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Ore 22.00 – Notizia importante su Padova-Clodiense, sfida valevole per la 12esima giornata del girone C di serie D: la gara – in programma il 23 novembre – verrà con ogni probabilità posticipata alla sera di martedì 25 novembre (presumibilmente alle ore 20.30) in quanto sabato 22 si terrà allo stadio “Euganeo” il test match di rugby tra Italia e SudAfrica e dunque il terreno di gioco non sarebbe praticabile a sole 24 ore di distanza. Le due società non solo si sono già accordate ma avevano anche chiesto l’inversione di campo quale soluzione alternativa: la Lega Nazionale Dilettanti, però, aveva rigettato la proposta, come già successo peraltro per Abano-Rimini.
Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Mano nella mano con la Coppa. Continua a essere forte il feeling fra l’Union Ripa La Fenadora e il trofeo. Lo conferma la vittoria di mercoledì a Tamai, un netto 0-3 che porta i neroverdi agli ottavi di finale dove mercoledì 19 novembre (la sede sarà decisa con un sorteggio) incontreranno l’ArzignanoChiampo, capace di eliminare la Clodiense (2-0). Dopo la storica conquista, due stagioni fa, della Coppa Italia di Eccellenza nella sua fase regionale – l’Union piegò in finale per 2-1 il Team Santa Lucia Golosine – la corsa continua anche nel trofeo di serie D. Il Tamai si è dovuto inchinare a una formazione diversa da quella che siamo abituati a vedere in campionato, composta da quelle che, sbagliando, qualcuno definisce riserve, ma che all’Union sono giocatori da prima squadra a tutti gli effetti e che in Coppa trovano il giusto spazio. Il tecnico Max Parteli non ha mai negato di dover operare scelte difficili per le gare di serie D, la Coppa gli consente di dare spazio a quella parte di rosa che rimane alla finestra la domenica. E la fiducia riposta è stata subito ripagata: a segno Ponik, Mastellotto (nella foto) e Tomasi, una grande prova del collettivo, un tris letale ai pordenonesi. Ora l’attenzione si sposta verso domenica per l’arrivo al Boscherai del Montebelluna. Attenzione: si inizierà alle 17.30, un posticipo di due ore e mezzo dovuto alla concomitanza con la partita casalinga del Rugby Feltre, sempre al Boscherai di Pedavena.
Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Chiunque gioca, può far bene. È con la consapevolezza di avere una rosa profonda e solida che il Ripa Fenadora esce dalla vittoria ai sedicesimi di coppa Italia, ottenuta da una squadra in cui il mister Parteli ha dato spazio ad ampio turnover. Vincere poi aiuta a vincere e l’Union spera che non ci sia due senza tre. «Sarebbe il coronamento di una settimana perfetta», dice il vice allenatore Mauro Fin, pensando al trittico di partite che è iniziato domenica scorsa in campionato con la vittoria 3-0 col Kras Repen, è proseguito con il successo in coppa Italia con un altro 3-0 a Tamai che è valso il passaggio agli ottavi e si chiude domenica ancora in casa. «Sarebbe bello dare continuità a questi due risultati». Contro il Montebelluna il calcio d’inizio sarà posticipato alle 17.30 per evitare la concomitanza con il Rugby Feltre che prima gioca sull’altro campo del Boscherai. Ottavi di finale, arriviamo. Di motivi per essere contenti intanto ce ne sono parecchi, dopo il superamento del turno in coppa. «Una grande partita, giocata benissimo», sottolinea Fin. «I ragazzi che finora avevano avuto poco spazio si sono fatti trovare pronti, disputando una gara molto buona». Grande soddisfazione. Ieri giorno di riposo e la squadra riprende oggi pensando a domenica. «Se in un campo difficile come quello di Tamai, De Carli non ha mai fatto interventi difficili, significa che i ragazzi hanno fatto molto bene. Altro aspetto positivo è che sono andati in rete sia Ponik che Mastellotto, reduci da due infortuni importanti l’anno scorso». Il Montebelluna. «Affrontiamo una squadra molto tecnica. Dovremo aggredirli subito, se gli lasciamo il pallino del gioco diventa difficile», aggiunge Fin. «Vincere darebbe ulteriore fiducia, comunque non ci sono stati problemi nemmeno all’inizio del campionato, perché conoscevamo i valori dei ragazzi. Era solo da aspettare che emergessero un po’ alla volta. Questa settimana si è visto che la squadra è tornata ad avere la caratteristica della seconda parte del campionato scorso: il gran ritmo dall’inizio alla fine della partita che le permette di imporsi».
Ore 20.50 – (Il Piccolo) Ancora una pedina per completare e sistemare definitivamente l’attacco. Poi, almeno così pare, i movimenti del mercato saranno finiti e le forze della Triestina rimarranno queste almeno fino a dicembre. E la pedina in questione è già stata individuata dalla dirigenza alabardata: i contatti nelle ultime ore si sono fatti più intensi e il giocatore dovrebbe arrivare nei prossimi giorni in Italia. Si tratta del 24enne brasiliano Diogo Pinheiro De Sousa Tiveron, presentato come centrocampista offensivo ma anche come attaccante ambidestro. Un passato in giovanili illustri come quelle della Fluminense e del Botafogo, poi una prima esperienza in Europa nella serie B olandese con il Fortuna Sittard, quindi nell’ultima stagione l’approdo nella serie A di Malta con la formazione del Floriana, dove ha segnato 12 gol. Diogo Tiveron ha anche passaporto italiano, cosa che dovrebbe facilitare in modo evidente le consuete pratiche burocratiche. Se davvero si concretizzerà il tesseramento del brasiliano, la Triestina si ritroverebbe a quel punto con un pacchetto offensivo molto folto e quasi tutto internazionale: oltre a Bez e Lionetti, l’eventuale arrivo del brasiliano Diogo Tiveron si affiancherebbe infatti a quelli del croato Milicevic, dell’argentino Clara e del congolese Kabangu. Ma, purtroppo, la gran parte del plotone è ancora indisponibile per la trasferta di domenica a Castelfranco Veneto.
Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Fuori anche il Tamai, l’ultima delle pordenonesi rimaste in Coppa Italia. Troppe assenze e troppe partite nelle gambe dei pochi “vecchi” ai quali Stefano De Agostini si era affidato per cercare di contrastare l’Union Ripa. Hanno vinto i veneti per 3-0, confermando in questo modo le difficoltà dei rossi a farsi valere in casa anche in Coppa e non solo in campionato dove sino a questo momento hanno incassato un solo punto sui 9 a disposizione. «Forse – afferma il tecnico delle furie – il punteggio è troppo pesante nei nostri confronti, ma la vittoria dell’Union Ripa – ammette con la consueta onestà – non fa una grinza. Il primo tempo non abbiamo giocato male e anche dopo aver subito il loro primo gol i ragazzi hanno avuto una buona reazione. Il secondo gol subito invece ci ha letteralmente tagliato le gambe. Del resto – ci tiene a sottolineare – abbiamo giocato 4 partite nello spazio di 11 giorni. Non potevamo essere brillanti. Inoltre in campo avevamo ben 7 fuoriquota. Volevo vedere all’opera – si giustifica De Agostini – anche quei ragazzi che potranno, anzi dovranno esserci utili pure in campionato. Ringrazio loro e i “vecchietti” come Faloppa e Brustolon che si sono sobbracati un’ulteriore fatica». KRAS DEGLI EX – Domenica le furie (quinte con 10 punti) andranno a Monrupino (Trieste) a far visita al Kras (3) degli ex compagni Spetic e Grujic. «Altra gara difficile – la presenta De Agostini – contro una formazione che in questo campionato non ha ancora vinto ed è reduce da 2 sconfitte consecutive. Sarà un match caldo in un ambiente bollente». I rossi dovranno rinunciare all’apporto di Sellan e Colombera e non avranno al meglio Ursella e Corazza.
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Mi viene sempre in mente una frase: nel calcio e nella vita tutto torna indietro». Lo si capisce subito, grazie a quella massima ripetuta come un mantra, che la storia di Marco Beccaro, attaccante della Sacilese, dal quale arriva la citazione, parla di rivincita, per chi ci crede al karma. Sottovalutato e poi scaricato dal Marano, corteggiato e poi snobbato dal Pordenone, infine esaltato dalla Sacilese e ora uomo del momento (4 gol, l’ultimo splendido, in 6 partite) in Serie D. Tutto in pochi mesi, abbastanza per permettergli di togliersi qualche sassolino. Fastidioso, ma ormai fuori dalle scarpe. A Marano c’erano ambizioni e tanti soldi. A Pordenone il professionismo. Perché scegliere Sacile, allora? «Perché ho trovato chi ha creduto in me. A Marano non è stato così. Una stagione, la scorsa, deludente, ma non solo per colpa mia. Non mi hanno gestito bene, mancava la figura del direttore sportivo, eravamo in troppi. Con il Pordenone la storia è diversa. Siamo stati vicini a più riprese, ma non si sa perché ogni volta è andata male. Hanno preferito altri, ma in futuro non si sa mai. Quello che ho trovato a Sacile, però, non esiste altrove. Non sono mai stato così bene in una squadra. Qui è una famiglia, si fanno le cose nel modo giusto, anche senza il budget di altri». Sul Livenza ha trovato la sua dimensione. Anche un senso di rivincita? «Certamente, nei confronti di chi non ha creduto in me. Prima o poi le qualità vengono fuori. Oggi non ho rimpianti». Quelle qualità hanno già prodotto 4 gol in grado di lanciare la Sacilese. Fino a dove? «In spogliatoio ne parliamo. La possibilità di vincere il campionato non è così remota. Le big (Altovicentino e Padova) non sono lontane. Poi il mio obiettivo è il professionismo». Con la Sacilese sarebbe perfetto… «Preferisco fermarmi a 4 gol e andare in Legapro con la Sacilese, che migliorare il mio record personale (14 gol, quando giocava al Real Vicenza ndr) e magari andarmene lasciando i miei compagni in D». È vero che lei è diventato l’uomo-spogliatoio? «C’è una tradizione che ormai rispettiamo sempre. Ogni martedì gran parte del gruppo viene a cena da me. Ovviamente ciò accade se vinciamo, quindi spero di avere sempre la tavola apparecchiata».
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Non c’è pace per la difesa del Bassano Virtus, sempre alle prese con una situazione numerica deficitaria. Con Ingegneri ancora non recuperato al 100% e Enrico Zanella out per squalifica, toccherà alla coppia Priola e Nicola Bizzotto, con il secondo reduce dall’operazione al naso. Sarà dunque l’ex Trapani il punto fermo di un reparto che, in ogni caso, sta trovando i suoi equilibri partita dopo partita. «A Bassano mi trovo benissimo – spiega Giusto Priola – è un ambiente molto tranquillo e ho trovato un gruppo che mi ha accolto fin da subito. È più semplice inserirsi in una squadra che, a parte elementi nuovi come il sottoscritto, quasi giocava a memoria. I segnali incoraggianti erano già arrivati dalla Tim Cup, già dalle vittorie di Vicenza e Livorno si poteva capire che questa squadra poteva fare stada. Dove può arrivare? È troppo presto per questi tipi di ragionamenti, continuiamo a giocare partita dopo partita». Priola scende dalla B, dal Trapani dei miracoli, scendendo di categoria, ma nemmeno troppo. «Questa C unica è quasi una Serie B, basti pensare al Novara, dove siamo riusciti a portare a casa un punto e siamo stati i primi a segnare una rete. È un campionato equilibrato, tante le squadre forti, ma se giochiamo con la mente sgombra, possiamo mettere in difficoltà tutti»:. Bassano primo, sorpresa del campionato? «Da matricola magari molti avversari non ci conoscevano, ora ci studieranno meglio. Credo che il campionato sia ancora lungo, mancano trenta partite, il bello deve ancora arrivare e credo che il clou della stagione debba ancora arrivare».
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il fatto di tornare per la prima volta al Penzo, da avversario di quel Venezia cui tuttora è legata la stagione più prolifica della sua giovane carriera, non potrà certo lasciarlo indifferente sul piano emotivo. Simone Corazza però, pur essendone consapevole, proverà a pensare solo a trascinare il suo Novara che domenica sbarcherà a Sant’Elena (ore 14.30). «Posso solo ricordare volentieri l’annata 2008/09 in arancioneroverde, d’altra parte fu il mio vero trampolino verso il professionismo – ammette il 23enne attaccante di Latisana -. L’anno prima avevo esordito in Lega Pro1 con il Portogruaro, ma a Venezia feci la prima esperienza che conta. Eravamo in serie D però sembrava di essere molto più alto tanto era il calore dei tifosi in casa e fuori». Nel curriculum di Corazza 12 gol (più uno in Coppa Italia) in maglia arancioneroverde, seconda bocca da fuoco alle spalle di Giovannone Volpato (13). «Ci divertimmo molto, la società era appena ripartita dal fallimento, la squadra costruita in corsa ma dopo gli stenti iniziali cominciamo a volare. Non aver strappato la promozione al Montichiari rimane un cruccio, ma l’annata fu comunque positiva. Il gol che ricordo più volentieri lo segnai all’Union Quinto, in rovesciata contribuendo con una doppietta alla vittoria per 3-2 in rimonta». Valenzana, Portogruaro, Sudtirol ed ora Novara i gradini della scala che Corazza continua a salire. «Passo dopo passo continuo a crescere, lo scorso anno col Sudtirol avevo segnato 10 gol, ora a Novara sono a 4 in 8 giornate ma avrei potuto fare meglio, continuo a sprecare un pò troppo. La serie B? In estate si parlava di ripescaggio, ma è stata più una questione «giornalistica», noi giocatori abbiamo sempre pensato alla Lega Pro».
Ore 18.50 – (Giornale di Vicenza) Jack Cenetti ha deciso di darci un taglio. «Solo uno? Ieri almeno tre o quattro, quando vogliono una spuntatina alla chioma vengono tutti da me che con le forbici mi diletto – rivela il mediano virtussino – il più complicato di tutti da sistemare è Bizzotto che è poi è pelato. Vuole le sfumature… Sì ma dove?». Vabbè, Bizzo come tutti i calvi non si arrende, è un combattente anche lì, Cenetti tuttavia esclude un futuro da coiffeur. «Macchè, il dopo calcio lo vorrei nel calcio lo stesso, non mi ci vedo senza». Per adesso serve di barba e capelli la mezzala più dotata degli avversari. «L´importante è che stia bene e adesso finalmente mi sento a posto. Il riposo degli ultimi giorni e le terapie specifiche mi hanno risolto i guai muscolari che mi avevano frenato nelle ultime settimane e insomma già domani col Lumezzane sono arruolabile». Figaro Cenetti è un balsamo per Bassano, là in mezzo uno come lui si vede e si sente. «Sarò anche ripetitivo, ma io in due anni voglio raggiungere la B con questa maglia, l´ho già detto e lo ribadisco. Poi so perfettamente che questa non è una C unica ma una B2, però con i nomi non si conquistano le promozioni, ma solo con fame, sudore e motivazioni. Quest´anno sono più arretrato come posizione tattica rispetto a prima, il tecnico mi vuole più da schermo davanti alla difesa, ma ciò non toglie che proverò a rendermi utile all´occorrenza anche in fase offensiva. Magari meno inserimenti e qualche tiro da fuori in più. Col Lume è dura, eppure la nostra forza è andare in campo senza fare calcoli. Noi vogliamo vincere ogni domenica e non limitarci a speculare sulla salvezza. Cerchiamo i tre punti divertendoci».
Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Gli arancioneroverdi hanno ripreso ieri ad allenarsi al completo, ad eccezione degli infortunati di lungo corso Espinal e Hottor. Anche Panzeri è rientrato dall’impegno con la Nazionale Under 20 di Lega Pro e per la sfida di domenica contro il Novara, al «Penzo» alle 14.30, mister Dal Canto avrà qualche margine di scelta in più rispetto al match di una settimana fa col Monza. A centrocampo rientra Zaccagni dalla squalifica e riprenderà il suo posto nella linea a tre con Carcuro ed Esposito, mentre in difesa, mancando Legati squalificato, è probabile che Cernuto venga spostato al centro accanto a Marino, con Sales e Ghosheh ai lati. Invece davanti, tutti gli attaccanti a disposizione. La squadra per tutta la settimana è rimasta in silenzio stampa, la situazione è delicata dopo il ko col Monza. Ribadita la fiducia a mister Dal Canto, ma domenica contro il Novara ci si aspetta una reazione positiva a questo difficile periodo, con quattro sconfitte in otto giornate. Intanto ufficializzato il programma della 12. giornata: la partita del Venezia ad Arezzo è stata anticipata a venerdì 10 novembre alle 19.30. Non solo il «campionato-spezzatino», a movimentare le settimane pure la Coppa Italia di Lega Pro: mercoledì prossimo, il Venezia sarà impegnato a Ferrara (ore 20.30) contro la Spal.
Ore 18.20 – (La Nuova Venezia) Se le bocche rimangono chiuse da dopo la sconfitta interna con il Monza, si spalancano invece improvvisamente i cancelli del Taliercio per i tifosi. L’allenamento di oggi pomeriggio non sarà a porte chiuse, contrariamente a quanto da tempo succede al venerdì. Come avvenuto spesso nelle ultime settimane è facile che la prima squadra si alleni sul campo in erba e non su quello in sintetico a ridosso della tribuna. E così, confermato il silenzio stampa, prosegue la marcia di avvicinamento del Venezia alla partita con il Novara dell’ex Simone Corazza, navigando sempre a vista e a luci spente per quanto riguarda i contatti con Mosca e con il presidente Yuri Korablin. Ormai si arriva a domenica, poi si vedrà se la situazione avrà un’evoluzione positiva nei contatti tra via Torino e la Russia. L’unico delegato a parlare in questo momento rimane il direttore sportivo Ivone De Franceschi con la speranza che il match con il Novara provochi un’inversione di tendenza almeno a livello di risultati.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Il Vicenza è atteso al riscatto nell’anticipo di stasera con il Pescara dopo la scoppola di Lanciano. L’allenatore Giovanni Lopez è convinto che si sia trattato di un episodio e non si mostra preoccupato. «Penso che in otto partite questo Vicenza abbia sbagliato solamente il secondo tempo contro il Lanciano. I quattro gol non ci hanno destabilizzato. Il primo tempo la squadra lo ha fatto, anche se non con la solita incisività e aggressività. Dopo l’espulsione di Gentili abbiamo voluto fare di più, ma non ci siamo riusciti, e li si è chiusa la nostra partita. Ci sono aspetti da correggere ma ci vuole anche equilibrio nelle considerazioni, come nelle scelte. Abbiamo certamente sbagliato il secondo tempo in modo grave ma siamo pronti al riscatto». […] Ci saranno altre novità, oltre alla sostituzione forzata dello squalificato Gentili in difesa? Davanti Cocco affiancherà Ragusa? «L’unica certezza è che Giacomelli partirà dalla panchina, mentre ho dei dubbi sia in difesa che a centrocampo. È la prima volta che ho dei dubbi, verificherò all’ultimo. Dietro, complice la squalifica di Gentili potrò comunque scegliere tra Figliomeni e Brighenti che è recuperato». Il Pescara arriva galvanizzato dall’impresa centrata a Crotone. «È un avversario difficile: ho rivisto la gara che hanno disputato contro il Crotone, sembra un paradosso ma se il Crotone fa quattro gol nella prima mezz’ora non ha rubato nulla. Pertanto bravi loro a non subire gol e bravissimi a farne alla prima occasione. È una squadra che va aggredita perché se la si lascia giocare non ti fa uscire da metà campo; per questo dovremo restare corti. L’importante sarà giocare e fare le cose da squadra».
Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Risollevare morale e classifica: è l’obiettivo dei biancorossi impegnati stasera al «Menti» nel campionato cadetto contro il Pescara di mister Marco Baroni, reduce da una vittoria per 4 a 1 sul difficile campo di Crotone. Sarà una partita complicata, ma il Vicenza è chiamato a una prestazione di grande spessore, soprattutto dal punto di vista caratteriale, per dare un segnale che quella di Lanciano è stata solo una giornata da dimenticare. «A Lanciano abbiamo sbagliato il secondo tempo – spiega mister Lopez – Dopo l’espulsione di Gentili non siamo riusciti a stare compatti, perdendo equilibrio e favorendo così il loro contropiede. È stato un brutto stop, ma non ci ha destabilizzato: in otto partite abbiamo sbagliato solo un secondo tempo. La cosa che a Lanciano mi ha sorpreso di più è che non siamo stati gli stessi delle partite precedenti, ma una sconfitta come quella se presa nel modo giusto può anche fare bene. È mancata la grinta e l’incisività delle partite precedenti, anche se fino all’espulsione di Gentili la squadra non aveva fatto poi così male. Il mio compito è quello di analizzare tutto con equilibrio, ponderando bene quello che è accaduto, ma senza dimenticare quello che avevamo fatto prima». Per cercare di tornare alla vittoria, mister Lopez potrebbe anche cambiare modulo in campo, ma l’allenatore è ancora dubbioso su come giocherà la sua squadra. «Vediamo domani (oggi, Ndr ) – spiega il tecnico – sul modulo, potrebbe esserci un cambiamento come no. Non è detto che aumentando gli attaccanti si facciano più gol. E il possibile spostamento in avanti di Di Gennaro non mi sembra una questione così fondamentale. La cosa importante è la grinta con cui affronti l’avversario, non il modulo. Detto questo, ho dubbi a centrocampo e in difesa, ma adesso non chiedetemi di fare dei nomi perché la formazione la darò prima ai ragazzi».
Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Giovanni Lopez ha deciso quasi tutto ma non tutto per il match di questa sera contro il Pescara. Modulo (è pronto il 3-4-1-2) e interpreti. Ma su quest´ultimo punto ha ancora qualche riserva da sciogliere. Gol cercasi. Nessun dubbio in attacco, dove toccherà a Cocco e Ragusa risollevare un reparto che è a secco da tre gare. Contro gli abruzzesi il tecnico biancorosso ha deciso di giocarsi di nuovo una prima punta, Cocco, con l´attaccante siciliano che è anche l´ex di turno. “Nuovo” Di Gennaro. Da play a trequartista. Giocherà quei venti metri più avanti il centrocampista sul quale Lopez ripone grande fiducia. Un´idea confermata anche dalla rifinitura di ieri: Di Gennaro a ridosso delle due punte, una soluzione mirata ad accrescere la pericolosità offensiva. Il dubbio Cinelli-Sciacca. Fino a ieri si profilava un avvicendamento (con Sciacca) di Cinelli, che finora non ha mai tirato il fiato. Ma la rifinitura a Isola ha segnalato un´altra possibile soluzione: Lopez starebbe pensando di utilizzare dal primo minuto Sbrissa e Cinelli, con Sciacca in panchina. Di sicuro c´è un dubbio da risolvere. Sulle corsie Lopez confermerà Laverone a destra e Sampirisi a sinistra con Varela pronto a subentrare. Novità Figliomeni. L´impiego dell´ex centrale del Latina sembra annunciato e d´altra parte in difesa il tecnico non ha molte scelte, visto che non ha ancora a disposizione El Hasni e D´Elia e considerato che Gentili è squalificato. Resta la soluzione più probabile, anche se nella conferenza stampa Lopez ha lasciato in piedi la possibilità di un impiego di Brighenti, appena recuperato dall´infortunio, nel terzetto in cui saranno al loro posto Camisa e Garcia Tena.
Ore 17.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.50 – Qui Guizza: partitella in corso.
Ore 16.30 – Qui Guizza: cambio di modulo e di interpreti per mister Parlato.
Ore 16.10 – Qui Guizza: testati schemi anti-Belluno.
Ore 15.50 – Qui Guizza: lavoro a parte per gli infortunati Ferretti e Dené e per lo squalificato Segato nonché per Matteo Dionisi. Per l’esterno dovrebbe trattarsi di riposo precauzionale causa semplice affaticamento.
Ore 15.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 15.00 – Qui Guizza: sessione video per i Biancoscudati, che studiano il Belluno.
Ore 14.40 – (Gazzettino) Ieri mattina una mega-foto del presidentissimo Angelo Gabrielli è stata collocata nel tunnel che dagli spogliatoi accompagna la squadra al campo principale del Tombolato. Le straordinarie misure di centimetri 511 per 234 danno risalto all’immagine del fondatore dell’AS Cittadella con a fianco una delle sue frasi più celebri: «Amiamo il Cittadella e onoriamo il Calcio!». I colori sono molto brillanti e la foto del “Signor Angelo” sembra guardare chi gli si avvicina per poi seguirlo finchè si allontana dal lato opposto. È un effetto straordinario, pensato per dare un segnale forte alla squadra che scende in campo. Squadra che ieri ha ripreso la preparazione in vista del posticipo di lunedì sera con l’Entella, che si giocherà appunto al Tombolato. Claudio Coralli ha riassorbito la contusione alla schiena e lavora in gruppo. Sta migliorando Nicola Rigoni, il cui dolore alla pianta del piede sinistro è quasi scomparso. Ieri il forte centrocampista ha corso e svolto un lavoro differenziato. Si è riacutizzato, invece, il dolore al ginocchio destro di Andrea Schenetti, per cui ieri il giocatore si è allenato a parte, come pure gli infortunati di lungo corso Nicola Donazzan e Andrea Paolucci. Con l’Entella ritornerà a disposizione il capitano Michele Pellizzer, dopo aver scontato le tre giornate di squalifica. Oggi la squadra sosterrà la doppia seduta, domani allenamento al pomeriggio, mentre sabato e domenica la preparazione sarà al mattino. TIFOSERIA. Stamattina alle 9 a Roma il responsabile della sicurezza della società granata, Silvio Bizzotto, partecipa ad una importante riunione che riguarda tutte le società di serie A e B sull’aggiornamento e sui compiti di questa figura, che è l’anello di congiunzione fra la società di calcio e i suoi tifosi.
Ore 14.20 – (Mattino di Padova) Il modulo influisce sulla tenuta della retroguardia? «No. Sia che si giochi con il trequartista sia che si scenda in campo con il nostro “falso” 4-4-2, per via degli esterni molto offensivi, i gol non dipendono dallo schieramento ma dalla nostra applicazione. E poi c’è anche da dire che in queste giornate non ce n’è andata dritta una: alla minima occasione per gli avversari prendiamo gol. Arriveranno anche periodi più fortunati, speriamo già da lunedì: per noi è un match chiave». Quest’estate lei è stato accostato ad altri club come Cagliari e Leeds: quant’è stata seria la possibilità di salutarci qui? «Interessamenti ci sono stati, ma non proposte concrete. E io sono ben contento di essere rimasto al Citta». Ieri pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti dopo il giorno di riposo concesso mercoledì, Pellizzer ha ritrovato Coralli, rientrato regolarmente in gruppo dopo la botta alla schiena presa a Varese. Rigoni continua, invece, nel differenziato per l’infiammazione alla pianta del piede, così come Schenetti, che accusa un riacutizzarsi del fastidio al ginocchio, e Lora, che ha un problema muscolare alla spalla sinistra. Oggi doppia seduta in vista del posticipo (con cui Foscarini si avvicinerà ulteriormente alle 300 panchine tra i cadetti: raggiungerà quota 299), che sarà diretto dal signor Aleandro Di Paolo, della sezione di Avezzano. Nella scorsa stagione ha diretto i granata nello 0-0 esterno con lo Spezia e in quello al Tombolato contro la Reggina.
Ore 14.10 – (Mattino di Padova) «Che sofferenza!». È stata dura per Michele Pellizzer stare a guardare i compagni a causa delle tre giornate di squalifica rimediate dopo l’espulsione con la Pro Vercelli. Lunedì sera, nel posticipo di serie B al Tombolato contro la Virtus Entella, il capitano tornerà, però, a far coppia con Scaglia al centro della difesa del Cittadella. «Non è mai facile allenarti e poi dover restare a guardare i compagni giocare mentre te ne stai in tribuna», sbotta il 25enne giocatore di Asolo all’uscita dagli spogliatoi, dopo l’allenamento di ieri pomeriggio. «Anche perché la squalifica ci stava, ma i tre turni sono stati una punizione molto severa: recentemente sono stati dati anche a Rinaudo, che gioca proprio nell’Entella, per un cazzotto, e a Zecchin, per una manata. Io ho solo alzato il gomito d’istinto per proteggermi da un’entrata a gamba tesa. Giusta la squalifica per il gesto, ma non c’era assolutamente violenza». Adesso che rientra, sono finiti i problemi in difesa. Come si spiega i tanti gol subìti in quest’avvio di stagione? «Non scherziamo, non basto certo io a risolverli. Credo che il nostro sia soprattutto un problema di concentrazione: se guardiamo bene, abbiamo incassato tutti gol dello stesso tipo, mai in contropiede, ma sempre a difesa schierata. È evidente che dobbiamo tenere più alta la tensione e, magari, badare meno all’estetica, senza aver paura di spazzar via il pallone quand’è il caso di farlo. Questa è una squadra che punta sempre a giocare la palla, ma, a volte, occorre essere più decisi».
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto) Recupero-lampo per Claudio Coralli dopo la forte contusione al bacino in uno scontro lunedì sera durante Varese-Cittadella. Si temevano fratture all’osso sacro. Ma il centravanti è già tornato ad allenarsi col gruppo e dovrebbe poter giocare lunedì sera contro l’Entella al «Tombolato».
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) VISO APERTO – Duravia non è Caruana. E Padova-Belluno non sarà una partita a scacchi. Tutt’altro: «Noi giocheremo a viso aperto, come facciamo da due anni a questa parte. Dubito che sia una gara bloccata: siamo consapevoli che loro partiranno fortissimo sin dal fischio d’inizio, mentre noi dovremo avere l’abilità di gestire al meglio determinati momenti dell’incontro. Sappiamo che non sarà facile, anche perché il Padova è una squadra molto fisica, ma noi faremo il massimo. Se il massimo significa pareggio, lo accetteremo. L’importante è non accontentarsi: altrimenti si rischia di fare peggio». LEADER – È uno dei leader indiscussi di questo Belluno: in spogliatoio e soprattutto in campo, dove lascia un segno indelebile a suon di assist. Al momento, sono già cinque i palloni partiti dal piede fatato del Beckham di Trevignano. E spediti in rete da Corbanese e compagni: «Sono contento, ma lo sarei ancor di più se riuscissi a concretizzare io stesso qualche occasione. Finora, invece, ho segnato solo una volta (su punizione col Mezzocorona, ndr). Se siamo il miglior attacco del campionato, lo dobbiamo a una manovra avvolgente che ci permette di andare spesso al tiro». Tornando alla sfida dell’Euganeo, nessun pronostico. E ci mancherebbe. Ma la fiducia non manca: «Ho sensazioni positive. Sì, siamo ottimisti: non possiamo non esserlo».
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «L’Euganeo? Nessun timore. Anzi, meglio giocare lì: la cornice di pubblico ci darà ulteriori motivazioni». Figuriamoci se Marco Duravia si lascia spaventare da uno stadio (e un tifo) da massima serie. Per uno che è cresciuto nel settore giovanile della Juventus e ha assaggiato l’erba del San Paolo di Napoli, il fattore ambientale è tutto, meno che un problema: «Sì, in un grande stadio ho giocato. Seppur per poco: 7 minuti. Nel 2008 ero in ritiro con i bianconeri e, nel Trofeo Birra Moretti in programma a Napoli, mi fecero entrare nel finale. Giocai contro il Milan (davanti a 50mila spettatori, ndr)». Era la Juve di Claudio Ranieri, Del Piero, Nedved e Amauri. E quel giorno «Dura» entrò al posto di Salihamidzic. PRIMATO – Ora, a distanza di sette anni, è un’altra storia. Se possibile, ancor più affascinante. Domenica, alle 15, l’Ital-lenti Belluno lancia la sfida al Padova, nel big match che vale la vetta solitaria del campionato di serie D: «Non abbiamo niente da perdere? Beh, questo è tutto da vedere – incalza il fantasista -. Vero che le ambizioni sono diverse rispetto ai biancoscudati, ma in fondo anche noi siamo lì: primi in classifica, a punteggio pieno. E con una differenza reti migliore. Tuttavia, se al triplice fischio i nostri avversari saranno stati più bravi, stringeremo loro la mano».
Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Tutto okay anche a Fortogna. Il primo allenamento in terra longaronese (oggi la seconda e ultima seduta) ha dato altre buone indicazioni a mister Vecchiato, ma anche perché Julian Pruenster, per il secondo giorno di fila, si è allenato col gruppo. Per il difensore altoatesino, il debutto in gialloblù si avvicina. BIGLIETTI – Già 300 i tagliandi staccati in prevendita: possono essere comprati nei punti Ticketone (e sull’omonimo sito), fino a domenica alle 12; le biglietterie dell’Euganeo apriranno alle 13.30.
Ore 12.50 – (Corriere delle Alpi) Mentre cresce l’attesa per Padova – Belluno nei tifosi gialloblù la memoria va ai derby dei tempi andati. C’è chi ricorda, ad esempio, la formazione dell’undici cittadino protagonista del primo Belluno-Padova della storia, giocato al Polisportivo il 21 gennaio 1972, e snocciola con un occhio al “Fuorigioco” dell’epoca: «Bubacco, Cecco, Grion, Da Rold, Cerantola, Zampieri, Gagliazzo, Flaborea, Inferrera, Mantiero, Rigo». Non era la formazione-tipo di quella stagione, ma fu capace di regalare una gioia imponendosi 1-0 grazie ad un autorete del biancoscudato Barbierato su tiro di Marcello Rigo, l’attaccante prelevato dalla Mirandolese e con una presenza in serie A nel Messina che in gialloblù non rese secondo le attese. Sulla panchina padovana sedeva Elvio Matè, in porta Sergio Buso (poi al Bologna in serie A), all’ala sinistra “Pippo” Filippi, in seguito furetto del Real Vicenza di Paolo Rossi e nel Napoli pre-Maradona. Senza reti il ritorno al vecchio Appiani, il 18 giugno 1972. Nel Padova Bolognesi aveva rilevato Matè, mentre Beraldo schierò Bubacco, Zampieri, Grion, Tesan, Cerantola, Moretti, Argenta, Sommacal (Rigo), Inferrera, Flaborea e Gaiotti. Proprio Eros Beraldo e Antonio Pin sono i due personaggi “più” del derby. Dopo aver giocato in A a padova, (Beraldo dal 48 al 52 con 43 presenze e 5 gol; Pin dal 56 al 61 con 133 presenze), hanno allenato sia il Belluno che il Padova. Beraldo ha vissuto da tecnico tutti e dieci i derby di campionato: otto alla guida del Belluno (2 vittorie, 4 pari e 2 sconfitte), due alla guida del Padova (un pari e una vittoria). Fra i giocatori che hanno vestito entrambe le casacche, si ricordano: Attilio Cecco (approdato a Padova con Beraldo nel campionato 1975-1976), Alberto Coramini, Enea Moruzzi, Walter Ballarin, Giuseppe Bertoli, Paolo Galli, Rolando Girotto, Michele Nicoletto, Maurizio Tubaldo. L’ultimo successo del Belluno è datato 30 marzo 1975 e firmato dai gol di Ruggero Grion ed Osvaldo Pavoni. Per i gialloblu giocarono: Zamparo, Cisco, Stella, Cecco, Grion, Dal Bianco, Brunetti, il presidente Gallio, Pavoni, Gabbriellini e Dalla Bella; per i biancoscudati di Trapanelli: Gennari, Moruzzi, Bottaro, Monari, Furlan, Coramini, Fanani, Bigon, Bertoli, Lazzaro e Filippi.
Ore 12.40 – (Corriere delle Alpi) «Fino ad ora per me è stato il miglior inizio in serie D con cinque reti, ma so anche che possono esserci periodi in cui non si segna quindi non ci penso troppo e continuo sulla mia strada. Fino ad ora abbiamo dimostrato di segnare tanto e con giocatori diversi e va bene così. Chi toglierei al Padova? Difficile fare un nome, sono tutti giocatori di esperienza ma è l’insieme che fa la differenza». Merli Sala e Sommacal alzano il muro. Va bene l’attacco prolifico, ma un’altra forza del Belluno è sicuramente la difesa che mister Vecchiato, da buon ex difensore, ha istruito dall’alto della sua esperienza tra la serie C2 e la D. Ivan Merli Sala è una sicurezza, mentre l’altro centrale Sebastiano Sommacal non è una sorpresa, anche se la scorsa stagione ha giocato meno visto l’arrivo di Nicola Calcagnotto in rosa. Sugli esterni Pescosta ha già ampiamente dimostrato di starci bene in questa categoria, mentre a sinistra il ballottaggio è tra Stefano Mosca e Paolo Pellicanò. Nelle ultime partite ha sempre giocato l’ex Feltrese, complice l’infortunio del tornante agordino, ma contro i biancoscudati mister Vecchiato si troverà davanti ad un’altra decisione difficile da prendere anche se Mosca dovrebbe essere favorito per riprendere il suo posto.
Ore 12.30 – (Corriere delle Alpi) Corbanese, contro il Padova pensaci tu. Il Belluno ha dimostrato di far male da ogni posizione e con più di un giocatore (a segno otto uomini diversi) ma il più temibile è sicuramente il “Cobra”, che nelle prime sei giornate ha messo a segno cinque reti, quattro di queste lontano dal Polisportivo (due doppiette contro Tamai e Fontanafredda) e questo fa ben sperare per il big match di domenica. Il peso dell’attacco gialloblù è sulle sue spalle, anche se potrà contare sul supporto dei compagni lì davanti. Marco Duravia è una sicurezza e Vecchiato dovrà decidere chi mettere nel tridente fra Posocco e D’Incà, autore di una doppietta ad Arzignano. Non bisogna dimenticare Samba, ex Primavera del Padova, che non è mai sceso in campo dal primo minuto, ma ogni volta che è stato chiamato in causa ha risposto con prestazioni eccellenti, spaccando le partite e segnando due volte. Il centrocampo non è da meno. Per ora solamente Yari Masoch non si è sbloccato, complice l’infortunio che non gli ha fatto trovare la condizione per diverse settimane in estate, mentre Mike Miniati è la vera sorpresa della mediana con un bottino di tre reti. Il professore Simone Bertagno comanda la manovra facendo il “Pirlo” della squadra, ma i due gol contro Fontanafredda e Mori hanno ricordato a tutti che per fare male c’è anche lui. «Firmo per vincere e non segnare – commenta senza giri di parole Simone Corbanese, che mette davanti a tutto la sua squadra – fare i tre punti vorrebbe dire rimanere primi da soli».
Ore 12.20 – (Corriere delle Alpi) Archiviato lo 0-1 di Fano dei sedicesimi di Coppa Italia, prima sconfitta stagionale per la squadra di Carmine Parlato, i Biancoscudati Padova si sono ritrovati ieri per cominciare la marcia di avvicinamento vera e propria alla supersfida di domenica tra le due capolista del girone C. Se nelle Marche il Padova era sceso in campo con una formazione quasi “sperimentale”, infarcita di giovani e di seconde linee, tra due giorni il tecnico Parlato tornerà sul sicuro, affidandosi ai suoi uomini-chiave. Non ci saranno ancora Nicola Segato, obbligato a scontare altri due turni di squalifica, e bomber Gustavo Ferretti, ai box per un guaio muscolare, ma la formazione schierata due pomeriggi fa cambierà per nove undicesimi (eccetto Dionisi e Niccolini, stacanovisti di metà settimana) tornando all’undici-tipo: dentro Petkovic, Sentinelli e Degrassi in difesa, di nuovo Nichele, Mazzocco e (forse) Bedin a centrocampo, più Cunico (nemmeno convocato a Fano), Ilari e Pittarello. Pochi i dubbi nel 4- 3-1-2 di partenza, da questo punto di vista. La partita di Coppa, due giorni fa, ha detto un’altra cosa importante: Christian Tiboni, in campo per un’ora contro il Fano, si è mosso bene ma più di un tempo, fisicamente, difficilmente riesce a tenerlo. Ecco perché Parlato dovrebbe confermare ancora Pittarello contro il Belluno, per poi inserire l’ariete nella ripresa. A gara in corso, la fisicità di Tiboni potrebbe rappresentare un’arma in più tra le mani del tecnico del Padova.
Ore 12.00 – (Gazzettino) «Non dico che abbiamo snobbato la Coppa, ci dispiace. Ma il tecnico ha fatto bene a fare un certo tipo di scelte per vedere la rosa che abbiamo e su chi possiamo contare». Con il Belluno si supererà probabilmente il record stagionale di presenze (4.569) all’Euganeo fatto registrare con il Mezzocorona. «Me lo auguro, abbiamo bisogno del sostegno dei tifosi. Oltre a dare il massimo, i ragazzi si sentono gratificati. Anche se quello che è accaduto a Fontanafredda ci ha messo un pò in difficoltà e mercoledì è stata una giornata un pò travagliata per il comunicato del giudice. Le coreografie fanno parte del calcio, ma ciò che è impedito dal regolamento non va fatto, non ci sono giustificazioni». Tornando allo scontro diretto con il Belluno, ci saranno due grandi assenti: Ferretti nei biancoscudati e il padovano Radrezza nel Belluno. «Credo che sia più pesante l’assenza di Ferretti per noi che quella di Radrezza per loro. In ogni caso ci sono altri giocatori in grado di fare bene».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Gli impegni parigini non distolgono comunque l’attenzione del presidente biancoscudato dalla sfida con il Belluno, e domenica sarà regolarmente presente all’Euganeo. «Loro hanno poco da perdere e in più sono una bella squadra, quindi mi aspetto una partita aperta e bella da vedere, anche se da parte di entrambe le squadre ci saranno gli accorgimenti del caso per cercare di vincere. Se il Belluno è in testa alla classifica insieme a noi significa che è stato costruito bene e che sta giocando ad alti livelli. Insomma, non si trova lì per caso, e lo stesso vale per il Padova. Siamo sullo stesso livello, speriamo di vincere noi». Restare soli in vetta sarebbe un segnale importante. «Sarebbe la condizione migliore per proseguire il nostro cammino. È meglio farsi rincorrere invece di dover rincorrere, anche da un punto di vista psicologico». L’eliminazione mercoledì in Coppa Italia non ha inciso nel morale, tanto più che si è visto un Padova diverso negli interpreti rispetto al campionato. «La sconfitta è stata immeritata. Ma se doveva proprio arrivare, è meglio che sia venuta mercoledì».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Un doppio evento di prestigio a Parigi, e in mezzo l’attesissimo scontro diretto con il Belluno. Farà la spola tra Padova e la capitale francese in questi giorni il presidente Giuseppe Bergamin, che da questa mattina in compagnia della moglie Giovanna raggiungerà appunto Parigi, dove tra l’altro la figlia Maddalena studia e insegna Lingua e Letteratura italiana alla Sorbona. L’evento al quale parteciperà Bergamin è legato al restyling del primo piano della Torre Eiffel con paratie in vetro realizzate dalla sua azienda Sunglass che danno la sensazione di essere sospesi nel vuoto a 57 metri di altezza. Martedì invece sempre a Parigi interverrà all’inaugurazione della Fondazione Louis Vuitton che la Sunglass ha contribuito a realizzare fornendo 17 mila metri quadrati di “vele” di vetro che compongono la nuova “cattedrale” per l’arte contemporanea. «Sono lavori che fanno bene all’immagine della nostra azienda – sottolinea Bergamin – e anche in prospettiva ci danno ulteriori possibilità in tutto il mondo».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Sono 300 i biglietti staccati in prevendita in vista della partita con il Belluno in programma domenica alle 15 all’Euganeo. Possono essere comprati nei punti vendita e sul sito internet Ticketone fino a domenica alle 12. Il giorno della gara le biglietterie apriranno alle 13.30. La squadra ieri è tornata al lavoro al Geremia. Prima dell’allenamento giocatori, staff tecnico e dirigenti hanno posato per la foto ufficiale. Seduta differenziata per i biancoscudati impiegati a Fano, per tutti gli altri lavoro con il pallone sotto gli occhi di Parlato. Al centro sportivo presente anche Ferretti, che ha fatto una corsa leggera a bordo campo.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Domenica all’Euganeo ci sarà qualcuno, sugli spalti, con il cuore spezzato a metà. Un «padovano orgoglioso, fiero di essere stato adottato così bene da Belluno». Lui, che così si autodefinisce, è Sergio Barzon, patavino doc classe ’47, migrato a Belluno nel ’69 e dal 2008 al 2011 presidente dei gialloblu che domenica sfideranno i Biancoscudati. «Il mio Padova rimarrà per sempre quello della stagione 1960-61: Pin, Blason, Scagnellato… – attacca Barzon, imprenditore edile del bellunese – l’ultimo del mitico Rocco, del presidente Pollazzi, il Padova più grande di sempre; quello dei “panzer”, come li chiamavano Gianni Brera e lui stesso. Le domeniche all’Appiani, stadio imbattuto per intere stagioni, passate sugli spalti con il mio cartoccio di fave di fianco a tifosi come Ferruccio e Mussa, l’addetto all’arbitro, (sorride, ndr); momenti che non usciranno mai dai miei ricordi». Poi, “da grande”, il destino l’ha riportato al Padova per altre vie. «Quando ero presidente del Belluno il main sponsor era il gruppo Cestaro. Persona stupenda, generosa, corretta, non quella dipinta da certa gente scorretta e in malafede, che tanto hanno fatto, detto e scritto da fargli cedere la società. Una grande amarezza». E ora di nuovo Padova-Belluno. «Fortunatamente il cuore è un muscolo abbastanza grande da contenere più emozioni e sentimenti forti, con un solo rammarico, ovvero che noi non possiamo far scendere in campo un giocatore unico come Andrea Radrezza». Il padovano adottato da Belluno, 40 anni dopo.
Ore 11.00 – L’arbitro di Padova-Belluno sarà il signor Simone Sozza di Seregno, coadiuvato dagli assistenti di linea Catamo e Spreafico.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un’altra sfida da vincere, quella del tifo”) Dobbiamo, però, guardare avanti. Dopo sei giornate di campionato ci ritroviamo con l’Euganeo in diffida per un anno. Ciò significa che alla prossima, minima violazione dei regolamenti – che sia un fumogeno, un petardo o un coro discriminatorio poco cambia – il pericolo di vedersi squalificato il campo o di dover giocare un incontro a porte chiuse sarà concreto, penalizzando tutti. Non ci sembra il caso che si debba correre un rischio simile: non solo perché, per colpa di pochi o anche di uno solo, ci rimetterebbe l’intera comunità, ma anche e soprattutto per le conseguenze che ciò comporterebbe nella nuova dirigenza. Bergamin e Bonetto hanno investito molto in una scommessa calcistica che sta dando, per fortuna, i risultati sperati, sarebbe assurdo e controproducente vanificare la loro passione ed il loro entusiasmo con una “bravata”, tesa poi a dimostrare che cosa? Ci può stare l’ironia sulle gradinate e in tribuna, lo sfottò punzecchiante, ma non andiamo oltre, per favore. Sarebbe il peggiore degli autolesionismi. La gente di Padova che ama il calcio, ultras compresi, ha una grande occasione a portata di mano: domenica si gioca per il primato in solitudine. Ebbene, si crei davvero un Euganeo “polveriera” con la voce, con le bandiere e con una presenza massiccia sugli spalti. Mai come stavolta la sfida del tifo deve vedere un solo vincitore: il Biancoscudo. In tutti i sensi.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un’altra sfida da vincere, quella del tifo”) La questione è delicata e, come si può facilmente comprendere, presuppone un atteggiamento responsabile da parte di tutte le componenti interessate. Da mercoledì l’Euganeo è a rischio, non come struttura (anche se è evidente che uno stadio così, per quanto brutto e scomodo per guardare le partite, stride con la realtà della serie D), bensì come catino del tifo biancoscudato. La giustizia sportiva non sta perdonando nulla al pubblico di casa nostra, men che meno ai ragazzi della Tribuna Fattori, determinanti quasi sempre nel trascinare gli altri settori quando si gioca in casa. E il fatto che si sia arrivati ad una decisione drastica – chiudere l’impianto agli spettatori locali per una gara, sospendendo per ora tale provvedimento, ma non cancellandolo – la dice lunga sull’attenzione particolare con cui a Roma si segue il rinato Padova. In sostanza, ci ritroviamo con una spada di Damocle sulla testa, che può caderci addosso, e farci tanto male, da un momento all’altro. Certo, possiamo disquisire, e con fondate ragioni, sui criteri che portano a sanzionare, pesantemente come si è visto, alcune società per le presunte intemperanze dei propri tifosi e a decidere pene assai più “morbide” per altri club, di fronte ad episodi e comportamenti analoghi da parte dei sostenitori di questi ultimi. Ci sono molte cose che non tornano, e la constatazione che al Sud spesso il metro di misura sia molto, ma molto diverso è un dato di fatto inoppugnabile. E questo non è giusto, per niente.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Ecco perché Parlato dovrebbe confermare ancora Pittarello contro i gialloblù di Vecchiato, per poi inserire l’ariete nella ripresa. A gara in corso, la fisicità di Tiboni potrebbe diventare determinante, e rappresentare decisamente un’arma in più tra quelle in mano al tecnico partenopeo. Ma quei rigori… Di fronte al miglior attacco del girone C, proprio quello del Belluno (17 gol, contro i 16 dei Biancoscudati), la retroguardia sarà chiamata alla prova del nove. Parlato non ha mai fatto mistero, sin qui, di dover correggere più di qualcosa in fase difensiva. E la gara nelle Marche di due giorni fa, da questo punto di vista, l’ha dimostrato una volta di più: contro il Fano i veneti hanno incassato il terzo rigore in nove gare disputate. Il che significa uno ogni tre partite, un po’ troppo per chi ambisce al primo posto.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il tecnico, tuttavia, tornerà quasi sicuramente all’undici che domenica scorsa ha battuto il Fontanafredda, magari con qualche piccola variazione, ma di certo ben diverso rispetto all’impostazione vista a Fano. Di quella formazione le uniche conferme saranno Niccolini e Dionisi in difesa, stakanovisti della squadra d’inizio stagione, mentre i rimanenti nove/undicesimi cambieranno: dentro Petkovic, Sentinelli e Degrassi in difesa, di nuovo Nichele, Mazzocco e (forse) Bedin a centrocampo, più Cunico (nemmeno convocato in Coppa), Ilari e Pittarello. L’usato sicuro, verrebbe da dire, per un Padova che ha sfruttato l’impegno dell’altroieri per fare qualche esperimento. Tiboni cresce. Pochi i dubbi, per quanto riguarda l’assetto tradizionale. Fra i giocatori testati nelle Marche, quello certamente più osservato è stato Christian Tiboni: il campo ha detto che per una buona mezz’ora l’ex attaccante dell’Albinoleffe si è mosso bene, con piglio e determinazione, ma che oltre un tempo, fisicamente, il giocatore difficilmente riesce ad andare.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La prima sconfitta stagionale è arrivata proprio a pochi giorni di distanza dalla partita più importante di quest’inizio di campionato. A Fano il Padova è caduto per la prima volta, anche se con l’attenuante dell’ampio turnover, e per la prima volta non è riuscito ad andare in gol. Segnali che qualcosa vorranno pur dire, ma che, visti gli interpreti in campo, non devono mettere in allarme in vista del big match di domenica pomeriggio. All’Euganeo arriverà il Belluno, per la sfida che metterà di fronte le uniche due squadre a punteggio pieno di tutta la serie D. Carmine Parlato, a parte le due pesanti assenze già registrate domenica scorsa a Fontanafredda, tornerà al suo undici di fiducia. Non si cambia. Non ci sarà Nicola Segato, in campo mercoledì a Fano in Coppa Italia ma obbligato a scontare altri due turni di squalifica in campionato, e non ci sarà nemmeno il “Rulo” Ferretti. Ieri pomeriggio, alla ripresa alla Guizza dopo la trasferta infrasettimanale nelle Marche, il campo ha dato poche indicazioni in vista di domenica, considerato che metà squadra, quella utilizzata contro l’Alma Juventus, ha svolto un percorso proprio di seduta defaticante.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La prevendita per il big match di domenica segna già numeri importanti: sono 300 sinora i biglietti staccati per Biancoscudati Padova-Belluno, che tra due giorni alle 15 all’Euganeo metterà di fronte le due capolista del girone C. Il boom di tagliandi venduti dovrebbe registrarsi proprio il giorno della gara, ai botteghini dello stadio, quando arriveranno in massa sia i ritardatari che, soprattutto, i tifosi bellunesi. Nel settore ospiti, Tribuna Ovest lato nord, dovrebbero sistemarsi circa 200-300 supporter gialloblù: è questo l’afflusso previsto dal capoluogo dolomitico, dove da diversi anni si attendeva una giornata simile, in uno stadio di altra categoria. I precedenti. Sono pochi, ma ci sono nella storia del calcio italiano, gli scontri diretti tra Padova e Belluno. Le due squadre si sono affrontate per cinque stagioni consecutive, dal 1972 al 1976: il bilancio è in parità, con tre vittorie per parte e cinque pareggi. L’ultimo confronto ufficiale, dopo la retrocessione dei bellunesi nei campionati interregionali, è decisamente più recente: il 17 agosto 2003, per la Coppa Italia di serie C, i gialloblù scesero all’Euganeo e strapparono una storica vittoria per 2-1.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Gustavo Ferretti è tornato. Per guarire dalla lesione alla coscia sinistra, però, gli serviranno ancora alcune settimane. Ieri, rientrato alla Guizza dopo i tre giorni di trattamenti a cui si è sottoposto ad Empoli, ha effettuato lavoro in palestra e, sia pure solo per qualche minuto, è riuscito anche a correre un po’. «Contiamo che la settimana prossima cominci già a muoversi un po’ di più», ha spiegato il ds De Poli. Lo speciale trattamento della macchina empolese ha fatto il suo, togliendo a Ferretti una settimana di stop: il “Rulo” dovrebbe ritornare in campionato il 2 novembre contro la Triestina.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Carlotta Stella, moglie di Furio, il nostro collega scomparso all’età di 57 anni, vuole esprimere attraverso il mattino un “grazie” a tutti coloro, giornalisti, amici e tifosi, che mercoledì hanno partecipato ai funerali mercoledì all’Abbazia di Praglia. E lo fa attraverso la lettera scritta per il marito e letta al termine della cerimonia. Una lettera intitolata “Un giardino per Furio”, che pubblichiamo. “In camera c’è ancora l’ultima flebo, è rimasta lì con ancora una goccia sospesa… E io mi sento come quella goccia. Hai lottato come un leone, amore mio, rinchiuso in una gabbia che diventava sempre più stretta. Come può fare uno che si chiama Furio e che si sente come un falco a sopportare tutto questo? Eppure l’hai fatto con dignità e tanta speranza di poter rompere quelle sbarre un giorno. Ma la malattia piano piano ha portato via ogni cosa che questa vita terrena può offrire: una corsa in bicicletta, una passeggiata nel bosco, una pizza con gli amici… Anche le più piccole cose non erano più possibili. Nell’ultimo ricovero di settembre mi hai detto: “Ho due rimpianti: non avere fatto un viaggio con te e non avere terminato il nostro terrazzo con le piante”. L’ho fatto fare in tre giorni. L’ho finito il giorno prima che tornassi dall’ospedale dove tu non volevi più stare, e abbassavi il termometro per far vedere che non avevi più febbre. Sei riuscito a vederlo… Ci siamo seduti lì e mi hai detto: “È bellissimo Lo”. Dopo poco c’era un po’ di vento e ti ho detto è meglio che rientriamo, e tu con le lacrime “No, ti prego lasciami ancora un po’ qui, è così bello…”. Io ho detto: quando le piante cresceranno sarà ancora più bello, e tu hai soffocato un singhiozzo. Ti ho tenuto abbracciato a me per proteggerti dal vento. Avrei voluto proteggerti da ogni cosa, ma anche l’amore più grande deve lasciare che il destino di ognuno di noi si compia e molto spesso si compie nel modo che noi non vorremmo. Ora vai, amore, sei libero come un falco, le sbarre lei hai spezzate con la forza della sofferenza, una forza dirompente che ti ha portato più in alto di tutti noi, non guardare le mie lacrime, un giorno finiranno! Quello che non finirà sarà il mio amore per te! Ora sono sola nel nostro giardino, ma tu non devi più temere questo vento… Ora chiudo gli occhi e tu sei nel vento e mi sfiori con una carezza e sei tu a proteggermi. Tu sarai il mio primo pensiero del mattino e l’ultimo della sera e sarai con me tutti i giorni della mia vita. Mi dicevi spesso che la cosa più bella era quando ti dicevo “Sono orgogliosa di te”. Ora te lo dico ancora: sono orgogliosa di te, amore, di essere stata tua moglie, di essere stata al tuo fianco tanti anni ma troppo pochi. Tu dicevi: “Cosa ho combinato nella vita? Niente, mi sembra di non avere combinato niente”. Guardati intorno, amore, guarda quanti siamo. Ci hai lasciato tantissimo. Io con te ho imparato ad amare, di un amore profondo e non più terreno. Scusa se è poco. Non temere per me, non rimango sola, c’è la mia famiglia e tutti i nostri amici che continuano ad avvolgermi in un abbraccio pieno di amore. Vola, amore mio, vola in alto, non ci perderemo mai, io ti ritroverò sempre qui al centro del mio cuore. Tua Lo”.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Pochissimi i precedenti fra Padova e Belluno scrutando gli almanacchi: tre vittorie, tre sconfitte e cinque pareggi. I confronti risalgono agli Anni Settanta, in Serie C. Nel 1971-72 Belluno–Padova 1-0 e Padova–Belluno 0-0. Nel 72-73 Padova–Belluno 1-1 e Belluno – Padova 0-0. Nel 73-74 Belluno-Padova 1-1 e Padova–Belluno 2-1. Nel 74-75 Padova–Belluno 1-0 e Belluno–Padova 2-0. E nel 75-76 Belluno–Padova 1-1 e Padova–Belluno 3-0. Poi un precedente in Coppa Italia di Serie C del 17 agosto 2003 con la vittoria del Belluno a Padova per 2-1. Dopo tanti anni di silenzio assoluto sul fronte statistico, domenica si torneranno a riempire gli archivi. Fra un derby e l’altro, questo metterà in palio il primato nel girone C del campionato di Serie D. Il ritorno tra i professionisti è un obiettivo comune, a Padova e Belluno ci credono.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Vero – ammette il ds – di solito in questi casi lo stop è valutabile più o meno con le tempistiche che avete immaginato. Tuttavia l’esperienza accumulata in tanti anni m’insegna che potrebbe esserci un’accelerazione sensibile dei tempi di recupero per tutta una serie di fattori. La prossima settimana Ferretti verrà valutato giorno dopo giorno e poi verrà presa una decisione». Detto che la sorpresa, nel caso in cui il centravanti argentino bruciasse davvero i tempi, sarebbe enorme, non si può non notare che il Padova senza Ferretti perde gran parte del suo potenziale, ma che Christian Tiboni, allo stesso tempo, sembra l’uomo giusto per poterlo sostituire e magari alla lunga affiancare. Carmine Parlato prepara il derby con il Belluno, un big-match interessante fra le prime due della classe nel loro girone di Serie D, appaiate in testa alla classifica a quota 18, con sei vittorie a testa nelle prime sei partite. Un bottino eclatante, ma non ancora decisivo per strabilire le gerarchie del campionato, considerato che l’Alto Vicentino di Rino Dalle Rive insegue ad appena due punti di distacco e potrebbe approfittare dello scontro diretto per scalare posizioni.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il giallo della settimana è servito. Allenamento del giovedì pomeriggio alla Guizza, Gustavo Ferretti è già al lavoro dopo la lesione muscolare patita durante la partita casalinga contro il Mezzocorona. Per lui solo un allenamento molto blando, ma vederlo già corricchiare a 12 giorni dal ko che aveva fatto temere il peggio ai tifosi biancoscudati sorprende parecchio. Secondo quanto raccolto dopo la sua «puntata» a Empoli in un noto centro di riabilitazione, il centravanti argentino ha subito uno strappo muscolare, con lesione di secondo grado particolarmente pronunciata. Il ds Fabrizio De Poli fa spallucce e chiosa: «Confermo che la lesione è almeno di secondo grado, ma siamo speranzosi di poterlo recuperare in un tempo ragionevolmente breve. Un mese? Forse qualcosina di meno». La sorpresa è notevole e l’ottimismo di De Poli cozza con il verdetto della risonanza magnetica, visto che di solito in questi casi il periodo di stop è di circa un mese e mezzo.
Ore 08.38 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che sono già in vendita i biglietti per la gara Biancoscudati Padova – Ital Lenti Belluno, in programma domenica 19 ottobre alle 15.00. I tagliandi possono essere acquistati nei punti vendita Ticketone, sul sito www.ticketone.it fino alle ore 12.00 di domenica 19 ottobre. Le biglietterie dello Stadio Euganeo apriranno il giorno della gara alle ore 13.30. Punti vendita TicketOne abilitati alla vendita dei biglietti: – Coin Ticketstore – via Altinate 16/8 – Padova – Tel. 049-8364084; – Toto Abano – viale delle terme 87 – Abano Terme – Tel. 049-810665; – Totoricevitoria “Casa Fortuna” – via Bajardi 5 (presso Centro Commerciale “La Corte”) – Tel. 049-8647805; – Lastminute Tour Vigonza c/o Centro Matrix Shop – Via Udine 3, – Vigonza (Padova) – Tel. 049-629171; Per informazioni – Mail – biglietteria@padovacalcio.it Tel. 049 604498.
Ore 08.36 – Serie D girone C, il prossimo turno (settima giornata, domenica 19 ottobre ore 15.00): AltoVicentino-Union Pro, Clodiense-ArziChiampo, Dro-Mezzocorona, Giorgione-Triestina, Legnago-Fontanafredda, Kras Repen-Tamai, Padova-Belluno, Sacilese-Mori Santo Stefano, Union Ripa La Fenadora-Montebelluna.
Ore 08.34 – Serie D girone C, la classifica dopo la sesta giornata: Belluno e Padova 18, AltoVicentino 16, Sacilese 12, Clodiense e Tamai 10, Montebelluna 9, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 8, Fontanafredda 7, ArziChiampo e Giorgione 6, Dro 5, Kras Repen e Mori Santo Stefano 3, Triestina e Legnago 2, Mezzocorona -1.
Ore 08.32 – Serie D girone C, i risultati della sesta giornata: ArzignanoChiampo-Belluno 1-3, Fontanafredda-Padova 1-3, Mezzocorona-Giorgione 0-0, Montebelluna-Sacilese 1-3, Mori Santo Stefano-Clodiense 2-2, Tamai-Dro 0-0, Triestina-Alto Vicentino 0-2, Union Pro-Legnago 0-0, Union Ripa La Fenadora-Kras Repen 3-0.
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