Fonte: Gazzettino, Andrea Miola
«Non compete a noi, non siamo coinvolti». La Unicomm, per bocca di Marcello Cestaro, ex presidente del Padova, esclude sul nascere un proprio possibile intervento per evitare il fallimento della vecchia società. «Noi siamo fuori da fine dicembre 2013 – aggiunge l’imprenditore vicentino – e non abbiamo niente a che vedere con i problemi sul tavolo». Come noto il 10 ottobre si svolgerà al tribunale di Padova la prima udienza sull’istanza di fallimento presentata dall’avvocato Mattia Grassani, uno dei numerosi creditori del Calcio Padova, per l’importo intorno a 80 mila euro che avanza dal vecchio sodalizio per avere prestato il patrocinio nelle vertenze relative al black-out con il Torino e al calcio scommesse. Già immediatamente eseguibile il precedente decreto ingiuntivo, con conseguente pignoramento di trofei, materiale tecnico, computer e arredamento della sede biancoscudata, l’istanza potrebbe essere ritirata dal legale bolognese a fronte di una proposta di concordato da parte dei rappresentanti del vecchio Padova, ma secondo Cestaro si tratta di un problema a carico della proprietà a lui subentrata e dunque di Diego Penocchio: «Spero che chi di dovere si muova».
Un eventuale fallimento potrebbe però avere ripercussioni anche sulla Unicomm ed è per questo che si parlava di un possibile intervento da parte dell’azienda vicentina. «Non si sa mai cosa può succedere – replica – ma noi siamo fuori e tranquilli. C’è massima serenità anche se qualcuno in malafede volesse metterci in mezzo». E Cestaro va oltre la problematica fallimento, a volte con dichiarazioni ben precise, in altri momenti con messaggi cifrati: «Forse gli amici di Padova dovrebbero smetterla di chiamare in causa il sottoscritto senza conoscere con precisione i fatti. Un giorno, alla fine della vicenda, dirò tutto e ho già preparato un dossier su ogni cosa. Per ora lasciamo che i signori padovani si divertano». Cosa ha pensato alla notizia del ripescaggio in serie B del Vicenza, sapendo che quel posto sarebbe potuto essere del Padova? «Ai tempi avevo posto la questione con qualcuno che poi si è messo a ridere. Sapevo che ogni anno si creano situazioni del genere e con un piccolo atto di fede la squadra sarebbe ancora in serie B. Bastava una piccola manovra, iscrivendosi in Lega Pro, e ci si sarebbe trovati con i piedi all’asciutto anziché affondare. Io lo avrei fatto – conclude Cestaro – ma poi sono rimasto da solo».