Aria nuova. Respiratela a pieni polmoni, dopo anni di veleni accuratamente disseminati in un ambiente tossico, in cui pareva impossibile fermarsi a riflettere, a cercare una soluzione comune. Aria nuova, respiratela a pieni polmoni, isolate quelle (poche) componenti che ogni tanto cercano di spargere zizzania, tifate quanto più potete e sperate in un futuro migliore. Mi avete letto poco ultimamente: ci sono stati tanti cambiamenti nella mia vita personale, altri ce ne saranno ancora presto (per fortuna tutti piacevoli). Ma non me ne sono mai andato e non mollo certo questo sito che da tanti anni informa e fa parlare, discutere, appassiona e stimola il dibattito. Ho lavorato (e con me lo ha fatto il mio fantastico staff, su tutti Gabriele Fusar Poli che fa un lavoro enorme e costante encomiabile, poi Daniele Cortese, Andrea Pistore, Federica Battocchio e forse presto si aggiungerà anche qualche altra new entry) per rinnovare Padovagoal, per migliorarlo, per aggiungere qualcosa senza snaturarlo. Spero che il restyling che trovate da stamattina sul sito vi piaccia. E’ il frutto di quattro mesi di aggiustamenti, di correzioni e di altri assestamenti che sono (quasi) terminati. Portate pazienza qualche giorno se non tutto funzionerà alla perfezione, ma per i grandi cambiamenti serve un minimo di comprensione. La struttura del sito è simile a quella che avete conosciuto, abbiamo solo cercato di renderla più chiara, aggiungendo qualche sezione (non a caso la piccola modifica del logo) che via via speriamo di arricchire di nuovi contenuti. Ovviamente l’attenzione al Padova sarà massimale, ma non trascureremo neppure il Cittadella, la serie D, il volley tornato in serie A1, il calcio veneto, le realtà a noi vicine, ci sarà una sezione archivio per tutto quello che è stato il passato prima di oggi. Nessuna rivoluzione, ci mancherebbe: non si rivoluziona qualcosa che funziona, ma abbiamo voluto simbolicamente ricominciare, aggiungendo solo tanta sostanza e una pennellata di novità, che non guasta mai. Scriveteci pure, se il sito vi piace, se non vi piace, cosa non vi piace, cosa aggiungereste, cosa modifichereste. Fatelo in modo costruttivo, in modo che sia davvero utile a tutti e noi saremo qui ad ascoltarvi, magari nella speranza che si sappia guardare anche al di là del proprio naso, senza minimamente intaccare l’amore per la propria squadra del cuore.
Già che torno a scrivere un editoriale dopo lungo tempo, eccomi a parlare del nuovo Padova. Non l’avevo ancora fatto approfonditamente, ma rimedio subito. A Bergamin e Bonetto (speriamo vadano sempre d’amore e d’accordo) bisognerebbe fare un monumento, perché sono arrivati dove gli altri chiacchierano, sproloquiano da anni senza fare nulla, promettono senza mantenere. Loro, invece, si sono rimboccati le maniche, sono ripartiti, hanno costruito una squadra (e che squadra) in un mese: un miracolo. Hanno scommesso su un Fabrizio De Poli fuori dal giro che conta da diversi anni ma che ha una voglia matta di tornare in prima linea, hanno inquadrato nel mirino e puntato sull’unico allenatore di questa categoria ancora disponibile che rappresentava una vera garanzia. Si chiama Carmine Parlato, chiudete gli occhi e immaginate un Beppe Iachini della serie D, uno che quando monta su un treno in corsa sa che al 90% è quello giusto perché ci sono le componenti giuste per farlo viaggiare a tutta velocità. La squadra è molto competitiva, può giocarsela fino in fondo per la promozione, i 3500 abbonati sono un modo spendido per dimostrare che la città può anche far tesoro dei propri errori e ripartire compatta, l’azzeramento totale è anche un modo per farsi tutti un piccolo esame di coscienza. Un ambiente è formato da tante componenti, tutte insieme concorrono a trasformare una realtà in una realtà vincente, di medio o piccolo cabotaggio. E’ indubbio che Padova con la serie D c’entri zero, ma è altrettanto indubbio che un bagno di umiltà può fare e farà bene a tutti.
Siamo a ottobre e sono già arrivati 12 punti in 4 partite. Il massimo dei massimi e hai voglia a dire che tutto è scontato. Perché quando riparti da zero di scontato non c’è proprio nulla. E non è scontato neppure il finale del vecchio Calcio Padova, il risultato di anni di sperperi, di banconote sventolate in faccia come se tutto potesse essere comprato, anche la competenza che non c’è mai stata. Poi, quando la barca affonda, arriva qualcuno che di solito le dà il colpo di grazia. Il peggio del peggio, insomma. Tutto in pochi mesi, anzi a pensarci bene il degno finale di tanti anni in cui la puzza di bruciato c’era, ma l’odore dei soldi (che se sperperati prima o dopo finiscono) la copriva ad ogni spiffero. Ora mancano solo i titoli di coda: il fallimento (l’ipotesi forse più probabile, ma non certa) o il concordato, o la liquidazione, o l’affondo della Procura. Ma in fondo, cambia davvero così tanto? La sentenza è già stata emessa: bocciatura su tutto il fronte, meglio dimenticare in fretta. E guardare avanti, speranzosi di poter costruire finalmente, passo dopo passo, qualcosa di duraturo.