Live 24! Padova-Belluno, -3: l’eliminazione in Coppa Italia è gia alle spalle, si pensa solo al big match di domenica

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Ore 22.30 – (Il Piccolo) La dirigenza alabardata predica pazienza, la ragione suggerisce di aspettare che almeno gli ultimi arrivi (in particolare Clara e Milicevic) possano finalmente mettere piede in campo, la speranza dice che il calendario non potrà essere sempre così ostico. Ma anche considerando tutte le attenuanti possibili, vanno comunque cercate le ragioni di una partenza al rallenty. In fondo siamo già oltre un terzo del girone d’andata e le cifre cominciano ad avere qualche significato. Al di là della classifica, c’è soprattutto un dato che balza all’occhio e che conferma in pieno la sensazione che si prova vedendo le partite della Triestina, ovvero quella di una pericolosità offensiva ridotta ai minimi termini: l’Unione finora ha segnato solamente 4 reti, e su questo fronte è la penultima della classe assieme al Dro, perché peggio ha fatto solamente il Mezzocorona, che finora ha segnato la miseria di una rete. Ma analizzando i gol, il dato è ancora più preoccupante, perché 2 delle 4 reti sono state realizzate su rigore (tecnicamente il gol contro la Sacilese era su azione, perché il penalty era stato ribattuto dal portiere, ma Bez aveva replicato subito in rete). Quindi in sei partite l’Unione è andata a segno solamente due volte su azione. Tutto questo conferma che l’azione corale che porta alla conclusione pericolosa non c’è, la manovra affonda sulla trequarti o comunque non riesce a innescare nessuna miccia nella fase finale dell’attacco. Dove tra l’altro, a far da vero terminale offensivo c’è il solo Bez, che almeno un gol di testa l’ha fatto. Curiosamente anche l’altra realizzazione , quella a Belluno, è arrivata di testa, stavolta con protagonista il difensore Fiore. Insomma tutto porta a dire che la Triestina non riesce a pungere, pur avendo un buon centrocampo.

Ore 22.00 – (Corriere delle Alpi) «La più grossa soddisfazione è che hanno segnato tre giocatori che sono reduci da infortuni, come Ponik, Mastellotto e Tomasi. Vuol anche dire che il nostro staff medico ha lavorato bene per il loro recupero». Il diesse Alberto Faoro è felice dopo la vittoria, anche se è presto per parlare di vittoria finale. «Il presidente Giusti mi uccide – sorride – comunque chi vince la Coppa va in semifinale di play off. Scherzi a parte, la panchina ha risposto alla grande e dimostra che la rosa è competitiva, ora vediamo cosa succede contro l’Arzignano». Faoro non ci sta quando gli si chiede se il Tamai era con la squadra B. «Noi ne abbiamo cambiati otto, ma loro avevano in campo gente come Brustolon, Faloppa e Furlan, non delle seconde scelte».

Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «La Coppa Italia per me è una opportunità, non un problema. Per cui sono molto contento di aver passato il turno». Massimiliano Parteli chiarisce subito la questione, dopo la vittoria in casa delle Furie Rosse. «Ci eravamo presentati all’appuntamento con la chiara volontà di passare il turno. Contro, abbiamo trovato una squadra infarcita di fuori quota. Forse anche perché hanno una rosa meno ampia della nostra. Noi, avendo tanti giocatori a disposizione, ci teniamo maggiormente ad andare avanti anche in questa competizione. La Coppa Italia – ricorda l’allenatore dell’Union Ripa La Fenadora – è il trofeo che avevamo vinto due anni fa quando giocavamo in Eccellenza, ci piacerebbe avvicinarci ulteriormente anche a quello di serie D. Ci proviamo di sicuro. Fra un mese penseremo al prossimo incontro con l’Arzignano Chiampo. Proprio perché c’è questa cadenza mensile possiamo giostrare meglio i ragazzi e affrontare al meglio la competizione». Quali indicazioni ha ottenuto dalla partita col Tamai? «Ho visto passi avanti nella mentalità, quello che mi attendevo dopo la vittoria conquistata sul Kras. Chiaro che tengo conto che di fronte avevamo sette fuoriquota e non sarà certamente il Tamai che affronteremo fra poche settimane in campionato. Complessivamente, comunque, sono contento perché abbiamo giocato bene e tutti sono stati positivi».

Ore 21.30 – (Messaggero Veneto) Non era sicuramente l’obiettivo stagionale, ma gli ottavi di Coppa Italia (risultato mai raggiunto dalle furie) avevano messo l’acquolina in bocca al Tamai. Prima volta rimandata, al Polisportivo passa con pieno merito l’Union Ripa, che accede al turno successivo dove affronterà l’Arzignano. Per la squadra di De Agostini ha pesato l’ampio turnover, con alcuni giocatori che hanno faticato a trovare il ritmo-partita. Come annunciato, il Tamai si rifà il look. Partono Bozzetto, Corazza, Bertoia, Kryeziu e Tuan, rifiatano Dal Bianco, Petris, Davide Furlan, e Pavan, alla quarta gara in dieci giorni. Colombera dà forfait, Faloppa e Brustolon sono costretti al tour de force. Le squadre iniziano il match a giri ridotti, la prima occasione al 18′, con il destro da fuori di Mastellotto chiuso troppo sul primo palo. Due minuti più tardi l’Union sfiora il vantaggio: traversone di Mastellotto, Pellizzer calcia a lato da pochi metri. Il Tamai ci prova con qualche iniziativa di Furlan, il più attivo dei suoi, ma al 39′ è Ursella ad andare vicino alla rete con una deviazione da corner. Gli ospiti vanno a fiammate, e quando accelerano sembrano imprendibili: al 42′ Solagna si beve Bozzetto e pesca Ponik a centro area: inzuccata facile per il vantaggio. Il numero 9 è ancora protagonista nel recupero, con una serpentina non conlusa in rete da Mastellotto in area piccola. A inizio ripresa Furlan passa il testimone a Zambon, staffetta pianificata. Francescutti al 12′ vola sul piazzato di Antoniol evitando il 2-0. Il Tamai fatica ad alzarsi e al 25′ subisce il raddoppio con Mastellotto, pronto col piattone sul corner di Tomasi. Le furie rosse ci provano con il tiro di Kryeziu (32′) sporcato da De Checchi, e vanno a un centimetro dal dimezzare le misure. Poi si accende la spia della riserva, e il Ripa al 40′ arrotonda con Tomasi sul cross di Loat. Finisce 3-0 per i bellunesi, adesso largo al campionato.

Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) L´aveva chiesto e l´ha ottenuto. «Volevo che la squadra ripartisse dal secondo tempo contro il Giorgione, e così è stato», ha fatto sapere Paolo Beggio. Che trova anche subito il tempo per una battuta: «Noi abbiamo un grosso problema – sorride -, due portieri entrambi validissimi». Sulla partita, invece, il tecnico dell´Arzichiampo analizza: «Ci speravo che andasse così. Oltre che per la vittoria, sono contento anche per la risposta avuta dai ragazzi che solitamente giocano meno». Perché molto, ieri, si è cambiato. «Ho fatto rifiatare alcuni anche in previsione di domenica. È stata una partita molto fisica, di loro mi hanno colpito le geometrie importanti e l´intensità agonistica». Della sua squadra, invece, Beggio è soddisfatto soprattutto sotto un aspetto: «Abbiamo fatto la differenza nell´assemblamento di tutti i reparti, non si sono commessi gli errori individuali di domenica. Fra tre giorni dovremo essere ancora più bravi: sarei contento se questa vittoria si traducesse in tre punti per il campionato».

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con Pagan squalificato è stato il suo vice, Edrik Tiozzo a sedere in panchina. Il giovane tecnico non nasconde l’amarezza per la sconfitta. Forse i troppi cambi hanno inciso sul rendimento. «Non credo – ci dice – perchè abbiamo una rosa ampia per poter giocare sia in campionato che in Coppa. Probabilmente la tensione ha un po’ condizionato chi finora aveva giocato meno. Ci tenevamo alla Coppa ed uscire ci dispiace». Il tecnico ammette che la squadra, specie nel primo tempo, non ha giocato bene. «Abbiamo commesso alcuni errori nel possesso palla e nel fraseggio – continua – dando coraggio ai nostri avversari. Troppe palle lunghe che non erano la premessa per creare occasioni da rete. Nella ripresa invece abbiamo cambiato atteggiamento. Le punte sono state più vicine ed abbiamo creato qualche occasione». Questi cali di tensione così frequenti a cosa attribuire? «Credo faccia parte del percorso di crescita di questa squadra che è composta da tanti giovani – la risposta di Tiozzo – Comunque ora dobbiamo gettare alle spalle questa amara eliminazione e pensare a domenica quando riceveremo ancora la formazione vicentina. Sicuramente noi e loro ci conosceremo meglio ma mentalmente la sconfitta odierna dovrebbe darci quella rabbia agonistica per riscattarci».

Ore 20.30 – (La Nuova Venezia) Finisce l’avventura in Coppa Italia per la Clodiense, battuta in casa per 2-0 dall’Arzignano Chiampo, squadra vicentina che i granata affronteranno anche domenica in campionato. Sconfitta meritata, soprattutto in virtù di un primo tempo giocato troppo sotto tono dai granata, anche se qualche decisione arbitrale ha fatto decisamente discutere. Come preannunciato alla vigilia, mister Andrea Pagan, relegato in tribuna per squalifica e sostituito in panca da Edrik Tiozzo, opta per un robusto turnover. Luca Tiozzo si piazza tra i pali, mentre in difesa Boscolo Berto fa da chioccia a un reparto arretrato piuttosto verde. Completamente nuova, rispetto a domenica, anche la mediana che perde in qualità visto che Casagrande e Mazzetto si accomodano in panchina. Davanti spazio ad Isotti, affiancato da Mastroianni, mentre Boscolo Gioachina si piazza dietro le punte. L’Arzignano invece si schiera con il 4-3-3 dove Carlotto è il più pericoloso dei centrocampisti e Trinchieri sembra avere sempre il colpo in canna. I giallocelesti vicentini sembrano avere più voglia di giocare e prendono sin da subito il dominio del campo. Una serie di punizioni concesse al limite dell’area con troppa leggerezza dai difensori clodiensi consente più volte a Carlotto di provarci e al 9’, proprio da una di questi tentativi, il centrocampista ospite, complice anche una deviazione, colpisce la base del palo. L’azione più pericolosa della Clodiense, al 15’, porta la firma di Mastroianni che gira di testa un cross di Isotti, sfiorando il montante destro. Il resto è un monologo gialloceleste che, al 40’ porta inevitabilmente al gol. Azione però viziata da un controllo piuttosto netto in bagher (utilizzato in un altro sport) di Trinchieri che poi lancia Simonato che segna in sospetto fuorigioco. L’arbitro non sanziona anche qualche entrata piuttosto pesante degli uomini di Beggio ma per fortuna, stavolta, nessuno perde la testa. Nella ripresa la Clodiense è qualcosa di più. Mastroianni, al 2’ e Olivieri al 7’, mettono i brividi all’Arzignano che si salva grazie anche alle prodigiose parate di Cristofoli. Mentre però i padroni di casa cercano con più insistenza il gol del pari, arriva invece il raddoppio dei vicentini al 13’: i granata perdono palla in attacco, Trinchieri prima e Vallarsa, poi, sono lestissimi ad innescare il contropiede che Carlotto trasforma in gol con un tocco vellutato. Encomiabile lo sforzo finale della Clodiense, ma Cristofoli alza la saracinesca e blinda la qualificazione.

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Messaggio a Claudio Rastelli, allenatore dell´Alto Adige. Il mittente è Francesco Galuppini, attaccante del Real Vicenza: «Se segno rischia l´esonero». Cominciamo ad entrare in clima partita. Domenica alle 16, al Menti, i biancorossi ospiteranno l´Alto Adige guidato dall´ex tecnico del Bassano. Secondo indiscrezioni, la panchina degli altoatesini starebbe ballando e in caso di netta sconfitta a Vicenza potrebbe pagare proprio Rastelli. Fischnaller e compagni sono reduci dalla sconfitta casalinga con il Renate e alternano risultati buoni a meno buoni. «Sarà dura – spiega Galuppini, giovane talento del Real che gioca da seconda punta – ma ho un bel ricordo della gara giocata un anno fa contro l´Alto Adige. Io allora indossavo la maglia del Lumezzane e feci gol. Finì 1-1 ma non bastò agli avversari. La società esonerò Lorenzo D´Anna e chiamò Claudio Rastelli». “Galu” prepara la seconda rete in campionato. Finora resta una firma, ma che firma, nella partita vinta contro l´Alessandria. «Che non sia un bomber di razza è confermato anche dai pochi gol che ho fatto nella passata stagione. Per caratteristiche sono uno che ama partire da dietro, tenere la palla e aprire varchi. Mi manca molto la ricerca della profondità, cosa che a Bruno riesce benissimo. Mister e compagni mi chiedono di essere più presente in area; so anch´io che questo mi permetterebbe di arrivare più vicino al gol. Non ho fretta comunque e intanto cerco di applicarmi». Galuppini, gol o non gol, è uno che mette sempre lo zampino. Col Venezia, ha fatto segnare di testa Piccinni. Contro il Lume sabato, la sua ex squadra, non ha lasciato il segno ma non è poi tanto dispiaciuto. «Ho giocato un tempo prima di lasciare spazio a Odogwu che è stato davvero bravo. Il fatto che la vittoria in rimonta sia arrivata nella ripresa grazie al suo ingresso in campo e a quello di Bardelloni, è molto positivo. Chi entra dimostra di avere la testa giusta, anche Marcolini ringrazia pubblicamente quei giocatori che fanno bene pur non giocando dal primo minuto. Questa cosa secondo me è molto importante: denota che il gruppo è unito e intelligente. Perché poi entrare incazzato o svogliato non serve a nulla, è controproducente al massimo».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Esame superato. Per Filippo Stevanin, il terzino classe 1994 bassanese doc, la sfida con il Novara non era come le altre: ovviamente il fascino di giocare al Piola, contro una grande squadra, ma soprattutto la possibilità di partire da titolare e dimostrare il suo valore. In contumacia squalifica di Semenzato, Asta gli ha affidato la fascia sinistra di difesa, dove si è scontrato contro Garufo, ex Trapani, laterale tra i più forti della categoria. Voto finale? Sicuramente esame superato. «Non è mai facile tornare a giocare i 90′ dopo tempo – spiega Pippo Stevanin – ma ho sentito la fiducia di mister e compagni e questo mi ha aiutato. Sono partito un pò frentato proprio per tenere le energie per tutta la gara, poi mi sono lasciato andare a ho pensato anche ad attaccare. Nel secondo tempo ci siamo difesi di più, ma credo di aver fatto il mio». A Novara un secondo tempo un pò più chiuso ma che quasi portava tre punti. «Diciamo che rispetto alle sfida con il Giana abbiamo subito meno, siamo stati bravi a chiudere gli spazi e avevamo anche trovato il gol che valeva i tre punti. Peccato poi il pareggio, però è un punto importante contro una squadra che, ora si può dire, veramente fortissima, fatta per la Serie B – continua Stevanin – in casa poi il Novara ha sempre fatto bene, ci hanno messo sotto e abbiamo creato meno del solito, ma comunque abbiamo portato a casa un punto». Steva, come è chiamato dai tifosi, ha già in saccoccia un gol che resterà negli annali e l’assist della vittoria contro l’Arezzo di Maistrello, ma gli obiettivi sono altri.

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Lo stacanovismo è giusto. Anzi Giusto. Priola per l´esattezza, il forzato del campo, sempre dentro: 720 minuti in pista al netto dei recuperi, altrimenti si sfonda il tetto dei 750 o giù di lì. Otto partite vissute dall´inizio alla fine, come quei giocatori degli anni ´70 che indossavano la maglia da titolare e la toglievano a fine campionato. Ma quali rotazioni, Priola è l´inamovibile e irremovibile: se desiderava un ruolo da protagonista dopo le apparizioni a intermittenza delle annate di Trapani, beh, a Bassano si è tolto la voglia. Anche perché coi guai che hanno colpito a ripetizione Bizzotto, il lungodegente Ingegneri e ora pure Zanella squalificato, l´unico centrale perennemente arruolabile è proprio il siciliano. Col novello Stachanov si conversa di tutto, anche di abitudini alimentari. «Uno dei particolari che ho notato salendo al Nord – racconta divertito – è che qui a pranzo e cena si mangia molto meno che al Sud. Bene, così mantengo una condizione invidiabile. Poi, quando scendo, mamma e nonna provvedono loro a farmi sedere a tavola…». L´onnipresente Priola annota un aspetto. «Il punto di Novara ha un valore speciale, basti pensare che noi siamo stati gli unici sinora a fargli gol in casa e questo la dice lunga su che tipo di avversario abbiamo affrontato, una formazione che alla fine troveremo molto in alto, ne sono sicuro». «Il nostro primato? Ragazzi abbiamo giocato 8 incontri, in pratica è come se il campionato non fosse neanche iniziato, la classifica non dobbiamo nemmeno guardarla». Quindi fa evaporare l´effetto sorpresa. «Prima potevamo stupire, ora non più – ammette – gli avversari ci studiano, dopo la partenza lanciata non ci sottovaluta più nessuno e anzi tutti ci stanno prendendo le misure, normale che sia così. Ma non importa, dobbiamo continuare a giocare sbarazzini e sfrontati, con la gioia di divertirci». «Forse neppure io credevo a un Bassano in testa dopo oltre un mese e mezzo di torneo – riattacca – tuttavia sin da luglio mi ero accorto che questo gruppo era saldo. In più giocava a memoria da subito ed è stato essenziale per cementare l´ambiente e l´inserimento di noi nuovi. L´esaltante cammino in Tim Cup ha fortificato le mie certezze».

Ore 19.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia continua a preparare il match contro il Novara nel silenzio. Non parlano giocatori e staff, ma soprattutto dalla Russia non parla il presidente Korablin. Nulla si sa di quel che pensa il patron russo di questo cattivo avvio di stagione in Lega Pro, dato che non si è mai fatto vedere allo stadio né in sede da quando è partito il campionato e neppure la dirigenza ha avuto modo di entrare in contatto con lui. Dentro a questa strana «bolla», la squadra lavora in vista dell’appuntamento di domenica al «Penzo». Ieri è tornato ad allenarsi Ghosheh, dopo la parentesi con la Nazionale giordana ed è una buona notizia visto che quasi certamente in difesa mancherà ancora Giuliatto, che continua ad allenarsi a parte. Nel reparto arretrato mancherà pure lo squalificato Legati. Oggi, invece, sarà la volta del rientro di Panzeri, impegnato dall’inizio della settimana con la Nazionale Under 20 di Lega Pro. Intanto la società ha proceduto a multare Sales ed Esposito, dopo aver appurato che sabato scorso si erano rivolti ai tifosi con dei «gestacci» in replica alle critiche piovute dagli spalti. I giocatori hanno ammesso la colpa e la sconteranno con una multa.

Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) Ghosheh ieri, Panzeri domani: Dal Canto ricompatta la difesa, anche se contro il Novara mancherà lo squalificato Elia Legati, primo giocatore del Venezia a venir fermato dal giudice sportivo per ave rimediato quattro ammonizioni in otto giornate. Shadi Ghosheh è rientrato in gruppo e ha sostenuto l’intero allenamento dopo aver trascorso gli ultimi dieci giorni in Giordania per la doppia amichevole (0-1 e 1-1) della nazionale contro il Kuwait ad Amman. Panzeri, invece, sarà a disposizione di Dal Canto da oggi pomeriggio, al rientro dalla trasferta a Praga con la nazionale under 20 di Lega Pro: l’esterno destro arancioneroverde ha giocato l’intera partita contro la Repubblica Ceca, vinta dagli azzurri (1-0) con gol di Ganz a dieci minuti dalla fine. Allenamento ancora a parte per Alberto Giuliatto, mentre sono fuori dai giochi Espinal e Hottor. L’assenza di Legati al centro della difesa sarà compensata dall’inserimento di Cernuto, Ghosheh si riapproprierà della fascia sinistra e Zaccagni rientrerà a centrocampo al fianco di Esposito e Carcuro, rimasto sotto diffida.

Ore 18.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quando si affrontano i biancorossi e il Pescara, la partita non è mai banale non fosse altro perché le due tifoserie sono storicamente gemellate dagli Anni ‘70. Per molti l’amicizia sportiva tra tifosi del Vicenza e del Pescara è il legame più antico nella storia dei gruppi di supporter. Già quasi trent’anni fa le due tifoserie si scambiarono per la prima volta in mezzo al campo sciarpe e vessilli delle società. Domani sera al «Menti» il clima tra le due tifoserie sarà gioioso e amichevole, ma le due squadre si affronteranno in un match in un momento delicato per entrambe nel campionato di Serie B. Più per il Vicenza che viene dalla pesante sconfitta domenica scorsa a Trapani, meno per il Pescara che nell’ultimo turno si è rilanciato espugnando lo «Scida» di Crotone con un netto 4-1. In Calabria la differenza l’ha fatta l’attacco della compagine abruzzese che già sette giorni prima aveva segnato quattro gol alla neopromossa Virtus Entella, travolta a Pescara 4-0. Quindi gli abruzzesi si presentano al «Menti» come una squadra in grande ascesa, con sei punti dei nove conquistati, ottenuti nelle ultime due gare. La forza del Pescara è un reparto offensivo forte che può vantare un bomber di razza come Maniero, un centravanti in gran forma come l’ex padovano Melchiorri e due attaccanti esterni veloci e tecnici come Pasquato e Politano. Un reparto che ha perso per alcuni mesi l’ex romanista Caprari, altro elemento molto forte per la categoria. Nomi che spiegano come l’attacco del Pescara sia il più prolifico della Serie B con 15 gol realizzati, a bilanciare una retroguardia non certo imperforabile. Il problema è che il Vicenza dopo otto giornate ha segnato solo quattro reti, di cui tre con Ragusa, il grande ex della partita. Per rimediare alla evidente difficoltà di andare in gol, il tecnico dei berici Giovanni Lopez ha provato a lungo ieri durante la seduta di allenamento un nuovo modulo, il 3-4-1-2 che prevede l’avanzamento di una ventina di metri di Di Gennaro per dare così la possibilità all’ex palermitano di giocare vicino alle punte Ragusa e Cocco.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Antonino Ragusa a caccia del gol dell’ex. L’attaccante del Vicenza, partito a razzo con tre reti nelle prime due uscite con la maglia biancorossa a Perugia e con il Bari, domani sera si troverà di fronte il Pescara. Ovvero la squadra nella quale ha militato nello scorso campionato di serie B, realizzando 9 reti, e che detiene ancora metà del suo cartellino assieme al Genoa. Tu chiamale, se vuoi, insomma, emozioni, come ammette il diretto interessato. «Per me non potrà essere una partita come le altre, visto il fresco ricordo della passata stagione, e se dovessi segnare non esulterei, per rispetto dei tifosi e dell’ambiente abruzzese in generale. Premesso questo, conterà solamente fare il risultato dopo il brusco stop di domenica scorsa a Lanciano». Non è che rischierete di essere condizionati dalla batosta rimediata nell’ultima gara? «Assolutamente no. Ci siamo subito rimboccati le maniche, lavorando sodo in questi giorni, e cercheremo di riscattarci subito. Inoltre quel passivo così pesante è stato la conseguenza di alcuni episodi che ci sono girati male, come l’infortunio capitato a Camisa in occasione dell’1-0 e l’inferiorità numerica per quasi tutto il secondo tempo in seguito all’espulsione di Camisa». In ogni caso urge ritrovare l’appuntamento con il gol che manca da tre incontri a questa parte: l’ultimo a segnare è stato proprio lei contro il Bari al Menti. Non è che il Vicenza sia Ragusa-dipendente? «Non credo proprio. È normale che dopo che hai siglato alcune reti le avversarie ti studino e prendano delle precauzioni, ma sono certo che ci ritroveremo la via della rete già da domani sera».

Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) Figliomeni dietro, Di Gennaro più avanti. Sarà un Vicenza diverso quello che domani sera (fischio d´inizio al Menti alle 20.30) affronterà il Pescara con l´obiettivo di rialzarsi dopo la brutta sconfitta di Lanciano. Le indicazioni giunte dall´allenamento di ieri pomeriggio al centro tecnico Morosini di Isola, infatti, lasciano presagire come Lopez stia valutando alcune varianti sia dal punto di vista tattico, sia nelle scelte tecniche per la formazione titolare, probabilmente una per reparto. Figliomeni al debutto. In difesa occorre sopperire all´assenza di Gentili, espulso domenica scorsa e squalificato per una partita: il prescelto dovrebbe essere Giuseppe Figliomeni, possente centrale ex Latina, finora mai schierato dall´inizio. Il suo ingresso comporterà anche lo spostamento di Camisa sul centrodestra, posizione abitualmente occupata appunto da Gentili, mentre a completare il terzetto sul centrosinistra ci sarà ancora una volta il giovane Garcia Tena. Brighenti pronto. Per la retroguardia Lopez potrà finalmente arruolare pure Brighenti, pronto per la panchina dopo due intere settimane di allenamenti con il gruppo. Se Figliomeni dovesse faticare a reggere per tutti i novanta minuti, il difensore ex Chievo potrà assicurare un cambio di qualità inserendosi sul centrodestra, riportando quindi Camisa alla sua consueta posizione di perno difensivo centrale. La duttilità consentirà inoltre a Brighenti di poter eventualmente subentrare anche ad un esterno di centrocampo (Laverone a destra e Sampirisi a sinistra) se per uno dei due si accendesse anzitempo la spia della riserva. Sbrissa per Cinelli. Si profila un cambio nell´undici titolare anche a centrocampo, con l´ingresso di Sbrissa al posto di Cinelli. Lopez dovrebbe quindi dare un turno di riposo al giocatore romano, che finora ha sempre tirato la carretta, e comunque potrà in ogni momento effettuare una “staffetta” con il più giovane compagno o con Sciacca, che anche a Lanciano ha chiesto la sostituzione prima del novantesimo. Di Gennaro trequartista. Lopez contro il Pescara non rinuncerà a Di Gennaro, ma l´impressione è che la sua qualità sarà messa a disposizione della squadra partendo da una posizione più avanzata. L´esperimento in effetti era già stato abbozzato a Lanciano all´inizio del secondo tempo, ma era stato abortito dopo pochi minuti a causa dell´espulsione di Gentili. Domani sera invece il Vicenza dovrebbe partire fin da subito con una sorta di 3-4-1-2, cercando di sfruttare la fantasia, la tecnica e la propensione al tiro di Di Gennaro alle spalle delle due punte. Cocco con Ragusa. Proprio nel tandem d´attacco si profila la terza variazione nelle scelte tecniche dell´allenatore biancorosso: al posto di Giacomelli dovrebbe tornare una prima punta di ruolo come Cocco a duettare con Ragusa. Con questo nuovo assetto offensivo, che prevede un trequartista alle spalle di due attaccanti, il Vicenza spera dunque di trovare maggiore incisività e tornare al gol dopo tre partite di digiuno.

Ore 18.00 – (Gazzettino) L’allenatore non tira la croce addosso ai difensori. «Le responsabilità sono di tutti. Qualche volta magari siamo stati in ritardo nell’uno contro uno, nella maggioranza dei casi però si tratta di un problema di concentrazione, di attenzione, di lettura del momento. Il gol a Bologna l’ha fatto un centrocampista, in questo caso non abbiamo scalato nella maniera giusta, quando un avversario si inserisce da dietro. Ecco, questi errori rischiano di vanificare le cose buone che si fanno in partita». Foscarini ha individuato le cause dell’emorragia difensiva. «Sono principalmente due: a volte non si fa la diagonale giusta, si crea il “buco” e i centrali sono costretti ad uscire. Poi per varie ragioni abbiamo sempre cambiato la coppia centrale: le troppe alternanze in mezzo alla difesa non hanno aiutato a renderla solida, i giocatori non hanno trovato il giusto affiatamento anche a livello psicologico». Intanto è tornato il risultato positivo. «Il primo passo per lavorare bene», confida Foscarini. Che giocherà ancora di lunedì con l’Entella: «Sapete che non mi piacciono i posticipi, preferisco scendere in campo di venerdì. La settimana è lunga, per questo ho concesso il mercoledì di riposo alla squadra. Ci stiamo comunque abituando…».

Ore 17.50 – (Gazzettino) Il dilemma della “coperta corta” sta facendo perdere il sonno a Claudio Foscarini. Il suo Cittadella ha il terzo migliore attacco della categoria, con 13 gol realizzati in otto partite (meglio solo Lanciano e Pescara). Per contro però la difesa granata è la terza peggiore della serie B con 14 gol incassati. La questione era stata analizzata dallo stesso tecnico alla vigilia della trasferta di Varese, e per com’è andata in terra lombarda, il tema è tornato d’attualità. «Se c’è un lavoro da portare avanti, è proprio in questa direzione – spiega Foscarini – A Varese abbiamo costruito più occasioni della squadra di casa, non voglio limitare la mole di gioco offensiva per i troppi gol presi, mi piace vedere un Cittadella sempre propositivo». Troppo gol presi, dei quali tanti evitabili. «Approfittando del giorno di riposo mi sono rivisto tutti quelli che abbiamo incassato, a partire dal debutto di Modena, e ho fatto certe considerazioni: senza nulla togliere al merito di qualche giocatore avversario, che ha trovato la via del gol con gesti tecnici apprezzabili, nella maggior parte dei casi la colpa è nostra. Il Cittadella infatti si è sempre trovato in superiorità numerica, non ci hanno mai sorpreso in contropiede, con la difesa scoperta, però per qualche lettura sbagliata nella fattispecie, per errori individuali o perché ci siamo tirati addosso il pallone, ci troviamo con una delle peggiori difese del campionato. E questo non mi garba proprio».

Ore 17.30 – (Mattino di Padova) Anche il Citta è cambiato molto rispetto alla scorsa stagione. «E infatti credo che i risultati altalenanti si spieghino proprio così. E per la giovane età del gruppo. Ma stiamo lavorando per trovare un equilibrio e credo che i progressi si siano visti anche lunedì sera a Varese. Nelle analisi non dobbiamo fermarci agli episodi: in vantaggio, a fine primo tempo, avremmo potuto esserci noi». Come si trova nella nuova veste di osservatore? «Mi piace molto questo ruolo, che mi dà la possibilità di stare tutta la settimana in campo accanto al mister, mentre sabato e domenica sono in giro per stadi: proprio stasera decideremo quali partite vedere nel weekend. Sono davvero contento che si sia concretizzata questa possibilità, anche perché abito sotto le Mura da 15 anni: la mia ragazza, Irene, è di Cittadella e qui sta crescendo nostra figlia Caterina, che ora ha 16 mesi. A questa realtà sono legati anche alcuni dei ricordi più belli della mia vita sportiva, come la promozione in B conquistata a Cremona o l’ultimo anno vissuto da capitano, dopo la morte di mio padre. L’unica controindicazione è che un osservatore lavora più di quanto non faccia un giocatore». Ha accantonato l’hobby della cucina, allora… «Eh, diciamo che sto ai fornelli meno di una volta. Ma, quando posso, preparo volentieri qualche buon primo. O il pesce, la mia specialità».

Ore 17.20 – (Mattino di Padova) Il passato non è una terra straniera. Quando, la scorsa estate, il dg Stefano Marchetti gli ha prospettato di tornare a far parte della famiglia granata nelle vesti di allenatore-osservatore, Roberto Musso non ci ha pensato due volte, dopo 11 stagioni trascorse al Cittadella e 235 presenze in campionato. Ma oggi Musso è anche la persona più indicata a parlare della Virtus Entella, che gli uomini di Foscarini incontreranno nel posticipo di lunedì sera. «Ho trascorso a Chiavari un anno e mezzo, dopo l’esperienza al Citta. Un periodo non particolarmente felice a livello sportivo ma bello da un punto di vista umano» racconta il trentaquattrenne ex centrocampista napoletano. «Parliamo di una società sana e di un ambiente per certi aspetti simile a quello di Cittadella, espressione della provincia di Genova. Il president, Antonio Gozzi, è una persona squisita, che ha portato la squadra ligure dall’Eccellenza alla serie B: all’Entella non sarebbero arrivati così in alto se non sapessero lavorare bene». Da un punto di vista tecnico, cosa c’è da temere del prossimo avversario? «Venendo dalla Prima divisione, l’Entella ha cambiato molto quest’estate, ingaggiando diversi elementi “di categoria”. È comprensibile che abbia incontrato qualche problema di assetto, sin qui, ma credo che abbia tutti i mezzi per risalire dall’attuale ultima posizione. I giocatori da cui guardarsi? Se devo fare un nome faccio quello di Sansovini, uno che ha sempre segnato tanto».

Ore 17.10 – (Mattino di Padova) Giornata di riposo, ieri, per il Cittadella. Oggi la preparazione riprenderà con una seduta pomeridiana, alla quale dovrebbe partecipare anche Claudio Coralli, che lunedì a Varese ha dovuto lasciare il campo anzitempo per una brutta botta al nervo sciatico. Martedì la radiografia a cui l’attaccante si è sottoposto non ha evidenziato fratture, per cui si spera di poterlo recuperare già per la prossima gara. Domani l’allenamento è doppio, mentre sabato e domenica è previsto al mattino. Lunedì, alle 20.30, la partita con l’Entella, che vedrà il ritorno dopo tre giornate di squalifica di capitan Michele Pellizzer. Andrea Schenetti è ormai del tutto recuperato, mentre Nicola Rigoni sta migliorando dalla fascite.

Ore 16.40 – Flash del ds Fabrizio De Poli alla Guizza su Ferretti: “Sta decisamente meglio, i tempi di recupero potrebbero anche accorciarsi dato che ha già ripreso a correre”.

Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 15.50 – Qui Guizza: Ferretti corre a bordo campo, nuovi segnali di pronto recupero da parte del “Rulo”. Lavoro a parte anche per Dené.

Ore 15.30 – Qui Guizza: partitella per le riserve ed i non convocati di ieri. Si rivede presso gli impianti di via Gozzano anche “El Rulo” Ferretti, sorridente ed in condizioni già migliori rispetto a prima della sua partenza per Empoli.

Ore 15.10 – Qui Guizza: già in campo per l’allenamento i Biancoscudati, che prima della seduta hanno posato per la foto ufficiale. Lavoro a parte per i titolari di ieri.

Ore 14.40 – Disponibile a questo link gli highlights di Fano-Padova.

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Barricate, catenaccio e contropiede? No, non è questo il modo per uscire indenni dall’Euganeo. Almeno stando al pensiero di Augusto Fardin, l’architetto di un Belluno che, fra tre giorni, guarderà dritto negli occhi il Padova nella supersfida tra le due capolista del girone C (uniche squadre a punteggio pieno, insieme alla Juventus, dalla serie A alla serie D): «Il Belluno deve fare semplicemente il Belluno. Ovvero, deve giocare come sa, mettere in pratica un calcio che l’ha portato a centrare i risultati ottenuti finora. Dobbiamo evitare svarioni in fase difensiva, giocare la palla a centrocampo e magari essere un po’ più concreti davanti. Anche se siamo il miglior attacco». Fardin, per il tipo di avversario, il contesto, la classifica, le scelte che lei stesso ha adottato nelle ultime due estati, sarà la gara più importante della sua carriera dirigenziale? «È una delle più importanti. Ma ho vissuto anche finali playoff, sfide decisive per vincere il campionato. Questa, in fin dei conti, arriva molto presto: è solo la settima giornata». Come state vivendo una simile situazione? «Come qualcosa di impensabile, ma che invece è successa. E, di conseguenza, ce la godiamo». La pressione sarà tutta sui biancoscudati? «Onestamente auspico che ci sia un po’ di pressione anche su di noi, perché se scendiamo in campo troppo tranquilli, non può finire bene. Poi, è ovvio, la squadra che ha più da perdere è il Padova. Tuttavia, ripeto, ci sarebbe poi il tempo per rimediare anche in caso di risultato negativo». Padova fuori dalla Coppa Italia (ieri ha perso 1-0 con il Fano): troverete un avversario ferito e, quindi, ancor più feroce? «Non credo, il campionato e la coppa sono due competizioni distinte e troppo diverse. Anche se so che ci tenevano tanto a qualificarsi». All’Euganeo affronterete la compagine più forte del campionato? «Direi di sì. Il Padova è una squadra solida, sorniona e smaliziata: una di quelle che non ti lasciano giocare». Tornando al Belluno, è la panchina lunga la chiave dei sei successi di fila? «Abbiamo indubbiamente più alternative. E, inoltre, chi è entrato dalla panchina a partita in corso, è risultato spesso decisivo. Come Ruben D’Incà ad Arzignano (autore di una doppietta, ndr): ho fatto carte false per portarlo da noi e sono certo che, anche giocando qualche minuto in meno, saprà fare ancora meglio della scorsa stagione».

Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Mentre anche i media nazionali accendono i fari sul Belluno, il grande antagonista dei favoritissimi Biancoscudati Padova, Vecchiato e la sua truppa proseguono nella preparazione al big match: una preparazione che avrà oggi un cambio di sede, visto che i gialloblù si alleneranno per due giorni di fila sul campo di Fortogna. Nell’ambiente, la fiducia non manca. Ed è confermata dalle parole dell’amministratore delegato di Ital-lenti, Paolo Polzotto: «Sono molto fiducioso, poter vincere la partita è un sogno da inseguire, mentre i nostri avversari hanno una rosa e un nome che impongono solo la vittoria. Ci proveremo, dando il massimo come ogni domenica. Se giochiamo come sappiamo e con tranquillità, possiamo lottare per i 3 punti».

Ore 13.40 – (Corriere delle Alpi) Solo Padova e Belluno tengono il passo della Juventus. Dalla serie A fino alla Serie D le uniche squadre ad aver vinto tutte le partite sono proprie queste tre società. Per la formazione bianconera non servono parole, perchè la squadra comandata da Massimiliano Allegri viene da tre scudetti consecutivi. Il Padova è “sbarcato” in serie D dopo il fallimento estivo, ma l’obiettivo numero uno dei biancorossi è di tornare subito nel calcio a livello professionistico. Le ambizioni del Belluno sono sicuramente più contenute, perchè nessuno si aspetta di vedere i gialloblù trionfare in campionato a fine anno, ma la squadra di mister Vecchiato ha tutte le armi per arrivare tra le prime quattro. Di una possibile promozione in Lega Pro non se ne parla nemmeno, e già la dirigenza di Piazzale della Resistenza ha fatto capire che non è nei piani della società. Ma essere in alto è sempre bello e fin che dura Corbanese e compagni vogliono continuare a lottare, perchè sognare non costa nulla. Il Belluno andrà a giocarsi il primo posto in classifica nella tana del Padova, che non ha nessuna intenzione di far passare indenni i gialloblù. «È ovvio che vogliamo vincere – spiega il capitano Andrea Radrezza – fino ad oggi abbiamo meritato la prima posizione nel girone per quello che è stato dimostrato sul campo. Chi vince? Lo sapremo solo domenica dopo conclusi anche i minuti di recupero – sorride “Radre” – proveremo ugualmente ad imporci facendo il nostro gioco, consapevoli però che davanti c’è una vera e propria corazzata».

Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Non è bastato l’avvocato Mattia Grassani. Emiliano Bonazzoli, attaccante dell’Este squalificato per dieci giornate dal giudice sportivo per insulti razzisti all’arbitro (di cui due già scontate), tornerà a giocare il prossimo 7 dicembre, giorno di Este-Virtus Castelfranco. Così ha deciso la Commissione Disciplinare della Figc, dopo il ricorso presentato dalla società atestina, rappresentata appunto dal legale bolognese, tra i massimi esperti italiani di diritto sportivo. I giudici hanno esaminato le testimonianze presentate dal difensore dei giallorossi, ma alla fine hanno dato ragione a Ramy Ibrahim Kamal Jouness, fischietto torinese di origini marocchine, al quale sarebbero (sono, a questo punto) state rivolte frasi ingiuriose e discriminatorie nel post gara di Este-Correggese, giocata il 28 settembre al Nuovo Stadio. «Prendiamo atto con enorme dispiacere della decisione dei giudici», commenta il patron Renzo Lucchiari. «Eravamo convinti che le cose sarebbero andate per il verso giusto, e invece dovremo rinunciare a un giocatore importantissimo, a cui esprimiamo la massima solidarietà. Dal canto nostro, speriamo che questo fatto non ci appioppi etichette scomode e spiacevoli». Sempre ieri, oltre al danno, è arrivata anche la beffa. Il giudice sportivo della Lnd, in merito al match con lo Scandicci (finito 2-0), ha comminato 400 euro di multa ai giallorossi «per avere, per l’ intera durata del secondo tempo», si legge nel comunicato, «fatto volontariamente allontanare dal terreno di gioco i raccattapalle all’evidente fine di ritardare le riprese del gioco». Sabato scorso l’Este non aveva il consueto gruppetto di raccattapalle a bordocampo: nessuna pre-tattica, solo una penuria di ragazzini delle giovanili, impegnati nei rispettivi campionati. «Nel primo tempo c’erano due bambini seduti dietro alle porte», spiega il vice-presidente Stefano Marchetti. «Durante l’intervallo, tuttavia, l’allenatore li ha richiamati per andare a giocare la partita e in campo sono andato io, che ho 52 anni». «Sono perplesso perché a bocce ferme il direttore di gara (Paterna di Teramo, ndr) mi ha ringraziato per la disponibilità e io gli ho fatto i complimenti per l’arbitraggio». Insomma, due comunicati (Lnd e Disciplinare) e altrettante “mazzate”: per l’Este è stato un mercoledì da dimenticare.

Ore 12.50 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Pierpaolo Spettoli): Cicioni 6.5; Busetto 6.5, Thomassen 6, Niccolini 5.5, Russo 5 (Mazzocco 6); Dionisi 6.5, Segato 5.5, Mattin 6; Montinaro 6 (Pittarello sv); Petrilli 6, Tiboni 6 (Aperi 6.5).

Ore 12.40 – (Gazzettino) In avvio di secondo tempo subito un cambio: fuori Russo, dentro Mazzocco che si piazza a centrocampo, mentre Dionisi viene arretrato terzino destro e Busetto è dirottato sulla corsia opposta. La ripresa è tutta all’insegna dei biancoscudati nel tentativo di raddrizzare la gara. Mazzocco ci prova con il destro da posizione defilata, Ginestra fa buona guardia. Parlato getta nella mischia anche Aperi (esce Tiboni) per cercare di dare ulteriore vivacità alla manovra offensiva. Niccolini e Montinaro nel giro di pochi minuti non inquadrano la porta, e qualche istante più tardi proprio Montinaro servito da Mazzocco si esibisce in una conclusione al volo sul palo più lontano che esalta le doti di Ginestra. Il Fano non riesce mai a pungere, e i biancoscudati insistono nella ricerca del pareggio. Ancora Montinaro protagonista prima di lasciare il campo per Pittarello: questa volta sul cross di Petrilli la sua incornata non trova lo specchio della porta. Il Fano resta anche in dieci (espulso Cesaroni), e l’ultima fiammata arriva con Mattin che ha sui piedi la palla del pareggio, ma calcia troppo d’esterno. Per l’assalto finale anche Niccolini staziona in pianta stabile in attacco, ma gli sforzi non sono premiati

Ore 12.30 – (Gazzettino) I giovani Busetto e Russo agiscono come esterni bassi, Thomassen fa coppia centrale con Niccolini; a centrocampo Mattin, Segato e Dionisi; Montinaro in appoggio a Petrilli e Tiboni. I biancoscudati corrono un rischio quasi subito quando Thomassen finisce a terra su un retropassaggio di Dionisi, ne approfitta Sartori per presentarsi davanti a Cicioni, abile a sventare la minaccia. La risposta è comunque immediata con Tiboni che pesca Dionisi, il destro al volo è disinnescato da Ginestra. La squadra prova ad alzare il baricentro e arriva a rendersi minacciosa sugli sviluppi di una palla inattiva: Segato mette una punizione bassa in area, impatta la sfera con il destro Russo in maniera però debole, favorendo l’intervento del portiere. Il Padova prende fiducia, senza però trovare davanti lo sbocco decisivo nonostante l’impegno di Tiboni e di Petrilli. Si arriva così all’episodio chiave del match a pochi minuti dal riposo. Contatto in area di Russo con Sartori e l’arbitro assegna il penalty. Dal dischetto Sivilla spiazza Cicioni.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Dopo nove vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia il Padova perde l’imbattibilità. A Fano arriva il primo stop stagionale che sancisce l’uscita di scena dalla Coppa (sedicesimi di finale), e per la prima volta in una gara ufficiale i biancoscudati restano all’asciutto in attacco. In terra marchigiana al fianco della squadra presente tutto lo stato maggiore della società: il presidente Giuseppe Bergamin con il figlio Marco e l’amministratore delegato Roberto Bonetto con il figlio Edoardo. Da oggi tutte le attenzioni saranno rivolte al campionato, dato che domenica all’Euganeo andrà in scena l’attesissimo scontro diretto con il Belluno. Parlato si affida al 4-3-1-2 attuando un ampio turnover, visto che della formazione abitualmente schierata in campionato figurano solo Niccolini, Dionisi e Segato, con quest’ultimo che deve scontare ancora due giornate di squalifica.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Una sconfitta che non ci sta. È unanime il pensiero nell’ambiente biancoscudato, a cominciare dal presidente Giuseppe Bergamin. «Se c’era una partita che potevamo anche perdere era questa, ma per quanto si è visto in campo è una sconfitta immeritata. Un rigore condiziona sempre l’andamento della gara, ma abbiamo anche fallito due occasioni limpide. Siamo delusi dal risultato, ma adesso cominciamo a pensare alla sfida di domenica». Sulla stessa lunghezza d’onda è Carmine Parlato. «Un’eliminazione ingiusta, il loro portiere è stato il migliore in campo. C’è rammarico, ma complimenti al Fano. Abbiamo avuto occasioni senza però riuscire a finalizzarle al meglio. Nel primo tempo abbiamo avuto il pallino del gioco in mano, ma dovevamo essere più lucidi sotto porta. Tiboni? Mi è piaciuto, l’ho sostituito perché l’ho visto stanco a inizio ripresa come era logico che fosse. Era meglio non perdere, ma facciamo tesoro degli errori commessi e ricordiamoci che abbiamo giocato con grande temperamento e carattere fino al novantesimo, e che abbiamo perso a causa di un rigore». Un flash sui giovani schierati con il Fano. «Ho capito su chi posso contare sin dall’inizio nelle prossime gare». Per Nicola Petrilli la squadra che doveva andare avanti in Coppa era proprio il Padova. «Meritavamo noi di passare il turno e non loro che l’hanno messa sul piano più fisico che tecnico. Siamo stati ingenui in occasione del rigore, ma ora dobbiamo pensare alla partita con il Belluno. Siamo contenti di giocarla davanti ai nostri tifosi perché se non sentiamo la stanchezza in campo è per merito loro che ci incitano in maniera commovente fino all’ultimo secondo».

Ore 12.00 – (Gazzettino) «Resta una cosa non bella, abbiamo tifosi meravigliosi che ancora elogiamo, ma chi li gestisce deve adoperarsi perché non si ripetano cose deleterie come queste. Vogliamo voltare pagina anche su questo fronte. Io e il presidente siamo amareggiati perché stiamo lavorando per dare al Padova un’immagine diversa e sarebbe grave dopo sei gare o poco più avere il campo squalificato». E gli ultras? «Ormai è noto che i nostri “buu” -spiega un portavoce della curva – non sono di stampo razzista perché rivolti a tutti i giocatori. Domenica scorsa abbiamo beccato soprattutto il calciatore espulso che era italiano. Faccio notare inoltre che sul comunicato si legge che i cori sono stati fatti a inizio partita e dunque quando Alcantara non era in campo. Verso di lui non c’è stato alcun ululato quando è entrato in campo e quando ha toccato palla la prima volta, ma solo dopo un fallo non sanzionato, come facciamo con tutti gli altri in queste situazioni. Razzista è chi scrive simili regolamenti».

Ore 11.50 – (Gazzettino) C’è poi l’elemento sorpresa relativamente proprio alla condotta dei tifosi che ha portato a questa decisione. Si temevano infatti provvedimenti pesanti a causa del petardo scoppiato domenica nel finale di gara e invece nel dispositivo non viene fatto alcun riferimento a tale episodio, evidentemente non riportato nel referto arbitrale. Nel mirino sono stati invece i cori contro il giocatore dei friulani Leyba Alexander Alcantara, italiano ma di origine marocchina, entrato negli ultimi minuti di gara. La chiusura dei settori della tifoseria locale è infatti la conseguenza prevista dal codice per i comportamenti di discriminazione razziale. A salvare il Padova, che risponde per responsabilità oggettiva, il fatto che si trattasse della prima sanzione di questa tipologia, resta inoltre la diffida per il petardo lanciato a Montebelluna. Così commenta il verdetto l’amministratore delegato Roberto Bonetto, di ritorno da Fano. «Non ho ancora potuto leggere attentamente il comunicato -premette – e le sue motivazioni. I cori razzisti sono una cosa molto grave, ma può essere che l’arbitro abbia dato questa lettura ai “buu” che i nostri tifosi fanno anche ai giocatori italiani».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Una gara con il settore riservato ai tifosi locali privo di spettatori per cori di discriminazione razziale contro il giocatore del Fontanafredda Alcantara e 400 euro di ammenda per accensione di un fumogeno all’ingresso delle squadre in campo, il tutto con sanzione sospesa. Se si fosse in un’aula di tribunale, si direbbe che dal giudice sportivo ieri è arrivata una condanna con la condizionale e dunque il Padova, almeno per ora, può tirare un sospiro di sollievo dato che l’attesa sfida al vertice di domenica prossima con il Belluno si giocherà regolarmente all’Euganeo e senza alcuna limitazione, ma d’ora in poi sarà “tolleranza zero”. Così infatti stabilisce l’articolo 16 comma 2 bis del codice di giustizia federale, citato nel comunicato: «Con la sospensione della esecuzione della sanzione, gli organi di giustizia sportiva sottopongono la società a un periodo di prova di un anno. Se durante tale periodo, si incorre nella stessa violazione, la sospensione è revocata e la sanzione si applica in aggiunta a quella comminata per la nuova violazione».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Dal Padova era trapelata una certa preoccupazione per l’infortunio di Ferretti, invece sembra che il recupero stia procedendo meglio del previsto. Dopo tre giorni di cure in un centro di riabilitazione a Empoli, oggi “El Rulo” sarà regolarmente al Geremia con i compagni. «È già importante che possa iniziare a corricchiare – afferma il diesse De Poli – I tempi di recupero sembrano essere diminuiti, speriamo che ci possa essere per la trasferta con l’Arzignanochiampo». Esclusa la sua presenza con il Belluno, gara alla quale i biancoscudati arrivano con due difensori in diffida: Dionisi e Niccolini. La prevendita per il match è aperta fino domenica alle 12 (Ticketone).

Ore 11.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Cicioni 6; Busetto 6.5, Thomassen 6, Niccolini 5.5, Russo 5 (Mazzocco 6); Dionisi 6.5, Segato 5.5, Mattin 6; Montinaro 5.5 (Pittarello 5.5); Petrilli 6.5, Tiboni 6 (Aperi 6.5).

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Il terzino partenopeo sgambetta ingenuamente Sartori in area, ma lontano dalla porta, e il signor Carella non ha dubbi. Rigore. Sul dischetto va Sivilla, palla a sinistra e Cicioni a destra. Parlato capisce l’antifona, e ad inizio ripresa inserisce prima Mazzocco per un Russo da rivedere, poi anche Aperi per Tiboni. I cambi non bastano. Il Padova inizia a giocare, magari ci mette un po’ ad ingranare il nuovo schema con Dionisi riportato sulla linea dei difensori, ma un po’ alla volta preme con convinzione. Montinaro (19’) gira verso la porta un bel pallone servitogli da Mazzocco, ma Ginestra è attento. Il Fano, ormai definitivamente trasformato con una linea difensiva a cinque, soffre sulle discese del solito Dionisi: sull’ennesimo spiovente dalla destra, al 24’ Montinaro colpisce ancora, stavolta di testa, ma non riesce a dare precisione. Precisione che, ad onor del vero, troppe volte manca al Padova: in fase di impostazione, così come nel cuore dell’area. Mattin, a 4’ dal termine, ha sul destro la palla del pari, ma dal dischetto, in completa solitudine, calcia a lato. Non è giornata, e il passaggio del turno è del Fano.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Niccolini e Thomassen, coppia inedita, a volte non si trovano alla perfezione, ma è soprattutto dal versante sinistro di competenza del giovane Russo che arrivano i pericoli maggiori. Doppia faccia. Ed è così che nel primo tempo emergono le due facce dei biancoscudati, che dalle parti di Ginestra producono qualche bella occasione – staffilata al volo di Dionisi al 7’ respinta in tuffo dal portiere, deviazione di Russo sul piazzato di Segato al 19’, ancora tra le mani di Ginestra, quindi recriminazioni per un contatto dubbio in area su Mattin – ma dietro aprono varchi regalando occasioni ad un buon Fano, non certo superiore. Sartori non riesce ad approfittare del pasticcio tra Dionisi e Thomassen, con Cicioni che ci mette una pezza, e da pochi passi calcia alto dopo il “liscio” di Niccolini e la diagonale sbagliata di Russo. Errore fatale. Con il passare dei minuti, tuttavia, il Fano prende il sopravvento a centrocampo, e sul finire di prima frazione l’ennesima leggerezza di Genny Russo, al rientro dopo l’infortunio e decisamente balbettante, costa cara.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Il Padova non vince. E questa sarebbe già di per sé una notizia, ma l’immediata conseguenza della sconfitta di Fano è l’eliminazione dalla Coppa Italia. Dopo sei vittorie di fila in campionato e tre in Coppa, appunto (contro Castellana, Vecomp e San Paolo), l’Alma Juventus Fano ferma la corsa lanciata dei Biancoscudati: agli ottavi ci vanno i marchigiani, che vincono di misura con un rigore alla fine del primo tempo e possono adesso vantarsi di essere la prima formazione in stagione a battere la squadra di Parlato. La partita del Padova vive su due livelli distinti: uno, decisamente buono, dal centrocampo in su per una buon’ora. Perché Tiboni, titolare per la prima volta, dimostra di sapersi ancora muovere con mestiere, ha la voglia giusta e sradica palloni in serie, perlomeno finchè il fisico regge. Ma anche perché Petrilli e Dionisi s’intendono a destra, e Mattin in cabina di regia dimostra di saperci fare. L’altra faccia della medaglia è la difesa: se il filtro manca di un Segato ai consueti livelli, è proprio davanti all’esordiente Cicioni che le cose non girano al meglio. Il terzino partenopeo sgambetta ingenuamente Sartori in area, ma lontano dalla porta, e il signor Carella non ha dubbi. Rigore. Sul dischetto va Sivilla, palla a sinistra e Cicioni a destra. Parlato capisce l’antifona, e ad inizio ripresa inserisce prima Mazzocco per un Russo da rivedere, poi anche Aperi per Tiboni. I cambi non bastano. Il Padova inizia a giocare, magari ci mette un po’ ad ingranare il nuovo schema con Dionisi riportato sulla linea dei difensori, ma un po’ alla volta preme con convinzione. Montinaro (19’) gira verso la porta un bel pallone servitogli da Mazzocco, ma Ginestra è attento. Il Fano, ormai definitivamente trasformato con una linea difensiva a cinque, soffre sulle discese del solito Dionisi: sull’ennesimo spiovente dalla destra, al 24’ Montinaro colpisce ancora, stavolta di testa, ma non riesce a dare precisione. Precisione che, ad onor del vero, troppe volte manca al Padova: in fase di impostazione, così come nel cuore dell’area. Mattin, a 4’ dal termine, ha sul destro la palla del pari, ma dal dischetto, in completa solitudine, calcia a lato. Non è giornata, e il passaggio del turno è del Fano.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Carmine Parlato non è certamente l’immagine della felicità al termine della gara di Fano. Il Padova cade sul campo per la prima volta in questa stagione, sciupa troppe occasioni in area di rigore e raccoglie molto meno di quel che avrebbe potuto portare a casa. «È un’eliminazione ingiusta», commenta il tecnico. «Il loro portiere è stato il migliore in campo. C’è rammarico per com’è andata a finire, ma complimenti al Fano per essere riuscito a portarla a casa. Una sconfitta prima o poi doveva arrivare, avrei preferito che avesse tardato ancora un po’, ma alla fine sono contento che non sia capitata in campionato». Nel complesso, comunque, la prova dei biancoscudati non è stata ineccepibile. «Abbiamo avuto occasioni», rileva Parlato, «ma non le abbiamo finalizzate al meglio: nel primo tempo abbiamo tenuto il pallino del gioco in mano, e avremmo dovuto essere più lucidi sotto porta, anche perché con Tiboni in campo siamo riusciti più spesso ad arrivare nella loro area. Sapevo che avrebbe potuto darci una mano, sta crescendo, ma dopo un’ora non poteva più resistere. Facciamo tesoro degli errori commessi e ricordiamoci che abbiamo giocato con grande temperamento e carattere fino al 90’, ed abbiamo perso a causa di un calcio di rigore. Quanto ai giocatori che sinora avevano avuto poco spazio, e ho avuto modo di vedere in Coppa, ora so su chi posso davvero contare…». Mastica amaro anche Nicola Petrilli: «Loro sono partiti forti nel primo quarto d’ora», osserva l’attaccante biancoscudato, «e, quando siamo cresciuti, hanno trovato il vantaggio con un rigore che abbiamo concesso troppo ingenuamente. Meritavamo noi di passare, non certo il Fano: l’hanno messa più sul piano fisico che tecnico, e sono riusciti a portarla a casa». Chi, invece, non fa drammi è il presidente Giuseppe Bergamin, giunto con il resto della dirigenza al seguito della squadra: «Se c’era una partita che potevamo anche perdere era questa», sentenzia il patron, «ma per quanto visto in campo è una sconfitta immeritata. Un rigore condiziona sempre l’andamento della gara, eppure abbiamo anche fallito due limpide occasioni. Siamo delusi dal risultato, ma da adesso cominciamo a pensare a domenica e alla sfida con il Belluno».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) In pratica i tifosi biancoscudati non potranno più sgarrare sino a fine stagione, altrimenti il rischio è quello non di una ma di due o più partite fatte disputare a porte chiuse. Duro il commento del presidente Giuseppe Bergamin: «Siamo sotto osservazione, non bisogna che si ripetano queste cose. Spero che questi tifosi si rendano conto che in questa maniera provocano solo danni e, se dovesse succedere ancora, sarà una “mazzata” che farà male a tutti, non solo alla società ma anche ai tifosi stessi. Se non ci diamo una regolata, pagheranno tutti i sostenitori, per colpa di due o tre persone. Mi auguro un maggior senso di responsabilità. Il regolamento è chiaro e non ci sono più giustificazioni». La società cosa può fare? «Stiamo pensando a qualche provvedimento da prendere, magari anche un confronto con gli stessi tifosi per capirci bene. Parleremo anche con i responsabili delle forze dell’ordine per capire se ci possa essere un controllo maggiore all’esterno dello stadio».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Oltre al petardo, quindi, il giudice ha sanzionato i cori (due “buu” arrivati nella ripresa) ai danni del giocatore di colore del Fontanafredda Alcantara, entrato al 5′ della ripresa. Per ora, comunque, la condanna è sospesa. Che significa? Dovessero accadere episodi analoghi nelle prossime partite il Padova disputerà sicuramente una o più gare non in campo neutro, ma con un Euganeo privo di pubblico in uno o in tutti i settori riservati agli appassionati biancoscudati. Se infatti dovesse scoppiare un grosso petardo nello stadio di casa, il giudice potrebbe anche decidere di chiudere solo il settore (ad esempio la Tribuna Fattori) dal quale è partito il petardo. Se, invece, dovesse accadere in trasferta, la decisione sarebbe quella di chiudere tutti i settori riservati ai tifosi locali e lasciare aperto solo quello per gli ospiti, al quale potrebbero accedere solo i residenti nella provincia di appartenenza della squadra in trasferta. Ma non è tutto. L’articolo 16 del codice di giustizia sportiva, quello che dà al giudice la facoltà di sospendere la pena, al comma 3 recita quanto segue: “Con la sospensione della esecuzione della sanzione, gli organi di giustizia sportiva sottopongono la società ad un periodo di prova di un anno. Se durante il periodo di prova, si incorre nella stessa violazione, la sospensione è revocata e la sanzione si applica in aggiunta a quella comminata per la nuova violazione”.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il big match è salvo, Padova-Belluno si giocherà domenica all’Euganeo a porte aperte, ma i biancoscudati, o meglio la tifoseria biancoscudata, è entrata nel mirino della giustizia sportiva. Questo il verdetto emesso ieri dal giudice sportivo di serie D. La condanna è arrivata e parla di settori locali privi di spettatori per una partita, ma per ora è sospesa. Così recita il comunicato: “Ai Biancoscudati Padova è inflitta un ammenda di 400 euro e una gara con il settore riservato ai tifosi locali privo di spettatori. Per avere propri sostenitori in campo avverso, al momento dell’ingresso delle due squadre in campo: fatto esplodere un fumogeno nel settore loro riservato; rivolto ripetutamente all’indirizzo di un calciatore della squadra avversaria cori costituenti discriminazione per ragione di razza. Sanzione così determinata anche in considerazione della idoneità del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare danni alla integrità fisica dei presenti. Trattandosi di prima sanzione si dispone la sospensione della sanzione di cui all’art. 18 comma 1 lett.e, del CGS ai sensi dell’art.16 comma 2 bis CGS”.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Fino ad oggi abbiamo meritato la prima posizione nel girone per quanto abbiamo dimostrato sul campo. Chi vincerà? Lo sapremo solo domenica dopo i minuti di recupero (e sorride, ndr). Battute a parte, proveremo ugualmente ad imporci facendo il nostro gioco, consapevoli però che davanti avremo una vera e propria corazzata». Padova che ricordi! Il capitano ha militato per tre anni nelle giovanili biancoscudate, tra Allievi e Berretti. «Il ricordo più bello di quelle tre stagioni coincide anche con quello più brutto. Siamo arrivati in finale di campionato contro il Perugia, ma abbiamo perso nonostante la grande cavalcata partita dagli ottavi, battendo prima il Monza, poi ai quarti l’Atalanta e, infine, il Cittadella nel derby, che ci ha regalato il pass per la finalissima». Sulla via del recupero. Radrezza sta lavorando sodo per tornare in campo il prima possibile. Il recupero sta andando secondo i piani, anche se a maggio c’era stato qualche intoppo di troppo che ha rallentato di qualche settimana la riabilitazione del giocatore gialloblù. «Sono stato operato a marzo e, dopo due mesi, sono tornato in ospedale per “sbloccare” il ginocchio. Non è stato un intervento invasivo. La seconda operazione, però, si è rivelata più dolorosa, visto che abbiamo scelto la strada del tendine preso da donatore, ma eravamo consapevoli che sarebbe stata quella che mi avrebbe dato più garanzie per il futuro. In queste settimane ho ricominciato a correre in maniera tranquilla per aumentare il tono muscolare e lavorare sulla postura».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Solo Padova e Belluno tengono il passo della Juventus. Dalla serie A fino alla Lega Dilettanti le uniche squadre ad aver vinto tutte le partite di campionato, dall’esordio ad oggi, sono proprie le tre società sopra citate. Per i campioni d’Italia non serve spendere parole, la squadra di Massimiliano Allegri viene da tre scudetti consecutivi e si candida seriamente alla conquista del quarto. Il Padova è “sbarcato” in serie D dopo il fallimento estivo, ma l’obiettivo numero uno dei biancoscudati è tornare subito nel calcio a livello professionistico. Le ambizioni del Belluno, infine, sono sicuramente più contenute, nessuno si aspetta di vedere i gialloblù trionfare a maggio 2015, ma gli uomini di mister Vecchiato hanno tutte le armi per arrivare tra le prime quattro alla fine. Di una possibile promozione in Lega Pro non si parla nemmeno, e già la dirigenza di Piazzale della Resistenza ha fatto capire che l’obiettivo non è nei piani della società. Arrivare in alto, però, è sempre bello e, finchè dura, Corbanese e compagni vogliono continuare a lottare, sognare in fondo non costa nulla. Proprio domenica il Belluno andrà a giocarsi il primo posto in classifica nella tana del Padova, che non ha nessuna intenzione di far passare indenni i gialloblù. «È ovvio che vogliamo vincere», confida il capitano della capolista ex-aequo Andrea Radrezza.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Due magliette sulla bara, una della Triestina, la squadra della città in cui era nato 57 anni fa, l’altra del Padova (con il numero 10, perché lui era un numero 10 del giornalismo), la seconda squadra a cui si era fortissimamente legato, raccontandone le gesta dei protagonisti per tre decenni. Fiori, musiche bellissime e tanta commozione hanno accompagnato nell’ultimo viaggio Furio Stella, il giornalista della redazione sportiva del mattino di Padova morto nella notte fra domenica e lunedì all’ospedale di Monselice per le conseguenze di una leucemia mieloide che neppure il trapianto di midollo a cui si era sottoposto a Udine, nel febbraio scorso, era riuscito a debellare. Il funerale è stato celebrato nell’Abbazia di Praglia, dove Furio era solito rifugiarsi nei momenti in cui voleva meditare e aiutare i monaci benedettini, alla presenza di tantissimi colleghi – in attività o in pensione – e amici, che si sono stretti attorno alla moglie Carlotta, a Carla e ai figli Lenny e Fabio, oltre alle sorelle Marzia e Ursula e agli altri parenti. Fra i tanti, il consigliere delegato della Divisione Nord-Est Finegil, ing. Fabiano Begal, l’ex direttore del mattino Omar Monestier, l’ex presidente del Padova e attuale presidente dell’Interporto Sergio Giordani. Molti anche i tifosi biancoscudati intervenuti alla cerimonia. Padre Sandro, amico e confessore spirituale di Stella, ha officiato il rito, concluso dalla parole toccanti della moglie Carlotta e dei due figli, e dalla lettera di Sant’Agostino “La morte non è niente…”. Le spoglie di Furio verranno cremate per sua volontà.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Dopo sei vittorie nel campionato di Serie D e tre in Coppa Italia di categoria, il Padova perde la prima partita della nuova stagione alla decima uscita ufficiale. Lo fa a Fano nella seconda competizione in ordine di importanza (la Coppa Italia) contro l’Alma Juventus e cede per 1-0, al termine di 90 minuti di battaglia in cui, forse, il risultato più giusto sarebbe stato un pareggio. Il che avrebbe significato battere i calci di rigore, come quello trasformato da Sivilla che ha regalato il successo agli uomini di Giulietti. «Un’eliminazione ingiusta, il loro portiere è stato il migliore in campo – spiega mister Parlato – C’è rammarico, ma complimenti al Fano. Abbiamo avuto occasioni, ma non le abbiamo finalizzate. Nel primo tempo abbiamo avuto il pallino del gioco in mano». Fra le note più liete, un volenteroso Christian Tiboni, a secco ma positivo nella prestazione. «Mi è piaciuto – puntualizza Parlato – L’ho sostituito perché l’ho visto stanco a inizio ripresa. Ora facciamo tesoro degli errori e ricordiamoci che abbiamo giocato con grande carattere fino al 90°». Nella ripresa i biancoscudati sfiorano ripetutamente il pareggio, senza trovarlo.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Mi auguro che i tifosi capiscano che siamo sempre più vicini a una zona di pericolo – tuona l’imprenditore padovano – Anche chi ha perso il controllo domenica, perché siamo ancor più sotto osservazione. Devono rendersi conto che possono provocare gravi danni e che può costare caro alla società, in tutti i sensi… Mi auguro che ci sia un senso di responsabilità maggiore, perché altrimenti si creano problemi a tutti. È la seconda volta che accade, mi auguro che non succeda una terza perché sennò vuol dire che non ci capiamo. Dobbiamo farci una regolata… Vedremo se sarà possibile anche solo avere un confronto con questi tifosi. Il regolamento parla chiaro e il giudice è intransigente. In questo momento si può fare solo un appello a non ripetere certi gesti, poi cercheremo di capire cosa possiamo fare di concreto». Sulla stessa lunghezza d’onda il ds Fabrizio De Poli. «Ci auguriamo che certi episodi non si ripetano più – precisa – Non voglio entrare nelle dinamiche interne alla tifoseria, però mi auguro che si comprenda da parte dei nostri tifosi che quello che può essere un punto di forza a nostro favore non deve diventare una spada di Damocle sulla nostra testa. Le multe e le sanzioni pesano su tutti noi». E conclude: «Si può tifare in altro modo, rispettando i regolamenti ed evitando comportamenti sbagliati che ci possano far incorrere in situazioni spiacevoli. Cerchiamo di fare ognuno la propria parte».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Puniti sì, ma con la «condizionale». Il Giudice sportivo della Lega nazionale dilettanti Francesco Riccio ha diffidato il campo dell’«Euganeo» dopo gli episodi accaduti durante Fontanafredda-Padova (petardo esploso nel settore ospiti e cori di discriminazione razziale contro il centrocampista del Fontanafredda Alcantara). La sanzione è stata quantificata in 400 euro di multa, con la chiusura del settore riservato ai tifosi locali per una gara, ma la sanzione è stata sospesa essendo l’attuale società, prima di ieri, «immacolata» sotto questo profilo. Insomma, un po’ come accade con la Giustizia ordinaria, è stata applicata la sospensione «condizionale». Al prossimo episodio di questo tenore, tuttavia, il Padova incorrerà in una sanzione di due partite casalinghe a porte chiuse, essendo stato applicato l’articolo 16 comma 2bis del Codice di Giustizia sportivo. Lo «sconto» previsto in questi casi, tuttavia, non ha tranquillizzato il presidente Giuseppe Bergamin, molto amareggiato per l’accaduto visto che, già a Montebelluna alla seconda giornata del campionato di Serie D, il Padova era stato multato per lancio di un oggetto in campo. Bergamin chiederà probabilmente un confronto con i responsabili della Tribuna Fattori dopo quanto accaduto.

Ore 08.38 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che sono già in vendita i biglietti per la gara Biancoscudati Padova – Ital Lenti Belluno, in programma domenica 19 ottobre alle 15.00. I tagliandi possono essere acquistati nei punti vendita Ticketone, sul sito www.ticketone.it fino alle ore 12.00 di domenica 19 ottobre. Le biglietterie dello Stadio Euganeo apriranno il giorno della gara alle ore 13.30. Punti vendita TicketOne abilitati alla vendita dei biglietti: – Coin Ticketstore – via Altinate 16/8 – Padova – Tel. 049-8364084; – Toto Abano – viale delle terme 87 – Abano Terme – Tel. 049-810665; – Totoricevitoria “Casa Fortuna” – via Bajardi 5 (presso Centro Commerciale “La Corte”) – Tel. 049-8647805; – Lastminute Tour Vigonza c/o Centro Matrix Shop – Via Udine 3, – Vigonza (Padova) – Tel. 049-629171; Per informazioni – Mail – biglietteria@padovacalcio.it Tel. 049 604498.

Ore 08.36 – Serie D girone C, il prossimo turno (settima giornata, domenica 19 ottobre ore 15.00): AltoVicentino-Union Pro, Clodiense-ArziChiampo, Dro-Mezzocorona, Giorgione-Triestina, Legnago-Fontanafredda, Kras Repen-Tamai, Padova-Belluno, Sacilese-Mori Santo Stefano, Union Ripa La Fenadora-Montebelluna.

Ore 08.34 – Serie D girone C, la classifica dopo la sesta giornata: Belluno e Padova 18, AltoVicentino 16, Sacilese 12, Clodiense e Tamai 10, Montebelluna 9, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 8, Fontanafredda 7, ArziChiampo e Giorgione 6, Dro 5, Kras Repen e Mori Santo Stefano 3, Triestina e Legnago 2, Mezzocorona -1.

Ore 08.32 – Serie D girone C, i risultati della sesta giornata: ArzignanoChiampo-Belluno 1-3, Fontanafredda-Padova 1-3, Mezzocorona-Giorgione 0-0, Montebelluna-Sacilese 1-3, Mori Santo Stefano-Clodiense 2-2, Tamai-Dro 0-0, Triestina-Alto Vicentino 0-2, Union Pro-Legnago 0-0, Union Ripa La Fenadora-Kras Repen 3-0.

Ore 08.30 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.28 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 15 ottobre: Biancoscudati sconfitti 1-0 a Fano ed eliminati dalla Coppa Italia.




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