Fonte: Corriere del Veneto
«Appena due squalifiche di un turno in diciotto anni di carriera e all’improvviso mi dicono che Bonazzoli è un razzista. Vi pare possibile?». Il presidente dell’Este, Renzo Lucchiari, legge e rilegge il comunicato del giudice sportivo Francesco Riccio e non riesce a credere a quello che è scritto su quell’email che, come ogni settimana, ha raggiunto nel primo pomeriggio di ieri la casella di posta di tutti i club di serie D. Ed è una squalifica choc, quella comminata ad Emiliano Bonazzoli. Il centravanti dell’Este (un passato anche al Padova in B e in serie A con Verona, Parma e Fiorentina) è stato fermato con uno stop di dieci giornate e la motivazione è di quelle che non passano inosservate: «Per avere, al termine della gara, rivolto espressioni discriminatorie per ragioni di razza, nazionalità e colore della pelle all’indirizzo del direttore di gara». Le presunte espressioni a sfondo di discriminazione razziale da parte di Bonazzoli (a quanto pare contrariato dal fatto che il fischio finale fosse arrivato durante un’azione d’attacco dell’Este) sarebbero state rivolte a Ramy Ibrahim Kamal Jouness, arbitro della sezione di Torino designato per la sfida di domenica scorsa con la Correggese. Bonazzoli è rimasto impietrito quando gli è stato comunicato il provvedimento. «Sono sconsolato — la prima rezione a caldo del giocatore — non ho parole… non è giusto che mi si faccia passare per un razzista». L’Este ha annunciato che presenterà ricorso: «Sono stato tempestato di telefonate da tutta Italia per tutto il pomeriggio – sbotta Lucchiari – ma io cosa volete che dica se non che presenteremo ricorso? Stiamo parlando di Bonazzoli, un professionista esemplare, che guida i più giovani e i ragazzini, che è con noi da quest’anno e che si è sempre distinto per un comportamento inappuntabile dentro e fuori dal campo. Cosa ha detto all’arbitro? Cercate di capire, dobbiamo difendere un nostro giocatore e in questo momento meno parliamo e meglio è… Stentiamo ancora a credere che sia stata comminata una simile sanzione».