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Ore 22.20 – Ricordiamo che domani l’Alma Juventus Fano dovrà fare a meno di Francesco Lunardini, squalificato per tre giornate “per avere, dopo l’adozione di un provvedimento disciplinare nei suoi confronti, tenuto condotta irridente e rivolto espressioni irriguardose all’indirizzo del direttore di gara reiterando la condotta uscendo dal terreno di gioco”. Anche Stefano Sebastianelli era stato fermato per tre turni dal Giudice Sportivo, ma il mediano sarebbe stato comunque assente in quanto si è da poco rotto i legamenti crociati del ginocchio. In panchina, inoltre, non vi sarà l’allenatore Marco Alessandrini, squalificato per un turno per proteste.
Ore 21.40 – (Trentino) Luca Lomi attende buone nuove e quella di oggi potrebbe essere la giornata giusta. Danilo Tarter, direttore sportivo del Mezzocorona, domenica, al termine della sfida con il Giorgione, l’ha confidato ai giornalisti. «Martedì speriamo di poter annunciare il nome del nuovo attaccante. Abbiamo gran bisogno di una prima punta». Ecco, dunque, che nel pomeriggio da via Santa Maria potrebbe arrivare l’attesa notizia dell’ingaggio del centravanti di peso che tanto serve al Mezzocorona. Arriverà o non arriverà? Questione di ore e poi se ne saprà di più, certo è che la società rotaliana non può più attendere. E’ vero che l’ingaggio dell’attaccante centrale è uno di quegli acquisti da non sbagliare assolutamente, ma è altrettanto innegabile che il “Mezzo” non può permettersi altre battute a vuoto. Contro il Giorgione è arrivato un pareggio che fa pochissima classifica e nemmeno troppo morale, visto che quella trevigiana era a tutti gli effetti una squadra juniores, oltre ad una diretta rivale dei trentini nella corsa verso i playout.
Ore 21.20 – (Trentino) Si legge pareggio ma, questa volta non è una frase fatta, vale quanto una vittoria. A Tamai si è visto probabilmente il miglior Dro della stagione. Lo zero a zero maturato domenica in terra friulana è un risultato a dir poco corroborante per la truppa gialloverde, che ha saputo imbrigliare ottimamente uno dei migliori attaccanti del girone e, a più riprese, ha addirittura sfiorato il “colpaccio”. Stefano Manfioletti è soddisfatto: la squadra cresce partita dopo partita e come diceva un certo Zeman, «il risultato è casuale, la prestazione no». Il tecnico droato ci sta mettendo parecchio del suo: l’attenzione maniacale con cui prepara le partite (sfruttando anche i supporti video: all’Alto Adige era lui il responsabile della visionatura dei filmati delle avversarie) e la conoscenza della categoria (da cui mancava da qualche anno: ci ha messo poco a riprendere confidenza con la serie D) stanno facendo la differenza. «Sono estremamente soddisfatto della prestazione di Tamai – ribadisce Manfioletti – perché la squadra è riuscita a mettere in pratica tutto quanto avevamo provato nel corso della settimana. Abbiamo cambiato modulo (passando dal “4-3-3” al “4-2-3-1”) e i due mediani avevano compiti precisi in fase di non possesso palla: l’obiettivo era quello di arginare il tridente offensivo dei friulani e ci siamo riusciti egregiamente. Poi, altro aspetto da non trascurare, alcuni giocatori sono stati impiegati in ruoli diversi dal solito: sia Serrano che Bertoldi si sono comportati ottimamente. Non posso che essere contento: i ragazzi lavorano duramente, sono molto concentrati e partecipi e i risultati si stanno vedendo. E’ chiaro che siamo solamente all’inizio del cammino, però la strada intrapresa è quella giusta». Domenica altro giro e altra sfida fondamentale: il derby contro il Mezzocorona. «Dovremo essere concentrati: arriveremo alla sfida contro i rotaliani dopo due risultati positivi e il rischio di un calo di tensione, lo dico per esperienza, è dietro l’angolo. Dovremo essere bravi a rimanere, come si dice in questi casi, sul pezzo».
Ore 21.00 – (Trentino) Quando segna esulta, come tutti, abbracciando i compagni, ma il pensiero corre sempre Lassù dove, da sei anni, un grande amico, che non c’è più, lo guarda attentamente e fa il tifo per lui. Marco Tranquillini è alla sua quarta stagione in serie D, ma quelle segnate domenica contro la Clodiense sono le prime due reti della sua carriera in Quarta Serie. E che gol: uno con una splendida volée dal limite dell’area, il secondo con una “fucilata” di sinistro dai sedici metri dopo sponda di Deimichei, che era stato buon profeta. «Nemmeno a farlo apposta – confida Tranquillini – qualche secondo prima “Macho” mi aveva detto “stiamo vicini che ti faccio la sponda e tu calci in porta”. Detto e fatto. Il primo gol è stato bello ma, lo ammetto, non avevo visto che il portiere della Clodiense era fuori dai pali: io ho calciato al volo e poi c’ha pensato la fortuna. Il secondo, invece, è stato voluto: ho calciato con il sinistro, che non è il mio piede, e l’ho messa dove volevo». […] La prima rete, nel suo caso doppietta, non si scorda mai. A chi la dedica? Quando faccio gol io penso sempre a Nicola Tomasi, un caro amico di Mori che non c’è più. E poi, ovviamente, a chi mi sta vicino tutti i giorni: mia mamma, mio papà e la fidanzata».
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Un pareggio a reti inviolate in terra trentina e terzo risultato utile consecutivo. Il Giorgione che torna da Mezzocorona con uno 0-0 frutto di una partita accorta e senza sbavature, è una squadra che sta trovando la sua fisionomia dopo la rivoluzione estiva. Domenica mancava il capitano Andrea Gazzola, fuori per squalifica, e in campo c’erano solamente due reduci della passata stagione, Episcopo e Baggio, tra l’altro i più «vecchi» dell’undici. La politica intrapresa dalla società che ha puntato tutto suoi giovani all’inizio poteva sembrare anche un pò azzardata ma ora dopo le prime partite anche i più scettici si stanno ricredendo, questo Giorgione che schiera diciottenni, diciannovenni e ventenni, con il più vecchio che è il 23enne Mattia Episcopo, è una squadra che può lottare ad armi pari con le dirette concorrenti per la salvezza. «Da tempo ripeto che a questa squadra serve un filotto di risultati positivi per consolidarsi – ha dichiarato mister Paganin – a Mezzocorona forse si poteva raccogliere anche qualcosa di più se avessimo concertizzato in fase realizzativa ma il punto guadagnato va bene contro un avversario che aveva messo in difficoltà anche il Padova». Con una difesa composta da ragazzi classe ’95 e ’96 la squadra ha saputo tenere testa ad un Mezzocorona che, vista anche la penalizzazione in classifica, era alla disperata ricerca di punti. «In campo avevamo una difesa e una squadra giovanissima, penso una delle più giovani d’italia – ha aggiunto il mister – ed è la seconda partita consecutiva che non subiamo gol e questo è un aspetto positivo molto importante». E alla difesa baby il mister vicentino dovrà ancora fare appello anche per la prossima sfida interna contro la Triestina in quanto il centrale Donè, fuori per infortunio, dovrà stare fermo almeno una decina di giorni e quindi spazio ancora a Fontana e Vio davanti al portiere Bevilacqua con Dotti e Eberle sulle fasce. A proposito di giovani, anche a centrocampo Paganin sembra aver scelto in tal senso preferendo il giovanissimo De Stefani al più esperto Giacomo Favero, più incontrista e dinamico il primo e più tecnico e di qualità il secondo. «Siamo in 22 e tutti si devono ritenere titolari e pronti a giocare, il campionato è lungo e ci sarà spazio per tutti».
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Nell’Union Pro che domenica ha pareggiato 0-0 contro il Legnago Salus l’attaccante «Lele» Comin è stato fra i migliori in campo più in veste di uomo assist che non in quelle di bomber. L’allenatore Feltrin nell’occasione lo ha schierato nell’inedito ruolo di falso nove con licenza di svariare su tutto il fronte d’attacco e Comin l’ha ripagato con il passaggio per Saitta che si è procurato il rigore e con l’assist che ha smarcato Nobile davanti alla porta. Lele c’è delusione per non aver vinto una partita che sembrava alla portata? «Sì, brucia un pò questo pareggio. Ci sta di poter sbagliare un rigore, secondo me abbiamo fatto bene, ci è mancato solo il gol e un pò di fortuna. In ogni caso abbiamo un pò rimediato come prestazione a quella di Sacile dimostrando di essere un’altra squadra rispetto a quella che ha preso 5 gol. Il Legnago aveva paura di perdere ancora e si è difeso con le unghie fino all’ultimo. Nonostante avesse un solo punto in classifica si è dimostrato una buona squadra con elementi di categoria». Feltrin ha elogiato la tua prova per come hai saputo sacrificarti. «Mi ha chiesto di fare questo nuovo ruolo, giocare da solo davanti non è mai facile anche se in realtà avevo Nobile e Casarotto che mi davano una mano. Spalle alla porta devi cercare di tenere palla e far salire la squadra però credo di averlo fatto bene, sono abbastanza soddisfatto anche se per un attaccante conta sempre fare gol». Dopo l’errore di Nobile dal dischetto spetterà a te il prossimo rigore? «Io consiglierei di far ribattere ancora Andrea anche perché di solito dopo un errore si torna a segnare. In ogni caso ci siamo anche io, Rossi e Busetto che possiamo calciare i penalty nel caso il mister ce lo chiedesse, l’importante è riuscire a procurarsene ancora».
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Montebelluna si fa imporre un brusco stop dalla Sacilese che, come in Coppa Italia, ha rifilato tre gol ai biancocelesti confermandosi avversario di caratura superiore. Nonostante un avvio bruciante che aveva prodotto il gol di Giglio, il Monte ha gestito il vantaggio per pochi minuti per poi, complice un rigore dubbio per non dire inesistente, lasciare campo libero agli ospiti. Quello che è mancato soprattutto nella ripresa, al di là della scarsa vena offensiva, è stato l’aspetto della tenuta atletica. «Senza dubbio c’è stato un calo fisico – osserva il difensore Luca Frassetto, subentrato dopo pochi minuti all’acciaccato Bressan – in settimana avevamo un pò caricato sotto questo profilo e mi aspettavo tenessimo maggiormente. Mi ha invece stupito la condizione della Sacilese. Oltre a far girare bene la palla come al solito, li ho visti correre fino alla fine. Peccato sia andata così». Una volta subito il rigore avete prodotto poco in avanti. «È vero, però avrei voluto vedere che cosa sarebbe successo senza quel penalty che ci è stato fischiato contro, e che non c’era. Nella ripresa un colpo di testa di Masiero ci poteva far pareggiare la partita, non siamo stati fortunati. Non stiamo creando troppe occasioni, però in allenamento il nostro allenatore sta »martellando” le punte e credo che non si potrà che migliorare. Per fortuna abbiamo Giglio, un grande giocatore che è in grado di costruire sempre qualcosa di pericoloso”. Sei entrato quasi subito al posto di Bressan. Com’è andata? «Quest’anno gioco meno e mi dispiace, anche se capisco che l’allenatore debba fare le sue scelte per la regola degli under. Fuori casa ero stato schierato già, mi mancava però l’aria del nostro stadio. Sto bene fisicamente e ho più fiducia nei miei mezzi, ma sono molto critico sulle mie prestazioni e devo fare di più. Anche per mettere in difficoltà Pasa». Domenica vi attende l’Union Ripa. «Sarà una bella partita, anche perché ritroveremo De March. Loro sono una buona squadra, ma noi possiamo vincere con tutte».
Ore 19.20 – (Il Piccolo) «Abbiamo grattato il fondo, credo che ora sia giunto il momento di dare un segnale». Tullio Simeoni, dirigente responsabile del Kras Repen, conferma che la brutta sconfitta incassata a Boscherai contro l’Union Ripa La Fenadora ha fatto ufficialmente scattare il campanellino d’allarme in casa dei biancorossi. Se nelle prime cinque uscite che avevano fruttato tre punti il Kras aveva fatto vedere complessivamente cose buone alternate ad altri momenti meno positivi, in terra bellunese è giunta una sconfitta frutto di 90 minuti sostanzialmente da censurare. «Chi ha visto la partita si è sicuramente fatto l’idea di una squadra disunita nei reparti, poco costruttiva, senza organizzazione. Poi abbiamo anche avuto un brusco calo fisico negli ultimi venti minuti, anche se complessivamente gli avversari sono sempre arrivati prima su tutti i palloni», racconta Simeoni. L’Union Ripa, invece, ha fatto la sua onesta partita: «Hanno semplicemente interpretato il calcio in modo semplice, come avremmo dovuto fare noi. Hanno giocato sul loro punto di riferimento a centrocampo, Andreolla, e poi la palla veniva gestita sulle fasce. Noi niente. E in più ci è mancata anche la grinta», aggiunge Simeoni. Ma il Kras visto nel Bellunese è il vero Kras? «Io sono convinto di no. Purtroppo in campo siamo mancati completamente. Ma ci sono modi e modi di perdere, e questo sicuramente è tra i più peggiori». Perché allora la squadra non gira? «Durante gli allenamenti le cose riescono poi in partita non sempre va a finire così – risponde Simeoni -. Il mister sta facendo il suo lavoro, credo che ora i giocatori e tutto lo staff debbano essere più responsabili. Ad Arcaba rimane comunque il difficile compito di trovare la formula migliore per avere una risposta organica a quanto accaduto domenica per evitare che ciò si ripeta domenica prossima col Tamai».
Ore 19.10 – (Il Piccolo) La Triestina attuale, con le forze in questo momento a disposizione e la comprensibilmente scarsa coesione di una squadra in continua fase di costruzione, farebbe molta fatica a salvarsi. Non lo dicono tanto le prestazioni, quasi sempre dignitose e talvolta anche qualcosa di più, bensì i numeri (2 punti in sei giornate e ultimo posto evitato solo grazie alla penalizzazione del Mezzocorona) e la netta sensazione che questa squadra non riesce quasi mai a rendersi pericolosa in fase offensiva. E purtroppo, oltre a segnare con il contagocce, la difesa qualche errore grave lo commette sempre. La squadra tiene il campo anche con le grandi grazie a un buon centrocampo, ma se le cartucce davanti sono bagnate, basta una sola distrazione in difesa per chiudere la partita. Stando così le cose, dunque, il futuro dell’Unione parrebbe quasi segnato. Ma ci sono molti fattori che destano almeno un po’ di ottimismo e fanno propendere per un futuro più roseo. Innanzitutto va ricordato che il calendario ha proposto un inizio micidiale all’Unione, che sulla sua strada ha trovato tre delle quattro favorite del girone nelle prime sei giornate. E con la Triestina ancora in fase di rodaggio, il dazio da pagare è inevitabile. Arriveranno periodi con avversari almeno sulla carta più abbordabili, mentre la squadra di Lotti avrà il tempo di crescere e di avere a disposizione tutte le pedine. Ma c’è soprattutto da considerare che la Triestina evoluzione 2.0, ovvero quella che dovrebbe uscire da tutte le operazioni di mercato dell’ultimo periodo, ancora non si è potuta vedere. Aquilani ha mostrato buone cose ma una condizione ancora approssimativa, Giannetti, pur con tutte le attenuanti del caso, non sembra poter dare molto di più di Arvia, mentre Kabangu dovrà trovare una forma accettabile prima di essere impiegato. Ma è naturale che il salto di qualità si giocherà tutto con l’argentino Clara e il bomber croato Milicevic. Considerata l’attuale sterilità in fase offensiva, sarà questa la chiave del futuro alabardato: se i due porteranno velocità, verve, inventiva e capacità di saltare l’uomo, anche l’Unione potrà finalmente dire la sua in fase offensiva.
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nonostante due gol di vantaggio la Clodiense ha sprecato un’altra occasione per portare a casa i tre punti. Anche a Mori Santo Stefano la formazione lagunare, come era successo in altre precedenti partite, non è riuscita a mantenere il risultato in preda, ancora, di amnesie e un pericoloso ed indecifrabile calo mentale. L’allenatore della formazione granata Andrea Pagan, che è stato costretto a vedere la partita dalla tribuna dovendo scontare due giornate di squalifica e sostituito da Tiozzo, ha potuto notare e valutare con maggior tranquillità e visione la prova dei suoi ragazzi. «È stato veramente un peccato non portare a casa i tre punti perché li avevamo meritati – è il commento di Pagan – Dovendo valutare la partita vista dalla tribuna devo dire che abbiamo fatto molto bene nel primo tempo anche se non dovevamo prendere il gol del 1-2. Poi nella ripresa siamo entrati in campo poco concentrati e ci siamo cascati ancora. Ecco il nostro grande errore è quello di non saper gestire il vantaggio. Dobbiamo fare il mea culpa. Non dobbiamo però anche dimenticare i meriti degli avversari. La formazione trentina, ricordo, non ha mai perso in casa e fuori ha perso solo a Belluno e Padova». Troviamo il lato positivo della trasferta? «Il punto che fa classifica – risponde il tecnico chioggiotto – e la consapevolezza di aver iniziato la stagione in modo positivo sia in campionato che in Coppa. Indubbiamente dobbiamo recuperare qualche punto perso ma specialmente essere più attenti e concentrati». Ancora un espulso, Tiozzo. «Il nostro difensore – ci spiega Pagan – ha rimediato due cartellini in modo molto banale. Però dobbiamo essere più attenti e non cadere in falli inutili anche se mi viene da dire, senza fare del vittimismo, che ultimamente mi sembra che la mia squadra sia bersagliata dagli arbitri». Neanche il tempo di riordinare le idee e la Clodiense sarà già in campo mercoledì sul proprio terreno per affrontare l’Arzignano Chiampo in Coppa Italia, lo stesso avversario che ritroverà domenica in campionato.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) ERBA E FUMO – La terza del tour de force in 15 giorni è alle spalle. Il trittico dei primi 8 giorni ha portato al Tamai 7 punti. Mercoledì le furie avranno l’Union Ripa in casa (alle 18) per i sedicesimi di coppa Italia e domenica il Kras a Monrupino per la settima di campionato. «Abbiamo pagato la fatica – De Agostini giustifica il pareggio in bianco con il Dro – ma anche l’erba troppo alta che non faceva scorrere bene la palla». Come a dire: erba non tagliata, vittoria in fumo. GIANNI LOPRETE – Non ha digerito Maurizio De Pieri la direzione di Loprete da Catanzaro. «Ci ha fischiato tutto – ripete anche il giorno dopo l’1-3 subito dai Biancoscudati – non solo il rigore di Malerba e l’espulsione di Martin. Mentre ai Biancoscudati lasciava correre tutto. Il Padova è già forte di suo. Non ha bisogno di aiutini. I miei ragazzi nello spogliatoio a fine gara – racconta – erano affranti». Carmine Parlato a fine gara ha reso l’onore delle armi all’avversario. «Abbiamo conquistato tre punti importanti – ha detto – con un avversario difficile da superare e giocatori d’esperienza e giovani interessanti». Prossimo turno per il Fontanafredda a Legnago.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tamai fermato dal Dro (0-0), Clodiense dal Mori (2-2). A stendere il Montebelluna (3-1) la Sacilese ci ha pensato da sola e ora, da sola, si ritrova al quarto posto. Davanti sono rimasti Padova, Belluno (a punteggio pieno, 18) e Altovicentino (16) che con la Sacilese ha perso gli unici due punti da inizio campionato. Zirolandia sale e attende gli scontri diretti al XXV Aprile del 16 (Belluno) e del 30 (Padova) novembre. IN ZEROPAUSA – «Stiamo crescendo – gongola Mauro Zironelli -. Non avevo dubbi. Era solo questione di tempo per integrare i nuovi nel “vecchio” telaio e far capire loro come si gioca a Sacile». Adesso l’orologio liventino gira. «Soffriamo – sottolinea il tecnico – ancora qualche pausa pericolosa. È successo anche domenica a Montebelluna. Sul 2-1 per noi ci siamo fermati e abbiamo rischiato. Poi ha messo le cose a posto Beccaro – sorride Ziro – con un gol da antologia». Domenica scontro al vertice fra Padova e Belluno. Sacile non disprezzerebbe una “ics” a patto che Spagnoli e compagni non vadano in pausa con il Mori.
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) E’ il “prefisso” delle grandi: 1-3. Con il medesimo punteggio si sono imposte in trasferta le due battistrada ancora a punteggio pieno, Padova e Belluno. E pure la Sacilese, che aspira a intromettersi nella sfida al vertice. Intanto la squadra di Zironelli, assieme alle capolista e all’Altovicentino, che le insegue a due lunghezze, è rimasta nel novero delle imbattute. L’uomo decisivo. A Montebelluna è pure arrivata la seconda vittoria consecutiva. Diversa dal 5-0 rifilato la domenica precedente all’Union Pro. Stavolta la Sacilese non ha avuto la strada subito in discesa. Ha dovuto rimontare nel primo tempo e soffrire nel secondo. Sino al gol scaccia-paura di Marco Beccaro. E che gol: uno slalom nella difesa avversaria. Ecco l’importanza di avere quest’anno giocatori come l’ex Marano, capaci con una giocata di spezzare l’inerzia delle fasi calanti. La rete del 3-1 è arrivata proprio nel momento migliore del Montebelluna. Sarebbe stato un peccato vanificare la reazione confezionata nella prima frazione dal terzo sigillo in due gare di Spagnoli (terzo gol stagionale al Montebelluna) e dalla precisione dal dischetto di Baggio. Tentazione. «Se abbassiamo il ritmo diventiamo una squadra vulnerabile – avverte Mauro Zironelli – e non possiamo permettercelo, anche perché non fa parte del nostro Dna lasciare il pallino del gioco agli avversari. Forse avevamo risentito dello sforzo del primo tempo, in cui abbiamo giocato una mezz’ora ad altissimi livelli, ma senza la provvidenziale prodezza di Beccaro, avremmo rischiato di non vincere». La vittoria è arrivata e ora la Sacilese può fare un pensierino ad accorciare le distanze dalla vetta (6 punti). Domenica, infatti, il calendario prevede lo scontro diretto tra Padova e Belluno (che ancora non è certo dove si disputerà, visto che il petardo lanciato dai propri tifosi a Fontanafredda potrebbe costare la squalifica dell’Euganeo), mentre Favret e compagni riceveranno la visita del Mori Santo Stefano. Zironelli frena: «Non abbiamo la rosa ampia di chi ci sta davanti. Ma ciò non toglie che dobbiamo provare a conquistare più punti possibile».
Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Il passo è quello di una squadra matura, esperta della categoria. Mentre il Real Vicenza è una realtà piuttosto giovane, abituata a guardare le avversarie con riverenza perché il blasone e la storia non sono gli stessi. Questa stranezza o se vogliamo contraddizione è proprio il bello della formazione biancorossa, che dopo otto giornate si trova in testa alla classifica con il Como e il Bassano. Partenza sprint. I risultati raccontano che il Real Vicenza, da professionista, azzecca la partenza. Anche nella passata stagione la categoria era una novità. Quest´anno il Real Vicenza di Marcolini ha raccolto 17 punti in 8 gare. Uno in più rispetto all´anno passato quando i biancorossi, partiti alla grande, erano affidati a Vittadello. Gol ok. Si vince se si segna. Da questo punto di vista il Real Vicenza non ha problemi e ha capito subito che per raccogliere punti bisogna buttarla dentro. Se si esclude la prima gara, quel Feralpi Salò-Real Vicenza che ha fatto un po´ storia a sé sia per il risultato che per la prestazione, i biancorossi non hanno mai deluso sotto il profilo delle reti realizzate, che sono ad oggi 14. Il Real ha il secondo migliore attacco (il primo è quello del Bassano) e divide questo onorevole piazzamento con Pavia e Como. La squadra di Marcolini segna in maniera continua da sette turni, senza strafare. Tre gol li ha fatti alla seconda giornata contro l´Alessandria, poi ne sono bastati uno o due per avere ragione degli avversari e ottenere un risultato positivo.
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) La polisportiva del gol. Il Bassano Virtus si conferma il migliore attacco del Girone A della C Unica con 16 reti all’attivo, due in più delle inseguitrici Real Vicenza, Como (che hanno raggiunto i giallorossi in testa) e Pavia. Un bottino che certifica il gioco prodotto dalla squadra di Tonino Asta, offensivo e definito dai più come il migliore fino a questo momento della Lega Pro, che permette anche di sorvolare sulle nove reti subite in otto partite, più di una a gara, media solitamente non da primatista del campionato. Eppure il calcio spumeggiante scelto da Asta sta premiando il gruppo (17 punti conquistati e primo posto in contumacia Como e Real in classifica) e anche i singoli, con Pietribiasi e Nolè in seconda posizione come classifica marcatori con quattro reti: Il Condor è diventato finalmente quel giocatore freddo sottoporta, non ancora il cecchino che lo renderebbe giocatore di categoria superiore ma sicuramente un passo nettamente più avanti rispetto alle scorse annate, nonostante il passaggio in C Unica. Nolè è invece una conferma, il pezzo pregiato del mercato che, pur arrivato non al 100%, sta dimostrando di essere il giocatore giusto nella posizione giusta: diverso da Berrettoni, più nella manovra, l’ex Ternana garantisce quegli spunti, quelle accelerazioni che come dice il tecnico Tonino Asta «spaccano in due la partita». Dietro la coppia titolare, continua la crescita di Maistrello: il classe 1993 è a quota tre reti ma con due gol validi annullati, che porterebbero il bottino ad un incredibile cinque, il tutto giocando nettamente meno dei compagni. Alto, fisico, senso del gol, è diventato l’idolo del Mercante proprio per la sua capacità di entrare e cambiare le partite, oltre che per la sua crescita nella Berretti: in estate era stato richiesto dalla Serie B, Seeber ha tenuto duro ed ecco che Asta può godere dei frutti della sua maturazione.
Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) A giugno era una specie di eroe, adesso invece rischia di passare per un povero diavolo qualunque. Tanto che al prossimo passo falso per lui potrebbe scattare già la lettera di licenziamento. Dura la vita degli allenatori. Prendete Paolo Nicolato per esempio: a inizio estate ha guidato contro ogni pronostico il Chievo allo scudetto Primavera, impensabile, incredibile soltanto a sognarlo e alla sua porta ha cominciato a bussare il mondo. Tanto che lui, a Verona ormai da quasi nove anni, ormai un´istituzione, che di più da quelle parti non poteva ottenere, ha cominciato a guardarsi attorno e a vagheggiare una panchina nel calcio dei grandi. E la proposta più stimolante è arrivata da Lumezzane, ambiente tranquillo, pazienza e pressioni ridotte, un po´ come al Chievo. Ma il calcio senza vittorie è uguale dappertutto, cambia faccia in fretta. E 6 partite di fila senza hurrà e 6 punti raccolti in 8 incontri sono sufficienti a mutare gli umori anche dei più paciosi e così sulla graticola ci è finito anche il bravo Nicolato: se sabato non esce indenne dal Mercante, la sua panchina sarebbe ufficialmente in pericolo.
A cominciare a svellerla ha contribuito il gol di Bardelloni che nel week end ha confezionato il raid in rimonta del Real Vicenza in Lombardia. Sta di fatto che adesso i valgobbini si giocano molto se non quasi tutto nel pomeriggio al velodromo (il 18 ottobre alle 15) e il Soccer Team si prepari all´assalto al bunker. Tra l´altro quella col Lume è una sfida speciale per il team manager e segretario generale giallorosso Renato Schena, bresciano proprio di Lumezzane, ex dirigente rossoblu e dunque anche per l´imperturbabile Schena una qualche emozione questo match lo provocherà.
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Né sorrisi né isterismi in casa-Venezia dopo che il momento di riflessione della dirigenza, voluto dopo lo 0-1 casalingo di sabato scorso con il Monza, non ha prodotto alcun ribaltone tecnico ma solo un silenzio stampa a tempo indeterminato di tutti i tesserati. Ieri pomeriggio al Taliercio gli arancioneroverdi hanno iniziato a preparare la gara di domenica al Penzo contro il Novara (ore 14.30, curve scontate a 2 euro in prevendita), con mister Alessandro Dal Canto a dirigere regolarmente la seduta su uno dei campi in erba secondari del Taliercio, sufficientemente lontano dalla tribuna comunque pressoché disertata dai tifosi eccezion fatta per la solita decina di fedelissimi. La presenza in parcheggio di un paio di agenti della Digos si è rivelata superflua, infatti nessuna contestazione è stata inscenata dagli ultras della Curva Sud che subito dopo il ko col Monza avevano chiesto senza giri di parole a Ivone De Franceschi l’esonero di Dal Canto. La decisione del ds è stata infatti conservativa, il Venezia continuerà ad essere affidato al tecnico di Castelfranco per il quale, ad ogni modo, la sfida con i pari classifica del Novara potrebbe risultare decisiva. Nessuno in società ha parlato di prova d’appello né di ultima chiamata per Dal Canto, ma nel malaugurato caso di un altro risultato negativo contro i piemontesi, nemmeno il presidente Yury Korablin potrà (forse) seguitare nel suo silenzio e nell’immobilismo decisionale e operativo, quest’ultimo rotto solo nei giorni scorsi dalla comparsa al Taliercio di due emissari per saldare gli stipendi ai calciatori entro la scadenza del 15 ottobre.
Ore 16.20 – (La Nuova Venezia) Nessun segnale da Mosca, in nessuna direzione, e il Venezia va avanti così. In mezzo a un nebbione autunnale, viaggiando a vista, con Dal Canto al timone di una nave che cerca di oltrepassare senza danni le turbolenze di questo avvio di stagione. Venezia che rimane avvolto nel silenzio, almeno fino a domenica quando arriverà al Penzo il Novara: staff tecnico e giocatori ancora “muti”, parola solo al direttore sportivo De Franceschi che si è trasformato da sabato pomeriggio in parafulmine di tutti gli strali che si stanno scaricando sulla squadra. «Per questa settimana continuo a parlare solo io, credo sia la soluzione migliore». Conoscere il pensiero del presidente Yuri Korablin sarebbe la soluzione migliore, ma il numero uno russo, dopo aver presenziato alla presentazione di Dante Scibilia e di Ivone De Franceschi a inizio luglio, si è visto a Mestre in una sola occasione per andare a parlare con il commissario Zappalorto. Scibilia e De Franceschi hanno dovuto andare in Russia per parlare del Venezia in prima persona. Che la questione stadio non possa più essere una priorità per la situazione istituzionale in cui versa la città, è lapalissiano, però un segnale verso la squadra sarebbe utile, soprattutto in un momento complicato e complesso, dove non arrivano nemmeno i risultati sul campo e dove aumentano gli interrogativi di giorno in giorno. Michele Serena, Paolo Favaretto o Stefano Sottili, potenziali sostituti di Dal Canto, restano alla finestra, in attesa, ma senza il nulla osta da Mosca, nulla si cambia e nulla si muove. Novara spartiacque della stagione? Sarebbe già importante se da Mosca arrivasse un segnale in settimana, anche per spezzare questo alone di silenzio (in tutti i sensi) che grava sopra la società. «Andiamo avanti così, fino a domenica» ha aggiunto ieri pomeriggio il direttore sportivo «è anche un periodo in cui ci gira tutto per il verso sbagliato».
Ore 16.00 – (Giornale di Vicenza) Il tempo di questi giorni pare favorevole al… mal di gol. Ma di questo disturbo, in realtà, il Vicenza soffre da parecchio. L´ultima rete biancorossa risale infatti al 23 settembre, quando Antonino Ragusa trafisse il portiere del Bari. Poi più niente. L´anticipo di venerdì sera al Menti con il Pescara (alle 20.30) sarà dunque un appuntamento due volte speciale per il bomber del Vicenza. Perchè punta a ritrovare la via del gol, naturalmente. Ma anche perchè è reduce da una stagione positiva con la società abruzzese (proprietaria, a metà con il Genoa, del suo cartellino). L´incrocio di ricordi e sentimenti, in un Menti dove troveranno spazio due tifoserie legate da un antico e solido gemellaggio, sarà quindi decisamente particolare. Ragusa, quella di venerdì sera non potrà essere una gara qualsiasi… «Certo che no, ho grandissimi ricordi della passata stagione. Ma adesso quello che conta è fare risultato, dobbiamo cambiare marcia dopo la sconfitta con il Lanciano». Se dovesse segnare? «Non esulterei, per rispetto nei confronti dei tifosi e dell´ambiente in genere». Un passo indietro. A Lanciano l´espulsione di Gentili ha pesato molto. Come sarebbe finita se foste rimasti 11 contro 11? «Questo non posso dirlo, però sono sicuro che ce la saremmo giocata sino alla fine». Certo che il passivo è stato pesante… «Sì, ma credo che la gara sia stata condizionata dagli episodi, due in modo particolare». Cioè? «Intanto la ripartenza nata da quell´episodio sul primo gol. E poi il fatto di aver giocato per buona parte del secondo tempo con un uomo in meno». Ecco, il primo gol del Lanciano è nato da una situazione davvero particolare. Cos´è successo a Camisa? «Mi dispiace per Ale, in quella circostanza si è fatto male. Sperare che gli avversari si fermassero? No, è normale che non lo facciano, soprattutto se hanno la possibilità di andare verso la porta». Peccato non essere riusciti a limitare i danni nel finale. Cos´è che non ha funzionato? «Purtroppo quando sei sotto non sempre riesci a gestire le giocate in avanti e poi, di conseguenza, subisci le ripartenze degli avversari».
Ore 15.37 – Su Tiboni: “Sta crescendo molto, e sono contentissimo di ciò. Minutaggio? Un tempo ad alto livello può farlo, ma se poi fa un gol ogni dieci minuti va benissimo lo stesso”.
Ore 15.35 – Sul modulo: “4-3-1-2? In linea di massima sì. E tutti i miei giocatori si aspettino un impiego. Di certo voglio passare il turno perché la Coppa Italia è una competizione prestigiosa, perché snobbarla? Anzi, sono contento di giocarla”.
Ore 15.32 – Su Furio Stella: “Era una persona di animo buono, un po’ naïf, con un modo di fare diverso. Lui ci guarderà da lassù e ci spingerà sempre. Le condoglianze ai suoi familiari”.
Ore 15.30 – Sulle scelte: “Con lo staff abbiamo deciso di lasciare a casa Cunico e Nichele, ma il gruppo è più che valido anche senza di loro”.
Ore 15.27 – Sul Fano: “Sapevamo che in caso di passaggio del turno avremmo avuto questa partita, non c’è alcun problema. Noi vogliamo passare il turno, magari vorrò vedere chi ho visto di meno. Il Fano sta facendo risultati altalenanti ma è più che una buona squadra, la classifica attuale non rispecchia il valore dei giocatori”.
Ore 15.25 – Arriva Parlato.
Ore 15.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.00 – Qui Guizza: tutti i Biancoscudati provano a calciare un rigore nell’eventualità che domani la partita termini in parità.
Ore 14.40 – Qui Guizza: partitella in corso.
Ore 14.30 – Qui Guizza: provati schemi anti-Fano.
Ore 14.10 – Qui Guizza: Biancoscudati già in campo per la rifinitura pre-Fano.
Ore 14.00 – (Gazzettino) La truppa di Foscarini gioca meglio del Varese, ma sono i padroni di casa a trovare ancora la via del gol (36′). Neto Pereira danza con il pallone all’ingresso dell’area, apre per Capezzi che mette in mezzo per Lupoli liberissimo di toccare in rete. Risultato pesante e sicuramente bugiardo per quanto visto in campo. La ripresa comincia nel peggiore dei modi: Coralli toccato duro a metà campo e costretto a uscire (botta alla schiena), al suo posto Minesso, con Sgrigna che sale a fare la seconda punta. Al 5′ colpo di testa di Scaglia, respinge in tuffo Bastianoni. Proteste del Varese cinque minuti più tardi per un contatto in area tra Neto Pereira e Scaglia, l’arbitro lascia correre. Dentro anche Schenetti, il Cittadella passa al 4-4-2 e da qui in avanti comincia un’altra partita. Al 17′ parte la rimonta: percussione centrale di Sgrigna e assist sottoporta per Gerardi, facile il tocco per l’1-2. Aumenta la pressione del Cittadella. Il Varese è in palese difficoltà, ed è “salvato” dall’arbitro che al 27′ annulla il gol di testa di Scaglia per un presunto fallo di Minesso in area. Il gol buono arriva al 31′: assist delizioso di Sgrigna per l’inserimento di Busellato, tocco al centro per Gerardi che anticipa tutti e fa 2-2. L’incredibile sorpasso è negato ancora dalla sfortuna, con il colpo di testa di Signorini salvato sulla linea di porta da Corti. In pieno recupero, anche Sgrigna sfiora la marcatura, il suo destro a giro non inquadra la porta.
Ore 13.50 – (Gazzettino) Mezz’ora di grande Cittadella basta e avanza per sfiorare l’impresa a Varese. Sotto immeritatamente di due gol, la squadra di Foscarini nella ripresa mette alle corde i padroni di casa, rimonta e quasi accarezza i tre punti. Dopo tre sconfitte consecutive era importante trovare un risultato positivo per muovere la classifica e ritrovare forza e morale per ripartire. Il maltempo che sta imperversando nel nord Italia ha risparmiato Varese – l’Ossola era stato comunque coperto da sabato mattina con i teloni – così la partita inizia regolarmente. Nessuna sorpresa nell’undici di Foscarini, costretto a rinunciare a Rigoni in mezzo al campo, al suo posto Palma in cabina di regia. In difesa rientra Signorini, davanti Sgrigna fa da supporto a Coralli e Gerardi. Comincia bene il Cittadella, convinto e determinato come aveva chiesto Foscarini, e potrebbe passare subito in vantaggio, ma il sinistro al volo di Benedetti sulla corta respinta di testa di Fiamozzi è salvato sulla linea dallo stesso difensore. In gol ci va invece il Varese, in maniera fortunosa, al 18′: Lupoli manca in pallone mandando a vuoto Signorini, la sfera resta però sul sinistro dell’attaccante che indirizza sotto l’incrocio. Sfortuna sì, ma anche tanta libertà d’azione concessa all’avversario. La conferma che la dea bendata non stia arridendo al Cittadella si ha al 23′, con la punizione defilatissima di Sgrigna letteralmente tolta dal sacco da un grande Bastianoni. I granata sono vivi, la reazione c’è, ma non arriva il gol del pareggio. Neanche alla mezz’ora, quando Gerardi all’interno dell’area piccola anticipa il suo marcatore, ma calcia alto.
Ore 13.40 – (Gazzettino) Claudio Foscarini si sarebbe “accontentato” anche di un pareggio a Varese, risultato utile per spezzare il trend negativo dell’ultimo periodo. E il punto è arrivato al termine di un incontro dalle forti emozioni. Quando sembrava tutto compromesso, con il Cittadella sotto 2-0, è arrivata la rimonta e nel finale la squadra ha sfiorato la vittoria. Due gol e altri tre salvati sulla linea di porta dal Varese: l’attacco granata funziona a dovere, meno la difesa, ancora una volta troppo esposta. Il tecnico analizza i novanta minuti: «Nel primo tempo noi facevamo la partita e il Varese invece andava in gol. Abbiamo giocato bene, ma ci è mancata la profondità, siamo stati poco incisivi. Nella ripresa si è visto un Cittadella meno bello ma con un atteggiamento diverso, più determinato. Siamo riusciti a rimontare due gol e quasi assaporavo l’impresa. Ma va bene così». Varese era diventato un crocevia. «L’avevo detto ai ragazzi, questa era una partita fondamentale dopo le tre sconfitte consecutive. La tensione si avvertiva pure in campo, con qualche nervosismo di troppo in certi frangenti, ma la posta in palio, per noi come per il Varese, era troppo importante». I lombardi hanno protestato per intervento in area di Scaglia su Neto Pereira, Foscarini spiega: «Quello era dubbio, ma altrettanto dubbio è stato l’annullamento del gol di Scaglia per un fallo di qualcuno in area, che non ho ben capito. La gara era difficile anche per l’arbitro».
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) In avvio di ripresa i padovani perdono il loro bomber principe per un duro colpo alla schiena di Borghese. “Ciccio” è costretto ad abbandonare in barella al 3’ e Foscarini gioca la carta Minesso. Scaglia è protagonista nel bene e nel male: al 5’ sfiora,sugli sviluppi di una punizione, il 2-1 con un bel colpo di testa, su cui il portiere vola e respinge, e cinque minuti dopo, già con un “giallo” sulle spalle, rischia l’espulsione e il rigore per uno strattonamento in area nei confronti di Neto Pereira. L’arbitro è magnanimo, e non ravvisa gli estremi per la massima punizione (che, invece, ci starebbe). Altro Citta, Gerardi-bis. La seconda sterzata al match la dà la scelta di Foscarini di ricorrere ad un altro esterno offensivo, il recuperato Schenetti, per Palma. Il Cittadella cambia marcia, approfittando di un evidente calo dei padroni di casa, e copia in carta-carbone il Varese, vanificando il suo doppio allungo con una doppia rimonta. I granata prendono metri e alzano il ritmo delle loro giocate: Sgrigna si ricorda di essere quel gran giocatore che è, e non a caso sono i suoi piedi che innescano le azioni vincenti. Prima azione al 17’: il trequartista mette in mezzo all’area per Gerardi, che non ha problemi ad infilare. Bis al 32’: un colpo di tacco di Sgrigna smarca Busellato all’interno dei sedici metri, sulla destra. Perfetto assist per il centravanti , che non perdona. 3-2 sfiorato e Zecchin espulso. Nel finale, per due volte, il Citta sfiora il clamoroso vantaggio, con Signorini di testa e salvataggio sulla linea di Corti (35’) e con Sgrigna, proprio agli sgoccioli del lungo recupero. La ciliegina sulla torta di una gara mediocre ce la mette, in negativo, il padovano Zecchin, che reagisce con uno schiaffo alla trattenuta di Cappelletti e si trova il “rosso” diretto sbandierato sotto il naso (50’).Barca raddrizzata e naufragio evitato, ma il Citta è ancora un ammalato in convalescenza, anche se il suo secondo tempo dà coraggio e rasserena un po’ l’ambiente. Adesso la Virtus Entella, in campo oggi contro la Ternana: lunedì 20 al Tombolato sarà già spareggio-salvezza.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) L’emorragìa di sconfitte si è fermata. All’Ossola di Varese il Cittadella acciuffa, con un gran secondo tempo, un pareggio che vale tanto in chiave psicologica, se non altro perché è un risultato positivo dopo tre sconfitte di fila e perché smuove una classifica diventata indubbiamente pesante per gli uomini di Foscarini, bloccati a quota 7 dopo le prime 4 giornate. I problemi restano, specialmente in difesa, eppure sul piano del carattere la squadra ha reagito ad un’altra delle sue frequenti “sbandate”, costate due reti nei primi 45’. Merito anche delle scelte, più coraggiose, dell’allenatore, che dopo l’intervallo ha inserito due esterni offensivi puri come Minesso e Schenetti, allargando il fronte d’attacco e creando serie ambasce al Varese. Doppio Lupoli. C’è il giovane Palma, e non Lora, nel centrocampo a tre che il tecnico granata piazza davanti ai quattro difensori (rientro scontato di Signorini), con Sgrigna a supportare il tandem offensivo Coralli-Gerardi. Il Citta potrebbe passare in vantaggio già al 4’, quando un cross di Sgrigna dalla destra, respinto da Fiamozzi di testa, trova Benedetti bene appostato sulla sinistra: la conclusione al volo del centrocampista viene ribattuta sulla linea dallo stesso Fiamozzi, con Bastianoni impossibilitato ad intervenire. Si va avanti all’insegna dell’equilibrio, sino a quando gli uomini di Bettinelli non sfruttano due madornali errori degli avversari. Protagonista della (prima) svolta Lupoli, che al 19’, su cross di Capezzi, vince fortunosamente il contrasto al centro dell’area con Signorini e di sinistro, da pochi passi, fulmina Valentini. Il raddoppio, firmato dallo stesso attaccante, arriva al 36’ ed è frutto di una splendida azione corale biancorossa, con Neto Pereira che “danza” fra i difensori granata al limite dei 16 metri e pesca benissimo il solito Capezzi sulla destra: per il centrocampista è un gioco da ragazzi servire il compagno al centro, il quale, liberissimo, realizza da due passi.
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) «Per me, per noi era una tappa fondamentale dopo tre sconfitte di fila. Bisognava interrompere questa serie negativa, l’avevo detto ai ragazzi prima della gara, e dunque la posta in palio era enorme. Siamo stati bravi a recuperare una partita che si era complicata assai nei 45’ iniziali». Claudio Foscarini può respirare: il suo Cittadella è tornato in carreggiata. Anche se all’intervallo quella doppietta di Lupoli rischiava di ammazzare un toro. «Non mi era dispiaciuta la squadra, a dire il vero», puntualizza. «C’era un buon possesso palla da parte nostra, tuttavia mancava qualcosa, eravamo poco incisivi. In una parola, il Cittadella giocava e il Varese segnava. Poi ho fatto quegli inserimenti, siamo sembrati forse meno belli, ma il fatto di aver riaperto la partita è servito a darci la carica giusta. E nel finale per poco non ottenevamo il 3-2». Il nervosismo degli ultimi minuti spinge il tecnico granata a polemizzare con un giornale locale. «Ho letto questa mattina (ieri, ndr) un pezzo apparso sulla Prealpina che definire vergognoso è dire poco. Si fa riferimento, in quell’articolo, a tre partite della passata stagione, Reggina-Cittadella, Cittadella-Empoli e Virtus Lanciano-Cittadella, e si ipotizzano presunti tentativi di combine da parte nostra. Non so chi abbia suggerito all’estensore del pezzo di fare allusioni di questo genere, ma ho il dovere di ribadire qui, per l’ennesima volta, che la mia squadra si è salvata sul campo, così come ha fatto il Varese ai playout. Il nostro nervosismo? Era per questo, non per altro».
Ore 12.30 – (Corriere del Veneto) In una serata da lupi, pesantemente condizionata dalla pioggia, alla fine fra Varese e Cittadella esce il 2-2, ma se si cerca una logica a quanto visto sul campo è praticamente impossibile trovarla. Per un tempo i granata giocano, creano occasioni, ma a segnare è il Varese, addirittura per due volte con Lupoli. Poi, quando pare tutto finito e ci si mette pure la cattiva sorte a mettere ko Claudio Coralli in un durissimo scontro con Borghese (per lui fortissima contusione al bacino), ecco spuntare «mago» Sgrigna e un Gerardi tutta sostanza. Fa 2-2, con un retrogusto indefinibile che potrebbe regalare l’incredibile sorpasso al sesto minuto di recupero. Sgrigna, ispiratissimo, tenta un gol dei suoi, ma il pallone esce a lato di pochissimo. Dopo una giornata di pioggia si è giocato grazie ai teloni e alla buona volontà dello staff del club lombardo, che cura tutto nei minimi dettagli. Foscarini rilancia Palma in cabina di regia, ma la mossa ancora una volta non regala i frutti sperati, mentre Cappelletti viene ancora preferito a Pecorini. Davanti Sgrigna trequartista dietro a Coralli e Gerardi. Sul taccuino c’è tantissimo Cittadella nel primo tempo, ma alla resa dei conti alla sirena di metà gara, il tabellone segna 2-0 per il Varese. La difesa granata soffre terribilmente, mentre Scaglia giganteggia e riesce pure a rendersi pericoloso in avanti. Il vantaggio al 20’, quando Capezzi innesca Lupoli, bravo a infilare Valentini dopo la respinta di Signorini. E il bis arriva al 37’: l’azione è bellissima, la magia di Neto Pereira è da applausi, il tap-in di Lupoli la degna chiusura. La ripresa vede uscire dagli spogliatoi un Cittadella rabbioso e determinato: Coralli si fa male, sale in cattedra Sgrigna: percussione al 17’ e assist al bacio per Gerardi: gol. Il 2-2 è nell’aria e arriva al 31’, merito ancora di Sgrigna che serve Busellato, abile a smarcare Gerardi. Pari e patta, Foscarini respira.
Ore 12.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Come loro nessun’altro in Italia. Della serie D lo si era già detto: come il Belluno e il Padova, a punteggio pieno dopo un mese abbondante di campionato, non ce ne sono altre tra tutte le altre 165 squadre della categoria. Ma se il conteggio viene allargato alle altre 102 società che militano nei tornei superiori (professionistici) del calcio italiano, dalla Lega Pro in su, fino alla serie A? In questo caso una ce n’è: la Juve. Tra Lega Pro e serie B chiunque qualche pezzo l’ha già perso per strada. Così come 19 ventesimi della massima serie, fino a quell’ultimo gradino occupato dalla Juve capolista che, battendo la Roma prima della sosta per la nazionale, ha infilato la sesta vittoria consecutiva contando all’attivo pure il miglior attacco e la miglior difesa del campionato. Esattamente come il Belluno e il Padova. Ma volendo fare proprio le pulci ai numeri, qualcosa in meno del Belluno la Juve ce l’ha. Ovvero un gol nella differenza reti (+12 per i gialloblù, +11 per i bianconeri) e il miglior attacco che per il Belluno è solitario (nessuno nel girone C ha segnato 17 reti), mentre per la Juve è da spartire con il Milan (13 gol a testa). E per quanto figli della sola statistica questi numeri Ivan Merli Sala se li prende, se li coccola e li mostra fiero. «Certo, sono solo numeri e volendo anche azzardati, se si arriva a misurare con lo stesso metro serie A e serie D – ammette il difensore del Belluno – ma sono paragoni e statistiche che si sono sempre fatte, tutti gli anni e a tutte le categorie. E se quest’anno il nome che salta fuori è quello del Belluno è giusto dirlo e sottolinearlo perché sono numeri che ci rendono onore. Poi io sarei interista, ma in questo caso molto meglio somigliare alla Juve (sorride, ndr)». Poi Ivan, restando in tema di numeri ma spostandosi sull’economia, non perde l’occasione per accendere il match clou di domenica. «Sono numeri che fanno bene alla società, alla città e al movimento calcistico bellunese – continua il centrale di Vecchiato – anche perché è vero che li condividiamo con il Padova, ma partendo da tutt’altro budget. Per noi sono numeri figli di un pensiero che abbiamo sempre sostenuto e che si sta dimostrando non essere solo parole al vento, ma fatti: siamo un grande gruppo unito, di uomini».
Ore 12.00 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno continua a regalare grandi emozioni e il primato in classifica, insieme al Padova, è più che meritato. Nessuno lo avrebbe mai detto, ma i fatti parlano chiaro: il Belluno di mister Vecchiato vola. Il quarto posto della scorsa stagione, che è valso i play off contro la Sacilese, aveva fatto sperare in un’ottima stagione ma fare sei su sei non era facilmente auspicabile. La prima posizione è frutto del miglior attacco del girone con diciassette gol fatti, quasi tre a partita, e cinque subiti che valgono anche una delle migliori difese insieme proprio ai padovani e all’Altovicentino. Ma qual è la vera forza di questo Belluno? La differenza rispetto all’anno scorso è senza dubbio la panchina, perchè ogni volta che Vecchiato fa un cambio la qualità del gioco rimane costante o addirittura si alza. Uno su tutti è Ruben D’Incà, finito in panchina nelle ultime due partite. Quando è entrato ha sempre inciso con prestazioni di alto livello, proprio come domenica contro l’Arzignanochiampo dove ha messo a segno una doppietta decisiva. «Ovviamente partire titolare fa sempre piacere – spiega D’Incà – ma la rosa è ampia e il mister giustamente deve fare le proprie scelte. In spogliatoio sappiamo che chi parte dal primo minuto o chi subentra ha lo stesso valore. Sono sereno e se succede di giocare anche soli cinque minuti bisogna dare comunque il massimo. Contro l’Arzignano io e Mosca ci siamo scaldati insieme e poco prima di entrare lui mi ha detto che avrei segnato su un suo assist, e così è stato. Non è stata comunque una partita facile, il primo tempo il Belluno ha giocato molto bene, creando diverse occasioni, ma riuscendo a concretizzare solo quella di Miniati. Nella ripresa c’è stata una loro reazione, ma siamo riusciti a contenerli e a chiudere il match, anche se forse dovevamo farlo prima». Tutti si chiedono quale possa essere il segreto di questo Belluno, ma le risposte sono molteplici. È un insieme fra giocatori, mister e società. «Non so neanche io esattamente quale sia, ma in settimana lavoriamo molto e il gruppo è fenomenale. Mister Vecchiato è molto preparato e ad ogni allenamento ci spiega pregi e difetti del nostro prossimo avversario, in modo da arrivare pronti alla domenica. Difetti del Padova? Non abbiamo ancora cominciato a studiarlo, quello che è certo è che sarà una sfida molto dura, vedremo in settimana cosa fare. Quanti gol quest’anno? La scorsa stagione ne ho fatti sette, ora sono a due e ovviamente raggiungere la doppia cifra sarebbe tanta roba». Prunster, niente Padova. Il fuoriquota classe 1995 difficilmente riuscirà a rientrare. La speranza è di rivederlo quando il Belluno tornerà al Polisportivo il 26 novembre contro il Giorgione.
Ore 11.50 – (Corriere delle Alpi) Quando a Belluno parli di un super tifoso, il primo nome che ti viene in mente è quello di Mirco Barp. Ora in molti lo conoscono anche per l’ottimo servizio streaming che fa delle partite del Belluno, ma i più “vecchi” non hanno certo dimenticato i suoi trascorsi di presidente del volley, gli anni in tribuna al Polisportivo, ma soprattutto gli anni gloriosi della Pallavolo Belluno di serie A e dei Panthers di cui Barp era il capo indiscusso. Per lui Padova – Belluno non è solo una partita fra le due squadre ancora a punteggio pieno, ma è “la partita”, la rivalità storica fra due città proprio dai tempi della pallavolo. Ma Barp ora è più saggio e smorza i toni in vista di domenica. «Nella pallavolo era il derby piu sentito, ma sia le squadre che le tifoserie erano sullo stesso piano numericamente. Mentre nel calcio a livello di pubblico e tifoseria non ci sono paragoni. Il Padova è in serie D di passaggio e bisogna dire che, malgrado la “retrocessione” di 2 categorie, la nuova società non ha sbagliato una mossa, anche se sono partiti in ritardo rispetto alle altre. E i tifosi padovani l’hanno premiata con 3600 abbonamenti. Sono i favoriti alla promozione finale». Ma chi vince domenica? «È una partita da tripla, loro avranno dalla loro parte un tifo da categoria superiore, mentre il Belluno avrà meno “pressione” di vincere e questo potrebbe essere un vantaggio per noi». Curi il servizio streaming e non puoi essere in mezzo agli Ultras Belluno. Ma che voto diamo a questi ragazzi? E secondo te c’è qualche rischio per la trasferta di domenica? «Hanno una gran passione e sono dei fedelissimi visto che sono sempre presenti. Ma a Padova hanno un pubblico da far invidia anche ad alcune piccole squadre di serie A. Per domenica vorrei che tutti i tifosi bellunesi che andranno all’Euganeo si mettessero tutti insieme nella stessa tribuna. Non credo che si siano rischi, ci saranno i soliti sfottò, ma nessun altro problema».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Si è giocata la quarta giornata del campionato nazionale juniores. Nel girone D seconda cinquina consecutiva del Padova, questa volta ai danni dell’Union Pro. La gara è chiusa già nella prima frazione grazie ai gemelli del gol Babolin e Marcandella, alla reti di Montinaro e alla doppietta di Dovico. Nella ripresa si gioca per onor di firma e l’Union Pro accorcia fino al 5-2. Biancoscudati ora soli al comando a punteggio pieno; nel prossimo turno la squadra di Gualtiero Grandini sarà di scena a Trento contro il Mori. Anche il girone G ha una capolista padovana solitaria: si tratta dell’Atletico San Paolo che centra il quarto successo consecutivo. Dopo un primo tempo a studiare l’avversario, la Civitanovese, nella ripresa i gialloblù si scatenano mandando a segno Rinaldi, Esposito, Scala, Lombardo e Zaggia. Impressiona il tabellino dei ragazzi di Dalle Fratte, dodici reti all’attivo e zero al passivo. Arriva la sospirata prima vittoria dell’Abano che batte in trasferta la Jesina (1-0, rete nel finale di gara di Savio), e la scavalca in graduatoria. Giornata amara per il Thermal Abano Teolo che vede sfrecciare in casa una robusta Vis Pesaro (3-1) e nel prossimo turno giocherà il derby con la capolista Atletico San Paolo.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Prima da titolare anche per Pittarello, diventato maggiorenne giovedì scorso. È mancato solo il gol per farsi un regalo speciale di compleanno. «Sono dispiaciuto perché ho avuto due occasioni nitide, ma non sono riuscito a sfruttarle. Vincere è sempre bello, anche se farlo con un gol è diverso». In settimana era stato provato più volte con i presunti titolari, si aspettava di partire dall’inizio? «Avevo la speranza di poter giocare, l’allenatore ha comunicato la formazione domenica mattina nella riunione tecnica dopo pranzo. È stata una soddisfazione, ero molto carico. Cosa mi ha detto? Di lavorare in area e di dare tutto per fare il meglio possibile. Tra i compagni ci siamo fatti forza a vicenda, sappiamo che ogni partita è fondamentale e dobbiamo tenere sempre alta la concentrazione». L’anno scorso nella sua prima vera stagione in D ha realizzato quattro sigilli con il San Paolo. A quando il primo gol in campionato con il Padova? «Spero il prima possibile, se lo faccio con il Belluno sarà una gioia grande. È uno scontro diretto e c’è attesa per questa partita che dobbiamo preparare al meglio, da giovedì però: pensiamo intanto alla sfida con il Fano e a vincere». Per lei questa può essere la stagione che rappresenta il trampolino di lancio. «È un anno decisivo, sto vivendo una bellissima esperienza. Si dice che il treno passa solo una volta, spero di avere preso quello giusto».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Spera adesso di trovare più continuità? «Il mio obiettivo è mettere in difficoltà l’allenatore nelle scelte. Lui è bravo e sa quello che fa, non è facile gestire un gruppo di giocatori importanti come il nostro». Domani è in programma la trasferta di Coppa Italia con il Fano, domenica lo scontro diretto all’Euganeo con il Belluno. «Noi puntiamo a vincere tutto, siamo una squadra attrezzata per farlo. Quanto alla sfida con il Belluno, ottenere i tre punti significa dare un segnale importante al campionato. Loro hanno meno da perdere: sono partiti bene, ma non con l’idea di vincere il campionato». In estate è stato a lungo in prova prima che arrivasse la fumata bianca. «Più che essere in prova è stata una valutazione della società, ma sono rimasto sempre sereno. C’erano anche molte altre squadre che mi volevano, ma è stata premiata la mia scelta di aspettare il Padova».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Un passato recente in comune nel San Paolo e domenica l’esordio da titolare in campionato. Matteo Bedin e Filippo Pittarello sono i biancoscudati che, complici le defezioni di Segato e Ferretti, nonché il cambio di modulo, hanno rappresentato le novità (Nichele incluso) nello scacchiere base che domenica ha vinto a Fontanafredda. E i due padovani, che titolari erano partiti solo in Coppa Italia con il San Paolo, si sono fatti trovare pronti dopo una lunga attesa. «Sono contento perché da molto tempo aspettavo questo momento – esordisce Bedin – Nelle ultime due partite ero andato in tribuna, quindi non era semplice disputare tutta la partita anche per la mia struttura fisica. Importante è che sia andato tutto bene, ai tifosi abbiamo dimostrato che siamo 25 titolari. Farsi trovare pronti quando c’è bisogno non è facile: contano la testa e allenarsi sempre bene. Negli anni scorsi avevo il posto sicuro, questa stagione è un po’ diverso. Ma non ho mai fatto un campionato per vincere, e ci sta restare fuori nel Padova».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Alla trasferta di Coppa non parteciperanno sicuramente capitan Cunico e Nichele, che saranno tra l’altro ospiti questa sera alle 21 nella trasmissione “Sportlandia” su Serenissima Tv. Conferma al riguardo arriva dal diesse Fabrizio De Poli: «L’allenatore li fa riposare, non faranno parte della trasferta». Come loro, non è da escludere che vengano risparmiati altri “senatori” in vista dello scontro diretto con il Belluno di domenica all’Euganeo. Se ne saprà di più oggi alle 14 dopo l’allenamento al centro sportivo Geremia che precede la partenza per il ritiro di Fano. Con i marchigiani, quindi, Parlato darà probabilmente spazio ai biancoscudati che finora hanno avuto poche occasioni di mettersi in mostra: tra i pali si potrebbe vedere Cicioni, al centro della difesa si registrerà quasi certamente il ritorno di Thomassen, mentre in attacco potrebbe partire dal primo minuto Tiboni. Altri giocatori candidati a partire titolari sono Petrilli e Aperi, senza dimenticare i giovani. Quanto al Fano, in campionato non se la passa benissimo (7 punti) e domenica ha perso 1-0 nel recupero con l’Olympia Agnonese che ha due lunghezze in meno.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Si teme uno stop più lungo per Ferretti. L’entità dell’infortunio al flessore della gamba sinistra è più grave di quanto emerso nei primi accertamenti clinici, tanto che si parla di una lesione superiore al secondo grado. Questo è il responso emerso al centro di riabilitazione di Empoli, dove da ieri si trova l’attaccante: una struttura all’avanguardia, alla quale si rivolgono molti giocatori di serie A, e nella quale “El Rulo” effettuerà almeno fino a domani (incluso) tre sedute giornaliere di fisioterapia e di esercizi di mobilizzazione. Proprio domani, infatti, è previsto che dal capoluogo toscano vengano comunicati i tempi di recupero, che inizialmente erano stati quantificati in tre-quattro settimane. Passando alla squadra, ieri è tornata subito in campo anche se a ranghi ridotti in vista della trasferta di Coppa Italia con il Fano: i biancoscudati impiegati nella vittoria con il Fontanafredda hanno effettuato un lavoro defaticante, il resto del gruppo si è allenato agli ordini di Parlato con tanto di partitella su campo ridotto.
Ore 10.20 – (Gazzettino) È già partito il conto alla rovescia per la sfida al vertice di domenica all’Euganeo con il Belluno. Anche se domani il Padova è atteso a Fano da un importante impegno in Coppa Italia (ci saranno gli ultras che danno appuntamento alle 10 al parcheggio dell’Ipercity in strada Battaglia), l’attenzione del popolo biancoscudato è ormai rivolta all’atteso appuntamento contro la formazione che divide la vetta della classifica a punteggio pieno con l’undici di Parlato. Un match che vedrà una cornice di pubblico da categoria superiore, dato che si parte dai 4.569 tifosi presenti due domeniche con il Mezzocorona, numero destinato a salire dopo un’altra vittoria e in considerazione dell’importanza della posta in palio. Ci sarà un buon seguito pure da Belluno, dove i supporter locali hanno organizzato un pullman e i biglietti per l’incontro sono già in vendita nei consueti punti Ticketone. Si resta però con il fiato sospeso per i possibili provvedimenti del giudice sportivo dopo il petardo scoppiato a Fontanafredda partito dal settore che ospitava i quasi mille tifosi padovani e con l’Euganeo già in diffida. «Sono rimasto sbalordito – commenta l’ad biancoscudato Roberto Bonetto – perché dopo l’episodio di Montebelluna pensavo la cosa non si ripetesse. Abbiamo tifosi stupendi e spero che il fatto, opera di un deficiente di turno, non incida nella decisione, dato che il petardo non è entrato in campo, è scoppiato a gioco fermo o stagnante e non ha provocato fastidi a giocatori, arbitro o assistenti. Domenica mi attendo una bella partita e una bella cornice. Si affrontano due capoluoghi nella massima espressione della serie D veneta».
Ore 10.10 – (Gazzettino) È la Nipa srl di Vicenza la società di broker che, come l’avvocato Mattia Grassani, ha presentato l’istanza di fallimento del Calcio Padova. «Da trent’anni assicuravamo il Padova – spiega il presidente Alfredo Pastorelli – che si rivolgeva a noi fin dai tempi del presidente Pilotto. Si era instaurato un legame forte, non solo lavorativo, tanto che io stesso sono un tifoso biancoscudato e quella padovana era l’ultima squadra seguita dopo che abbiamo cambiato ambito di attività». Il debito non saldato è di 19 mila euro, a carico della gestione Penocchio. «La nuova società ha mantenuto solo le assicurazioni obbligatorie (responsabilità civile per danni provocati dai calciatori e polizze a favore dei giocatori in caso di infortunio, ndr) rinunciando a quella di salvaguardia di patrimonio. Per prassi il broker, su richiesta scritta della società, anticipa a luglio i premi per poi essere rimborsata nei mesi successivi e anche questa volta lo abbiamo fatto volentieri». E poi? «Non ci è arrivato alcun pagamento, anche se una parte era stata compensata con una somma che dovevamo restituire. Non so se al Padova verrà concesso il concordato».
Ore 10.00 – Disponibile a questo link l’articolo dedicato a Furio Stella.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Intanto, nonostante ufficialmente la società si mostri serena («Aspettiamo quel che deciderà il giudice, siamo fiduciosi», il commento laconico di De Poli), c’è molta preoccupazione per quel che potrà decidere domani il giudice sportivo, in merito ai petardi scoppiati a Fontanafredda. Il Padovaè già stato diffidato, gli arbitri hanno segnalato nel proprio referto quanto successo e tutto è ora nelle mani del giudice. Il fatto che non sia esploso all’interno del recinto di gioco non è un’attenuante, visto che in serie D non c’è l’obbligo di avere gli stewart che controllano ciò che succede sugli spalti. Domani si pronuncerà il giudice sportivo, che se dovesse calcare la mano potrebbe decidere per la disputa di una gara (non necessariamente quella contro il Belluno) in campo neutro. Intanto El Rulo Ferretti è partito per Empoli, dove si curerà in un centro specifico fino a domani. La lesione alla coscia è più grave del previsto (superiore al secondo grado), anche se, con le terapie di Empoli, c’è ottimismo sul fatto che l’argentino possa tornare in campo già fra tre settimane.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Spazio invece a Segato, squalificato in campionato, a Tiboni e Mattin che devono trovare la migliore condizione e ai tanti giocatori che fin qui si sono visti poco. Il tecnico non considera l’impegno minore, ma ha la necessità di di far rifiatare alcuni giocatori e di valutarne altri. «Sarà un modo per vedere all’opera tutti», ha spiegato, infatti, il diesse Fabrizio De Poli. «Non ci dà fastidio il fatto che questa gara arrivi proprio nella settimana che precede la sfida al Belluno. Giocare è sempre un divertimento». De Poli ha bisogno anche di risposte positive da tutta la rosa e da una squadra che l’ha soddisfatto solo a metà nell’ultima partita di campionato. «A Fontanafredda ho visto luci e ombre. Nel primo tempo abbiamo fatto molto bene, siamo stati incisivi anche senza un centravanti di manovra e il centrocampo a tre si è dimostrato una soluzione più che efficiente. Non si possono, tuttavia, sbagliare tanti gol. La gestione della gara va assolutamente migliorata, dobbiamo farci più cinici e chiudere le partite quando abbiamo la possibilità. Dobbiamo essere più cattivi e non rilassarci come fatto nel finale a Fontanafredda».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Si è aperta tra certezze, dubbi e paure la settimana più importante, fin qui, della Biancoscudati Padova. La vittoria contro il Fontanafredda ha dato forza a un gruppo capace anche di fare la voce grossa anche senza due uomini fondamentali come Segato e Ferretti, mentre domani si torna già in campo per la sfida di coppa a Fano, anche se la testa è rivolta anche al big match di domenica all’Euganeo contro il Belluno e ai possibili provvedimenti che può prendere il giudice sportivo dopo gli episodi di domenica. Ma andiamo con ordine. Verso Fano. Oggi la squadra si allenerà alle 14 alla Guizza e subito dopo partirà per Fano, dove domani alle 15 scenderà in campo per i sedicesimi di finale di coppa Italia di serie D. Parlato, quasi sicuramente, schiererà una formazione completamente diversa rispetto a quella vista contro il Fontanafredda e a quella che giocherà con il Belluno. Spazio a chi ha giocato meno fin qui, al punto che il tecnico lascerà a casa anche Cunico e Nichele, per far recuperare loro perfettamente le forze in vista di domenica prossima.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Questa piazza mi spinge a dare davvero il massimo, qua sto bene e sono molto sereno perché la società ed i tifosi mi fanno sentire a mio agio. Con il Belluno sarà una partita importante, ma come tutte le altre per altro, anche se sarà durissima. È uno scontro diretto? Certo, ma non dobbiamo avere paura di nessuno». Infine ecco il giudice sportivo, autentico incubo di questo inizio di campionato. Dopo la diffida legata ai fatti di Montebelluna e le tre giornate a Segato, adesso c’è preoccupazione per un petardo esploso a Fontanafredda nel settore riservato alla tifoseria biancoscudata. Come si mette con la diffida? Ancora una volta tutto dipenderà da quanto scritto sul referto dal direttore di gara. Si attende col fiato sospeso, all’eventualità di disputare Padova-Belluno in campo neutro non vuole pensare proprio nessuno. Ma è questa, in fondo, l’unica nuvola in un orizzonte biancoscudato fatto da gol, vittorie, campagna abbonamenti da record e pubblico in fermento. Insomma, dal 15 luglio sembra passato un secolo.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Poi, un soffio di vento, un gol da centravanti di razza che si ricorda ancora come si fa e tanti saluti allo scetticismo. Poi, in sala stampa, la chicca finale che fa innamorare il popolo biancoscudato: «Se mi ripassano di nuovo la bambola gonfiabile la prossima volta la prendo». Potenza di una dichiarazione, ovazione su Fb della tifoseria e amore che pare sbocciato quasi per incanto. Padova-Belluno è già cominciata e pazienza se un faticoso intermezzo a metà settimana costringerà i biancoscudati a una lunga trasferta a Fano contro l’Alma Juventus. Si gioca domani alle 15: più che possibile che Carmine Parlato, che pure non vuole mollare nulla, neppure il trofeo oggettivamente meno utile e prestigioso in una stagione in cui si punta dritti al ritorno in Lega Pro, decida di mandare in campo una formazione infarcita di riserve, di giovani e non certo da «titolarissimi», come si dice in questi casi. Fatto sta che Christian Tiboni ha cominciato nella migliore maniera possibile la sua avventura in maglia biancoscudata: «Sono contentissimo di questa rete — sorride il diretto interessato — questo gol è un sfogo per me dopo quanto passato».
Ore 08.40 – (Coriere del Veneto) Da dove cominciare? Dai 18 punti in classifica conquistati nelle prime sei giornate, senza alcun dubbio. Perché sono sei vittorie che fanno bene al morale, perché sono sei vittorie tutt’altro che scontate considerato da dove si è partite. E perché fanno bene alla salute e pure alla classifica, visto che il Belluno non molla un centimetro e continua a inanellare un successo dopo l’altro. Padova-Belluno è alle porte e le storie da raccontare sono tante. Ad esempio quella di Christian Tiboni, che gioca qualche spicciolo di partita e che segna al primo pallone toccato. Segna e i tifosi lo incensano con qualche coro un po’ «spinto» e consegnandogli una bambola gonfiabile, ricordando il suo passato un po’ turbolento. E Tiboni che fa? Non se la prende e sta la gioco, basta una sola frase per diventare in pochi minuti l’idolo dei tifosi. Gli stessi che, fino a qualche ora prima, dubitavano del suo rendimento, osservavano con sospetto quell’attaccante che avrebbe dovuto fare la differenza e che nemmeno in assenza di Gustavo Ferretti veniva schierato titolare.
Ore 08.38 – Nichele e Cunico potrebbero non partecipare alla trasferta di Fano: probabile turno di riposo per loro, che verrebbero risparmiati in vista della sfida di domenica col Belluno.
Ore 08.36 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che sono già in vendita i biglietti per la gara Biancoscudati Padova – Ital Lenti Belluno, in programma domenica 19 ottobre alle 15.00. I tagliandi possono essere acquistati nei punti vendita Ticketone, sul sito www.ticketone.it fino alle ore 12.00 di domenica 19 ottobre. Le biglietterie dello Stadio Euganeo apriranno il giorno della gara alle ore 13.30. Punti vendita TicketOne abilitati alla vendita dei biglietti: – Coin Ticketstore – via Altinate 16/8 – Padova – Tel. 049-8364084; – Toto Abano – viale delle terme 87 – Abano Terme – Tel. 049-810665; – Totoricevitoria “Casa Fortuna” – via Bajardi 5 (presso Centro Commerciale “La Corte”) – Tel. 049-8647805; – Lastminute Tour Vigonza c/o Centro Matrix Shop – Via Udine 3, – Vigonza (Padova) – Tel. 049-629171; Per informazioni – Mail – biglietteria@padovacalcio.it Tel. 049 604498.
Ore 08.34 – Questo l’aggiornamento di stato apparso sulla pagina ufficiale della Tribuna Fattori su Facebook: “TUTTI A FANO!!! ‘Quando in campo scenderai non ti lasceremo mai…..’ La Tribuna Fattori organizza la trasferta a Fano in auto. Il ritrovo per tutti i nostri ragazzi e’ fissato alle 10 di mercoledì nel parcheggio dell’Ipercity(strada battaglia Albignasego). Chi non ha la macchina venga comunque perché un posto lo troviamo… Avanti ragazzi di Padova!”
Ore 08.32 – Serie D girone C, il prossimo turno (settima giornata, domenica 19 ottobre ore 15.00): AltoVicentino-Union Pro, Clodiense-ArziChiampo, Dro-Mezzocorona, Giorgione-Triestina, Legnago-Fontanafredda, Kras Repen-Tamai, Padova-Belluno, Sacilese-Mori Santo Stefano, Union Ripa La Fenadora-Montebelluna.
Ore 08.30 – Serie D girone C, la classifica dopo la sesta giornata: Belluno e Padova 18, AltoVicentino 16, Sacilese 12, Clodiense e Tamai 10, Montebelluna 9, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 8, Fontanafredda 7, ArziChiampo e Giorgione 6, Dro 5, Kras Repen e Mori Santo Stefano 3, Triestina e Legnago 2, Mezzocorona -1.
Ore 08.28 – Serie D girone C, i risultati della sesta giornata: ArzignanoChiampo-Belluno 1-3, Fontanafredda-Padova 1-3, Mezzocorona-Giorgione 0-0, Montebelluna-Sacilese 1-3, Mori Santo Stefano-Clodiense 2-2, Tamai-Dro 0-0, Triestina-Alto Vicentino 0-2, Union Pro-Legnago 0-0, Union Ripa La Fenadora-Kras Repen 3-0.
Ore 08.26 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.24 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 13 ottobre: Biancoscudati subito al lavoro dopo la vittoria di Fontanafredda, c’è da preparare la sfida di Coppa Italia con l’Alma Juventus Fano