Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Foto: BiancoscudatiPadova.com
«Autogol? No, dài. Questa rete voglio prendermela tutta». L’uomo del momento, in casa biancoscudata, è un furetto romano che, a dispetto del fisico agile e del carattere mite, si è preso sulle spalle l’attacco, soprattutto dopo il ko di Gustavo Ferretti. Due uno a zero consecutivi all’Euganeo, entrambi griffati Marco Ilari, nonostante il gol risolutore al Belluno sia destinato a passare alla storia come autorete del giocatore gialloblù Merli Sala. «La deviazione c’è stata, inutile negarlo», concorda Ilari. «Ma io avevo calciato in porta ed ero pronto anche a ribattere a rete dopo la respinta del palo, ma non ce n’è stato bisogno». E allora diamolo (virtualmente) questo gol a Marco Ilari, anche perché azioni del genere non si vedono tutti i giorni. «Una giocata alla Maradona», l’ha definita addirittura il sindaco Massimo Bitonci. Il diretto interessato si schermisce e racconta com’è nato il gol che ha proiettato il Padova da solo in vetta alla classifica: «Sono stato fortunato a liberarmi del primo uomo dopo la rimessa laterale, poi sono scattato e, una volta entrato in area, in piena velocità, per gli avversari era difficile contrastarmi, visto che avrebbero rischiato il rigore. In mezzo c’erano Tiboni e Bedin, ma soprattutto tante maglie bellunesi, così ho puntato la porta e fortunatamente è andata bene».
Poi l’immancabile corsa sotto la “Fattori” e tutti a spellarsi le mani e chiedersi: come fa un giocatore del genere ad essere ancora in serie D? Ilari ha una risposta: «Il demerito è anche mio, per qualche occasione non sfruttata, ma anche perché spesso non mi sono fatto trovare al posto giusto al momento giusto. Ma adesso chi pensa alla serie D? Preferisco disputare un campionato come quello che stiamo portando avanti a Padova piuttosto che soffrire nei bassifondi in Lega Pro. E mi sembra che sia un pensiero condiviso anche dai tifosi biancoscudati. C’è un entusiasmo travolgente, la gente accorre in massa allo stadio e finora sta girando tutto alla perfezione. A Padova mi trovo davvero benissimo, spero possa essere questo il mio posto giusto al momento giusto». Padova come seconda casa, anche se la prima resterà sempre Roma, dove Ilari è tornato anche in questi due giorni di riposo concessi da Parlato. «Qui ho la famiglia e vive la mia ragazza. E adesso devo festeggiare anche il mio amico Alessio, appena diventato papà di Matteo. Il gol lo dedico a lui, anche perché sabato, dopo la nascita, mi aveva predetto la rete». E con quello contro il Belluno ora sono quattro gol in sette giornate. Mica male per un esterno. «Non avevo mai iniziato così bene un campionato a livello realizzativo. Io sono un’ala, ma ora che il mister mi fa giocare seconda punta ho meno compiti di copertura, mi trovo bene e posso pensare di più all’attacco». Il Padova ha staccato tutti, cos’ha dimostrato di avere più del Belluno? «Ha mostrato di essere una squadra completa, che sa soffrire e giocare a calcio. Il primo tempo di domenica è stato fantastico. Meritiamo il primato, dopo la gara eravamo stanchi ma fisicamente stiamo bene e non vogliamo fermarci».