Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
Macina tanti chilometri tutti i giorni per giocare con il Padova prendendo addirittura tre mezzi: traghetto, corriera e metrotram. E come se non bastasse, dopo allenamento frequenta la scuola serale di perito informatico (quarto anno) a Chioggia. È la giornata-tipo del diciottenne Fabio Busetto, che fa quotidianamente la spola tra Pellestrina dove abita e i campi di allenamento. Cinque ore in tutto tra andata e ritorno, senza dimenticare che al ritorno a casa la giornata non è terminata dato che c’è l’impegno sui banchi di scuola. «Ormai mi sono abituato – afferma Busetto – Qualche volta quando è libero da lavoro mi porta mio padre (fa l’infermiere a Pellestrina, ndr) e si ferma a vedere l’allenamento». Tra l’altro, non è il primo anno da “pendolare” dato che alle spalle ha sei stagioni nel settore giovanile biancoscudato. «Ho fatto tutta la trafila fino alla squadra Primavera, e ogni giorno insieme a tre-quattro altri compagni di squadra ci veniva a prendere a Chioggia un pulmino del Padova».
Quest’anno, come detto, si è aggiunto l’impegno a scuola dalle 18.30 alle 22.30. «Ho dovuto scegliere la serale altrimenti non ce la facevo con l’orario degli allenamenti. È un po’ faticoso perché arrivi a sera che sei stanco, però è l’unica soluzione. Di solito esco di casa alle 11.30 e rincaso alle 23.30, mentre al mercoledì parto di casa alle 6 dato che abbiamo allenamento anche al mattino». Passando alle questioni calcistiche, con il Belluno si è fatto trovare pronto giocando al posto di Dionisi senza fare rimpiangere il collega più esperto. «È stata la mia seconda partita da titolare dopo quella con il Tamai. La squadra si è comportata al meglio, e anche a livello personale me la sono cavata abbastanza bene. Sono molto contento. La mia caratteristica migliore è la corsa, devo invece migliorare nella lettura del gioco e nel controllo della palla». Da inizio stagione è tra i biancoscudati che hanno fatto registrare i maggiori progressi. «Sono cresciuto molto ed è merito anche dei compagni più esperti che aiutano molto noi giovani».
«Parlato? Ci dice sempre di cercare di sfruttare tutte le occasioni che abbiamo, anche pochi minuti, per dimostrare che può contare su di ciascuno di noi. È un’ottima persona: se hai qualche problema è il primo che ti chiede di parlarne con lui. Come tecnico ci trasmette tutta la sua grinta e in campo si vede». Papà Mauro e mamma Giovanna la seguono in quasi tutte le partite, e con loro anche la sua ragazza Teresa. «All’Euganeo non mancano mai, in trasferta non sempre riescono a venire». A proposito di trasferta, domani si va sul campo dell’Arzignano Chiampo. «Ci aspetta una partita dura, come lo sono tutte in questo campionato. Non dobbiamo fare respirare gli avversari, bisogna dare subito un segnale forte che vogliamo questi tre punti». Cosa c’è nel suo futuro? «Una volta terminati gli studi punto ad andare avanti nel calcio, non dico di arrivare in serie A, ma spero in B o in Lega Pro. Se ho un idolo al quale mi ispiro? Nessuno, ho grande stima di me stesso, è il mio punto di forza».