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Ore 23.10 – (La Nuova Venezia) La lunga attesa è terminata. Non tanto per il Venezia che nella passata stagione aveva chinato per due volte il capo al cospetto della Feralpi Salò di Scienza, quanto per Andrea Raimondi. Quasi due anni di astinenza dal gol sono tanti, l’attaccante arancioneroverde ricorda la sua ultima “vittima” («Impossibile dimenticare, l’Ascoli all’Euganeo»), ma non i tempi («Credo un anno e mezzo, più meno«). Quasi due, gli anni, in realtà visto che quel gol realizzato contro i bianconeri marchigiani risale addirittura al primo dicembre 2012, la quarta e ultima delle reti messe a segno da Raimondi con la maglia del Padova, allora guidato in panchina da Fulvio Pea, nel corso di quella stagione. Prima c’era stato il gol-vittoria contro il Verona, poi la doppietta contro il Cittadella, ancora in rimonta. Era diventato l’uomo dell’ultimo secondo, anche con l’Ascoli segnò al 2’ minuto di recupero, una punizione beffarda che trafisse Guarna. Contro la Feralpi Salò, invece, Andrea Raimondi non ha dovuto attendere l’extra-time (36’ del primo tempo), non ha timbrato il gol-vittoria (3-0), ma il pallone infilato alle spalle di Branduani sa comunque di liberazione. «Sì, è vero, aspettavo da tanto tempo di ritornare a gioire» racconta l’esterno sinistro di Dal Canto, «lo inseguivo da troppe settimane, da quasi due anni facendo i conti. Bel momento, ma soprattutto grande partita del Venezia». Raimondi è l’ultimo arrivato in casa arancioneroverde, pescato a Trapani da De Franceschi, che lo conosce come le sue tasche e che gli ha offerto l’occasione del riscatto dopo una stagione incolore. «Ho solo bisogno di giocare, dopo un anno praticamente perso, mi sto ritrovando. Il gol? Un bel tocco di Bellazzini al limite dell’area, ho vinto un contrasto e non mi sono perso quando mi sono trovato davanti al portiere della Feralpi. Branduani è riuscito a toccare il pallone, ma da lì non potevo fallire».
Ore 22.40 – Serie D, girone C, la classifica dopo la quarta giornata: Padova e Belluno 12, AltoVicentino 10, Fontanafredda e Union Pro 7, Clodiense, Sacilese, Union Arzignano e Montebelluna 6, Union La Fenadora 5, Kras Repen e Tamai 3, Triestina, Giorgione e Mori Santo Stefano 2, Dro, Legnago 1, Mezzocorona -2.
Ore 22.30 – Posticipo del girone C di serie D, fischio finale: termina 1-1 il derby tra Triestina e Kras Repen, seguito al “Nereo Rocco” da 3.300 spettatori.
Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) È stato il protagonista indiscusso del match. Contro il Mori ha segnato una bellissima tripletta eppure non è bastato a dare la vittoria al suo Giorgione. Antonio Baggio commenta così la gara: «Ero contento per me e per la squadra. Poi, però, è andata a finire come tutti abbiamo visto. È stata una gara dai due volti. Nel primo tempo abbiamo dominato il Mori. Poi, però, ci siamo fatti rimontare. Bravi loro, ma molto meno bravi noi. Il vento? Sì, ha inciso, ma non è quello il punto. Hanno pesato soprattutto le nostre disattenzioni». Due partite in una. «Sì. Nel primo tempo siamo andati benissimo ed abbiamo fatto tre gol. Loro, però, ci hanno schiacciato nella ripresa e noi non siamo stati bravi ad impedirglielo. Dobbiamo imparare a gestire meglio il risultato. Troppo spesso pecchiamo di inesperienza». Domenica, contro l’Arzignanochiampo, bisognerà riscattarsi: «Con loro ce la giocheremo a viso aperto. In Coppa si è visto che più o meno siamo allo stesso livello. Penso che sarà una gara decisa dagli episodi e che non ci saranno tutte le occasioni che ci sono state stavolta. Perciò dovremo essere cinici e, soprattutto, molto più attenti».
Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Una vittoria gettata al vento. Non ci potrebbe essere frase migliore, per descrivere il 3-3 del Giorgione col Mori. O almeno questo è il pensiero di mister Antonio Paganin, al quale il pareggio di ieri non è proprio andato giù: «Da parte nostra c’è grande rammarico. Va dato atto al Mori di aver dimostrato di essere una squadra caparbia e tenace, brava a crederci sempre, anche quando la partita pareva già chiusa con larghissimo anticipo. Ma, per quanto riguarda noi, quando si è sopra di tre gol non ci si può far riprendere. Certo, c’è da dire che il vento, che nella ripresa soffiava a nostro sfavore, ha fatto ampiamente la sua parte. Ma questo per noi non può e non deve essere un alibi. Le partite durano novanta minuti e, a prescindere dai fattori atmosferici, non si deve concedere nulla. Abbiamo gettato due punti alle ortiche. Da un lato restano delle certezze, come l’attacco, che è andato bene». Amareggiato Paganin. «Rimangono – aggiunge – dei punti interrogativi. Non è un fatto caratteriale, ma questione di saper gestire le situazioni quando si fanno confuse. I mezzi per poter far bene li abbiamo, e i tre gol fatti nel primo tempo lo dimostrano». Nel prossimo turno il Giorgione se la vedrà con l’Arzignanochiampo, che ieri ha pareggiato 0-0 col Mezzocorona: «Li abbiamo già affrontati in Coppa e sappiamo che sono una squadra temibile. Perciò dovremo cancellare le lacune evidenziate col Mori, a partire dalle palle inattive».
Ore 21.50 – (Trentino) «Abbiamo fatto un primo tempo molto brutto, di cui mi assumo completamente la responsabilità»: non si nasconde a fine gara mister Davide Zoller, sollevato per il pareggio. «Abbiamo sbagliato un po’ tutto ed è giusto che l’allenatore si prenda le proprie colpe. Siamo stati inguardabili e potevamo capitolare, col Giorgione che meritava di vincere la partita. Fortunatamente qualche pecca ce l’hanno anche loro e noi siamo stati bravi a non disunirci e a crederci fino alla fine, quindi portiamo a casa questo punto che sembrava perso. Per quel che mi riguarda, le ho un po’ combinate tutte dal punto di vista tattico e tecnico, ma credo di avere almeno un piccolo merito: nell’intervallo ho chiesto alla squadra di restare serena e tranquilla, visto che la partita con un gol si sarebbe potuta riaprire, e così è stato. Noi siamo un po’ questi: sappiamo che se non siamo sempre al 120% gli altri hanno delle qualità riverse rispetto alle nostre, però andiamo avanti, non bisogna demordere, questa è messa via e ora pensiamo al derby con il Dro, una squadra che noi stimiamo molto e che ci ha già battuto in coppa Italia».
Ore 21.40 – (Trentino) Pazzesco pareggio del Mori S. Stefano, che in casa nel primo tempo va meritatamente sotto di tre gol col Giorgione, accorcia le distanze poco prima dell’intervallo e trova l’insperato 3-3 nella ripresa, sfiorando addirittura la rete della vittoria. Dopo un paio di affondi gli ospiti trovano subito il vantaggio. Al 5’ Baggio dopo una bella triangolazione con Mattioli entra in area in velocità e infila Rossatti con un preciso rasoterra da sinistra. I moriani provano la reazione, ma al 12’ Paracampo e Tranquillini pasticciano e la palla arriva al limite a Baggio, che si fa beffe di una difesa immobile, si infila in mezzo a tutti, si presenta davanti al portiere e deposita lo 0-2. I padroni di casa si fanno vedere in avanti con Tisi, Cristellotti e Tranquillini, ma la retroguardia continua a sbandare paurosamente. Al 26’ Baggio va via e tenta un pallonetto e poco dopo Rossatti è costretto a uscire dall’area per sventare. Al 30’ un angolo del Mori innesca sciaguratamente un tre contro uno del Giorgione, con Episcopo che spreca calciando su Rossatti ma con Baggio che trova il tap-in dello 0-3, col solo Pozza in area per il Mori. Un po’ meglio l’attacco: al 36’ Tisi serve Tranquillini che dal limite trova la deviazione del portiere e al 40’ Deimichei mette dentro l’1-3 da pochi passi servito da Tisi dopo un passaggio ad allargare di Tranquillini. In avvio di ripresa al 2’ Tisi in area sfiora il 2-3. Al 3’ bel cross per Manfrini che però non si coordina bene e spreca. Al 6’ pericoloso in area il Giorgione, ma Mattioli colpisce male. Al 9’ corner di Tisi in porta, deviato sopra la traversa. La partita cala di ritmo, ma soprattutto calano gli ospiti: al 12’ punizione dalla tre quarti di Tisi, col pallone che dopo un rimpallo su Concli quasi finisce dentro. Al 19’ palla in area a Concli, che va via, subisce un contatto, resta in piedi, poi va giù e viene ammonito per simulazione. Dall’altra parte al 23’ Mattioli spreca ancora. Al 29’ gran giocata di Tisi sulla sinistra: mette in mezzo per l’accorrente Manfrini che insacca il 2-3. Al 31’ ancora Tisi per Deimichei, che non trova l’impatto giusto. Al 38’ su bella iniziativa di Cristelotti Deimichei mette in mezzo e si crea una pericolosa mischia. Al 39’ il pareggio: Tisi batte una punizione dalla tre quarti, il portiere non trattiene e Deimichei mette dentro. Al 41’ quasi autogol di Giacomazzi, con un successivo angolo pericolosissimo di Tisi sul secondo palo che è l’ultima occasione del match.
Ore 21.20 – Termina il primo tempo del posticipo del girone C di serie D: Triestina-Kras Repen 1-1.
Ore 20.50 – (Trentino) Stefano Manfioletti è ovviamente molto arrabbiato. E non solamente per la sconfitta. «E’ un gran peccato – commenta l’allenatore droato – perché, nei primi 35 minuti, abbiamo disputato un’ottima partita, mettendo più volte in difficoltà il Montebelluna senza rischiare nulla. Poi è arrivata l’espulsione di Donati che ha sparigliato le carte e, ovviamente, da quel momento in poi abbiamo fatto fatica anche se, sino al vantaggio del Montebelluna il nostro portiere non aveva compiuto un intervento che fosse uno. Nel finale ci abbiamo provato, certo è che dobbiamo darci una regolata». Quattro espulsioni nelle ultime tre partite: decisamente troppe per una squadra che dovrà lottare con le unghie e con i denti sino all’ultimo per raggiungere la salvezza. «Senza ombra di dubbio – conclude Manfioletti – dobbiamo essere più furbi, perché è inutile lavorare duramente per tutta la settimana, preparare le partite in una determinata maniera e poi ritrovarsi con un uomo in meno. Affronteremo il problema con la società perché, al netto delle decisioni arbitrali discutibili, noi dobbiamo assolutamente cambiare atteggiamento. E non dimentico le sedici ammonizioni: troppe anche quelle».
Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Entrato nel secondo tempo poco prima che Giglio sbloccasse il risultato, Nicolò Masiero ha dato il suo contributo in avanti. Lui l’ha vista e vissuta così la partita con il Dro: «C’è stata qualche difficoltà soprattutto nel corso della prima frazione, loro pressavano tantissimo e noi non riuscivamo a uscire dalla nostra metà campo. In effetti abbiamo creato davvero poco». Poi è arrivata l’espulsione a spianarvi la strada. «Senza dubbio quando loro sono rimasti in dieci non hanno più potuto pressarci come facevano all’inizio, però sono convinto che non sarebbero riusciti comunque a tenere dal punto di vista fisico. Nella ripresa il Dro è calato ed abbiamo potuto sviluppare il nostro gioco, così sono arrivati i gol di Giglio e Gerini. Sappiamo che per salvarci dovremo soffrire ad ogni partita. Ma adesso ci godiamo questi tre meritati punti». Adesso vi attende la trasferta in casa del Kras Repen. «Anche lì a Monrupino non sarà un match facile, però dobbiamo provare a conquistare un’altra vittoria perché poi avremo un trittico di partite molto dure con Sacilese, Ripa e Altovicentino. Stiamo crescendo partita dopo e partita e sono convinto che potremo fare ancora meglio».
Ore 20.30 – (Tribuna di Treviso) Il Montebelluna fa il boa. Avvolge lentamente la preda fino a soffocarla. Paziente, non aggredisce subito l’avversario. Attende la ripresa per stritolarlo con gli abbracci letali di Giglio e Gerini. La banda Pasa si regala la seconda vittoria consecutiva, prima casalinga, domando i tignosi trentini. Dimostra di essere in crescita, anche se l’ingenua espulsione di Donati si rivela determinante. Perché i biancocelesti trovano spazi e coraggio, aggiudicandosi un importante scontro diretto. Diversi aspetti positivi da rimarcare: porta inviolata da due partite, Giglio prezioso apriscatole come a Legnago, Gerini che si sblocca a pochi minuti dall’ingresso in campo, Cusinato peperino immarcabile. La gara con il Kras potrebbe aiutare Perosin e compagni a rimpinguare la classifica. […] «Serviva pazienza». Le prime parole di Pasa nel dopo-gara dicono già tutto. «Senza l’espulsione sarebbe stato tutto più complicato, ma sapevamo che il Dro poteva essere battuto solo attraverso una tattica prudente», spiega il tecnico, «Mi piace rimarcare che non abbiamo preso gol per la seconda partita consecutiva, che l’avversario non ha costruito palle-gol nitide, che la squadra ha giocato ordinata e accorta, cercando nel secondo tempo le vie laterali, senza mai sbilanciarsi». Riserva parole di apprezzamento un po’ per tutti: «Sapevamo che per Cusinato e Gerini occorreva tempo. Bisognava aspettarli due-tre mesi, dovevano ammortizzare il salto dalle categorie giovanili. L’anno scorso aspettammo lo stesso Bonetto. Cusinato ha mostrato personalità, correndo e difendendo. Giglio ha fatto tanta strada, il gol è stato il giusto premio. E se non perde le staffe, Severgnini si è confermato giocatore forte per la categoria. Bravo pure Frassetto: dispiace inserirlo nella ripresa, ma la regola dei fuoriquota mi condiziona. Questo è l’assortimento: ho cinque ’94, ma uno solo è obbligatorio».
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Rilassato post gara dopo il primo successo stagionale. I 5 punti in classifica tranquillizzano tutti dirigenti e giocatori. Fra i volti sorridenti anche quello di Enrico Antoniol, centrocampista neroverde che va subito ad analizzare i 90 minuti: «Non è stata una grossa partita da parte nostra, ma comunque siamo riusciti ad arrivare al successo grazie a due grandi gol. L’incontro è iniziato subito con una piccola sbavatura perché dopo un minuto abbiamo rischiato di subire il gol. Abbiamo riorganizzato le idee e le marcature hanno fatto il resto». Nonostante il repentino doppio vantaggio l’Union ha comunque ceduto molto agli avversari che in più occasioni avrebbero potuto modificare l’indirizzo dell’incontro. «Ci siamo resi conto – prosegue Antoniol – che stiamo attraversando un periodo in cui non siamo al 100 per cento e stiamo ancora lavorando per trovare i meccanismi. Secondo me siamo stati intelligenti a capire che in questa occasione dovevamo difendere il risultato. Una partita così l’anno scorso l’avremmo persa». Con una Union capace di analizzare in modo freddo le possibilità c’è da aspettarsi del buono per il prosieguo della stagione. «Va detto che il Legnago è una buona squadra – continua il centrocampista – ed è costruita per fare un buon campionato. La loro partita è stata buona, ma noi ci portiamo a casa i tre punti perché siamo riusciti a difenderci in modo compatto e a capitalizzare. Il gioco non è stato dei migliori, ci va bene così». Dello stesso indirizzo di pensiero anche Sandro Andreolla, autore di una buona prova nell’arco dei 90 minuti: «Abbiamo approfittato delle occasioni avute nel primo tempo. Loro hanno un organizzato la squadra per puntare a far meglio della posizione di classifica che hanno quindi il risultato di oggi è di valore». Andreolla continua: «Avevamo bisogno di una vittoria e con questo 2-1 inizia il nostro campionato». Il fantasista ritorna sulla partita: «Potevamo difenderci un po’ più alti e subire meno però c’è da mettere in conto che ci sono squadre molto organizzate e dobbiamo dare il giusto merito». Più sintetico il commento di Simone Loat: «È andata bene. Siamo stati bravi a reggere fino alla fine, abbiamo sofferto, ma abbiamo fatto girare gli eventi dalla nostra parte»
Ore 20.00 – (Corriere delle Alpi) Capitan Paolo De Carli è stato chiamato in gioco in molte occasioni contro il Legnago. Una domenica di lavoro, ma i segnali dalla squadra sono ugualmente positivi: «Sia a livello di gioco che di ritmo, vediamo che domenica dopo domenica stiamo crescendo. Probabilmente ci mancava proprio una vittoria per prendere fiducia nei nostri mezzi. All’inizio della stagione forse ci eravamo un po’ smarriti, stanchi magari per la preparazione. In questa gara, invece, si è visto un bel gioco, un ritmo molto intenso per tutti i novanta minuti di gioco». Il Legnago, però, è andato vicino al pareggio: «Sapevamo che davanti la squadra veronese era temibile e lo ha dimostrato già nel primo tempo. Nella ripresa ci siamo chiusi bene, anche se qualcosa purtroppo dovevamo concedere. Mi ripeto, però, vedo che ogni gara che passa la squadra è in netto miglioramento e questo è di grande auspicio per il nostro futuro». […] Simone Loat (fuoriquota del 1996) ha corso su e giù per la fascia, fino ad arrendersi ai crampi quando mancava mezz’ora alla fine. Che gara è stata? «Siamo stati bravi a mantenere il risultato, anche se alla fine abbiamo preso quel gol che poteva riaprire i giochi. Così ci è toccato soffrire gli ultimi cinque minuti, ma dobbiamo farci i complimenti per aver fatto girare gli eventi dalla nostra parte, grazie anche a una buona partenza: è stato importante partire col piede giusto». Quel gol preso alla fine, però, dà fastidio al mister. Come migliorare questo aspetto? «Non c’è altro da fare che rimanere concentrati sino alla fine, perché con un avversario così non puoi mai stare tranquillo. Personalmente, comunque, sono contento della mia gara. Mi sento sempre meglio e spero di continuare a crescere così».
Ore 19.50 – (Corriere delle Alpi) Sofferta ma vinta. Il Ripa Fenadora si aggiudica la sfida interna contro il Legnago, al termine di un match piuttosto tirato, che ha visto le due squadre ergersi a protagoniste in modo alternato sul palcoscenico del Boscherai. Mezz’ora di tempo e l’Union è avanti di due reti: tiro “alla Brotto” per Simone Malacarne e rete di intuito per Alberto Tibolla, alla sua prima marcatura in neroverde. Tentativo di rimonta del Legnago, che inizia prima dell’intervallo e prosegue per quasi tutta la ripresa, trovando il gol con Bernardes, che dimezza lo svantaggio a un minuto dal novantesimo: quattro di recupero con Union e tifosi in apnea aspettando i tre fischi dell’arbitro. Questa alla fine la trama del film visto in quel di Pedavena sotto un bel sole che riporta indietro il calendario ad un mese fa. […] Mauro Fin, vice di Parteli, ha visto un Ripa Fenadora in progresso: «Man mano che si va avanti, la forma fisica migliora. Abbiamo fatto un altro passo in avanti sul piano della compattezza, significa che stiamo facendo un buon lavoro. Una gara opposta rispetto alla Clodiense, nel senso che allora avevamo avuto tante occasioni che abbiamo fallito, mentre con il Legnago ne abbiamo avuto due o tre che abbiamo concretizzato. C’è comunque ancora molto da lavorare, perché abbiamo concesso più di quello che potevamo concedere; una loro reazione nella ripresa era più che preventivabile, ma noi in realtà potevamo anche chiudere la gara con un terzo gol. Diciamo che ci siamo complicati un po’ la vita, ma era importante rompere il digiuno dopo un inizio zoppicante. Ai ragazzi mancava tanto questa vittoria: a Sacile e con la Clodiense avevamo fatto delle buone partita, ma la vittoria non era arrivata, logico che questo successo faccia bene al morale». «Se vogliamo andare a trovare il pelo nell’uovo», prosegue Fin, «forse abbiamo fatto un passo indietro dal punto di vista del gioco, ma è arrivato il successo e nel calcio alla fine conta soprattutto questo». Questi cinque punti in saccoccia come vi faranno preparare la trasferta contro l’Alto Vicentino? «Mah, direi che non cambierà granché, nel senso che prepareremo la gara durante la settimana con qualche accorgimento in più rispetto al solito. Comunque sia, andremo a giocarcela senza pensare troppo all’avversario, ma con la voglia di fare risultato come sempre. I tre punti in più non cambiano di certo il nostro atteggiamento, non lo abbiamo fatto nemmeno l’anno scorso quando a dicembre avevamo solo quattro punti in classifica».
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nel giro di un minuto si può passare dal Paradiso all’Inferno. È quello che è capitato ieri alla Clodiense che al 39’della ripresa ha accarezzato il colpaccio con il destro di Santi finito sull’incrocio e 60 secondi dopo ha incassato lo svantaggio con la punizione di Furlan. L’attaccante Riccardo Santi non nasconde l’amarezza per la prima sconfitta stagionale: «È stata sicuramente una partita giocata sotto le nostre possibilità perché per quanto visto in campo eravamo nettamente superiori all’Union Pro. Alla fine un episodio ha deciso la partita, tra l’altro prima della punizione del loro gol ce n’era una noi sulla trequarti non fischiata. Traversa due secondi prima con me e poi gol loro». L’espulsione di Piaggio come la valuti? «La prima ammonizione di Tommaso secondo me non c’era mentre la seconda è stata una conseguenza della prima». Sul quel tuo destro ti stavi già preparando ad esultare? «La palla stenta ad entrare e per un attaccante contano i gol, tra l’altro credo l’abbia anche sfiorata il portiere. Quando vinci e non segni va bene lo stesso ma quando perdi e non fai gol non è semplice. Meno penso al gol e meglio è, adesso pensiamo già al Fontanafredda domenica prossima. Sono abbastanza fiducioso, anche fisicamente inizio a sentirmi bene e quindi speriamo che arrivi anche la prima rete». È una sconfitta che deve farvi preoccupare questa o solo un passo falso? «La squadra è forte quindi sono fiducioso, il rammarico è che tante volte un punto è meglio di niente. Noi dobbiamo pensare alla parte sinistra della classifica perché abbiamo buone potenzialità e pur giocando male nel primo tempo abbiamo creato 3-4 occasioni nitide che potevano cambiare la partita».
Ore 19.20 – (La Nuova Venezia) Mastica amaro l’allenatore granata. Pagan non nasconde la delusione per la sconfitta, avrebbe ritenuto più giusto un pareggio che ha visto sfumare solo alla fine per la prodezza su calcio piazzato di Furlan. «Era una partita da 0 a 0», dichiara il tecniso della Clodiense, «nel secondo tempo loro hanno avuto una leggera supremazia, ma la vera occasione l’hanno avuta solo per un mezzo errore del nostro portiere nel respingere un tiro da fuori, viziato, tra l’altro, da una precedente carica evidente». In mezzo anche il rammarico per la traversa. «Non so se Baldan abbia toccato o no», continua Pagan, «comunque il tiro ha colto in pieno l’incrocio. Accettiamo la sconfitta e ne prendiamo atto. Servirà a svegliarci e a capire che il campionato sarà duro, difficile e lungo. Ora stacchiamo la spina e poi ci concentreremo subito sul Fontafredda. Nessuna tragedia». La conclusione è sulle espulsioni che hanno costretto le due squadre in 10 per un’ora. «Sono due settimane che giochiamo in inferiorità numerica» conclude l’allenatore granata, «forse l’arbitro è stato troppo severo. Poteva risparmiarsi entrambe le espulsioni perché, alla fine, hanno penalizzato anche la qualità della partita. La settimana scorsa abbiamo avuto lo stesso problema: Pitteri ha rimediato due gialli veniali in pochi minuti e abbiamo dovuto affrontare la partita con un uomo in meno. Senza puntare il dito contro l’arbitro, è stata, comunque, una giornata strana ma loro non hanno rubato nulla. Forse dovevamo essere più attenti noi a non concedergli allo scadere una punizione dal limite sapendo che hanno ottimi calciatori sulle palle ferme».
Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’uomo partita dell’Union è stato ovviamente il difensore mancino Igor Furlan (classe ’85) che ha trasformato uno scialbo 0-0 in 3 punti di platino per i trevigiani grazie ad una magnifica punizione al 40′ della ripresa. Il commento sul gol è telegrafico quando efficace: «Volevo metterla proprio là. Prima invece avevo sbagliato qualche calcio d’angolo di troppo». Aveva già segnato su calcio da fermo? «Avevo fatto 2 gol in amichevole questa estate ma questo è praticamente il primo gol su punizione che faccio in campionato».
Successo meritato? «Sembrava una partita da pareggio anche se secondo me abbiamo meritato la vittoria per il gioco che abbiamo fatto anche se non siamo riusciti a fare tanti tiri in porta. Sono tre punti d’oro per la squadra. Ci tenevamo a vincere la prima partita in casa». Come hai visto le due espulsioni? «Secondo me l’espulsione della Clodiense è stata giusta mentre il secondo fallo di Zanette c’era ma si poteva evitare di ammonirlo». Con 7 punti cambiamo i vostri obiettivi? «Il nostro primo obiettivo è ovviamente la salvezza e poi piano piano vedremo se potremo puntare a qualcosa di più, ma meglio dirlo sottovoce».
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro supera la Clodiense, con una prodezza balistica di Furlan a pochi minuti dalla fine, e lo scavalca, salendo al quarto posto in classifica con il Fontanafredda. Partita brutta e a lungo giocata in 10 contro 10. Il match sembrava incanalato sullo 0-0 anche se nella ripresa sono stati i padroni di casa a cercare di più la vittoria, venendo premiati dalla punizione del difensore mancino anche se solo un minuto prima Santi aveva fatto tremare la traversa difesa da Baldan. […] L’allenatore dell’Union Pro Francesco Feltrin si gode la seconda vittoria consecutiva ammettendo che si era quasi rassegnato al punticino: «Sembrava proprio una partita destinata allo 0-0. Solo una situazione da palla inattiva o una prodezza di qualcuno poteva sbloccarla anche se nel secondo tempo abbiamo cercato più noi la vittoria. Nel primo tempo meglio invece la Clodiense. Noi siamo partiti un pò frenati, come già successo contro il Giorgione, e li abbiamo aspettati, invece di fare la partita, in verità anche per merito loro. A fine primo tempo in spogliatoio ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che potevamo fare qualcosa di più per vincere. Ci siamo riusciti grazie all’eurogol di Furlan che ha nel Dna questi colpi anche se aveva calciato male più di un corner, ma va perdonato vista la prodezza finale». Come giudica i 2 cartellini rossi? «Credo che l’arbitro abbia visto giusto nelle due espulsioni. Zanette da giocatore esperto qual è doveva stare più attendo anche se la prima ammonizione per il fallo di mano era un pò dubbia». Adesso andate a Sacile avendo un punto in più, è sorpreso della classifica? «Questi 3 punti sono utili per raggiungere il nostro obiettivo salvezza e ce li teniamo bene stretti. Domenica andiamo a fare visita alla Sacilese che ha pareggiato addirittura in casa dell’Altovicentino dimostrando di essere una della squadre più forti del campionato. Andando lì con 7 punti possiamo giocarcela in maniera diversa senza tante pressioni e provando a fare la nostra partita con l’obiettivo di allungare la nostra striscia positiva».
Ore 18.40 – (Giornale di Vicenza) Paolo Beggio, tecnico dell ´Arzignanochiampo, ha vissuto intensamente dalla propria panchina il match in terra trentina. «Credo che sia stata una bella partita – osserva – giocata dalle due squadre con buona intensità e velocità. A tratti è andato meglio il Mezzocorona, ma anche noi in diversi frangenti abbiamo saputo tenere in mano il pallino del gioco. Calcolando quello che si è visto posso dire che il pareggio è il risultato più giusto». Pochi fronzoli e un unico obiettivo, la salvezza. Così Beggio. «Speriamo possa giungere il prima possibile. Vogliamo solo quello e punti fatti fuori casa come quello conquistato qui sono certamente pesanti per il nostro cammino e per il nostro morale. Visto che siamo una formazione nuova in serie D, è stato un avvio molto incoraggiante».
Ore 18.30 – (Trentino) Un Mezzocorona generoso non passa sull’Arzignanochiampo. La formazione rotaliana, dopo due sconfitte consecutive, gioca una buona gara, in special modo nel secondo tempo, ma non riesce a centrare la prima vittoria stagionale, ottenendo il secondo zero a zero su due gare tra le mure amiche. […] «Siamo stati anche un po’ sfortunati nel finale, ma va bene così» commenta a fine gara il tecnico del Mezzocorona Luca Lomi. L’allenatore dei rotaliani appare soddisfatto della prestazione dei suoi ragazzi e analizza: «Abbiamo ritrovato un po’ di quella compattezza che ci ha contraddistinto all’inizio dell’anno. Ai ragazzi non posso chiedere di più, perché sotto l’aspetto dell’impegno e della voglia di fare sono ineccepibili. Abbiamo un problemino con il gol, ma questo lo sapevamo dall’inizio dell’anno. Ci stiamo lavorando. Le due sconfitte consecutive – spiega Lomi -, in una squadra come la mia, un po’ il segno lo lascia. I ragazzi sentivano un po’ la tensione e c’era voglia di fare risultato. Ho detto loro di partire con entusiasmo, perché se manca quello è davvero dura». Il prossimo turno prevede la difficile gara contro il Padova e Lomi conclude: «Il calcio riserva tante volte delle sorprese. Quando i ragazzi entreranno allo stadio vedranno l’ambiente e si caricheranno. In questi casi bisogna essere rispettosi, ma non intimoriti».
Ore 18.10 – (Giornale di Vicenza) Amarcord Marano. In tribuna pure Fabio Gava, il portierone della passata stagione finito quest´anno alla corte della Ternana. È lì per gli amici, Beccaro e Sottovia: «Pareggio giusto, la Sacilese è sempre una signora squadra». Giudizio confermato negli spogliatori anche dal presidente Dalle Rive: «Loro non hanno rubato nulla, anche se il secondo gol era in fuorigioco di 3 metri. Purtroppo noi non riusciamo a chiudere le partite». L´ennesimo attaccante acquistato, Nicola Falomi, non è una bocciatura di Paganelli, «No, il ragazzo ha sempre fatto il suo. Piuttosto mi aspetto di più da Toledo, lui può e deve fare la differenza e non accontentarsi del compitino». E Cunico? «Non è affatto in discussione ma nel calcio mai dire mai, voleva che le dicessi questo no?». Se Dalle Rive è deluso figuriamoci l´allenatore Enrico Cunico. «Il rammarico è aver preso due gol a difesa schierata e questo è stato un errore anche dei centrocampisti che non hanno coperto bene. Certo, poi se andiamo a vedere i due gol, il primo viziato da un fallo di mano ed il secondo in fuorigioco, l´amarezza aumenta. Diciamo comunque che oggi non mi sono piaciuti i primi 15´ di gioco, per il resto la squadra si è espressa su buoni livelli». Chi non sta nella pelle è Mauro Zironelli, vicentino doc. «Noi siamo piccoli e non abbiamo una rosa come quella dell´Altovicentino, anzi dobbiamo metterci il maglione e stare attenti a non ammalarci. Ogni anno andiamo alla ricerca di giocatori che magari hanno giocato poco e che hanno voglia di rilanciarsi, come Beccaro e Sottovia. Come dice, che se avevo un terzo ex l ´avrei vinta? Va bene lo scherzo, ma loro sono una squadra davvero forte». E “Ziro” un allenatore coi fiocchi.
Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Chiamatela, se volete, “la maledizione del Marano”. Non bastavano, infatti, i gol, in quel di Padova, di Cunico e del “Rulo” Ferretti, ora ci si mettono anche gli altri ex bianconeri sparpagliati tra le società del girone a dare dispiaceri al presidente Rino Dalle Rive. Allo Stadio dei Fiori, davanti agli ormai “soliti” 2.000 spettatori non paganti ma convinti, si presentano in due con la maglia della Sacilese, Dario Sottovia e Marco Beccaro, ed entrambi vanno in gol, promuovendo i biancorossi friulani da bestia nera a ossessione. Un destino, che diventa però anche un consiglio: prima ci si scrollerà di dosso il passato e meglio sarà per il prosieguo del campionato. In effetti l´Altovicentino sembra ancora prigioniero della grande rivoluzione d´estate, tra giocatori che devono trovare il ritmo dei 90´ (dal convincente Kabine all´ancora evanescente Toledo) ed un gioco con ancora troppe, inevitabili amnesie. Questione di amalgama, ma intanto Biancoscudati Padova e Belluno volano due punti sopra.
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Che differenza c’è fra il primo e il secondo tempo? «Che nel primo siamo riusciti a giocare a ritmi alti e nel secondo abbiamo patito il loro uno – due in avvio, che ci ha tolto convinzione e da cui non ci siamo ripresi». Sintesi del 4-2 a sfavore da parte di Maurizio De Pieri. «Devo dire che il loro primo gol è stato bello e fortunoso, per il rimbalzo sulla testa di Malerba. L’altro è stato ingenuo dopo calcio d’angolo» afferma l’allenatore del Fontanafredda. «Diciamo anche – prosegue De Pieri – che abbiamo giocato contro una signora squadra, che non a caso sta al vertice ed è dove vi può rimanere fino alla fine. La nostra colpa è stata che nel primo tempo non abbiamo segnati altri gol, chiaro che poi questo tipo di avversari non concedono nulla». Sconfitta e contraccolpo? «No, questa partita ci deve dare grande fiducia, ho fatto i complimenti alla mia squadra», risponde sicuro il tecnico rossonero.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il blasone sarà triestino, ma a far paura, tra sei giorni, sarà indubbiamente il Belluno. A oggi, aspettando il posticipo di questa sera dei rivali contro il Kras Repen, Triestina-Belluno di sabato prossimo si prospetta quasi come un testacoda: Belluno in vetta, Triestina in coda e ben undici punti tra le due formazioni. Gli alabardati, che questa sera potrebbero accorciare le distanze battendo o pareggiando contro il Kras, di certo non stanno benissimo: un solo pareggio conquistato nelle prime tre giornate e appena due gol segnati, per altro entrambi inutili perché coincisi con due sconfitte. E a segnarli, pensa un po’, è stata una vecchia conoscenza: Ivo Bez. Un rivale amico che sabato pomeriggio, giocando in anticipo rispetto al resto del girone, il Belluno di Vecchiato ospiterà nel suo vecchio stadio forte dei suoi 12 punti, degli altrettanti gol segnati, di un vice-capocannonieri all’attivo e di quattro successi consecutivi in tasca. A parlare, come sempre, sarà il campo, ma sulla carta la Triestina può iniziare a preoccuparsi. […] Gli Ultras si organizzano. Fatta pure la trasferta in quel di Fontanafredda il gruppo di irriducibili gialloblù si prepara alle prossime tre partite che culmineranno con la trasferta padovana in casa della big del girone. Sabato prossimo tutti di nuovo al polisportivo per l’anticipo con la Triestina. Poi, in una settimana, le due trasferte che porteranno alla sfida contro i biancorossi. Per la prima in programma, Arzignanochiampo-Belluno del 12 ottobre, ritrovo fissato alle 11 allo stadio, ognuno con il mezzo proprio e pranzo al sacco. Domenica 19 invece, per il big-match Biancoscudati Padova-Belluno, gli Ultras intendono organizzare una corriera con partenza dal polisportivo alle 10.30 e pranzo offerto dalla tifoseria, al costo di 10 euro più il prezzo del biglietto della partita.
Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’euforia degli spogliatoi non sborda fuori dallo stanzone. I giocatori gialloblù tengono ancora un profilo basso. Cinque gol in quattro partite non esaltano Simone Corbanese. «L’episodio contro nel primo tempo e, soprattutto, la reazione che abbiamo avuto, ci fanno capire che dobbiamo tenere sempre ritmi alti come nella ripresa. In spogliatoio, nell’intervallo, ci siamo detti che dovevamo dare di più rispetto alla prima parte, lo sapevamo. Poi è andata bene così. Chiaro che, se andiamo piano, rischiamo di prenderle un po’ da tutti». Il primo gol è stato influenzato dal contrasto del pallone con Malerba? «Abbiamo colpito la sfera insieme – risponde il Cobra – ma devo dire soprattutto che è arrivata una gran palla da Duravia. Lui sa sempre mettere palloni da categoria superiore». Andati in vantaggio, avete patito ancora. «Siamo stati bravi quando, preso il secondo gol, abbiamo chiuso la partita. Sono felice per Samba. Se lui ha questa intensità, può dare e prendersi grosse soddisfazioni, tanto è pericoloso e veloce. Lui come gli altri che sono entrati dalla panchina ci hanno fatto vincere la gara». È già ora di pensare alla Triestina. «Pensiamo all’anticipo di sabato, ma non al primo posto. Siamo un gruppo forte, ma non pensiamo tanto in là. Io voglio intanto arrivare a dieci gol, poi si vedrà». Un altro Simone, Bertagno, non alza i toni. «Puntiamo a migliorare il quarto posto dello scoro anno. Prima arriviamo alla salvezza e poi pensiamo ai miglioramenti». A Fontanafredda come a Tamai? «Prestazione simile, direi, con la svolta nel secondo tempo come quella volta. Abbiamo dimostrato maturità e una prova di forza. Questa squadra non ci sta a perdere, abbiamo reagito alla grande, da squadra, con la giusta mentalità». L’esultanza nel gol, con dedica particolare? «Al vice presidente Perissinotto – risponde Bertagno -. Ci avevo provato già domenica scorsa». «Il mio gol lo dedico a Michela, la mia ragazza» afferma invece un serafico Samba. «Sono entrato bene fin da subito, io come gli altri dalla panchina. Perché eravamo già preparati psicologicamente. Siamo tutti pronti a dare una mano ai compagni. Cosa riusciremo a fare dipenderà tutto dagli stimoli che non mancano».
Ore 17.10 – (Corriere delle Alpi) Uno schiaffo? Mai porgere l’altra guancia. Roberto Vecchiato è tutt’altro che biblico. Piuttosto, l’allenatore del Belluno è di un concreto, che fa paura. Anche al Padova. Era ripartito dal quarto posto di pochi mesi fa e ha ricominciato con quattro vittorie di seguito e il primato: «Va tutto bene e siamo molto soddisfatti. Anche perché la squadra sta dimostrando di avere carattere, oltre che qualità. Senza dimenticare un maggior numero di alternative, tanto è vero che chi è subentrato ha fatto bene quanto i titolari. Vedi Sadio Samba». È sembrato di essere tornati a Tamai. Un gol al passivo, negli ultimi minuti del primo tempo, una schiarita d’idee nel corso dell’intervallo e una seconda frazione a un’altra velocità: «Più che uno schiaffo, un episodio sfortunato, nel senso che Simone Bertagno mi giura di aver colpito la palla con un’altra parte del corpo, non certo con un braccio. I friulani avrebbero voluto un rigore anche prima, per un intervento di Sebastiano Sommacal, ma ci stava ancora meno. Dopo l’intervallo, abbiamo giocato come sappiamo, rivoltando il punteggio, premesso che la prima frazione non era stata poi così male. Non un gran ritmo, certo, ma perlomeno lo stesso numero di occasioni da gol dei friulani». La rosa a disposizione mette allegria. I numeri sono più abbondanti e la qualità superiore. Ce n’è abbastanza almeno per lottare per i play off, se non proprio per la promozione. Difficilmente il Belluno potrebbe permettersi la Lega Pro, anche considerando i disastri che sta combinando il Pordenone: «È un organico giusto: ne troppo numeroso né scarso. Qui ho fatto qualche variazione, in confronto a domenica scorsa e qualche cambio ci sarà anche sabato». […] Decisione… stomachevole. La moviola di Simone Bertagno, nella situazione del rigore dato al Fontanafredda è più chiara di quella di Grassia alla radio nazionale: «Ho colpito il pallone di petto, anzi per essere più precisi di stomaco: l’arbitro ha sbagliato e capita. Falliamo anche noi appoggi e gol, quindi può succedere che un direttore di gara veda un tocco di mano, anche dove non c’è. Pazienza: abbiamo vinto lo stesso». La festa dopo il gol è qualcosa d’indimenticabile: «Ci avevo già provato domenica scorsa e stavolta mi è andata bene, sull’angolo calciato da Marco Duravia. D’istinto mi sono messo a correre, saltando anche l’abbraccio di Mike Miniati e arrampicandomi sulla rete, vicino ai tifosi. La dedica è per il nostro vicepresidente Gianpiero Perissinotto: gliel’avevo promesso». Il Belluno diesel di Tamai si è rivisto a pochi chilometri d distanza: «Faceva anche caldo, il problema è questo. L’approccio è stato buono, ma siamo andati sotto per il famoso episodio del rigore, offrendo poi una prova di forza, ma anche di qualità. Siamo sempre un bellissimo gruppo».
Ore 17.00 – (Corriere delle Alpi) Freddato il Fontanafredda. Quel serial killer del Belluno ha inciso un’altra tacca sul suo calcio: dopo Mori Santo Stefano, Tamai e Mezzocorona, c’è posto anche per la matricola friulana. «Salutate la capolista» è stato il coro più cantato dagli ultras gialloblù: 12 punti in quattro partite autorizzano ad aprire il grande libro dei sogni. Solo il Padova è riuscito a fare altrettanto: verrebbe quasi da scartabellare nel calendario della serie D, per vedere in che casella è alloggiato lo scontro diretto. Ma intanto sabato c’è l’anticipo del Polisportivo contro la Triestina. Sempre a proposito di vecchie nobili con il magone. Sistemato nel quartiere satellite del comune pordenonese, lo stadio Omero Tognon è uno dei più belli della serie D, a parte che Rocco ed Euganeo sono fuori classifica per ovvi motivi. Ci sono anche i 24 gradi e passa di questo supplemento d’estate e sarà forse per questo che il Belluno del primo tempo va piano, ma andrà lontano. Mai una volta che Roberto Vecchiato smazzi sul prato la stessa formazione della settimana precedente, ma alla fine ha sempre ragione lui. […] Le noccioline di Superpippo. Chi non ricorda come si procurava i superpoteri uno dei personaggi più simpatici dei fumetti? Il Belluno non indossa quel pigiamone rosso, perché gli dona molto di più il gialloblù, ma qualcosa l’ha imparato. Durante l’intervallo, la massaggiatrice Monica D’Alfonso distribuisce mele e noccioline ai giocatori: «Sono un ottimo rimedio contro i crampi», spiega l’ex Feltrese, «non è ancora successo di soffrirne e, tra i motivi, c’è anche questo. Un’altra cosa che posso rivelare è che non se ne parla di sali minerali: molto meglio una limonata. Secondo me, fa molto, molto meglio».
Ore 16.40 – (Il Piccolo) Settimana sfortunata quella appena conclusasi in casa Kras Repen. Dopo Anton Zlogar la squadra del presidente Goran Kocman dovrà rinunciare ad un’altra pedina importante del proprio scacchiere. Ieri mattina a Monrupino, durante la fase di rifinitura in vista del derby di questa sera, si è fermato Rok Bozic. Il roccioso difensore sloveno ha accusato un problema muscolare che lo costringeranno sicuramente a dover rinunciare alla partita con la Triestina. “Rok oltre ad essere un grande giocatore e una di quelle persone che quando indossano la maglia del Kras dà tutto, e quando siede in panchina cementa il gruppo: la sua assenza, assieme a quella di Zlogar, peserà non poco”, ha commentato il dirigente responsabile della Prima squadra Tullio Simeoni. Come noto il Kras non potrà contare neanche su Alessio Corvaglia (infortunio) e Marouane Tawgui (problemi burocratici). “Il resto della squadra però è in ottima forma e carico – spiega Simeoni – siamo concentrati e desiderosi di poter scendere al Rocco per fare la nostra partita”.
Ore 16.30 – (Il Piccolo) Con appena un punto dopo tre partite e una fase di rodaggio ancora da ultimare, forse per la Triestina il derby con il Kras arriva un po’ troppo presto. Ma in settimana la dirigenza ha continuato a ostentare grande fiducia. Non sarà ancora la Triestina 2.0 che potrà vedersi tra qualche settimana, quando finalmente potranno essere utilizzati l’olandese Guerain, l’argentino Clara e il nuovo attaccante che dovrebbe arrivare tra pochi giorni, ma la formazione di Lotti può già stasera fare un passo avanti nel rendimento. Innanzitutto ci sono otto giorni in più di lavoro sulle gambe, utili per affinare organizzazione e preparazione fisica, ma c’è anche un nuovo innesto che per qualità ed esperienza potrebbe davvero rappresentare un salto di qualità per l’Unione. Davide Giorgino, per il curriculum che ha, non solo può far acquisire spessore al centrocampo, ma potrebbe anche rappresentare una guida per una squadra che ha necessità assoluta di uomini di esperienza. Proprio l’innesto di Giorgino potrebbe anche segnare un cambiamento di modulo per stasera. In attesa di una Triestina più spumeggiante , per ora Lotti potrebbe propendere per un più tranquillo 4-4-2, nel quale la coppia Giorgino-Proia sarebbe il perno della squadra davanti alla difesa.
Ore 16.20 – (Il Piccolo) I “puristi” sostengono che quello tra Triestina e Kras non si possa chiamare derby perché tale definizione si attaglia solo alle stracittadine o ai match con una radicata rivalità. Le interpretazioni sono da rispettare ma in un campionato di serie D che pochi spunti può offrire alla platea alabardata, la partita di stasera offre comunque qualche suggestione. Da una parte (quella della Triestina) un cursus honorum di primo piano o quasi e oltre mille abbonati anche in quarta serie, dall’altra un Kras che rappresenta una piccola realtà nata nella comunità slovena ma fatta crescere in dieci anni dal presidente Kocman. Ma il presente dice che oggi al Rocco (inizio ore 20.30) non ci sarà Davide contro Golia. L’Unione è rinata in Eccellenza nel 2012 quando il Kras era in serie D (retrocesso in quella stagione). L’Unione è stata presa in mano (e si aspetta ancora il passaggio di proprietà) da Pontrelli e soci quando il gruppo di Monrupino era già al lavoro da tre settimane. E poi il Kras ha un punto in più in classifica e ha segnato sette reti mentre i tifosi della Triestina (che ha un punto) aspettano ancora il primo gol su azione in campionato. Insomma quella di stasera sarà una partita aperta e si spera piacevole per chi non affoga cuore e cervello nella demagogia e nella retorica. Una partita da vivere in un clima sereno soprattutto in casa Kras. Per la squadra di Arcaba infatti una vittoria sarebbe “storica” e corroborante ma un esito negativo non sarebbe una sciagura, per la Triestina invece una sconfitta sarebbe deleteria per la classifica e farebbe sprofondare il morale di tutto l’ambiente nonostante il cammino in serie D sia ancora lungo.
Ore 16.00 – (Gazzettino) L’Este mantiene la vetta e l’imbattibilità, e tanto basta per ora all’allenatore: «Ci teniamo stretto questo punto – ammette Gianluca Zattarin – con la Correggese abbiamo sofferto e sapevamo che sarebbe stata difficile, loro hanno una squadra infarcita di giocatori con esperienza in Lega pro e noi abbiamo molti giovani che devono ancora crescere e fare strada». «Nel secondo tempo – spiega il tecnico – ci siamo abbassati troppo e abbiamo fatto molta più fatica rispetto al primo tempo, quando invece abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Ci sono state delle occasioni per noi nella ripresa, ma devo dire che Lorello ha dovuto compiere alcuni interventi importanti». Nessuna tragedia, quindi, per la prima frenata del campionato. «Ci è mancata un pò di esperienza nel momento più delicato della partita -afferma l’allenatore, che per il momento non vuol neppure sentir parlare di classifica – ora non dobbiamo fare drammi e bisogna subito rimettersi a lavorare sodo in settimana. Peccato per l’espulsione di Bonazzoli nel finale, non ci voleva proprio».
Ore 15.50 – (Mattino di Padova) L’Este può ancora starsene comodo sulla poltroncina della capolista. Con due o tre sospiri di sollievo, perché il punto strappato alla Correggese è da serrare nel caveau, con sentiti ringraziamenti al portiere Lorello e allo Scandicci, inaspettata bestia nera del Delta Porto Tolle, costretto al pareggio a reti bianche in terra fiorentina. I giallorossi giocano col petto all’infuori per un tempo, poi si rintanano aspettando il novantesimo in apnea. Le “tigri” emiliane, invece, dimostrano di essere una squadra vera, con individualità di spicco e un ottimo fraseggio: insomma, una degna rivale per la vetta della classifica. L’1-1 finale è tanto di guadagnato, nonostante il vantaggio illusorio firmato da “Roby” Rondon. Nella prima frazione di gioco, infatti, gli uomini di mister Gianluca Zattarin (disposti in campo con un inedito 4-2-3-1) fanno spesso visita al fortino del portiere biancorosso Noci. […] La Correggese, intimidita, si fa vedere solo con Ferrari, ben controllato da Tulhao e Favaro, ma sono i padroni di casa a stabilire le gerarchie con una verticalizzazione sull’asse Rubbo-Rondon: il numero dieci atestino, infilatosi tra Perna e Bertoli, batte il portiere con una mezza acrobazia. […] In area atestina, Lorello inizia la sessione straordinaria dal 65’: l’ex Giorgione prima intercetta una deviazione in mischia sulla linea di porta, poi miracoleggia su Grandolfo e Ferrari. Può nulla, infine, sull’infilata di Chiurato, servito dalla sinistra da Lari. L’1-1 non smuove Lelj & co., tanto è vero che Lorello deve superarsi sulla conclusione di Grandolfo e in uscita bassa sul solito Ferrari. Eppure l’Este, a tempo scaduto, potrebbe chiudere in bellezza: Beghetto taglia fuori tutta la difesa e serve Bonazzoli, il cui destro viene respinto dal solito Noci. Proprio Bonazzoli si fa cacciare nei minuti di recupero, per colpa di un “francesismo” indirizzato all’arbitro Ramy ma sentito dal guardalinee.
Ore 15.30 – (Gazzettino) Non sembra darsi pace, nel dopopartita l’allenatore del Thermal Abano Teolo Vinicio Bisioli. «È una sconfitta che sa di beffa -commenta amaro -, perché giunta dopo che l’arbitro aveva lasciato proseguire l’azione 5″ oltre il recupero e dopo che noi nell’ultimo quarto d’ora avevamo creato due-tre occasioni davvero favorevoli». L’amarezza è acuita proprio dal fatto che, entrambi i gol, sono giunti forse nel momento migliore della sua squadra: «Sicuramente. All’espulsione di Cacurio, che ci ha lasciati in dieci per oltre un’ora, avevamo reagito bene creando diverse occasioni. Già il gol del loro pareggio era maturato su una nostra ingenuità difensiva. E nel finale, quando mi rammaricavo tra me e me perché il pareggio ci stava stretto e con le nostre ripartenze ci eravamo resi pericolosi, è giunta la beffa. Da martedì, sperando di recuperare alcuni infortunati visto che abbiamo avuto bisogno di 5-6 ragazzi della Primavera, cercheremo di analizzare cos’è mancato. In vista del derby? Per quanto mi riguarda, no: quella resta una partita come le altre, anche se certamente bella e importante per i tifosi»
Ore 15.20 – (Mattino di Padova) Il Bellaria festeggia sul gong. I biancazzurri conquistano la prima vittoria stagionale al Nanni superando la Thermal all’ultimo secondo di recupero. Basti pensare che dopo la rete del diciottenne Souleymane Camarà l’arbitro Giudici di Legnano ha fischiato immediatamente la fine della contesa. Una prova di grande abnegazione da parte dei romagnoli, ancora alle prese con il doppio infortunio di Bernacci e Vittori e dunque senza “grandi”, eccezion fatta per il portierone Foiera, ieri decisivo. Per contro la Thermal, c he non sta attraversando un periodo facilissimo nonostante i cinque punti in classifica e in Romagna senza le punte titolari, si è fatta colpevolmente schiacciare e così la corsa dei padroni di casa è diventata in discesa. […] Al 38′ l’espulsione rimediata dallo stesso Cacurio per un ingenuo e inutile fallo da dietro su Forte complica tutto. Il Bellaria non sfrutta però la superiorità numerica, anzi i padovani sul finire di tempo rischiano di passare in vantaggiocon Franciosi. Nella ripresa i biancazzurri si complicano la vita da soli: Lombardi al 50′ perde in velocità Franciosi e lo butta giù in area. L’attaccante dal dischetto non sbaglia. Il Bellaria però non ci sta e al 58′ impatta con Montebelli. I padroni di casa non si lasciano prendere dal panico e orchestrano con molta calma anche se le occasioni faticano ad arrivare. Poi, quando ci pensa Bianchini (78′), l’arbitro annulla per fuorigioco. Nel finale, dopo una gara dominata, il Bellaria rischia la beffa al novantesimo e sulla punizione violenta di Vitagliano ci vuole un prodigioso Foiera. Ma non è finita. Sussulto conclusivo nei minuti di recupero, cross dalla sinistra e sponda del neo entrato Casieri per l’ex Santarcangelo, Camarà che si gira in area da vero bomber e firma di potenza il meritatissimo 2-1. Il pari sarebbe stato un po’ troppo stretto ai padroni di casa, ma sicuramente non sarebbe stato un furto da parte della Thermal.
Ore 15.00 – (Gazzettino) Può davvero tirare un sospiro di sollievo Damiano Longhi dopo l’incredibile finale della sfida con il Romagna Centro: «Fortunatamente rispetto ad altre volte siamo riusciti a non perdere – commenta il tecnico del San Paolo – Abbiamo già perso tre partite così, la quarta sarebbe stata di troppo. Speriamo che sia almeno un segnale positivo, un’inversione di tendenza». La partita di Caco e compagni non è stata comunque esente da errori: «Abbiamo sbagliato troppo – ammette Longhi – Soprattutto in fase di disimpegno. Nel secondo tempo siamo cresciuti e abbiamo avuto più occasioni. Noi abbiamo difficoltà a segnare e abbiamo trovato una squadra che ha saputo coprirsi bene. Con tutto il rispetto per gli avversari però alla fine stavano per vincere con un solo tiro, su punizione». In svantaggio per oltre settanta minuti, alla fine il San Paolo muove comunque la classifica. «Alla fine sono contento e devo fare i complimenti ai miei giocatori – conclude Longhi – La reazione c’è stata dopo il gol subito e abbiamo avuto il merito di crederci fino alla fine. Questo deve essere un punto di partenza».
Ore 14.50 – (Mattino di Padova) Il pareggio strappato in extremis contro il Romagna Centro al Plebiscito non può essere più di un brodino per il San Paolo, che evita la sconfitta solo grazie alla zampata del suo capitano. Squadra molle e confusionaria, gioco tutt’altro che convincente, condizione fisica precaria. E così la posizione di Damiano Longhi, a dispetto delle dichiarazioni, sembra tutt’altro che stabile. Perché non può bastare la mancanza di attaccanti (assenti ieri Antonelli, Marcolin e Rebecca) a giustificare una formazione che negli ultimi venti metri proprio non riesce a costruire palloni giocabili. Per lo meno nel primo tempo, che parte sull’onda di un paio di conclusioni dalla distanza dell’Atletico (Mascolo all’11’ e Sambugaro un minuto dopo) bloccate senza troppi patemi da Semprini. Il problema principale è che se i padroni di casa cercano una manovra ragionata ma raramente riescono ad arrivare alla conclusione, alla prima occasione utile il Romagna timbra il vantaggio: è il 17’ quando Gavoci trasforma una punizione a due dai venti metri in una parabola che supera la barriera e scende sotto l’angolino alla sinistra di Rosiglioni. […] Ad inizio ripresa Longhi getta nella mischia il nuovo arrivato, Davide Matteini (che potrebbe aver giocato già la sua ultima partita in gialloblù), ma la musica non cambia. L’ex attaccante del Padova dimostra di saperci ancora fare con la palla tra i piedi, ma atleticamente non ha di certo 45’ nelle gambe. L’effetto, quindi, è di produrre una ripresa sulla falsa riga del primo tempo, con il San Paolo a tenere il pallino del gioco senza riuscire a trovare il guizzo negli ultimi venti metri. Tanto che le migliori occasioni sono ancora dei romagnoli. Proprio quando tutto sembra perduto, all’ultimo secondo ci pensa Caco: il capitano si gira in area nel forcing finale e trova il varco che i suoi compagni non erano stati capaci di aprire. Ma il pareggio è proprio pochino.
Ore 14.30 – (Gazzettino) Ecco Massimiliano De Mozzi al termine della partita. «È un periodo nel quale gli episodi ci stanno girando contro. In questa occasione Bordin ha rimesso in mezzo il pallone, forse l’ha visto male o all’ultimo momento. Il Rimini si è sempre difeso con otto uomini e non ha mai tirato in porta se non dopo il calo che abbiamo avuto a metà secondo tempo perché non reggevamo più i quattro giocatori davanti. Avevo però risistemato le cose, e poi è arrivato questo episodio. Dispiace perché il gol ce lo siamo fatti da soli, ancora una volta su calcio d’angolo». Domenica si torna allo stadio delle Terme per l’attesissimo derby con il Thermal, il primo della storia in serie D. «Noi abbiamo sei punti in classifica, loro cinque, questo per dire che siamo vicini in classifica. Di sicuro è una partita particolare essendo un derby, conterà molto la squadra che riesce a mantenere la tranquillità. Cercheremo naturalmente di fare nostra la partita». Con il Rimini si è interrotta la striscia record di ventinove partite utili consecutive in campionato. «C’è la possibilità di ripartire subito e di inanellare un’altra serie di ventinove gare». Il Thermal è avvisato.
Ore 14.20 – (Mattino di Padova) È un fulmine a ciel sereno a guastare il pomeriggio di sole dell’Abano in quel di Porto Tolle, una colpo di testa che a cinque minuti dal termine consegna i tre punti al Rimini, certamente non migliore della formazione padovana ma molto più vivace nel secondo tempo. Epilogo in linea con la settimana tribolata che ha costretto la società neroverde ad andare a giocare in “casa” nel Polesine. Prima frazione abbastanza noiosa, con l’Abano leggermente più intraprendente, soprattutto sulle fasce, mentre gli ospiti si ritrovano ancora imballati ma aggrappati al buon Pera che in avanti è l’unico ad aver creato qualche pensiero. […] Nella seconda metà di gioco l’Abano continua a dormire mentre cambia totalmente il ritmo partita dei romagnoli. […] Quando sembra che la difesa dell’Abano tenga, ecco arrivare all’84’ la doccia gelata: calcio d’angolo di Pera, mischia furibonda in area con rimessa in gioco della palla da parte di Bordin, stacco vincente di Torelli da solo in area piccolo e vantaggio ospite. Mister De Mozzi nel finale prova a stravolgere la squadra inserendo prima Giusti poi Guccione, ma nonostante i quattro minuti di recupero l’Abano è costretto a cedere il passo ai romagnoli, rimanendo così a quota 6 punti in classifica.
Ore 14.00 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, edizione di Pordenone): Petkovic 6, Dionisi 7, De Grassi 6, Mazzocco 6.5, Niccolini 6, Sentinelli 7, Ilari 6.5, Segato 6.5 (Thomassen s.v.), Ferretti 7.5, Cunico 6 (Nichele 6), Busetto 6 (Pittarello 6).
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Grandi emozioni al Comunale di via Giovanni XXIII. Tribune stipate di supporter padovani, cori da serie A. Il Borgo non ha mai visto una cosa simile. La commozione arriva al massimo quando due minuti di applausi salutano l’ingresso di una gigantografia di Riccardo Meneghel, scomparso 9 giorni prima in un incidente stradale. Anche i 22 atleti entrano vestendo una maglietta con la foto di “Mene”, morto a 19 anni in moto. Poi le emozioni arrivano da un match vibrante e combattutissimo. Il Tamai, in vantaggio due volte nella prima frazione, è stato raggiunto e superato nella ripresa da un Padova non ancora perfetto, che viaggia però spinto dal grande entusiasmo dei suoi sostenitori. Solito 4-3-3 per De Agostini con Faloppa incontrista davanti alla difesa. Parlato risponde con un 4-2-3-1 che lascia “Rulo” Ferretti punta più avanzata. Fa gioco il Padova. Le furie sono schierate per operare di rimessa. La fase di studio dura 10′. Poi la sfera arriva a Federico Furlan, che inventa un diagonale liftato destinato a infilarsi a un palmo dal legno più lontato. I Biancoscudati accusano. Non i fan, che alzano tono e frequenza dei cori. Al 18′ Cunico, su piazzato, spedisce mezzo metro sopra la traversa. Insistono gli ospiti e al 27′ pervengono al pareggio. Segato pesca bene Ferretti in area. “Rulo” si allarga e fa partire un diagonale che va a incocciare il palo alla sinistra di Peresson. Arriva come un fulmine Ilari e ribadisce in rete. Insiste il Padova e al 35′ Peresson deve uscire e ribattere di piede un’iniziativa di Ferretti. Al 41′ però i rossi passano di nuovo in vantaggio. Punizione dalla fascia di Petris, stacco imperioso e gol di testa di Sellan. Veemente il rientro dal riposo degli ospiti, con Pittarello al posto di Busetto. Subito (46′) cross di Ferretti dalla destra per la botta di Sentinelli che pareggia. Passano appena 3′ e Colombera cintura in area el “Rulo”, su cross di Dionisi. Rigore che Cunico spreca tirando addosso a Peresson. Si fa male Colombera che viene sostituito (59′) da Bertoia. È una delle chiavi di lettura della sconfitta tamaiota. Reclama inutilmente un penalty anche De Agostini, che viene espulso. Il monumentale Dionisi continua a scodellare palloni verso il centro, dove ora mancano i centimetri di Colombera. Magnifico il cross dell’ex neroverde al 68′. Perfetto lo stacco di Ferretti che di testa devia la sfera nel sette alto, a sinistra di Peresson: rimonta completata. Il Padova, in testa insieme al Belluno, stacca l’Altovicentino fermato (2-2) dalla Sacilese.
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Sono orgoglioso dei miei giocatori». Stefano De Agostini, malgrado la sconfitta, è felice per come il Tamai ha giocato. Conquistare un punto con una delle grandi pretendenti al salto di categoria sarebbe stato bello. Non c’è dubbio. Ma il mister cerca ugualmente di vedere il bicchiere mezzo pieno. Al Comunale di Tamai è stata una domenica di grande sport, prima che una partita ricca di gol e di episodi decisivi. Nella borgata non erano ancora abituati a vedere un pubblico così numeroso e vivace, come quello che incitato per 95′ i Biancoscudati Padova. Giù il cappello per il migliaio di fan patavini che, prima e dopo la partita, hanno ricordato calorosamente Riccardo Meneghel, il giovane difensore delle Furie rosse scomparso a seguito di un incidente stradale. «Tifosi di altra categoria – ammette De Agostini -. Oggi ho invidiato l’amico Carmine Parlato». Poi il suo punto di vista sulla partita, che racconta anche con il dente avvelenato dal momento che nella ripresa, per proteste, è stato allontanato dal campo. «Ho fatto presente al fischietto – racconta – che il fallo di mani di Ferretti, che era stato già ammonito, andava punito con un altro giallo. Quindi avrebbe dovuto essere espulso. Mi sono sentito rispondere che quello non era il momento per sventolare il cartellino giallo in faccia al giocatore. Poi mi sono lasciato un po’ andare. Al di là di tutto, abbiamo disputato un gran primo tempo, contro una squadra davvero forte. Sul 2-2 si è poi fatto male Colombera: abbiamo finito per giocare con sei fuori quota. E poi, lo voglio dire, ci è stato negato un rigore grosso come una casa. Comunque va bene così: complimenti al Padova perché è una squadra davvero forte, ma soprattutto complimenti ai miei ragazzi, ai quali non ho proprio niente da rimproverare». Soddisfatto della prestazione della sua squadra anche capitan Fabrizio Petris: «Abbiamo giocato bene, non c’è niente da dire. Il rigore per noi? Ci poteva stare. In rapida successione abbiamo affrontato Belluno e Padova. Abbiamo dato in entrambe le occasioni filo da torcere. Peccato non essere riusciti nemmeno a racimolare un punto».
Ore 13.30 – Le pagelle del Padova (Messaggero Veneto, Alberto Bertolotto): Petkovic 6; Dionisi 7, Sentinelli 6.5, Niccolini 6, Degrassi 6; Mazzocco 6.5, Segato 7; Ilari 6.5 (Thomassen sv), Cunico 5.5 (Nichele 6), Busetto 5 (Aperi 6.5); Ferretti 7.5.
Ore 13.20 – (Messaggero Veneto) Il Padova però non ci sta e al 26’ pareggia: Segato innesca Ferretti, che mette un pallone al centro. Peresson devia, arriva Ilari sul secondo palo che insacca. E’ l’1-1, è la rete che arriva dopo una punizione alta di Cunico. La partita è vibrante, il Padova gioca forse un po’ meglio, ma il Tamai ha in corpo qualcosa in più. E quindi passa al 41’: punizione dalla destra di Petris, Sellan sale sopra tutti e incorna. Ecco il gol, 2-1. I veneti comunque ci sono e chiudono avanti il primo tempo, con Peresson che piazza un miracolo su una punizione di Segato. Scossone. Parlato, ex Pordenone, per la prima volta in provincia dopo i trionfi coi “ramarri”, capisce che qualcosa non funziona. Così cambia: Padova dal 4-2-3-1 al 4-3-3, con Aperi al posto di Busetto. L’aereo biancoscudato dunque decolla. Al 2’ è già pari: cross di Ferretti, Sentinelli è libero in area e insacca. Poi l’arbitro fischia un rigore per gli ospiti, per una trattenuta in area. Sul dischetto va Cunico, ma la conclusione viene parata da Peresson. Il Padova preme, c’è solo una squadra in campo. Al 24’ trova il gol: cross dalla destra di Dionisi, Ferretti si eleva e di testa batte il portiere locale. E’ il 2-3. Il Tamai prova a cambiare, De Agostini arretra Faloppa in difesa e inserisce Bertoia al suo posto. Dall’altra parte, entra Nichele. Il Tamai reclama un rigore che l’arbitro non fischia, “Dea” viene espulso per proteste: la gara finisce così.
Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Il campo dice che il successo è del Padova: 3-2 sul Tamai e vetta della classifica confermata. Ma, in fondo, di fronte a ciò che si è visto, questi sono solo numeri, dati freddi. Perché ieri in via Giovanni XXIII vincono tutti: giocatori, allenatori, pubblico, arbitro. Era la prima partita dopo la morte di Riccardo Meneghel, il terzino di 19 anni del Tamai scomparso dieci giorni fa, e tutti hanno voluto dedicargli un pensiero. Dal direttore di gara, che decide di ritirare per 90’ la maglia numero due del giovane (Rigutto gioca con il 20), alla curva del Padova, che intona cori ed espone uno striscione per “Mene”. Emozioni vere, pelle d’oca. Di questo si dirà poi. Adesso si sottolinea il blitz del Padova e la caduta delle “furie rosse”, la seconda di fila in casa dopo quella col Belluno. Cerotti. Non è facile la gara per i locali. Vuoi per la forza dei rivali, vuoi per ciò che è successo in settimana, vuoi, infine, per le defezioni: De Agostini non dispone dei mediani Ursella e Davide Furlan (infortunati) e della punta Zambon (squalificato). Praticamente tre titolari. Mantiene il 4-3-3 e piazza come play Faloppa, un difensore. Padova col 4-2-3-1 e tutti a disposizione. Pronti, via e i mobilieri passano: Bolzon di petto appoggia per Federico Furlan, che di sinistro di prima intenzione calcia. Palla sotto l’incrocio, rete e 1-0. Dopo il gol dello scorso anno al Bottecchia, il bomber fa un altro scherzetto a Parlato.
Ore 13.00 – (Messaggero Veneto) Il grande Riccardo Meneghel, da lassù, sarà stato felice. A farlo sorridere, ieri, ci han pensato tutti i presenti allo stadio di Tamai: da chi è sceso in campo a chi ha assistito al match in tribuna. E allora – dopo il “ritiro” della sua maglia numero due solo per questa prima volta senza di lui – è giusto ricordare subito il momento più toccante, l’apice di eleganza e sportività, visto su un campo da calcio. A fine partita la famiglia di “Mene” – papà, mamma, sorella e fratello e la fidanzata – sono entrati in campo, dirigendosi verso la tribuna centrale, dove sedevano i tifosi del Padova. La curva biancoscudata ha subito capito. E ha intonato un coro sentito, carico d’affetto, nei confronti di Meneghel: «Riccardo uno di noi». La famiglia assisteva commossa, e con loro tutto lo stadio. Sono usciti dagli spogliatoi i giocatori del Tamai, che hanno ricevuto l’applauso degli ultras veneti. Facile parlare male dei tifosi, sottolineando le loro bravate: giusto esaltarli ora, facendo notare un gesto pieno di umanità, toccante, così come ricordare lo striscione esposto prima del match («Ciao Riccardo»). “Mene” se la sarà goduta. Perché poi il pensiero per lui l’hanno avuto i giocatori. Federico Furlan, dopo la rete del momentaneo 1- 0, è andato verso lo striscione esposto tra le due panchine, che raffigurava il volto del giovane; Marco Sellan, dopo il gol del 2-1, ha corso verso i “vecchi” spogliatoi del campo, dove di fronte sedeva la famiglia di Riccardo: la recinzione li divideva, lui li ha abbracciati “virtualmente” e con il bomber tutta la squadra. Emozionante tutto, così come il minuto di raccoglimento, l’applauso che lo stadio ha dedicato al giovane di Prata. Ora c’è la sfida più dura: andare avanti, cercare di dimenticare. Il ricordo di questa giornata può dare la forza per cercare di voltare pagina.
Ore 12.40 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Claudio Malagoli): Petkovic 6; Dionisi 7, Niccolini 5.5, Sentinelli 6.5, Degrassi 5.5; Mazzocco 6.5, Segato 6.5; Ilari 6.5 (Thomassen sv), Cunico 5.5 (Nichele 6), Busetto 6 (st 1’ Pittarello 6); Ferretti 8.
Ore 12.30 – (Gazzettino) Decisivo in questo senso anche il cambio tattico voluto da Parlato che è passato alle due punte (Pittarello al posto di Busetto) e si è affidato al rombo di centrocampo con Segato vertice basso e Cunico alle spalle delle punte. Il Tamai ha smarrito tutti i punti di riferimento e dopo due minuti è capitolato: decisiva la caparbia azione di Ferretti che ha liberato Sentinelli per il tocco decisivo. Lo stesso Ferretti poco dopo ha subìto una trattenuta in area che l’arbitro Graziella Pirriatore (buona la sua direzione) ha punito con il calcio di rigore. Sul dischetto si è presentato Cunico che però come già alla prima giornata si è fatto intercettare il tiro. Con l’ingresso di Nichele a sostituire Cunico (Ilari è andato a fare il vertice alto) la spinta del Padova ha assunto i contorni di un assedio. Micidiali soprattutto le sgroppate sulla destra di Dionisi, che al 24’ ha indovinato il cross perfetto per Ferretti, inzuccata potente dell’argentino (al sesto gol in campionato) e 3-2 per il Padova. Quarta vittoria su quattro partite e primo posto in classifica consolidato. Giusto così.
Ore 12.20 – (Gazzettino) La marcatura a uomo di Faloppa ha limitato il raggio d’azione di Cunico, a destra Ilari era spesso raddoppiato, mentre sulla corsia opposta il giovane Busetto (preferito a Bruzzi) si è dannato l’anima sul piano della corsa, ma non ha mai trovato il guizzo per minacciare la porta avversaria. La superiorità tecnica dei biancoscudati ha comunque prodotto al 27’ l’azione del pareggio. Segato ha liberato in area Ferretti, girata mancina deviata da Peresson e tap-in decisivo da due passi di Ilari. Chi si aspettava che il peggio fosse ormai alle spalle è però rimasto deluso. Ad accendere di nuovo il Tamai è stato il solito Furlan che partendo da sinistra ha vinto quasi sempre i duelli con Degrassi. E da una punizione procurata proprio da Furlan (40’) è arrivata la rete del raddoppio dei padroni di casa. Sulla battuta di Petris a centro area si è avventato come un fulmine Sellan bruciando sul tempo un disattento Niccolini e incornando di prepotenza alle spalle di Petkovic. Quello uscito dagli spogliatoi dopo l’intervallo è stato un Padova finalmente vigoroso e nel secondo tempo la partita si è giocata quasi per intero nella metacampo del Tamai.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Cominciamo doverosamente dalla fine, dallo splendido tributo che gli oltre mille tifosi del Padova presenti in tribuna hanno riservato alla famiglia di Riccardo Meneghel, il giovane difensore del Tamai morto l’altro sabato in un incidente stradale. Un lungo, commosso e struggente applauso che ha fatto venire la pelle d’oca a tutti. Papà, mamma, fratello e fidanzata del diciannovenne hanno avuto la forza di non piangere, ma quando si è alzato al cielo il coro “non mollate mai” trattenere le lacrime è stata davvero un’impresa. Anche i giocatori di Padova e Tamai hanno onorato al meglio la memoria di Riccardo, dando vita a una partita avvincente e piena di emozioni. Alla fine l’ha spuntata la truppa di Parlato in virtù di una ripresa arrembante e di un Ferretti ancora una volta decisivo. Giù il cappello però di fronte alla determinazione espressa nel primo tempo dalla squadra di casa, capace di andare in gol dopo appena dieci minuti con il suo elemento più pericoloso, Furlan. Il numero 11 del Tamai si è aggiustato un pallone al limite e senza trovare opposizione nei difensori biancoscudati ha sferrato un sinistro al volo che non ha dato scampo a Petkovic. Il collaudato 4-2-3-1 del Padova ha faticato come non mai a carburare.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Padova, dunque, al comando della classifica in condominio con il Belluno. «Il campionato è lungo – evidenzia l’allenatore – e sarà sicuramente ricco di sorprese. Della nostra situazione in classifica ne parliamo chiuso il girone d’andata. Ora pensiamo soltanto a lavorare». Il suo gol, quello del momentaneo 2-2, ha dato nuova linfa alla squadra nel momento più difficile. Davide Sentinelli è tornato a sorridere, e con lui l’intera squadra: «Dedico questa rete ai miei due bambini, che sono anche i primi miei tifosi. Era da un po’ di tempo che non andavo in rete». Ancora più decisivo è stato il sigillo di Gustavo Ferretti. «Sei gol miei e dodici punti al Padova. Cosa chiedere di più? Il nostro secondo tempo è stato da incorniciare, ma prima -rivela il bomber argentino – ci siamo dovuti guardare in faccia negli spogliatoi. Abbiamo capito che stavamo regalando un tempo ai nostri avversari, che dovevamo cambiare il passo. È vero, siamo primi in classifica, ma non è certo questo il momento di montarci la testa».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Decisivo è stato il cambio del modulo operato nella ripresa, con l’ingresso in campo di Pittarello. Inizialmente il Padova si era presentato al cospetto del Tamai con il collaudato schema 4-2-3-1, al quale Parlato sembra ormai essersi affezionato. «Non ho voluto toccare nulla -chiarisce tutto – per non sconvolgere, almeno nei primi 45′ di gioco, l’assetto della squadra. Sapevo benissimo, comunque, di avere in panchina delle valide alternative». Il riassetto avviene nella ripresa, dopo una (comprensibile) sfuriata negli spogliatoi. Parlato capisce che è il momento di dare più profondità al gioco, così opta per l’ingresso di Pittarello. È un’altra squadra quella che scende in campo, neanche lontana parente di quella che perforata due volte dai tamaioti. «Nella ripresa – ammette il tecnico – siamo stati grandi. Abbiamo giocato da Padova, squadra che, lo voglio ricordare, è rinata soltanto il 5 agosto. Non è stato facile per me, anche se conoscevo bene tutti i giocatori, creare la giusta amalgama. Quindi con quattro successi ottenuti (su altrettante partite disputate) posso tranquillamente dire che siamo già andati oltre le nostre aspettative iniziali».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Il suo rientro in provincia di Pordenone, dopo l’annata d’oro trascorsa sulla panchina dei Ramarri (ora in Lega Pro), è stato da vincitore. Com’è nel suo stile. Carmine Parlato, pungolato anche dai microfoni dell’emittente locale Telepordenone, non parla del momento “no” della sua “vecchia” squadra. «Meglio parlare di serie D – mette subito le mani avanti -anche perché adesso io sono l’allenatore dei biancoscudati. Passato è passato». La vittoria della sua squadra il tecnico partenopeo la dedica alla famiglia di Riccardo Meneghel, il giovane giocatore del Tamai scomparso recentemente a seguito di un incidente stradale. La colpa di quel primo tempo giocato dal Padova è da ricercare proprio nel ricordo di quel ragazzo, che ha commosso tutti. Dentro e fuori dal campo. «La memoria di Riccardo -sottolinea Parlato – è stata commovente. E credo proprio che i ragazzi abbiano pagato, almeno per quanto riguarda la prima parte del match, questo fattore. Però nel secondo tempo ci siamo scrollati tutte le paure di dosso, e siamo scesi in campo con il solo obiettivo di vincere».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Il calcio, quello della domenica in cui conta soltanto la vittoria, si è fermato per un momento di fronte alla tragedia che ha colpito la famiglia di Riccardo Meneghel. Con lo striscione “Ciao Mene sei sempre con noi”, appeso alla rete opposta alla tribuna prima dell’inizio del match, i tifosi del Padova hanno ricordato la giovane promessa del Tamai. Commovente anche il dopo-partita con la Tribuna Fattori che ha dedicato ai familiari del 19enne di Prata di Pordenone i cori «Riccardo uno di noi» e «Non mollate mai». Due minuti dopo si sono uniti anche i giocatori del Tamai, ai quali è stato tributato un caloroso applauso. La madre di Riccardo, con le lacrime al volto, ha mostrato con orgoglio la maglia numero 2 indossata dal figlio: questa volta ha vinto il bello del calcio che, risultato a parte, ha ricordato nella maniera più bella un calciatore scomparso prematuramente. Erano un migliaio circa i tifosi giunti ieri da Padova. I sostenitori biancoscudati hanno sfoggiato tutta la propria civiltà, senza far mancare il calore ai propri beniamini. Anche nei due momenti più difficili, quando i biancoscudati sono andati sotto. Anzi, è lì che la voce dei tifosi è venuta a galla. Come dire: i supporter sono sempre vicini alla squadra, anche quando le cose dovrebbero girare diversamente. E alla fine, forse non un pizzico di presunzione in più, hanno urlato: “Tanto torniamo in Lega Pro”. Chissà che non sia di buon auspicio per la truppa di Parlato.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Bravi anche nel soffrire. E poi il groppo in gola…”) Protagonisti meravigliosi di un gesto così bello, applaudito dagli stessi giocatori di Stefano De Agostini, gli ultras, che hanno trascinato gli altri padovani presenti in tribuna nell’omaggio ad un ragazzo che la morte ha strappato troppo presto dall’affetto dei suoi cari degli amici e dei compagni di squadra. Se due domeniche fa (leggasi Montebelluna) ci era piaciuta la coreaografia, con maxi-esodo, messa in scena alla prima trasferta, purtroppo guastata dal gesto di uno sconsiderato, per quella bottiglietta d’acqua lanciata contro uno degli assistenti dell’arbitro (e costata la diffida alla società), in Friuli la “Fattori” è stata grande. Lo striscione in onore di Riccardo, il suo nome urlato a gran voce, la partecipazione al lutto che ha colpito la gente di questa piccola comunità sono, oltre ai tre punti strappati con i denti alla miglior squadra affrontata dall’inizio del torneo, un fiore all’occhiello da esibire, adesso sì con orgoglio, all’Italia intera. Tornando a Parlato ed ai suoi giocatori, ci sembra di poter dire che stanno rispondendo al meglio anche alle pressioni (inevitabili) cui sono sottoposti nel corso della gara: non si smontano, hanno gli attributi e vengono fuori alla distanza. Avanti così, allora, Biancoscudati: che la forza sia con voi!
Ore 11.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Bravi anche nel soffrire. E poi il groppo in gola…”) Dal tumulto di emozioni forti provate all’inizio e soprattutto a conclusione della partita di Tamai scaturisce ancor più nitida e convincente l’immagine di un Padova forte, costruito per andare molto lontano e in grado di reagire alle contrarietà di giornate non proprio felici (sul piano del gioco e della lettura delle partite, ognuna evidentemente diversa dalle altre) con un carattere e una capacità di soffrire superiori a quelle degli avversari incontrati sino ad oggi. Il patrimonio di chi ha tutte le carte in regola per issarsi sulla vetta della classifica e rimanervi a lungo. Perdonateci però se stavolta, più che sulla partita (a tratti piena di pathos e vibrante), ci soffermeremo sul suo contorno, perché ieri questa frazione di 2.200 anime del comune di Brugnera, ad una quindicina di chilometri da Pordenone, ci ha regalato un pomeriggio indimenticabile, di quelli che non vorremmo mai vivere perché susseguente ad una tragedia ma che ci ha dato la misura di dove possa arrivare il calcio in certi frangenti: ad abbattere qualsiasi muro di rivalità, ad unire genti diverse nello stesso abbraccio, a fraternizzare nel dolore. Una lezione straordinaria, una voglia di esserci e di urlare quel “Non mollate mai!” alla famiglia del giovanissimo Meneghel che hanno fatto venire il groppo in gola.
Ore 10.50 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6.5; Dionisi 7, Sentinelli 7, Niccolini 6.5, Degrassi 6; Mazzocco 6.5, Segato 7; Ilari 7 (Thomassen sv), Cunico 5 (Nichele 6), Busetto 5.5 (Pittarello 6.5); Ferretti 8.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Segato si mostra ancora fine costruttore, servendo Ferretti, bravissimo a sfuggire all’avversario e a far partire un tiro-cross che attraversa tutta la linea di porta prima di essere spinto in rete da Ilari. Tutti si aspettano che il Padova prenda il sopravvento e invece no. È il Tamai a trovare il nuovo vantaggio, sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla destra che Sellan incorna di potenza alle spalle di Petkovic (41′). Dopo l’intervallo Parlato toglie Busetto e rinforza l’attacco con Pittarello e dopo meno di 2’ il Padova arriva al pari. Il secondo assist rasoterra di Ferretti, dopo un corner, è raccolto da Sentinelli, che insacca da pochi passi in area. Lo stadio trascina a gran voce i biancoscudati e al 5′ ancora uno straordinario Ferretti si guadagna un rigore, dopo una trattenuta di Colombera. Ma come contro l’Union Pro, Cunico non è preciso, Peresson ha un po’ di fortuna, e il tiro è neutralizzato con i piedi dal portiere. Nella ripresa, però, è un Padova arrembante, anche se non sempre lucido. Il “Rulo” capisce che manca solo il suo gol e dopo esserci andato vicino al 19′, al 24′ incorna con forza un cross di Dionisi e buca il portiere per il 3-2. Il Tamai cerca di reagire, ma non ha più le forze, così come il Padova, che chiude un po’ in affanno ma si porta a casa altri tre punti d’oro.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Infine i giocatori, tutti con la maglia a lui dedicata, compresa la terna arbitrale, che ha acconsentito alla richiesta della società e ha fatto giocare Rigutto con la casacca numero 20, lasciando la 2, almeno per questa partita, riservata alla memoria di Riccardo. Il clima è commovente, intenso, particolare. Ma è il Padova ancora una volta ad avere i favori del tifo, visto che la tribuna centrale è zeppa di biancoscudati (almeno 800), mentre ai sostenitori di casa è riservata una piccola curva montata per l’occasione. Parlato sorprende tutti, lanciando Busetto dal primo minuto come ala sinistra al posto di Bruzzi. L’avvio è a ritmi sostenuti e l’episodio-chiave arriva a cavallo del 10’. Ferretti cade sulla trequarti, defilato sulla sinistra, dopo un contrasto con Rigutto. Per la signora Pirriatore non è fallo, bensì simulazione del “Rulo”, che viene anche ammonito, mentre sugli sviluppi del calcio di punizione, battuto lungo dal portiere, la palla arriva a Federico Furlan. L’attaccante di casa è bravissimo a controllare la sfera e a scaricare un gran sinistro che s’insacca all’angolino, alla destra di Petkovic. Tamai in vantaggio e dedica tutta per Riccardo, con la corsa della squadra a baciare la gigantografia del compagno che non c’è più. Il Padova accusa il colpo, non riesce ad imporre il proprio gioco, ma ha il merito di ripartire con pazienza fino a trovare il pareggio al 27′.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) È un Padova per cuori forti quello che batte il Tamai 3-2, rimontando due volte lo svantaggio, e salvando la vetta della classifica, grazie alla quarta vittoria su quattro gare di campionato disputate (che poi sono sette su sette, considerando la Coppa Italia). Ma, complice un avversario arcigno, orgoglioso e bene organizzato, è stata una partita soffertissima, risolta soprattutto grazie allo stato di grazia di bomber Ferretti, capace di mandare in gol Ilari e Sentinelli, di guadagnarsi un rigore (fallito ancora da Cunico) e alla fine di risolvere, con il suo sesto gol in campionato, una sfida tesissima. Riccardo Meneghel, il 19enne terzino del Tamai, è morto dieci giorni fa dopo un incidente in moto. In tanti, anche sugli spalti, indossano la maglietta con il suo volto, dai parcheggiatori alle bariste, passando anche per i presidenti delle due squadre, Elia Verardo e Giuseppe Bergamin, che prima del fischio d’inizio entrano a braccetto sul terreno di gioco e depongono un mazzo di fiori a forma di pallone a centrocampo. Quindi è il turno delle riserve del Tamai, che srotolano una gigantografia del ragazzo e l’appendono alla rete di recinzione, fra le due panchine. Sul viso di Riccardo e sotto la scritta: “Ciao Mene, sarai sempre con noi”.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Nella ripresa, a fare la differenza, oltre al piglio diverso con il quale è entrata in campo la squadra, sono stati due fattori: la crescita del binario di destra, con un Dionisi devastante, e la spinta eccezionale del pubblico. È così? «I tifosi sono la nostra arma in più, ci stanno trascinando e ho sempre detto ai miei giocatori che devono portare questa gente nel cuore per la voglia e la speranza che ha di tornare subito ai livelli che merita. Dionisi, poi, lo conosco molto bene ed è un punto di riferimento per la squadra». Se non ci fosse Ferretti, però… «Gustavo sta facendo benissimo tutto il lavoro che gli chiedo di svolgere in area di rigore. Ne abbiamo bisogno, ma è tutta la squadra che nella ripresa è ripartita trovando la giusta spensieratezza». Fisicamente come siete messi? L’allenamento annullato venerdì e alcuni giocatori arrivati a fine gara stremati non sono un bel segnale. «Abbiamo cominciato il 5 agosto e non è facile partire subito a tremila. Ora pensiamo a riposarci fino a martedì, ma la squadra sta andando bel al di là di quelle che erano le mie aspettative». Curiosità finale: se ci sarà un altro rigore, chi lo calcerà dopo i due errori di Cunico? «Il presidente». E Parlato strizza l’occhio sorridendo.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) A Tamai c’è stato un Padova uno e un Padova due. Il primo è quello visto in avvio di partita: timoroso, sotto ritmo e vulnerabile. Il secondo quello arrembante della ripresa. Nel mezzo la decisiva strigliata di Parlato all’intervallo e il cambio di mentalità dei giocatori, che si sono guardati in faccia, da soli, nello spogliatoio e hanno capito che non potevano andare avanti in quel modo. «Ho detto che volevo vedere determinazione e cattiveria», svela il mister. «Dovevo fare un cambio tattico, perché con il 4-2-3-1 eravamo diventati un po’ prevedibili, e così ho inserito un altra punta, Pittarello, che ci ha dato più profondità. Quindi c’è stata la reazione a livello caratteriale e di gioco e penso che nel secondo tempo siamo stati devastanti». Come mai tutta questa differenza tra i due tempi? «Siamo uomini anche noi e abbiamo accusato l’atmosfera che si respirava allo stadio. Egoisticamente in queste situazioni bisognerebbe mettere il cuore da parte, ma è impossibile. Eravamo come dentro una nuvola che oscurava qualsiasi aspetto calcistico. Abbiamo giocato con grande confusione, non eravamo noi e tutto quello che è successo ci ha procurato un effetto negativo». Si spiegano così i due gol subìti in appena 40 minuti? «Uno è stato un tiro da fuori area, con Furlan che, ogni volta che ci gioco contro, mi fa sempre qualche scherzetto. Il secondo è nato da una punizione che dovrei rivedere. Fatto sta che 4 gol subìti in quattro partite sono decisamente troppi e non va bene».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Proprio “El Rulo” è stato il grande protagonista. «Sono felice, ma contano più i punti che le mie reti», le parole dell’argentino. «Nell’intervallo ci stiamo guardati in faccia e abbiamo capito che avevamo regalato un tempo. Non ce lo possiamo permettere e siamo entrati in campo con uno spirito diverso». Quanto l’ha innervosita l’ammonizione per una (dubbia) simulazione? «Non me l’aspettavo e mi ha condizionato. Ma mi ha fatto innervosire soprattutto quello che mi ha detto l’arbitro. Un giocatore, nonostante l’adrenalina, cerca di essere più rispettoso possibile, ma quando si sentono certe risposte è difficile. Non mi aspettavo una risposta così, soprattutto da una donna. Mi ha detto che ho fatto finta, con termini molto duri». Si consoli con il sesto gol. A chi lo dedica? «A mia sorella. Parlo sempre dei miei fratelli perché hanno giocato a calcio anche loro, ma sono molto legato anche a lei. Quando ero piccolo, mi faceva da portiere in casa».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Se lo chiamavano l’Ibrahimovic della difesa, ci sarà un perché. Davide Sentinelli ha segnato più di 50 gol in carriera e ieri ha fatto centro per la prima volta con la maglia del Padova: «Sono felicissimo perché ho segnato un gol importante in un momento decisivo della partita. Loro nel primo tempo hanno messo in campo più cattiveria di noi. Il mister ci ha dato una strigliata all’intervallo, poi nello spogliatoio ci siamo riuniti solo noi undici e ci siamo detti di cambiare marcia, altrimenti avremmo fatto una brutta figura. È andata bene, ma speriamo non servano più cose di questo genere». Come si spiega il vostro avvio negativo? «Tutto quello che è successo ci ha condizionato e loro hanno mostrato sicuramente più voglia di vincere. Nella ripresa siamo entrati con un’altra testa e adesso dobbiamo ripartire da qui». Dedica particolare per il primo gol biancoscudato? «Per i miei due figli, che sono i miei primi tifosi. Con questo pubblico vale veramente la pena segnare e adesso spero di farne altri. Ringrazio anche Ferretti, che mi ha servito una palla d’oro».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Anche il dopo-partita, così come il pre, è stato da sentimenti forti. La famiglia di Riccardo Meneghel ha raccolto a bordocampo l’abbraccio dei dirigenti biancoscudati (il presidente Giuseppe Bergamin, l’amministratore delegato Roberto Bonetto e il figlio Edoardo, vice-presidente) e l’ovazione che tutti i tifosi del Padova hanno regalato al terzino del Tamai. Un gesto molto apprezzato dall’allenatore friulano De Agostini, espulso per proteste: «Da brividi, veramente bello. Giocare davanti ad una cornice di pubblico così è spettacolare, e anche il comportamento dei tifosi del Padova nei nostri confronti è stato fantastico. Auguro loro di vincere il campionato, se lo meritano».
Ore 08.40 – Le pagelle del Padova (Padova goal, Gabriele Fusar Poli): Petkovic 6, Dionisi 7, Sentinelli 7, Niccolini 6.5, Degrassi 5.5, Mazzocco 6, Segato 6.5, Ilari 7 (Thomassen S.V.), Cunico 5 (Nichele 6), Busetto 5.5 (Pittarello 6.5), Ferretti 8.
Ore 08.38 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Abano-Rimini 0-1, Atletico San Paolo-Romagna Centro 1-1, Bellaria-Thermal Abano 2-1, Este-Correggese 1-1. In classifica Este sempre primo a quota 13, segue a tre lunghezze il Delta Porto Tolle. 6 punti per l’Abano e 5 per la Thermal, mentre l’Atletcio San Paolo è ultimo con 2 punti insieme a Formigine ed Imolese.
Ore 08.36 – Da segnalare il commovente omaggio della Tribuna Fattori a Riccardo Meneghel a fine partita: due rappresentanti degli ultras biancoscudati hanno accompagnato sotto alla tribuna i familiari dello sfortunato calciatore del Tamai scomparso la scorsa settimana, dedicando cori quali “Riccardo uno di noi” e “Non mollate mai” mentre la madre di “Mene” mostrava con orgoglio la sua maglia numero 2. Dopo un paio di minuti sono giunti anche i giocatori del Tamai, ai quali è stato tributato un caloroso applauso.
Ore 08.34 – Serie D, il prossimo turno (domenica 5 ottobre, ore 14.30): Padova-Mezzocorona, Alto Vicentino-Ripa La Fenadora, Clodiense-Fontanafredda, Dro-Mori Santo Stefano, Giorgione-Union ArzignanoChiampo, Belluno-Triestina, Legnago-Tamai, Kras Repen-Montebelluna, Sacilese-Union Pro
Ore 08.32 – Serie D, girone C, la classifica dopo la quarta giornata: Padova e Belluno 12, AltoVicentino 10, Fontanafredda e Union Pro 7, Clodiense, Sacilese, Union Arzignano e Montebelluna 6, Union La Fenadora 5, Tamai 3, Kras Repen, Giorgione e Mori Santo Stefano 2, Dro, Unione Triestina, Legnago 1, Mezzocorona -2.
Ore 08.30 – Serie D, girone C, i risultati della quarta giornata: AltoVicentino-Sacilese 2-2, Fontanafredda-Belluno 2-4, Mezzocorona-ArziChiampo 0-0, Montebelluna-Dro 2-0, Mori Santo Stefano-Giorgione 3-3, Tamai-Padova 2-3, Union Pro-Clodiense 1-0, Union Ripa La Fenadora-Legnago 2-1, Triestina-Kras Repen (oggi alle ore 20.30)
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Ore 08.26 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 28 settembre: vittoria in rimonta per i Biancoscudati, che in quel di Tamai superano 3.2 in rimonta i padroni di casa grazie ad un super Ferretti.