Live 24! Padova, doppio allenamento sotto la pioggia per i Biancoscudati

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Ore 23.20 – (Gazzetta.it) ROSSO PER PROTESTE — Insulti rivolti a Ramy Ibrahim Kamal Jouness, arbitro di origini marocchine della sezione di Torino, designato per la sfida di domenica scorsa contro la Correggese (terminata 1-1). L’arbitro ha espulso Bonazzoli al fischio finale per proteste, successive alla decisione dell’arbitro di fischiare la fine dell’incontro con l’Este in procinto di effettuare una rimessa laterale in fase offensiva. Da una prima ricostruzione pare che l’ex attaccante della Sampdoria abbia inveito dicendo “arbitro di m…”, ma il guardalinee ha riportato ulteriori commenti diretti a Ramy a sfondo razzista. Sconsolato l’attaccante della formazione giallorossa: “Non ho parole, non è giusto che mi si faccia passare per razzista”. La dirigenza dell’Este, intanto, sta pensando di presentare ricorso.

Ore 23.00 – (Gazzetta.it) Dieci giornate di squalifica per insulti razzisti. Era già successo un anno fa in Coppa Italia di Lega Pro (Gaetano Iannini del Matera, contro il Sudtirol) e ad Alberto Grassi, giocatore della Primavera dell’Atalanta. E’ successo ancora, in Serie D, ma il “protagonista” è uno che ha alle spalle anni di Serie A: Emiliano Bonazzoli. L’attaccante, 35 anni, ex tra le altre di Verona e Reggina, ora gioca nell’Este, in provincia di Padova, e il Giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti lo ha squalificato per dieci turni “per avere, al termine della gara, rivolto espressioni discriminatorie per ragioni di razza, nazionalità e colore della pelle all’indirizzo del Direttore di gara. Sanzione così determinata ai sensi dell’art.11 commi 1 e 2 del CGS”.

Ore 21.40 – (Alfredo Pedullà) La scure razzismo si abbatte su EMILIANO BONAZZOLI. L’esperto attaccante classe 1979, oggi militante in serie D tra le file dell’ESTE, è stato infatti squalificato per 10 giornate_ “per avere, al termine della gara, rivolto espressioni discriminatorie per ragioni di razza, nazionalità e colore della pelle all’indirizzo del Direttore di gara”_. L’arbitro RAMY IBRAHIM KAMAL JOUNESS, di origini marocchine, aveva espulso BONAZZOLI nel finale della gara contro la CORREGGESE, conclusasi sull’1-1.

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È nero, il presidente vicentino Rino Dalle Rive, dopo il 2-2. Quasi quanto la bestia liventina per la sua squadra. Vita sempre dura per Cunico e i suoi contro la Sacilese. Il 14 maggio scorso i biancorossi eliminarono l’allora Marano dai playoff (3-1), domenica hanno scalzato i veneti dal primo gradino, sul quale sono rimasti Padova e Belluno a punteggio pieno. «Avevamo la Sacilese in pugno – attacca Dalle Rive – e ce la siamo lasciata sfuggire». Il vulcanico patròn ne ha per tutti: «Abbiamo potenzialità enormi e non le sfruttiamo. In difesa non siamo tranquilli, davanti non concretizziamo». Soprattutto per il mister e i cambi tardivi: «Ai giocatori serve mezzora per entrare in partita. Pochi spiccioli non servono». IL COCCO E GLI EX – Nessuna parola per gli ex bianconeri Sottovia e Beccaro, scaricati durante l’estate. Se la godono invece gli autori dei gol delle due rimonte liventine. Ieri, dopo l’allenamento, hanno dovuto pagar da bere ai compagni con grande soddisfazione. A Marano la scorsa stagione giocavano pochino perché Cunico preferiva il “cocco” Roveretto. «Li ho stuzzicati – racconta Zironelli -, facendo loro notare che lui era già andato in gol. Così – sogghigna – si sono scatenati entrambi». IN CRESCITA – Zironelli ha ritrovato il sorriso. «Potevamo – dice – anche ottenere di più. L’inizio è stato tutto nostro. Poi abbiamo subito la prima rete su un retropassaggio al portiere di Baggio. Il loro raddoppio è arrivato su un rigore inesistente. L’arbitro ha invertito un fallo su Spagnoli. I ragazzi sono stati bravi a reagire e a riprendersi il pareggio. Faccio notare – strizza l’occhio – che abbiamo cominciato con 5 e finito con 6 fuoriquota». Domenica al XXV Aprile arriverà l’Union Pro. «È una matricola – avverte Ziro – carica d’entusiasmo. Noi però siamo in crescita e sapremo farci valere». TAMAI – Anticipo sabato alle 15 a Legnago per le Furie rosse, che mercoledì alla stessa ora recupereranno la sfida saltata con la Clodiense».

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Sabato, per l’Ital-Lenti Belluno, sarà una giornata di festa. Indipendentemente dal risultato dell’anticipo che andrà in scena al polisportivo (ore 15) contro la Triestina. Per la sfida con una nobile del calcio italiano come la formazione alabardata, la società di piazzale Resistenza ha deciso di fare le cose in grande: tanto è vero che, al di là delle emozioni garantite dal campo, è prevista tanta musica durante e dopo la partita. E non mancherà nemmeno un ricco ristoro con una gustosa porchetta, offerta a tutti coloro che decideranno di assistere al match. Calcio e divertimento, quindi, grazie alla collaborazione di Walter De Min e del bar Al Duomo. Tornando ai giuliani, Ivo Bez e compagni hanno appena pareggiato per 1-1 col Kras Repen davanti a più di tremila tifosi. E il gol della Triestina è stato realizzato proprio dall’attaccante bellunese: il grande ex di giornata. Per ambizioni di classifica (il Belluno guida a braccetto col Padova), blasone dell’avversario e iniziative corollario, il sabato al polisportivo si annuncia scoppiettante.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Squadra imbattuta (una vittoria e tre pareggi), 4 gol fatti e due subiti, sesto posto in classifica, ancora in corsa in Coppa Italia. La matricola Arzignanochiampo sta rispettando le attese della vigilia. «Siamo partiti – ha dichiarato il direttore sportivo Ennio Dalla Fina – con l’obiettivo di mantenere e conoscere la categoria, magari senza dover soffrire oltre il dovuto. Per il momento i risultati sono confortanti. Ma siamo consapevoli che la Serie D non permette distrazioni, e ce ne stiamo rendendo conto partita dopo partita. Squadre »facili” non ce ne sono: anche quelle che puntano molto sui giovani sono attrezzate, ed in questa parte iniziale del torneo si stanno difendendo alla grande come abbiamo visto a Mezzocorona». Qualche recriminazione in queste prime quattro gare di campionato? «Ci mancano i due punti smarriti al debutto con il Fontanafredda. Nel finale abbiamo davvero gettato al vento troppe occasioni per chiudere il match. Per il resto credo che abbiamo raccolto quanto ci siamo meritati». Questa prima parte della stagione è servita anche a valutare i reparti: possibile qualche ritocco? «Stiamo alla finestra. Farebbe comodo un altro ’96. Se si presenterà qualche buona occasione non ce la faremo scappare. Bilancio permettendo».

Ore 19.30 – (Tribuna di Treviso) La partita era slittata e al “Rocco” in giornata feriale la carenza di pubblico si nota molto più che allo stadio di Rupin.Si è comunaue chiuso in parità il posticipo del girone C di serie D fra Triestina e Kras Repen, la squadra che rappresenta la minoranza slovena di Monrupino. Al Nereo Rocco, il derby giuliano ha visto le due contendenti impattare 1-1 con sigilli di Bez e Capalbo. Entrambe le marcature nel primo tempo. La nobile decaduta ha sbloccato su un colpo di testa del suo bomber, alla terza rete in quattro uscite. Poi il tocco pregevole di Capalbo su assistenza di Grujic che ha fatto calare anticipatamente il sipario sulla partita. Il Kras ospiterà domenica prossima il Montebelluna, reduce dalla duplice vittoria con Legnago e Dro. In virtù di questo risultato, la Triestina sale a quota 2, mentre il Kras mette in cascina il suo terzo punto. Gli alabardati, alla seconda stagione in D, sono in piena zona playout. Una posizione che riflette le problematiche societarie emerse in estate. Nel prossimo turno, il Giorgione incrocerà invece fra le mura amiche l’Arzichiampo, mentre la rivelazione Pro si esibirà sul campo della Sacilese.

Ore 19.00 – (Il Piccolo) «È mancata un po’ di brillantezza dalla zona di centrocampo in su, ma complessivamente direi che non abbiamo affatto sfigurato». Tullio Simeoni, dirigente responsabile del Kras, analizza a bocce ferme il derby. Sicuramente c’era molta curiosità da parte del pubblico triestino per vedere all’opera la squadra di Monrupino. «Credo che alla fine abbiamo pagato lo scotto dell’emozione del derby, peraltro in notturna e di fronte ad un pubblico di oltre 3mila persone», racconta Simeoni. Come sottolineato dallo stesso allenatore Predrag Arcaba, la squadra ha subito solo un gol. «In effetti credo che la linea difensiva si sia comportata piuttosto bene senza quelle amnesie riscontrate nelle altre gare», conferma Simeoni. Dal centrocampo in su però qualcosa non è funzionato come al solito. «Con l’assenza di un giocatore come Zlogar, vero e proprio metronomo capace di dettare i tempi tanto in fase di interdizione che di costruzione del gioco, ci siamo ritrovati con Ranic costretto a sacrificarsi molto per recuperare palloni, con conseguente diminuzione di palle pericolose in attacco», evidenzia il dirigente carsolino. Per la prima volta si è visto in campo da titolare l’attaccante Patrik Bordon che ha fatto coppia con il capitano Radenko Knezevic. «Patrik era al suo esordio dal primo minuto. Radenko ha avuto una grande occasione da rete non sfruttata. Direi che è una coppia da rivedere», spiega Simeoni. Positivi invece l’innesto di Grujic dal primo minuto e i primi 45 minuti del difensore Slavec entrato nella ripresa al posto di Castellano. «Il recupero di Grujic e Slavec sono due ottime notizie per noi. Ora speriamo di tornare ad avere a disposizione Tawgui che forse potrebbe essere già pronto per il prossimo match contro il Montebelluna», evidenzia il dirigente biancorosso. Chi sicuramente non sarà del match contro i veneti è Stefano Simeoni. Il giovane difensore carsolino si è infatti fratturato la mandibola durante l’incontro in seguito ad uno scontro registrato dopo pochissimi minuti. Nonostante il trauma il giocatore ha proseguito per tutta la partita salvo recarsi poi all’ospedale a match concluso. Per lui tra le due e le tre giornate di stop.

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) La certezza matematica è che già alla seconda riga di questo articolo Stefano Pietribiasi avrà cominciato a toccare tutto il toccabile facendo scongiuri tipo basso napoletano perché nel calcio (e non solo lì) anche se nessuno lo ammette apertamente, la scaramanzia è una specie di rito pagano a cui è impossibile sottrarsi. Neppure il Condor se è per questo che sta viaggiando a medie che neppure Michael Jordan nei giorni gloriosi: 4 gol su 4 nitide opportunità, il 100% di realizzazione in attacco (come Re Michael a canestro appunto) per uno che sino allo scorso anno, al di là di bottini corposi da cannoniere di razza, era ugualmente l´emblema del fa e disfa: giocate di rapina oppure esecuzioni da battimani scroscianti, ma anche la vaccata dietro l´angolo. E lui era il primo a riderci su. «Sono fatto così – si stupiva lui dello stupore altrui – sennò mica stavo in C». Eh già, come potevi prendertela con uno come Stefano, che pure a 29 anni e padre di famiglia ti conquista con un candore quasi adolescenziale («Infatti in spogliatoio è sempre il più casinista di tutti» lo smascherano i compagni più giovani), trascinatore dentro e fuori e pronto a far baracca in compagnia tutte le volte che se ne presenta l´occasione. Pietribiasi non ha filtri, facce di comodo, è diretto e immediato: lo scorso torneo imbucandola 15 volte ha stabilito il suo high da centravanti, ma per una punta che prima stampava un gol ogni 3 opportunità clamorose, questo ruolino chirurgico da spietato giustiziere dell´area di rigore potrebbe significare la svolta della carriera, la sterzata risolutiva che prima o poi accarezza tutti. E non solo gol: questo tira matti tutti i difensori rivali inciucchendoli di fatica per stare dietro al suo pressing martellante e stordente («In effetti per oltre un´ora reggo benone – ammette – poi comincio a stancarmi anch´io, devo tenere di più» sorride). «Ah, in C1 non segna» sentenziavano i suoi detrattori. Infatti, 4 peri in un mese, sì che c´hanno visto giusto. Una perla da implacabile panzer con la Giana, i due rintocchi da rapace con la Cremonese e il bersaglio da falchetto sottoporta con l´Albinoleffe: se ti distrai sei morto, Pietribiasi da cicalone a carnefice completa la sua metamorfosi.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Prima il «derbino» di Vicenza col Venezia, poi il tanto desiderato sì alla Giordania. Già nella primavera scorsa a Shadi Ghosheh era stata ventilata quella prima convocazione in Nazionale che si appresta a trasformare in realtà. Il 27enne terzino arancioneroverde, romano di nascita ma giordano di origine paterna, domenica sera dopo la sfida del Menti – ore 18 – saluterà mister Alessandro Dal Canto per volare ad Amman dal nuovo citì Ray Wilkins. «Se Giuliatto avesse già recuperato – spiega Ghosheh – magari oggi stesso avrei risposto a una convocazione cui tengo davvero molto. La Giordania è la mia seconda casa dove ogni estate trascorrevo un paio di mesi, da quando gioco è più difficile ma qualche settimana da turista me la concedo sempre. Ho sempre sperato in una chiamata, fosse arrivata un po’ prima sarebbe stato meglio, ora però ci siamo quasi e non vedo l’ora». A precettare Ghosheh è stata la Federcalcio giordana guidata dal principe Ali Bin Al Hussein, quartogenito del defunto Re Hussein. «La Nazionale è arrivata a contendere il pass per il recente Mondiale brasiliano nello spareggio con l’Uruguay. Tale crescita dovrà continuare in vista della prossima Coppa d’Asia, l’obiettivo è fare un salto di qualità e aver affidato la panchina all’inglese Wilkins (ex vice di Ancelotti al Chelsea ed ex centrocampista al Milan negli anni ’80, ndr) va proprio nella direzione di migliorare in primis nella mentalità».

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Zima e Ghosheh non salteranno la partita contro il Real Vicenza. Il Venezia ha ottenuto dalle Federazioni dei due giocatori l’ok a posticipare la partenza. In particolare Zima, convocato dalla Nazionale Ceca da domenica 5 fino a giovedì 9 per un’amichevole con l’Under 20 francese, ritarderà di un giorno la partenza. In questo modo il portiere arancioneroverde riuscirà ad essere in campo al Menti nel match contro il Real. Inoltre farà in tempo a rientrare per essere convocabile alla partita di sabato 11 al Penzo contro il Monza: di fatto non salterà neppure un match. Ben più lunga invece doveva essere l’assenza di Shadi Ghosheh, atteso dalla Nazionale giordana da oggi e fino al 14 ottobre, per disputare due partite ad Amman contro il Kuwait. In realtà anche per il difensore la società ha ottenuto il rinvio della partenza a lunedì: anche Ghosheh potra dunque essere a disposizione per la partita contro il Real. Salterà il match con il Monza e sarà nuovamente disponibile contro il Novara.

Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) «Gli infortuni fanno parte del mestiere di uno sportivo, ne prendo atto e penso solo a ritornare in campo il prima possibile». Non impreca o si rammarica Edmund Hottor, anche se sarebbe comprensibile lo sfogo. Lunedì scadeva la squalifica di otto mesi per il caso-Nocerina, il centrocampista ghanese di scuola milanista scrutava l’orizzonte e cominciava già a intravvedere la luce, ma non aveva fatto i conti con il destino. «Guardo avanti, non posso fare diversamente e non serve prendersela con nessuno» spiega Hottor, «giovedì ho calciato e ho sentito una fitta alla coscia. Ho capito subito che non si trattava di un contrattempo banale. La prima risonanza ha dato un esito parziale, il versamento non consente di dare una valutazione precisa. La prossima sgombrerà ogni dubbio, la speranza è che la prima diagnosi, che parla di almeno due mesi di stop, sia sbagliata. Non penso più a quanto è successo quel giorno a Salerno, non penso nemmeno all’infortunio della passata settimana, provo a pensare positivo anche in questo momento». Dal Canto ci contava, su Hottor, una pedina in più per centrocampo del Venezia, tenendo conto di infortuni e squalifiche, adesso entrambi dovranno pazientare. «Un anno da cancellare? Mah. Mi dispiace solo essere arrivato ad un passo dal ritorno e dovermi accomodare nuovamente ai box. È dal primo giorno di raduno che ero concentrato sulla fine di settembre, ho lavorato sodo per farmi trovare pronto il giorno in cui mi fossi liberato dalla squalifica».

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella finale in corso.

Ore 15.50 – Qui Guizza: leggero problema fisico per Petkovic, a cui viene fasciata la caviglia destra. L’estremo difensore serbo torna però regolarmente in porta.

Ore 15.30 – Qui Guizza: partitelle a campo ridotto con sponde, grande intensità da parte dei Biancoscudati.

Ore 15.10 – Qui Guizza: regolarmente in gruppo Mazzocco e Degrassi, allenatisi ieri a parte.

Ore 14.50 – Qui Guizza: Biancoscudati a sorpresa già in campo da mezz’ora circa.

Ore 14.30 – Disponibile a questo link l’articolo relativo alle dieci giornate di squalifica comminate ad Emiliano Bonazzoli.

Ore 14.10 – Giudice Sportivo: nessuno squalificato per Padova e Mezzocorona.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Rispetto alla scorsa stagione è il giocatore che ha mostrato il miglioramento più evidente. Antonio Cinelli questo lo sa bene e cerca di spiegarne in motivi. «A livello fisico sto bene, anche se sono consapevole di dover migliorare ancora – spiega l’ex laziale – sotto porta, come nella scorsa stagione, devo fare meglio. A Crotone mi è capitata un’occasione importante ma non sono riuscito a fare gol. Per il resto, correre ed impegnarmi è il minimo che posso fare, per dare il mio contributo alla squadra». Tornando alla gara in Calabria, Cinelli ricorda l’occasione da rete mancata. «Ragusa mi ha messo una gran palla di petto davanti al portiere – spiega il mediano biancorosso – in quell’occasione potevo fare sicuramente meglio». La cosa che più è piaciuta finora del Vicenza è stata la capacità di saper stringere i denti e lottare su tutti i palloni. «Nei momenti di sofferenza siamo stati bravi ad aiutarci l’uno con l’altro – sottolinea Cinelli – a conferma che il gruppo è sano e compatto. Abbiamo giocato sei gare in venti giorni con una rosa modificata in corsa e il rischio era quello di partire ad handicap. Invece abbiamo fatto 6 punti, siamo nel gruppone». Sabato con il Bologna il match sarà molto complicato ma Cinelli è pronto a vendere cara la pelle. «Dovremo fare meglio delle partite precedenti, essere più rapidi e reattivi nel costruire la manovra. Loro sono forti e lo sappiamo ma vedrete che anche per il Bologna le difficoltà non mancheranno».

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Non si può dire che sia stato un inizio soft. Davide Di Gennaro, tesserato ufficialmente dal Vicenza il 9 settembre, nei 19 giorni successivi ha già giocato 5 partite di campionato con la maglia biancorossa, tutte da titolare e quasi per l´intera durata degli incontri. Superato questo tour de force, finalmente il regista giunto in prestito dal Palermo ha qualche giorno a disposizione per allenarsi insieme alla squadra in vista della supersfida di sabato al Menti contro il Bologna. Di Gennaro, che bilancio si può trarre dopo questa serie di incontri così ravvicinati? «Un bilancio ancora molto parziale, ma senz´altro positivo e incoraggiante. Non c´è stato tempo per provare, siamo subito andati in scena: Lopez ci ha dato poche indicazioni, ma molto chiare, e noi abbiamo cercato di applicarle al meglio mettendoci del nostro, ognuno con le proprie caratteristiche. Direi che i risultati sono stati apprezzabili, più ancora che per i punti conquistati, per le prestazioni e la condizione atletica che abbiamo mostrato». Si aspettava di diventare in così poco tempo il fulcro del gioco della squadra? «Mi fa molto piacere che il tecnico e i compagni mi abbiano dato la responsabilità di impostare la manovra. Non credevo di sentirmi così bene fisicamente dovendo giocare tante partite di seguito, invece per fortuna il buon lavoro di preparazione fatto anche con il Palermo ha dato i suoi frutti. E sinceramente sono soddisfatto anche del modo in cui sto interpretando questo ruolo da regista, che l´anno scorso avevo provato molto in allenamento ma poche volte in partite ufficiali. Ovviamente posso e devo migliorare ancora molto, ma in generale mi sento a mio agio, tutto mi risulta abbastanza naturale».

Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Il Vicenza ha cambiato passo. Pagato inevitabilmente dazio per il ripescaggio in B con un solo punto conquistato nelle prime tre partite, i biancorossi ne hanno messi in saccoccia cinque nei tre incontri successivi, completando la vittoria con il Bari con i due pareggi di Perugia e Crotone. Se si aggiunge che da due gare a questa parte Bremec non subisce reti, la metamorfosi è evidente. E si lega inevitabilmente alla crescita degli ultimi arrivati, che hanno modificato in maniera massiccia la fisionomia della squadra di mister Lopez. Basti pensare che nell’undici titolare di sabato scorso allo “Scida” c’erano in campo solamente tre titolari della passata stagione (Gentili, Camisa e Cinelli). E che ben cinque degli altri otto sono arrivati nelle ultime ore del mercato estivo (Garcia) o addirittura durante le due settimane di proroga concesse dalla Federazione (Moretti, Di Gennaro, Ragusa, Sampirisi), cui si è aggiunto nella ripresa anche Sciacca (e in panchina c’erano Alhassan, Figliomeni e Lores Varela). Pare intanto certo che i dirigenti aspetteranno gennaio per trovare l’eventuale sostituto di Maritato (operato nei giorni scorsi al crociato), visto che uno dei pochi disponibili, Emeghara, ha avanzato una richiesta improponibile. A giocarsi le quattro maglie in attacco, saranno quindi Ragusa, Cocco (titolari del momento), Giacomelli e Spiridonovic. Sabato prossimo, contro il Bologna, il tecnico Lopez sarà costretto a rinunciare al centrocampista Sciacca, squalificato dopo l’espulsione di sabato scorso a Crotone.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Adesso è al Bologna e si profila come l´avversario più temibile della squadra che sabato sarà ospite al Menti. Non solo perché si chiama Daniele Cacia e da sempre il suo mestiere è far gol, ma soprattutto perché proprio al Vicenza ha già dato un bel po´ di dispiaceri nella sua carriera, quasi che si caricasse a vedere davanti il biancorosso. Se dici Cacia viene subito in mente la tripletta con cui l´attaccante oggi in rossoblu incenerì le speranze di risultato del Vicenza in una partita persa a Piacenza 4-1 nel campionato 2011-12 e nella quale il prossimo avversario dei biancorossi segnò addirittura una tripletta. Giornata da incubo per la difesa vicentina, non la sola quando dall´altra parte c´era Cacia. L´attaccante del Bologna fu decisivo contro il Vicenza anche in un paio di derby, persi entrambi. Nell´ottobre del 2011 all´Euganeo i biancorossi erano riusciti a pareggiare al 90´ con Abbruscato, ma l´1-1 durò appena un giro di lancette. Giusto il tempo che servì a Cacia, nell´azione successiva per segnare il gol decisivo della vittoria del Padova. Altro derby altra “ferita” per il Vicenza, stavolta nel catino di via Schio, nel settembre di due anni fa, avversario il Verona. Nella sfida più sentita Cacia firmò due dei tre gol con cui i gialloblu vinsero 3-2, infliggendo una cocente delusione al popolo del Menti. Insomma, ce n´è abbastanza per considerare Cacia un sorvegliato speciale nella partita che andrà in scema sabato (inizio alle 15 ) al Menti.

Ore 13.10 – (Gazzettino) Il Cittadella sta preparando la sfida casalinga di sabato con il Lanciano in una situazione di oggettiva difficoltà di organico, ma con la determinata volontà di riscattare le ultime due sconfitte con Pro Vercelli e Bologna. In difesa saranno assenti per squalifica i centrali Michele Pellizzer e Andrea Signorini, mentre Filippo Scaglia sta smaltendo una botta alla coscia destra rimediata a Bologna allenandosi precauzionalmente a parte con terapie e bagni in acqua fredda. L’ex Torino conta di esserci sabato con il Lanciano, mentre al suo fianco Foscarini sta insistendo su Alessandro De Leidi, con eventuale alternativa l’accentramento di Daniel Cappelletti dalla fascia destra. L’atteggiamento della squadra in campo è l’obiettivo su cui sta lavorando principalmente il tecnico granata. Ieri al Tombolato, presenti anche il direttore generale Stefano Marchetti e il vice presidente Giancarlo Pavin, i giocatori hanno insistito particolarmente sulla velocizzazione e sull’impostazione del gioco. Pienamente recuperati Claudio Coralli e Alessandro Sgrigna, che ieri hanno lavorato intensamente in gruppo. Sempre lavoro differenziato per Andrea Schenetti e Nicola Donazzan: Il primo dovrebbe tornare in gruppo la settimana prossima, il secondo ne avrà ancora per tre settimane. Continua a parte anche Andrea Paolucci, il cui rientro è invece previsto per i primi di novembre. Oggi doppia seduta.

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) La “prima” da titolare della stagione di De Leidi arriva dopo un anno davvero travagliato nel quale l’ex Barletta è riuscito a collezionare appena 9 presenze. «Non è mai bello stare in panchina, ma l’importante è farsi trovare pronti. Se finora non ho giocato con continuità credo sia giusto assumermi le mie colpe. Vuol dire che devo ancora migliorare. Quest’anno potrò giocare nel mio ruolo di centrale e quella di sabato potrebbe essere per me una grossa opportunità». De Ledi esordirà nel momento più difficile dell’avvio di stagione del Cittadella. «Abbiamo pagato le tre partite disputate in una settimana», analizza. «Non sono tuttavia preoccupato dopo le ultime due sconfitte, perchè momenti come questo possono capitare. Se dopo la vittoria con il Pescara eravamo un’ottima squadra, adesso non possiamo essere diventati in una settimana scarsi». Sabato contro il Lanciano non sarà semplice, perché oltre agli squalificati Pellizzer e Signorini (fermato ieri per un turno dal giudice sportivo) mancheranno gli infortunati Paolucci, Donazzan e Schenetti. «Il Lanciano è una buona squadra. Lunedì ha pareggiato con il Bari, ma noi vogliamo assolutamente tornare alla vittoria. Gli abruzzesi rievocano poi i piacevoli ricordi della salvezza ottenuta la scorsa stagione proprio in casa loro nell’ultima di campionato».

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Suona il pianoforte nel tempo libero e spera di dedicare a fine stagione una canzone alla sua squadra. Alessandro De Leidi, il “musicista” del Cittadella, ha già chiaro il motivo che vorrebbe suonare a giugno. «Di solito mi piace interpretare le canzoni di Morricone, dei Coldplay e dei Beatles, ma a fine stagione spero tantissimo di poter eseguire We are the Champions dei Queen», spiega il difensore granata. «È questo l’obiettivo che mi sono posto. Il traguardo primario rimane la salvezza, ma non nascondo che l’obiettivo che abbiamo in testa siano i playoff. Anche dopo le due sconfitte contro Pro Vercelli e Bologna rimango convinto che questa squadra possa provare a fare qualcosa di grande». De Leidi è carico, anche perchè sabato contro il Lanciano dovrebbe toccare a lui sostituire in mezzo alla difesa i due squalificati Pellizzer e Signorini. «Penso sia arrivato il mio momento», osserva il 23enne bergamasco cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta. «Il mister non ha ancora deciso, ma io sono pronto. Finora non ho giocato nemmeno un minuto, ma mi sono sempre allenato bene e quindi sono pronto fisicamente a sobbarcarmi gli interi 90 minuti della partita. Quella di sabato sarebbe la mia prima gara da quando sono arrivato a Cittadella nel ruolo di centrale. È un ruolo che ho sempre ricoperto, ma che a Cittadella avevo messo da parte per essere impiegato da terzino e da centrocampista. Dal ritiro estivo però Foscarini mi ha sempre provato da centrale e quindi sono pronto a dare il 100%».

Ore 12.20 – (Gazzettino) «Potevamo fare qualcosa in più, non solo io, ma anche i miei compagni. Quando si subisce un gol è colpa di tutti: dobbiamo essere più cattivi, determinati e attenti dietro, anche perché sappiamo che prima o poi davanti segniamo. È questione di meccanismi che devono essere oliati al meglio». Conferme della puntigliosità con la quale Parlato cura l’aspetto difensivo arrivano proprio dal difensore centrale biancoscudato. «Negli ultimi anni è stato il mio allenatore e siamo stati sempre una delle migliori difese del campionato. Ci tiene moltissimo a non prendere gol, e sono sicuro che questa settimana lavoreremo tantissimo sugli episodi di Tamai». Intanto, è già ora di mettere nel mirino il Mezzocorona, prossimo avversario all’Euganeo. «Sarà un match sulla falsariga di quello con il Mori. Le squadre trentine sono combattive e anche se non attraversano un buon momento cercheranno di fare la partita della vita. Dovremo sbloccare la gara il prima possibile e chiuderla. Non sarà facile, ma dobbiamo continuare sulla nostra strada per fare bene e alimentare ulteriormente l’entusiasmo dei tifosi. Ogni volta è come se giocassimo in dodici». Quindi aggiunge: «Ho lasciato la Lega Pro, ma venire al Padova è stata la scelta migliore per me. Essere qui è come giocare in B».

Ore 12.10 – (Gazzettino) È un cultore della perfezione Carmine Parlato. Sarà il passato da difensore, ma la cura della fase di non possesso è un “must” nella sua idea di calcio. E quando la squadra incassa anche solo un gol pur vincendo, storce un po’ il naso. Senza neppure nasconderlo troppo: è accaduto dopo le vittorie 2-1 con la Virtus Vecomp e con il San Paolo in Coppa Italia, e puntualmente anche in occasione dei quattro sigilli incassati in campionato tra Montebelluna, Mori e Tamai. In tutto fanno sei reti al passivo, a fronte dei diciotto sigilli realizzati. Si dirà, è solo un particolare. Ma se guardiamo al Pordenone targato Parlato, promosso in Lega Pro nella passata stagione, era rimasto imbattuto e senza subire un gol nelle prime nove giornate di campionato, capitolando (2-1) in casa proprio con il Tamai. E di quella squadra faceva parte anche Daniel Niccolini. «Di sicuro stiamo prendendo gol evitabili. Anche domenica, due tiri e altrettanti sigilli: il primo magari è stato bello, il secondo è arrivato su una palla da fermo, si poteva evitare». In quell’occasione proprio Niccolini è stato anticipato di testa da Sellan. «Marcavo a zona e sono andato per prendere la palla, ma lui è partito da dietro sfruttando un blocco e aveva più spinta di me quando ha impattato la sfera».

Ore 12.00 – (Gazzettino) «Resterò comunque a disposizione fino all’ultimo per ritirare l’istanza». Fallimento possibile? «Il tribunale ha chiesto al Padova di produrre i bilanci degli ultimi tre anni e gli estratti patrimoniali: se la situazione generale dimostrasse che non si più andare avanti, potrebbe arrivare a quel verdetto». Poi aggiunge: «Ho lavorato per il Padova di Cestaro, l’accordo era con lui e più volte fino a giugno scorso mi ha detto che avrebbe fatto fronte a quanto dovuto se non avesse provveduto Penocchio. Nulla è successo e la proprietà successiva (ad assistere Penocchio i legali bresciani Andrea Zaglio e Marco Orizio che hanno preferito il silenzio, ndr) ha sempre tenuto un atteggiamento dilatorio, senza mai un formulare un minimo di proposta, e il giudice ha rigettato le loro opposizioni». Tornando a Bergamin, nel corso della serata ha ricevuto numerosi attestati di stima. «Se chiudiamo gli occhi – le sue parole – e fingiamo di non essere in serie D, vediamo che la squadra gioca, diverte e coinvolge il pubblico e questo è il modo più bello per fare calcio».

Ore 11.50 – (Gazzettino) «Una possibile restituzione delle coppe pignorate? Aspettiamo e vediamo, sarebbe un diritto della città e dei tifosi, più che un qualcosa che spetta alla nostra società». Così Giuseppe Bergamin, presidente del nuovo Padova, ha replicato l’altra sera all’avvocato Mattia Grassani che pochi istanti prima aveva comunicato la propria disponibilità affinchè i trofei biancoscudati, ora vincolati a causa delle vertenze economiche che riguardano la vecchia società, possano trovare la più idonea collocazione. I due erano ospiti della serata dedicata alla giustizia sportiva organizzata dal Cenacolo. L’avvocato bolognese, legale biancoscudato nelle vicende che hanno visto il lieto fine relative al black-out con il Torino e al calcioscommesse, non avendo mai ricevuto i compensi pattuiti, si è mosso su più fronti, prima con un decreto ingiuntivo e poi con un’istanza di fallimento che vedrà il suo primo capitolo il 10 ottobre al Tribunale di Padova. In mezzo il pignoramento da parte dell’ufficiale giudiziario. «Una parte, quella fatta sui conti bancari – spiega Grassani – è andata a buon fine, ma restano in sospeso 70-80 mila euro per cui, seppure a malincuore, si è dovuto agire su coppe, palloni, magliette, computer e mobilio».

Ore 11.30 – Qui Guizza: in corso l’allenamento mattutino dei Biancoscudati.

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Se si giungesse al fallimento, le conseguenze per lui sarebbero pesanti: indagato, al pari degli altri legali rappresentanti della Spa, per bancarotta fraudolenta, perché questo potrebbe essere il reato contestato dagli inquirenti a tutti i soggetti coinvolti. Nei prossimi giorni l’ex proprietà dovrà elaborare una strategia difensiva convincente per evitare il peggio, oltre a trovare il modo di raggiungere un accordo con Grassani prima del 10. Si vocifera di un concordato in bianco, ovvero un ricorso presentato al Tribunale in cui si esprime la volontà di elaborare una proposta ed un piano per i creditori, ma riservandosi di depositare i documenti e quanto stabilito entro il termine che il Tribunale stesso assegnerà (di solito è di 60 giorni). Il debitore entro tale termine può valutare e negoziare il piano, eventualmente anche convertendolo in un accordo di ristrutturazione dei debiti. La conseguenza di tale provvedimento comporta il blocco delle azioni dei creditori, non solo esecutive ma anche cautelari. L’ex d.g. Gianluca Sottovia, la cui causa di mancata liquidazione del Tfr verrà discussa a Milano a metà novembre, dovrebbe così aspettare ancora prima di vedersi riconosciuto quanto gli spetta: in Lega di serie B, solo per lui, sono stati “congelati” 700 mila euro.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Il collegio del Tribunale, composto da tre donne (presidente Caterina Santinello, giudici Manuela Elburgo e Caterina Zambotto), ha chiesto alla società, ora inattiva in quanto non iscritta ad alcun campionato, di produrre una serie di documenti (bilanci, elenco dei debiti, situazione patrimoniale), che consentano di avere un quadro completo dello status finanziario del Padova, la cui esposizione nei confronti dei creditori -almeno un centinaio – è notevole. Neppure tanto dietro le quinte, si parla di un deficit al 30 giugno scorso, quando si è chiusa, con la retrocessione in Lega Pro, la stagione agonistica 2013/14, di quasi 14 milioni di euro. La situazione, per i legali rappresentanti della Spa biancoscudata, si sta facendo molto pesante e il timore di arrivare ad una sentenza di fallimento è più che giustificato. Non c’è solo Grassani a rivendicare i propri diritti, il primo creditore in assoluto è lo Stato, per il mancato versamento dell’Iva e dell’Irpef, oltrechè dei contributi Enpals e del fondo di fine carriera per i tesserati (che non hanno più ricevuto gli stipendi da fine febbraio e avanzano dunque quattro mesi). Secondo una prima stima delle Fiamme Gialle, il debito su questo fronte supera i 2 milioni e 200 mila euro, mai versati. Chi deve pagare? Penocchio e Valentini non hanno le possibilità per farlo, l’unico è Cestaro, socio del Padova, oltre ad esserne stato il proprietario per oltre 10 anni, sino al 31 dicembre 2013.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Ci sarà anche la Procura della Repubblica, nella persona del sostituto Marco Peraro, che si occupa specificamente di reati finanziari, all’udienza di venerdì 10 ottobre davanti alla prima sezione del Tribunale civile, al terzo piano del Palazzo di Giustizia, dove si discuterà l’istanza di fallimento del Calcio Padova 1910 presentata dall’avvocato bolognese Mattia Grassani. È una presenza importante, quella del magistrato che ha la titolarità del fascicolo dell’inchiesta penale, avviata nell’aprile scorso dal collega Benedetto Roberti insieme alla Guardia di Finanza, e relativa agli intrecci poco chiari tra la vecchia società biancoscudata e il Parma, inchiesta che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Diego Penocchio e Andrea Valentini, rispettivamente presidente e amministratore delegato del club. Significa che, come sottolineava al mattino lo stesso Grassani, nell’intervista pubblicata ieri, l’attenzione dei giudici sulla situazione venutasi a creare quando la Spa di viale Rocco è passata dalle mani di Marcello Cestaro e della Unicomm in quelle dell’azionista di maggioranza del Gruppo Ormis di Castegnato (Brescia) e del suo “socio occulto” Alessandro Giacomini (Gsport), e poi sulla sua successiva gestione, non è mai venuta meno, anzi.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Grassani ha ribadito la propria disponibilità a raggiungere un concordato con la vecchia società prima dell’udienza in tribunale, anche se finora non è arrivato alcun segnale. «L’ultima volta che ho sentito Cestaro è stato lo scorso giugno, quando già non c’entrava più niente con il Padova. Mi ha detto che se la proprietà non avesse saldato la pendenza nei miei confronti, l’avrebbe fatto lui». Invece niente. Si aspettava un epilogo del genere? «Non dico che me l’aspettassi, anche perché non ho mai seguito da vicino le vicende biancoscudate. Di sicuro non avevo captato segnali positivi dalla nuova proprietà. Con Penocchio e Valentini ho avuto scambi di corrispondenza, per cercare di ottenere quanto mi spettasse, ma hanno sempre avuto un atteggiamento sfuggente». E Bergamin che dice? Su questo argomento il presidente biancoscudato, anch’egli presente alla cena alla Montecchia, ha preferito non esporsi: «Aspettiamo gli eventi e vedremo cosa succederà. Per ora pensiamo ad andare avanti per la nostra strada. La tristezza per una storia centenaria che è andata rovinata resta, e capisco che si sia ancora qualche tifoso che non riesce ad adattarsi alla nuova realtà. Ma se, come mi ha detto Sergio Giordani, chiudiamo gli occhi e facciamo finta che questa non sia la serie D, vediamo una squadra che gioca bene e coinvolge il pubblico. Ed è la cosa più bella che ci possa essere in questo momento».

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) «Nel caso in cui dovessi entrare in possesso dei trofei del Calcio Padova pignorati, sarei pronto a restituirli alla città ed ai tifosi, che sono i legittimi proprietari». L’avvocato Mattia Grassani è abituato a giocare d’anticipo e così, imbeccato dal collega Mario Liccardo nel corso della cena organizzata dal Cenacolo al ristorante “La Montecchia” per chiudere il seminario di lunedì sulla Giustizia Sportiva, svoltosi al “San Gaetano”, ha spento sul nascere qualsiasi tipo di polemica. Non sono stati pochi, infatti, i tifosi che nei giorni scorsi avevano manifestato il proprio disappunto per la mossa del legale bolognese, il quale per far valere le proprie ragioni ha ottenuto il pignoramento dei beni presenti nella sede del Padova. «Il pignoramento è stato fatto prima presso le banche, le quali hanno potuto pagare solo una parte del debito nei miei confronti», ha chiarito Grassani. «Quindi si è dovuti passare ad un altro bene, ovvero la sede sociale, con tutto ciò che è al proprio interno. Non solo i trofei, ma anche mobili, scrivanie e computer. Non voglio essere il giustiziere del Padova, chiedo soltanto quello che mi spetta dopo aver lavorato per questa società». Grassani ha portato in dote al Padova più punti di qualche bomber ingaggiato negli anni faraonici di Cestaro. «A conti fatti, ho consegnato al Padova 5 punti. Tre per il black out contro il Torino e altri due restituiti dalla giustizia sportiva, dopo che erano stati tolti ad inizio stagione 2012/13 per il coinvolgimento di Italiano nel calcioscommesse».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Qui, invece, ho pensato fosse opportuno plasmare la squadra secondo un 4-2-3-1 che calza bene con le caratteristiche dei miei giocatori e che, almeno fino al primo tempo di Tamai, ha dato ottimi frutti». Il rovescio della medaglia è in effetti un attacco che segna a tamburo battente, con qualsiasi disposizione tattica e con qualunque giocatore in campo. Due gol di media in Coppa, tre in campionato. E il segreto non è solo nel modulo. «Siamo trascinati da un pubblico fantastico, che ad ogni partita e a ogni momento dell’incontro ci incita ad andare avanti. La squadra come ha il pallone tra i piedi guarda la porta e vuole andare a fare gol. È sempre stato così. Basti pensare che a Tamai negli ultimi minuti ho inserito un difensore, Thomassen, per un attaccante, Ilari. Proprio per dare l’input che, a quel punto, dovevamo pensare solo a portare a casa il 3-2. Ma questa voglia di attaccare, vincere e segnare è un ottimo segnale. Per ora tutti i giocatori stanno mettendo in campo quella fame di vittorie che ho anche io». A quando il primo bilancio? «L’obiettivo è vincere più gare possibile nel girone d’andata, poi a gennaio vedremo dove saremo e tireremo le prime somme».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Erano anni che il Pordenone cercava di salire, ma spesso si era fermato ai playoff. Questo Padova è tutta un’altra storia». È per questo che lei stesso, dopo la vittoria di domenica, ha ammesso che non si aspettava una partenza del genere? «Sapevo che c’erano i presupposti per far bene, ma iniziando tutto con grande ritardo nessuno poteva immaginare come avrebbe preso il via la stagione. Una squadra assemblata da zero, una piazza che si ritrovava per la prima volta in serie D. Nessuno aveva idea di come si sarebbe calato l’ambiente in questa nuova realtà. Mi auguravo di partire bene e così è stato, anche se ancora non abbiamo fatto niente». C’è una differenza sostanziale tra il Pordenone dello scorso anno e questo Padova: la difesa. I “Ramarri” subirono appena due gol nelle prime dieci giornate, mentre i biancoscudati ne prendono uno a partita. «Mi dà fastidio ed è l’aspetto sul quale voglio lavorare maggiormente in questi giorni. In Friuli avevo una squadra basata su un centrocampo a tre, che faceva della forza la propria arma migliore».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sette vittorie su sette gare ufficiali disputate, la media di tre gol a partita realizzati in campionato, un centravanti come “El Rulo” Ferretti che segna più di una rete a gara. È un Padova dei record in quest’inizio di stagione. Ma la definizione non piace troppo a Carmine Parlato, che fa un sorriso ma invita tutti a non esagerare. Anche se, facendo tutti gli scongiuri del caso, l’avvio formidabile dei Biancoscudati somiglia molto alla partenza del “suo” Pordenone della scorsa stagione, capace di vincere le prime 10 gare consecutive in campionato (anche se in mezzo a questo filotto ci fu un pareggio con il Mezzocorona, poi trasformato in successo a tavolino), prima di perdere l’imbattibilità proprio sul campo del Tamai, l’ultimo avversario sconfitto da Cunico & C. «Non si possono paragonare queste due strisce vincenti», spiega Parlato. «Innanzitutto perché la scorsa stagione fui chiamato a guidare il Pordenone a fine maggio. Usufruimmo di quasi due mesi per costruire con calma la squadra. Scegliemmo i giocatori prima dell’inizio del ritiro, il tutto mirato a creare una rosa che potesse vincere il torneo, in un ambiente ormai abituato a questa categoria».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ripresa degli allenamenti ieri per i Biancoscudati, che dopo il giorno di riposo concesso da mister Parlato per la vittoria di Tamai si sono ritrovati alla Guizza per cominciare la marcia di avvicinamento alla sfida di domenica prossima allo stadio Euganeo contro il Mezzocorona. Nel corso della seduta il tecnico ha fatto svolgere alla squadra una partitella a campo ridotto, seguita da esercizi atletici. Si sono allenati a parte i soli Degrassi e Mazzocco, che comunque oggi dovrebbero tornare in gruppo, mentre hanno svolto l’allenamento completo con la squadra sia Genny Russo, di rientro dal guaio muscolare accusato qualche settimana fa, sia il nuovo arrivato Christian Tiboni, che per la prima volta non ha svolto lavoro differenziato. Saranno invece svelate venerdì alle 18, presso il Macron Store di via della Croce Rossa, le nuove maglie dei Biancoscudati confezionate dall’azienda bolognese: oltre alle classiche bianca e rossa, la terza casacca sarà blu con la grande effigie del Gattamelata, scelta dai tifosi lo scorso anno prima che il Calcio Padova scomparisse dal professionismo.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È Fabio Pagliani il nuovo segretario sportivo della Biancoscudati Padova: la notizia era circolata già da diverse settimane tra gli addetti ai lavori, ma non era ancora stata ufficializzata. Ieri, con l’inserimento dell’ex segretario del settore giovanile del Calcio Padova 1910 nell’organigramma pubblicato sul nuovo sito ufficiale, è giunta la conferma definitiva. Pagliani, dopo aver lasciato il Calcio Padova all’avvento della presidenza Penocchio, prende dunque il posto che nella vecchia società era di Simone Marconato, da poche settimane segretario del settore giovanile dell’Udinese, e sarà supportato nelle funzioni di segreteria per il settore giovanile da Veronica Serafin, una nuova collaboratrice. […] Sono più di tre i dipendenti dell’Acp 1910 lasciati a casa dopo la cessazione dell’attività. Oltre alla segretaria Antonella Segala, al magazziniere Andrea Pravato e all’addetto alla manutenzione dei campi Roberto Gasparini, i magazzinieri Ivone Giacomini e Fabiano Sanvido non lavorano più. È rimasto solo Luciano De Franceschi, come magazziniere della nuova società.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Da ieri pomeriggio è on line e operativo il nuovo sito della Biancoscudati Padova, consultabile dei tifosi all’indirizzo www.biancoscudatipadova.com. […] Mentre a biancoscudatipadova.com è stata assegnata la funzione di amplificatore delle news e della linea della società, la community di tifosi scudati potrà continuare a confrontarsi e discutere sulle pagine social ufficiali della società, già attive sia su Facebook, che su Twitter, che su Google +. In queste pagine sarà possibile vedere (e interagire) con video e foto della squadra, con le interviste e i video dei gol del campionato, il tutto caricato anche sul canale Youtube della società. Una grande macchina tecnologica che, grazie al lavoro di Dante Piotto, già responsabile social del vecchio Calcio Padova, sin dai primi giorni di vita della Biancoscudati Padova ha contribuito a tenere unita squadra e tifoseria: su facebook i “like” alla pagina ufficiale “Biancoscudati Padova” sono già quasi 4.500, mentre su twitter il profilo ufficiale (@BiancoscudatiPD) ha già più di 300 followers.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Lo abbiamo ritenuto il pezzo migliore possibile sul mercato dopo la vicenda Cesca – spiega il ds Fabrizio De Poli – adesso lo aspettiamo e siamo convinti che possa darci una grossa mano». Tiboni si allena con impegno e vuole dimostrare di poter tornare l’attaccante ammirato qualche anno fa a Verona. «Voglio recuperare il tempo perduto – spiega il centravanti – e sono convinto di poter fare bene qui. Posso fare la prima punta ma anche l’esterno, in ogni caso sono a disposizione del mister». Chi lo conosce lo descrive come un ragazzo introverso ma che riesce a dare il meglio di sé se coinvolto nel progetto tecnico. Ama le tifoserie calde e dicono sia rimasto esterrefatto dalla forza del tifo biancoscudato messo in mostra anche domenica a Tamai. Parlato ha preferito non portarlo in panchina nell’ultima trasferta, in modo tale da recuperarlo al meglio dal punto di vista fisico. Accolto fra qualche scetticismo di troppo, Tiboni è chiamato a rappresentare una valida alternativa a Gustavo Ferretti e, chissà, magari anche a giocarci accanto. A Padova sono convinti che Tiboni possa lasciare il segno e con Parlato in panchina la scommessa può essere vinta.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Più forti di tutto, anche dei rigori sbagliati, degli infortuni, dell’obbligo di fare necessità virtù amalgamando una squadra nuova in pochissime settimane. I Biancoscudati Padova non si fermano più, hanno raggiunto quota 12 e hanno tutta l’intenzione di proseguire la marcia verso la promozione, a cominciare dalla partita in programma domenica prossima all’Euganeo contro il Mezzocorona. Il budget stanziato dalla società è di circa due milioni di euro, superiore di quasi 500mila euro a quanto ipotizzato in un primo momento e i risultati sino a questo momento stanno confermando la bontà del progetto di Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto. Che prevede, senza fare proclami, di tornare in Lega Pro al primo tentativo. Tutto sembra spingere la nuova società verso la promozione, a cominciare dai 3511 abbonati che hanno dato fiducia al club dopo la rifondazione per finire a un entusiasmo debordante che si accompagna ai continui esodi in trasferta della tifoseria. Senza dimenticare l’aspetto tecnico che rappresenta uno snodo fondamentale per la buona riuscita della missione affidata a Carmine Parlato.
L’ultima scommessa da vincere riguarda Christian Tiboni, arrivato a Padova da pochi giorni ma presentatosi, secondo quanto raccontano alla Guizza e dintorni, con l’atteggiamento giusto per rappresentare un valore aggiunto.

Ore 08.38 – Ci viene comunicato che le nuove maglie ufficiali del Padova griffate Macron verranno ufficialmente presentate venerdì 3 ottobre alle ore 18.00 presso il Macron Store di via della Croce Rossa a Padova e verranno indossate dai Biancoscudati già in occasione della sfida casalinga col Mezzocorona.

Ore 08.36 – Serie D, il prossimo turno (domenica 5 ottobre, ore 15.00): Padova-Mezzocorona, Alto Vicentino-Ripa La Fenadora, Clodiense-Fontanafredda, Dro-Mori Santo Stefano, Giorgione-Union ArzignanoChiampo, Belluno-Triestina, Legnago-Tamai, Kras Repen-Montebelluna, Sacilese-Union Pro

Ore 08.34 – Serie D, girone C, la classifica dopo la quarta giornata: Padova e Belluno 12, AltoVicentino 10, Fontanafredda e Union Pro 7, Clodiense, Sacilese, Union Arzignano e Montebelluna 6, Union La Fenadora 5, Tamai e Kras Repen 3, Triestina, Giorgione e Mori Santo Stefano 2, Dro e Legnago 1, Mezzocorona -2.

Ore 08.32 – Serie D, girone C, i risultati della quarta giornata: AltoVicentino-Sacilese 2-2, Fontanafredda-Belluno 2-4, Mezzocorona-ArziChiampo 0-0, Montebelluna-Dro 2-0, Mori Santo Stefano-Giorgione 3-3, Tamai-Padova 2-3, Union Pro-Clodiense 1-0, Union Ripa La Fenadora-Legnago 2-1, Triestina-Kras Repen 1-1

Ore 08.30 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.28 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 30 settembre: ritornano al lavoro i Biancoscudati, a parte per leggeri affaticamenti muscolari Degrassi e Mazzocco.




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About Dimitri Canello

Direttore responsabile del sito web Padovagoal. Nato a Padova l'11 ottobre 1975, si è laureato nel marzo del 2002 in Lingue Orientali con la specializzazione in cinese. Giornalista professionista dal settembre 2007, vanta nel suo curriculum numerose esperienze televisive (Telemontecarlo, Stream Tv, Gioco Calcio, Sky, La 7, Skysport24, Dahlia Tv, Telenuovo, Reteazzurra, Reteveneta, Telecittà), sulla carta stampata (collaborazioni con Corriere dello Sport, Tuttosport, Corriere della Sera, Repubblica, Il Giornale, World Soccer Digest, Bbc Sport online, Il Mattino di Napoli, Corriere del Veneto) e sui media radiofonici (RTL 102.500, Radio Italia Uno)

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