Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello
E fanno otto. Otto vittorie di fila. Toda joia, toda beleza? Non proprio ma quasi. A voi l’ottava meraviglia targata Padova, quella meno accattivante forse, quella più complicata da comporre e plasmare, forse la più importante. Perché permette di scacciare il ronzio vicentino proveniente da Arzignano e di tenere a debita distanza (due soli punti, ma in serie D i campionati si decidono talvolta anche per le virgole) lo scatenato Alto Vicentino di Rino Dalle Rive, che sinora si è fermato a 7 vittorie e un pareggio. Carmine Parlato si tiene stretto l’ottavo successo consecutivo conquistato sul campo, in attesa di ricevere all’Euganeo la blasonatissima ma inguaiata Triestina che annaspa in fondo alla classifica. Un inizio così nessuno, neppure il più ottimista dei tifosi, avrebbe potuto immaginarlo. E loro, i grandi ex che osservano da lontano le meraviglie di Parlato, applaudono con grande convinzione: questa è la strada per la rinascita. «Sono felice per Carmine — ammette Marco Franceschetti, uno dei punti di forza del Padova di Mauro Sandreani in serie A — lo conosco bene perché siamo stati compagni di squadra. Io a quei tempi giocavo ancora a centrocampo, mentre era lui a guidare la difesa. Poi, quando lui l’anno dopo se ne andò, io indietreggiai per diventare il libero o comunque il centrale vecchio stampo».
La marcia trionfale biancoscudata cattura simpatie ed entusiasmo, tra cui quelli di Nanu Galderisi, che si limita a sedersi idealmente in curva a tifare per il biancoscudo. «Mi fa immensamente piacere vedere il mio Padova così avanti in classifica e capace sinora di vincere sempre — sottolinea l’ex centravanti biancoscudato — è bello vedere lo spirito di questi ragazzi che lottano e sputano sangue per la maglia, cosa che non sempre è avvenuta nel recente passato. Mi hanno fatto dimenticare le facce di chi ha distrutto il vecchio Padova. E poi occhio, che adesso rientra il Rulo che quest’anno farà 22 gol…». Un fior di pronostico per il centravanti italo-argentino, che scalpita per rimettere piede in campo dopo l’infortunio muscolare patito contro il Mezzocorona.
Angelo Di Livio è un sentimentale e ammette di guardare, ancora a distanza di anni, con un occhio di riguardo la sua ex squadra, quella che lo lanciò, di fatto, nel calcio che conta. «La domenica, non appena posso — sorride l’indimenticabile “soldatino” — mi informo sempre sul risultato dei biancoscudati. Sono molto contento per la rinascita del mio Padova e spero che possa tornare al più presto nel grande calcio. Il primo passo sarebbe quello di lasciare immediatamente la serie D, poi ci sarebbe la possibilità sicuramente di consolidarsi anche a livello di calcio professionistico. La garanzia per questa squadra è sicuramente Parlato, uno che a questi livelli difficilmente sbaglia stagione». E Galderisi rilancia: «Carmine è come un fratello — spiega — e se è vero che nessuno si sarebbe aspettato otto vittorie consecutive, è anche vero che chi ha vissuto e respirato quel grande gruppo che siamo stati noi, sa trasmettere certi valori. E non bisogna perdere l’entusiasmo e andare avanti senza fermarsi, perché in D basta il minimo errore per passare da primi a secondi…».