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Ore 22.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) È la vittoria dei Maistrello e Stevanin, i due giovanissimi che con il loro ingresso hanno cambiato la partita, il primo con il gol, il secondo con l’assist, ma è anche il successo di Raffaele Nolè, la seconda punta acquistata in estate e trascinatrice del Bassano Virtus con quattro reti in questo inizio campionato. Un bottino importante, impreziosito dalle ultime due reti segnate di testa, consecutive, contro Arezzo e Cremonese. «Ne avrò fatte tre in carriera prima di queste due consecutive – scherza l’ex Ternana – l’importante non è come arrivino ma che portino punti». Il Bassano che supera anche l’esame Arezzo. «Nel primo tempo era francamente impossibile giocare, loro molto aggressivi, se poi si saltava l’uomo arrivava il raddoppio e spesso il fallo. Giocavano in 11 sotto la linea della palla, sembrava che il loro scopo fosse far passare il tempo, più che cercare la rete». Nel secondo tempo un Soccer Team diverso. «Nell’intervallo ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che dovevamo cambiare registro, non cadere alle loro provocazioni, essere più lucidi: il mister ha detto semplicemente “Divertitevi in campo”, ci ha fatto capire che dovevamo semplicemente fare quello che sapevamo fare». Gol subito, rigore però regalato che poteva costare caro. «Nel secondo tempo sono calati fisicamente, sembravano sulle gambe dopo il gol perché è una squadra non abituata a ad attaccare, ma noi non abbiamo chiuso la partita – continua Nolè – con un vantaggio di una sola rete dobbiamo essere più bravi a chiudere la partita, gestendo al meglio il risultato, non possiamo sempre soffrire. Anche perché fino a questo momento siamo stati bravi a recuperare, ma può anche esserci la partita in cui gli altri segnano due gol e noi non portiamo a casa punti». Cremonese ed Arezzo, due partite molto diverse ma che hanno visto un comune denominatore, la vittoria del Bassano. «È vero, due squadre opposte come gioco, siamo stati bravi ad abituarci ad entrambe le situazioni. Noi però manteniamo la nostra filosofia, stiamo cercando di giocare contro tutti a viso aperto, senza guardare avversario o stadio. Se continuiamo così, possiamo prenderci delle soddisfazioni importanti in questo campionato».
Ore 22.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Bassano primo, Real Vicenza secondo. Roba da stropicciarsi gli occhi: lassù, in Lega Pro, si parla vicentino. E, con il passare delle settimane, ci si domanda come il Bassano possa essere considerato solo una meteora d’inizio stagione invece che una splendida realtà con cui fare i conti. Battuto l’Arezzo 2-1 al 91’, fuga conclamata a quota 16 e concorrenza a inseguire: «Prima di questa stagione sorride Raffaele Nolè, grande protagonista anche con l’Arezzo con un gol decisivo — credo di aver segnato in tutta la carriera tre reti di testa… Adesso sono già due in due giornate, non posso che esserne felice. E’ positivo che sappiamo reagire sempre, siamo contenti di sentire il pubblico così vicino: portare quanta più gente possibile allo stadio è uno dei nostri obiettivi». E, dietro ai giallorossi, spunta un incredibile Real Vicenza, che batte il Venezia 2-0 e affianca il Como al secondo posto. Michele Marcolini infligge una dura lezione al suo ex allenatore Alessandro Dal Canto, portando a casa un successo che non fa una piega: «Sono molto felice – ammette l’allenatore biancorosso – gli obiettivi però non cambiano. Il nostro è quello di fare un campionato tranquillo, vogliamo mantenere la promessa fatta».
Ore 22.10 – (Giornale di Vicenza) Se il Bassano è una squadra da gustare a sorsate, il Maistrello time va santificato con un drink speciale. «Me lo ha suggerito Nicolò Tonon – rivela il colosso di Asta – e l´ho preparato anche domenica mattina: è un frullato con banana, mela e pesca, Tonon mi ha indicato gli ingredienti e se non altro ha portato bene. Ma non è solo un amuleto. Lui è fissato con questi particolari e in effetti ha ragione». Il talismano in compenso è Cortesi. «Oh, Elìa è il mio oracolo – confessa lo scultoreo Tommy – ogni cosa che dice poi si avvera. Con l´ Albinoleffe alla vigilia aveva predetto la mia segnatura, l´altroieri in panchina me l´ha ripetuto e c´ha azzeccato di nuovo». Tre gol da subentrante di successo, le stimmate del risolutore cucite addosso. «In realtà i gol in volata sarebbero già 5, ma a Cremona mi hanno annullato il 3-5 fischiando la fine mentre stavo calciando il pallonetto della cinquina e con la Giana in casa il 2- 1 era regolarissimo però l´arbitro ha visto un fallo in attacco inesistente quando le immagini hanno chiarito che avevano pasticciato il difensore e il portiere». Tommy cannoniere last minute è ormai un titolo da depositare col brevetto: lo scorso anno i graffi sugli ultimi aliti delle partite con Real Vicenza (andata e ritorno), Santarcangelo (nello scontro clou che proiettò i giallorossi in vetta), ora la doppia prodezza con Albinoleffe e coi toscani. Cinque guizzi destinati a pensionare la zona Cesarini per inaugurare l´area Maistrello, quella del colpo di coda, non più una coincidenza. «Soltanto la conferma che noi ci crediamo e ci proviamo sino alla fine più degli altri». Lo scorso anno di questi tempi in C2 Maistrello doveva ancora iniziare a griffare nel sacco. Persino Asta qualche simpatico dubbio inizia ad avercelo. «È vero, mi domando anch´io se a volte non sia il caso di impiegarlo dall´inizio, ma Pietribiasi sta registrando un rendimento eccezionale, fa gol e mi stanca i difensori con un pressing estenuante. Vediamo cammin facendo, di sicuro è un tipo di problema che mi va benissimo dover affrontare».
Ore 22.00 – (Giornale di Vicenza) Il Real Vicenza è volato al secondo posto vincendo il derby con il Venezia. La festa del Menti è stata completata da Matteo Piccinni, al secondo gol in maglia biancorossa. Il “Piccio”, così come lo chiamano i compagni, ci ha preso gusto. Il colpo di testa è il suo piatto forte e il Real Vicenza può contare su un difensore goleador. La seconda rete realizzata contro i lagunari è una prodezza a pochi metri dalla porta. Piccinni, quando i gol arrivano anche dalle retrovie . «Siamo tutti felici, in modo particolare io perché do un contributo anche in fase offensiva». Ha dimostrato che la rete segnata all´Alessandria non è stata un caso. «Ci sto prendendo gusto, speriamo che capiti sempre l´occasione giusta. Col Venezia la dinamica è stata un po´ diversa». Racconti. «Galuppini ha crossato sul primo palo, mi sono abbassato un po´ per cercare di vedere la palla, l´ho girata verso la porta ed è andata bene. Sono tutte cose che proviamo in allenamento e il merito va anche al mister che ci mette nelle condizioni di fare gol così». Battuto il Venezia, formazione d´alta quota. «Il Venezia è una delle squadre più quadrate del campionato, ha giocatori di qualità in avanti, come Bellazzini e Raimondi, e il reparto arretrato è collaudato. Loro hanno iniziato meglio di noi, ma col passare dei minuti siamo riusciti ad esprimere il nostro gioco, abbiamo potuto girare palla a terra e sfruttato le ripartenze. Il risultato per noi è ottimo». Si aspettava il Real Vicenza, una formazione al debutto in Lega Pro, che non può contare sul grande pubblico, nei piani alti della classifica dopo 7 giornate? «Me lo auguravo. Il nostro obiettivo all´inizio era fare bene di squadra. Io sono arrivato a Vicenza con questo obiettivo e credo anche i miei compagni. C´è un buon mix di giovani ed esperti e proprio noi che abbiamo qualche anno in più stiamo cercando di aiutare i ragazzi che magari sono alle prime esperienze in categoria. Questa classifica è il giusto premio per tutti perché in settimana ci impegniamo, c´è veramente un buon gruppo e tutti, da quello che gioca ogni partita a quelli che entrano gli ultimi dieci minuti, danno il massimo».
Ore 21.40 – (Trentino) Cosa ha detto il derby di sabato pomeriggio tra Dro e Mori Santo Stefano? Che i padroni di casa hanno vinto e scavalcato in classifica proprio i lagarini, ma non solo. C’è una cosa che accomuna le due squadre, i cui stati d’animo erano ovviamente diametralmente opposti al termine dell’incontro. Se Manfioletti e Zoller non registreranno le rispettive difese la corsa verso la salvezza (o i playout, ognuno può essere più o meno ottimista) sarà incredibilmente dura. I tre gol visti sabato ad “Oltra”, a cui bisogna aggiungere il rigore che Bonomi ha parato a Tisi nel corso del primo tempo, derivano da grossolani errori delle retroguardie droate e moriane. Senza voler sminuire le qualità di chi è andato in rete o si è procurato il penalty, appare evidente che le due squadre hanno ancora grosse lacune in fase difensiva. La prima rete del Dro è stata originata da un grossolano errore della coppia centrale del Mori con Bortolotti che ha ringraziato, saltato Poli con un pallonetto e insaccato a porta vuota il pallone. Poi c’è il rigore causato ingenuamente da Serrano (e non la prima “topica” commessa dal difensore di scuola Sampdoria) con una spinta evidente quanto ingenua ai danni di Deimichei e, sempre nel primo tempo, il gol di testa di Ischia: il capitano del Dro è stato bravo a staccare e spedire il pallone sul palo opposto con un preciso colpo di testa, ma da censura è il comportamento della difesa del Mori nella circostanza visto che il difensore centrale gialloverde è stato dimenticato da tutti i giocatori presenti in quel momento in area di rigore. Tradotto in parole povere: qualcuno ha perso la marcatura di Ischia e nessuno, nemmeno in extremis, ha provato a contrastare l’incornata del difensore di Arco. Per chiudere il cerchio c’è il gol di Deimichei (che ha riaperto la partita) nella ripresa con indecisione fatale di Bonomi al limite dell’area, sfruttato in maniera impeccabile dal bomber moriano. Errori individuali o di reparto: poco importa, per salvarsi Dro e Mori Santo Stefano dovranno fare molto meglio.
Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Una stagione e cinque giornate dopo, il Ripa, come sta? Cagionevole, a leggere la classifica. La formazione di Max Parteli, che in molti dopo il mercato estivo si aspettavano in assetto da cacciatorpediniere, a oggi sta ancora rullando in pista con le sembianze di un volo cargo. Ma l’anno scorso, a questo punto, come andava? Ben peggio. Dopo cinque giornate di campionato il primo Union Ripa della storia della serie D agonizzava a fondo vasca: 4 sconfitte e un pareggio, 1 punto, 3 gol fatti e 11 subìti. Un anno dopo almeno, nonostante l’avvio identico (1-1 alla prima, 1-2 alla seconda) i punti sono 5 e se non altro il gioco è tutt’altro. Tanto da non far disperare i protagonisti. «Sono sereno, il calcio è fatto di episodi», ha commentato mister Parteli al termine di Altovicentino-Ripa. «Dopo la vittoria con il Legnago cercavamo la continuità e a parte il risultato sfortunato – gli ha fatto eco De Carli – in quanto a prestazione l’abbiamo trovata». I PRO – Tra i fattori paradossalmente favorevoli c’è la jella. La sconfitta a Valdagno, arrivata solo su un’autorete che a pensarla non verrebbe, ne è la prova provata. L’inizio stagione del Ripa non è stato dei più fortunati e in almeno un paio di occasioni Brotto&Co. hanno raccolto meno di quanto seminato. Difficile – va detto – pure il calendario che i ragazzi di Parteli hanno dovuto affrontare, con tre delle prime cinque della classe già affrontate. I CONTRO – Altrettanto vero però è che la rosa con cui il Ripa si è presentato quest’anno al cospetto del campionato non è paragonabile a quella di inizio 2013/2014: una delle più folte del girone, ampiamente rinforzata e con numerosi elementi di esperienza. Insomma, se il Ripa ne ha già incontrate tre delle prime cinque, è anche vero che tra quelle cinque avrebbe potuto (dovuto?) esserci. In estate moltissimi degli addetti ai lavori hanno piazzato il Ripa tra le prime del girone C dopo Padova e Altovicentino, insieme a Sacilese e Belluno. E i cugini di Belluno, oggi, contano un +10 che non fa di certo piacere al popolo neroverde.
Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Che peccato. Buona prestazione, ma tre punti all’Altovicentino. Questa la sintesi della quinta giornata per il Ripa Fenadora, beffato da uno sfortunato autogol a 20’ dalla fine. «Si torna a casa quindi a bocca asciutta, ma con la consapevolezza di potersela giocare contro ogni avversario». L’ambiente neroverde insomma non si scompone, anzi è carico: «Domenica arriva il Kras, poi subito un’altra partita casalinga contro il Montebelluna», le parole della società, che mette nel mirino il doppio impegno al Boscherai. «Due gare impegnative che i nostri ragazzi e lo staff, al solito, prepareranno nel modo migliore». L’importante «è questa consapevolezza», sottolinea il centrocampista, ma anche difensore centrale Enrico Antoniol. Un po’ di rammarico. «Dal punto di vista del risultato l’abbiamo presa male, perché per la prestazione che abbiamo fatto meritavamo e volevamo qualcosa in più», commenta Antoniol. «Prima della partita ci eravamo detti che in casa di una delle squadre più forti del campionato non avevamo nulla da perdere e siamo andati là per fare la partita. Le possibilità di portare a casa punti c’erano e resta il rammarico per non avercela fatta, però siamo super contenti della prestazione e ci portiamo dietro questo». La classifica. I neroverdi sono undicesimi con 5 punti come il Giorgione e i play-off distanti 4 lunghezze. «Adesso bisogna iniziare a portare a casa punti, però con prestazioni del genere di partite ne perdi poche», dice il centrocampista del Ripa Fenadora. «Qualche punto in più ce lo aspettavamo, però sapevamo che sarebbe stato un inizio in salita». Comincia un nuovo campionato. «L’inizio è stato tosto, abbiamo trovato squadre importanti, che giocano bene», sottolinea Enrico Antoniol. «Stiamo migliorando sempre di più, anche fisicamente, e siamo concentrati su quello che stiamo facendo, convinti e consapevoli dei nostri mezzi». Doppio appuntamento casalingo. «Sono partite in cui dovremo dare ancora più del cento per cento per cercare di portare a casa più punti possibile. È doveroso», afferma il centrocampista neroverde. «Bisogna muovere la classifica». Margini di miglioramento. «Qualcosa da migliorare c’è dappertutto: bisogna cercare di essere più concreti in fase realizzativa e di difendere meglio perché non abbiamo finito ancora una partita senza subire reti», dice Antoniol. «Finora abbiamo lavorato più sull’affiatamento e ci possono stare delle prestazioni un po’ altalenanti perché stiamo facendo un lavoro fisico in modo che si riesca a mantenere un certo tipo di condizione per tutto l’anno. Stiamo cercando di raggiungere questo livello e l’umore è buono dopo prestazioni come a Sacile e a Valdagno. Siamo convinti che possiamo fare bene e che sia questione di poco per le cose che ci sono da sistemare. Sicuramente ci alzeremo».
Ore 20.50 – (Il Piccolo) Quattro moduli diversi in cinque partite, anzi parecchi di più visto che poi a partita in corso si è quasi sembra cambiata rotta e sistema di gioco: è il ruolino di marcia tattico della Triestina in questo primo scorcio di campionato. E, naturalmente, cinque formazioni diverse in altrettante partite. Sia chiaro: che Stefano Lotti nelle prime giornate faccia prove, esperimenti e rimescolamenti vari, è una scelta sacrosanta. La partenza in ritardo rispetto alle altre squadre, l’impossibilità di aver potuto giocare delle amichevoli, i giocatori che sono continuati ad arrivare a gruppetti con novità praticamente a ogni settimana, sono i fattori che non hanno permesso di costruire nel precampionato un modulo di gioco certo e collaudato. Anche perché ogni settimana, tra acciacchi, infortuni e nuovi arrivi, Lotti ha avuto a disposizione quasi sempre un pacchetto di giocatori sempre diverso. Pertanto ci sta che le prime partite siano servite a cercare la soluzione migliore. Però ben presto bisognerà cominciare a tirare le somme, perché saper giocare in vari maniere diverse può essere sempre utile, ma questa squadra, soprattutto perché in gran parte inesperta, ha bisogno al più presto di certezze. La Triestina aveva debuttato a Mezzocorona con un 4-3-3 (c’erano Nuzzi, Bez e Manzo nel tridente offensivo) che poi era stato cambiato nella ripresa in corso d’opera. Evidentemente una formula che non aveva convinto del tutto nonostante il punto raccolto in Trentino. Contro la Sacilese, al debutto casalingo, inserimento di Ventura sulla fascia ma cambio di modulo: si era passati infatti al 4-2-3-1 con Proia e Gasparotto davanti alla difesa e un Amadio posizionato dietro a Bez. Anche in questo caso nel secondo tempo si era virato con l’inserimento di Giacani per far giocare due punte. Poisi è andati in casa dell’Arzignanochiampo inserendo tre nuove pedine (Pontrelli, Sittaro e Giacani) e cambiando ancora modulo, proponendo in quell’occasione un 4-3-1-2. Per il derby al Rocco con il Kras arriva Giorgino a far coppia con Proia in mezzo al campo e c’è ancora un nuovo sistema di gioco, ovvero un 4-4-2 che come vertici offensivi vedeva Bez e Pontrelli, con Fabbri e Arvia esterni di centrocampo. A Belluno l’infortunio dell’ultimo momento di Giorgino scombina un po’ le carte, l’Unione presenta le novità Giordano e Pennicchi e ritrova il 4-3-3, anche se con qualche adattamento.
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un bella sensazione quella di trovarsi a ridosso delle prime in classifica, dopo solo cinque giornate di campionato. È sicuramente quella che prova Andrea Pagan tecnico della Clodiense con la sua squadra che ha finora raccolto nove punti (frutto di tre successi ed una sconfitta) dopo quattro partite. E domani si svolgerà a Chioggia il recupero con il Tamai. In caso di successo la squadra lagunare potrebbe già guardare con altre prospettive il prosieguo del campionato. «Sicuramente questo inaspettato inizio di stagione ha sorpreso anche noi – dichiara il tecnico – ma non montiamoci la testa e rimaniamo con i piedi ben piantati per terra. Siamo logicamente soddisfatti per i punti conquistati e c’è il rammarico di aver gettato al vento la partita di Mogliano. Siamo stati bravi ad accettare quella sconfitta e ripartire subito. Contro il Fontanafredda abbiamo sicuramente disputato un ottimo primo tempo meritando il successo». Qualche appunto però lo rivolge ai suoi. «Devo solo ringraziare i ragazzi e fare i complimenti per il lavoro che svolgono durante la settimana e come mettono in essere i miei concetti. Però c’è sicuramente qualche aspetto da rivedere. Quando siamo in vantaggio non riusciamo a gestire la gara ed anche domenica, dopo il vantaggio, abbiamo sofferto, arretrando troppo senza imporre il nostro gioco. Ecco, dobbiamo migliorare in questo aspetto». E domani arriva al «Ballarin» il Tamai per il recupero della terza giornata non disputata a causa della tragica morte di un giocatore friulano. «Mi aspetto una partita molto difficile – continua Pagan – perché il Tamai ha ben altra caratura rispetto alle squadre finora incontrate. Dispone di gente esperta e per noi sarà molto difficile avere la meglio. Se vogliamo continuare nella striscia positiva ci vorrà molta concentrazione ed intensità di gioco». Per quanto riguarda la formazione il tecnico lagunare verificherà le condizioni fisiche dei giocatori ma sarebbe orientato a ricorre a qualche cambio rispetto alla partita con il Fontanafredda anche in vista della trasferta di domenica a Mori S.Stefano.
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Tamai ha già la testa a domani pomeriggio. A Chioggia si giocherà il recupero della gara sospesa il giorno successivo la scomparsa di Riccardo Meneghel. Infrasettimanale, giornata lavorativa, ricordo straziante, opportunità di gioire nuovamente come fatto sabato a Legnago. Tutto questo rappresenta un’unica partita per la squadra di Stefano De Agostini. «Sono convinto – ribadisce il suo “credo” l’allenatore del Tamai – che se fai calcio i risultati arrivano. Se invece non fai calcio non arrivano, se non per una questione di pura casualità. Voglio che i ragazzi giochino e sono certo che, in questo modo, arriveranno anche i punti. Il risultato si costruisce con la prestazione. Voglio anche che tutti continuino a fare bene gli allenamenti, come è successo finora».
Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) In trasferta è un altro Tamai. Due successi in due gare per i mobilieri fuori casa, che così si apprestano ad affrontare nel migliore dei modi un viaggio assai delicato, come quello di domani a Chioggia. Il recupero con la Clodiense, che al Ballarin ha sinora costruito le sue fortune (due vittorie e zero gol subiti), fa meno paura grazie alla rotonda affermazione di Legnago. Ancora presto per dire se le “furie rosse” sono a trazione esterna, considerato che in casa hanno dovuto affrontare le capolista Belluno e Padova, ma intanto i sorrisi per De Agostini (che ha scontato un turno di squalifica) arrivano proprio da lontano. Altro motivo di gioia: due attaccanti che amano segnare in coppia. Sellan e Furlan sono andati nuovamente a bersaglio nella stessa circostanza. Dopo le illusorie reti realizzate con i Biancoscudati, stavolta i loro sigilli sono valsi 3 punti d’oro. E così il Tamai ha potuto rialzare la testa, tornare in una zona di classifica più tranquilla e dedicare il successo a Meneghel, la cui maglia è stata affidata al capitano, Fabrizio Petris. Onore e responsabilità su buone spalle.
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Podenone) Spagnoli e Sottovia sono i nuovi gemelli del gol. Già il pareggio con l’Alto Vicentino era stato messo sulla lavagna nella colonna “risultati buoni”. La cinquina sacilese contro l’Union Pro Mogliano ha l’asterisco da esagerato. Pratica chiusa già nel primo tempo con la doppietta di Spagnoli, che ha spezzato il digiuno sui servizi di Beccia. Il bis personale di Sottovia, inframmezzato dalla segnatura di Beccaro, non ha lasciato scampo ai veneti. Che adesso stanno dietro in classifica. A Montebelluna, il prossimo fine settimana, sarà già scontro diretto in zona playoff. Quelli dove può stare legittimamente Zirolandia.
Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) L’attacco della Sacilese spaventa le grandi. Sì, anche le capolista che pur con qualche difficoltà (vedi il successo del Padova in extremis sul modesto Mezzocorona) continuano la loro corsa a punteggio pieno. E non potrebbe essere altrimenti, perché quando si mette in vetrina un tale arsenale offensivo, l’eco non può che arrivare anche nei piani alti. Ora quello della Sacilese è il secondo attacco del campionato (13 reti), assieme al Padova, a una sola lunghezza dal Belluno e con due gol in più dell’Altovicentino. Attacco super. Tre bocche da fuoco e un uomo che sa accendere la come pochi in questa categoria. I tre sono Spagnoli, Sottovia e Beccaro, l’ispiratore è Alessandro Beccia, una fonte inesauribile di cross da quella fascia sinistra di cui è spesso l’autentico dominatore. La cinquina rifilata all’Union Pro ha dispensato gioie alle punte della squadra di Zironelli. Primi gol in campionato per Spagnoli, che non segnava dalla doppietta di Coppa a Montebelluna, primi gol al XXV aprile per Sottovia (al terzo centro in due gare) e per Beccaro (autore pure di un assist). E se si pensa che per la prima volta Favaro non ha subito reti, allora il sorriso diventa a trentadue denti. E l’attuale quarto posto (anche se domani la Clodiense potrebbe sorpassare), a meno 6 dalla vetta, diventa un avvertimento anche per le battistrada. Zitti tutti. Mauro Zironelli ha colto, al XXV aprile, la vittoria più larga da quando è alla guida della Sacilese. La scorsa stagione travolse il Tamai, ma subendo un gol (5-1). E così facendo ha zittito anche quei pochi mugugni emersi dopo i pareggi con Kras e Ripa. Lo stadio di casa, in effetti, non era stato sinora foriero di grandi soddisfazioni. Basti pensare che la Sacilese non vinceva nel proprio catino dallo scorso 17 aprile (4-1 al Dro). «L’avevo detto che ci sarebbe voluta un po’ di pazienza – ha commentato il tecnico biancorosso –, ma l’attesa è valsa la pena. Anche perché quando giochiamo così, con pressing e palla a terra, diventa difficile per tutti fermarci».
Ore 19.10 – (Trentino) I giocatori, lo staff tecnico e i dirigenti del Mezzocorona domenica non si sono accorti di nulla. Verrebbe da dire per fortuna, visto che la truppa rotaliana si apprestava a giocare un’importantissima (e difficilissima) partita contro una delle “corazzate” del girone, i Biancoscudati Padova. Certo è che l’accoglienza che il gruppo “Centopercento animalista” ha riservato ai gialloverdi non è stato dei migliori. Il motivo? L’uccisione dell’orsa Daniza, il cui clamore mediatico non sembra essersi esaurito nemmeno con il passare delle settimane. Come raccontato ieri in esclusiva dal Trentino, nella notte tra sabato e domenica, il gruppo animalista ha tappezzato l’esterno di una parte dello stadio “Euganeo” con decina di volantini che sollecitavano il Mezzocorona a tornare a casa (“Mezzocorona go home”), consigliavano il boicottaggio del Trentino (“Boicotta il Trentino”) e invitavano il presidente provinciale a dimettersi (“Ugo Rossi dimettiti”). Il tutto condito dalla scritta “Assassini!” (diretto a chi? Ai giocatori del Mezzocorona? A tutti i trentini?) e da una grande foto di Daniza assieme ad alcuni dei suoi cuccioli. «Sinceramente non ci siamo accorti di nulla – spiega il tecnico del Mezzocorona Luca Lomi – anche se ci avevano preannunciato che, nei pressi dello stadio, ci sarebbe stata una manifestazione animalista. Siamo arrivati al campo e siamo entrati tranquillamente, senza subire alcun tipo di insulto o disturbo». Il blitz notturno allo stadio “Euganeo” era stato addirittura annunciato dall’associazione mediante un comunicato pubblicato sul proprio sito nella giornata di sabato. «Continua l’azione di Centopercentoanimalisti contro il Trentino – si legge sul portale del gruppo animalista – e contro il maggior responsabile della morte di Daniza, ovvero, il presidente della provincia Ugo Rossi. Questa volta a farne le spese è stata la squadra del Mezzocorona che domenica 5 ottobre affronterà i Biancoscudati Padova nella partita valevole per il campionato di serie D. I cancelli d’ingresso – prosegue il comunicato – della squadra “ospite” dello stadio Euganeo di Padova, sono stati tappezzati con decine di locandine adesive per ricordare ancora una volta, che la morte di Daniza non verrà dimenticata, ma soprattutto, e nostre azioni termineranno solo con le dimissioni di Ugo Rossi. Con ogni mezzo legittimo, noi di Centopercentoanimalisti continueremo a “disturbare” ogni presenza e ogni iniziativa del Trentino». La domanda che sorge spontanea è una sola: cosa c’entra il Mezzocorona Calcio in tutto questo? Qualche settimana fa (esattamente alla seconda giornata di campionato) il Mori Santo Stefano aveva giocato all’“Euganeo” contro i Biancoscudati Padova, ma allora non era accaduto nulla di eclatante e nessuno aveva invitato i lagarini a tornare a casa. Probabilmente il gruppo animalista ha atteso l’arrivo del “Mezzo”, in quanto la squadra più rappresentativa della provincia o, quantomeno, perché quella rotaliana è la formazione trentina più nota fuori dai confini provinciali, visti i recenti trascorsi in ambito professionistico del sodalizio di via Santa Maria.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Tre su 167. E tra queste, ovviamente, il Belluno di Roberto Vecchiato. Sempre e solo numeri, ma che numeri. In tutta la serie D italiana, otto gironi da Aosta a Siracusa per un totale di 167 formazioni iscritte, dopo 450’ di campionato ci sono solamente tre squadre a punteggio pieno. Una vive in Puglia, il Gallipoli, le altre due convivono in Veneto, nel girone C: Ital-Lenti Belluno e Biancoscudati Padova. Quel che è certo, qualora domenica gialloblù e biancorossi riuscissero a battere Arzignano e un Fontanafredda, è che il 19 ottobre sera delle due ne resterà soltanto una, o nessuna. In calendario infatti c’è un Padova-Belluno che con numeri come questi si preannuncia infuocato.
Ore 18.40 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno può vincere il campionato. Capitan Radrezza non è ancora sceso in campo per l’infortunio al ginocchio, ma è sicuro che la squadra abbia tutte le carte in regola per stare nel posto più in alto della classifica. «In rosa abbiamo diversi giocatori che hanno fatto la Lega Pro mentre ce ne sono altri, compreso me, che hanno giocato tanti campionati di serie D – racconta “Radre” – non ci manca l’esperienza, ma nemmeno le capacità tecniche ed è giusto sottolinearlo. Abbiamo un mister preparatissimo che è da primo posto nel girone, perchè cura molto i dettagli e alla lunga queste cose pagano. Le basi per vincere ci sono, poi ovviamente c’è tutto un contorno dietro della società a livello economico, ma non possiamo nascondere che riportare il Belluno in Lega Pro sarebbe bellissimo e tanti di noi lo meriterebbero». Cinque su cinque. Il Belluno ha cominciato in maniera perfetta la stagione conquistando tutti i 15 punti. «Meglio di così non si poteva fare – commenta sorridendo – ma nonostante stia andando tutto alla grande non dobbiamo pensare troppo al futuro e concentrarci partita dopo partita. Finora ci siamo riusciti molto bene, subendo poco e vincendo, con la miglior differenza reti dalla nostra parte. È bello stare lassù, godiamoci il momento». Radrezza ex Padova. Il Belluno tra due turni affronta in trasferta i biancoscudati, l’attaccante del Belluno ha bei ricordi tra le fila biancorosse con cui ha giocato tre anni. «Sono state tre belle stagioni tra Allievi e Berretti, purtroppo dovrò vivere questo match dalla tribuna, ma sono convinto che i miei compagni saranno all’altezza. Tornare in quello stadio, dove ho fatto anche gol, sarà comunque una grande emozione. Fino all’anno scorso tra le fila del Padova c’erano anche mio cugino Igor Radrezza, che ha anche esordito in serie B. Quest’anno gioca in Lega Pro con il Monza, è molto bravo e gli auguro di fare una bella carriera».
Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno cucina gli avversari con il fuoco basso. I suoi primi tempi non sono quasi maio eccezionali, ma alla lunga diventa irresistibile e non solo per le mele e le noccioline della massaggiatrice Monica D’Alfonso dell’intervallo: «I ragazzi hanno mostrato prestazioni molto autorevoli e arrivo a dire che parte del merito è anche del mister Roberto Vecchiato, che è davvero bravo. Sabato avrebbe anche potuto accontentarsi di pareggiare e, invece, ha fatto i cambi, per cercare di fare i tre punti. Il suo coraggio è stato premiato. Secondo me, è bravo a 360 gradi, dai rapporti con un gruppo più ampio a quelli con la stampa, passando per gli aspetti tattici. Prevedo un grande futuro per lui». Metti che… È soltanto l’alba del campionato, ma hai visto mai che a maggio il Belluno è ancora in cima alla lista: «È un problema che, eventualmente, mi porrò in quel frangente. Non so se saremmo davvero in grado di giocare in Lega Pro, di sicuro la nostra testa e anche il nostro cuore continuano a dirci di provare a vincere tutti gli incontri. Staremo a vedere dove saremo tra qualche mese. Sono appena passate cinque settimane e non è davvero il caso di dire di più. Naturale che mi aspetto delle altre prove convincenti e molti altri risultati positivi». Lo sponsor sogna. Ital-lenti ha fatto uno sforzo importante, per entrare nel nome della squadra. Potrebbe anche essere interessato una vetrina più importante di quella attuale: «Dobbiamo sempre ringraziare la famiglia Polzotto, con la quale c’è un rapporto molto bello e costruttivo. È che bisognerebbe avere un buon numero di soci in più e una struttura societaria diversa. Detto questo, i ragazzi lo meriterebbero e so che ci proveranno. Ci vediamo ad Arzignano».
Ore 18.20 – (Corriere delle Alpi) I superuomini del presidente. Il Belluno vola con il suo bel mantello gialloblù. Via più veloce della luce. Sembra quasi che possa fermarlo solo la kryptonite: cinque giornate e 15 punti, mica contro bocciofile. Tutti aspettano la partitissima di Padova, ma intanto si sono arrese Mori Santo Stefano, Tamai, Mezzocorona, Fontafredda e Triestina. Domenica l’Arzignano Chiampo, ma il sogno sarebbe quello di uscire dall’Euganeo con un altro salto sotto i tifosi. La sera della presentazione, in piazza Duomo, si erano visti anche gesti scaramantici poco eleganti, quando il presidente Livio Gallio e lo sponsor Paolo Polzotto di Ital-Lenti avevano chiesto una classifica migliore del quarto posto di pochi mesi fa. Gallio sta pagando giri su giri di prosecco agli amici, ma regola il conto molto volentieri: «Godiamoci questo momento. Un periodo bellissimo e magico, che ci vede non solo in cima alla classifica, ma anche interpreti di un buon calcio. La squadra fa risultato, ma allo stesso tempo piace, sia sul piano della mentalità che del gioco. Innanzitutto, va sempre in campo per vincere, ma lo fa attraverso prestazioni anche spettacolari. Sono sicuro che la stessa Triestina non ci metterà molto tempo a migliorare la propria classifica». Test più difficili. Gallio ha giocato a calcio, anche in serie C proprio con il Belluno e con la Mestrina. Sarà anche per questo che preferisce non scatenare troppo la fantasia: «Credo che arriveranno anche domeniche meno trionfali. Ci aspettano due incontri molto difficile, detto questo ce la giocheremo anche con il Padova, sempre con l’intenzione di batterlo, per di più in casa sua».
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Perdere si può, come era già accaduto con il Belluno. Male come a Chioggia, però, no. Non è così che ci si salva. Perché è a quello che il Fontanafredda deve pensare, in ogni partita. «Siamo mancati dal punto di vista della convinzione – afferma mister Maurizio De Pieri – e, se dovessi riavvolgere il nastro della partita, cambierei tutto. A cominciare dall’approccio». Il primo tempo regalato ai padroni di casa è una gentile concessione costata cara. Il prossimo test, ricevendo i Biancoscudati Padova, sarà un bell’esame. L’ulteriore espulsione, questa volta di Ianneo, non aiuta le facoltà di scelta dell’allenatore rossonero.
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Desta qualche apprensione il secondo ko consecutivo del Fontanafredda. Sei gol subiti in due partite, per quanto gli avversari si chiamassero Belluno e Clodiense, non sono un bel segnale. Ma soprattutto, in vista del big match di domenica, quando al Tognon arriverà il Padova, pesa la squalifica di Ianneo, espulso a Chioggia nel finale per doppia ammonizione. Con un Malerba non al meglio, rischia di aprirsi un buco nel cuore della difesa. Non l’ideale, anche se di fronte non ci sarà bomber Ferretti (infortunato).
Ore 17.30 – Queste le dichiarazioni rilasciate al termine dell’allenamento da Fabrizio De Poli alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino”, “Gazzettino” e “Corriere del Veneto”: “Ferretti? Ha una lesione tra primo e secondo grado di tre centimetri per un centimetro. Di solito però è seguita da un’edema, quindi faremo un’altra ecografia nei prossimi giorni per monitorare la situazione. Tempi di recupero? Indicativamente tra le tre e le quattro settimane. Prima della partita abbiamo parlato ai giocatori in spogliatoio, abbiamo parlato della partita ed abbiamo detto ai giocatori che è giusto avere ardore sportivo ma non si deve esagerare in campo”.
Ore 17.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.50 – Qui Guizza: ancora schemi per i Biancoscudati. Presente a bordo campo anche l’ex Roberto Putelli.
Ore 16.30 – Qui Guizza: leggero problema al ginocchio destro per Ilari, che rientra in campo dopo un paio di minuti.
Ore 16.10 – Qui Guizza: variano schemi ed interpreti. Tiboni rientra negli spogliatoi.
Ore 15.50 – Qui Guizza: provati già schemi in vista di domenica. Allenamento personalizzato per Tiboni.
Ore 15.30 – Qui Guizza: i Biancoscudati scendono ora in campo per l’allenamento.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati ancora negli spogliatoi.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Niente drammi in casa Venezia dopo il ko rimediato al Menti contro il Real Vicenza. La società fa quadrato attorno a squadra e staff tecnico e il ds Ivone De Franceschi mostra nervi saldi. «E’ normale che non sia contento del risultato, ma nel complesso abbiamo fatto una partita buona e sono convinto che se non fossimo rimasti in dieci avremmo portato a casa il risultato», dice ripensando al 2-0 e soprattutto al rigore subito negli ultimi secondi del primo tempo per un fallo di Zaccagni su Sasà Bruno. Sotto di un gol e con l’uomo in meno, tanto da costringere Bellazzini a fare la mezzala, gli arancioneroverdi non hanno più avuto la forza di raddrizzare il risultato, subendo alla mezz’ora il gol del ko definitivo. Ora il Venezia è decimo, con tre vittorie, altrettante sconfitte e un pareggio. «Risultati altalenanti – commenta De Franceschi – che non possiamo permetterci se vogliamo fare un campionato di vertice. E’ chiaro che dobbiamo riflettere su quello che non va. Ma non voglio nemmeno fermarmi alla partita di domenica, penso alle sette partite giocate e al fatto che la squadra sa stare in campo in un certo modo». Non che non vi siano difetti da correggere se si punta davvero alla continuità. «Stiamo facendo un percorso, analizzando le partite penso che troppo spesso siamo stati penalizzati dalle situazioni. Il rigore di Vicenza ne è un esempio». A preoccupare piuttosto è la conta dei giocatori, alle prese con infortuni, squalifiche e convocazioni in nazionale. […] Al momento, però, la società non pare intenzionata a muoversi. «Il presidente l’ho sentito – conferma De Franceschi – e per il momento dice di andare avanti così». La squadra riprenderà oggi ad allenarsi, con l’allenamento a porte chiuse spostato al giovedì, visto che la sfida al Penzo con il Monza è anticipata a sabato alle 16.
Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Nessuna proposta al momento dal Venezia, ma se dovesse arrivare Andrea Bovo ci penserebbe. Da tre settimane il 28enne centrocampista cresciuto nelle giovanili del Venezia si sta allenando al Taliercio in attesa di una sistemazione. «So di avere il gradimento tecnico del diesse e dell’allenatore, , ma al momento un eventuale inserimento nella rosa è un argomento mai affrontato». Bovo salirà stamattina da Salerno, dove si è spostato e preso casa. «Il Venezia a ha fatto delle scelte ed è giusto che le porti avanti, se poi il presidente Korablin mi facesse una proposta, potremmo anche parlarne. A questo punto non è questione di categoria, sono anche disposto a scendere in Lega Pro, ho sentito parlare di Pordenone o Pro Piacenza, senza alcun fondamento, ma per una piazza che lo merita sì, e Venezia sarebbe una di queste».
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ senza dubbio la più bella sorpresa di questo inizio di stagione, anche se già nello scorso campionato aveva lasciato intravedere di avere doti superiori alla media. Giovanni Sbrissa ha esordito in serie B a Trapani, non ancora diciottenne, conquistando tutti per la sua forza, le sue prestazioni, ma soprattutto per la personalità. «Esordire in serie B è stato molto bello – sottolinea il centrocampista trevigiano – a differenza dell’anno scorso in ritiro sono riuscito a lavorare senza problemi fisici. Ho avuto un piccolo fastido muscolare al flessore la settimana scorsa ma adesso sto bene e credo di essere riuscito a farlo vedere sabato scorso contro il Bologna». Sbrissa, oltre che un calciatore molto promettente è anche un ragazzo intelligente e vuole citare lo staff e i compagni per tutto quanto stanno facendo per lui. «Ringrazio il mister per la fiducia che mi ha sempre mostrato finora e per avermi schierato dopo una assenza di tre giornate per infortunio – spiega — farmi partire titolare in una gara così delicata non era facile, né scontato. Ma un grazie va anche ai miei compagni che mi aiutano in tutto, mi danno tanti suggerimenti, e di questo sono veramente grato». Sbrissa anche contro il Bologna è stato indicato come uno dei migliori in campo e anche gli avversari alla fine del match hanno avuto per lui parole di elogio. «Sono abbastanza soddisfatto della mia prestazione – sottolinea Sbrissa – ho dato il mio contributo contro un avversario attrezzato per la serie A. Ma sia ben chiaro che il merito della buona prestazione del Vicenza è di tutti, anche di quelli che non sono scesi in campo ma che in settimana lavorano con impegno. La nostra forza deve essere questa, a livello di grinta, determinazione e compattezza non ci deve superare nessuno. Il mister questo ce lo ripete in continuazione e noi stiamo facendo il massimo per fare quello che ci chiede». Cosa che al Vicenza è riuscita anche contro il Bologna. «Credo che non sia andata male — sorride Sbrissa — nel primo tempo la gara è stata equilibrata mentre nella ripresa siamo riusciti a tenerli nella loro metà campo. Non abbiamo trovato il guizzo vincente ma alla fine il punto ce lo teniamo stretto perché in serie B la continuità è senza dubbio molto importante».
E adesso c’è da mettere il timbro della conferma su quanto di buono fatto vedere in campo. «Sì — conferma il talento del centrocampo biancorosso — finora tutto è molto bello: se è un sogno, per favore, non svegliatemi».
Ore 13.30 – (Gazzettino) Una cosa però il presidente ci tiene particolarmente a sottolineare: «Non giustifico gli errori di comportamento. Mi disturbano e su questi mi riservo di approfondire. I ragazzi devono stare attenti su questo aspetto che a Cittadella è sempre stato messo al primo posto. Non possiamo permetterci autolesionismo per leggerezze che determinano provvedimenti disciplinari». Sulla tifoseria e sulla riapertura della campagna abbonamenti fino al 20 ottobre, Gabrielli conclude: «Sono contento dei tifosi granata, si impegnano in tante iniziative di stimolo e coinvolgimento. Mi dispiace non soddisfare a pieno le loro aspettative. Adesso abbiamo una settimana lunga con il posticipo a Varese lunedì prossimo. Avremmo preferito giocare quanto prima per cercare di invertire il trend delle ultime partite. Un risultato favorevole a Varese potrebbe rilanciarci, cerchiamo di fare tutti la nostra parte per riuscirci. Abbiamo riaperto la finestra per gli abbonamenti e spero nel frattempo di poter dare buone notizie in merito alla copertura delle tribune est. È una esigenza fortemente sentita anche dalla società. Ci stiamo lavorando intensamente e mi auguro che quanto prima si arrivi a concretizzare una soluzione idonea».
Ore 13.20 – (Gazzettino) Il presidente Andrea Gabrielli fa il punto sulla situazione del Cittadella dopo ultime tre sconfitta di fila con Pro Vercelli, Bologna e Lanciano. «Può essere – sostiene il patron granata – che i primi buoni risultati ci abbiano lusingato eccessivamente, ma adesso non dobbiamo andare all’opposto. Ci vuole un certo equilibrio perchè la squadra non era fatta di fenomeni prima, così come non è scarsa ora. Di fondo il gruppo c’è e deve fare risaltare nel tempo le sue qualità. Purtroppo i risultati condizionano il giudizio, per esempio nel secondo tempo con il Lanciano si poteva vincere e ora si farebbero discorsi diversi». Su come uscirne, continua il presidente: «Dobbiamo fare quadrato e sostenere i giocatori. Siamo all’inizio della stagione e c’è tutto il tempo per migliorare superando anche taluni errori. Mi dispiace per il pubblico che è deluso dagli ultimi risultati, ma siamo stati penalizzati da episodi sfavorevoli. La difesa risente ancora da infortuni e squalifiche per cui con la rosa al completo e con maggiore attenzione potrà fare molto meglio». Oggi riprenderà la preparazione e Gabrielli non ritiene opportuno un suo intervento diretto. «Sono sufficienti quelli del direttore generale e del tecnico. Negli scorsi campionati ci siamo trovati in situazioni anche peggiori. Al momento non ritengo di drammatizzare perchè la situazione non preoccupa. Abbiamo subìto delle sconfitte in modi diversi con episodi che ci sono andati a sfavore».
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) «Dobbiamo evitare di commettere gli errori stupidi, abituandoci già nelle partitelle di allenamento a non prendere gol». Filippo Scaglia ha la sua ricetta per risolvere i problemi difensivi del Cittadella. Il centrale granata non vuole abbattersi nè sentir parlare di crisi dopo le tre sconfitte con Pro Vercelli, Bologna e Virtus Lanciano. «Credo che siano molto diverse fra di loro, frutto principalmente di episodi sfortunati e di errori evitabili», osserva l’ex Torino. «I numeri dicono chiaramente che sin qui abbiamo incassato troppe reti (12, ndr) e che quindi è necessario migliorarci. Non sono di certo tre k.o. a farci diventare scarsi. Sappiamo qual è il nostro obiettivo e siamo ancora in corsa per disputare un grande campionato». Il Cittadella è quindi pronto a tornare quello di inizio stagione. «È solo questione di mentalità», puntualizza Scaglia. «Bisogna iniziare da lunedì a non prendere più gol, anche perché sappiamo che davanti almeno uno lo facciamo sempre. Dobbiamo migliorare nell’attenzione, cercando di trovare più fiducia e consapevolezza in noi stessi. Non è di certo colpa di qualcuno in particolare se la difesa non sta girando come dovrebbe. Sono convinto che, una volta migliorato l’approccio mentale, la squadra interpreterà la fase difensiva in maniera ben più redditizia. Ora è fondamentale rialzarsi a partire già da lunedì a Varese. Potremo certamente far bene se riusciremo a riproporre il gioco del secondo tempo con il Lanciano». La squadra. Oggi ripresa degli allenamenti. Il programma prevede una doppia seduta al Tombolato per domani e una sola nei restanti giorni. Contro il Varese Foscarini ritroverà Signorini dopo la squalifica, mentre dovrà ancora rinunciare a Pellizzer (ultimo turno di stop per lui) e a Donazzan, Paolucci e Schenetti, tutti infortunati.
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) Claudio Foscarini ha concesso un giorno di riposo in più alla squadra, frastornata dalle inattese tre sconfitte consecutive, in vista del posticipo di lunedì prossimo a Varese. E lui stesso ha tirato il freno rispetto alla voglia di scalare la classifica. Il Cittadella adesso deve solo abbassare la testa e pedalare. «Dico la verità – ha ammesso – pensavo di vincere o almeno di portare a casa un punto. Dispiace non aver portato a casa un risultato positivo, è la terza sconfitta e mi dà molto fastidio. E al momento bisognerà rivedere un po’ gli obiettivi di finire nella parte sinistra della classifica, non sono passati in secondo piano ma dobbiamo ragionarci su. Prima di tutto dobbiamo rialzarci e ripartire». Il rientro di Schenetti, che potrebbe giocare almeno uno spezzone di partita a Varese, potrebbe essere una delle chiavi della risalita. «Probabilmente sarà a disposizione – spiega – ma perché torni al 100% ci vorrà del tempo. L’esclusione di Rigoni? Aveva la necessità di riposare, era un turnover già previsto. De Leidi ha fatto il suo e certe disattenzioni in ambito di marcature danno fastidio perché sono cose provate durante la settimana. Non siamo riusciti a fare ciò che avevamo provato durante la settimana, questo non deve più accadere».
Ore 12.20 – (Gazzettino) Gol e assist di tacco per firmare la vittoria dell’Abano nel primo derby di serie D con il Thermal. Per Enrico Bortolotto è stata una domenica speciale, soprattutto perchè nella sfida più attesa non doveva nemmeno scendere in campo. «Questa stagione non è iniziata benissimo – racconta il diretto interessato – Prima un’operazione al naso, poi la perforazione del timpano in allenamento. Era in programma un piccolo intervento ambulatoriale, ma è stato posticipato, quindi domenica ho giocato, anche se ero un po’ sordo». Ma tutto è andato per il meglio. «Conquistare i tre punti è stato importante, soprattutto dopo la sconfitta con Rimini. E poi, anche se nessuno lo ammette, il derby è sempre il derby e tutti ci tengono a vincere in maniera particolare». In attesa di sapere oggi quando dovrà sottoporsi al piccolo intervento, Bortolotto si gode il suo momento di gloria. «Finalmente sto bene come condizione. Domenica ho avuto un paio di occasioni nel primo tempo, ma non sono riuscito a sfruttarle, è andata meglio nella ripresa». Dopo avere firmato il primo gol con una giocata personale, Bortolotto ha servito di tacco a Barichello l’assist del 2-0. «È stata una bella azione in velocità – ricorda – Fabio mi ha chiamato la palla e il tacco era il modo migliore per velocizzare la giocata. Queste cose non riescono sempre, stavolta siamo stati bravi». A 33 anni Barichello è tornato “a casa” scegliendo poco meno di un anno fa l’Abano. «Ero al Novi Ligure, squadra ambiziosa, ma le cose non sono andate bene e così sono tornato dove è iniziata la mia carriera in Eccellenza. Si allenava con noi Centofanti che quando è andato ad Ancona a fare il direttore sportivo mi ha voluto con lui. Da lì ho iniziato a girare. Avevo avuto qualche offerta anche prima, ma ho preferito restare vicino casa per studiare e mi sono laureato in statistica». Tanti anni nel calcio professionistico, con la scalata dalla D alla C1 del Tritium. «Quando è fallita la società e sono rimasto senza contratto ho capito che non c’erano più le condizioni per continuare a girare». Ma dove può arrivare questo Abano? «Dobbiamo essere ambiziosi. Ci sono alcune squadre che cercano il salto di categoria, ma ce la siamo giocata anche con loro. Intanto pensiamo domenica dopo domenica, più avanti vedremo».
Ore 12.00 – (Gazzettino) Juniores Nazionali: naufraga in casa l’Este nel girone C, battuto 6-0 dal Montichiari. Cinquina per il Padova sulla ruota di Tamai: doppietta ancora una volta per Marcandella, imitato da Babolin, la quinta rete è di Dovico. Nel girone G turno di riposo per l’Abano mentre il Thermal ritorna con un prezioso 0-0 dalla trasferta di Castelfidardo, sfiorando la vittoria con un tiro di Carli su cui il portiere locale si supera. Solo in vetta l’Atletico San Paolo che cala un poker al Ribelle (Marcolin e Rinaldi nel primo tempo, Rollo su rigore e Scala nella ripresa).
Ore 11.40 – (Gazzettino) Cosa le hanno detto i compagni in spogliatoio? «Noi ci meritiamo queste gioie perché lavoriamo bene in settimana e in armonia con staff tecnico e società. Il mio gol è stato solo il coronamento del lavoro settimanale». Restando in tema di gol, dopo quello che ha segnato a Montebelluna Parlato era corso ad abbracciarla. Come mai? «Avevamo fatto una scommessa al volo durante la partita. Se segnavo, mi dava un premio. Ma non posso svelare di cosa si tratta». Tornando alle vicende extra calcistiche, a Padova vive nel quartiere San Giuseppe. «Mi trovo bene, non è distante dal centro. Vivo da solo, ogni tanto viene la mia ragazza. Insieme siamo andati a vedere anche gli Eremitani e la Cappella degli Scrovegni, davvero molto bella. È piacevole vivere e godersi Padova nei momenti di riposo». Qualche hobby? «Mi piace leggere, e mi sto interessando per fare un corso di Inglese». Le piacerebbe andare a giocare in Premier League? «Sarebbe una bella esperienza, ma voglio seguire il corso per conoscenza personale».
Ore 11.30 – (Gazzettino) L’anno scorso era con il diesse De Poli al Martina, ora l’ha seguito all’ombra del Santo. «Ho conosciuto il direttore l’anno scorso, mi ha fatto molto piacere quando mi ha proposto di venire in una piazza come Padova e di fare parte della rinascita di questa società». L’entusiasmo che si respira all’Euganeo è coinvolgente, domenica c’erano più di 4.500 persone. «È gente che vive di calcio e che ama la squadra della città. Anche in occasione della prima amichevole ad Asiago c’erano molti tifosi. Se continuiamo a fare risultati, verranno a vederci ancora più persone». Dopo i sigilli in trasferta con Montebelluna e Tamai, domenica è stato il suo primo gol all’Euganeo: cosa ha provato? «C’è stata la gioia per il gol al 93′ e la gioia di andare a esultare sotto la Fattori che non avevo mai provato. Un mix di adrenalina, fantastico. Quando ho segnato, in campo si è sentito un boato spaventoso». Le defezioni di Ferretti e Segato a match in corso sono state un duro colpo da digerire. «Al termine del primo tempo eravamo frastornati. La sfortuna ci ha tolto Ferretti che è il nostro punto di riferimento davanti e ci dà un potenziale elevatissimo, poi l’espulsione di Segato è stata molto accentuata dall’avversario. Nella ripresa abbiamo abbassato la testa e cercato di vincere in tutti i modi, e questo significa che la squadra è forte anche moralmente. Siamo un gruppo nel quale tutti remano per l’obiettivo comune».
Ore 11.20 – (Gazzettino) È stato un lunedì di riposo a casa nel quartiere romano Tiburtina per Marco Ilari, eroe di giornata con il gol al fotofinish che ha steso il Mezzocorona. Lo senti dal timbro di voce con il suo accento spiccatamente “de Roma” che gioia ed emozione sono ancora al settimo cielo. «Abito a due passi dalla stazione, qui ho la mia famiglia, Giulia che è la mia ragazza e tutti gli amici. Quando posso torno, da Padova è una volata. Tre ore esatte in treno, è molto comodo». Domenica all’Euganeo c’era qualcuno dei suoi cari? «Giulia. All’inizio non era sicura che avessi segnato io, ma quando ha sentito lo speaker dello stadio fare il mio nome è stata molto contenta». Per ruolo e modo di giocare lei ricorda un po’ Angelo Di Livio, ex illustre biancoscudato. «L’ho conosciuto nel settore giovanile della Roma, è tifosissimo dei giallorossi. È un accostamento bello, ma stiamo parlando di un mostro sacro del calcio che ha fatto anche un Mondiale con l’Italia. Volendo azzardare il paragone, entrambi non siamo molto alti e siamo rapidi e scattanti. Però Di Livio ha giocato ad alti livelli». Lei ha venticinque anni, c’è ancora tempo. «Effettivamente non è mai troppo tardi».
Ore 11.10 – (Gazzettino) L’altra nota dolente della domenica è stata l’espulsione di Nicola Segato per una presunta gomitata ad Alouani. Domani è atteso il verdetto del giudice. «La palla stava uscendo – racconta il centrocampista – e ho allargato le mani per proteggerla, toccando l’avversario sul petto. Non c’è stata alcuna gomitata. Ho rivisto le immagini e si vede chiaramente che non l’ho preso in faccia. Quando l’arbitro ha fischiato pensavo che ammonisse il giocatore del Mezzocorona per simulazione, invece mi ha espulso. Mi sono sentito fortemente penalizzato, non sono mai stato espulso in carriera per un gesto violento». Non ha detto niente all’arbitro? «Ormai avevo già preso il cartellino rosso, sono andato via perché in quei momenti può succedere di tutto ed era inutile restare lì. Hanno protestato i miei compagni, il numero 11 del Mezzocorona si è rialzato subito». Ha avuto modo di parlagli? «L’ho aspettato nel tunnel, gli ho solo detto che a fare finta alla fine non vai da nessuna parte: non ha avuto il coraggio di rispondermi. Sono cose che succedono nel calcio, e l’arbitro c’è cascato in pieno». Oltre al danno, adesso può arrivare la beffa di più giornate di squalifica che vorrebbe dire saltare lo scontro diretto con il Belluno. «Questo mi rode un po’. Di solito per un rosso diretto danno due giornate, anche se la gomitata non c’è stata. Bisogna vedere cosa ha scritto nel referto l’arbitro. Ci sono rimasto molto male per l’espulsione, per fortuna la squadra ha vinto».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Gustavo Ferretti e Nicola Segato sono la faccia triste del Padova, nonostante la vittoria con il Mezzocorona e il primato in classifica a pari punti con il Belluno. Il primo a smarrire il sorriso è stato “El Rulo”, vittima di un guaio muscolare al flessore della gamba sinistra. Ieri pomeriggio l’attaccante si è sottoposto a una risonanza magnetica che ha evidenziato una lesione di primo grado. Nei prossimi giorni saranno effettuati ulteriori accertamenti. Se la diagnosi sarà confermata, si prospetta uno stop di venti-trenta giorni. «Su una palla lunga sono scattato e ho sentito tirare, mi sono reso conto subito che non potevo continuare a giocare, mi faceva male. Anche adesso continuo ad avere un po’ di fastidio». Un stop che non ci voleva in un periodo nel quale stava segnando a ripetizione. «Sì, era un momento positivo per me e per la squadra. Però sono infortuni che possono capitare e bisogna accettarli. Mi auguro che la mia mancanza non si faccia sentire, ma sono sicuro che chi mi sostituirà, lo farà molto bene». Senza di lei in attacco la squadra ha faticato, fermo restando che ha dovuto giocare per oltre un tempo in dieci. «Queste sono considerazioni che fate voi, ho visto solo l’ultima parte della gara. Questa è una categoria difficile, poi possono capitare il mio infortunio e l’espulsione di Segato che ti cambiano un pomeriggio che sulla carta poteva essere tranquillo. Anche in dieci comunque siamo riusciti a vincere, i compagni hanno fatto un grandissimo lavoro». Ha appena detto di avere visto l’ultimo scorcio di partita. «Sì, ma più che altro ero deluso per il mio infortunio. Una delusione che provo ancora perché tengo molto alla squadra, alla gente. Ho ricevuto moltissimi messaggi di auguri, e mi fa piacere: ringrazio tutti. Adesso devo digerire l’infortunio e fare un recupero veloce».
Ore 10.50 – (Gazzettino) In questa ocasione non ci saranno problemi di capienza dato che lo stadio di Fontanafredda, pregevole e moderna struttura costruita negli anni Settanta che recentemente ha ospitato l’incontro di rugby tra Italia e Scozia valido per il torneo Sei Nazioni under 20, ha una capienza complessiva di 4.400 posti. Le tifoserie ospiti trovano spazio nell’ampia gradinata scoperta (1.500 posti) di fronte alla tribuna coperta, mentre sono chiuse per lavori le due piccole curve dietro le porte, ma all’occorrenza una potrebbe essere riaperta. Il costo del biglietto è di 10 euro per tutti i settori e nei prossimi giorni verranno comunicati gli orari di apertura dei botteghini, che verranno potenziati, e dei cancelli dello stadio. C’è ampia disponibilità di parcheggi e domenica verranno aperti dei chioschi, non essendoci nelle immediate vicinanze bar o ristoranti. Dal 2009 l’impianto è intitolato a Omero Tognon, centrocampista del Milan (336 presenze e 2 scudetti) e della nazionale negli anni Cinquanta, nato nel 1924 proprio a Padova dove inziò a giocare nel Bassanello, prima di trasferirsi in rossonero, e allenatore delle giovanili del Fontanafredda fino al 1990, anno della sua morte.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Il popolo biancoscudato è pronto per un nuovo esodo di massa. Domenica, sempre con calcio d’inizio alle 15, il Padova sarà impegnato a Fontanafredda, opposto ala portacolori dell’omonimo comune alle porte di Pordenone che dista un centinaio di chilometri dalla città del Santo. E se nella vicina Tamai erano presenti circa un migliaio di tifosi padovani, facile immaginare per questa trasferta numeri simili, se non addirittura superiori, anche alla luce dell’incredibile dato di domenica scorsa che ha visto la presenza di 4.569 spettatori per la partita casalinga vinta in extremis con il Mezzocorona. Si sta già organizzando l’Aicb che allestirà un pullman, con partenza dal capolinea del tram alla Guizza alle 10.45 e tappa alle 11 al piazzale lato ovest dello stadio Euganeo. Il costo del viaggio è di 10 euro (informazioni e prenotazioni ai numeri 338-457.86.66 e 329-424.64.40). Non mancherà una massiccia partecipazione da parte dei ragazzi della Tribuna Fattori, ma in molti si sposteranno per conto proprio in linea con quanto successo nelle precedenti gare esterne.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Quella squadra si fermò solo alla sesta giornata pareggiando 0-0 a Fano (proprio sul campo dove Cunico e compagni andranno a giocare tra una settimana in Coppa Italia), e così, con una nuova vittoria domenica prossima a Fontanafredda, Parlato potrà stabilire il nuovo primato come miglior partenza biancoscudata di tutti i tempi. Il diretto interessato, però, guarda altrove: «Nessuno si sarebbe aspettato di vincere le prime cinque gare e il merito va ad una squadra che gioca con il cuore. È presto, però, per fare i conti, un primo bilancio, come ho già detto, lo farò solo al termine del girone d’andata». Verso Fontanafredda. Intanto, per la prossima partita non dovrebbero esserci problemi di ordine pubblico. Lo stadio comunale “Omero Tognon” di Fontanafredda (viale dello Sport) ospita fino a 5mila spettatori e ai tifosi biancoscudati verrà riservata la tribuna opposta a quella centrale, che ha una capienza di 1.500 posti. I cancelli apriranno alle 12, ma se ci dovesse essere una grande affluenza già dalla mattina, la società potrebbe mettere in vendita anche prima i biglietti. L’Aicb ha allestito un pullman, con partenza alle 10.45 dalla Guizza e alle 11 dall’Euganeo. Costo della trasferta 10 euro (info 338.4578666 e 329.4246440).
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il ruolo dei tifosi è decisivo, lo sa bene anche Carmine Parlato, che ha elogiato ancora una volta l’attaccamento della piazza: «Come direbbero i giovani, è una cosa “strabellissima”», le parole del tecnico. «I nostri tifosi ci stanno dimostrando un’umiltà che nessuno avrebbe immaginato. Ne parlavo anche con qualche mio giocatore, in serie B sono tutti bravi a fare i tifosi, in D non è affatto facile e questo sta a dimostrare che a Padova c’è una radice solida, nella quale si è intaccata la passione della gente». Una dimostrazione di affetto che non può che riempire d’orgoglio un padovano d’adozione come Parlato: «Non dimentico le mie origini, ma ormai mi sono stabilito a Padova dal 2002. Un posto dove si vive bene, una città pulita, educata e di signori». E per premiare l’affetto dei fedelissimi, dopo qualche polemica dei giorni scorsi sui prezzi un po’ alti delle magliette, la società ha deciso uno sconto del 10% sull’abbigliamento ufficiale, riservato solo agli abbonati di questa stagione. La vittoria contro il Mezzocorona, quindi, non ha solo garantito al Padova di restare in testa alla classifica in coabitazione con il Belluno, ma ha permesso a Parlato di eguagliare il primato di vittorie consecutive di inizio stagione nella storia biancoscudata, detenuto finora dalla formazione di Adriano Buffoni, che vinse il campionato di serie C nella stagione 1986/87.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «La nostra forza, rispetto alle rivali, sarà quella di chiamarci Padova». Sembrava una frase un po’ così, buttata lì dai giocatori biancoscudati in piena estate per scuotere una piazza appena scottata dalla radiazione dal grande calcio. E invece no. Se la Biancoscudati Padova ha vinto tutte le partite disputate finora, il merito non è solo di una squadra ben allestita e affamata, ma anche di un pubblico che è tornato a ruggire come ai bei tempi. E i numeri sono lì a dimostrarlo. Per la gara di domenica scorsa contro il Mezzocorona si è raggiunto il record stagionale di presenze all’Euganeo, con 4.569 spettatori, senza lo straccio di un tifoso ospite. Lo scorso anno, nello stesso periodo, per la partita contro il Varese c’erano 5.101 spettatori, contando una discreta presenza di supporter lombardi. Insomma, dalla serie B alla serie D il calo è stato minimo. Ma non è tutto. Nel week end calcistico appena trascorso, l’Euganeo si è dimostrato uno degli stadi più affollati d’Italia. Con le altre società di D non c’è partita, ma anche in nessuna delle gare di Lega Pro dell’ultima giornata sono stati raggiunti i numeri di Padova. E perfino in serie B tre stadi (Trapani, Carpi e Cittadella) hanno registrato meno pubblico rispetto all’Euganeo. Un amore appena sbocciato, con il presidente Bergamin che si lecca i baffi e alza l’asticella: «Nel big match contro il Belluno mi piacerebbe raggiungere quota 5mila».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Ora viene la parte più dura: farmi da parte, convincermi che è una cosa che può capitare, come un pianista a cui fanno male le mani. Bisogna accettare anche l’infortunio e cercare di recuperare al più presto». Dopo il silenzio tombale di quegli istanti allo stadio, le parole sono piovute in massa sull’argentino. Parole d’augurio e di incoraggiamento, che tra facebook e cellulare sono arrivate a rinfrancare l’animo del guerriero ferito: «In tantissimi mi hanno scritto facendomi gli auguri di un pronto recupero, un affetto che non avrei mai immaginato. Ora, però, l’importante è che la squadra continui a giocare come sa: dopo aver seguito il primo tempo dalla panchina, mi sono fatto la doccia e ho visto dal tunnel gli ultimi 25’. Il boato dello stadio al gol di Ilari è stato qualcosa di impressionante, l’esser fuori dal gioco mi ha permesso di apprezzarlo davvero. Volevo saltare ma non ci riuscivo, eppure la gioia era davvero tantissima. Ora toccherà ai miei compagni, a Tiboni e Pittarello. Io mi riprenderò, c’è ancora tanto tempo da qui a fine campionato». Animo, Rulo!
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Uno scatto come tanti altri, a rincorrere il pallone. A volte, però, qualcosa va storto: è il 27’ di Biancoscudati Padova-Mezzocorona quando Gustavo Ferretti si accascia al suolo, con i 4.500 spettatori dell’Euganeo ammutoliti. «È stata come una coltellata, un dolore fortissimo», così, il giorno dopo, il “Rulo” rivive quei momenti. «Ho sentito tirare dietro la gamba sinistra, e non avevo proprio la possibilità di rientrare. Sul momento ho pensato solo “Non adesso, non in questo momento della stagione”. Poi mi sono calmato, ci ho riflettuto sopra e mi sono convinto che l’unica cosa a cui pensare era che il danno fosse della minor gravità possibile». Ferretti ieri zoppicava ancora: alle 17 il primo consulto medico, una risonanza magnetica. Le prime risposte, però, dovrebbero giungere entro domani, quando anche il gonfiore sarà diminuito e permetterà di dare un responso per giovedì sui tempi di recupero: «Penso sia uno stiramento, ma non ho idea di quanto possa essere grave. Mi dispiace, perché la stagione era cominciata alla grande, sia per me che per la squadra».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ripresa degli allenamenti fissata per questo pomeriggio alla Guizza per i biancoscudati. Dopo il quinto sigillo in altrettante gare di campionato, la squadra si ritroverà sul campo alle 15 agli ordini di mister Parlato per cominciare la marcia di avvicinamento al match di domenica prossima a Fontanafredda. Osservato speciale Christian Tiboni, designato a prendere il posto di Ferretti ma ancora alla ricerca della migliore condizione, ma gli occhi saranno puntati anche al giudice sportivo di domani: Segato rischia due giornate di squalifica, e di saltare così anche il big-match con il Belluno.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) A quanto è parso di capire, il suo impiego sarà graduale. «L’infortunio di Ferretti è abbastanza serio – spiega il ds Fabrizio De Poli – devo ancora parlare bene col medico, ma a quanto pare c’è questa lesione tra primo e secondo grado che lo terrà fuori per un po’ di tempo. Quanto? Non mi sbilancio, dovremo valutare bene, in questi casi bisogna sempre andarci molto cauti». Tiboni adesso avrà la possibilità di mettersi in luce. «Lo farà solo se sarà in condizione di poterlo fare. Non vogliamo rischiare, Christian ha avuto bisogno di un lavoro particolare e lo continuerà in questa settimana. Poi sarà il mister a decidere». Il ko di Ferretti non ci voleva, il «Rulo» aveva messo a segno sei gol nelle prime quattro partite, dimostrando di essere in grado di fare la differenza. E il Padova, ora è chiamato a fare quadrato.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Tocca, dunque, a Christian Tiboni, in tribuna domenica contro il Mezzocorona, ma segnalato in evidente progresso atletico dopo la mini-preparazione svolta da quando si è unito al gruppo. Certo, adesso l’infortunio di Ferretti fa paura ed è lo stesso Parlato ad ammettere che non sarà facile sostituirlo: «Nel momento in cui è venuto meno Ferretti — ammette l’allenatore campano — sono saltati un po’ tutti gli equilibri e ci sono mancati i punti di riferimento. La sua assenza a Fontanafredda potrebbe pesare di più rispetto a quella di Segato, che ha un sostituto di pari valore. Tiboni si sta avvicinando a una discreta condizione fisica e penso che possa farcela, vediamo per quanto sarà possibile impiegarlo». Insomma, lo stop non sarà di poco conto e adesso tocca all’attaccante veronese ritrovare la giusta condizione per lasciare il segno in assenza del centravanti italo-argentino.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) L’urlo dell’Euganeo che accompagna la quinta vittoria consecutiva del Padova di Carmine Parlato non può far passare in secondo piano la notizia del giorno e cioè l’infortunio a Gustavo Ferretti. Il «Rulo» si è sottoposto a risonanza magnetica nella giornata di ieri, anticipando di un giorno gli accertamenti, visto che la gamba era meno gonfia e i leggeri miglioramenti sufficienti per tentare di bruciare i tempi. E la conferma che il ko non sia cosa da poco è purtroppo arrivata. Si tratta di una lesione muscolare tra primo e secondo grado ai flessori: non esattamente uno strappo ma una via di mezzo tra uno stiramento e il peggior infortunio possibile su questo fronte. Tradotto: stop almeno di un mese, fermo restando che poi ci vorrà altro tempo per recuperare la condizione.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (12 pottobre, ore 15.00): ArzignanoChiampo-Belluno, Fontanafredda-Padova, Mezzocorona-Giorgione, Montebelluna-Sacilese, Mori Santo Stefano-Clodiense, Tamai-Dro, Triestina-Alto Vicentino, Union Pro-Legnago, Union Ripa La Fenadora-Kras Repen
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica: Belluno e Padova 15, AltoVicentino 13, Sacilese, Clodiense e Montebelluna 9, Fontanafredda e Union Pro 7, Tamai e Arzignano 6, Union La Fenadora e Giorgione 5, Dro 4, Kras Repen 3, Triestina e Mori Santo Stefano 2, Legnago 1, Mezzocorona -2.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della quinta giornata: Belluno-Triestina 2-1 (giocata sabato), Dro-Mori Santo Stefano 2-1 (giocata sabato), Legnago-Tamai 0-2 (giocata sabato), Alto Vicentino-Ripa La Fenadora 1-0, Clodiense-Fontanafredda 2-0, Giorgione-Union ArzignanoChiampo 1-0, Kras Repen-Montebelluna 1-2, Padova-Mezzocorona 1-0, Sacilese-Union Pro 5-0.
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E’ successo, 6 ottobre: giorno di riposo per i Biancoscudati dopo la sudata vittoria col Mezzocorona. Lesione muscolare tra primo e secondo grado per Ferretti.