qualcuno che farebbe bene a cambiare mestiere e che, al contrario, si è arricchito sulle spalle della comunità mettendo in piedi un costosissimo obbrobrio urbanistico e architetturale.
Penalizzare 5mila persone che bisettimanalmente seguono la squadra di calcio della propria città in luogo di un singolo evento annuale con una pista d’atletica che richiede manutenzione e spese totalmente sporporzionate la trovo una posizione sconcertante e priva di ogni logica. Il Meeting Città di Padova, che si tiene una volta l’anno può essere tranquillamente spostato in altro impianto cittadino, considerato il numero di presenze e il fatto che viene sovvenzionato dal Comune e quindi dalla collettività. Uno scandalo? Neanche per idea, soltanto una scelta dettata dalla logica, senza per questo penalizzare le società di atletica fra cui Assindustria Sport che possono proseguire senza intoppi la propria attività. Possibile che una scelta tanto logica sia considerata così fuori dalla realtà?
Per chiudere la proposta di Bitonci, come ha osservato qualcuno, non è certo la panacea di tutti i mali ma è comunque un primo passo nella giusta direzione. Io credo sia impossibile risolvere il rebus Euganeo abbattendolo o immaginando stravolgimenti non in linea con l’attuale momento economico. Ma da qualche bisognerà pur cominciare. Sono convinto che una volta rotto il ghiaccio con la prima picconata, si possa innescare un circolo virtuoso (magari con la collaborazione di privati) che trasformerebbe lentamente quella che a tutti gli effetti è una “cattedrale nel deserto” in uno stadio più funzionale alle esigenze di quella che è pur sempre la realtà più seguita nel mondo dello sport padovano.